La Tregua in Siria: una Nuova immensa
Vittoria Russa
Il recente accordo tra gli Stati Uniti
e la Russia non risolve nulla realmente, non mette nemmeno fine alla
guerra, e i due lati manifestano molta prudenza sul suo futuro esito.
Ma nel frattempo è un'immensa vittoria per la Russia.
Mentre è ancora troppo presto per dire
che gli ex-sovietici abbiano avuto "la meglio" in Siria, penso
sia giusto precisare adesso come la loro posizione abbia
avvantaggiato i siriani. Ecco perché:
1° ‒ Nessuno presume più che il
regime di Assad possa essere rovesciato o che Damasco sia presa, e
questo significa che tutti hanno riconosciuto, ora, che la Repubblica
araba siriana, sostenuta dalla Russia, è riuscita a respingere con
successo l'aggressione dell'enorme alleanza anglo-sionista
programmata per destituire Assad.
2° ‒ La Russia ha indotto il
Consiglio di Sicurezza dell'ONU e gli USA ad ammettere che la vasta
maggioranza di coloro che combattono Assad sono, in effetti, dei
terroristi.
Certo, non è in questa maniera che ciò
è stato espresso, ma se si osservano le organizzazioni che le
Nazioni Unite hanno classificato come tali, allora, in netta preponderanza, la coalizione anti-Assad è formata da loro. Questo
vuol dire che la legittimità morale e giuridica delle forze nemiche
alla Siria è in frantumi.
3° ‒ Indipendentemente da quello che
Erdogan cerca di fare, ci sono oggi dei segni chiari che né la NATO,
né l'Unione Europea e tanto meno l'alto Comando militare Turco
vogliono una guerra con la Russia.
Questo perché il gioco di Erdogan non
ha sortito l'effetto voluto e tutta la sua politica sulla Siria è
ora completamente morta. Basta osservare come il Kremlino, dopo il
perfido attacco al SU-24 russo, si sia posto l'obiettivo di
"saakashvilizzare" Erdogan (ossia demonizzarlo come ha
fatto con l'avventuriero Mikhail Saakashvili, QUI; ndt).
Tale scopo è quasi raggiunto e
l'avvenire del presidente turco sembra molto, ma molto oscuro: tutti
(ad eccezione forse dei Sauditi) sono disgustati e stanchi di questo
"fanatico".
Recep Tayyip Erdoğan, nato il 26 febbraio 1954 ed attuale Presidente della Turchia |
Ciò che di meglio potrebbe accadere in
Turchia, adesso, sarebbe che i militari si liberassero di Erdogan e
lo rimpiazzassero con qualcuno avente sinceramente il desiderio di riparare tutti i danni causati da lui.
4° ‒ tutte le minacce miranti ad
imporre una zona d'interdizione aerea o ad occupare la Siria sono
state vanificate da un accordo dichiarante fondamentalmente come
chiunque non rispetti il cessate il fuoco diventi un bersaglio
legittimo da combattere e da distruggere.
5° ‒ Gli Stati Uniti hanno dovuto
accettare l'umiliazione di acconsentire a tutte le condizioni russe
per la tregua attuale, e possono, o forse potranno, cercare di
rinegoziare in parte o interamente tale accordo, che però è stato
stabilito, e sarà oltremodo difficile, se non impossibile a loro,
ritornare apertamente alla politica antecedente il 2016.
6° ‒ Qualcuno si ricorda ancora i
discorsi di Hillary Clinton sulla Siria e la Russia? La sua posizione
era chiara come acqua di fonte: "Assad deve andarsene e coloro
che lo sostengono devono essere puniti."
Anche dopo l'inizio dell'offensiva
militare del Cremlino, gli Stati Uniti hanno rifiutato di dire ai
russi dove si trovavano i "buoni" e i "cattivi"
terroristi. Nessuno scambio con essi era accettabile.
Ora, gli americani hanno dovuto
acconsentire a cooperare con loro su una carta della Siria indicante
l'ubicazione dei partecipanti alla tregua e la posizione di coloro
che ne sono stati esclusi.
In altri termini, gli USA dovranno
d'ora in avanti mettere a disposizione della Russia ogni informazione
che prima si rifiutavano di trasmettere e lavorare insieme ad essi
quotidianamente.
7° ‒ In pratica, la Russia è
riuscita ad aggregare quello che si chiama esercito libero siriano.
Come? Inducendo ogni fazione su quel territorio a scegliere tra due
statuti possibili: essere un terrorista, e quindi un bersaglio
legittimo per la distruzione, o un partecipante al processo politico
concepito interamente dal Cremlino.
I russi stanno anche aprendo un centro
operativo alla base aerea di Khmeimim, nei pressi di Lattaquié,
per prestare assistenza all'insieme dei partecipanti alla tregua.
Velivolo russo alla base aerea di Khmeimim |
Questo, al momento, è certo un
successo principalmente diplomatico, ma è stato reso possibile da
una vittoria militare russa. Vale a dire che un minuscolo
contingente, inviato da Putin, ha completamente neutralizzato i piani
di tutto un Impero mondiale. E ciò, in sé, è di una portata
straordinaria!
A mio avviso, gli altri grandi
beneficiari della situazione sono i Kurdi che, secondo dei portavoce
britannici, sembrano essere intenti ad organizzare le operazioni
strategiche insieme all'esercito di Damasco e alle forze aeree russe
e, di conseguenza, realizzare il loro sogno di congiungersi con le
regioni irachene e siriane del Kurdistan.
Questo, se si avvera, è forse il
peggior incubo di Erdogan, perché da ciò proviene il rischio
persistente di un'operazione militare turca che crei una zona
cuscinetto, ma in realtà, utile solo per salvargli la faccia.
Un simile intervento viene da lui
considerato come una potenziale possibilità, fino a che può
proseguire a sperare di compiere un'aggressione contro i suoi vicini
sotto la protezione della NATO e degli Stati Uniti. E ciò non verrà a crearsi tanto presto.
E poi ci sono i sauditi, in preda ad
una grande collera; furiosi al punto di proferire esplicite minacce
sull'uso delle armi nucleari per neutralizzare i loro avversari.
In effetti, dopo che il Pakistan si è
dotato della bomba atomica, non vorrei scartare del tutto
l'esternazione saudita di possedere un gran numero di testate
nucleari. Ma questo conta davvero?
Assolutamente no.
È senz'altro possibile che gli arabi
abbiano l'abilità per maneggiare tali armi. Ed è altrettanto
possibile che si siano impadroniti di una sufficiente quantità di
materiale radioattivo per costruire alcuni ordigni. Potrebbero essere riusciti a procurarsene qualcuno anche presso i pakistani o gli
israeliani.
Ma anche se ciò fosse vero, la realtà
è che i sauditi non possiedono nemmeno la capacità militare di
confrontarsi con il più povero dei paesi arabi del pianeta, lo
Yemen, e non sono in grado per niente di disporre della benché
minima destrezza di servirsi dei loro strumenti atomici in modo da
permettere loro un vantaggio militare qualsiasi.
Dopotutto, di che cosa parliamo qui? Di
utilizzare delle armi nucleari contro l'esercito siriano? Contro
l'Iran? Contro la Russia? È completamente ridicolo.
In verità, quali che siano le
competenze nucleari possedute dai sauditi o meno, il fatto di
lanciare intimidazioni minacciando il loro utilizzo non è che un
segno di debolezza e di paura, non certo di forza. È per questa
ragione che nessuno è impressionato da queste dichiarazioni, e i
destinatari delle stesse lo sono ancor meno.
Benché sia perfettamente vero che
l'ultima intesa tra la Russia e gli Stati Uniti non sancisce la fine
della guerra in Siria, si tratta di una svolta, una sorta di accordo
del tipo "Minsk 2" (quello stipulato per la tregua in
Ucraina; ndt) che nessuno vuole veramente rispettare, ma che suggella
la disfatta dei piani anglo-sionisti su Damasco così come è andato
in fumo il sogno ucro-nazi a Kiev.
Il tempo è dal lato russo e siriano.
Ogni giorno che passa, il peso dell'intervento di Putin in Siria
diventerà più potente, similmente alle Forze Armate siriane.
Vladimir Putin, nato il 7 ottobre 1952 a San Pietroburgo |
Ciò, in sé, non basterà a vincere
Daesh (ossia l'ISIS), e noi possiamo aspettarci una forte resistenza
dei folli "takfiri" (gli empi; ndt), ma il messaggio è
stato scritto sul muro a lettere di fuoco affinché tutti lo vedano:
più i russi e gli americani si saldano insieme, meno la Turchia e
l'Arabia Saudita saranno in grado di determinare l'esito della
guerra.
In altre parole, mentre si è lontani
dall'essere alla fine di Daesh, è il principio della fine per Daesh
in Siria.
Di nuovo è provato che gli oppositori
sistematici e coloro che odiano Putin hanno avuto torto. Per essere
onesto, anch'io: non avrei mai pronosticato che i Russi potessero
realizzare tanto con così poco e tuttavia hanno vinto questa
scommessa estremamente pericolosa aggiudicandosela.
Soltanto una combinazione sommamente
sofisticata di mezzi militari, economici, diplomatici e politici avrebbe
potuto produrre un risultato così rimarchevole, ma Putin,
a quanto pare, ha trovato il perfetto dosaggio.
Il cammino da percorrere rimane
oltremodo rischioso, senza dubbio, ma l'esito delle venti
settimane di intervento russo in Siria è assolutamente eccezionale.
Traduzione: sebirblu.blogspot.it
Fonte: echelledejacob.blogspot.it
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