L'esperienza cosmica e mistica di un
progettista di Linux
Quarant'anni sono trascorsi da quando
il Dott. Raymond Moody raccolse per la prima volta la testimonianza
di un essere umano dichiarato clinicamente morto e poi ritornato in
vita.
Sono ormai milioni le persone in tutto
il Mondo che ci hanno raccontato le medesime storie inquietanti, come
la sensazione di staccarsi dai loro corpi, di lasciare l'ospedale
dove erano state ricoverate per poi attraversare un tunnel al termine
del quale si trovava una luce straordinaria. Queste esperienze hanno
talmente cambiato la loro vita, al punto di non aver più paura della
morte.
A lungo considerate farneticazioni di
individui psichicamente disturbati, le "EMI" o "NDE"
(esperienze di pre-morte; ndt) coinvolgono sempre più scienziati che
si domandano come così tanti individui abbiano potuto percepire e
memorizzare eventi analoghi svoltisi quando erano inconscienti, in
coma, e talvolta dichiarati anche clinicamente deceduti.
Da una decina d'anni, i numerosi studi
condotti ovunque sulla Terra sembrano tralasciare definitivamente
l'ipotesi allucinatoria per orientarsi verso una possibile
delocalizzazione della nostra coscienza. Alcuni cardiologi,
neurologi, anestesisti-rianimatori, medici o psicologi hanno d'altra
parte vissuto anch'essi un'esperienza simile. Generalmente raccontano
ogni cosa senza complessi.
Tutte queste testimonianze hanno
permesso a Raymond Moody di identificare varie fasi nella NDE: 1)
Rivivere in una millesima frazione di secondo il percorso vitale
della propria incarnazione terrestre con una precisione, un'acutezza
ed una dovizia di dettagli stupefacenti (il "nastro di vita",
per approfondire QUI, QUI e QUI, QUI; ndt).
2) Attraversare in seguito una specie di
tunnel oscuro e lugubre provando un'angoscia indicibile. 3) Scorgere,
alla fine di un periodo variabile di tempo una magnifica luce
brillante in lontananza. 4) Essere irresistibilmente attratti da questa
sorgente luminosa emanante nel medesimo tempo un amore meraviglioso.
5) Provare una gioia ed una felicità
indescrivibili a contatto di questa stessa fonte d'Amore e di Luce. 6)
Incontrare in questo splendore amici o membri della propria famiglia
trapassati che convincono a ritornare nel piano fisico, spesso per
completare una missione di aiuto o di educazione verso bambini,
genitori anziani, malati o indigenti, o anche un servizio benefico a
tutta la collettività.
7) Infine il ritorno a malincuore e con
rammarico nel mondo dei "vivi", perché il momento del
grande salto nell'aldilà non è ancora giunto per loro.
Mark Horton era un genio
dell'informatica. È deceduto il 7 Settembre 1996 in seguito ad una
lunga affezione tumorale dopo aver partecipato attivamente alla
progettazione e allo sviluppo del sistema Linux. La sua avventura si
inquadra ben oltre lo schema classico evidenziato da Raymond Moody.
Un giorno, gli è stato chiesto dove
andasse a cercare tutte le sue informazioni. Ha risposto:
"Nell'Universo, o meglio, nel
sistema di informazione universale! Personalmente, non sono mai
passato attraverso il tunnel buio con quella Luce in fondo che attira
gli Esseri nel passaggio. Mi sono trovato direttamente nella Luce.
Solo più tardi ho compreso veramente questa importante differenza.
Coloro che sono passati direttamente
nella Luce sperimentano una forma di trasformazione fisica e
psichica, vale a dire che non sono più come prima! Non reagiscono
più allo stesso modo. Non pensano più come la maggioranza. Le
nostre reazioni sono diverse.
Naturalmente abbiamo la stessa forma,
siamo anche socievoli. E quando siamo invitati a cena mangiamo come
tutti. Percepiamo il sottile, l'aura e molte altre cose! Ma a volte
ci sentiamo assai soli. Perché non ci sono molti Esseri così su
questa Terra. Espletiamo la Missione che ci è stata affidata per
l'evoluzione e la trasformazione dell'Umanità.
Viviamo in una società dove prima di
tutto conta l'apparenza. Ed è una limitazione tragica. Io vi dico
che vivere in funzione delle apparenze è vita sprecata!
Ho dimostrato in che modo, con molto
amore e compassione, sia possibile creare una catena d'aiuto
reciproco, in cui ogni anello risulti connesso al vicino, come
ciascun sistema riceva l'energia da un'altro e come ogni galassia sia
una porta aperta su un'altra ancora.
L'accoglimento dell'inaccettabile
richiede molto più coraggio della collera, perché ci obbliga a
padroneggiare le forze negative che abbiamo in noi! Ci è
indispensabile soprattutto vivere con noi stessi. È solo trovando Sé
stessi che è possibile trasformare la propria vita ed aiutare il
prossimo."
Ecco la prima esperienza di pre-morte
di Mark Horton, così come l'ha vissuta nel 1992, e che ha raccontato
in seguito:
"Io sono «morto» per un blocco
totale dei reni, del fegato e per un arresto respiratorio. Avevo
anche una forte emorragia interna e quindi ero in uno stato di
anemia. Siccome ero già in coma, ignoro quando la mia NDE abbia
cominciato a prodursi.
È consultando il mio rapporto medico
che ho realizzato trattarsi di un giorno dell'anno 1992. Proprio
quella sera gli organi mi si sono bloccati e i medici hanno
annunciato ai miei genitori che avrebbero fatto bene a contattare un
servizio funerario perché avevo poche possibilità di passare la
notte.
Hanno spiegato loro che, se anche fossi
sopravvissuto, sarebbe stato necessario mettermi in dialisi la
mattina dopo e lo choc mi sarebbe stato probabilmente fatale!
Secondo il referto medico, la mia
respirazione è cessata durante la sera e sono stato posto sotto
assistenza respiratoria. Non respiravo più in maniera indipendente.
Penso sia stato quello il momento in cui mi sono "staccato".
Ho un ricordo molto vago: quello di
aver potuto osservare il mio corpo dall'esterno; era circondato da
tubi e macchine, ma non sentivo che fosse il mio.
Non posso dire che stessi fluttuando,
direi piuttosto che ero come sospeso, trattenuto, mantenuto in un
elemento caldo, secco, mentre mi muovevo senza costrizioni di alcun
tipo. Ero soltanto presente. Mi percepivo in sicurezza, comodo,
calmo, senza dolori. Non solo non mi sentivo intontito, ma ero
totalmente consapevole.
Poi "l'esperienza"
propriamente detta è incominciata.
L'oscurità era totale, quando
improvvisamente ciò che somigliava ad una luce sfavillante, molto
più splendente di quanto si possa immaginare, rischiarò tutto
intorno a me... Tale luminosità irraggiava ogni cosa che mi
circondava.
Entrai allora in questa luce e sentii
che mi elevavo, che prendevo quota, ma non ero cosciente di
desiderare una cosa qualsiasi, non più di quanto fossi consapevole
del "corpo" con il quale mi muovevo.
Realizzai che non
dovevo far altro che pensare ad un luogo o ad un dato tempo per
ritrovarmici immediatamente, conoscendo tutto del posto, dell'ora e
delle persone presenti.
Ho sempre avuto un'attrazione molto
forte per la Scozia. Ho alcuni antenati scozzesi, ma i miei legami
familiari con essi sono molto più tenui di quelli che ho conservato
con la mia famiglia d'Inghilterra, della Svezia o della Russia.
Non so perché io abbia una così
grande affinità con questa terra, con la sua storia, la sua cultura
e la sua musica: nessun suono al mondo mi fa vibrare tanto quanto le
cornamuse! Ebbene, il mio primo "viaggio" si svolse proprio
in Scozia! Mi trovavo su un'alta scogliera, a strapiombo su un mare
scatenato, durante una violenta tempesta. Io ero là!
Potevo sentire il vento e la forza
della pioggia che mi sferzavano mentre guardavo il mare e ascoltavo i
rombi del tuono. Non avevo alcuna idea del perché di questo legame
così forte che unisce la mia anima a questo territorio. Tutto quello che
avevo fatto era di avervi pensato fuggevolmente e scoprii di essere
là!
Il mio pensiero successivo concernette
il Sole e mi ritrovai in un luogo dove un calore benefico, che
sembrava provenire direttamente da esso, mi riconfortò. Non riuscivo
a discernere se ciò fosse dovuto ad una gradevole luminosità che mi
avviluppava e che permeava tutto intorno a me.
Avevo la percezione di essere privo di
solidità, pura coscienza radiante... Non avvertivo più la
sensazione del mio corpo fisico e avevo perso ogni senso di
pesantezza. Era veramente un sentire nuovo per me, un meraviglioso
stato di coscienza. Non esistono parole per descriverlo.
Era gradevolissimo, molto bello, una
vera delizia, ma non so se sia durato pochi microsecondi o miliardi
di anni, non avevo alcuna idea del tempo trascorso. Esso non aveva
costrutto, nessun significato o rilevanza in questa nuova esistenza.
Ebbi letteralmente la percezione di trovarmi ovunque nell'Universo
contemporaneamente.
Poi questa luminosità cessò e fu
sostituita da una visione della Terra che si allontanava rapidamente
sotto di me.
Ero sempre avvolto dalla sensazione di
calore, di benessere, ma, sotto l'effetto di questo movimento a
ritroso sempre più veloce, la visione del Pianeta cedette il posto
ad un'altra più estesa del nostro sistema solare, poi, nei brevi
attimi che seguirono, a quella di un gruppo di stelle che si
trovavano apparentemente in uno dei bracci della nostra galassia.
Ero assorbito in una visione simultanea
di piani multipli, il cui campo si estendeva ben al di là di ciò
che il concetto di "vedere" rappresenta abitualmente. Me ne
andavo sempre più lontano, ma potevo ancora sentire la vibrazione
del nostro Globo, cosa che senza dubbio sarebbe stata impossibile nel
nostro continuum spazio/temporale a causa della distanza
considerevole che vi doveva essere.
Nell'insieme, sentivo del benessere,
dello stupore, dell'ammirazione, un sentimento unitario, un senso di
"lucidità" come di pienezza, ed anche un immenso Amore,
sebbene tale parola sia, purtroppo, insufficiente per descrivere
quello stato di coscienza.
Sempre retrocedendo nel tempo,
all'improvviso mi sentii completamente acquietato, pronto a
dissolvermi per fondermi nell'Unità cosmica. L'irrompere di questa
emozione (ancora una volta le parole non hanno alcun senso), di
questo incredibile "Amore" come lo percepivo in quel
momento, andava oltre tutto ciò che avessi mai provato prima.
Non posso esprimere con linguaggio
umano quella sensazione, quel sentimento. Ero tutto e non ero niente.
Ero ovunque e da nessuna parte. La mia coscienza si era dilatata al
punto da contenere tutte le cose, tutte le epoche, tutti i luoghi
dove avevo vissuto e tutte le personalità che avevo assunto, che
avevo (in quel momento; ndt) e che avrò mai!
Ero l'Unità e, nel contempo, la più
minuscola parte dell'insieme. So che questo può sembrare allucinante
e lo è anche per me quando mi rileggo, ma IO L'HO VISSUTO! Non ci
sono parole per esprimere questa Gioia, questo Amore e questo Ardore!
Sono realmente indescrivibili!
E continuavo ad accelerare
allontanandomi, osservando ogni cosa, assimilando tutto e diventando
il Tutto sempre di più! Galassie intere divennero delle dimensioni
di granelli di sabbia. Ne ho viste di enormi in collisione.
Ho osservato dei "buchi"
nello spazio che non erano tali ma piuttosto dei vuoti riempiti di
particelle che non potevo comprendere nonostante il mio nuovo livello
di coscienza, malgrado il mio stato "sovra-dimensionale";
forse delle proto-galassie?
E ce n'erano così tante da vedere, da
percepire, ed io potevo sempre discernere dove si trovasse il nostro
Pianeta! Dico "discernere", perché, sebbene la nostra
piccola Via Lattea fosse scomparsa, avevo ancora la possibilità di
sentire il nostro Mondo ma senza vederlo.
E il mio viaggio proseguì sempre più
lontano! Cominciavo ad individuare una curvatura nel mio percorso e
realizzai che l'Universo era costituito da una grande Sfera
contenente tutti i sistemi cosmici.
Questo divenne sempre più evidente man
mano che mi allontanavo in direzione della "zona oscura",
oltre il regno delle galassie. Eppure, anche allora, di tanto in
tanto, altri ammassi stellari sparsi apparivano sulla mia strada.
Fu in quel momento che "sentii"
una grande Presenza, una potente Presenza proprio dietro di me. Ebbi
la sensazione di un rallentamento, esitando prima di superare quella
barriera, mentre guardavo in basso verso la "Sfera"
contenente il nostro Universo.
Mi appariva trasparente e leggermente
opaca, come se stessi contemplando il limite energetico del nostro
sistema universale. Sembrava che l'immagine corrispondesse ad un
atomo con i suoi elettroni.
Mi trovavo sempre in fase di
allontanamento e potevo ora osservare, al di là della curvatura del
nostro Universo, altre sfere che potevano essere soltanto altri
universi! Si sarebbe detto che tutti questi fossero posizionati in un
guscio sferico intorno ad un nucleo che non potevo vedere. E al di là
di questo guscio, ce n'era un altro, verso il quale allora mi
diressi.
L'impressione generale che ne serbo è
simile a quella di piccole sfere scolpite nell'avorio e inscatolate
le une nelle altre che si trovano in certi negozi di importazione. Ma
non c'era nessun inizio né fine, nemmeno sfere più piccole o più
grandi. Ciascuna di queste portava sempre ad un'altra analoga.
Non ho mai potuto entrare nel guscio
successivo. Quando ho continuato il mio periplo verso questo nuovo
universo, qualcosa cominciò ad attirarmi e fui improvvisamente
ricondotto in avanti in direzione del nostro Universo, poi,
all'interno. Le altre galassie in seno al nostro sistema universale
scomparvero.
Ebbi un'ultima visione dei bracci della
Via Lattea ed ecco: ero di ritorno. Stordito, confuso, triste, con un
enorme senso di vuoto, voglio dire di perdita di questo Amore, di
questa Conoscenza e di questa Unità in cui mi ero trovato immerso.
La mia esperienza di pre-morte era
terminata.
Dopo questo, sono uscito dal coma a più
riprese. Non ho alcuna idea di quanto tempo fosse trascorso. Durante
quel periodo ho vissuto dei sogni molto significativi, visioni e
incontri con personaggi assai reali, aventi un corpo (fluidico; ndt),
e con i quali potevo tenere delle conversazioni normali e logiche.
Nel frattempo, ho vissuto altre NDE
durante le quali ho di nuovo sperimentato brevemente qualche
frammento della Forza d'Amore e di Unità che avevo percepito nel mio
"viaggio" principale.
Ho quindi tentato inconsciamente di
"adattarmi", di ignorare quello che mi era accaduto, di
accantonare questa esperienza nella vita di tutti i giorni. Ma il
ricordo della mia NDE era sempre là e mi tormentava. Finalmente, in
capo ad un anno, ho deciso di lasciar perdere, mi sono seduto e ho
cominciato a meditare.
Allora, tutto è iniziato a ritornare
alla mia memoria cosciente. Non potevo più reprimere questi ricordi
e sapevo che doveva essere così. In questo modo, ho lasciato
emergere il loro flusso che è diventato così forte tanto da
convincermi che quello che avevo vissuto era reale e non
un'allucinazione o un sogno.
Ho compreso che siamo tutti unici e
tutti "UNO" nello stesso tempo; che la sola cosa veramente
importante è l'Amore. Questo è ciò che conta di più: l'Amore
senza riserve, aperto, generoso. Tale Amore è capace di appagarci
totalmente. Tutto il resto è superficiale.
Sono cambiato per sempre. Ormai, molto
semplicemente "IO SONO". Noi siamo tutti UNO, siamo tutti
"Dio". O può essere che "Dio" sia tutti noi.
Avevo pensato a questa frase della Bibbia: "Dio fece l'uomo a
Sua immagine."
Io non professo alcuna religione in
particolare, non l'ho mai fatto e sicuramente non lo farò mai,
perché per me, esse hanno tutte ragione e tutte sono nell'errore...
È l'uomo che ha cercato di quantificare, di legiferare ed anche di controllare l'aspetto spirituale della vita. Io so ora che il fatto di vivere e di amarsi gli uni gli altri è la sola vera religione.
È l'uomo che ha cercato di quantificare, di legiferare ed anche di controllare l'aspetto spirituale della vita. Io so ora che il fatto di vivere e di amarsi gli uni gli altri è la sola vera religione.
Ciò che ho letto e scambiato con altre
persone aventi vissuto la medesima esperienza non ha fatto che
confermarmelo. Possiamo forse descrivere ciò che abbiamo "visto"
in termini diversi. Tuttavia, il messaggio universale d'Amore e di
Perdono rimane immutabilmente lo stesso.
Questa è dunque la mia esperienza. È
come un albero i cui frutti continuano a maturare in me giorno dopo
giorno. Dire che ciò mi ha completamente mutato è nel contempo
incredibilmente ovvio quanto riduttivo.
Sono sempre dedito ai sistemi
informatici e ne ho fatto la mia professione, ma ora mi preoccupa
maggiormente sapere come questi computer possano davvero aiutare la
gente, piuttosto che utilizzarli eseguendo delle funzioni di
progettazione e di adattamento per le quali sono retribuito.
Non sono mai stato un materialista nel
senso di accumulare beni materiali, ma mi sono compiaciuto di
possedere le cose, e provavo un certo attaccamento per esse. Adesso,
apprezzo sempre tanto la bellezza delle cose, ma non considero più
che sia così importante possederle...
Mi è capitato di dare parecchie cose
alle persone, perché avevano il desiderio di avere questi oggetti.
Alcune mi consideravano probabilmente uno "stupidotto". Ma
questo non è un problema per me.
A volte mi viene da piangere sulla
tristezza di questo mondo e della vita di certi Esseri. Condivido
molti sentimenti comuni con coloro che hanno vissuto una NDE,
specialmente l'assenza totale di paura della morte.
È realmente tranquillizzante pensare
che essa sarà un ritorno a quello stato meraviglioso che ho già
sperimentato: questo sentimento sconfinato d'Amore verso tutti questi
Esseri intorno a me, questa pace interiore che io risento. Ora, se è
nelle mie possibilità di alleviare la sofferenza altrui, prendendola
su di me, lo faccio volentieri.
Suppongo che in molti si domandino:
«Valeva forse la pena di morire per questo?»
Ed io rispondo loro
con gioia: «Sì!»"
Mark Horton
Tradotto in origine da Olivier de
Rouvroy
Traduzione italiana:
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: erenouvelle.fr
Post Scriptum
Vi consiglio, cari Lettori, di andarvi a rileggere o a leggere un altro articolo da me tradotto l'anno scorso. Una e-mail molto gradita, ricevuta oggi, ha richiamato la mia attenzione proprio su questo altissimo Messaggio: "Aspetti della Transizione dimensionale" postato da Olivier de Rouvroy il 24 novembre 2011, ma attualissimo.
L'Umanità, anche senza passare dal coma, è destinata a vivere esperienze simili a quelle che avete appena letto e che mi auguro vi abbiano entusiasmato e rincuorato.
Di seguito altri due link che descrivono un paio di casi estremamente emblematici:
A presto, Sebirblu.