Pubblico con grande forza questo
articolo quale esempio illuminantedi comeun'anima retta debba
ergersi a baluardo del Bene più prezioso conservato in cuor suo:la
Fede certa, coraggiosa e inamovibile nel Cristo – Via, Verità,
Vita.
Aggiungo che, a mio avviso, e se ne
vedono avanzare i segnali (cfr.QUIeQUI),presto Bergoglio, il Falso Profeta,condurrà la Chiesa ad undisastroso SCISMA,come predetto in numerose profezie.(Cfr.QUI,QUIe QUI, ma soprattuttoQUI)
Jean-Pierre Snyers, classe 1956, è un
vecchio professore di religione e direttore del mensile mariano
"Mediatrice et Reine", nonché autore di una ventina di
opere e insignito di numerosi premi letterari nel suo paese.
Questo scrittore belga ha preso in mano
la penna per scrivere ieri a Papa Francesco sul suo blog personale.
Il destinatario non mancherà di considerare il mittente come un
Essere «rigido» (cfr. QUI; ndr): benvenuto nel club!
Egli dice a voce alta ciò che molti
pensano in sordina...
Lettera aperta a Papa Francesco
Jean-Pierre Snyers, 11 novembre 2016
Buongiorno Papa Francesco,
con tutto il rispetto che ho per Lei,
ma non per un buon numero delle sue idee, Le scrivo per dirLe che
sono prossimo a lasciare la sua Chiesa. Non avrei mai pensato che un
papa potesse indurmi a considerare una tale rottura, ma Lei è
riuscito in questa prodezza.
Da dopo la sua elezione, che Lei deve
in gran parte all'oscuro gruppo San Gallo, io L'ho osservata. Per
lungo tempo Le ho lasciato il beneficio del dubbio. Ma oggi, Santo
Padre, io non posso più riconoscere in Lei Colui che rappresenta.
Comparando i suoi discorsi con ciò che
è riportato nella Scrittura dagli Apostoli, posso solo constatare
che Lei non presenta più il Vangelo descritto da essi. Un esempio:
Lei parla DELLE vere religioni, le cui fondamenta (dottrine) poggiano
secondo Lei sulla capacità dell'uomo di trascendere se stesso verso
l'Assoluto.
Dicendo questo, Lei lascia chiaramente
intendere che la Verità è plurale. Ebbene, mi è impossibile
sottoscrivere una tale affermazione senza rinnegare puramente e
semplicemente che Cristo è, come dice Lui stesso, LA VERITÀ e LA
SOLA VIAche conduce al Padre e alla vita eterna. (Ved. QUI; ndr).
Crede Lei, come San Paolo, che il cuore
del Vangelo sia che Gesù è morto e risorto per salvarci dal peccato
e dalla dannazione e che, di conseguenza la nostra salvezza è
solo in Lui? (Che è l'AMORE impersonificato e che senza AMORE non si va da nessuna parte? Cfr. QUI ndr).
Crede Lei, come San Paolo, che per
colui che annuncerà tutt'altro è anatema? (Galati 1, 7-9)
È fedele, Lei, all'appello del nostro
Redentore che ci esorta, non a dialogare allo scopo di costruire una
religione mondiale, ma a cercare di informare coloro che non Lo
conoscono o che Lo rifiutano?
A sentire le sue dichiarazioni
sincretiste e relativiste e ad osservare le sue azioni, per me la
risposta è no.
Quando Lei dice ad un ateo (il
giornalista Scalfari) che NON VUOLE provare a convertire, io non posso riconoscere il linguaggio di un San Pietro.
E quando Lei aggiunge che il
proselitismo è una sciocchezza (che è soltanto lo zelo impiegato da un nuovo
convertito perché altri possano scoprire il tesoro da lui scoperto), io dico a me stesso che Lei condanna gli Apostoli
e i primi cristiani che hanno pagato col sangue la loro fedeltà
a Gesù Cristo.
No, non è affermando che «Dio non è
cattolico, che non esiste un Dio cattolico» che Lei solleverà il
morale delle sue truppe e inciterà gli altri a convertirsi. Poiché
se, come Lei pensa, Dio non è cattolico quali ragioni avremmo noi di
esserlo?
Lei pensa davvero che il nostro
Redentore (o gli Apostoli) avrebbero detto: Dio non è cristiano»?
Che cosa genera, Lei, pronunciando tali
dichiarazioni,se non il dubbio, lo scompiglio e la confusione?
Chi condurrà alla fede cristiana con
questo tipo di affermazioni?
Io ritengo che i suoi sottintesi siano
disastrosi nei confronti del popolo dei cristiani e delle periferie
alle quali Lei, peraltro, non annuncia mai la Predicazione apostolica.
Papa Francesco: un giorno, in quell'Aldilà di cui Lei non ci parla praticamente mai,dovrà rispondere a
Colui che Le chiederà:
«Che hai fatto con ciò che hai
ricevuto? Hai vegliato fedelmente all'integrità della fede? Hai
predicato la conversione in vista della salvezza eterna delle anime o
ti sei solo dedicato alla salvezza temporale dei corpi?»
Lei mi dirà: «Dio è misericordioso.
Egli non giudica» Sì, invece, Egli giudica! Tutta la Bibbia lo
proclama e anche il Credo lo afferma!
Intendiamoci, per Gesù e per i Suoi
discepoli non vi sono "delle" vere religioni, ve n'è una
sola e quelle che non sono cristiane essi le chiamano idoli!
E allora, visto che la sua religione
irenica (che promuove l'unione tra i cristiani separati; ndr) non ha
alcun posto nella Bibbia, forse sarebbe tempo che Lei riveda la sua
ideologia in funzione di ciò che dice la Scrittura e La smetta di
leggerla con le lenti di quest'altro vangelo che Lei cerca di
imporre.
Sì, che Lei cerca di imporre! Poiché,
vista la maniera brutale con la quale Lei ha licenziato in tronco i
27 collaboratori del cardinale Sarah, per rimpiazzarli con dei suoi
pappagalli, e vista la designazione alla porpora cardinalizia di
Arcivescovi vicini alla «mafia» di San Gallo (il termine mafia è
utilizzato con vanteria dal cardinale Daneels che ne faceva parte),
Lei manifesta al mondo intero la sua volontà di rompere con la
Tradizione cara ai suoi due predecessori e a quei vescovi coraggiosi
come per esempio il cardinale Sarah e Mons. Léonard.
Santo Padre: chi è Lei veramente? Su
quale riva sta conducendo la barca di Pietro?
Lei mi fa paura. E io comincio
francamente a pensare che Lei sia al servizio di tutt'altro che la
fede cattolica.
E non è certo il fatto che Lei si
inginocchi davanti ai migranti, ma non davanti al suo Signore
presente nell'Ostia consacrata, che mi rassicura. (Cfr. QUI; ndr).
E non è neanche la sua presenza in
Svezia per festeggiare i 500 anni dello scisma di Lutero, e la sua
assenza alla processione del Corpus Domini e al congresso eucaristico
a cui erano presenti tutti i vescovi d'Italia, che contribuirà a
farmi credere che Lei sia sulla buona strada.
Scrivendo questa lettera, io mi sento
come in una strana veste:quella di un semplice laico che è
obbligato a supplicare il successore di San Pietro, i vescovi e i
sacerdoti,di essere fedeli alla fede apostolica e cattolica.
E allora, io sogno il giorno in cui,
piuttosto che impietosirsi per il surriscaldamento climatico, Lei
abbia finalmente a cuore l'interessamento per il raffreddamento della
fede; sogno il giorno in cui i media e il mondo non l'applaudiranno
più,perché Lei avrà acconsentito a ritornare a quello a cui
Cristo L'ha chiamata:l'annuncio di quella VERITÀ che è la SOLA VIA
verso il Cielo e verso Dio, nostro Padre.
Verrà quel giorno? Io non lo so e per
non nasconderLe nullaio ne dubito assai.
Nondimeno, possano Nostro Signore e la
Madonna fare in modo che sia così.
Sebirblu, 14 novembre 2016 Ripropongo a distanza di tre anni l'incredibile profezia di Peter Deunov, che proprio per la sua sorprendente attualità merita di essere conosciuta da più persone. Altri riferimenti ad essaQUI,QUIeQUI.
Olivier de Rouvroy
Conosciuto anche con il nome spirituale di Beinsa Douno, il Maestro bulgaro Peter Deunov (1864-1944) è stato un Essere di altissimo livello evolutivo e nello stesso tempo un incomparabile musicista.
Egli ha dato l'esempio, durante tutta la sua vita, di integrità morale, di saggezza, di intelligenza e di creatività.
Stabilitosi per anni presso Sofia dove viveva circondato da numerosi discepoli, ha risvegliato alla spiritualità, con la sua influenza, migliaia di Anime sia in Bulgaria che nel resto d'Europa.
Affascinato da questo personaggio fuori del comune, Albert Einstein ha dichiarato un giorno:"Il mondo si inchina davanti a me, ma io mi inchino davanti al Maestro Peter Deunov!
Pochi giorni prima della sua dipartita nell'altro mondo, e allorché si trovava in uno stato profondo di trans,fece una straordinaria profezia riguardo all'epoca agitata che attraversiamo ora, al "Tempo della fine" e all'avvento della Nuova Età dell'Oro per l'Umanità.
Ecco il suo sconvolgente testamento spirituale. È di un'attualità così vibrante da far dubitare che tali parole abbiano potuto essere pronunciate 70 anni fa.
L'Ultima Profezia di Peter Deunov
"Nel corso dei tempi, la coscienza dell'uomo ha attraversato un lunghissimo periodo di oscurità. Questa fase, che gli Indù chiamano "Kali Yuga", è sul punto di concludersi.
Ci troviamo oggi al limite tra due epoche: quella del Kali Yuga e quella della Nuova Era in cui stiamo entrando.
Un miglioramento graduale si verifica già nei pensieri, nei sentimenti e negli atti degli Umani, ma tutti saranno molto presto sottoposti al Fuoco divino che li purificherà e li preparerà in vista della Nuova Epoca.
Così l'uomo si eleverà ad un grado superiore di consapevolezza, indispensabile al suo ingresso nella Nuova Vita. È questo che si intende per "Ascensione".
Passeranno alcuni decenni prima che un tale Fuoco venga per trasformare il mondo apportandovi una nuova morale.
Quest'immensa Onda arriverà dallo spazio cosmico e pervaderà totalmente la Terra. Tutti coloro che tenteranno di opporvisi saranno prelevati e trasferiti altrove.
Benché gli abitanti di questo Pianeta non si trovino tutti allo stesso grado di evoluzione, il nuovo flusso sarà percepito da ciascuno. E questo cambiamento toccherà non soltanto la Terra ma anche l'insieme del Cosmo.
La sola cosa più importante che l'uomo possa fare ora è volgersi al Creatore e, migliorandosi consapevolmente, cercare di elevare il proprio livello vibratorio alfine di entrare in armonia con quest'Onda potente che presto lo sommergerà.
Il Fuoco di cui parlo, che accompagna le nuove condizioni offerte al nostro Pianeta, rinnoverà, purificherà, ricostruirà tutto.
La materia sarà affinata, i vostri cuori saranno liberati dall'angoscia, dai problemi, dall'incertezza e diventeranno luminosi; ogni cosa verrà arricchita, elevata; i pensieri, i sentimenti e gli atti negativi saranno consumati e distrutti.
La vostra vita attuale è una schiavitù, un gravoso carcere. Comprendete il vostro stato e liberatevene! Vi dico questo: uscite dalla vostra prigionia!
È veramente desolante vedere tanto smarrimento, tanta sofferenza e tanta inettitudine per capire dove si trova la vostra vera felicità.
Tutto ciò che vi circonda sta per crollare e sparire. Non resterà più nulla di questa civiltà né della sua perversione, tutta la Terra sarà scossa e non esisterà più alcuna traccia di tale cultura ingannevole che mantiene gli uomini sotto il giogo dell'ignoranza.
I terremoti non sono soltanto dei fenomeni meccanici, hanno anche come scopo di risvegliare l'intelletto e il cuore degli uomini, affinché si affranchino dai loro errori e follie e si rendano conto che non sono soli nell'Universo.
Il nostro sistema solare attraversa ora una regione del Cosmo dove un tempo fu distrutta una costellazione che vi ha lasciato la sua impronta, la sua polvere.
Questo passaggio per uno spazio contaminato è fonte di avvelenamento, non solo per gli abitanti della Terra, ma anche per tutti coloro che vivono su altri pianeti della nostra galassia.
I soli sono gli unici a non essere influenzati da questo ambiente ostile. Tale regione si chiama "Tredicesima zona", o anche "Zona delle contraddizioni".
Il nostro Pianeta vi è rimasto confinato per migliaia d'anni, ma finalmente ci avviciniamo all'uscita di questa zona oscura e siamo in procinto di raggiungere una regione più spirituale, dove vivono esseri più evoluti.
La Terra segue adesso un movimento ascendente e ciascuno dovrà cercare di armonizzarsi con le correnti ascensionali.
Coloro che rifiutano di adeguarsi a questo orientamento perderanno il vantaggio delle buone condizioni che verranno loro offerte per elevarsi. Resteranno indietro nell'evoluzione e dovranno attendere decine di milioni d'anni per la venuta di una nuova Onda propizia.
La Terra, il Sistema solare, l'Universo, tutti si dirigono in una nuova direzione sotto l'impulso dell’Amore. La maggior parte di voi considera ancora l'Amore come qualcosa di irrisorio, ma in realtà è la più grande di tutte le forze!
Il denaro e il potere continuano ad essere venerati come se il corso della vostra vita ne dipendesse. In futuro, tutto sarà subordinato all'Amore ed ogni cosa lo servirà. Ma è attraverso le sofferenze e le difficoltà che la coscienza umana dovrà risvegliarsi.
Le terribili predizioni del profeta Daniele, scritte nella Bibbia, si riferiscono all'Epoca imminente. Ci saranno inondazioni, uragani, incendi enormi e terremoti che spazzeranno via tutto.
Il sangue scorrerà in abbondanza. Ci saranno rivoluzioni, esplosioni terribili eccheggeranno in numerose regioni del mondo.
Là dove esiste la terra arriverà l'acqua e dove c'è l'acqua arriverà la terra. Dio è Amore e pertanto si tratta di una punizione divina, una risposta della Natura contro i crimini perpetrati dall'uomo dalla notte dei tempi, contro sua Madre, la Terra.
Dopo questi patimenti, coloro che saranno salvati, gli Eletti, conosceranno l'Età dell'Oro, l'Armonia e la Bellezza illimitate.
Mantenete dunque la vostra Pace e la vostra Fede quando verrà il tempo delle sofferenze e del terrore, poiché è scritto che "Non un capello cadrà dalla testa del giusto". Non scoraggiatevi; proseguite semplicemente la vostra Opera di perfezionamento personale.
Non avete alcun'idea del futuro grandioso che vi attende. Una Nuova Terra vedrà presto la luce. Tra qualche decina d'anni il lavoro sarà meno vincolante ed ognuno avrà il tempo da dedicare alle attività spirituali, intellettive ed artistiche.
L'annoso problema dei rapporti tra uomo e donna sarà alfine risolto nella coesione: sia l'uno che l'altra avranno la possibilità di seguire le proprie aspirazioni. Le relazioni di coppia saranno fondate sulla stima e sul rispetto reciproci.
Gli umani viaggeranno tra i differenti piani e attraverseranno gli spazi intergalattici. Studieranno la loro struttura e funzionamento; saranno in grado di conoscere il Mondo Divino e di fondersi con l'Ente originario dell'Universo.
La Nuova Era è quella della sesta razza. Il vostro destino è di prepararvi ad accoglierla, a viverla. Tale razza si edificherà sulle basi della Fraternità. Non ci saranno più conflitti di interessi singoli perché ci si dovrà conformare alla Legge d'Amore.
Per tale motivo, si formerà un nuovo continente che emergerà dal Pacifico, in modo che l'Altissimo possa finalmente stabilire la Sua dimora su questo Pianeta.
Chiamo i fondatori di questa nuova cultura "Fratelli dell'Umanità" o anche "Figli dell'Amore". Saranno incrollabili nel Bene e rappresenteranno un nuovo genere di individui.
Gli uomini formeranno una famiglia, un grande corpo, e ciascun popolo rappresenterà un apparato di questo organismo. Nella nuova razza, l'Amore si manifesterà in una forma talmente perfetta che l'uomo attuale non può che averne un'idea molto vaga.
La Terrà resterà un ambiente potenzialmente adatto alle lotte, ma le forze tenebrose si ritireranno ed essa ne sarà liberata. Gli umani, vedendo che non resterà più altro cammino, si avvieranno in quello della Nuova Vita, quello della salvezza.
Nel loro orgoglio insensato, alcuni spereranno di continuare a condurre una vita che l'Ordine Divino disapprova, ma ciascuno finirà poi per comprendere che la direzione del mondo non gli appartiene.
Una nuova cultura vedrà la luce del giorno e si baserà su tre princìpi fondamentali: l'elevazione della donna, l'innalzamento degli umili e dei diseredati, e la vera protezione dei diritti umani.
La Luce, il Bene e la Giustizia trionferanno; è solo una questione di tempo. Le religioni devono essere purificate. Ciascuna racchiude una particella dell'Insegnamento dei Maestri di Luce, ma oscurata dall'apporto incessante delle deviazioni umane.
Tutti i credenti dovranno unirsi e mettersi d'accordo su un principio, quello di porre l'Amore alla base di ogni Credo, qualsiasi esso sia. Amore e Fraternità: sono questi il comune denominatore!
La Terra sarà presto investita da flussi straordinariamente rapidi di Elettricità Cosmica. Da qui a qualche decennio, gli esseri malevoli e fuorviati non potranno sopportare la loro intensità.
Saranno allora assorbiti dal Fuoco Cosmico che consumerà il male che li possiede. Poi si pentiranno, poiché sta scritto che "Ogni carne glorificherà il suo Creatore".
La nostra madre Terra si libererà degli uomini che non accetteranno la Nuova Vita. Essa li rigetterà come frutti avariati.
Presto non potranno più reincarnarsi su questo Pianeta, non ci saranno più spiriti criminali. Resteranno soltanto quelli che avranno l'Amore entro sé stessi.
Non esiste luogo sulla Terra che non sia lordo di sangue umano o animale; necessita dunque che anch'essa subisca una purificazione. Ed è per questo che certi continenti attuali saranno sommersi, mentre altri affioreranno.
Gli uomini non sospettano da quali pericoli siano minacciati. Continuano a perseguire obbiettivi futili e a ricercare il piacere. Al contrario, quelli della sesta razza saranno coscienti della dignità del loro ruolo e rispettosi della libertà di ciascuno.
Si nutriranno esclusivamente di prodotti del regno vegetale. Le loro idee avranno il potere di circolare liberamente come l'aria e la luce del giorno.
Le parole "Se non nascerete di nuovo..." si rapportano alla sesta razza. Leggete il capitolo 60 di Isaia, perché si riferisce anch'esso a tale razza, la Razza dell'Amore.
Dopo le tribolazioni, gli Esseri cesseranno di agire negativamente e ritroveranno il cammino della Virtù. Il clima del nostro Pianeta sarà ovunque moderato e non esisteranno variazioni brutali.
L'aria tornerà pura, così come le acque. Le scorie spariranno. Gli uomini si rammenteranno delle loro incarnazioni passate e assaporeranno la gioia di constatare d'essere finalmente liberi dalla loro antica condizione.
Nello stesso modo in cui ci si disfa dei parassiti e delle foglie morte della vigna, così operano gli Esseri evoluti per preparare gli uomini a servire il Dio dell'Amore.
Essi offrono loro delle buone condizioni per crescere e svilupparsi e, a quelli che vogliono ascoltarli dicono: "Non temete! Ancora un po' di tempo e tutto si sistemerà, siete sulla buona strada.
E a chi desidera entrare nella Nuova Cultura, viene raccomandato di studiare, di agire coscientemente e di prepararsi."
Grazie al concetto di Fratellanza, la Terra diventerà un luogo benedetto e questo non tarderà molto, ma prima, grandi afflizioni giungeranno per risvegliare le Coscienze.
Gli errori negativi accumulati durante migliaia d'anni dovranno essere riscattati. L’Onda Ardente emanata dal Supremo Fattore contribuirà ad eliminare il karma dei popoli.
La liberazione non può più essere maggiormente protratta. L'Umanità deve prepararsi per le grandi ed ineluttabili prove in arrivo che determineranno la fine dell'egoismo.
Sotto la Terra, qualcosa di straordinario sta approntandosi. Una rivoluzione grandiosa e assolutamente inconcepibile si manifesterà presto nella Natura. Il Creatore ha deciso di raddrizzare il mondo e sta per farlo!
È il termine di un'epoca. Un nuovo modello sostituirà l'antico, un ordine nel quale regnerà l'Amore sulla Terra."
Il Pontefice, nell'omelia della messa
mattutina del 24 ottobre a Casa Santa Marta, ha ricordato che
i "rigidi" hanno in tanti casi una doppia vita: sembrano buoni, ma
soffrono. O sono ipocriti, o sono malati.
Parole pesantissime che si aggiungono
alla già lunga lista delle invettive incredibili e alle
persecuzioni, vedere QUI,che questo papa scaglia verso tutti coloro
che dimostrano fede sincera e sostanziale, collegata al vero
insegnamento cristico.
Parole che vengono espresse con
dolcezza, cura e determinazione affinché in modo sottile, penetrando
come una lama nel cuore degli uomini, possano devastare, senza che
questi se ne accorgano, il campo del Signore.
La dolcezza e l'indulgenza fanno presa
su chiunque, e il "Falso Profeta" lo sa bene, perciò continua la sua opera distruttiva edulcorando subdolamente e svilendo il senso autentico della Verità che, proprio per questo, non può
piegarsi ad alcun compromesso con il mondo:
"Il cielo e la terra passeranno,
ma le mie parole non passeranno." (Mt.
24, 35)
Pertanto, riproduco volentieri l'ottimo
articolo del Prof. Francesco Lamendola che mirabilmente riflette ed
esprime anche il mio pensiero.
Se i rigidi sono cattivi e ipocriti
anche Gesù Cristo era rigido?
Ormai le bordate di papa Francesco contro quanti non condividono le linee-guida del suo pontificato si
sono infittite, sono pressoché quotidiane e sempre più aspre,
irritate, impietose.
L'ultima, "sparata" dal
pulpito della Chiesa romana di Santa Marta,accusa costoro di essere
delle persone "rigide", e aggiunge, per buona misura, che
esse sono cattive e ipocrite, perché hanno, in genere,
una doppia vita; oppure che sono malate.
Molto, moltissimo ci sarebbe da dire su
questo stile pastorale, che, da un lato, polemizza continuamente con
quei cattolici che si mostrano poco persuasi dalle novità che lui sta introducendo e che, come nelle dittature "classiche", vorrebbe far passare col vecchio metodo comunista del "centralismo
democratico", ossia criminalizzando e negando il diritto ad
esistere di qualunque pensiero critico (alla faccia della tanto
sbandierata umiltà, di cui parla) e dall'altro, abbassando sempre
più il piano della discussione e della riflessione teologica, fino
ad un livello così misero, quale mai era stato toccato.
Livello che il filosofo Enrico Maria
Radaelli ha giustamente denominato street theology, "teologia da
strada", ma che potremmo anche chiamare "teologia da
autobus" o "teologia da bar Sport", con buona pace di
una tradizione speculativa – quella cattolica – che vanta glorie
imperiture come sant'Agostino e san Tommaso d'Aquino, autori che
hanno dato un contributo fondamentale al pensiero europeo e alla
civiltà stessa del nostro continente.
Tuttavia, in questa sede, non ci
soffermeremo né sull'atteggiamento autoritario, intollerante,
aggressivo, assunto da papa Francesco nei confronti dei "dissidenti"
– proprio lui, che dice di battersi per un rinnovamento in senso
"democratico" e "partecipativo" alla vita della
Chiesa; né sulla estrema povertà, sull'approssimazione, sulla
scandalosa ignoranza teologica del suo discorso, che, con la scusa di
rivolgersi al "popolo" e di farsi capire da tutti,
impoverisce, banalizza e stravolge i contenuti e le pratiche della
fede, cadendo nella peggior forma di demagogia.
Quella demagogia di chi vuol essere
popolare ad ogni costo e non esita ad adattare la complessità del
discorso ai suoi fini particolari, stravolgendone il senso profondo:
perché, da che mondo è mondo, e da che la Chiesa è Chiesa, il
compito che spetta a chi sa è di innalzare gli altri al livello
della verità, e non già di abbassare la verità al livello di chi
non sa, o, peggio, a chi crede di sapere, a chi crede di capire, a
chi crede di avere la Bibbia e la Rivelazione in tasca, mentre non ha
capito proprio nulla, nemmeno di non aver capito.
No: in questa sede, ci limiteremo a una
breve riflessione sull'ultimo attacco sferrato da papa Francesco
contro quanti non condividono la sua idea della Chiesa e del
cattolicesimo, che ha accusato di essere rigidi e di nascondere,
dietro la loro rigidità, una serie impressionante di pecche umane e
religiose.
Ecco quali sono state le sue precise
parole (prontamente riportate dal settimanale cattoprogressista
Famiglia Cristiana, che, per non essere rigido, da anni scrive delle
cose che non hanno niente a che fare con ciò che scriveva un tempo:
si vede che l'incoerenza e la contraddittorietà rispetto a se stessi
sono diventate virtù, la virtù di essere flessibili, cioè appunto,
l'opposto della rigidità, tanto deprecata dal papa):
«Dietro la rigidità c'è qualcosa di
nascosto nella vita di una persona. La rigidità non è un dono di
Dio. La mitezza, sì; la bontà, sì; la benevolenza, sì; il
perdono, sì. Ma la rigidità no! Dietro la rigidità c'è sempre
qualcosa di nascosto, in tanti casi una doppia vita; ma c'è anche
qualcosa di malattia.
Quanto soffrono i rigidi!... quando
sono sinceri e si accorgono di questo, soffrono!... Perché non
riescono ad avere la libertà dei figli di Dio; non sanno come si
cammina nella Legge del Signore e non sono beati... E soffrono
tanto!... Sembrano buoni, perché seguono la Legge; ma dietro c'è
qualcosa che non li fa buoni... O sono cattivi, ipocriti, o sono
malati. Soffrono! [...]
Preghiamo il Signore, preghiamo per i
nostri fratelli e le nostre sorelle che credono che camminare nella
Legge del Signore è diventare rigidi (e pazienza per il mancato uso
del congiuntivo; nemmeno la lingua italiana è il piatto forte di
papa Francesco: ma forse anche aspettarsi una correttezza linguistica
è indice di "rigidità") [...].
Che il Signore faccia sentire loro che Lui è Padre e che a Lui piace la misericordia, la tenerezza, la
bontà, la mitezza, l'umiltà. E a tutti ci insegni (sic; vedi sopra)
a camminare nella Legge del Signore con questi atteggiamenti.»
Potrebbero sembrare quasi parole di
compassione e di misericordia, specialmente per via della chiusa
finale (veramente degna dello stile gesuitico), che rivolge una
preghiera perché codesti rigidi si ravvedano; ma, a ben guardare, è un discorso perfido, gonfio di rancore, che demonizza l'avversario; e
chi siano questi rigidi, e come egli li percepisca alla stregua di
avversari, se non addirittura di implacabili nemici, è fin tropo
chiaro, al punto che non c'è bisogno di dirlo.
Lui, almeno, non ha sentito il bisogno
di chiarirlo: e anche questo è un segnale. È l'ennesima bastonata
ai cattolici "tradizionalisti",lui che trova il modo di
lodare anche Pannella e Lutero.
Classico, poi, il ricorso alla parabola
del padre misericordioso, meglio nota come la parabola del figlio
prodigo, per individuare, nel fratello che non vuole entrare in casa
e fare festa anche luial ritorno del fratello che si era perduto, la
figura del cristiano "rigido", che si aggrappa alla Legge e
che si sente migliore per questo.
"Il Ritorno del Figliol Prodigo" di Edward John Poynter (1836 - 1919)
Insomma, papa Francesco vuol far
passare i cattolici che non sono d'accordo con il suo modo di
impostare il supremo Magistero, per dei farisei ipocriti, per degli
scribi che, come nel Giudaismo antico, si credono a posto con Dio
perché osservano la Legge, e intanto perdono di vista la cosa
essenziale: la Grazia del Signore, che è un dono gratuito di Lui.
Ma anche questo accostamento rivela un
atteggiamento malevolo e ingeneroso.Possibile che non si possa
pensarla diversamente da questo papa (il quale, a sua volta, dimostra
di pensarla diversamente da tanti altri papi, e su questioni
essenziali, come il santo Pio X, che condannò formalmente il
modernismo, tanto vicino al pensiero di Bergoglio), senza ricadere
nell'ipocrisia e nel formalismo farisaici, tanto deprecati – e
giustamente – da Gesù, nei racconti evangelici?
In realtà, nel giro di pochissime
frasi, il discorso di papa Francesco infilzatutta una serie di
spropositi teologici o di vere e proprie mistificazioni del pensiero
altrui. Ci limitiamo a segnalare quelli più evidenti:
‒ Non definisce cosa sia la
"rigidità"; e non fa la doverosa distinzione fra la
rigidità dei principi, che è semplicemente coerenza e talora,
sacrosanta intransigenza, e la rigidità del carattere, che è una
incapacità di relazionarsi con il prossimo e con la realtà esterna.
In questo modo, essa diventa una etichetta che si può attribuire a
chiunque, a propria discrezione.
Vedremo che lo stesso Gesù Cristo, per
certi aspetti, sapeva anche essere rigido, pur non essendo tale ma,
al contrario, capace di provare una profonda empatia con il
prossimo, fino al punto di commuoversi per i due sposi in difficoltà
alla festa di nozze, e piangere per la morte dell'amico Lazzaro.
‒ Di conseguenza, se la rigidità non
è, in se stessa, un dono di Dio, certamente lo sono, nelle
circostanze che lo richiedono, la fermezza, la saldezza incrollabile,
l'intransigenza su ciò che non può essere oggetto di negoziato, né
di compromesso.
Era una persona rigida, la madre dei
sette fratelli Maccabei che si fecero martirizzare davanti a lei,
sostenuti e spronati dalle sue parole, per non tradire la fede in
Dio?
Ed era rigido san Pietro, quando
respinse e maledisse Simon Mago, il quale voleva acquistare i doni
dello Spirito Santo, pagandoli in moneta?
Ed era rigido Giovanni il Battista,
allorché non desistette dal rimproverare Erode Antipa che conviveva
apertamente con la moglie di suo fratello? Certo, se fosse stato meno
rigido, avrebbe conservato la testa sul collo...
"Giovanni Battista rimprovera Erode", di Autore sconosciuto
‒ I "rigidi" sono definiti
o degli ipocriti, o dei malati: il che equivale a polemizzare con
essi. La domanda che ci facciamo è se un pastore possa o debba
entrare in polemica con le sue pecorelle.
Un insegnante laico, per esempio,
davanti a degli studenti che non capiscono la sua lezione, dovrebbe
domandarsi se, per caso, non sia stato abbastanza chiaro, e sforzarsi
di farsi capire meglio da tutti (e non solo da quelli che hanno
simpatia per lui, e per i quali egli stesso non nasconde la propria
simpatia).
Quello di polemizzare con chi non è
convinto di ciò che gli vien detto, o da chi non ha compreso, è
l'atteggiamento più facile, più banale, più egoico e meno adatto
al ruolo di chi vuole trasmettere la verità. Se è sbagliato e
inopportuno per un insegnante laico, per un maestro o un professore,
a maggior ragione lo è per un sacerdote; e più ancora se si tratta
di un vescovo, di un cardinale o del papa in persona.
Il papa è il pastore di tutte le
pecore, non solo di alcune, così come il presidente della Repubblica
è il rappresentante di tutti i cittadini, e non solo di quelli che
fanno riferimento alla sua parte politica.
Anzi, il papa dovrebbe stare al disopra
delle polemiche per un motivo molto più grande: perché non svolge
una funzione meramente rappresentativa e di garanzia, come quella del
presidente della Repubblica, ma anche una funzione direttiva.
‒ Si accusano i "rigidi" di
non saper camminare nella Legge del Signore, e si spiega questo
concetto affermando che essi "non sanno che cos'è la libertà
dei figli di Dio". Ecco un'affermazione strabiliante: la libertà
dei figli di Dio sarebbe, dunque, qualche cosa di simile alla libertà
del mondo profano, cioè il regolarsi a propria discrezione e fare
quel che si ritiene giusto, così, semplicemente?
Noi credevamo che la libertà dei figli
di Dio, per il cristiano, coincidesse con il fare la Sua Volontà.
Orbene, può darsi benissimo che, per fare la volontà di Dio, debba
essere necessario scontrarsi con lo spirito del mondo, con le sue
abitudini e con i suoi modi di pensare e di agire, ma questo equivale
ad essere rigidi?
Insomma: essere liberi, secondo la
nuova "street theology" (teologia da strada; ndt), significa che il
cristiano non deve più mostrare intransigenza su ciò che è
essenziale al Vangelo?
Ma non restiamo sul vago e facciamo un
esempio concreto. Il bollettino della arcidiocesi di Vienna, qualche
giorno fa, ha "sdoganato" il matrimonio gay e la famiglia
omosessuale: è indice di rigidità, dire che quella Chiesa sta
sbagliando in pieno e che sta tradendo la lettera e lo spirito del Vangelo?
E papa Francesco, che ce l'ha tanto con
i rigidi, e li chiama ipocriti e malati, non ha nulla da dire su quel
bollettino? Sta zitto perché lo approva, o perché teme di apparire
rigido?
‒ Alla rigidità, che non viene da
Dio, si contrappongono i doni che vengono da Lui:la misericordia, la
tenerezza, la bontà, la mitezza, l'umiltà.
Ma è una contrapposizione fasulla: il
cristiano può, e talvolta deve, essere sia mite che rigido; sia
umile quanto rigido, eccetera; viceversa, essere "umile" ed
essere "mite" non equivale in alcun modo a cedere o a
transigere sui principi del Vangelo; non è un segno di virtù se non
si accompagna alla saldezza e alla coerenza; non definisce il
carattere cristiano, se degenera in buonismo o in relativismo.
Dio stesso non può essere concepito e
presentato solo come Uno "a cui piacciono" (ma è un
linguaggio teologicamente terribile, quasi insopportabile) la
misericordia, la tenerezza, la bontà, la mitezza, l'umiltà; perché
tacere sulla Giustizia di Dio e contrapporla implicitamente a
queste altre qualità, equivale a falsificarne l'immagine.
Dio non sarebbe buono, se non fosse
anche giusto: sono le due facce della stessa medaglia. E "giusto"
(rigido?) non significa "crudele", perché l'anima che lo
rifiuta si condanna da sé; e a Dio non resta altro che di prendere
atto, con immenso dispiacere, che nulla è valso a redimere
quell'anima, la quale ha deciso di perdersi, nemmeno l'Incarnazione e
la Passione...
Ecco il video di cui si parla:
Per concludere, vorremmo porre qualche
domanda "scorretta" a tutti i buonisti e a tutti i non
rigidi che condividono il punto di vista di papa Francesco in questa
particolare omelia di Santa Marta:
Gesù era "rigido", quando
disse a san Pietro: "Lungi da Me, Satana! Tu mi sei di scandalo,
perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini"?(Mt.
16, 23; e Mc. 8, 33).
Gesù era "rigido" quando
diceva ai suoi discepoli, senza tanti fronzoli: "Se il mondo vi
odia, sappiate che prima di voi ha odiato Me. Se foste del mondo, il
mondo amerebbe ciò che è suo; ma Io vi ho scelti dal mondo, per
questo il mondo vi odia"?(Gv.
15, 18-19).
Gesù era "rigido" quando
maledisse il fico sterile: "Non nasca mai più frutto da te"?(Mt.
21,19).
Gesù era "rigido" quando
cacciò i venditori dal tempio, rovesciandone i banchi?(Mt.
21, 13).
Gesù era "rigido" quando
ammoniva: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti"?(Mt.
23, 13).
Gesù era "rigido" quando
disse al Padre: "Io prego per loro; non per il mondo"?(Gv.
17, 9).
E quando ammoniva: "Chi avrà
bestemmiato contro lo Spirito Santo, non avrà perdono in eterno:
sarà reo di colpa eterna?(Mc.
3, 29).
Sì, cari buonisti, prendete nota: sarà
reo di colpa ETERNA...
Se i rigidi sono cattivi e ipocriti,
anche Gesù Cristo, dunque, era rigido?