Ron Dicianni |
Sebirblu, 30 dicembre 2017
L'articolo che
segue è la continuazione di quanto pubblicato QUI (dunque da rivisitare, necessariamente), perché la sua lettura rapida e
affascinante, rivolta soprattutto ai bambini di nome e di fatto ‒
anche se adulti ‒ nasconde verità sorprendenti sebbene camuffate da fiaba.
Ritengo sia
corroborante per una rinnovata speranza al futuro in questo tempo
sempre più minaccioso per l'intera umanità.
"Quando
i popoli e i regni si riuniranno insieme
per
servire l'Amore" (Salmo 102,22)
"...e
trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro
e
le loro lance in falci
e
non alzeranno più le spade gli uni contro gli altri
e
non impareranno più l'arte della guerra." (Isaia 2,4)
"...e
i miei eletti avranno in eredità la terra
e
i miei servi abiteranno lì." (Isaia 65,9)
3. Non pre-occuparti
"Sai? Qui 'vicino', in un pianeta
di Sirio, ci sono delle spiagge color viola... sono splendide. Se tu
vedessi com'è un tramonto, con quei due soli giganteschi..."
"Viaggi alla velocità della
luce?" La mia domanda gli sembrò comica.
"Se viaggiassi 'così piano' mi
sarei fatto vecchio, prima di poter arrivare fin qui."
"Allora, a che velocità vai?"
"Noi di solito non 'viaggiamo',
piuttosto ci 'dislochiamo'."
"Che?"
"Ci 'dislochiamo' semplicemente, appariamo nel luogo in cui vogliamo arrivare."
"Istantaneamente?!.."
"Beh, c'è da aspettare un pochino,
gli strumenti di bordo devono effettuare calcoli complessi, ma da un
lato all'altro della galassia impiegherei..." ‒ prese il suo
calcolatore dal cinturone e fece dei conti ‒ "secondo il tuo
criterio di tempo... mmm... un'ora e mezza, e da una galassia
all'altra ci vorrebbero parecchie ore."
"Che forte! Come ci riesci?"
"Puoi spiegare ad un neonato
perché due più due fa quattro?"
"No" ‒ risposi ‒ "e nemmeno
io lo so."
"Neanch'io posso spiegarti cose
che hanno a che vedere con la contrazione e la curvatura dello
spazio-tempo... e non ce n'è bisogno... Osserva come scivolano
quegli uccellini sulla sabbia, sembrano pattinare... che meraviglia!"
Ami stava contemplando degli uccelli
che correvano in gruppo sulla spiaggia, raccogliendo del cibo che le
onde avevano depositato sulla sabbia. Ricordai che era tardi.
"Devo andarmene... La mia
nonnina..."
"Dorme ancora."
"Sono preoccupato."
"Preoccupato? Che stupidaggine!"
"Perché?"
"«Pre» significa 'prima di'. Io
non mi 'pre-occupo', io mi 'occupo'."
"Non ti capisco, Ami."
"Non vivere immaginando problemi
che non ci sono, né ci saranno. Godi il presente: si deve
approfittare completamente della vita, cercando sempre la felicità,
invece dell'angoscia. Quando si presenta un problema reale, allora
occupatene."
"Credo che tu abbia ragione,
ma..."
"Ti sembrerebbe giusto se fossimo
preoccupati pensando che potrebbe venire un'ondata gigantesca ad
ingoiarci? Sarebbe stupido non approfittare di questo momento, di
questa notte così bella... Osserva quegli uccelli che corrono senza
preoccuparsi... Perché perdere questo momento per qualcosa che non esiste?"
"Ma la mia nonnina esiste,
però..."
"Sì, e non c'è nessun problema
per lei... E questo momento, non esiste per te?"
"Sono preoccupato"
"Ah, Terrestre, Terrestre... Va
bene, vediamo la tua nonnina."
Prese il suo apparecchio televisivo e
cominciò a manovrarlo: sullo schermo apparve il sentiero che portava
a casa mia.
Jim Warren |
L'immagine avanzava fra gli alberi e le
rocce del sentiero; tutto si presentava a colori e illuminato come se fosse
giorno. Penetrammo attraverso la parete di casa, apparve la mia
nonnina che dormiva profondamente nel suo letto: riuscivo persino a
sentire il suo respiro.
Quell'apparecchio era incredibile!
"Dorme come un angioletto"
commentò Ami ridendo.
"Non è un film?"
"No, questo è 'dal vivo e in
diretta'... Andiamo in sala da pranzo."
La proiezione attraversò la parete della
camera da letto ed apparve la sala da pranzo. Lì, c'era il tavolo con
la tovaglia a grandi quadri e sul posto che di solito occupo io c'era un piatto coperto da un altro rovesciato.
"Questo sembra il mio «UFO»!"
Scherzò Ami. "Vediamo che cosa c'è per cena..." ‒ fece
qualcosa al suo strumento e il piatto superiore divenne trasparente
come il vetro: apparve un pezzo di carne arrosto, con patate fritte e
insalata di pomodoro.
"Puah!" ‒ esclamò Ami
disgustato ‒ "Come potete mangiare un cadavere!..."
"Cadavere?"
"Cadavere di mucca... mucca morta.
Un pezzo di vacca morta..."
Così come la prospettava, fece
ribrezzo anche a me.
"Come funziona il congegno,
dov'è la telecamera?" Chiesi molto interessato.
"Non c'è bisogno di telecamera:
questo dispositivo mette a fuoco, seleziona, filtra, amplifica e
proietta... semplice, no?"
Sembrava si stesse burlando di me.
"Perché si vede come se fosse
giorno, mentre è notte?"
"Ci sono altre 'luci' che il tuo
occhio non può vedere, questo apparecchio le capta."
"Che complicato!"
"Per niente! Questo aggeggio me lo
sono costruito da solo..."
"Da solo?!"
"È estremamente obsoleto, ma ci
sono affezionato; è un ricordo, un lavoro della scuola
elementare..."
"Ma voi siete dei geni!"
"Naturalmente no. Sai fare la
moltiplicazione?"
"Certo" risposi.
"Allora, tu sei un genio... per uno
che non sa fare la moltiplicazione. Tutto è una questione di
gradualità: una radio a transistor è un miracolo per un aborigeno
delle foreste."
Tribù sconosciuta della foresta amazzonica che per la prima volta vede un velivolo. |
"Hai ragione. Credi che un giorno
potremo avere anche qui sulla Terra invenzioni come la tua?"
Diventò serio per la prima volta. Mi
diede un'occhiata che denotava una certa tristezza e disse:
"Non lo so."
"Come non lo sai... Tu sai tutto!"
"Non tutto. II futuro non lo
conosce nessuno... per fortuna."
"Perché dici 'per fortuna'?"
"Immagina... la vita non avrebbe
alcun senso se si conoscesse il futuro. Ti piacerebbe sapere in
anticipo il risultato della partita che stai vedendo?"
"No, mi dà fastidio, si perde
tutta l'emozione" risposi.
"Ti piace ascoltare una
barzelletta che conosci già?"
"Nemmeno... mi annoia."
"Ti piacerebbe sapere che regalo
riceverai per il tuo compleanno?"
"Questo meno ancora, si perde la
sorpresa."
Mi sembrava piacevole il suo modo di
insegnare, con esempi chiari.
"La vita perderebbe ogni attrattiva se
si conoscesse l'avvenire. Uno può solamente calcolare le
probabilità."
"Com'è questa cosa?"
"Per esempio, calcolare le
possibilità che ha la Terra di salvarsi..."
"Salvarsi... salvarsi da che cosa?"
"Come da che cosa!... Non hai
sentito parlare dell'inquinamento, delle guerre, delle bombe?"
"Ah, sì! Vuoi dirmi che anche qui
siamo in pericolo, come nei mondi dei malvagi?"
"Ci sono molte probabilità. II
rapporto fra Scienza e Amore è terribilmente inclinato dalla parte
della Scienza, nel tuo pianeta: milioni di civiltà come questa si
sono autodistrutte.
Voi vi trovate in un punto critico della vostra
evoluzione; sono momenti delicati, pericolosi... e quelli che
detengono il potere non sanno dove stanno
portando migliaia di milioni di anime..."
Mi spaventai. Non avevo pensato
seriamente alla possibilità di una Terza Guerra mondiale o ad una
catastrofe simile. Rimasi per un lungo momento a meditare.
All'improvviso mi venne un'idea meravigliosa, capace di risolvere
tutti i mali di questo mondo:
"Fate voi qualcosa!"
"Qualcosa come?"
"Non so... far atterrare mille
navi e dire ai presidenti che non facciano la guerra... qualcosa del genere."
Ami sorrise.
"Se facessimo una cosa come
questa, innanzitutto ci sarebbero mille infarti cardiaci,
proprio per colpa di quei film sugli invasori, che ci dipingono come
se fossimo demoni malvagi e noi non siamo disumani, non possiamo
provocare una cosa simile.
In secondo luogo, se dicessimo loro per
esempio: «Trasformate le vostre armi in strumenti di lavoro»,
penserebbero trattarsi di un piano extraterrestre per indebolirli e poi
dominare il pianeta. Terzo, supponiamo che arrivino a comprendere che
noi siamo inoffensivi, comunque non abbandonerebbero le armi."
"Perché?"
"Perché avrebbero paura degli
altri paesi: chi si disarmerà per primo?..."
"Ma devono avere fiducia..."
"I 'bambini' possono avere
fiducia, gli 'adulti' no... e meno ancora quelli che dirigono le
nazioni, e a ragione, perché certuni hanno voglia di dominare tutto
quello che possono..."
Io ero veramente agitato. Continuai a
cercare una soluzione per evitare la guerra e salvare l'umanità.
Dopo molto pensare, l'unica cosa che mi
venne in mente fu che gli extraterrestri potevano assumere con la
forza il potere sulla Terra, distruggere le bombe e obbligarci a
vivere in pace: in definitiva, pochi infarti di alcune 'vecchiette'
paurose non sarebbe stato niente, in confronto a tutto quello che si
sarebbe potuto salvare. Glielo dissi.
Quando smise di ridere, affermò che io
non riuscivo a smettere di ragionare da terrestre.
"Perché?"
"Con la forza... distruggere,
obbligare... tutto questo è terrestre, tutto ciò è preistoria per
noi. La libertà umana è qualcosa di sacro, tanto la nostra che
quella altrui: proprio per questo «obbligare» non esiste nei nostri
mondi, ogni persona è preziosa e degna di rispetto.
Agire con la forza e distruggere è
violenza, parola che viene da «violare» e questa è una cosa
completamente opposta al nostro spirito. E per finire, non possiamo,
né vogliamo causare la morte di nessuno, anche se tu pensi che
'pochi infarti' non siano importanti..."
"Allora, voi non fate la guerra?"
Non avevo ancora finito di porre questa
domanda, che mi sentii stupido per averla fatta. Mi guardò con affetto e posandomi una
mano sulla spalla disse:
"Noi non facciamo la guerra perché
amiamo Dio."
La sua risposta mi sorprese molto. Io
credevo in Dio... un poco, ma avevo nei Suoi confronti più paura che
affetto; inoltre, ultimamente avevo dei dubbi, stavo arrivando a
pensare che solo i religiosi credevano in Lui, e anche la gente senza
tanta cultura, perché mio zio, che è fisico nucleare
all'università, asserisce che "Dio ha ucciso l'intelligenza".
"Tuo zio è uno stupido" ‒ affermò Ami, dopo aver percepito i miei pensieri.
"Non mi sembra: è considerato uno
degli uomini più intelligenti del Paese."
"E uno stupido" ‒ insistette
Ami ‒ può una mela uccidere il melo? Può un'onda ammazzare il
mare?..."
"Io pensavo che..."
"Ti sei sbagliato. Dio esiste."
Mi misi a pensare a Dio, un po' pentito
per aver messo in dubbio la sua esistenza.
"Ehi, levagli la barba e la
tunica!" Ami rideva perché aveva visto la mia
immagine mentale di Dio.
"Allora... non ha la barba: Dio si
rade?"
Il mio amico spaziale era divertito
dalla mia confusione.
"Quello è un Dio troppo
terrestre" ‒ commentò.
"Perché?"
"Perché ha l'aspetto di un
terrestre."
Che cosa voleva dirmi, che Dio non ha
un aspetto umano, ma quello di qualche razza extraterrestre? E se era
così, allora... significava che gli extraterrestri non sono
fisicamente simili a noi?
"Ma come?... Avevi detto che gli
esseri umani di altri mondi non hanno forme strane o mostruose,
inoltre, tu stesso sembri un terrestre..."
Ami, sorridendo prese un ramoscello e
disegnò una figura umana sulla sabbia.
"Il modello umano, nei mondi come
il tuo o il mio, è universale: testa, tronco ed estremità, ma ci
sono delle piccole varianti in ognuno: altezza, colore della pelle,
forma delle orecchie... piccole differenze. Ci sono anche qui, fra le
diverse razze umane di questo pianeta."
"E vero... ma tu sembri un normale
bambino di questo mondo..."
"Io sembro terrestre perché la
gente dei mio pianeta assomiglia molto ai bambini della Terra,
proprio per questo sono qui in missione, ma Dio non ha la faccia, né
la forma di un uomo."
"Cosa?! Vuoi dire che Dio ha la
faccia di un mostro?..."
Rise un po' e poi disse:
"No, Pierre, non è cosi. Vieni,
andiamo a camminare."
Foto di Maurizio Pignotti |
Cominciammo a percorrere il sentiero
verso il paese. Posò il braccio sulla mia spalla e in quel momento
sentii in lui il fratello che non avevo mai avuto.
Degli uccelli notturni passarono
gracchiando in lontananza. Ami sembrò rallegrarsi per quei suoni,
inspirò l'aria marina e disse:
"Dio non ha aspetto umano" ‒ il
suo volto brillava nella notte, mentre parlava del Creatore ‒ "Non
ha nessuna forma, non è una persona come te e me: è un Essere
infinito, pura Intelligenza creatrice... puro Amore."
"Ah!" Lo disse in modo così
bello, che riuscì a commuovermi.
"Per questo l'Universo è così
stupendo e buono... è meraviglioso."
Io pensai agli abitanti dei mondi
primitivi che lui aveva nominato ed anche alla gente malvagia di
questo stesso pianeta.
"E i cattivi?"
"Arriveranno ad essere buoni, un
giorno..."
"Sarebbe stato meglio se fossero
nati buoni fin dal principio, cosi non ci sarebbe niente di male da
nessuna parte."
"Se non si conoscesse il male,
come si potrebbe apprezzare il bene, come si potrebbe dargli il
giusto valore?" chiese Ami.
"Non capisco bene."
"Non ti sembra meraviglioso poter
guardare, vedere?"
"Non so, non ci ho mai pensato...
credo di sì."
"Se tu fossi cieco dalla nascita e improvvisamente acquistassi la vista, allora ti sembrerebbe
meraviglioso poter vedere..."
"Ah, sì!"
"È lo stesso per quelli che hanno
vissuto esistenze dure, violente: quando si superano e riescono a
raggiungere una vita più umana, l'apprezzano come nessun altro... È un po' noioso essere eternamente un angelo... invece è bello
progredire, superarsi, imparare. Se non fosse mai notte, non potremmo
apprezzare l'alba..."
Stavamo camminando sul sentiero
illuminato dalla luna e fiancheggiato dagli alberi. Passammo per casa
mia ed entrai in silenzio a cercare un maglione.
Vidi il piatto coperto che mi aspettava
sopra la tavola: mi sentii potente perché sapevo già che cosa
conteneva, senza bisogno di togliere il piatto superiore, ma mi venne
un piccolo dubbio e diedi un'occhiata per sincerarmi: sì, era lo
stesso che avevo visto attraverso il piccolo televisore del mio
amico, ma non avevo ancora fame.
Tornai da Ami. Continuammo a camminare
e a conversare, lui osservava tutto, mentre parlava. Ancora non
apparivano le prime vie del paese, né le luci della illuminazione
pubblica.
"Ti accorgi di quello che stai
facendo?" mi chiese all'improvviso.
"No... che cosa?"
"Stai camminando, puoi
camminare..."
"Ah, sì, certo... e che cosa c'è
di straordinario?"
"Ci sono persone che sono state
invalide e dopo mesi o addirittura anni di esercizi di riabilitazione riescono a
camminare di nuovo: per loro sì, è straordinario poterlo fare e sono
grati, lo apprezzano. Invece tu cammini senza accorgertene, senza
trovare niente di speciale nel farlo..."
"Hai ragione, Ami. Tu mi dici
molte cose nuove..."
4. La polizia!
Arrivammo alla prima strada illuminata
dalla luce dei fanali; saranno state le undici di sera. Mi sembrava
un'avventura passeggiare per il paese così tardi, ma mi sentivo
protetto accanto ad Ami.
Mentre camminavamo, lui si fermava a
guardare la luna tra le foglie degli alberi; a volte mi diceva di
ascoltare il gracidio delle rane, il canto dei grilli notturni, il
rumore della marea in lontananza. Si fermava ad aspirare il profumo
dei pini, della corteccia degli alberi, della terra; ad osservare una
casa che gli sembrava bella, una via o un angolo di strada.
"Guarda che belli quei lampioni...
sono da dipingere... Osserva come la luce cade su quella pianta
rampicante... E quei tetti che si stagliano contro le stelle... La
vita deve essere goduta in modo sano, Pierre, cerca di prestare
attenzione a tutto ciò che essa ti offre...
La meraviglia si trova in ogni
istante... Cerca di sentire, di percepire, invece di pensare. Il senso profondo dell'esistenza si trova al di là del pensiero... Sai,
Pierre, la vita è un racconto di fate divenuto realtà... è un dono
bellissimo che Dio ti offre... perché ti ama..."
Le sue parole mi facevano vedere le
cose da un nuovo punto di vista: mi sembrava impossibile che questo
fosse il solito mondo, quello di tutti i giorni, al quale non
prestavo mai attenzione... Ora mi accorgevo di vivere in un luogo
simile al paradiso, senza averlo notato prima...
Arrivammo alla piazza del paesino.
Alcuni giovani stavano sulla porta di una discoteca, altri
chiacchieravano al centro della piazza. La località era tranquilla,
specialmente adesso che la stagione estiva era arrivata alla fine.
Nessuno si accorgeva di noi, malgrado
il vestito di Ami: forse pensavano che si trattasse di un'innocente
mascherata...
Pensai a che cosa sarebbe accaduto se
avessero saputo che tipo di bambino stava passeggiando da quelle
parti: ci avrebbero circondati, sarebbero arrivati i giornalisti e la
televisione...
"No, grazie" ‒ disse Ami
leggendo nella mia mente ‒ "non voglio trasformarmi in un
martire..."
Non compresi quello che voleva dire.
"Innanzitutto, mi metterebbero in carcere
per essere entrato 'illegalmente'. Poi penserebbero che sono una spia
e mi torturerebbero per ottenere informazioni... Dopo avermi spremuto
come un limone, con metodi non certo amorosi, i medici vorrebbero
dare un'occhiata all'interno del mio corpicino... No, grazie."
Ami rideva, mentre elencava le tragiche
eventualità.
Ci sedemmo su una panca, in un luogo appartato. Io pensai che gli extraterrestri avrebbero dovuto
mostrarsi poco a poco, perché la gente si abituasse a loro e poi
avrebbero potuto presentarsi apertamente.
"Stiamo facendo qualcosa del genere, ma mostrarci apertamente... Ti ho già dato tre motivi per i quali non ci conviene farlo. Ora te ne darò un altro, il principale: è proibito dalle leggi."
"Da quali leggi?"
"Le leggi universali. Nel tuo
mondo ci sono delle leggi, vero? Anche nei mondi evoluti ci sono
delle norme generali che tutti devono rispettare; una di queste è
non interferire nello sviluppo evolutivo dei mondi non evoluti."
"Non evoluti?"
"Noi chiamiamo non evoluti quei mondi
che non vivono secondo il Principio Fondamentale dell'Universo."
"E che cosa significa tutto
questo?"
"Che tutti i mondi viventi secondo tale Principio, hanno smesso di essere divisi da frontiere, hanno un solo governo e condividono tutto quello che possiedono in
fraternità, pace ed armonia. Ciò vuol dire vivere adeguandosi al
Principio Fondamentale dell'Universo; così è un mondo evoluto."
"Non capisco bene. Qual è questo principio del fondamento... di che cosa?"
"Vedi? Non lo conosci" ‒ mi
prendeva in giro ‒ "non sei evoluto."
"Ma io sono un bambino... Credo
che gli adulti lo conoscano, gli scienziati, i presidenti..."
Ami rise di gusto.
"Adulti... scienziati...
presidenti! Loro meno degli altri."
"Dirigono i paesi e non conoscono
questo principio cosi importante?!"
"Beh, così vanno le cose nel tuo
mondo, per questo non c'è molta felicità, in esso."
"Qual è questo principio?"
"Te lo dirò più avanti."
"Davvero?"
Mi entusiasmai al pensiero che avrei conosciuto qualcosa che quasi tutti ignorano.
Mi entusiasmai al pensiero che avrei conosciuto qualcosa che quasi tutti ignorano.
"Se ti comporti bene"
scherzò.
Cominciai a meditare su questo divieto
di intromettersi nei pianeti non evoluti.
"Allora tu stai violando questa
legge!..." ‒ dissi sorpreso.
"Bravo! Non ti è sfuggito questo
particolare."
"Certo che no. Prima dici che è
proibito intervenire e nonostante ciò, tu stai parlando con me... È intervenire... o no?"
"Questo non vuol dire interferire
nello sviluppo evolutivo della Terra. Mostrarsi apertamente, fare
comunicazione di massa lo sarebbe. E sai perché è
proibito intromettersi?"
"Mi hai dato tre o quattro motivi,
Ami."
"Ma non ti ho ancora detto il più
importante: se lo facessimo, a parte i disastri che ti ho già
nominato, accadrebbero le catastrofi più spaventose nella storia della Terra..."
Mi spaventai. "Che catastrofi, Ami?"
"Rendendosi conto dei sistemi
economici, scientifici, sociali e religiosi che noi utilizziamo, la
gente vorrebbe imitarci, tutti ci vedrebbero come l'esempio da
seguire e perderebbero il rispetto per coloro che li dirigono e per i
metodi che usano per organizzarsi.
Allora sarebbero svalutati tutti i poteri del mondo e questo metterebbe in pericolo l'equilibrio della tua civiltà. I potenti diventerebbero aggressivi rendendosi conto di perdere i loro privilegi... sarebbe un caos. Alla fine, dovremmo prendere noi il comando per cercare di mettere tutto in ordine."
Mi entusiasmai nel sentire questo. "Sarebbe splendido! Voi mettereste
in ordine il nostro mondo!"
"Sarebbe un imbroglio, come se un
altro facesse l'esame al posto dello studente. Ti piacerebbe che un altro
alunno si sottoponesse al tuo esame sostenendolo per te?"
"No, perderei la soddisfazione di
averlo guadagnato da solo."
"E se noi sistemassimo tutto qui, sarebbe l'intera umanità che perderebbe la
legittima soddisfazione di risollevarsi con i suoi mezzi, non ti
pare?"
"Mmm... hai ragione, non ci avevo
pensato."
"Per tale motivo non possiamo
intervenire al di là del lecito. Questo mio contatto con te fa parte
di un «piano d'aiuto»."
"Spiegati meglio, per favore."
"II «piano di aiuto» è una specie
di «medicina», che dobbiamo somministrare a piccole dosi, dolcemente,
sottilmente... molto sottilmente..."
"Qual è questa medicina?"
"Informazione."
"Informazione... che informazione?"
"Ecco, le nostre navi hanno sempre
fatto la ronda qui, fin dai tempi più remoti, ma è stato solo dopo
la prima bomba atomica che vi abbiamo permesso di vederle. Questo è
stato fatto perché teniate presente che non siete gli unici Esseri
intelligenti dell'Universo e sospettiate che teniamo d'occhio le
vostre scoperte belliche."
"E perché fate questo?"
"Perché vogliamo che comprendiate
che l'energia atomica è una cosa molto delicata, che potrebbe contaminare perfino altri mondi vicini al vostro. (Cfr. QUI; ndr). Tutto questo è
informazione, Pierre. In seguito, abbiamo aumentato la frequenza degli
avvistamenti; è informazione maggiore.
Test francese di una bomba nucleare |
Più tardi permetteremo che ci riprendano con dei filmati. Contemporaneamente, stabiliamo piccoli contatti con alcune persone, come io sto facendo con te, e inviamo anche 'messaggi' telepaticamente.
Tali 'messaggi' sono nell'aria, come
le onde radio, arrivano a tutte le persone, ma alcuni hanno
'recettori' adatti a percepirli, altri no. Tutto questo è
informazione, aiuto."
"E poi apparirete davanti a tutto
il mondo?"
"Quando vivrete come Dio comanda,
se sarete promossi 'all'esame'. Non può essere prima."
"Peccato che non possiate intervenire per evitare la distruzione" dissi un po' triste.
Ami sorrise e guardò verso le stelle.
"Il nostro rispetto per la libertà
altrui si basa sull'Amore, per questo dobbiamo permettervi di
raggiungere il destino che meritate. L'evoluzione è una cosa molto
delicata, non si può in alcun caso intervenire, possiamo solo 'suggerire' delle
cose, molto sottilmente e attraverso persone 'speciali' come te..."
"Come me! Che cosa ho io di
speciale?"
"Forse più avanti te lo dirò, per
il momento devi sapere soltanto che hai una certa 'condizione' e non
necessariamente una 'qualità'... Io dovrò andarmene presto, Pierre.
Ti piacerebbe rivedermi?"
"Certamente, sono arrivato a
stimarti molto, in questo breve tempo."
"Anch'io, ma se vuoi che ritorni,
devi scrivere un libro riferendo quello che hai vissuto insieme a me:
per questo sono giunto, e ciò fa parte del «piano di
aiuto»..."
"Io scrivere un libro! Ma se non
so scrivere libri!"
"Fallo come se fosse un racconto,
una fantasia... altrimenti ti crederanno bugiardo o pazzo. Inoltre, devi indirizzarlo ai 'bambini'."
Fu allora che mi spiegò quello che ho
scritto all'inizio del libro, sui 'vecchi' di quindici anni e i
'bambini' di cento. Scrivere da solo un'opera letteraria mi sembrò
un compito enorme, ma lui fu pronto:
"Chiedi aiuto a quel tuo cugino
che ama scrivere, quello che lavora in banca: tu riferisci e lui
prende nota."
"Anche questo libro sarà
un'informazione. Non ci è concesso di agire oltre a quanto stiamo già facendo. E adesso ti darò un motivo in più. Sei contento che non ci
sia la minima possibilità che una civiltà avanzata di malvagi venga
ad invadere la Terra?" (Cfr. QUI; ndr).
"Sì, certo."
"Vedi? Questo è dovuto al fatto
che non abbiamo mai soccorso nessun malvagio... E se sulla Terra non superate la violenza e il vostro egoismo e noi vi aiutassimo a
sopravvivere, presto utilizzereste le vostre nuove conoscenze
scientifiche per cercare di dominare, bombardare e conquistare altre
civiltà dello spazio... e l'Universo evoluto è un luogo di Pace e
di Amore, di fratellanza, di cooperazione.
Inoltre, esiste un altro tipo di energia
molto potente: l'energia atomica al confronto è come un fiammifero
vicino al sole... Non possiamo correre il rischio che un mondo
aggressivo arrivi a possedere tale energia e a mettere in pericolo la
pace dei mondi evoluti e tanto meno, che arrivi a provocare un
disastro cosmico..."
"Sono tanto in ansia, Ami."
"Per il pericolo di un disastro
cosmico, Pierre?"
"No, perché credo sia già
troppo tardi..."
"Tardi per salvare l'umanità?"
"No, per andare a letto."
Ami si sbellicava dalle risa.
"Tranquillo, Pierre, andiamo a
vedere la tua nonnina."
Prese il piccolo televisore dalla
fibbia del suo cinturone ed apparve la mia nonnina che dormiva con la
bocca socchiusa.
"Dorme proprio di gusto"
scherzò.
"Sono stanco, vorrei dormire
anch'io."
"Bene, andiamo."
Stavamo andando verso casa mia, quando
incrociammo un'auto della polizia. Gli agenti videro due bambini soli
a quell'ora di notte, fermarono l'auto, scesero e si diressero verso
di noi. Mi spaventai molto.
"Che cosa fate da queste parti, a
quest'ora?"
"Camminiamo... ci godiamo la vita"
‒ rispose molto tranquillo Ami ‒ "E voi? State lavorando? State
dando la caccia ai manigoldi?" ‒ E rise come al solito.
Io mi spaventai ancora di più, vedendo
la confidenza che Ami si prendeva con i poliziotti; tuttavia,
l'atteggiamento del mio amico li fece ridere, risero con lui. Cercai
di ridere anch'io, ma ero troppo nervoso per farlo.
"Dove hai preso questo vestito?"
"Nel mio pianeta" rispose con
grande sfacciataggine.
"Ah, sei un marziano."
"Marziano proprio no, ma sono
extraterrestre."
Ami rispondeva allegramente e senza
preoccupazione, invece la mia inquietudine aumentava.
"E dov'è il tuo 'UFO'?"
‒ chiese uno di loro, guardando Ami con aria paterna. Pensava si
trattasse di un gioco infantile, ma lui diceva la pura verità.
"L'ho parcheggiato alla spiaggia,
sotto il mare, vero Pierre?"
Ora tirava in ballo anche me!... Non sapevo che cosa fare. Cercai di sorridere, ma mi uscì solo una smorfia piuttosto idiota; non mi azzardai a dire la verità.
"E non hai la pistola a raggi?"
I poliziotti si divertivano e anche
Ami, ma io ero sempre più confuso e preoccupato.
"Non ne ho bisogno: noi non
attacchiamo nessuno, siamo buoni."
"E se salta fuori un cattivo con
una pistola come questa?" Gli mostrò l'arma fingendo un
atteggiamento minaccioso.
"Se mi attacca, lo paralizzo con
la mia forza mentale."
"Davvero? Paralizza noi!"
"Con piacere, lo avete chiesto
voi... l'effetto durerà dieci minuti."
I tre ridevano molto divertiti.
Improvvisamente, Ami si calmò, si fece serio e li guardò fissamente.
Con voce molto strana, sonora e autoritaria, ordinò loro:
"Restate immobili per dieci
minuti. Non potete, non potete muovervi... Ora!"
Rimasero paralizzati con un sorriso,
nella posizione in cui si trovavano.
"Vedi, Pierre? Nei mondi poco
evoluti si deve dire la verità così, come se fosse un gioco o una
fantasia" ‒ mi spiegò mentre toccava il naso e tirava dolcemente
i baffi ai poliziotti, pietrificati in un sorriso che cominciava a
sembrarmi tragico.
Tutto quello che Ami faceva, aumentava
la mia paura.
"Fuggiamo, allontaniamoci da qui,
possono svegliarsi!" ‒ dissi, cercando di non parlare a voce alta.
"Non preoccuparti, manca ancora
molto allo scadere dei dieci minuti" ‒ replicò, mentre scambiava i loro berretti per giocare un poco, mettendoglieli con la visiera
all'indietro...
Io volevo soltanto essere molto lontano
da lì.
"Andiamo, andiamo, Ami!"
"Sei di nuovo pre-occupato, invece
di approfittare del momento... va bene, andiamo" ‒ disse
rassegnato. Si avvicinò ai poliziotti sorridenti e con la stessa
voce di prima ordinò loro:
"Quando vi sveglierete, avrete
dimenticato per sempre questi due bambini."
Arrivati alla prima svolta, ci
dirigemmo verso la spiaggia e ci allontanammo da quel luogo: mi
sentii più tranquillo.
"Ipnosi, chiunque può farlo."
"Ho sentito dire che non tutte le
persone si possono ipnotizzare, poteva capitarti una di quelle."
"Tutte le persone sono
ipnotizzabili" ‒ asserì Ami ‒ "E non solo: quasi tutte sono
ipnotizzate..."
"Che cosa vuoi dire?... Io non sono ipnotizzato... sono sveglio."
Ami rise divertito della mia
affermazione.
"Ricordi quando percorrevamo il
sentiero?"
"Sì, lo ricordo."
"Lì, tutto ti è sembrato diverso,
tutto ti è apparso bello, vero?"
"Ah, sì... lì sì che mi sembrava
d'essere ipnotizzato... Forse mi hai ipnotizzato tu!"
"Eri sveglio! Adesso sei
addormentato, credi che tutto sia pericoloso, brutto. Sei
ipnotizzato, non senti il mare, non percepisci i profumi della notte,
non prendi coscienza del tuo incedere e del tuo vedere, non godi
della tua respirazione. Sei ipnotizzato, e quel che è peggio,
negativamente."
"Negativamente?"
"Ci sono brutte idee che non hanno
una base reale, sono sogni, fantasie, paure ingiustificate: sono
deliri, pazzia e siccome per di più non sono belle idee, non sono
nemmeno una piacevole pazzia, ma un incubo."
"Di quali idee stai parlando,
Ami?"
"Delle tue pre-occupazioni"
si mise a ridere e mi contagiò. Poi si fermò, guardo verso il mare
aggiungendo: "Ed anche idee della gente,
convinta che la guerra, come uccidere altri esseri umani, abbia un senso 'glorioso': questa è ipnosi, e del tipo incubo..."
"Ora che ci penso... credo che tu
abbia ragione, Ami."
"Gli individui ritengono che quelli non
partecipi alla loro 'ipnosi' siano avversari, altri sono convinti che tutto quanto rientri nell'esteriorità conferisca loro più valore ed alcuni sono
terrorizzati di fronte alla vita: temono di perdere la salute, il
lavoro; reputano che il mondo e lo spazio siano popolati di nemici e
vivono armati, pieni di catene, catenacci, cani da guardia e polizze
assicurative.
Questa è 'ipnosi da incubo'! Tutti costoro sono ipnotizzati, addormentati."
Questa è 'ipnosi da incubo'! Tutti costoro sono ipnotizzati, addormentati."
"E non possono mai svegliarsi?"
"Ogni volta che qualcuno esce dai
suoi assilli mentali ed inizia a sentire che la vita è bella, o che
un momento qualsiasi può essere meraviglioso, allora sì, sta cominciando a destarsi. Una persona sveglia sa che l'esistenza è un
paradiso, un'opportunità straordinaria di cui approfittare, benché ci siano i momenti duri."
Ricordai una cosa molto triste: quando
rimasi solo al mondo... Per fortuna la mia nonnina si prese cura di
me e mi diede tutto il suo affetto, anche se avrei preferito essere
un bambino con una famiglia normale.
Ami continuo la sua spiegazione:
"Una persona sveglia dà valore
anche ai problemi e alle avversità della sua vita, perché sa che le
difficoltà sono solo prove che fanno crescere interiormente e non
dimentica che i momenti amari sono assai pochi, paragonati a quelli
belli: per questo si gode la vita ad ogni istante."
"È che in un mondo poco evoluto
non sono in tanti ad essere così svegli: la maggior parte della gente dorme,
russa, sogna, ma sogni più vicini all'incubo che alla felicità... E
pensare che alcuni si suicidano... ti rendi conto dell'atrocità? Si
suicidano, Pierre!"
"Visto così, come lo dici tu, hai
ragione..."
Ancora mi spaventava l'incontro che
avevamo avuto poco prima.
"Com'è che quei poliziotti non si
sono irritati per i tuoi scherzi?"
"Li ho presi per il lato buono,
quello infantile."
"Ma quelli sono poliziotti!"
Mi guardò come se avessi appena finito
di dire una stupidaggine.
"Tutta la gente ha un lato
infantile, sotto i suoi incubi, Pierre: quasi nessuno è così sciocco
da non poter uscire neanche un secondo da essi" ‒ disse ridendo
‒ "se vuoi, andiamo in una prigione e cerchiamo il peggior
criminale..."
"No, tante grazie..."
"La maggior parte delle persone di
questo pianeta è addormentata, è vero, tuttavia malgrado ciò,
prevalgono più gli individui buoni che cattivi."
"Davvero?..."
"Sicuro, c'è più amore che odio nei loro cuori."
"Non si nota molto..."
"È che loro credono di essere nel
giusto, quando pensano ciò che pensano, o fanno quel che fanno.
Alcuni sbagliano, ma non è malvagità, è errore, sogno, ipnosi. È
vero che quando sono addormentati diventano seri e a volte persino
pericolosi, ma se li prendi dal lato buono, in genere ti offrono il bene che c'è in loro; se
li prendi dal lato cattivo, ti offrono il male."
"Allora, se le persone non sono
tanto cattive, perché in questo mondo c'è più infelicità che
felicità?"
"Perché le strutture organizzative
che voi utilizzate corrispondono a modi di vedere la vita molto
antiquati, maturati quando c'erano divisione e sfiducia fra voi,
che vivevate atterriti gli uni dagli altri.
Ma tutto è cambiato, la gente si è
evoluta nel tempo, i popoli si conoscono meglio, gli Esseri hanno
inquietudini più elevate. Tuttavia, i sistemi permangono uguali.
Per questo sono rimasti arretrati, non funzionano più bene, si sono trasformati in metodi cattivi e questi fanno soffrire le persone, le rendono infelici, le obbligano a vivere secondo quelle concezioni che non hanno più una base reale, e le portano a commettere errori.
Per questo sono rimasti arretrati, non funzionano più bene, si sono trasformati in metodi cattivi e questi fanno soffrire le persone, le rendono infelici, le obbligano a vivere secondo quelle concezioni che non hanno più una base reale, e le portano a commettere errori.
Ciò nonostante, una buona compagine ben impostata,
adatta ai nuovi tempi e alla ricerca del bene collettivo, è in
grado di trasformare e risvegliare i popoli molto rapidamente."
Io non compresi bene le sue spiegazioni
se non molto più tardi.