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La presa di Gerusalemme da parte dei Crociati - Émile Signol - 1847 |
Sebirblu, 9 maggio 2016
Ecco un magistrale articolo di Antonio
Socci che riproduco volentieri nella speranza che un numero sempre
maggiore di persone si renda conto della disastrosa situazione nella
quale siamo precipitati, favorita dalla miopia (voluta?) e
dall'opportunismo più totale di chi dovrebbe invece preservarcene.
Per ulteriori approfondimenti,
consiglio di documentarsi QUI, QUI e su Bergoglio QUI, dove troverete una
serie di link molto interessanti per conoscere meglio questo papa
e
le relative profezie che lo riguardano.
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Conferimento del Premio Internazionale Carlo Magno 2016 a papa Bergoglio |
Francesco contro le radici
giudaico-cristiane
L'attribuzione del Premio Carlo Magno a
papa Bergoglio induce all'ilarità. Sarebbe come attribuire un Premio
San Tommaso d'Aquino a Eugenio Scalfari.
Com'era prevedibile il papa argentino –
dopo aver cestinato le "radici
cristiane dell'Europa"
e i "principi non
negoziabili" che sono
alla base della civiltà europea – ha proclamato il suo unico
"principio non
negoziabile":
l'immigrazione. E, con essa, l'affondamento dell'Europa.
Del resto – in barba al titolo del
premio – la fallimentare Europa tecnocratica e laicista (cioè a
guida tedesca e francese) ha, già da tempo, rinnegato Carlo Magno e
il Sacro Romano Impero, cioè la cultura cristiana che ha costruito
l'Europa dei popoli.
Bergoglio ha invitato a far memoria del
passato, ma lui è a digiuno di storia. Infatti ha ripetuto la solita
solfa sul dovere di "costruire
ponti e abbattere muri",
ignorando che l'Europa è nata letteralmente dalla costruzione di
solide mura di confine, difese per millenni con la spada.
Muri per difendersi dall'Islam
I Franchi costruirono il primo nucleo
del loro regno e del Sacro Romano Impero proprio quando, a Poitiers,
nel 732 dC, fecero muro per fermare la prima invasione islamica che
dalla Spagna cercava di conquistare l'Europa.
Carlo Martello vinse grazie all'aiuto
di Visigoti, Bavari, Alemanni, Sassoni e Gepidi.
Era il primo muro di difesa europea della nascente civiltà che stava prendendo forma nei monasteri
benedettini, dove si salvavano e si tramandavano i tesori della
cultura greca, giudaico-cristiana e latina e si faceva rinascere il
lavoro, l'agricoltura e l'economia.
A parte le battaglie di Carlo Magno sui
Pirenei, l'Europa, continuamente saccheggiata da scorrerie saracene,
si salvò perché negli altri due, colossali, tentativi di invasione
musulmana, gli europei fecero ancora muro e vinsero.
A Lepanto nel 1571 grazie alla flotta
della Lega Santa promossa da papa Pio V (a quel tempo i papi
difendevano la cristianità dall'islamizzazione, mentre quello
odierno vuole abbattere le frontiere e favorire l'invasione).
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Battaglia di Lepanto del 1571 |
La terza volta in cui fu scongiurata
l'invasione islamica dell'Europa fu nel 1683, sotto le (solide) mura
di Vienna.
L'Impero Ottomano aveva già
conquistato l'impero romano d'oriente, devastando la millenaria
Bisanzio e avanzando, con 140 mila uomini, su per i Balcani fino a
Vienna.
Se fossero cadute le sue mura l'Europa
sarebbe stata invasa e islamizzata. Ma un esercito cristiano (metà
di quello ottomano), guidato dal re polacco Giovanni III Sobiesky e
formato da austriaci, polacchi, italiani, franconi, sassoni, svevi e
bavaresi, vinse e l'Europa fu salva per la terza volta.
Altrimenti oggi saremmo tutti turchi,
come a Bisanzio che è diventata Istanbul. E la Basilica di San
Pietro sarebbe una moschea com'è accaduto a Santa Sofia.
A dirla tutta – ma Bergoglio lo
ignora – l'Europa è nata, fin dalla sua lontana origine greca,
proprio costruendo un muro invalicabile rispetto alla debordante
invasione orientale.
Mura contro i Persiani
Infatti l'Europa non esiste da sempre.
Mentre tutti gli altri continenti sono entità geografiche definite,
essa – che è un'appendice dell'Asia – nasce solo da un'identità
culturale.
La sua culla sono state piccole città
greche come Mileto dove alcuni, a cominciare da Talete (VII secolo
aC), presero a riflettere sull'essere, sul Logos (la ragione) e
sull'arché (il principio).
L'ethos del pensiero, della ricerca
sulla verità e sull'essere, fu il primo germe dell'uomo europeo che
poi sbocciò con Socrate e Aristotele.
Ma il bocciolo rischiò di essere
subito travolto dall'oriente asiatico. L'Impero persiano – con la
sua oscura cultura dei miti, delle inquietanti cosmogonie e delle
opprimenti teocrazie – stava per divorarsi tutto l’occidente.
La scintilla della rivolta antipersiana
nel 490 aC brillò proprio a Mileto e prima a Maratona, poi alle
Termopili, infine a Salamina, pochi valorosi combattenti greci
respinsero l'immane potenza persiana.
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Battaglia di Salamina di Wilhelm von Kaulbach - 1868 |
Grazie a questo muro umano poté
fiorire il primo germe d'Europa, poi esaltato da Roma, dalla civiltà
giuridica del suo impero mediterraneo e infine abbracciato e reso
fecondo dall'annuncio cristiano arrivato, ad Atene e Roma, con gli
apostoli Pietro e Paolo che provenivano da Gerusalemme. Questa è
l'Europa.
Solo da una città che ha solide mura e
chiara identità si possono costruire ponti.
Infatti questa cristianità europea poi
portò la speranza cristiana dell'immortalità in tutti i continenti
e insieme portò la libertà, la dignità umana e la razionalità. La
quale ha partorito la tecnologia, la scienza e il benessere
economico.
Il Male
Ma dal rinnegamento di queste radici è
nato anche il Male, cioè i totalitarismi che hanno insanguinato
l'Europa e il mondo del Novecento.
Sulle loro macerie, però, dal 1945, la
pace, la prosperità e l'unità europea sono tornate grazie a
statisti cattolici come Schuman, De Gasperi e Adenauer che
riportarono i loro popoli alle radici cristiane (tutti e tre hanno la
causa di beatificazione in corso o in via di apertura).
Dopo la caduta del Muro di Berlino
dell'89 ha invece prevalso una tecnocrazia europea laicista che di
nuovo ha spazzato via quelle radici sostituendole con la moneta unica
e con politiche devastanti.
I grandi pontefici, Giovanni Paolo II e
Benedetto XVI, hanno lanciato l'allarme contro questa deriva
nichilista e tecnocratica, una vera "dittatura
del relativismo" che
rischia di partorire nuovi mostri.
Se l'Europa avesse voluto ritrovare le
sue radici e con esse l'energia di rinascere, li avrebbe ascoltati.
Ma non l'ha fatto. Infatti nessun
premio Carlo Magno è stato dato a Benedetto XVI, che è stato un
vero gigante del pensiero europeo (basterebbe il suo storico discorso
di Ratisbona).
L'oligarchia progressista tedesca (a
partire dai vescovi teutonici) detestava Ratzinger.
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Juncker e Schulz, i sostenitori dell'assegnazione al Papa |
Le Tenebre di Bergoglio
Oggi che l'Europa è allo sbando, in
crisi, invecchiata, e che ha reciso le sue radici, viene invasa ed è
affossata da una tecnocrazia fallimentare; il Premio è stato
giustamente assegnato al simbolo perfetto dello smarrimento
spirituale dell'Europa: l'argentino Bergoglio, il paladino
dell'invasione, colui che più spinge per l'affondamento dell'antica
Europa (sono stati Jean-Claude Juncker e Martin Schulz a motivare
questa assegnazione).
E non a caso Bergoglio, nel suo
discorso, ha chiesto all'Europa di spalancare le frontiere alla marea
migratoria esaltando proprio quel "multiculturalismo"
che di solito è una maschera del relativismo, spesso dell'odio
anticristiano e soprattutto è la porta spalancata
all'islamizzazione.
Infatti Benedetto XVI, nel suo dialogo
con Marcello Pera intitolato "Senza
radici. Europa, relativismo, cristianesimo, islam"
dice:
"La
multiculturalità, che viene continuamente e con passione
incoraggiata e favorita, è talvolta soprattutto abbandono e
rinnegamento di ciò che è proprio, fuga dalle cose proprie".
È questa rinuncia alla sua identità e
ai suoi valori che ha fatto invecchiare l'Europa e la rende un
fragile vaso di coccio oggi nella competizione internazionale.
Ratzinger spiegava:
"C'è
qui un odio di sé dell'Occidente che è strano e che si può
considerare solo come qualcosa di patologico; l'Occidente tenta sì,
in maniera lodevole, di aprirsi pieno di comprensione a valori
esterni, ma non ama più se stesso; della sua storia vede oramai
soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in
grado di percepire ciò che è grande e puro. L'Europa ha bisogno di
una nuova – certamente critica e umile – accettazione di se
stessa, se vuole davvero sopravvivere".
Benedetto è stato spazzato via. Oggi
il cuore stesso d'Europa, Bruxelles, è più islamico che cristiano,
l'Europa è "disarmata"
come una "terra di
nessuno" dove
chiunque può sbarcare (come dice il recente rapporto dell'Europol)
e, in barba alle dichiarazioni buoniste, l'Ue si arrende addirittura
alla Turchia pur di fermare temporaneamente l'invasione.
Miope autolesionismo. Un'Europa in mano
a queste assurde tecnocrazie e senza solide radici cristiane non ha
alcun futuro.
Antonio Socci
da "Libero",
7 maggio 2016
Post Scriptum
A questa decisa esposizione di Antonio Socci, accomuno pure l'ottimo articolo di Maurizio Blondet QUI, ed un altro più breve di Magdi Allam, che pubblico, il quale, sebbene di provenienza egiziana, esprime molto chiaramente ciò che molti ormai pensano e non hanno il coraggio di dire...
Magdi Cristiano Allam, 10 febbraio 2016
"Per Bergoglio l'Europa è come
Sara, la moglie sterile di Abramo, e gli immigrati sono la grazia
divina che la renderà fertile."
Cari amici, Papa Francesco per
l'ennesima volta pone al centro del suo apostolato l'accoglienza ai
clandestini. In un colloquio con il Corriere della Sera arriva a
concepirli come il seme miracoloso che consentirà
all'Europa di tornare ad essere fertile sul piano demografico.
Addirittura paragonando i clandestini
alla grazia divina che in tarda età permise a Sara, la moglie di
Abramo, di avere un figlio.
Secondo Papa Francesco, «l'Europa
è come Sara», la moglie
sterile di Abramo, "che prima si spaventa ma poi sorride di
nascosto" e la speranza è che l'Europa "sorrida di
nascosto" agli immigrati.
Il Pontefice valuta positivamente la
prospettiva di un'Europa caratterizzata dal meticciato antropologico
e culturale, conseguente alla mescolanza degli europei autoctoni con
i clandestini:
«L'Europa
deve e può cambiare. Deve e può riformarsi. Se non è in grado di
aiutare economicamente i paesi da cui provengono i profughi, deve
porsi il problema di come affrontare questa grande sfida che è in
primo luogo umanitaria, ma non solo».
Cari amici, noi non siamo affatto
d'accordo sull'eutanasia delle popolazioni europee e il suicidio
della civiltà laica e liberale dalle radici ebraiche, cristiane,
greche, romane e illuministe della nostra civiltà.
Siamo convinti che si debba promuovere
una strategia per la rinascita demografica e civile delle popolazioni
europee, mettendo al centro la persona, la famiglia naturale, la
comunità locale, l'economia reale, i valori e le regole.
Riteniamo che i clandestini vadano
aiutati affinché possano vivere dignitosamente a casa propria. Ci
dispiace Papa Francesco: non siamo d'accordo.
Rimane solo la domanda:
perché questo Papa insiste tutti i giorni sull'accoglienza
incondizionata dei clandestini?