Sebirblu, 10 novembre 2015
Con questo articolo, gentili Lettori,
benché ne abbia ampiamente parlato QUI, ritorno ad occuparmi del
microchip, perché forse molti di voi non sanno che le diaboliche
menti di questo sistema, al quale purtroppo dobbiamo sottostare,
hanno pensato bene di "somministrarlo" in pillole...
I Microchip in Pillole
Di Luciano Gianazza
Qualche anno fa la "CNNMoney.com"
riferì che la FDA concesse l'approvazione per il primo "sensore
ingeribile", un microchip all'interno di una pillola.
I pazienti si preparino: stanno per
essere "chippati". Big Pharma sta pompando milioni di
dollari nella ricerca di tecnologie all'avanguardia che consentiranno
a microchip impiantabili di "migliorare" enormemente la
nostra salute e le nostre vite.
Da molto tempo Big Pharma sta lavorando
tramite le aziende specializzate del settore su fantascientifici
microchip cerebrali. Naturalmente, gli enormi vantaggi di questi
impianti superano di gran lunga i rischi, almeno agli occhi dell'uomo
disinformato, e una volta che questi microchip verranno introdotti,
tutti chiederanno di farseli inserire.
Inizialmente, i dispositivi cerebrali
verranno commercializzati come "innovazioni rivoluzionarie"
che possono curare malattie croniche (e già avviene, come si dice QUI; ndr) e
che possono consentire ai disabili di avere una vita normale.
Si provi ad immaginare la pubblicità
che circonderà tali inserimenti, quando le persone scopriranno che
sarà possibile sbarazzarsi del peso superfluo nel giro di pochi
giorni o che scaricare un intero corso universitario nella memoria
sarà solo questione di ore.
Le possibilità di questo tipo di
tecnologia sono infinite, ed avere microchip impiantati nel cervello,
grazie anche a serial televisivi e film fantascientifici
sull'argomento, viene sempre più considerato abbastanza normale.
Tutto sembra materiale per un buon romanzo di fantascienza fino a quando non si è data un'occhiata ai
titoli (riportati a suo tempo; ndr) su CNNMoney.com: "«Digitalpill» with chip inside gets FDA green light."
Proteus Digital Health ha
ottenuto una grande vittoria quando l'ente statunitense Food and Drug
Administration concesse l'approvazione per l'invenzione del «sensore
ingeribile».
Il dispositivo di 1 mm²,
approssimativamente delle dimensioni di un granello di sabbia, può
trasmettere all'ospite informazioni riguardo agli organi interni, e
se si sceglie l'opzione, anche al proprio medico o all'infermiere.
Da tempo Proteus pubblicizza i benefici
del suo microchip ingeribile. Secondo Andrew Thompson, CEO e
cofondatore di Proteus, il piccolo strumento sarà un vantaggio
enorme per chi dimentica di assumere farmaci o ha la necessità di
monitorare le sue condizioni di salute.
Il chip risiede semplicemente dentro il
corpo e trasmette i segnali ovunque si desideri che debbano andare.
Il minuscolo dispositivo, racchiuso in
una pillola, viene ingerito con il farmaco prescritto vero e proprio,
così come viene assunta qualsiasi altra pasticca. Poi trasmette le informazioni
attraverso la pelle a un cerotto che fa da antenna.
Questo a sua
volta trasmette tutti i dati ad un telefono cellulare o a qualsiasi altro
meccanismo che si autorizza, per esempio un congegno di monitoraggio
nello studio del proprio medico. Il microchip è alimentato dalle reazioni
elettrochimiche del corpo.
Ovviamente, tutti noi possiamo
individuare una vasta gamma di apparenti benefici per la salute, ed è
esattamente ciò su cui conta la Big Pharma, ma il potenziale di
abuso è allarmante.
Si consideri:
– Se i segnali dal microchip possono
essere ricevuti da uno studio medico, a miglia e miglia di distanza,
chiunque con le apparecchiature adeguate li può captare, come viene
già fatto con le intercettazioni telefoniche di conversazioni, SMS e
email.
– Se il microchip è in grado di rilevare
quali farmaci un paziente stia assumendo, e quando, quali altre
sostanze può rilevare nel sangue?
– Quando anche i chip cerebrali usciranno
dalla fase sperimentale (ma come suddetto sono già in uso nel Regno
Unito; ndr) e si potrà scegliere di inserire un intero corso
universitario direttamente nella propria mente, quali altre
informazioni potranno esservi immesse senza esserne nemmeno a
conoscenza?
– Se si potessero introdurre pensieri e
sentimenti direttamente nella mente dei cittadini, ed è quello che
stanno progettando di fare, un governo potrebbe ottenere un controllo
totale senza doversi preoccupare che gli stessi possano rivoltarsi
contro.
In realtà, si potrebbero programmare
questi chip per far sentire bene tutti, senza interruzione,
esulando completamente dai fatti della vita in cui sono coinvolti.
Ma si potrebbe anche fare in modo che producano uno
stato di "natural high", ovvero uno stato di euforia senza
droghe, che duri ad oltranza. Ciò renderebbe i cittadini
incredibilmente dipendenti dai microchip, fino al punto in cui non vorrebbero mai
rinunciarvi.
Questo tipo di tecnologia ha il
potenziale per essere una delle più grandi minacce alla libertà
nella storia del genere umano.
Non è un segreto che la Big Pharma e
il governo degli Stati Uniti abbiano legami molto stretti. In un'intervista
di tempo fa, Jonathan Emord, autore di "The Rise of Tyranny",
riporta sulla Big Pharma e la FDA:
"La FDA è dominata dai politici –
non da scienziati o dottori – ma da persone che hanno fatto la loro
carriera nell'assetto politico in base alla loro capacità di
tutelare gli interessi che controllano il governo."
Aggiungo che questa situazione di
collusione legale esiste in tutti i paesi del mondo. La Big Pharma ha
le mani lunghe e i ministri della sanità spesso sono stati rei di
corruzione anche se non sempre condannati a causa di indagini
opportunamente insabbiate.
Pure in Italia abbiamo avuto casi di
ministri corrotti e condannati, anche se una volta usciti dal carcere
sono stati messi a capo di importanti associazioni come quelle per la
ricerca sul cancro o sull'AIDS con il beneplacito delle case
farmaceutiche.
Altri invece l'hanno fatta franca;
spesso si sente parlare, per fare un esempio fra i tanti casi di
mala-sanità, di indebiti sprechi per l'acquisto di vaccini inutili
per milioni di euro, poi il silenzio lentamente cala e non se ne sa
più nulla.
"Il processo per l'approvazione da
parte della FDA di un farmaco costa una cifra stimata di 1 miliardo
di dollari, dall'iniziale sviluppo al consenso finale dello stesso.
E questa è una stima per difetto che
non comprende i pagamenti per i lobbisti, i contributi per la
campagna pubblicitaria del farmaco e dei salari corrisposti ai
funzionari pensionati della FDA che vengono assunti dalle aziende
farmaceutiche dopo aver lasciato l'incarico."
"Di quel miliardo di dollari, una
parte va a giustificare la sperimentazione clinica, un'altra va ai
medici che portano avanti la procedura per l'approvazione, e il saldo
va alla FDA."
Non è la solita "teoria di
complottisti fantasiosi" come cercano di far passare i
detrattori di questo tipo di informazione. Quelli che stanno facendo
questo sono qui e adesso.
La FDA e la Big Pharma controllano ogni
aspetto della salute collettiva. Dicono al nostro medico quali
farmaci ha il permesso di prescrivere, e se ci fosse un farmaco
sperimentale che possa immediatamente curare il cancro non lo
approverebbero mai, a meno che il produttore non possa pagare i
miliardi di dollari che servono per soddisfare tutti i racket.
Ora, sapendo tutto questo, pensate che
una persona si berrebbe tutte le favole pubblicitarie sbandierate che un microchip impiantato da qualche parte nel proprio corpo sia solo a nostro vantaggio?
Credete veramente che la FDA, la Big Pharma, l'OMS, i vari ministeri della sanità e i governi ignoreranno il potenziale di profitto e di abuso che questa "soluzione finale" offre a tutti loro?
Relazione, adattamento e cura di
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: medicinenon.it
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