di Antonio Socci
Il piccolo attore Connor Corum |
Sebirblu, 3 settembre 2014
Cari Lettori, vi segnalo un film degno
di nota che sarebbe uscito in versione italiana il 10 luglio nei
cinema, ma del quale non v'è traccia, e il cui DVD sarà accessibile
al pubblico dal 29 ottobre.
Si tratta de "Il Paradiso per
davvero" e narra la storia realmente accaduta del piccolo Colton
di quattro anni che, nel corso di una difficile operazione, ha
sperimentato un'uscita fuori dal corpo (NDE) incontrando Gesú, gli
angeli e alcuni parenti scomparsi prima di poterli conoscere.
Il fatto ha attirato l'attenzione del
famoso giornalista cattolico Antonio Socci che lo ha annoverato fra i
casi descritti nel suo ultimo libro "Tornati dall'Aldilà"
in seguito al suo personale coinvolgimento nel coma di sua figlia
Caterina "risuscitata" dopo ben 75 minuti di arresto cardiaco.
Egli, al riguardo, ha pubblicato un
articolo sul quotidiano Libero, che qui vi riporto, onde mettere in
risalto maggiormente l'emblematica vicenda di Colton e tentare così
di dare la "sveglia" a molti dormienti che ritengono ancora
non esserci vita dopo la morte.
Antonio Socci |
La storia del bambino che è stato in
braccio a Gesù
Il racconto clamoroso: "Non
preoccuparti, mamma, la sorellina sta bene… L'ha adottata Dio"
È il 2003. Il 4 luglio – festa
nazionale negli Stati Uniti – una normale famiglia americana che
vive nel Nebraska, a Imperial, paesino agricolo che ha appena
"duemila anime e neanche un semaforo", sta stipando di
bagagli una Ford Expedition blu.
I Burpo partono verso Nord per andare a
trovare lo zio Steve, che vive con la famiglia a Sioux Falls, nel
South Dakota (hanno appena avuto un bambino e vogliono farlo vedere
ai parenti).
L'auto blu imbocca la Highway 61. Alla
guida c'è il capofamiglia Todd Burpo, accanto a lui la moglie Sonja
e nel sedile posteriore il figlio Colton, di quattro anni, con la
sorellina Cassie.
Fanno rifornimento a una stazione di
servizio nel paese dove nacque il celebre Buffalo Bill prima di
affrontare immense distese di campi di granoturco.
È la prima volta, in quattro mesi, che
i Burpo si concedono qualche giorno di ferie dopo la scioccante
vicenda che hanno vissuto il 3 marzo di quell'anno.
La Famiglia Burpo alla Prima del film il 10 Aprile 2014 a Plano in Texas. Colton è a destra della foto. |
Il piccolo Colton quel giorno aveva
cominciato ad avere un forte mal di pancia. Poi il vomito. Stava
sempre peggio finché i medici fecero la loro diagnosi: appendice
perforata.
Fu operato d'urgenza a Greeley, in
Colorado. Durante l'operazione la situazione sembrò precipitare: "Lo
stiamo perdendo! Lo stiamo perdendo!".
Il bambino era messo molto male e passò
qualche minuto assai critico. Poi però si era ripreso. Per il babbo
e la mamma era stata un'esperienza terribile. Lacrime e preghiere in
gran quantità come sanno tutti coloro che son passati da questi
drammi.
In Cielo
Dunque, quattro mesi dopo, il 4 luglio,
la macchina arriva ad un incrocio. Il padre Todd si ricorda che
girando a sinistra, a quel semaforo, si arriva al Great Plains
Regional Medical Center, il luogo dove avevano vissuto la scioccante
esperienza.
Come per esorcizzare un brutto ricordo
passato il padre dice scherzosamente al figlio: "Ehi, Colton, se
svoltiamo qui possiamo tornare all'ospedale. Che ne dici, ci facciamo
un salto?".
Il bambino fa capire che ne fa
volentieri a meno. La madre sorridendo gli dice: "Te lo ricordi
l’ospedale?".
Risposta pronta di Colton: "Certo,
mamma, che me lo ricordo. È dove ho sentito cantare gli angeli". Gli angeli? I genitori si guardano
interdetti. Dopo un po' indagano.
Il bimbo racconta con naturalezza i
particolari: "Papà, Gesù ha detto agli angeli di cantare per
me perché avevo tanta paura. Mi hanno fatto stare meglio".
"Quindi", domanda il padre
all'uscita del fast food, "c’era anche Gesù?". Il bimbo
fece di sì con la testa "come se stesse confermando la cosa più
banale del mondo, tipo una coccinella in cortile. "Sì, c'era
Gesù".
"E dov'era di preciso?",
domandò ancora il signor Burpo. Il figlio lo guardò dritto negli
occhi e rispose: "Mi teneva in braccio".
Greg Olsen |
I due genitori allibiti pensano che abbia fatto un sogno nel periodo di incoscienza. Ma poi vacillano quando Colton aggiunge: "Sì. Quando ero con Gesù tu stavi pregando e la mamma era al telefono".
Alla richiesta di capire come fa lui,
che in quei minuti era in sala operatoria in stato di incoscienza, a
sapere cosa stavano facendo i genitori, il bambino risponde
tranquillamente:
"Perché vi vedevo. Sono salito su
in alto, fuori dal mio corpo, poi ho guardato giù e ho visto il
dottore che mi stava aggiustando. E ho visto te e la mamma. Tu stavi
in una stanzetta da solo e pregavi; la mamma era da un'altra parte,
stava pregando e parlava al telefono".
Era tutto vero. Così come era vero che
la mamma di Colton aveva perduto una figlia durante una gravidanza
precedente.
Colton, che era nato dopo, non l'aveva
mai saputo, ma quella sorellina lui l'aveva incontrata in cielo e lei
gli aveva spiegato tutto. Sconvolgendo i genitori: "Non
preoccuparti, mamma. La sorellina sta bene. L'ha adottata Dio".
Di lei il ragazzo dice: "non la finiva più di abbracciarmi".
Stupore e Clamore
Comincia così, con la tipica
semplicità dei bambini che raccontano cose eccezionali come fossero
normali, una storia formidabile che poi il padre ha raccontato in un
libro scritto con Lynn Vincent, "Heaven is for Real"
(tradotto dalla Rizzoli col titolo "Il Paradiso per davvero").
È da questo libro – che negli Stati
Uniti è stato un best-seller – che vengono queste notizie.
All'uscita, nel 2010, conquistò la
prima posizione nella top ten del "New York Times" e subito
dopo dalla storia di Colton è stato tratto un film che è appena
arrivato in Italia (dal 10 luglio), sempre col titolo "Il
Paradiso per davvero".
Il film, col marchio Tristar, è diretto da Randall Wallace (lo sceneggiatore di Braveheart) e negli Stati Uniti ha avuto un grande successo.
Può anche essere che da noi sia un
flop perché gli americani hanno una sensibilità religiosa molto più
profonda di quella europea (il caso americano smentisce il paradigma
della sociologia moderna secondo cui la religiosità declinerebbe
quanto più aumenta la modernizzazione).
La storia (vera) del piccolo Colton
peraltro è una tipica esperienza di pre-morte, cioè un fenomeno che
l'editoria e la cinematografia americana in questi anni hanno
scoperto e raccontato molto. Anche perché i maggiori istituti di
sondaggio Usa hanno scoperto che si tratta di un'esperienza
estremamente diffusa.
Un Fenomeno Enorme
Ne ho parlato nel mio ultimo libro,
"Tornati dall’Aldilà", perché negli ultimi quindici
anni la stessa medicina ha studiato approfonditamente questi fenomeni
scoprendo che non sono affatto da considerarsi allucinazioni, ma sono
esperienze reali, vissute da persone in stato di morte clinica.
Gli studiosi (io ho citato specialmente
i risultati di un'équipe olandese) si sono trovati a dover
constatare che la coscienza (anzi una coscienza allargata, più
capace di capire) continua a vivere fuori dal corpo anche dopo che le
funzioni vitali del corpo e del cervello sono cessate.
È quella che – con linguaggio
giornalistico – ho chiamato "la prova scientifica
dell'esistenza dell'Anima". Questi stessi studiosi, con le loro
analisi scientifiche, concludono che non si possono spiegare queste
esperienze se non ricorrendo alla trascendenza.
Mi sono imbattuto personalmente in
questo mistero con la vicenda di mia figlia e mi sono reso conto,
dopo aver pubblicato il mio libro, che tanto grande è l'interesse
popolare, della gente comune, quanto impossibile è in Italia una
discussione sui giornali (o in altre sedi) fra intellettuali e
studiosi, su questi fenomeni.
C'è letteralmente paura di guardare la realtà. La nostra è la cultura dello struzzo, quello che mette la testa dentro la sabbia per non vedere qualcosa che non vuole vedere.
C'è come una censura sull'Aldilà e –
in fondo – sul nostro destino eterno: "Tutto cospira a tacere
di noi, un po' come si tace un'onta, forse un po' come si tace una
speranza ineffabile" (Rilke).
Ma paradossalmente la censura
sull'Aldilà (e specialmente sull'Inferno) c'è anche in un certo
mondo cattolico che ha adottato "la sociologia come criterio
principale e determinante del pensiero teologico e dell'azione
pastorale" (Paolo VI).
Così accade che, paradossalmente, la
scienza è arrivata a constatare il soprannaturale in questi
fenomeni, prima del mondo ecclesiastico e teologico.
Eppure la Vita oltre la vita sarebbe
l'unica cosa davvero importante. La sola degna di meditazione. È il
grande conforto nel dolore della vita. È stata la grande Meta dei
santi.
Forse bisogna aver assaporato proprio
il dolore della vita e della morte per capire. Per avere questo
sguardo e questa saggezza. Per lasciarsi consolare dalla Realtà di
quell'abbraccio di felicità.
Eric Clapton, alla tragica morte del
suo bimbo, scrisse una canzone struggente, "Tears in Heaven",
dove fra l'altro diceva: "Oltre la porta c'è pace ne sono
sicuro. E lo so non ci saranno più lacrime in Paradiso".
Antonio Socci da "Libero", 13 luglio 2014
Se qualcuno fosse interessato ad una bella intervista ad Antonio Socci, QUI il link. È possibile anche vedere la puntata di Sulla Via di Damasco, in parte dedicata a questo tema, insieme allo stesso giornalista in studio: cliccare QUI per vederla (se non visibile, rintracciarla in archivio in data 05/07/2014).
Post Scriptum
Se qualcuno fosse interessato ad una bella intervista ad Antonio Socci, QUI il link. È possibile anche vedere la puntata di Sulla Via di Damasco, in parte dedicata a questo tema, insieme allo stesso giornalista in studio: cliccare QUI per vederla (se non visibile, rintracciarla in archivio in data 05/07/2014).
Fonte: antoniosocci.com
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