domenica 24 aprile 2016

ATTUALISSIMO! Tramite un Sacerdote la Madonna dice...


L'Angelo della Morte in San Pietro in Vincoli, a Roma - Emblematico no?

Il Giorno del Grande Combattimento

È il trionfo delle tenebre. Dal falso vicario di mio Figlio è infine arrivata l'autorizzazione, se non l'ingiunzione di gettare in pasto ai peccatori pubblici, induriti e ostinati, il Suo preziosissimo Corpo, che io gli ho fornito dalla mia stessa purissima sostanza, unito in modo indissolubile alla Sua Divinità…

Quella carne con la quale si è immolato sulla croce in espiazione dei peccati umani e quel sangue che ha versato in riscatto dell'umanità decaduta a causa della sua prevaricazione, quella stessa umanità che ora è tornata al suo vomito calpestando la grazia inestimabile, assolutamente immeritata, che il Frutto delle mie viscere le ha meritato con me, fusa con Lui, sul Calvario.

Non credono più nel Sacrificio redentore, non sanno più di quale impensabile Amore li abbiamo amati, non si rendono conto del rischio terribile che corrono… perché non riconoscono più i loro peccati. Ora si sentono pienamente confermati da quella che ritengono la suprema autorità morale – e che lo sarebbe, se non occupasse quel posto in modo illegittimo e indegno.




Dalla sera di quel venerdì al mattino del primo giorno della settimana fu per Me com'è oggi per voi: un'unica, assoluta, interminabile notte dello spirito.

Io scrutai quel buio siderale, sostenni quel vuoto imponderabile, mi piantai nel nulla dell'assenza totale di Dio, senza il minimo appoggio né umano né divino… se non quello della fiamma di carità e di fede che lo Spirito Santo alimentava nel mio Cuore immacolato, a tal punto nascosta in esso che non ne scorgevo neanch'Io la luce.

Fu l'Amore a mantenere accesa in me la fede: solo per amore volli continuare a credere, nonostante la radicale e apparentemente irreversibile smentita dei fatti.

Io sapevo, certo sapevo di aver messo al mondo un Figlio che sarebbe risorto; ma conoscere le promesse di Dio risparmia forse dall'essere dilaniati, non dal dubbio, no, bensì dallo strazio di vedere il proprio stesso Amore, la Vita della propria vita, giacere esanime nel sepolcro, reso irriconoscibile dall'odio satanico?

Anche il Suo Corpo mistico, nato dall'acqua e dal sangue del Suo costato trafitto, nutrito della Mia carne incontaminata, da Lui assunta, si riconosce ormai a stento, schiaffeggiato, deriso e umiliato nelle sue membra fedeli, macchiato, disgregato e disperso nelle sue membra fedifraghe.

Certo, nella sua essenza la Chiesa è e sarà sempre, indefettibilmente, una, santa, cattolica e apostolica, ma nella condizione storica della sua porzione militante è orrendamente lacera e infangata. Quanti miei figli se ne allontaneranno ancora, scandalizzati e disillusi?

Già quando falsificarono il santo Sacrificio dell'altare, molti di loro si dissero: «Se i preti possono cambiare la religione dall'oggi al domani, vuol dire che non era vero niente e che, finora, ci hanno ingannati».

Così smisero di credere e di andare in chiesa, mettendo a repentaglio la propria eterna salvezza. Quanto ho dovuto faticare per scusarli di fronte a mio Figlio, che, pur con tutte le attenuanti, vede perfettamente le inaggirabili responsabilità individuali!

Ora, a maggior ragione, diranno: «Se la Chiesa ha cambiato parere in materia morale, significa che finora si era sbagliata e che, quindi, può sbagliarsi ancora, in questo come in tutto il resto»




E poi, se più nulla è peccato, a che serve pregare, confessarsi e cercare di evitare il male? Quante anime si perderanno a causa di questo supremo inganno? Sì, se acconsentono all'iniquità sono responsabili della propria sorte; ma l'Amore di una Madre può per questo rimanere indifferente, abbandonandole al loro tragico destino?

Perciò svegliatevi, figli miei fedeli! Smettete di lamentarvi e di gemere inutilmente, per quanto vi sanguini il cuore. Siate forti nel sopportare il buio con olimpica quiete e nel lasciarvi purificare dal serafico ardore che vi mando. È doloroso, ma dovete farvi immacolati per la missione che vi attende, per formare il resto santo degli ultimi tempi.

E voi, ministri del mio Unigenito, miei figli prediletti, voi che siete Sua bocca, Sue mani, Suo cuore, scuotete il vostro animo dall'incertezza e dallo smarrimento, alzatevi in piedi con coraggio per mettervi alla testa del mio esercito di eletti.

Se vi obbligheranno ad agire contro coscienza (cioè contro la santa Legge di Dio, che, quale unica via del Paradiso, della vostra coscienza è la forma), prendete con sicurezza le vostre decisioni. Non abbiate paura: mi incarico Io stessa del vostro futuro.

Ora che – secondo la parola profetica (Dn. 3, 38; ndr) – non avete più né principe, né capo, né profeta, Gesù stesso vi pasce e vi guida, Gesù stesso è il pastore e vescovo delle vostre anime, Gesù stesso è la vostra norma inviolabile e sicura: Ego sum pastor bonus, qui pasco oves meas… Ego sum via, veritas et vita.

Volgetevi a Lui e radunate il Suo gregge. Siate semplici come colombe e scaltri come serpenti. Se mio Figlio vi concederà la grazia del martirio, in qualunque forma, non fuggitela, purché siate certi che è Lui a volerlo, piuttosto che un impeto avventato o una fiammata di zelo inopportuno.

C'è bisogno di valenti ed esperti generali che guidino le mie truppe alla vittoria, non di eroi di un momento di cui si avrà facilmente ragione. Imparate la lezione del 1812 dai miei cari figli della terra russa: dopo aver lasciato avanzare il nemico fino all'antica capitale, lo privarono di ogni approvvigionamento per costringerlo ad andarsene, poi lo attaccarono nella ritirata.

Ho invano chiesto la consacrazione di quel nobile Paese affinché la sua conversione ribalti le sorti del mondo dominato dai nemici di Dio; perciò pregate, digiunate e offrite per questa intenzione decisiva.




La Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola, 
il 12 aprile 1947 alle Tre Fontane – Roma.

«La Chiesa tutta subirà una tremenda prova, per pulire il carname che si è infiltrato tra i ministri, specie fra gli Ordini della povertà: prova morale, prova spirituale.

Per il tempo indicato nei libri celesti, sacerdoti e fedeli saranno messi in una svolta pericolosa nel mondo dei perduti, che si scaglierà con qualunque mezzo all'assalto: false ideologie e teologie!

L'appello d'ambo le parti, fedeli e infedeli, sarà fatto in base a prove. Io fra voi eletti, con Cristo capitano, combatteremo per voi. [...] L'ira di Satana non è più mantenuta; lo Spirito di Dio si ritira dalla terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo.

Figli, diventate santi e santificatevi di più, amatevi tanto e sempre. [...] Schieratevi tutti sotto il vessillo di Cristo.

Lavorando in tal modo, vedrete i frutti della vittoria nel risveglio delle coscienze al bene; pur essendo nel male, vedrete, tramite vostro aiuto cooperativo efficace, peccatori che si convertono e l'Ovile riempirsi d'anime salvate».




Post Scriptum

Mi permetto di consigliare vivamente a tutti il nuovo libro di Saverio Gaeta con i messaggi inediti della Vergine, le visioni profetiche regolarmente avveratesi, e quelle d'oggi in via d'attuazione, del veggente Bruno Cornacchiola alle Tre Fontane di Roma.

Relatore: Sebirblu.blogspot.it


sabato 16 aprile 2016

Presto due tipi di RIVELAZIONE-UFO? USA e VATICANO




Sebirblu, 15 aprile 2016

L'articolo seguente dimostra, ancora una volta, l'ipocrisia spregiudicata di quanti governano questo pianeta che, persuasi ormai di aver perso la partita finale con l'Umanità (non dimentichiamo che lo scontro vero è tra il Buio e la Luce), cercano di svelare il famoso "segreto di Pulcinella", ma sempre a loro tornaconto però...

E sì, cari Lettori, anni ed anni sono passati senza aver fatto trapelare nulla al mondo che, ignaro, ha proseguito faticosamente il suo cammino credendo di progredire... per ritrovarsi ora, più che mai, sull'orlo dell'abisso!

Ma i nostri "aguzzini" non hanno tenuto conto che "Il diavolo fa le pentole e non i coperchi", dato che la gente si sta risvegliando... e perciò capisce che anche questa manovra di svelamento dell'ultimo minuto odora di zolfo.

Dunque, non facciamoci illusioni, anche se gli extraterrestri esistono davvero e aspettano che tutti noi, finalmente, optiamo per le cose dello Spirito cambiando totalmente direzione di marcia e non facendoci allettare ancora e ancora da false luci ingannevoli.

La via d'uscita da questa maleodorante palude planetaria è solo trascendente e quindi sta a noi scegliere di prepararci per la svolta decisiva che senz'altro verrà, e molto presto (cfr. QUI), ma NON come ci viene propinato da questa élite presuntuosa ed arrogante, né tanto meno dal "Falso Profeta" che strizza l'occhio a tutti meno che ai giusti! (Cfr. QUI e QUI).




Presto due tipi di RIVELAZIONE-UFO? USA e Vaticano.

L'otto aprile scorso, il giorno dopo che Hillary Clinton, nel suo tour elettorale, aveva ribadito l'importanza per il pubblico di conoscere la verità sugli UFO, il suo principale rivale, il senatore Bernie Sanders, ha annunciato che si accingeva ad accettare un invito per tenere un discorso alla conferenza del 15/16 aprile in Vaticano presso la Pontificia Accademia delle Scienze.

Questo è il luogo in cui gli astronomi vaticani hanno da sempre organizzato incontri per discutere le implicazioni concernenti la scoperta di vita extraterrestre.

[È piuttosto curioso come in questi stessi giorni a Roma, dal 15 al 17 aprile ‒ che strana coincidenza vero? ‒ sia stato indetto (e proprio in Italia dopo ben 33 anni dal lontano 1983) il Congresso annuo della Commissione Trilaterale, con i soliti noti personaggi dell'Oligarchia internazionale. Ndt. (Ved. QUI)]

Mentre entrambi gli annunci, dati simultaneamente in campagna presidenziale, possono apparire a prima vista non correlati, un esame più approfondito presenta un'altra possibilità. Essi sono connessi a due diverse prospettive delle élite globali in competizione per influenzare i rispettivi candidati democratici sulla "Divulgazione UFO".

In un'intervista alla CNN del 7 aprile, il responsabile della "promozione Clinton", John Podesta, ha detto:

Il governo degli Stati Uniti potrebbe fare un lavoro molto migliore nel rispondere alle domande del tutto legittime che le persone hanno di ciò che sta succedendo con i fenomeni aerei non identificati.

Il 30 dicembre 2015, nel corso di un incontro, Hillary Clinton si era riferita ad un incarico dato a Podesta affinché diffondesse pubblicamente ciò che il governo sa di UFO e avviasse un'indagine sull'Area 51.

"Lui si è impegnato personalmente con me per avere le informazioni richieste", ha detto la famosa candidata. "In un modo o nell'altro, forse potremo disporre di un'unità operativa per andare a visitare l'Area 51".

Nella suddetta intervista del 7 aprile, il funzionario ha rivelato molto di più sulla richiesta della signora Clinton:

Ciò di cui ho parlato con il Segretario di Stato, e quello che lei dice ora in pubblico, è che se venisse eletta presidente e dovesse entrare nell'ufficio ovale, chiederebbe subito che molti file occulti del Governo americano vengano desecretati, e penso che questo sia un impegno che ella intenda mantenere come ho intenzione di fare io.


John Podesta e Hillary Clinton nel 2007

Se tutto questo suonasse come un "deja vous", è perché una presidenza Clinton c'è già stata e la rivelazione sugli UFO non è andata a buon fine.

È di dominio pubblico, infatti, che nel gennaio 1993 il presidente Bill Clinton abbia affidato ad un amico di famiglia, Webster Hubbell, oltre al Dipartimento di Giustizia, il compito di rintracciare le risposte a due domande: "Chi ha ucciso JFK (John F. Kennedy; ndt), e se esistono gli UFO".

Nelle sue memorie ‒ Friends in High Places (Amici in Alti Posti) ‒ Hubbell ha rivelato di non essere riuscito a raggiungere l'obbiettivo nel trovare le risposte che Clinton desiderava, perché poi è stato imprigionato per fatturazioni false in esercizio privato.

I documenti esposti più tardi attraverso il "Freedom of Information Act" confermano che Hillary Clinton nel 1995 era diventata l'inviata di fiducia in una iniziativa di Laurence Rockefeller per ottenere la declassificazione dei dossier sugli UFO sotto l'amministrazione di suo marito.

Significativamente, sempre il 7 aprile alla CNN, il Podesta stesso aveva ribadito che un tentativo di "Divulgazione UFO" era avvenuto durante il suo mandato con la presidenza Clinton:

John Podesta, ex capo dello staff di Bill Clinton, ha dichiarato che una volta il 42° presidente "ha chiesto delle informazioni su alcune di queste cose, e in particolare, su quello che stava accadendo nell'Area 51."

Secondo il Dr. Steven Greer, Hillary rinunciò al progetto di rivelazione sugli UFO quando si persuase che avrebbe rovinato la rielezione di suo marito nel 1996.

Con il fallimento dell'iniziativa Rockefeller sulla "Divulgazione UFO", Podesta e il resto dell'amministrazione Clinton si concentrarono sulla sopravvivenza politica di fronte allo scandalo "Monica Lewinsky" in piena ascesa.

Tale funzionario ritornò per un tempo brevissimo  alla carica pubblica nel 2014, come consigliere del presidente Obama alla Casa Bianca.

Terminato il suo compito dopo un anno di attività, nel febbraio 2015 lasciò l'incarico per occuparsi della promozione elettorale di Hillary Clinton. Ed è in quel frangente che rilasciò la famosa dichiarazione di non essere riuscito, ancora una volta, a realizzare la rivelazione sulla realtà UFO.




Evidentemente, Podesta voleva intendere che "Poteri Forti" avevano impedito che la Divulgazione si concretizzasse sotto l'amministrazione Obama.

È indicativo, infatti, che lo stesso Presidente sia apparso in TV con Jimmy Kimmel alludendo a quelle Forze Potenti che impediscono la "Rivelazione", quando ha "scherzato" sugli alieni che stavano controllando quanta verità avrebbe potuto essere rivelata. (Cfr. QUI; ndt)

Ora, se dobbiamo credere a ciò che esce dall'attuale campagna di Hillary, ella ha promesso di fare della "Divulgazione UFO" una priorità perché John Podesta l'ha incoraggiata a rivelarla.

Dato il ruolo centrale che il funzionario occupa in una futura iniziativa di informazione, che tipo di "Disclosure" possiamo aspettarci dalla Clinton e il suo promotore?

Podesta è un ben noto fan della serie "X-Files" di Chris Carter, che è stata riproposta nel 2016 con sei nuovi episodi.

La premessa principale del rilancio televisivo era che i dossier UFO classificati riguardassero i programmi spaziali segreti che erano stati realizzati con la retro-ingegneria ottenuta dalla scoperta di un velivolo extraterrestre precipitato.

La prima puntata è stata ritrasmessa il 24 gennaio con un audience di oltre 16 milioni di spettatori.

In essa, l'agente Mulder ha esposto un lungo monologo su una vasta cospirazione del governo per nascondere la verità sulla vita extraterrestre, l'ingegneria all'inverso (tratta dal disco caduto a Roswell; ndt), i retrovirus alieni, e il falso attacco dell'11 settembre.

Il lungo fascino degli X-Files esercitato su Podesta fa pensare che l'episodio pilota della nuova serie ponga le basi per una futura plausibile "Divulgazione UFO" proveniente proprio dalla nuova governance Clinton alla Casa Bianca.

È probabile che l'annuncio si concentri sui misteriosi gruppi elitari che utilizzando avanzate tecnologie aliene ingannano il mondo facendo credere che i casi di rapimento (le cosiddette abductions) siano adducibili solo agli extraterrestri.




Al fine di promuovere una tale Rivelazione, come presidente, la signora Clinton deve prima superare la candidatura democratica del suo rivale Bernie Sanders.

Sempre l'otto aprile, è stato annunciato che Sanders aveva accettato un invito, giunto dal Vaticano, per parlare ad una conferenza sulla questione sociale, economica e ambientale, organizzato dalla Pontificia Accademia delle Scienze, che si terrà il 15/16 aprile a Roma.

Per questo, è nata immediatamente la polemica sul "Bloomberg News" se il signor Sanders si fosse auto-invitato o avesse davvero ricevuto la richiesta dalla Santa Sede.

Poi si è saputo che l'invito era arrivato da un alto funzionario del Vaticano e Rettore dell'Accademia, il quale non aveva informato il suo presidente, la signora Margaret Archer (Cfr. QUI e QUI; ndt).

Il prestigioso istituto Pontificio non è estraneo al tema della vita extraterrestre. Dal novembre 2009 gli astronomi vaticani hanno svolto un ruolo di primo piano nelle conferenze di Astrobiologia, affrontandone le ipotetiche implicazioni sociali, e discutendo su come una tale scoperta non arrecherebbe alcun problema alla teologia cattolica.

Il Papa stesso ha fatto sapere che considera tale scoperta come un evento che non causerebbe problemi teologici, anche se ci si rendesse conto che gli extraterrestri, piuttosto che "Dio", avessero assunto un ruolo diretto sulla creazione dell'Umanità.

Il 28 ottobre 2014, nel corso di un discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze, Bergoglio ha discusso l'evoluzione dell'esistenza e la funzione degli ET, che eufemisticamente ha definito come "Esseri dell'Universo" e facenti parte del piano evolutivo di Dio. (Cfr. QUI; ndt)

Avendoli creati, l'Eterno ha permesso loro di sviluppare, a seconda delle leggi interne donate a ciascuno, la capacità di raggiungere la pienezza dell'essere. Ha concesso l'autonomia a tutte le Entità del Cosmo, ma nel medesimo tempo ha assicurato la Sua Presenza costante, dando vita ad ogni realtà.

E così la Creazione è continuata per secoli e secoli, millenni e millenni, fino a divenire ciò che conosciamo oggi, proprio perché Dio non è un demiurgo o un mago, ma il Creatore che dà esistenza a tutte le cose.

È accaduto molto di più dietro le quinte vaticane in rapporto alla necessità di preparare le genti ad annunci che riguardano il tema di altre presenze nello spazio. È proprio il Vaticano, infatti, lo sponsor di un video UNICEF che promuove la tolleranza nei confronti della vita extraterrestre.





Secondo Tom Horn e Chris Putnam, autori di Exo-Vaticana (cfr. anche QUI; ndt), la Santa Sede prevede di occuparsi della vita extraterrestre al fine di promuovere una Nuova Religione globale (cfr. QUI; ndt) basata su un "salvatore alieno".

(Ossia il Messia tanto atteso, ma che non sarà assolutamente il Cristo, bensì il suo opposto! Ndt).

Il dottor James Preston ha scritto, secondo le sue fonti privilegiate, che il Vaticano in effetti ha preso contatto con un gruppo di ET che potrebbero svolgere un ruolo determinante:

"Alcuni insider vaticani hanno sostenuto che alti Prelati hanno già stabilito relazioni e convenzioni segrete con certi Esseri galattici presentatisi come amichevoli per gli umani, e che tra l'altro, avrebbero affermato di poterci salvare dall'impero del Male che controlla e dirige l'oligarchia costituita dall'Élite, ossia dai Bankster..."

Il dottor James conclude che la Santa Sede ha in programma di condurre un'iniziativa mondiale di informazione sulla vita extraterrestre.

"Da tutte le indicazioni emerse finora, i prossimi annunci coinvolgeranno le più alte cariche Ecclesiastiche del Vaticano e si manifesteranno attraverso la stessa Chiesa cattolica, pubblicamente..."

L'invito a Bernie Sanders per tenere un discorso alla Pontificia Accademia delle Scienze suggerisce che gli "addetti ai lavori" considerino tale individuo come candidato ideale per rivelare ciò che la Santa Sede e gli altri governi vogliono che il grande pubblico conosca sulla vita aliena e la questione UFO.

È molto probabile che Sanders possa ricevere delle istruzioni confidenziali dal Vaticano su quello che esso vorrebbe fosse rilasciato al mondo sotto forma di "Divulgazione UFO" sebbene riferentesi maggiormente alla vita extraterrestre piuttosto che alle tecnologie avanzate.


Bernie Sanders e Hillary Clinton

Dalle più recenti dichiarazioni pubbliche della Clinton e di Podesta sul rilascio ufficiale dei file occulti sugli UFO e il discorso che il 15/16 aprile Sanders terrà alla conferenza di Roma, si deduce che almeno due tipi di annunci verranno fatti al mondo sul "Disclosure" inerente alla verità extraterrestre. Annunci progettati segretamente dalle famiglie elitarie globali in competizione:

Una parte, legata alla famiglia Rockefeller, preferisce rilasciare informazioni sulle tecnologie avanzate connesse al fenomeno UFO, che potrebbe condurre allo svelamento  dei  programmi   spaziali  segreti,  già  in  funzione  dal  1980.

L'altra fazione, strettamente correlata al Vaticano, intende concentrarsi sulla realtà di vita extraterrestre come mezzo per stabilire una Nuova Religione globale potenziando altri contatti.

I dossier ufologici occulti, grazie alla Clinton e agli sforzi del Podesta, stanno lentamente emergendo come argomento di campagna elettorale.

Dal canto suo, Sanders, esponendo probabilmente lo stesso aspetto ma in chiave diversa durante il prossimo discorso in occasione della conferenza organizzata in Vaticano, solleva la possibilità che in futuro potrà apertamente discutere sulla questione extraterrestre durante la sua corsa alla Casa Bianca.

Dallo svolgersi attuale degli eventi, emerge che le elezioni presidenziali del 2016 stanno prendendo forma per essere un preludio alla "Disclosure" sugli UFO, in cui il mondo verrà a sapere alcune delle verità sugli Esseri del Cosmo, le tecnologie avanzate e/o i programmi spaziali segreti.

© Michael E. Salla, Ph.D. Copyright



martedì 12 aprile 2016

Lobsang Rampa: La mia Visita su Venere - Parte 2




La mia Visita su Venere - parte 2
 (QUI, la parte 1)

I venti vespertini, soffiavano delicatamente fra gli alberi della "Valle Nascosta". Regnava un'atmosfera di pace, di armonia, di Esseri che lavoravano per il Bene. Noi stavamo raccolti accanto al fuoco del nostro campo: il Lama Mingyar Dondup, io e tre compagni.

Eravamo giunti dalla lontana Lhasa superando montagne dalle pozze d'acqua congelate e aride pianure; solo cinque di noi erano rimasti, degli undici partiti. I nostri compagni erano caduti lungo la strada, vittime di valanghe, di privazioni e dell'asprezza gelida del freddo.

Finalmente stavamo in pace al calore di quel magnifico luogo nascosto. Cose incredibili, per la verità, ci erano accadute da quando eravamo entrati in contatto con Entità di altri mondi; coloro che proteggono la Terra dall'autodistruzione.

Quella sera avevamo pensato di andare a dormire presto; era necessario riguadagnare il sonno, il singolo riposo, poiché tutto il giorno l'avevamo trascorso ammirando i segreti dell'immensa città, ormai semi-sepolta dal ghiaccio.

Avevamo appreso tanto, ma dovevamo imparare di più. Ci osservammo l'un l'altro domandandoci chi stesse parlando, poiché un gentile ma continuo pensiero si era insinuato nelle nostre menti. "Fratelli, fratelli... venite da questa parte, vi stiamo aspettando".

Esitanti, uno dopo l'altro, ci alzammo in piedi e ci guardammo attorno... non c'era nessuno in vista, ma ancora una volta giunse l'insistente invito:

"Fratelli, da questa parte, vi stiamo aspettando". Allora, seguimmo il nostro intuito e ci dirigemmo verso l'area di lavoro in cui sostavano navi di altri mondi, dove molte individualità extraterrestri svolgevano i loro numerosi incarichi.

Non appena ci approssimammo ad uno dei vascelli più grandi, un uomo, il "Più Alto", scese e ci venne incontro tenendo la sua mano sul cuore in un gesto di pace e di saluto. "Ah, fratelli, finalmente siete arrivati. Sono ore che vi stiamo chiamando, abbiamo pensato che i vostri cervelli si fossero addormentati".

Ci inchinammo umilmente alla sua presenza, rispettosi di fronte a quell'Essere superiore proveniente dallo spazio. Egli si girò e ci fece strada all'astronave. Sostammo in un preciso punto a fianco del velivolo e là ci sentimmo rapiti da una grande forza che ci attraeva verso l'alto.




"Sì" ‒ disse ‒ rispondendo ai nostri pensieri inespressi ‒ "Questo è un raggio anti-gravità, un «levitatore» come noi lo chiamiamo, e ci risparmia la salita". Entrati nel vascello, ci condusse in un ambiente dove c'erano dei sedili allineati lungo la parete.

Era una sala rotonda che riportava alla mente la nave in cui avevamo recentemente viaggiato. Infatti, con una rapida occhiata, ci accorgemmo di poter guardare fuori, come se le pareti non esistessero, nonostante ben sapessimo che queste erano solide come metallo, la cui durezza superava qualsiasi nostra conoscenza.

"Fratelli miei, voi avete viaggiato parecchio e sopportato molto, stando ai fatti. Questa sera vi porteremo via, lontano dalla Terra, su un pianeta che voi chiamate Venere.

Vi condurremo là, semplicemente per mostrarvi che ci sono altre civiltà esistenti oltre la personale cognizione, in modo che in futuro i vostri giorni siano illuminati dalla conoscenza di ciò che è reale e da quello che potrà esserlo. Ma prima ceniamo. Io so che avete l'abitudine di condividere il pasto serale."

Inviò un comando telepatico ed alcuni assistenti entrarono portando dei piatti. Uno di loro andò verso una parete e premette vari bottoni. Una sezione del pavimento si alzò e apparve qualcosa di simile ad un tavolo insieme a delle poltroncine sulle quali potevamo accomodarci nell'antico uso orientale.

Il rivestimento rilucente dei piatti, costituiti dal più puro cristallo, venne rimosso e potemmo accedere al cibo che era per noi davvero stupefacente. Frutti di vari colori e miscele in brocche cristalline. Il nostro padrone di casa era molto attento ai nostri desideri.

Il "Più Alto" disse: "Noi, qui, ci alimentiamo solo con ciò che la natura fornisce. Abbiamo frutti mai visti sul vostro mondo, frutti che sostituiscono il pane, la carne ed ogni altra cosa. Questi impasti a voi molti graditi, sono combinazioni di noci provenienti da altri pianeti di questo sistema".

E tali cose erano davvero deliziose... tanto che mangiammo realmente bene! La fragranza era insolita ma decisamente piacevole e i liquori che bevemmo erano spremute di frutta. Questi Esseri, pensammo, erano più avanti di noi tibetani. Non uccidevano alcuna creatura, né forzavano gli animali per acquisirne il latte.



Concluso il pasto, i piatti vennero rimossi e il tavolo coi sedili scomparvero di nuovo nel pavimento. Il "Più Alto" aggiunse: "Questa volta verrò con voi, ci stiamo già muovendo". Si girò e guardò attraverso la parete. Non c'era sensazione di movimento, né suono, eppure ci stavamo alzando.

Ci sollevammo velocissimi lasciando il buio della Terra e, guardando sotto di noi, scorgemmo il Sole splendere nuovamente all'orizzonte, sopra la curvatura terrestre ormai lontanissima.

Andando sempre più su, osservammo i continenti del pianeta nelle varie grandezze, dai colori verdi e marroni. Vedemmo il bianco delle nuvole ed il grigio-bluastro delle acque turbolente dei mari; ma delle attività dell'uomo nessuna traccia, non un segno che dalla nostra altezza potesse delineare la vita sulla Terra.

Più in alto, vedemmo che strane luci giocavano fuori dagli oblò, come se l'arcobaleno si fosse suddiviso in lamine ondulanti dalle sfumature mai viste, ma era soltanto un'espressione elettromagnetica dell'aurora.

Si manifestava come se la Terra fosse cinta di rosso, di verde, d'oro e di un profondo color porpora, toni fluttuanti in un vento invisibile. Piogge di luci brillavano e scintillavano nell'insieme cromatico e si proiettavano attraverso gli spazi come trafitture di lance divine.

Ci alzammo vertiginosamente entrando nel buio profondo del Cosmo. La Terra non era altro che un piccolo frutto rotondo con uno strano bagliore grigio-blu, contrariamente alla Luna che aveva una luce giallognola. Strano, perché quella tinta, in verità, era molto particolare.

La velocità aumentò; le stelle davanti a noi mutavano colore e il Sole aveva cambiato i suoi raggi dorati in rosso sangue. Sotto di noi la Terra era scomparsa. Restammo stupefatti nel vedere che non c'era nulla se non il buio, l'oscurità più completa ed assoluta.

Mi rivolsi al "Più Alto", ma lui sorrise e disse: "Fratello mio, stiamo andando più veloci della luce e così dietro di noi essa non può esserci perché la stiamo superando, mentre avanti la stiamo afferrando.

In questo modo l'intero spettro del visibile è sconvolto. Così, invece del bianco abbagliante di un pianeta, tu vedi rosso e poi rosso cupo finché non diventa porpora ed infine nero. La luce che vedi non è che l'illusione dei tuoi sensi".




Più Veloci della Luce

Tutto questo era davvero affascinante, la velocità superava la luce senza dare alcuna sensazione di movimento. Non riuscivo a comprendere come essi potessero navigare a tale andatura e la risposta fu che ogni cosa era sotto controllo robotico.

Seduti ai nostri posti guardavamo fuori, incantati. Invece di minuscoli punti luminosi, vedevamo delle strisce, come se qualche goffo artista avesse imbrattato un muro scuro con vivide colorazioni che cambiavano di continuo.

Finalmente, i colori cominciarono ad apparire più normali. Il nero fece strada al porpora, il porpora al rosso-marrone e poi al rosso-scarlatto e dietro di noi vedemmo di nuovo le luci del firmamento.

Tuttavia, le stelle alle nostre spalle erano verdi e blu mentre quelle davanti erano rosse e gialle. Ma come rallentammo maggiormente, tutte assunsero la loro tinta naturale.

Improvvisamente, di fronte a noi, si presentò una sfera enorme che pigramente ruotava nel nero mare cosmico. Un mondo totalmente coperto da bianchi cirri, una sorta  di  lanugine  fluttuante  sullo  sfondo  di  un  cielo  buio.

Girammo in circolo due, tre, forse cinque volte, poi, il "Più Alto" disse: "Stiamo per entrare nell'atmosfera, presto atterreremo e voi potrete camminare su un pianeta che non è alieno ma a voi soltanto inconsueto".

Pian piano la nave si abbassò, lentamente si immerse nelle bianche nuvole ovattate; il "Più Alto" toccò un comando e fu come se delle magiche dita le avessero cancellate, eliminando ogni cosa impedisse la vista.

Guardammo fuori intimoriti. Le nubi per qualche magia si erano rese invisibili, e ci apparve questo mondo sfavillante abitato da Esseri superiori. Abbassandoci maggiormente, apparvero delle città fantastiche che si elevavano ritte verso il cielo: immense strutture, bellezze eteree quasi incredibili nei fini decori delle costruzioni.

Alte guglie e cupole a forma di bulbo; da torre a torre correvano dei ponti simili a ragnatele percorse da miriadi di iridescenze vibranti: rosso, blu, malva, porpora ed oro, eppure, strano a dirsi, non c'era sole; un mondo interamente avvolto dalle nuvole.




Mi guardavo intorno e passando da una città all'altra, avevo l'impressione che l'atmosfera fosse scintillante. Tutto nel cielo effondeva luce, non c'erano ombre e neppure una fonte centrale di emanazione.

Sembrava che l'intera struttura dell'aria irradiasse uniformemente e in maniera autonoma. La luminosità stessa era di una qualità che non avrei mai creduto potesse esistere. Era limpida e tersa.

Infine, lasciammo le città e sorvolammo un mare luccicante di un purissimo blu. Sull'acqua c'erano pochi e piccoli natanti. Il "Più Alto" sorrise benevolmente non appena vi feci riferimento e spiegò: "Sono semplicemente piacevoli imbarcazioni; non usiamo nulla di così lento su questo mondo".

Dopo qualche minuto attraversammo la distesa azzurra e giungemmo ad un'altra fulgida città, migliore di quella vista prima, dove proprio nel suo cuore c'era un'area presso la quale si poteva scendere.

Per poco tempo vi volammo sopra, in prossimità della zona d'atterraggio, poi, come in risposta ad un segnale, cominciammo ad abbassarci lentamente senza alcun suono né difficoltà, e in modo quasi impercettibile iniziammo ad avvicinarci al terreno.

Ad un certo punto, ci trovammo al livello delle torri più alte di quella sfolgorante Metropoli ed era di una bellezza che nessun tibetano aveva mai visto. Non era possibile nemmeno individuare la natura dei materiali.

Verso le stelle si elevavano immense strutture dalle cui finestre dei volti osservavano con estrema attenzione. Avvicinandoci e scendendo ancora, potemmo discernerli con molta chiarezza, ed erano bellissimi.

Ovunque, in verità, durante il nostro soggiorno su Venere non vedemmo nessuno che, secondo il metro umano, non fosse così sorprendentemente bello. La bruttezza è sconosciuta su quel mondo, sia come frutto della mente quanto del corpo: assente in ambedue. 


Gilbert Williams

Ancor prima d'esserne consapevoli, avevamo toccato terra. La nave era discesa senza un fremito, senza sussulti.

Il "Più Alto" si voltò verso di noi e disse: "È tempo di scendere, fratelli miei". E ci fece strada fuori dalla sala. Quando toccammo il suolo, ci guardammo per la prima volta. Precedentemente, eravamo troppo occupati per meravigliarci della nostra discesa.

C'erano degli Esseri che ci aspettavano: degli ufficiali, uomini molto slanciati dai visi seri e con una dignità di portamento del tutto sconosciuta sulla tumultuosa Terra.

Uno di loro fece un passo avanti nella nostra direzione e reclinò il capo in segno di saluto. Nelle nostre menti si fece strada il suo intendimento telepatico.

Ci stava dando il benvenuto con il linguaggio universale del pensiero. In quella adunata regnava il più assoluto silenzio, neppure un suono, se si esclude il nostro leggero ansimare per la sorpresa.

La Sala della Conoscenza

Per alcuni minuti restammo in telepatica comunione, poi il funzionario ci fece un inchino, si voltò e, per istruzioni mentali, ci fece cenno di seguirlo. Andammo avanti per una cinquantina di passi ed arrivammo al più straordinario dei veicoli; veniva chiamato "macchina volante".

Era una navetta lunga pressoché nove metri e sospesa per circa otto centimetri dal terreno. Una sezione di plastica luminosa scivolò di lato mostrandoci l'interno. Il "Più Alto" e l'ufficiale entrarono con noi.

Prendemmo posto su confortevolissimi sedili e, ancora una volta, restammo attoniti per l'assenza di velocità: una reale, spaventosa velocità. Gli edifici ai quali passavamo accanto apparivano offuscati per la corsa; io ero terrorizzato.




Non c'erano controlli sul veicolo, eravamo seduti ed esso ci portava. Il "Più Alto" mi sorrise benignamente rassicurandomi: "Nessuna paura fratello mio, non può essercene, poiché questa macchina è controllata da lontano.

Presto raggiungeremo la nostra destinazione ‒ la Sala della Conoscenza ‒ dove sarete accolti e vi verrà esposto il passato, il presente e il futuro della vostra Terra.

Cosa vi riserva l'avvenire? È l'uomo che fattura il proprio destino. I possibili eventi del domani esistono in potenza e a meno che l'Essere non cambi la sua mente, quelli che vedrai sono fatti certi".

Osservai la fiancata e scoprii che sfrecciavamo ad un metro e mezzo dal suolo che lampeggiava. I veicoli provenienti dall'altro lato sembravano venirci addosso e poi, all'ultimo istante, ci sfioravano.

Ero spaventato a morte! Il solo pensiero che essi, spinti ad una così impossibile corsa, potessero scontrarsi mi faceva venire i brividi alla spina dorsale.

Mi resi conto che le costruzioni scorrevano più lentamente, come se fossero loro a muoversi, sensazione dovuta al fatto che non percepivo alcun movimento, né velocità.

Gradualmente la navetta rallentò e rimase sospesa, percorse poi un mezzo circolo e girò sulla sinistra verso un enorme fabbricato che si ergeva in una radura. Era un immenso edificio pubblico sostenuto da rilucenti colonne.




Un'ampia scalinata conduceva ad esso e sui gradini c'erano gruppi di giovani apparentemente in attesa dei visitatori dal Tibet.

La macchina proseguì lentamente, forse all'andatura di un uomo che corre. Si elevò alla medesima altezza dell'ultimo ripiano della scalinata, poi scivolò all'interno dell'ingresso principale del mirabile complesso e si fermò.

Degli assistenti si affrettarono ad incontrarci, le porte si aprirono e fummo aiutati a scendere. Mi guardai intorno assolutamente affascinato. Da un lato c'era un tavolo rivestito di verde attorno al quale si trovavano dei troni dorati sui quali sedeva un gruppo di uomini.

Immediatamente ci mettemmo in comunicazione telepatica con loro: con i Signori di Venere, i Controllori di quella particolare sfera di attività. Non ha importanza cosa ci comunicarono, né ciò che noi dicemmo loro ma, alla fine, un uomo "pensò" a noi:

"Fratelli miei, ci siamo scambiati molta conoscenza interessante. Ora, vi daremo una visione del vostro pianeta, un prospetto delle condizioni in cui versano attualmente  i  paesi  terrestri  e  vi  mostreremo  il  corso  probabile  del  futuro".

Egli si alzò e gli altri lo seguirono. Ci fecero strada lungo un corridoio ma, senza volerlo, noi del Tibet ci fermammo e trattenemmo il respiro semplicemente perché stupiti e sconvolti. Davanti a noi apparve il buio della notte, l'oscurità profonda dello spazio, e fluttuante, roteando lentamente, la nostra Terra.




Vedemmo il blu-grigio dei continenti, i territori bruni, le strisce di verde, il bianco delle nuvole e la caligine bluastra dell'atmosfera che si estendeva fino a cingere l'intero nostro mondo.

Il nostro grande amico, Il "Più Alto", mi toccò e sussurrò in Tibetano: "Nessun timore, fratello mio, perché si tratta solo di un'immagine. Questa è la Sala delle Memorie, la Sala della Conoscenza riservata alla Terra.

Non impaurirti di ciò che accade perché è la scienza dell'illusione e concerne direttamente il tuo mondo che è, appunto, illusorio. Tu vedrai, e ciò che vedrai sarà la verità".

Ci sedemmo e questo sembrò il segnale. Fissammo il nostro mondo ed avemmo la sensazione di cadervi, seppur dolcemente. Ma avvicinandoci di più realizzammo che era molto diverso. Prima ci apparve un globo molliccio, poi, di fronte ai nostri occhi spaventati, si solidificò.

Apparvero molte crepe e dei canali infuocati emersero in superficie, quindi fu l'acqua ad inondare tutto. Vasti territori si inabissarono mentre altri emersero formando paesi e mari; assistemmo allo sconvolgimento terrestre, alla sua nascita.

Vedemmo incredibili e bizzarri individui: gli abitanti primordiali del pianeta. Osservammo impensabili civiltà fiorire eòni prima di Lemuria, Atlantide e Poseidone.




Da quel momento, eravamo in grado di accettare qualsiasi cosa senza un fremito di stupore. Avevamo fatto indigestione di sorprese; esse non avevano più potere su di noi.

Così, di fronte al nostro sguardo la Terra diventò più vecchia ed infinite nazioni furono spazzate via, sostituite da altre; questo fatto attirò maggiormente il nostro interesse, ma nulla più.

La nostra potenzialità di sbalordimento era finita. Poi il tempo arrivò anche per noi. Vedemmo il Tibet quando il primo fondatore della nostra religione giunse in quel paese. Vedemmo i palazzi del Potala e la distruzione della vecchia fortezza che nel passato era stata edificata dal sanguinario monarca tibetano.

Le immagini toccarono il nostro presente e proseguirono nel futuro fino all'anno 3000. Erano stupende le cose che stavamo vedendo e sentendo. Ci sembrava di stare sopra la Terra, come se gli fossimo accanto o leggermente dietro agli attori principali. (Peccato però che non ci viene raccontato nulla... ndr).

Eravamo nella condizione di vedere ogni cosa (cfr. QUI; ndr), di ascoltare tutto, ma non potevamo toccare né essere toccati. Poi, alla fine, quelle magnifiche impressioni svanirono poco più in là dell'anno tremila.

Il "Più Alto" si mosse e disse: "Ora tu vedi, fratello mio, perché abbiamo cura del vostro pianeta; se la follia dell'uomo fosse lasciata priva di controllo, cose terribili accadrebbero alla razza umana.

Ci sono poteri sulla Terra, umani poteri che si oppongono con tutte le loro forze alla realtà dei nostri vascelli; che dichiarano non esserci nulla di più grande dell'uomo. Così, non possono esistere veicoli da altri mondi.

A voi, fratelli miei, tanto è stato mostrato, detto e fatto sperimentare, così ora, per mezzo della vostra conoscenza telepatica, potrete contattare altri Esseri in modo da sollecitarne il giusto comportamento".




Non sappiamo quanto tempo restammo su Venere. Forse giorni... o settimane, eravamo quasi abbacinati dallo splendore di ciò che vedevamo. La gente, contenta della propria rettitudine, era pacifica, desiderosa solo di quiete, di ciò che anche noi in Tibet aneliamo: "Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te".

Poi giunse il momento di rientrare sulla Terra. Ci sembrava ormai un posto di poco valore, un mondo chiuso nella banalità in rapporto alla gloria venusiana. Tristemente, salimmo a bordo dell'astronave e alquanto mesti tornammo nella Valle Nascosta.

Mai più, pensai, vedrò simili cose meravigliose! Ma come mi sbagliavo! Infatti, quello non fu che il primo di molti altri viaggi...

Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Fonte: report dal libro di T. Lobsang Rampa ‒ "La mia Visita su Venere"

sabato 9 aprile 2016

Lobsang Rampa: La mia Visita su Venere - Parte 1




La mia Visita su Venere

La Dimora degli Dei

Dischi volanti? Certo che esistono i dischi volanti! Ne ho visti molti sia nel cielo che sulla Terra ed ho viaggiato a bordo di uno di loro. Il Tibet è il paese più avvantaggiato per questo!

È un luogo lontano dal trambusto del mondo ed è abitato da gente che pone la religione e i concetti scientifici prima del guadagno materiale.

Attraverso i secoli, la popolazione tibetana ha conosciuto la verità su di essi: cosa sono, perché arrivano, come lavorano e lo scopo dietro a tutto questo. Noi conosciamo i loro equipaggi come «Dei del cielo nei loro carri di fuoco».




Ma, lasciate che vi racconti un evento che, di certo, non è mai stato raccontato in altri paesi al di fuori del Tibet e che è completamente vero:

«La giornata era fredda. Blocchi di neve ghiacciata trasportati dall'ululante bufera di vento picchiavano come proiettili contro le nostre vesti svolazzanti e strappavano via la pelle dalle parti nude del corpo.

Il cielo era di un profondo color porpora con rappezzi sorprendenti di nuvole bianche che correvano verso le montagne. Qui, a circa mille metri sul livello del mare, sugli altipiani tibetani del Chang Tang, noi, a fatica, arrancavamo verso l'alto.

Dalla nostra ultima sosta, lontana ormai quasi otto chilometri e mezzo, una voce era entrata nelle nostre coscienze: "Ancora uno sforzo, fratelli miei, ancora uno sforzo, entrate nella cortina di nebbia perché c'è molto da vedere".

Noi sette, tutti lama del rango più elevato del Tibet, avevamo scambiato molte comunicazioni telepatiche con gli "Dei dei Cieli". Da loro avevamo imparato il segreto dei "carri" che, nel silenzio, attraversavano la nostra Terra e talvolta illuminavano remote regioni.

Ci arrampicammo più in alto, sempre più su, cercando nella dura terra un appoggio per i nostri piedi, mentre forzavamo le nostre dita nelle fessure quasi inconsistenti delle rocce. Alla fine, raggiungemmo la cortina di nebbia e vi entrammo.

Rapidamente, dopo averla attraversata, sbucammo nel caldo e misterioso luogo di un'epoca antica. Per quella notte riposammo al calore e al conforto della Terra Nascosta.




Trovammo semplice e rilassante riposarci sul soffice letto di muschio, e al mattino fummo grati di poterci bagnare nell'acqua calda del grande fiume, prima di prepararci ad un altro giorno di marcia.

Là, in quella terra, c'erano dei gradevoli frutti che prendemmo con noi come pasto; fu davvero uno scambio conveniente con l'eterna tsampa! (Impasto tradizionale a base di farina d'orzo e burro di jak; ndr).

Per tutta la giornata ci spostammo verso l'alto fra incantevoli alberi di rododendri e noci ed altri che non avevamo mai visto. Continuammo ad arrampicarci sempre seguiti dal piacevole tepore di quel territorio.

All'imbrunire, ci accampammo sotto alcune piante ed accendemmo il fuoco; ci avvolgemmo nelle nostre vesti e ci addormentammo.

Con le prime luci dell'alba eravamo di nuovo in piedi, pronti a proseguire il nostro viaggio. Marciammo a due a due per circa mezzo miglio e arrivammo in una zona aperta. Qui ci fermammo sbalorditi ed ammirati; la zona di fronte a noi era vasta ed incredibile.

L'area che ci si presentò aveva una larghezza di almeno otto chilometri e la scena era così stupefacente che anche adesso esito a descriverla poiché so che non sarò creduto.

Questo spazio così ampio, dunque, aveva nella parte più distante una parete di ghiaccio che simile ad una lastra di vetro si innalzava fino al cielo.

Pur tuttavia, questa non era la cosa più straordinaria perché questo luogo conteneva le rovine di una città ed alcune costruzioni erano quasi intatte, altre nuove.




Vicino, in un vasto pianoro, c'era una immensa struttura di metallo che mi riportò alla memoria due dischi del nostro tempio uniti insieme ma, quello, chiaramente, era un qualche tipo di veicolo.

La mia guida, il Lama Mingyar Dondup, ruppe il nostro reverenziale silenzio: "Questa era la Dimora degli Dei" ‒ disse ‒ "mezzo milione di anni fa, gli uomini lottarono contro di essi ed inventarono un meccanismo capace di frantumare un atomo, cosa che procurò grande calamità al pianeta.

Terre si sollevarono, altre si inabissarono, montagne si sbriciolarono ed altre sorsero. Questa era una potente città, la Metropoli. Qui, un tempo, c'era il mare. Lo sconvolgimento che succedette all'esplosione, sollevò questo territorio di migliaia di piedi e lo shock alterò la rotazione del globo."

Tutti ascoltavamo in un affascinato silenzio e poi, come spinti da un impulso comune, ci spostammo in avanti. Ci avvicinammo per vedere altre parti della città incastonata nel ghiaccio, di quel ghiacciaio che nella valle molto calda si sciolse delicatamente lasciando intatte quelle antiche strutture.

Solo quando ci trovammo vicino alle costruzioni ci fu chiaro che la gente vissuta lì doveva avere un'altezza non inferiore ai tre metri e mezzo.

Ogni cosa era su scala gigante, una scena che mi riportò nitidamente alla memoria quelle smisurate figure che vidi nei profondi recessi del Potala.

Ci accostammo ad uno strano veicolo metallico; era immenso: forse intorno ai 15 metri per 18 e reso inutilizzabile dal tempo.

C'era una scala che si estendeva fino ad un'apertura buia, avevamo la sensazione di calpestare un suolo sacro; uno dopo l'altro avanzammo lentamente.

Il Lama Mingyar Dondup fu il primo a salire e a scomparirvi dentro. Subito dopo ci andai io, raggiunsi la cima della scala e, una volta all'interno, vidi la mia guida curvarsi sotto quello che pareva un tavolo inclinato posto in quella larga stanza di metallo.

Egli toccò qualcosa ed apparve una luce bluastra seguita da un debole ronzio. Al nostro terrificato sbalordimento si aggiunse il fatto che dalla parte estrema della sala, apparvero delle figure che vennero verso di noi e ci parlarono.




Il nostro primo impulso fu quello di voltarci e scappare, abbandonando quella "magia" ma, una voce nel nostro cervello ci fermò: "Non abbiate paura" – disse – "Sapevamo della vostra venuta, ne eravamo consapevoli già negli ultimi cento anni.

Abbiamo fatto dei preparativi affinché coloro che si fossero mostrati più intrepidi, tanto da entrare nel vascello, avrebbero conosciuto il passato".

Avevamo l'impressione d'essere stati ipnotizzati, privati del movimento e senza possibilità di obbedire al nostro istinto primordiale: fuggire! "Sedete" – continuò la voce – "Perché sarà una cosa lunga e gli uomini stanchi non ascoltano bene".

Ci sedemmo tutti e sette formando una sola fila, con lo sguardo rivolto verso l'ultima parte della sala, e aspettammo. Per alcuni secondi il sottile brusio continuò, poi scomparve la luce nella sala e fummo avvolti in un'oscurità così profonda da non poter vedere nemmeno le nostre mani.

Qualche secondo più tardi, il ronzio cessò, si udì un debole suono e sulla parete apparvero delle figure così incredibilmente insolite da superare di gran lunga la nostra comprensione.

Erano le immagini di una potente città, fra le cui rovine noi in quel momento sedevamo, una città accanto al mare sul quale strani natanti cavalcavano le onde e, in alto, velivoli simili ad astronavi, fendevano l'aria silenziosi e senza sforzo.

Sulla spiaggia, dalla sabbia dorata, figure giganti si muovevano a grandi passi fra gli ondeggianti alberi di palme. Potevamo ascoltare il suono delle voci di bambini felici che giocavano a schizzarsi addosso l'acqua del mare. Si vedevano scene di strade e di case nelle costruzioni pubbliche.

Senza preavviso, queste scene ci vennero mostrate come se fossimo stati nell'aria a bordo di un velivolo, cosa che fortemente mi ricordò il mio aquilone alla cui inconsistente barra trasversale io mi tenevo aggrappato.

Poi, un terribile boato... e lontano un qualcosa a forma di fungo oscurò il cielo per miglia. Una nuvola, poi, un color giallo-cremisi si delineò nell'aria e fu come se l'intero respiro degli Dei fosse andato in fiamme.




L'Inondazione

Dalla nostra elevata e favorevole posizione virtuale, vedemmo crollare le grandi costruzioni e la gente fuggire dalle proprie case. Lontano, dal mare, udimmo il fragore di un'onda smisurata abbattersi poco dopo sulla terraferma ed inghiottire gli edifici dell'allora solenne Metropoli.

La Terra si scosse, l'immagine turbinò e si affievolì, poi crebbe di nuovo. Subimmo l'impressione di cadere, di roteare e fu buio. Per quello che ci sembrò un lungo periodo di tempo, restammo seduti nell'oscurità con l'aria stupita.

Apparve ancora una raffigurazione sulla parete, ma era di natura diversa. Vedevamo ogni cosa con chiarezza; c'erano strani veicoli simili a quelli sui quali eravamo seduti.

Gli uomini, sembravano adibiti al lavoro, al servizio. Imbarcazioni arrivavano e partivano in continuazione. C'erano parecchi e differenti tipi di persone che avevano un'altezza da 1 metro e mezzo a 4 metri e mezzo circa.

Lo scenario cambiò ed avemmo visioni esterne della Terra e della parte nascosta della Luna. La voce dallo schermo ce le spiegava attraverso le immagini. Imparammo che esisteva un'associazione, una Confraternita Bianca composta da Entità incarnate e disincarnate.

Quelle incarnate giungono da molti e differenti pianeti ed hanno il solo scopo di salvaguardare la vita. L'uomo, ci precisarono, non è certamente l'essere più elevato dell'evoluzione, e queste persone, codesti guardiani operano per le creature di tutte le specie, non soltanto per l'uomo.




L'Invasione

Ci dissero pure che il Tibet sarebbe stato invaso e che gli occupanti, i comunisti, rappresentano una malattia per il corpo della Terra. Il Comunismo, aggiunsero, sarà sradicato poiché nell'epoca futura le creature di tutte le specie si uniranno in fraternità come in quei giorni ormai lontani.

Il Tibet sarà occupato ma farà la sua parte con i lama telepatici che possono facilmente mettersi in contatto con le navi spaziali.

La Terra, ci spiegano, è una colonia e gli Esseri galattici la supervisionano per mitigare gli effetti delle radiazioni atomiche, ed è sperabile, per salvare la gente dal mandare a pezzi il mondo.

Noi sette, fummo fatti salire (sempre virtualmente; ndr) su un'astronave e sollevati nell'aria. In mezz'ora vedemmo dall'alto la nostra terra tibetana – terra che un uomo, a dorso di cavallo, impiegherebbe tre mesi ad attraversare.

Il profondo color porpora del cielo pomeridiano era tagliato da una candida linea bianca come se il dito di Dio avesse portato via il buio e fatto emergere la luce.

L'argento scintillante alla sommità della linea crescente fendeva così rapido il cielo da non poter essere seguito dallo sguardo. Ma scomparve in un improvviso guizzo di luce ed avanzò l'oscurità cosmica.

Poi, senza incrementare l'impulso gravitazionale e senza alcuna sensazione di velocità, entrammo nello spazio. Noi sappiamo come queste navi funzionano.

Conosciamo il perché sono in grado di effettuare curvature tanto rapidamente e per quale motivo coloro che sono all'interno non ne subiscono la forza centrifuga. Ma questa è un'altra storia.



Il Tibet, otto volte più grande delle Isole Britanniche, ha molti misteri ma nessuno tanto straordinario come questo: una valle posta nel mezzo dello splendore tropicale priva della temperatura subartica. 

Questo, perché cime di diverse altezze circondano e proteggono questa calda e piacevole Terra dal freddo pungente.

Una valle situata a circa 7.620 metri sopra il livello del mare con una città nascosta che risale al tempo dell'Inondazione e, ancor più incredibile, dove gli "Dei del Cielo" avevano una base.

Per secoli, i lama telepatici di grado elevato, erano stati con essi in comunicazione ed avevano appreso tanto da loro. Ora noi, altamente privilegiati, stavamo per incontrarli.

Eravamo distesi sulla schiena, pensando alle meraviglie a cui avevamo assistito. Alla nostra destra, in una posizione di estrema chiarezza, c'erano strani congegni che sarebbero risultati tali anche ai mercanti più specializzati della Terra.

La nostra profonda concentrazione fu infranta d'improvviso da un ronzio che veniva proprio da sopra le nostre teste, ci girammo e vedemmo un disco che con moto rotatorio si stava avvicinando.

Nel momento in cui passò sopra di noi fummo schiacciati a terra come fossimo stati percossi da un vento fortissimo ed avemmo la sensazione che il peso del nostro corpo si fosse in un istante raddoppiato. Poco dopo potemmo rialzarci ed appoggiati sui gomiti vedemmo atterrare l'astronave.

La sua forma ci ricordava quella di due scodelle tibetane, una rovesciata sull'altra, così da essere unite per i bordi con al centro di entrambe una cupola trasparente, che non ci permetteva però di scorgere chiaramente il suo interno.




L'intensa nostra analisi fu interrotta da un uomo di statura molto elevata (d'ora in poi menzionato come il "Più Alto"; ndr) che venne verso di noi dicendo: "Venite ora, fratelli miei, perché abbiamo molte cose da mostrarvi".

Egli ci condusse attraverso un sentiero ricoperto di muschio, duro come la roccia, liscio e senza macchie né difetti. Mi guardavo attorno affascinato e mi domandavo in che cosa consistessero tutte quelle straordinarie attività aliene.

Questo personaggio, evidentemente, era tenuto nella massima considerazione perché al suo passare tutti coloro che lavoravano là si ponevano una mano sul cuore.

Un saluto che noi, nella nostra ignoranza, pensavamo riguardasse la tradizione orientale! Ci sentivamo molto impacciati nei nostri abiti logori, stracciati e consunti per il duro viaggio da Lhasa.

Non appena ci mettemmo in cammino, il "Più Alto" rimarcò l'osservazione del giorno prima, che la Terra era una colonia affetta da una terribile malattia che aveva reso la maggior parte dei suoi abitanti simili a cani impazziti.

Per secoli la Terra era stata osservata cosicché, al momento giusto, la gente sarebbe stata soccorsa. Quel tempo è ormai vicino. Ad alcuni di noi, del Tibet, essendo ben sviluppati telepaticamente ed esotericamente, furono date speciali informazioni e particolari esperienze.

"Ora" ‒ disse ‒ "Vi vogliamo mostrare il vostro mondo al di là dell'atmosfera. Così, sarà meglio che prendiate posto in un veicolo adatto a quelli della vostra statura".




Dentro il Vascello

Eravamo in piedi, all'esterno di un vascello di forma tubolare, lungo circa 107 metri e largo 21. Una spaziosa piattaforma conduceva da terra al suo interno.

Come ci avvicinammo, un uomo di media altezza ma molto grosso, scese per salutarci. Toccò il suo cuore davanti all'uomo "Più Alto" e per un momento si guardarono mentre un messaggio correva tra loro. Poi, quest'ultimo si girò verso di noi e fece cenno di seguirlo.

Noi, imitammo l'esempio della mia Guida, il Lama Mingyar Dondup, ci voltammo prima verso il "Più Alto" toccandoci il cuore con la mano destra, quindi ci inchinammo e seguimmo il "Più Grosso".

L'ignoto spaventa sempre. Il mio cuore aumentò il battito in un momento di paura quando ci immettemmo sulla rampa inclinata, poi, entrammo nel vano di quella porta aliena. Al suo interno, c'era un largo corridoio di un riposante verde pallido, mentre le pareti apparivano luminose.

La luce era uniforme e priva di ombre. Il "Più Alto" ci condusse lungo il corridoio per parecchi metri, poi si fermò, alzò le mani ed una parete scivolò di lato, rivelando una piacevole sala in cui un lato e il pavimento apparivano trasparenti al punto che ci intimoriva entrarvi.

"Non abbiate paura" ‒ disse ‒ "Il pavimento è davvero solido e capace di sostenervi. Ciò che ora voi state vedendo, complessivamente, è uno schermo speciale in grado di mostrare qualsiasi cosa si trovi all'esterno. Non ci sono finestre qui".

Intimoriti, e con un po' di affanno, entrammo. Era come se stessimo camminando sul nulla ed io ebbi la sensazione di sprofondare in basso. Il "Più Alto" si mise di fronte ad un muro e sembrò volerci dare l'impressione di allontanarsi da noi per restare immerso in profondi pensieri.

Osservavo altri vascelli là attorno e gente che vi lavorava sopra. Improvvisamente sentii le ginocchia indebolirsi e fui preso dal panico. Tutto si stava allontanando, la Terra si abbassava sotto i nostri piedi e mi aspettavo che anche noi facessimo lo stesso, ma non c'era alcun segno, né sensazione di movimento.




Il "Più Alto" uscì dal suo apparente sonno e parlò: "Vi stiamo portando fuori dalla vostra Terra" ‒ annunciò ‒ "Vi mostreremo il mondo da lontano".

Io intervenni: "Ma non ci stiamo muovendo, se così fosse ne avremmo la sensazione. Quando oscillavo dalla fine di una corda o quando volavo sopra un aquilone, io provavo qualcosa ma qui non avverto nulla."

Il "Più Alto" rispose: "No, non c'è spostamento, ma noi manovriamo a velocità che va oltre l'abilità di resistenza del corpo umano, possediamo particolari espedienti che automaticamente neutralizzano l'effetto di una virata improvvisa o di un brusco arresto.

Non potrai percepire nulla su questo vascello né avere motivo di preoccupazione. Da lungo tempo siamo ormai maestri della scienza della gravità. Più tardi vedrete attraverso questa nave, ma prima..." Gesticolò con le mani verso gli schermi e noi guardammo.

Nessuna Sensazione di Movimento

Lontano, sotto di noi, la rugosa Terra del Tibet si stava allontanando. Poderose montagne, alcune delle quali torreggiavano più alte del maestoso Everest, stavano diventando piatte per la distanza, capocchie di spillo sopra una superficie piana.

Ci alzammo ancora, sempre di più, finché potemmo vedere il nostro fiume Felice (come noi Tibetani lo chiamiamo) gettarsi nel maestoso e sacro fiume dell'India terminando la sua corsa nell'oceano; cosa che non avevamo mai visto prima.

Osservammo il profilo della costa e facilmente distinguemmo la Baia del Bengala e vedemmo anche l'interno della Cina. Scorgemmo perfino la Grande Muraglia come una sottile crepa attraverso la Terra.




Il Sole sembrava essere sotto di noi dilatato e immenso, per la rifrazione dell'aria, di un rosso acceso simile alla bocca aperta della fornace di una lamaseria.

Anche qui non c'era movimento alcuno, né impressione di qualcosa. Noi stavamo là ammirati. Pensavamo a quanto fosse remoto tutto ciò dalla nostra normale vita sull'arida Terra.

Il "Più Alto" fece dei gesti verso una parete, poi toccò qualcosa e degli scanni simili a sedili, spuntarono da una superficie assolutamente liscia. "Prendete posto" – disse. "Possiamo guardare più confortevolmente da seduti".

Ci accomodammo piuttosto cauti e imbarazzati perché ci parve di sprofondare dentro qualcosa che ci avvinghiò modellandosi alla forma del nostro corpo.

"Sedili giusta-forma" – precisò l'uomo – "Molto confortevoli, prevengono eventuali scivolate, anche se possono ritrarsi in qualsiasi momento". Giusta-forma – pensai – per la verità non sono abituato ad essere tenuto in questo modo, tuttavia, supposi che avrei dovuto abituarmici.

Così, stando adagiato in tutta sicurezza, fissai di nuovo gli schermi e trattenni il respiro con assoluto stupore. Si diceva che la Terra fosse piatta, adesso potevo vedere invece che è rotonda e simile alla palla con la quale giocavamo. Qui, eravamo lontani da essa e andavamo sempre più su finché non fummo liberi dall'atmosfera.

Il Pianeta girava lentamente sotto di noi, un globo magnifico, largamente coperto dal grigio-verde dell'oceano. Le zone terrestri apparivano insignificanti con macchie di verde e ruggine. Larghe aree erano coperte da bianche nubi lanuginose che ne oscuravano gran parte della superficie.

Attraverso dei varchi potevamo vedere il profilo dei continenti, delle isole e dei laghi interni. Ma delle città non v'era traccia. Dalla nostra altezza non si scorgeva alcuna indicazione che ne segnalasse la vita.



Visione dell'Universo

Attorno alla Terra c'era una debole foschia bluastra, piuttosto avvolgente e densa che andava a dissolversi completamente dopo poche miglia. Essa ruotava, rigirandosi pigramente simile ad un falco che lentamente volteggia nel cielo.

Il "Più Alto" disse: "Voi siete presi dalle cose umane eppure l'intero Universo è di fronte a voi; non vale un'occhiata?" Ci portò all'inizio della vita, e noi guardammo verso l'alto. Il buio completo sopra di noi era interrotto solo da sorprendenti ed intensi punti di luce.

Lontani mondi apparivano nitidamente sferici e di parecchie e differenti dimensioni, mentre su quelli più vicini a noi si potevano distinguere le caratteristiche del suolo. Fissammo il Sole, ma il nostro "cicerone" azionò uno scudo oscuro che coprì parte dello schermo.

Allora il Sole apparve chiaro e smisurato e, alla sua vista, fummo presi dal terrore perché pensammo che avesse preso fuoco. Vaste fiamme emergevano dalla sua circonferenza mentre la superficie si presentava come una massa contorta molto segnata da macchie cupe.

"Abbiamo una base su quella che voi chiamate l'altra faccia della Luna" – rivelò l'uomo – "E noi, ora, stiamo andando là". Il filtro fu tolto e fummo in grado di guardare l'abbacinante splendore della zona nascosta; un mondo privo d'aria che tuttavia ha in sé la vita nel profondo della sua superficie.

La velocità con la quale ci avvicinavamo era tale da essere per noi incomprensibile, eppure non c'era sensazione di spostamento. "Voi, avete imparato molto da noi" – precisò il "Più Alto" – "Certo, sulla Terra vi viene insegnato che noi non esistiamo; alla gente viene detto così a causa dei vari insegnamenti religiosi.

E poi, coloro che hanno il potere di vita e di morte sulle nazioni non vogliono che tutto questo si sappia, perché detenendo il dominio assoluto, non vogliono perdere la loro supremazia sui popoli asserviti."




Propulsione

Più tardi fummo portati a fare un giro in una nave spaziale e venimmo presentati ad un grande equipaggio. Ci sentimmo molto ignoranti alla loro presenza, sebbene essi fecero del loro meglio per rispondere alle nostre domande e metterci a nostro agio.

Il sistema della propulsione investiva grandemente il mio interesse e, nel merito, mi furono fornite dettagliate spiegazioni.  Si faceva uso di vari criteri;  astronavi  per  i più diversi scopi possedevano anche appropriati metodi di spinta. Quella su cui viaggiavamo aveva una forma di magnetismo che respingeva quello terrestre.

L'elettricità usata sulla Terra, ci venne detto, è la più grossolana, mentre quella usata altrove è basata sull'energia cosmica. La forza è raccolta dall'Universo per mezzo di speciali collettori posti sulla superficie del vascello e fatta affluire in "sala macchine".

Qui, è alimentata da bobine di induzione fino alle due metà del disco. La parte rivolta verso il vostro globo è fortemente respinta dalla Terra stessa, mentre l'altra rivolta in su, in questo caso verso la Luna, ne è fortemente attratta.

Su un pianeta, il magnetismo respingente può essere bilanciato in modo che la nave resti sospesa nell'aria per poi alzarsi o abbassarsi. Tutto il suo interno è rivestito da un sistema di conduttori, per cui, non ha importanza quale assetto impieghi il velivolo poiché la forza di gravità è sempre idonea per gli occupanti.

Ci fu mostrato lo straordinario semplice meccanismo che regola automaticamente l'energia gravitazionale, ma ci vorrebbero le condizioni adatte per addentrarci in più nobili dettagli.

È davvero una tragedia che la gente occidentale sia così scettica, perché ci sarebbe molto da dire e diventerebbe solo una perdita di tempo iniziare quando si ha la consapevolezza di non essere creduti. I dischi volanti esistono; sono una grande realtà...»

L'avventura continua e terminerà nel prossimo articolo...

Post Scriptum

Per documentarsi sull'identità misteriosa di Lobsang Rampa, QUI; per il download dei suoi libri, QUI; per un profetico messaggio all'Umanità, QUI; per la sua visita alla terra di Agartha, QUI.

Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Fonte: report dal libro di T. Lobsang Rampa – "La mia visita su Venere"