Jon McNaughton |
Sebirblu, 3 gennaio 2018
Inizio il primo post dell'anno pubblicando ciò che il Cristo ha dettato a Maria Valtorta sulla Sua Manifestazione (divina) o Epifanìa, e conseguente adorazione di tutto il Creato, iniziando da quella degli animali, poi dei pastori, ed infine dei potenti della Terra, come esaurientemente esposto QUI, in un'approfondita visuale esoterica.
Dice Gesù:
[...] «La Luce
era venuta nel mondo. E non bastava la grotta meschina, non la
limitata campagna di Betlemme a contenerla. La Luce si sparse ad
oriente e ad occidente, ad aquilone e a meridione. Non ai
gozzovigliatori parlò col suo apparire, non disse parole ai gaudenti
col suo vibrare.
Parlò a coloro che, puri di cuore e anelanti alla Verità, umiliavano la loro mente coltissima ai piedi di Dio e si sentivano atomi davanti alla sua Santità.
Parlò a coloro che, puri di cuore e anelanti alla Verità, umiliavano la loro mente coltissima ai piedi di Dio e si sentivano atomi davanti alla sua Santità.
Ai potenti che
della potenza si facevano strumento di spirituali conquiste si mostrò
la Luce, e li chiamò ad adorarla con uno sfavillìo che riempì i
quattro punti del firmamento.
Ai potenti,
perché Dio è venuto per santificare i Potenti dopo i Lavoratori e
la Famiglia, e coi potenti la Scienza.
Ma non ai potenti
malvagi e agli scienziati atei si manifesta Iddio e li copre di
benedizioni, ma a coloro che del dono della potenza e della scienza
si fanno un mezzo di elevazione soprannaturale, non di sopraffazione
o di negazione.
Dio è Re anche
dei re e Dio è Maestro anche dei maestri. La Luce trovò molti
maestri sulla Terra, ma solo ai maestri desiderosi di Dio la Luce
divenne richiamo.
È sempre così.
La Grazia opera là dove è desiderio di possederla e tanto più
opera, sino a divenire Parola e Presenza, quanto più è vivo il
desiderio del possesso e d'esser posseduti.
Davanti al Re dei
re, guidati dall'unica cosa che è degna di esser traccia a Dio ‒ la
luce ‒ vennero dalle remote contrade i potenti, primo scaglione degli
innumeri che nei secoli dei secoli avrebbero intrapreso la mistica
marcia per andare verso Dio.
Non ai potenti di
Palestina, non a coloro che si credevano depositari dei segreti e dei
decreti di Dio ‒ e avevano reso incomprensibili, per loro, tali
decreti e segreti, perché non era santità in loro, e i segni del
Cielo e le parole del Libro erano semplici meteore e semplici parole
senza più significato soprannaturale ‒ ma ai lontani.
Ero venuto Luce
nel mondo. Luce per il mondo. Luce al mondo. Chiamavo il mondo alla
Luce. Tutto il mondo.
E lo chiamo. Lo
chiamo da venti secoli, senza soste. Sulle vostre tenebre non cesso
di fare risplendere la mia Luce. Se sapeste innalzarvi oltre la
barriera di caligine che avete sparsa sul mondo, vedreste il Sole
divino sempre sfolgorante e benigno sugli uomini, su tutti gli
uomini.
Né è da
stupirsi se vi precedono ormai quelli che sono i più lontani da Roma
cattolica. Gaspare, Melchiorre, Baldassarre, da tre punti della Terra
sul paziente dorso dei cammelli vennero alla Luce del mondo, non
vista dai compatrioti del Figlio di Maria. Africani, asiatici,
australi vengono alla Croce che voi avete respinta. E vi
sorpasseranno.
Nell'ultimo
giorno, quando il tempo e gli uomini saranno illuminati in ogni punto
e lato, si vedrà la ingrata lacuna lasciata da voi, cattolici da
secoli, mentre gli altri: idolatri ed eretici, affascinati dal
Cristo, Signore Santo, saranno affluiti con le loro anime fatte
vergini dalla Grazia.
Quanti moti
tenebrosi nel mondo civile! È la vostra vergogna e il vostro
castigo. Mai avreste dovuto e mai dovreste permettere che la Luce
data a voi per primi fosse da voi respinta e rinnegata.
Le tenebre vi
uccidono e non le volete abbandonare. Da esse vengono, come gli
odiosi animali della notte, tutti i mali che vi tormentano e si
pascono del vostro sangue, del vostro tormento.
Non mi volete
più. Non mi comprendete più. Non mi conoscete più. Neppure quelli della "Mia casa" mi conoscono più. Ed Io stento a
conoscere loro, tanto li hanno imbruttiti le molte malattie della
carne e della mente.» [...]
Da "I
Quaderni del 1943, il 28 novembre
E ancora, da "I
Quaderni del 1944, il 6 gennaio"
Gesù dice:
«Più e più
volte vi ho detto, e ve lo dico una volta ancora oggi, giorno della
manifestazione del Cristo, che quando Dio è con voi tutte le forze
della Terra insieme unite sono come fumo che un vento gagliardo
disperde.
La potenza non è
nelle armi e nel numero degli armati. La Potenza è in quella parte
che ha Dio con Sé. Dio è dove vi è onestà di vita, amore al
Signore, giustizia di diritto.
Vano è sperare
che Dio sia dove le colpe sorpassano quel limite che la Mia
Misericordia ammette perché si ricorda d'esser stata Uomo e di avere
subìto gli assalti del Nemico vincendoli perché era Uno con la
Volontà del Padre, la quale non vuole che l'uomo si perda ma vinca
per salvarsi.
Dio non è dove
in nome di una prepotenza ci si permette l'abuso e il sopruso. Dio
non è dove non vi è amore per Lui, e amore non è dove è colpa di
vita e anti-carità di prossimo.
Non mentite
dicendo: "Io amo Dio, ma non posso amare il prossimo perché
m'ha fatto questo e quello". No. Non amate.
Se vi foste
nutriti di carità fino a farne carne e sangue vostri, non potreste
distinguere e separare, e dall'amore eccelso donato a Dio passereste
senza fratture all'amore santo donato al vostro prossimo.
Se la carità
fosse viva in voi, coprirebbe come un manto divino le miserie dei
fratelli e ve li farebbe apparire copie minori di Dio di cui sono
figli come voi.
Se faceste della
carità la vostra vita, sareste beati di amare chi vi disama, sapendo
che in tal modo raggiungereste l'amore perfetto, il quale non agisce
sperando ricompensa da chi lo riceve ma credendo con fede assoluta
che il Buono tiene segnati i vostri affetti e ve ne fa ricchezze
eterne che troverete al vostro entrare nel Regno.
E che ho fatto e
che faccio Io verso di voi? Amo chi mi ama? No, amo con amore
doloroso anche chi mi offende.
Vi ho amati prima
che foste, pur conoscendo le offese che mi avreste fatte, e se verso
chi Mi ama ho predilezioni celesti perché essi, i Miei amatori, sono
il conforto del cuor Mio, per voi che Mi colpite ho sovrabbondanza di
misericordia.
Come da fonte
inesauribile spargo su voi l'onda dell'Amore per chiamarvi a Me, per
salvarvi a Me, per darvi quella gioia che non potete che trovare in
Me, sperando di penetrarvi ed ammollire la vostra durezza e farvi
buoni, o figli che mi siete costati tanto e che non volete credere in
Me.
Non ricusate la
Mia mano che si tende verso di voi, che ha conosciuto lo spasimo
d'esser trafitta ma che soffre molto di più per essere respinta che
trafitta. Dolce la trafittura Mi sarebbe stata quando avessi saputo
che da essa sarebbe venuta salvezza per voi.
Carezze le
infinite ferite, baci le spine, abbraccio la croce, se il mio
onniveggente pensiero avesse conosciuto che dal Mio Sacrificio fosse
venuta redenzione a tutto l'umano genere. Ora, essa cade stanca per il suo
peso di misericordia che non posso effondere.
L'oro me lo dànno
le preghiere dei santi e l'incenso l'olocausto delle vittime, ma la
mirra, l'amarissima mirra me la date voi che non m'amate e che Mi
fate rigustare il calice del Getsemani e la spugna del Calvario col
vostro disamore. Preziosissimo l'oro e l'incenso deposto ai Miei
piedi, i quali sono corsi volonterosi alla morte per voi.
Ma poco, poco,
troppo poco rispetto ai mucchi di mirra di cui è ricoperta la Terra
e dall'alto dei quali ride Satana schernendo Me che crede vinto
dall'inutilità del Sacrificio. Ma vinto non sono. I vinti saranno
sempre e solo i servi di Satana.
Io e i Miei
salvati saremo i vittoriosi in eterno e dalla nostra pacifica,
fulgida, eterna Gloria vedremo gli abbattuti dal Nome santo e
terribile, che è il Mio, scomparire nella Morte eterna.
Figli che ancora
Mi amate, non abbiate paura. Io Sono il Salvatore. E voi che senza
odiarmi non sapete amare, scuotetevi, venite a Me. Vi chiamo intorno
al Mio Segno.
Venite. Credete.
Purificatevi, accendetevi, sperate.
Atterrate i vostri nemici
spirituali e i nemici materiali con la spada dell'Amore.»
Post Scriptum
Consiglio tutti coloro che ancora non
conoscono Maria Valtorta, di valutarne l'Opera poderosa QUI, e
leggere la magnifica visione da lei avuta sulla visita dei Tre Saggi
d'Oriente al Bimbo Divino, con successivo commento di Gesù, QUI.
Relazione e cura: Sebirblu.blogspot.it
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