Dale Terbush |
Sebirblu, 6 settembre 2018
Ripropongo, cari Lettori, un estratto
molto interessante del noto libro di Léon Denis "Dopo la Morte"
che descrive in modo meraviglioso la vita nell'Aldilà, nei piani
superiori, dove vibrano tutti coloro che si sono affrancati dagli
affanni e dalle angosce dell'esistenza terrena.
Un brevissimo profilo dell'Autore
precede lo scritto per maggiore conoscenza. Che tutto ciò sia un
augurio e un incoraggiamento per chi ancora digiuno, incerto o
tribolato dovesse affacciarsi, per la prima volta, alla vita dello
Spirito. (È basilare leggere anche QUI).
Léon Denis 1846-1927 |
Léon Denis nacque a Foug in Francia il 1° Gennaio 1846; il padre, semplice impiegato, non potè essergli di grande aiuto e il giovane, in cui si sviluppò ben presto l'amore allo studio, dovette istruirsi da sé e formarsi da solo quelle convinzioni e quella cultura che lo resero poi universalmente stimato.
Si distinse nel campo spiritualista, e
con la parola facile e persuasiva divenne presto ricercato oratore,
cosicché la sua opera venne richiesta, non solo nelle principali
città della Francia, ma anche in Belgio, in Olanda, in Svizzera e in
Algeria, dove fu conferenziere acclamato.
Ma ciò che rese soprattutto meritevole
della causa spiritualista Léon Denis fu la sua produzione
letteraria. Il suo capolavoro "Dopo la Morte", raggiunse in
pochi anni la quattordicesima edizione e fu tradotto in quasi tutte
le lingue.
Esso contiene un'esposizione chiara,
sentita e vigorosa della filosofia e della morale spiritualista, e la
conoscenza dello scrittore è così viva e profonda, che si comunica
al lettore e lo rapisce in quei campi dell'Ideale che sono i luoghi
eterni della Luce e dello Spirito.
Egli, per la vasta visione del problema
spirituale e per il riconoscimento dell'opera sua, ha raccolto
meritatamente le simpatie di tutte le ramificazioni dello
spiritualismo.
Infatti il Congresso del 1900, che
raccolse a Parigi i rappresentanti delle più disparate scuole, di
magnetismo, spiritismo, teosofia, occultismo, ermetismo, lo acclamò
Presidente.
Nessuno, forse, nell'àmbito dello
spiritualismo moderno, che per molti fu doloroso calvario, raccolse
tanta messe di plauso come Léon Denis che, giovane ancora di fibra e
di entusiasmi, ha assistito alla risurrezione e al trionfo di
quell'Ideale, per cui ha tanto strenuamente combattuto.
Nella sua lunga vita (trapassò il 12
Marzo 1927 a Tours in Francia all'età di 81 anni), scrisse ben 19
libri e fu uno dei continuatori della filosofia spirituale di Allan
Kardec a fianco di Gabriel Delanne e Camille Flammarion.
Jurgen Ziewe |
La Vita Superiore
Allorché l'anima virtuosa, vinte le
passioni, abbandona il corpo miserabile che fu per essa strumento di
dolore e di gloria, si invola attraverso l'immensità per raggiungere
le sue sorelle dello spazio, percorrendo regioni di armonia e di
splendore, spinta da un impulso irresistibile.
La parola umana è troppo povera per
esprimere ciò che essa vede: quale espansione, quale gioia deliziosa
spezzare la pesante catena che ci lega alla terra, abbracciare i
cieli, immergersi nello spazio senza limiti, e dominare da tale
altezza l'orbita dei mondi!
Non più corpo infermo, meschino,
pesante come una cappa di piombo, non più catene materiali
trascinate dolorosamente! Sciolta dai suoi lacci, l'anima brilla,
inebriata di spazio e di libertà.
Alla laidezza terrena, alla vecchiaia
decrepita e rugosa, subentra un corpo fluido, diafano e brillante
dalle forme squisite, che ha le fattezze umane idealizzate.
L’anima ritrova gli Esseri amati che
la precedettero nella nuova vita; gli eletti della sua tenerezza, i
suoi compagni di lavoro e di prova che sembrano attenderla, come dal
ritorno di un lungo viaggio.
Essa cammina liberamente con loro e le
espansioni traboccano di una felicità accresciuta dalla rimembranza
dei tristi ricordi della terra, dal confronto dell'ora presente con
il lacrimoso passato.
Tutti coloro che divisero con essa i
giorni buoni o tristi, che con essa crebbero, lottarono, piansero e
soffrirono, si affrettano a riceverla, e la sua memoria si ridesta,
provocando esplosioni di gioia, effusioni che la penna non sa
descrivere.
Come riassumere le impressioni dello
Spirito nella vita radiosa che gli si apre davanti? Squarciata ad un
tratto l'opaca veste e il pesante mantello che impacciavano i suoi
sensi intimi, le sue percezioni si centuplicano.
Non più limite, l'infinito profondo
luminoso, si spiega con le sue meraviglie inenarrabili, coi suoi
milioni di Soli - focolai multicolori, zaffiri, smeraldi, gioielli
enormi sparsi nell'azzurro, col loro magnifico corteggio di pianeti.
L'anima, sciolta dalla materia, percepisce a poco a poco le vibrazioni melodiose dell'etere, le delicate armonie che scendono dalle Gerarchie Celesti; ascolta il ritmo imponente delle Sfere, il canto dei mondi, la Voce dell'Infinito, che risuona nel silenzio e la compenetra fino al rapimento.
Nei mondi superiori alla Terra, la
materia esercita una forza minore. I mali generati da essa,
diminuiscono a misura che l'Essere si eleva, finché spariscono
completamente. Là, l'uomo non si muove penosamente al suolo sotto il
peso di un'atmosfera greve, ma si sposta con la massima facilità.
Le occorrenze del corpo, i rudi lavori
vi sono quasi sconosciuti; l'esistenza, più lunga della nostra, vi
scorre fra lo studio e la partecipazione alle opere di una civiltà
perfezionata, che ha per base la morale più pura, il rispetto dei
diritti comuni, l'amicizia e la fratellanza.
Lo Spirito, dopo aver percorso il ciclo
delle sue esistenze planetarie, dopo essersi purificato nelle
reincarnazioni e nelle sue migrazioni attraverso i mondi, chiude la
serie delle esperienze vitali ed entra nella vita spirituale
definitiva - la Vera Vita dell'anima, che non conosce il male,
l'ombra, l'errore.
Allora, anche le ultime influenze
materiali svaniscono; la calma, la serenità, la sicurezza profonda
subentrano agli affanni, alle inquietitudini di prima. L'anima ha
raggiunto il termine delle sue prove ed è certa di non più
soffrire.
Con quale commozione essa ricorda
allora i fatti della sua vita dispersa nei tempi, del suo lungo
pellegrinaggio alla conquista dei meriti e del suo grado!
Quale ebrezza vivere fra Entità
illuminate, pazienti e dolci, unirsi a loro con affetto imperturbato,
condividere le aspirazioni, i lavori, i desideri; sapersi compresi,
sostenuti, amati, trionfatori delle necessità e della morte,
giovani, di una giovinezza che non sente il morso dei secoli!
Poi, studiare, ammirare, glorificare
l'Opera infinita e penetrarne più profondamente i Divini Misteri,
riconoscere in ogni cosa la Giustizia, la Bellezza, la Bontà celeste
e identificarsi con esse, abbeverarsene e nutrirsene.
Lo Spirito, essendo Scintilla Divina,
agisce sulle energie dello spazio; dirette da potente volontà, le
unisce e le foggia a suo modo, dando loro le tinte e le forme che
rispondono al suo obbiettivo.
Mario Duguay |
Con tali energie, si plasmano opere che sfidano ogni confronto ed ogni analisi: immagini mobili, luminose, riproduzioni delle vite umane.
La moltitudine innumerevole di Esseri
si conosce e si ama. I legami di famiglia che li univano nella vita
terrena, spezzati dalla morte, si ristabiliscono per sempre.
Essi vengono da diversi punti dello
spazio e da mondi superiori, si comunicano i risultati delle loro
missioni, dei loro lavori, si rallegrano dei successi, e si aiutano
nelle opere difficili.
Nessun rimpianto, nessun sentimento di
gelosia può entrare in queste anime sensibili. La confidenza e la
sincerità presiedono alle loro riunioni in cui ricevono le
istruzioni dai Messaggi Divini e accettano nuovi mandati che
contribuiscono ad ulteriori elevazioni.
Gli uni si incaricano di vegliare sul
progresso e sullo sviluppo delle nazioni e dei mondi; altri vi si
incarnano per compiervi delle missioni di sacrificio, per istruire
gli uomini nella morale e nella scienza.
Altri ancora, Spiriti protettori e
guide, affiancano qualche anima incorporata, la sostengono nell'aspro
cammino dell'esistenza, la accompagnano dalla nascita alla morte, e
la accolgono poi sulla soglia del mondo invisibile.
L'Essenza, a qualsiasi grado della
Gerarchia appartenga, ha il suo compito nell'Opera immensa del
progresso, e concorre all'esecuzione delle leggi supreme.
Più l'Essere si purifica, più intensa
e ardente diventa in esso la necessità di amare, di attrarre a sé,
nella Luce e nella felicità del soggiorno che non conosce dolore,
tutto ciò che soffre, che lotta e si agita nelle profondità della
vita immortale.
Noi tutti abbiamo uno di questi Geni
tutelari, che ci ispira nelle ore difficili e ci dirige sulla retta
via, da ciò la poetica realtà dell'Angelo custode.
Greg Olsen |
Questa protezione occulta, fortifica i legami di solidarietà che uniscono il Mondo Celeste alla Terra, lo Spirito libero all'uomo prigioniero della forma fisica.
L’involucro fluidico dell'Essenza è
come una veste tessuta con i suoi stessi meriti nel corso delle
ripetute esistenze. Da esso quindi si ravvisa il livello evolutivo
raggiunto.
Appare tenebroso e denso nell'anima
inferiore e man mano aumenta di bianchezza, purificandosi sempre più in
proporzione ai progressi realizzati, mentre già è luminoso nello
Spirito evoluto ed acquista uno splendore inconcepibile nelle Entità
superiori.
Ogni Essere è una Scintilla di Luce; luce
dapprima profondamente velata, compressa, invisibile, che si sviluppa con la
forza morale, si accresce gradatamente e aumenta in estensione e in
intensità.
Il grado di radianza è il risultato di
un insieme di lavoro fecondo, di un tale numero di vite che, a noi
uomini, potrebbe sembrare un'eternità.
Tuttavia, per raggiungere queste
altezze quasi divine, bisogna lasciare sulle pendici che vi
conducono, gli appetiti, i desideri, le passioni, lacerandosi con le
spine, purificandosi alle acque dei ghiacciai.
Bisogna conquistare la dolcezza, la
rassegnazione, la fede; imparare a soffrire senza lamento, a piangere
in silenzio, e, sdegnando le ricchezze e le gioie effimere del mondo,
consacrare tutto il proprio cuore ai beni che non tramontano mai.
Bisogna deporre nei cimiteri della
Terra molte spoglie alterate dal dolore, soffrire senza ira
l'indigenza, l'umiliazione, il disprezzo, sentire i morsi del male,
il peso della solitudine e della tristezza, bisogna vuotare molte
volte il calice profondo e amaro.
Soltanto la sofferenza sviluppa le
forze virili dell'anima, temprandola per la lotta e l'ascensione,
purificandola e maturandola per le altezze che le aprono le porte della
Vita felice.
Essa è la Meta a cui tende l'evoluzione di ogni anima, dove tutti i sogni del bene si realizzano e le nobili aspirazioni si compiono, dove le speranze deluse, le affezioni respinte, gli slanci compressi della vita materiale si espandono liberamente per giungere di nuovo nel seno della grande Armonia.
Tratto dal libro "Dopo la Morte"
di Léon Denis
Relazione e adeguamento linguistico
contemporaneo a cura di:
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