Ripropongo a voi, gentili Lettori, una
testimonianza eccezionale di quello che succede realmente quando si lascia
il piano fisico e ci si avventura "nell'aldilà" in stato di
pre-morte, in un viaggio astrale o al trapasso.
La mia certezza assoluta è data sia
dalle mie personali esperienze extra-corporee che dagli insegnamenti
di altissima spiritualità dati dall'Ultrafanìa (Vedere QUI).
È vano dunque che molte persone nel
leggere questo tipo di esperienze, come troppo spesso ho constatato
nei commenti in altri siti, le mettano in dubbio o addirittura le
ridicolizzino perché, a tempo debito, anch'esse si renderanno conto
della profonda e maestosa Realtà che ci compenetra tutti.
Mi è stato concesso di vivere, più di
50 anni fa, un'avventura particolare che ha ampliato la mia concezione
del mondo e ribaltato tutti i valori della mia vita.
È stata un'esperienza intensa e
memorabile che ha toccato ogni aspetto del mio Essere e mi ha dato la
certezza che la morte non esiste.
Non la dimenticherò mai perché è
dentro di me ed essa mi rammenta la pienezza, lo splendore e la pace
immensa di uno stato che supera qualsiasi descrizione comparando il
quale le ricerche esclusive delle ricchezze materiali, della
rinomanza, del potere e della gloria appaiono risibili e miserabili.
Spero che questa mia vicenda possa
asciugare ogni lacrima e demistificare la morte affinché inneggi
alla Vita.
Quarantacinque secondi d'Eternità
Tutto accadde nel 1968. Tre settimane
dopo la nascita del mio secondo figlio, ho avuto una grave emorragia.
Sono stata ricoverata in ospedale e operata d'urgenza.
Nel corso dell'intervento
(isterectomia, o ablazione dell'utero) se ne è verificata un'altra
molto violenta e il cuore ha smesso di battere per circa 45 secondi
con elettrocardiogramma piatto, mi è stato detto poi.
E durante quei 45 secondi ho vissuto un
istante d'Eternità! Dapprima mi ricordo d'essermi trovata
all'altezza del soffitto. Ero là con tutti i miei pensieri, i
turbamenti e le impressioni, con tutto ciò che costituisce la
profondità del mio Essere.
Ero consapevole di osservare, in
contemporanea, ogni cosa da qualsiasi lato ma soprattutto provavo una
sensazione nuova e incredibile: quella di esistere fuori dal mio
corpo.
Vi assicuro che è qualcosa di
sconvolgente sentire di esistere al di là di sé. Ho preso coscienza
di essere l'abitante del mio corpo che era disteso sul tavolo
operatorio. L'ho quindi guardato e non l'ho trovato bello.
Ero cadaverica, avevo dei tubi che mi
uscivano dal naso e dalla bocca, non ero affatto avvantaggiata. Ma
ciò non aveva più importanza perché quel corpo non era realmente
me, si trattava soltanto del mio veicolo.
Ho sentito il chirurgo esclamare: «Mi
sfugge dalle mani!». Questo mi è stato confermato un mese dopo da
un'infermiera presente alla mia operazione.
Non sono rimasta molto in quella sala operatoria, perché ho pensato a mio marito e a mio suocero che aspettavano in sala d'attesa. Pensando ad essi, istantaneamente mi sono ritrovata vicino a loro ed ho constatato di poter attraversare i muri.
Tutto mi è parso naturale, perché
subito non vi si pensa, si è soltanto nell'azione. Più tardi mi
sono domandata: «Come è stato possibile? In che modo ho potuto
attraversare le pareti e raggiungere la sala d'aspetto dal momento
che non conoscevo nemmeno dove si trovasse?»
In quella stanza non v'erano sedie. Mio
marito me ne ha dato la convalida successivamente. I miei congiunti
camminavano avanti e indietro mentre cercavo di manifestarmi a loro,
invano. Non mi vedevano. Non comprendevo.
Provavo una sorta di disperazione nel
non poter comunicare con coloro che amavo. Come ultima risorsa, ho
posato la mano (del corpo più sottile nel quale mi trovavo) sulla
spalla di mio suocero ed essa vi è passata attraverso!
Quindi, nello stesso tempo, ho
realizzato di avere una facoltà nuova, quella di poter oltrepassare
qualunque ostacolo. Non ho mai perduto la cognizione di me stessa ma
avevo l'impressione di compenetrare ogni cosa tanto che mi sono
trovata dentro al cuore di mio marito.
Conoscevo tutti i suoi pensieri ed
anche l'essenza del suo Essere, ciò che egli valeva come uomo. La
stessa cosa è avvenuta con suo padre. I miei suoceri avevano perso
il loro primo figlio all'età di 25 anni: il ragazzo era annegato
tentando inutilmente di salvare un amico.
Di conseguenza avevano concentrato
tutto l'affetto sul loro secondo e ultimo figlio, che a quell'epoca
aveva 14 anni.
Quando in seguito è diventato il mio
consorte, ho avuto l'impressione di averli privati di questo unico
figliolo rimasto ed ero convinta che non mi amassero per me stessa,
ma soltanto in funzione della mia capacità di renderlo felice.
Questo mi faceva soffrire. Ed eccomi
nel cuore di mio suocero, dove mi sono resa conto di tutta la
compassione e l'affetto che aveva per me essendo in grado di
percepire al di là delle mie proiezioni.
In seguito mi trovai in un abisso di
tenebre, di silenzio. Ero sola al mondo, in un nulla infinito e avrei
dato tutto pur di sentire un rumore e vedere qualcosa. Non so quanto
tempo sia durato quello stato. Forse una frazione di secondo? Il
tempo non esisteva.
Ho pensato: "Ecco qui, ragazza
mia, tu sei morta". E tuttavia non lo ero perché sentivo di
esistere. Mi era tornata alla memoria una frase che mi era stata
insegnata al catechismo quando ero bambina:
"Si vive fino alla fine dei tempi,
fino alla resurrezione finale". In quel contesto, l'idea di
vivere in quel nulla e in quelle tenebre mi sembrava insopportabile.
Qualcosa dentro di me ha invocato aiuto
e da lontano ho visto una luce. A partire da quel momento non ero più
sola al mondo. Sono stata proiettata ad una velocità prodigiosa
verso quella Luce e man mano che mi avvicinavo si ingrandiva sempre
più fino ad occupare tutto lo spazio.
Le tenebre si andavano rischiarando e
avvertivo delle Presenze intorno a me senza vederle distintamente, ma
soprattutto sentivo sorgere dal mio cuore una gioia inaudita, una
gioia mille volte più grande di tutte quelle che avevo provato su
questa Terra.
E sono entrata nella Luce. Là non
esistono più parole... Quella Luce era talmente un oceano d'Amore,
un Amore così puro, quello che si offre e non domanda nulla, un
Amore-Sole, ed io ero l'Amore.
Immersa in questo oceano, totalmente
compresa, appagata ed amata per ciò che ero, lontana da tutte le
preoccupazioni e le agitazioni della Terra! Non avevo più coscienza
del tempo e dello spazio, ma ero consapevole di Essere, di essere
sempre stata.
Ho appreso di far parte di quella Luce,
di essere eterna. In quella pienezza come in quella pace
incommensurabile, ho compenetrato il senso delle parole: «IO SONO».
Era come se, pur restando me stessa, fossi identificata con il Tutto
e avessi rintracciato la mia Natura reale. Avevo ritrovato la mia
Patria.
Ero l'Amore ed ero la Vita. Come
condividere, mio Dio, quest'esperienza? Se ognuno di noi potesse
viverla, anche per un solo istante, non ci sarebbero più miseria,
violenza e guerra su questo Pianeta. Il senso stesso dell'esistenza
sarebbe percepito e la bellezza sarebbe il suo compimento.
In quella Luce ho visto un giovane uomo
splendente venire verso di me. Il mio cuore ha sobbalzato di gioia
perché avevo riconosciuto in lui mio fratello. Quando avevo undici
anni, i miei genitori avevano perso un bimbo di sette mesi. Adoravo
quel piccolo, ero la sua mammina.
Dopo la sua dipartita, i miei genitori ed io avevamo provato la sofferenza così ben espressa dalle parole di Victor Hugo: "Un solo essere vi manca e tutto è deserto". Ma in quel momento era lì e viveva! Ed io ero felice, tanto felice! Mi sono ritrovata nelle sue braccia. Era come se fosse solido e anch'io lo ero.
Comunicavamo totalmente col pensiero e
con i sentimenti e gli ho "detto": "Come sarebbero
felici di vederti mamma e papà!" Mi ha risposto che ci aveva
sempre seguiti e accompagnati nella nostra vita ed io ho compreso che
i legami d'amore non muoiono mai.
Come potevo avere la certezza che fosse
proprio mio fratello? Ovviamente, c'è una grande differenza tra le
fattezze fisiche di un neonato e quelle di un adolescente. Tuttavia, io so nel modo più assoluto che era lui. Penso che si tratti di un
riconoscimento fra anime...
Ho incontrato anche il fratello di mio
marito, Jacques, che non avevo mai visto se non soltanto in
fotografia. Sono rimasta molto sorpresa nel constatare che mi voleva
bene e mi conosceva. Mi ha mostrato le circostanze del suo decesso e
quanto i suoi genitori avessero sofferto, in particolare mia suocera.
Mi sono augurata di non dover mai
conoscere una tale prova nelle mia vita. Per quanto riguarda certe
situazioni difficili, addirittura restrittive, mi ha detto che era
possibile trasformare ogni condizione avversa intorno a noi, non
essendo necessario accettare tutto, ma ciò avrebbe dovuto compiersi
nell'Amore.
Ho anche contattato degli Esseri che
non avevo mai veduto sulla Terra e tuttavia li conoscevo e sentivo
un'immensa felicità nel rivederli. Esprimevano così tanta nobiltà
e rispetto che davanti a loro mi sentivo come una piccola bimba di
fronte al suo insegnante verso il quale proverebbe una grande
deferenza.
Essi leggevano in me come in un libro
aperto e avrei voluto mostrar loro soltanto i lati positivi. Sapevo
che mi accompagnano e mi guidano in questa vita.
Tutti questi incontri avvenivano in un
ambiente inondato di Luce, di bellezza e di pace. Ero in un
bellissimo giardino e la natura era magnifica. Persino l'erba era più
verde. C'erano dei fiori diversi, di altre tonalità, i suoni stessi
diventavano colori.
E questo creava un'armonia, un'unità
tale che comprendevo la sacralità della vita. Tutto viveva, un
semplice filo d'erba mi deliziava perché vi scorgevo ogni molecola
vitale, la luce interna.
In quella condizione, ho pensato che al
di là dell'afflizione e della sofferenza umana che si provano quando
trapassano coloro che amiamo, dovremmo gioire di sapere che sono
ritornati ai luoghi d'origine o sono in viaggio per ritrovare la
Vita.
Ho rivissuto la mia vita a ritroso, dai
miei 26 anni di allora fino alla mia nascita. Accanto a me c'era un
Essere di Luce, una Creatura che il nostro cuore conosce. Non posso
descrivere la radianza e la forza d'Amore che emanava. Mi sono
accorta in seguito che aveva anche molto senso dell'humor.
Ho udito la Sua voce che sembrava
giungere dal fondo dell'Universo, una voce potente e dolce insieme,
ma che non aveva niente a che vedere con il sentimentalismo. È un
tono che per la Possanza amorevole e maestosa che sprigiona è in
grado di restaurare le forze vive di un individuo.
Questa Voce mi ha domandato: «Come hai
amato e cosa hai fatto per gli altri?» Ho compreso immediatamente
l'importanza del quesito. Contemporaneamente, ho avuto la visione di
una moltitudine di Esseri che imploravano con le braccia tese verso
il cielo.
Sapevo che essi doloravano nei loro
corpi o nei loro cuori ed io ne percepivo le profonde sofferenze.
Cosa avevo fatto per loro? Non ero stata cattiva, ma non avevo
nemmeno compiuto qualcosa di particolare.
Quella domanda esigeva da me più
fraternità, più apertura, più disponibilità e nel medesimo tempo
un maggiore incremento evolutivo della mia esistenza e di quanti mi
circondavano rendendola più ardente e vera.
Esigeva, come ha detto Emerson: «di
compiere tutto il bene che esiste nell'Individuo», di aiutarlo a
crescere sotto tutti gli aspetti del suo Essere e capivo, nel
contempo, che questo richiedeva molto Amore, quell'Amore forte e
illuminato che libera dai vincoli della vita.
Domandava pure un mio mutamento,
un'emersione del meglio di me operando su me stessa, al fine che tale
cambiamento potesse contribuire a trasformare gli altri completandosi
a loro volta.
Ho percepito allora l'Umanità come una Coscienza unica dove tutti i membri erano interdipendenti per il loro
progresso e la reciproca sopravvivenza. Mi stavo risvegliando ad una
responsabilità tutta nuova.
La comprensione di questi due piccoli
quesiti, così semplici in apparenza, non smette di approfondirsi con
il tempo.
Tutta la mia vita era là, tutte le
gioie, le aspettative, le speranze e le pene che la costituivano. Ho
riprovato le mie emozioni di bambina ed ho ricordato certi episodi
dimenticati. Tutte le motivazioni dei miei atti erano allo scoperto.
Non si può nascondere nulla. Tutto è scritto nel gran libro della
vita.
È stato sconvolgente perché durante lo svolgersi di quel bilancio ero nello stesso tempo colei che riviveva ogni situazione con i relativi turbamenti che la accompagnavano ed ero anche l'Altra parte di me, quella che non viene influenzata da nulla e che è tutta Saggezza, Conoscenza, Amore e Giustizia.
Era questa pura Luce, quest'Altra mia
Essenza, che valutava la mia vita e rendeva chiara ogni cosa. Ho
compreso tutti i miei processi psicologici, in quale maniera agivo e
apprendevo dalla vita; ho scorto ciò che mi limitava, le carenze e
tante cose più sottili che non sono ancora riuscita ad esprimere in
parole.
Ho preso coscienza del Bene e del Male
che avevo fatto senza rendermi conto delle ripercussioni che i miei
atti e i miei pensieri avrebbero avuto in me stessa e nelle persone
che mi erano vicine.
Quando avevo compiuto un atto di bontà,
ero nel cuore della persona a cui avevo fatto del bene e lo ricevevo
di ritorno. (Potenziate dall'energia di gratitudine; ndt).
Analogamente avveniva quando ero stata
sgradevole e disarmonica verso qualcuno. (In questo caso le energie
di rimando sono aggravate da negatività varie come critiche,
rancori, collera ecc. - ndt).
Ho percepito le medesime sofferenze che
avevo inflitto ad altri ma soprattutto ho realizzato le meschinità
che mi avevano condotto a questo.
Come tremiamo quando questa grande
Coscienza valuta la nostra vita seguendo i criteri dell'Amore
assoluto e della Saggezza!
È in quel momento che focalizziamo le
nostre mancanze, le miserie e le nostre debolezze! (È il giudizio
individuale che sosterremo tutti davanti al nostro Ego Divino; ndt).
Ed è allora che si rimpiange amaramente di non aver vissuto nel
«Vero»!
Ma questa presa di coscienza si
accompagna anche alla compassione di sé poiché si scopre che
l'ignoranza, la paura, i condizionamenti, le debolezze ci hanno
allontanati da ciò che siamo in realtà e da quello che avremmo
potuto compiere senza di essi nella vita.
Se si riesce a comprendere ciò che ci
limita, la trasformazione e il rigore si impongono a noi perché è
difficile mutare la paura in fiducia, l'egoismo in altruismo e via
dicendo. Ci vuole il tempo ma soprattutto la volontà.
Ma io so che è la cosa più essenziale
che noi siamo venuti a realizzare qui sulla Terra ed io sono in
marcia su questo cammino, lottando molto spesso, «mourant de ne pas
mourir» (sperando di morire ma senza troppe sofferenze; ndt) come ha
detto San Giovanni della Croce, ma con la speranza della liberazione
nel cuore.
Ormai il desiderio più profondo della
mia vita è di ritrovare coscientemente lo stato di libertà e di
pienezza che ho gustato quando sono giunta «al cuore di me stessa»,
in questo spazio interiore dove non ci sono più conflitti, paure,
passioni, né condizionamenti, in cui non ero più prigioniera della
parte emotiva né delle mie identificazioni.
Mario Duguay |
Quale meravigliosa libertà in quest'oasi di pace! È certamente l'aspetto più rilevante di questa esperienza perché, a partire da tale centro di pace, che io so ormai corrispondere alla mia vera natura, ho individuato tutto ciò che in me o fuori di me poteva ostacolare questa completezza.
Comprendevo e rinascevo
Mi è stata mostrata quella che sarebbe
stata la mia vita al mio rientro sulla Terra. Ma prima mi era stato
chiesto se avessi desiderato restare o ritornare quaggiù. Il mio
Spirito avrebbe voluto rimanere ma ho pensato ai miei giovani bambini
che necessitavano della loro mamma.
Mi è stato detto che quando sarei
rientrata avrei dimenticato molte cose perché così doveva essere.
Malgrado il mio desiderio di memorizzare tutte queste conoscenze in
me, sono consapevole che molte di esse sono svanite. Non ho potuto
portare con me che qualche briciola e me ne dispiace.
Le espressioni «mi è stato mostrato»
o «mi è stato detto» indicano che ho ricevuto queste informazioni
da un Essere (fratello, ecc.) o semplicemente dalla Grande Luce. Era
come se mi trovassi in una classe d'apprendimento senza professori.
Dunque, ho visto i miei bambini
crescere ed ero molto fiera di loro. Mi è stato fatto vedere che i
miei suoceri e mia nonna avrebbero lasciato la Terra pressoché nello
stesso periodo e che due tra loro se ne sarebbero andati a tre
settimane di distanza, cosa che mi aveva colpito.
Mio suocero e mia nonna ci hanno
lasciati 13 anni dopo quest'esperienza, a tre settimane esatte di
intervallo uno dall'altra e mia suocera è trapassata l'anno
successivo... Avevo rivelato queste informazioni a mio marito e ai
miei genitori, che li avevano fortemente turbati.
Mi rammento anche di essere stata in
possesso di una grande Conoscenza. In 45 secondi (ma il tempo non
esisteva) ho vissuto dei millenni. Mi ricordo di aver visto dei
giganti, dei sacrifici umani. Avevo ogni ragguaglio sulle civiltà
scomparse tra cui Atlantide e persino su Giovanna d'Arco.
Sono al corrente di aver saputo, ma ho
dimenticato quasi tutto. Mi è stato detto che Dio è la Forza, la
Vita e il Movimento, che tutto è vivo nell'Universo, che all'interno
del nostro Pianeta ci sono grandi cavità.
So che quando trapasserò non mi si
domanderà a quale religione, filosofia o razza particolare
appartengo, ma come ho amato e quello che ho fatto per gli altri
perché è soltanto il modo di essere di un individuo a contare
veramente.
Mi è stato pure insegnato che tutto
quanto confluisce verso l'Unità è positivo e che la mia piccola
vita rapportata all'eternità corrispondeva ad un battito di ciglia
dell'esistenza fisica. Sono riuscita in quello stato a rinunciare ad
ogni pretesa, ad ogni condizione o felicità ma solo ad «essere».
Vladimir Kush - La Perla |
Mi è stato mostrato anche il futuro dell'Umanità. Ho visto che la nostra Terra sarebbe stata oggetto di enormi sconvolgimenti e che avremmo attraversato dure prove e grandi tribolazioni perché, pur avendo una tecnologia avanzata e molta scienza, siamo carenti di fraternità e saggezza.
Così, si è proseguito a farmi vedere
tutto ciò che potrebbe arrivare SE non dovessimo cambiare. Insisto
sul «SE» perché è determinante.
Mi è stato precisato che gli Umani si
sarebbero trovati ad un bivio e che niente sarebbe stato
ineluttabile, tutto sarebbe dipeso dalla nostra capacità di amare e
di agire con buon senso.
Ho avvertito comunque l'urgenza estrema
di una grande trasformazione individuale e planetaria dell'Umanità e
la necessità di instaurare la pace e la tolleranza in noi e intorno
a noi per vivere in armonia e nel rispetto di tutto ciò che vive.
Ma è pur vero che 32 anni fa, mentre
tutto era fiorente, ho visto la disoccupazione estendersi su tutto il
Pianeta, una peste devastare anche la Terra, eruzioni vulcaniche,
avversità climatiche e molti altri disastri.
Ma non sono venuta per fare del
catastrofismo. Conosco troppo bene il ruolo del pensiero e so che
questi accadimenti arriveranno soltanto se continuiamo a vivere
calpestando le leggi dell'Amore e della Coscienza.
Ho visto altresì che avevo già
vissuto su questa Terra. Mi sono stati mostrati alcuni flash di altre
vite e il legame che le univa tutte.
Mi è stato chiarito che si ritorna sulla Terra fintanto che non si abbia acquisito a sufficienza Amore e
Saggezza poiché tutto è imperniato su un fattore evolutivo e, in
quella condizione, mi era sembrato più che ovvio.
Successivamente, quando sono ritornata
nel mio corpo, questo ricordo mi ha turbata parecchio, ma sono
intimamente convinta che il concetto di vite «successive» non deve
separare nessuno perché l'importante non è aderire ad una credenza
o ad una convinzione bensì al fatto di trasformarsi.
Sul piano dell'Assoluto, al di là del
tempo e dello spazio, non c'è che la vita, la Grande Vita. Ma nella
nostra limitata dimensione in cui questi due fattori vengono ancora
calcolati, abbiamo la consapevolezza soltanto di un segmento, di una
parte di questa esistenza.
Ed essa si dispiega tra la nascita e la
morte e noi pensiamo che un tale piccolo tragitto sia tutto ciò che
si debba conoscere. E invece non è così.
Mi è stato pure annunciato che il
Cristo sarebbe tornato sulla Terra e che il Ritorno sarebbe stato
imminente. Mi ricordo di aver pianto perché avevo compreso che la
Sua Venuta sarebbe stata la sola cosa che avrebbe potuto salvarci.
Il Cristo, così come ho imparato nel corso della mia esperienza, rappresenta tutta la pienezza della Vita in Tutto ciò che È. (Infatti, Lui ha detto: «Io Sono la Via, la Verità e la Vita» Gv. 14, 6 - ndt).
Ed è per questo che si manifesta come
«Amore» anche in ogni Coscienza totalmente «risvegliata», libera
dalle sue miserie umane.
Egli non appartiene ad alcuna religione
perché è nel «cuore» di tutti. È la Presenza di Dio nell'uomo.
Ho capito che soltanto Lui può salvarci da noi stessi ed evitare
ulteriori guerre, sconvolgimenti e calamità.
(Per poter quindi veramente gioire del
Suo Ritorno, bisogna prima averLo scoperto nell'intimo della nostra
Essenza, allora sarà fugato ogni dubbio sulla Sua Identità Vera!
Ndt).
Rammento pure di essermi recata di
piano in piano. (Per approfondire i livelli evolutivi o Biotesi,
vedere QUI e QUI; ndt).
Avevo l'impressione di penetrare
profondamente nella mia coscienza e lo deducevo dalla straordinaria
lucidità e comprensione che aumentavano anche all'esterno in
splendore e bellezza. Mi sono trovata in una città di luce, d'oro e
di pietre preziose. Era la gloria delle glorie.
Mi sentivo trasportata ed elevata al
più alto livello. Ho capito ancor più profondamente il senso dei 26
anni che avevo trascorso sulla Terra e come avevo utilizzato questa
opportunità.
Poi mi è stato mostrato che avrei
avuto molte prove ed afflizioni nel tempo che ancora mi restava da
vivere sul nostro Pianeta. Mi sono vista piangere molte volte e ho
domandato il motivo di quelle esperienze dolorose.
Mi è stato risposto che le avevo
concordate ed accettate prima di nascere, perché grazie ad esse,
sarei cresciuta. Ho allora supplicato che mi fossero date tutte le
prove necessarie per raggiungere la Meta in una sola vita, perché
non avrei voluto più tornare un'altra volta.
Ho realizzato che l'inferno era quaggiù
ed ero pronta alle più grandi rinunce e ai maggiori sacrifici pur di
non dover ritornare. Ma mi è stato fatto comprendere che non mi si
poteva caricare di un peso superiore a quanto le mie spalle avrebbero
sopportato.
Può apparire stravagante o contro-natura desiderare una cosa del genere. Grazie a Dio, non sono masochista, amo la vita, ma in quello stato di coscienza sublime non avevo che un solo desiderio: quello di arrivare il più presto possibile all'obiettivo e fondermi in quel fulgore incantevole.
Nel nostro mondo, davanti alle prove,
alle ambasce o alle malattie, si insorge, ci si ribella. Dall'«altro
lato», se ne comprende il perché e se ne vedono i risultati. E
tutto diventa chiaro.
Quando mi è stato fatto vedere un muro
composto di pietre preziose, sono stata invitata a diventare come una
di esse.
Poi, ho visto venire verso di me un
Essere molto bello. Mi è impossibile dire se fosse un uomo o una
donna, perché era virile e femminile al tempo stesso. Avevo
l'impressione di conoscerlo fin dalla notte dei tempi e desideravo
fondermi con lui. Gli ho detto: «Voglio sposarmi con te».
Ed ho preso coscienza che tale Essere
era me, me alla fine dei tempi, me totalmente realizzata. (Ha
visualizzato infatti sé stessa, riunificata con il suo semi-termine
o Anima gemella, nel suo aspetto conclusivo, ad evoluzione raggiunta;
vedere QUI e QUI; ndt)
È stata una grande lezione di umiltà,
perché ho misurato tutto il cammino che mi restava da percorrere per
diventare l'Essere che ho visto.
Ho capito che il tempo era solo la
distanza che mi separava dalla completezza di me stessa, ed ero già
là, nella misura in cui fossi stata capace di vivere in prima linea
con la mia Anima.
L'incapacità di manifestare la
pienezza di quello che Sono, come Spirito, attira le esperienze che
mi sono necessarie per acquisire ciò che mi manca. «È la ferita
che guarisce» ha detto giustamente uno sperimentatore svizzero.
Mio fratello ed io ci siamo salutati.
Mi ha consigliato di non parlare di questa esperienza al mio
risveglio e di aspettare 17 anni a darne testimonianza perché, prima
di quel tempo, sarebbe stata considerata come un trauma conseguente
allo choc operatorio.
Non mi ricordo dell'uscita dal corpo,
ma di esservi rientrata sì, passando per la testa ed essermici
infilata come in una calza.
Ogni esperienza si era cancellata. Non
ho potuto trattenerla. E per me questo è il dramma dell'esistenza.
La completezza era svanita insieme con
la libertà e con la sensazione di sentirsi Uno e Tutto nello stesso
tempo. Si rientra nel proprio corpo come se fosse una scatola. Ci si
dimentica che gli altri sono noi e ci si fa del male
reciprocamente...
Hanno dovuto svegliarmi rapidamente. Al
mio risveglio avevo nelle orecchie una musica sublime, una sinfonia
di grande respiro e di infinita dolcezza che mi faceva sciogliere
d'Amore.
Ben Goosens |
Ho provato in seguito a cercare quella musica ascoltando brani sacri e classici ma invano. Dietro quella melodia, in sottofondo, c'era un compimento, una pace maestosa, una pienezza, una Conoscenza che avrei voluto mantenere sempre in me.
Ho portato con me una briciola di
Eternità e la sensazione di aver compreso ogni cosa. Tutto era
andato bene.
Ma risvegliandomi si era ridestato
anche il dolore (avevo un lungo taglio verticale all'addome) e tutta
l'esperienza si andava affievolendo. Non riuscivo più a
focalizzarla. Ne era rimasta solo una parte infinitesimale.
Questo fatto accadutomi è ormai il
centro, il motore della mia vita.
Oggi posso soltanto constatare fino a
che punto questa vicenda sia diventata il fulcro del mio cammino
vitale. Non c'è giornata, forse nemmeno un'ora, senza che il suo
ricordo si manifesti ed io so che la frequenza di queste reminiscenze
non è di natura ossessiva.
Questa esperienza fa parte di me,
riposa in me. Mi riempie e mi nutre. È come una forza, un ancoraggio
intorno al quale tutto gravita. Un punto di riferimento per tutti i
miei pensieri, le emozioni e le attività.
La percepisco come una vaga immagine
concreta, un livello più sottile nella cavità del torace che mi
connette alla Terra e contemporaneamente mi lega al Cielo chiedendomi
solo di crescere, ma con un tale impeto che a volte risulta anche
doloroso.
Forse il frutto più bello di quanto
accadutomi è la sensazione di una «Presenza» che ne è anche la
grande rivelazione. È l'impronta di Me stessa ritrovata.
Da allora so che l'Amore è il segreto
della vita, il mistero di Dio, e so che è Lui quella Luce splendida
e meravigliosa così come Lo è l'Energia che pervade l'Universo.
Io credo in una religione senza
frontiere, quella dell'Amore che è nel cuore di ciascun Essere e
che, al di là dei dogmi, conduce l'uomo a trasformarsi da bruco in
farfalla.
Nicole Dron
Traduzione: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: eveil-a-soi.com
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