Il Discorso di Putin a Valdaj:
"Il Disordine planetario e il Ritorno alla
saggezza"
Il presidente Vladimir Putin ha
concluso i lavori dell'undicesima sessione del Club di Valdaj che si
è svolto a Sochi dal 21 al 24 ottobre ultimo scorso.
Il tema era: l'ordine mondiale, nuove
regole o assenza di esse? Ho avuto la possibilità di partecipare a
questi dibattiti molto ricchi sia per la loro libertà quanto per
l'elevatezza del tono che onorano la Russia nel dialogo con il mondo
intero.
Il premier russo si è espresso
davanti a 108 esperti di politica estera, di cui 62 inviati stranieri
provenienti da 25 paesi diversi, e si è mostrato molto schietto
nella sua analisi sulla crescita del caos globale, sebbene tracci
delle linee di speranza per un mondo pacifico.
1) Il Pianeta minacciato dal Disordine
in aumento.
Secondo Putin, l'aspetto planetario
muta e la storia mostra che il cambiamento si accompagna in generale
a gravi conflitti. I fondatori dell'ordine mondiale bipolare dopo la
seconda Grande Guerra si rispettavano. Ora non più.
Gli Stati Uniti si sono dichiarati i
soli vincitori della guerra fredda ed hanno stimato che potevano
rimodellare il globo in funzione solo dei loro interessi. Il diritto
internazionale è stato calpestato a vantaggio dell'arbitrarietà del
più forte e ci si è serviti dei media ai fini di una propaganda
unilaterale.
La forza militare, il ricatto economico
e la suddetta propaganda sono stati imposti al mondo ma hanno
provocato risultati spesso contrari. L'esagerazione, in un certo
senso, alimenta l'eccesso inverso, come aveva già mostrato la
filosofia greca dopo Eraclito.
Gli Stati Uniti hanno patrocinato dei
gruppi estremisti islamici, dapprima contro l'URSS e in seguito con gli
attentati dell'11 settembre a New York, e questo ha aperto loro gli
occhi sul pericolo del nuovo scenario apertosi.
Le Torri gemelle nell'agosto 2001 quando svettavano ancora sull'orizzonte di Manhattan |
Tuttavia, le azioni militari contro
l'Iraq, l'Afghanistan e la Libia spesso condotte disdegnando il
parere dell'ONU, hanno dato risultati opposti a ciò che si era
sperato.
Oggi, un barbaro movimento islamita
progredisce militarmente in Irak con uomini esperti ed armi
sofisticate. Il denaro viene dalla droga e dal petrolio e l'Occidente
ha lasciato fare, agevolando gli stessi terroristi quando si trattava
di abbattere dei regimi laici aborriti.
Il mondo unipolare dominato da
Washington dimostra di non battersi per qualche cosa, perché
continua soltanto ad additare avversari secondo la logica geopolitica
vicina al nazismo di Carl Schmitt che consisteva prima di tutto nella
designazione del nemico.
Nel campo economico, si è arrivati a
ritrattare i principi stessi dell'economia di mercato che invece si
pretendeva di difendere. Le sanzioni contro la Nazione russa
rimettono in causa il libero commercio e la proprietà privata. Si
vuole isolare la Russia – nota il Presidente Putin.
Questo mi ricorda come Napoleone
volesse emarginare l'Inghilterra con il suo «blocco continentale».
È per renderlo più efficace che attaccò la Russia provocando così
la sua disfatta. Voler isolare economicamente il nostro Stato è
assurdo: sarebbe sufficiente guardare una carta geografica.
La Campagna Napoleonica Russa di Jean Louis Ernest Meissonier - 1814 |
La Russia non si separerà mai
dall'Europa a motivo dei potenti legami economici che esistono già.
In più, essa è ben posizionata per sviluppare le sue relazioni con
l'Asia che sta assumendo un posto crescente nell'economia mondiale.
La politica degli Stati Uniti e dei
suoi satelliti europei – continua il Presidente Putin – provoca
un'escalation di conflitti etnici, religiosi e sociali, come si vede
adesso in Ucraina.
Ci vuole dunque una nuova politica che
assicuri un minimo di equilibrio globale. È doveroso porre fine
all'aumento inesorabile del caos a livello internazionale.
2) Il Ritorno all'Ordine:
risposta all'ideologia imperialista di Brzezinski.
Il Premier insiste sulla cooperazione
tra Stati sovrani, applicando tutte le regole del diritto
internazionale e rispettando le tradizioni culturali e storiche di
ogni nazione. Tutto l'insieme è nato da una lenta evoluzione che
bisogna rispettare come un'eredità preziosa.
Mi ricordo degli insegnamenti ricevuti
dal professor Friedrich Hayek, premio Nobel d'economia, nei suoi
libri «Diritto, Legislazione e Libertà» e «Pretesa Fatale: gli
Errori del Socialismo» in cui mostrava come le istituzioni derivate
dall'evoluzione: la lingua, il diritto o la morale, contenessero informazioni
preziose accumulate nel corso dei secoli.
Voler forzare la storia e distruggere
quanto acquisito porta soltanto alle guerre e alla regressione
economica e culturale.
La grande lezione dei sociologi
occidentali come Edmund Burke e Hayek e dei pensatori russi come
Dostoyevskij nel suo romanzo "I Demoni" sembra dimenticata
oggi dagli americani, ma ripresa dalla Russia.
In avvenire gli Stati potranno vivere
solo nell'interdipendenza e nel dialogo permanente. È questo rifiuto
a relazionare con la Russia da parte della UE e degli USA che ha
finito per precipitare l'Ucraina nel caos.
Coloro che attualmente lodano le
rivoluzioni colorate (significato QUI; ndt) e ne etichettano gli
artefici come "artisti brillanti", precisa Putin, non hanno
appreso nulla da un ventesimo secolo rivoluzionario che ha causato
tanto spargimento di sangue all'insegna di un romanticismo atto a
creare un supposto «uomo nuovo».
Ed è proprio incredibilmente nel nome
di quest'uomo nuovo, fascista, comunista o cosmopolita, e dei suoi
diritti manipolati, che si osa opprimere l'uomo reale.
Il presidente russo propone un dialogo
concreto fra l'Eurasia (Russia, Bielorussia, Kazakistan) e l'Unione
Europea, e un margine di cooperazione da Lisbona a Vladivostok.
Di fronte alle sanzioni arbitrarie
degli Stati Uniti e della Commissione di Bruxelles, egli propone di
continuare a tenere la porta aperta!
La priorità è chiara per lui:
«migliorare le nostre istituzioni democratiche, mantenere l'economia
accessibile e tutto questo sulla base dei valori tradizionali e dell'amor di patria».
La Russia, aggiunge, non ha
un'ambizione imperiale e vuole accrescere l'intesa collaborativa
planetaria senza creare blocchi artificiali.
Il discorso di Putin contrasta con ciò
che si può leggere nell'opera dello stratega ispiratore dei
presidenti americani, dopo Jimmy Carter, il professor Zbigniew
Brzezinski.
Zbigniew Brzezinski |
Nel suo libro «La Grande Scacchiera»,
egli sostiene la legittimità dell'imperialismo americano, «novello
impero romano che porta la civiltà ai barbari» (sic)!
Secondo lui, la Russia minaccia
l'egemonia americana perché si estende fino all'Eurasia, il continente
più importante della Terra. Bisogna dunque isolare la Russia e
separarla dal suo ambiente naturale circostante, cominciando
dall'Ucraina.
Questa ideologia è chiamata, come
detto sopra, «Pretesa Fatale» secondo la definizione di Hayek, e può
aumentare solamente le tensioni nel mondo, a detrimento stesso dei
cittadini americani.
3) Il Declino delle qualità dei
Protagonisti politici in Occidente.
Il Premier ha concluso con un tema che
ci ricorda Aristotele: si sa che il grande filosofo greco scriveva
che la prudenza era la qualità maggiore di un grande decisionista
politico.
Questa prudenza era la saggezza
applicata alle situazioni concrete. Adesso, la stessa accortezza
sembra avere abbandonato parecchi dirigenti, specialmente americani.
Ciò proviene forse dal fatto che i
poteri occidentali siano ormai soltanto delle democrazie apparenti,
perché manovrati, in realtà, da potenti oligarchie.
Il presidente americano Eisenhower,
vecchio grande generale della seconda guerra mondiale, paventava
questo pericolo e l'aveva denunciato nel suo discorso d'addio nel
1961.
Temeva che la democrazia americana
potesse essere fuorviata dal reticolo di poteri del «complesso
militare-industriale» il quale, prendendo il dominio, avrebbe potuto
utilizzare la forza dello Stato per soddisfare gli interessi delle
grandi oligarchie economiche a discapito del bene comune della
Nazione statunitense.
Oggi, questa predizione sembra
realizzarsi e il cittadino medio americano deve rimpiangere il
passato «isolazionista» del suo paese, senza cadere ancora però da
un eccesso all'altro.
Questo rifiuto degli estremi,
proveniente dal pensiero umanistico generato dai greci e ripreso nel
cristianesimo, è oggi chiaramente espresso dal presidente Putin.
A Valdaj, egli ha descritto il pericolo
del caos mondiale per il disprezzo di ogni regola e ha tracciato le
condizioni di un ritorno ad un ordine più equilibrato.
Il suo discorso rappresenta
perfettamente il simbolo russo di San Giorgio a cavallo che abbatte
il drago: il connubio dell'intelletto (l'uomo) con il cuore (il
cavallo) per disciplinare gli istinti disordinati della bestia che è
presente anche in noi.
Raffaello Sanzio - San Giorgio e il Drago |
Una buona politica riporta sempre ad una filosofia di saggezza che rispecchia spesso molto bene la teologia della nostra vecchia tradizione spirituale che si è cimentata con le sue prove sin dall'epoca di Costantinopoli e di Roma antica.
Traduzione: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: french.ruvr.ru
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