martedì 29 agosto 2023

Il Disfacimento delle Coscienze parte dall'alto!


Credito dell'immagine a Renovatio 21, QUI.

Sebirblu, 27 agosto 2023

Ciò che scrivo prende spunto dalla rubrica "Santi e Caffè" di qualche giorno fa di don Alessandro Minutella, il cui video esporrò alla fine.

Nonostante l'indifferenza generale in tema di religione in cui è caduta la gran parte degli italiani, e non limito il mio dire solo alla sfera cattolica, ma a tutti coloro che sono cresciuti in una nazione che, con Roma, da più di duemila anni "culla della cristianità" e "terra dei maggiori martiri" al seguito del Cristo, hanno potuto ricevere sin da piccoli l'eco delle Sue Parole e dei Suoi insegnamenti, ritengo sia giusto "gridare dai tetti" lo scandalo e l'indecenza vergognosa raggiunti, senza alcun ritegno, dai più alti membri della Chiesa Universale.

Padre Antonio Spadaro, gesuita, giornalista, teologo e critico letterario italiano, direttore dal 2011 della rivista Civiltà Cattolica, è uno di questi, perché commentando nel suo articolo la lettura evangelica di domenica 20 agosto sulla "donna cananea", ha contribuito in via definitiva a smascherare la Falsa chiesa dell'Impostore argentino, ricalcandone le tracce.


Bergoglio e Spadaro - entrambi gesuiti.


Ma meglio di me ne parla Miguel Cuartero Samperi nel suo articolo, pubblicato QUI, dal quale ho tratto questo stralcio:

«[...] fin'ora non si era ancora arrivati a reinterpretare lo stesso Gesù o accusare Nostro Signore di rigidità, intolleranza, nazionalismo, di comportarsi da teologo (termine che dal 2013 non è più un complimento) o – per usare una espressione cara a (lo pseudo; ndr) Papa Francesco – "indietrismo".

Il Vangelo della scorsa domenica (XX del Tempo Ordinario, Mt 15, 21-28) ha dato però l'occasione ad un sacerdote molto in vista (e molto vicino al Papa) di spiegare la propria versione del testo.

E lo ha esposto, non sul giornalino della parrocchia, ma su un quotidiano nazionale schierato radicalmente a sinistra (nota forse non necessaria ma utile per confermare quanto detto sopra).

Il brano lo conosciamo (sto scherzando!): riguarda il passaggio di Gesù a Tiro e Sidone, località pagane. Interpellato da una donna cananea, Gesù rifiuta inizialmente (e con durezza) di operare il miracolo perché, afferma, «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d'Israele».

Ma alla fine Egli cede per l'insistenza, la tenacia e la fede di quella donna disperata che implora aiuto: Allora il Signore le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri».

L'episodio racconta la misericordia del Cristo che offre un'apertura universale alla salvezza anche fuori dal popolo eletto e che – ancora una volta – non opera miracoli dove non trova la fede in coloro che chiedono aiuto.

Ma per il sacerdote gesuita c'è qualcosa di più. Gesù non accoglie la richiesta della donna a causa della sua rigidità, del suo rigorismo, della sua durezza, del suo essere "teologo". Ma alla fine Lui stesso guarisce dalla sua malattia.


"La donna cananea" - (autore non trovato)


Così ci viene spiegato il Vangelo nella nuova versione gesuitica, corretta e dialogante:

‒ Gesù resta dapprima "indifferente"; poi replica in maniera "stizzita e insensibile"; "risponde in maniera beffarda e irriguardosa"; pretende di "fare il teologo"; rifiuta la misericordia; la sua è una "caduta di tono, di stile di umanità"; Gesù appare come "accecato dal rigorismo e dal nazionalismo teologico".

Ma le parole della donna "sconvolgono la rigidità di Gesù", lo convertono. Gesù appare "guarito": "libero dalla rigidità dagli elementi teologici, politici e culturali del suo tempo".

Secondo la versione del gesuita, dunque, Gesù sarebbe un "indietrista" che si converte e viene miracolato dalla donna pagana.

Un'immagine plastica di quello che viviamo oggi: cattolici ancora tenacemente legati alla dottrina e al catechismo, nazionalisti, teologi, bacchettoni e giudicanti, incapaci di aggiornarsi, malati di indietrismo e di rigorismo, che hanno bisogno di convertirsi e di guarire ascoltando la donna pagana, ascoltando gli atei, i lontani, gli anticlericali che fanno belle battaglie, in una parola ascoltando e seguendo il mondo.

Questo è per il gesuita – l'inizio di una rivoluzione (QUI l'originale di Spadaro).

Nei suoi sermoni Sant'Agostino afferma: "Cristo si mostrava indifferente verso di lei non per rifiutarle la Sua misericordia, ma per accendere il suo desiderio".

Personalmente ritengo che la prima lettura di domenica, tratta dal profeta Isaia, illumini il brano del Vangelo: Dio offre la possibilità di accedere alle promesse fatte a Israele a tutti quelli che si convertono a Lui.

A tutti coloro che sono disposti ad adorarlo, cambiando vita ed osservando i suoi Comandamenti. La conversione è dunque conditio sine qua non per attingere a piene mani alla misericordia e alle grazie riservate da Dio agli uomini che, nella loro libertà possono rifiutare la conversione e la grazia.

L'idea che sia Gesù a doversi convertire sembra un po' una forzatura dettata da – come affermato da un sacerdote (Spadaro; ndr) – una forma di "misericordiosamente corretto".

Una necessità di utilizzare il Vangelo per spingere ad una conversione al mondo che tradisce una malsana passione per ciò che è lontano da Dio e dalle Sue leggi.»



"Oro e Carne" di Marcello Ciampolini. (Gli strumenti del Mondo... ossia di Lucifero).

L'autore di questo pezzo, a mio avviso, è fin troppo rispettoso sia nel menzionare il Falso Profeta, che chiama tranquillamente "Papa Francesco", quanto nell'esporre la frase appena menzionata che gli "sembra un po' una forzatura", da parte di Spadaro, la 'conversione' di Gesù.

A me pare, senza tema di alcuna smentita, che qui si tratta di blasfemìa, senza dubbio e che dover essere testimoni, come VERI cristiani, di una aberrazione del genere contro il Nostro Salvatore è qualcosa di rivoltante! Che Dio perdoni tutta questa cricca di traditori impudenti ed ingrati.

Riflettendo, mi vien da pensare che se specialmente noi italiani fossimo stati un po' meno ignoranti nelle Scritture, un po' meno "bigotti" nel professare una fede cieca e più consapevoli della grandezza del Dono-Figlio inviato dal Padre alla razza umana, non saremmo arrivati a questo punto!

Ma Dio scrive diritto su righe storte... perciò stiamo assistendo ad una scrematura eccezionale della Sacra Istituzione fondata dal Cristo affinché tutto il marciume venga alla superfice, in modo che, sebbene ridotto e potentemente selezionato, il Suo Corpo Mistico risorga a nuova vita.

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Ed ecco l'articolo-commento-bomba scritto il 27 agosto da mons. Carlo Maria Viganò, pubblicato nel sito di Aldo M. Valli:

«Nelle  parole  di  Spadaro  affiora,  come  rimestando  in  una  pozza  di  liquami, la  feccia  del  peggior  Modernismo  che  impesta  la  Chiesa  da  ormai  più  di  un secolo. Il  Modernismo mai  definitivamente estirpato  dai seminari  e  dagli atenei  sedicenti cattolici, al quale una setta di eretici e traviati ha eretto il totem del Concilio (1962‒1965; ndr), sostituendolo  a  duemila  anni  di  Tradizione.

Fino ad un po' di tempo fa questa "sintesi di tutte le eresie" cercava di rendersi presentabile omettendo di manifestare la sua indole anticristica, seppur le fosse consustanziale: vi era sempre il rischio che qualche Prelato vagamente conservatore e non ancora del tutto acquisito alla causa potesse accorgersi della sua pericolosità intrinseca.

Certo, la divinità di Cristo era considerata un pio desiderio sgorgato dall'esigenza di sacro della "comunità primitiva", i Suoi miracoli erano esagerazioni, le Sue parole metafore; d'altra parte, «non c'erano registratori», come ha detto Arturo Sosa, Preposito Generale della Compagnia di Satana.

Oggi, protetti da un gesuita che in violazione alla Regola di Sant'Ignazio occupa il Soglio di Pietro, i peggiori seguaci di questa setta si sentono liberi di dare la stura alle loro farneticazioni e giungono, in un delirio infernale, a bestemmiare Gesù Cristo, già fatto oggetto di inquietanti epiteti da parte di Bergoglio. «Gesù si è fatto serpente, si è fatto diavolo», ha detto l'Argentino tempo fa.

(Ved. QUI e il seguente video del 2016; ndr).



Gli fa eco Spadaro, che con l'arroganza di chi si crede impunito osa definire Nostro Signore «malato e prigioniero dalla rigidità e dagli elementi teologici, politici e culturali dominanti del suo tempo», «indifferente alla sofferenza, insensibile e stizzito; inscalfibile e duro; teologo non misericordioso; beffardo ed irriguardoso; accecato dal nazionalismo e dal rigorismo teologico».

Inutile spiegare a queste menti irretite ciò che i Santi Padri hanno insegnato sul passo evangelico della Cananea: a loro interessa tenere ben alto sul suo piedistallo l'idolo del Vaticano II; e poco importa se per difendere i loro errori devono calpestare il Figlio di Dio, offendendoLo e bestemmiandoLo come nemmeno i peggiori eresiarchi del passato avevano osato fare.

Quella di Spadaro non è una semplice provocazione – cosa già di per sé inaudita – ma la manifestazione, l'epifania, come la chiamerebbe qualche "teologo" di Santa Marta, di una controchiesa con i suoi falsi dogmi, i suoi precetti mendaci, la sua predicazione ingannatrice, i suoi ministri corrotti e corruttori.

Una controchiesa prona all'Anticristo, a tutto ciò che rappresenta la negazione e la sfida alla Signoria di Dio sull'uomo. Orgoglio. Orgoglio luciferino. Orgoglio che non conosce limiti né freni.

La setta che eclissa la Chiesa di Cristo non si nasconde più: essa si mostra e pretende di sostituirsi definitivamente alla vera Chiesa, mostra i suoi idoli ed esige che li si adori, al prezzo di rinnegare il Salvatore stesso, confutare la Sua divinità, giudicare le Sue azioni, contestare le Sue parole.

Ma se i semplici hanno già compreso che il prezzo di questa ὕβρις* è la νέμεσις*, la quasi totalità dei Pastori – Cardinali, Vescovi, sacerdoti – si volta e guarda altrove.

**(Il primo termine si pronuncia Hýbris = insolenza, tracotanza, di solito come oltraggio verso la Divinità. Il secondo termine si traduce in Némĕsis o Némesi, ossia la rappresentazione della Giustizia che ineluttabilmente si abbatte su chi o su ciò che turba l'Ordine dell'Universo: la legge di Causa ed Effetto o del Karma per l'Oriente; ndr).



Essi sanno bene che la loro pavidità, il loro conformismo, il loro desiderio di non apparire retrogradi li ha resi corresponsabili di questa rivoluzione infernale, che pure avrebbero potuto fermare a suo tempo; ma siccome per sessant'anni hanno preso parte anch'essi al culto del Concilio, preferiscono proseguire sulla strada intrapresa verso la rovina della Chiesa e delle anime, piuttosto che fermarsi e tornare al punto in cui hanno deviato il cammino.

Finiscono così per preferire il trionfo dei malvagi – e con esso il vilipendio blasfemo di Gesù Cristo – all'umile ammissione di aver sbagliato. Preferiscono lasciar dire che abbia sbagliato Nostro Signore, «accecato dal rigorismo teologico», piuttosto di riconoscersi essi stessi imprigionati negli errori e nelle eresie del Modernismo.


La misura è colma, ed è giunto il momento di scegliere da che parte schierarsi. Con Bergoglio e Spadaro, con il Sinodo sulla Sinodalità, con una chiesa contraffatta e umana asservita al Nuovo Ordine Mondiale, o con Dio, la Sua Chiesa, i Suoi Santi.

E a ben vedere è già inaudito il solo dover ipotizzare che dei Cattolici – non dico dei sacerdoti o dei Prelati – possano considerare possibile esservi una scelta.»

+ Carlo Maria Viganò, Arcivescovo




Ora, riporto il brano evangelico di Matteo 15, 21-28 e a seguire, per un confronto, quello di Marco 7, 24-30, al fine di una corretta esegesi del contenuto che ho estratto, in alcuni stralci, da QUI.

"Partito di là, Gesù si diresse verso le parti di Tiro e Sidone. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quelle regioni, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide. Mia figlia è crudelmente tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.

Allora i discepoli gli si accostarono implorando: «Esaudiscila, vedi come ci grida dietro». Ma egli rispose: «Non sono stato inviato che alle pecore perdute della casa di Israele».

Ma quella venne e si prostrò dinanzi a lui dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli per gettarlo ai cagnolini».

«È vero, Signore, disse la donna, ma anche i cagnolini si cibano delle briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».

Allora Gesù le replicò: «Donna, davvero grande è la tua fede! Ti sia fatto come desideri». E da quell'istante sua figlia fu guarita."

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"Partito di là, andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto. Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi.

Questa donna era di lingua greca e d'origine siro-fenicia. Ella lo supplicava di cacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini».

Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va': il demonio è uscito da tua figlia». Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n'era andato."



Jean Germain Drouais (1763-1788) "Cristo e la Cananea" - dettaglio.

«Come si legge, i due evangelisti presentano versioni diverse.

Matteo scrive: "Ed ecco una donna cananea, che veniva da quella regione", letterale "uscita da quei territori", oppure "da quei confini". Può quindi essere, secondo questi dati, che in realtà Nostro Signore fosse ancora in Galilea, molto prossimo ai territori pagani e che la donna, per raggiungerlo, abbia attraversato il confine tra la Fenicia e la Galilea superiore.

Teniamo presente che i due evangelisti non si prefiggono gli stessi scopi, perché Matteo scrive per gli Ebrei e Marco, dalla capitale dell'impero, per i Romani per cui i particolari possono differire tra loro.

Anche le origini della donna sono diverse: per Matteo è cananea, quindi appartenente ad un popolo visto negativamente perché erede della maledizione di Noè, i cui antenati furono cacciati dagli Ebrei dopo la conquista del "paese di Canaan".

Matteo pone così in evidenza il fatto che la donna apparteneva a ciò che restava dell'antica popolazione pagana che abitava la Siria-Palestina prima degli ebrei; Marco la chiama "siro fenicia" perché la Fenicia faceva parte della provincia romana di Siria.

Fatte queste precisazioni, focalizziamo l'attenzione sulla donna, "la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro": il testo di entrambi non specifica da quanto tempo durasse questo stato; fatto sta che quella donna, saputo della presenza di Gesù, "uscì dai suoi confini" – quindi anche quelli etnici e di eredità spirituale negativi in quanto pagana – per andare da Lui, consapevole che sarebbe stato l'Unico in grado di guarire la propria figlia.


L'episodio della donna siro-fenicia in una icona ortodossa.

Le assillanti grida della madre cananea avevano finito per infastidire i discepoli che addirittura "supplicarono" il loro Maestro di esaudirla, ma la risposta che ottennero escludeva qualsiasi intervento in merito (egli rimaneva in un ostinato silenzio; ndr): nel suo ministero terreno non era stato mandato ai pagani, ma soltanto "alle pecore perdute della casa d'Israele". (Solo a quelle perse, e non agli scribi e ai farisei che lo mettevano continuamente alla prova; ndr).

Dal testo si deduce che Gesù si disinteressava della condizione di quella implorante madre; anzi, dal comportamento duro avuto nei suoi confronti si potrebbe ipotizzare che non volesse proprio avere a che fare con lei.

Alle parole di Gesù inerenti alla Sua Missione,  di nuovo scrive Matteo,  "Ma quella Gli si avvicinò e Gli si prostrò dinnanzi dicendo: «Signore, aiutami!»", segno che comprende, mutando la frase, per cui da un "Pietà di me Signore, Figlio di Davide" (che veniva pronunciato soltanto da ebrei e non da stranieri; ndr) la donna passa ad un modo di chiedere più umile e ancor più pressante del primo, ma ottenendo una risposta per lei durissima: "Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il loro pane per darlo ai cagnolini". E gli Ebrei definivano appunto "cani" – cioè animali impuri – tutti i pagani.

Con le sue espressioni, Gesù mette in risalto, mediante la cananea, la triste posizione di un essere umano allora impossibilitato a godere dei privilegi che avrebbe avuto se fosse stato appartenente al popolo ebraico, distinzione che verrà poi abolita da san Paolo nella lettera agli Efesini 2, 13-14: "Ora invece, in Cristo Gesù, voi che allora eravate lontani, siete stati avvicinati mediante il sangue di Cristo. Lui infatti è la nostra pace; lui che dei due popoli ne ha fatto uno solo".

Ai tempi dell'evento tale muro esisteva ancora, e in quell'istante la risposta della cananea diventa confessione pubblica: "Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli"; si tratta di parole che esprimono completamente la posizione da lei assunta e cioè che era conscia del fatto di non appartenere al popolo eletto cui spettava il diritto di essere chiamati "figli" e di stare a "tavola", ma chiedeva solo le briciole e non il pane. A lei bastavano gli avanzi e solo quelli sapeva di poter chiedere.»



Ecco perché di fronte alla grande Fede e Umiltà mostrata da questa donna, al terzo tentativo Gesù cede e la esaudisce, in quanto, con il Suo "incomprensibile" e "duro" comportamento, voluto, e coerente al pensiero comune che la considera straniera avulsa dal popolo ebreo, la costringe in tal modo a scoprirsi mettendola alla prova, e dando l'esempio a tutti di quale potenza possono smuovere queste due virtù. E lei vince!

D'altronde lo conferma Gesù stesso a Maria Valtorta nel dettato del 22 settembre '43 quando a tal proposito dice:

"L'insegnamento che dà il Mio Vangelo, e che voi poco o nulla meditate, è di alta Carità. Tre sono gli episodi che ve lo danno. Vi sono esposti con altre forme, ma Io, in quest'ora d'odio fra le razze del mondo, ve lo spiego a modo mio:

‒ il centurione che implora per il suo servo paralizzato, la donna cananea dalla risposta che è grido di smisurata fiducia, la moglie di Ponzio Pilato. Tre gentili (tre stranieri; ndr) fuori della Legge del Padre. [...]

Essi hanno avuto fede in Me più dei miei connazionali, hanno riconosciuto che Io sono il Lume di questa Fede e il loro credere non è rimasto senza premio." [...]

Non giudicate , figli, e non disprezzate. Amate soltanto, amate tutti; avete un unico Padre Creatore, ricordatevelo, siete perciò fratelli fra voi.

Perché allora tanto odio l'un verso l'altro? Non siate duri verso i fratelli. Guardate Gesù, il Maestro che non falla e che non ha respinto il centurione pagano e la cananea, giudicata in Israele una lebbrosa d'anima.

Badate che non sia Dio che giudica voi come tali, infetti come siete di ferocia, di frode, di lussuria e di superbia. Mondatevi al fuoco dell'Amore.

Esso è acqua lustrale che vi rende l'anima nuovamente bianca ed è tocco sublime che apre i vostri occhi accecati, i vostri orecchi tappati, che dà vita al vostro cuore paralizzato e vi rende capaci di capire ciò che la Divina Sapienza dice al vostro spirito, bisognoso di tanta luce e di tanto perdono."




Concludendo questa lunga dissertazione, indispensabile secondo me per mettere in evidenza le vistose discrepanze tra la Falsa chiesa interamente contaminata partendo dal suo vertice, come aveva predetto Padre Pio QUI, e quella VERA, disprezzata e vilipesa come la donna cananea, profetizzata da Ratzinger QUI, dico che il Cielo, grazie a Dio, è sempre dalla parte dei giusti e che la loro costanza, perseveranza e fede li proteggerà dalla catastrofe finale, con il trionfo e sotto l'égida del Cuore Immacolato di Maria.

Video di don Alessandro Maria Minutella, annunciato all'inizio, sul tema svolto.





Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it 

Fonte: sabinopaciolla.com


venerdì 25 agosto 2023

Come funziona la Provvidenza Divina di P. Ubaldi


Greg Olsen

Sebirblu, 25 agosto 2023

In questi tempi sempre più critici per molti, specialmente sotto il profilo economico, può essere utile sapere che la Provvidenza non è un mito, e tanto meno una forza che agisce "a caso" gratificando ‒come spesso si pensa ‒ proprio coloro che non ne hanno bisogno.

Essa invece è un "meccanismo" perfetto, istituito dalla Legge Divina, per sostenere TUTTI  coloro che  dimostrano  di  possedere  CERTI  REQUISITI  INDISPENSABILI per il suo funzionamento.

Pietro Ubaldi, del quale spesso ho riportato gli scritti (ved. QUI, ed altro ancora cliccando il suo nome alla voce "Etichette"), li illustrerà in modo chiaro ed esauriente.

Posso garantire, per esperienza personale, che quanto da lui esposto corrisponde al VERO, ma SOLO se si hanno le "carte in regola" per ricevere l'aiuto.


"Il Cristo e il giovane ricco" di Heinrich Hofmann (1824-1911).

L'Economia dell'evoluto

Il discorso della montagna continua a tracciare la via, per l'uomo, anche nel campo economico.

"...A chi ti toglie il mantello, non impedir di prenderti anche la tunica. Dà a chiunque ti chiede e se qualcuno ti toglie il tuo, non ridomandarglielo" Lc. 6, 29-30.

Economia tutta in perdita, apparentemente disastrosa. Il mondo d'oggi si guarda bene dal prendere sul serio simili precetti, profondamente convinto della loro sublime assurdità. Eppure è così logica e naturale per chi ha compreso la Legge!

Il giusto è dallo stesso Principio automaticamente protetto. Questo è il metodo dell'Essere evoluto sul piano dell'economia.

Lo studio dei princìpi e delle forze della Legge ci permette, a differenza del mondo, di prendere molto realmente questo sistema, che è il medesimo indicato dal Cristo.

Ma come può vivere nel nostro Pianeta un uomo che si abbandoni ad una economia così disastrosa? Se questa è l'economia dell'evoluto, per quanto essa possa teoricamente essere giustificata, come fa costui a risolvere il problema più assillante per tutti che è quello delle necessità materiali?

Dato che prendiamo il Vangelo sul serio e che il Cristo non può essere ritenuto un pazzo, è pur necessario dare esauriente risposta a queste domande.

Il Codice di vita dell'evoluto è: "Cercate il Regno dello Spirito e tutto il resto vi sarà dato in sovrappiù" Mt. 6, 33. Così egli si occupa prima di tutto delle cose spirituali e, il necessario per provvedere a quelle umane, lo riceve in sopravanzo.

Ecco il problema che ci poniamo: come fa egli a ricevere il necessario gratuitamente, come un dono elargitogli oltre il dovuto compenso?

Si tratta di un individuo che secondo il discorso della Montagna dà a chiunque chieda; se è derubato non solo non protesta, ma non impedisce di esserlo ancor di più. (Esattamente come il Vescovo Myriel nel romanzo "I Miserabili" di Victor Hugo, che dopo essere stato depredato dell'argenteria, offre pure i candelieri  a Jean Valjean dicendogli che nell'andarsene se ne era dimenticato,  per salvarlo dai gendarmi. Ndr)

Ebbene questo Essere, che invece di occuparsi di sé, si dedica alle più lontane cose dello spirito e si assenta dai problemi tanto vicini ed assillanti della vita reale, implicitamente li risolve chissà per quali altre vie ignote ai più e non solo, mentre sembra fatto per fallire, non fallisce ma riceve anche, come un dono, quello per cui gli altri, talvolta inutilmente, si logorano la vita.


S. Madre Teresa di Calcutta (1910-1997). Premio Nobel per la Pace nel 1979; canonizzata nel 2016.
Il suo unico sostegno: la Provvidenza Divina. 

Come mai l'evoluto può evadere alla dura legge che tutti ben conosciamo per cui nulla si ottiene senza fatica? Tale posizione privilegiata non è che un momento di quella liberazione a cui si giunge per evoluzione. Ecco uno dei primi vantaggi dell'ascesa.

Egli ha superato le lotte e le fatiche e le sue sono dirette ad opere più alte. Secondo il principio del merito, la Legge gli dà gratuitamente quello che è giusto che riceva e lascia all'involuto tutta la fatica di guadagnarselo con il proprio sforzo.

Tutto ciò è logico e secondo giustizia, e risponde agli equilibri della Legge. L'evoluto è naturalmente dinamico, irresistibilmente intelligente e laborioso. La luminosità e la solerzia proprie dello Spirito si proiettano così, come conseguenza, anche sul piano della vita materiale.


"Fratel Ettore" Boschini (1928-2004). 
Accoglieva ed accudiva i diseredati di Milano affidandosi alla Provvidenza Divina.

La sua intelligenza gli permette di dare ancora un maggior rendimento al suo spontaneo bisogno di attività e di renderla ancor più produttiva in ogni direzione, non solo morale ma implicitamente anche economica.

Il lavoro, che per l'uomo comune è cosa ingrata, fatica alla quale si sottopone solo in vista di un compenso  economia attuale del "do ut des"  (che significa dare per ricevere; ndr), diventa per l'evoluto necessità vitale, funzione che si coordina nel gran concerto delle attività di tutti gli Esseri dell'Universo.

È una Missione che valorizza la vita ed è così che si può applicare il Discorso della Montagna. Ma tutto ciò non basta per esaurire la questione. L'attivismo, l'operosità e l'integrità non sono sufficienti per dare in ogni caso la sicurezza di essere sostentati nelle necessità materiali.

Chi, per servire lo Spirito è costretto a trascurare le cose della Terra, ha bisogno non solo di averle più facilmente, con minor fatica per di più, ma di averle con assoluta certezza in tutte le circostanze. Oggi l'uomo evangelico è un disarmato in mezzo ad armati e deve disinteressarsi di sé tra le più feroci avidità.


Don Zeno Saltini (1900-1981). Padre e Fondatore della Comunità di Nomadelfia.
Si è sempre affidato alla Provvidenza Divina.
 

Quali forze della vita lo difendono dunque e impediscono la distruzione del loro più alto prodotto? Rispondiamo: la Divina Provvidenza. Si tratta certo di un imponderabile, che quindi sfugge alla scarsa sensibilità dell'involuto.

Per questo così raramente se ne tiene conto nel mondo, anche perché si tratta di un fenomeno che per verificarsi richiede l'adempiersi di precise condizioni che difficilmente si riscontrano in pratica. È una forza reale, intelligente, che funziona secondo una sua legge, sempre pronta ad attuarsi tutte le volte che siano presenti insieme gli elementi determinanti.

Quali sono queste condizioni? Eccole:

1) Meritare l'aiuto.

2) Aver prima fatto da sé tutto il possibile secondo le proprie forze.

3) Trovarsi, secondo le proprie condizioni, in assoluto bisogno.

4) Non chiedere che il necessario.

5) Chiedere umilmente, con sottomissione e con fede.

Quando queste condizioni si verifichino la Divina Provvidenza è pronta a funzionare per TUTTI. Altrimenti il fenomeno non può realizzarsi.

Non vi può esser dunque Provvidenza per i malvagi, per i pigri, per i ricchi, per gli avidi, per i superbi increduli. Si manifesta ed opera invece per i buoni, i volenterosi, per i bisognosi, per i morigerati, per gli umili credenti e fiduciosi.




1) La prima condizione è dunque: meritare l'aiuto.

In alcuni momenti della vita è necessario essere abbandonati soli di fronte all’ostacolo, perché impariamo a superare le difficoltà da noi, con i nostri mezzi. Quando non meritiamo l’aiuto o esso sarebbe dannoso, una Provvidenza che ci esimesse dalla prova necessaria per il nostro bene, non sarebbe un aiuto ma un tradimento.

In tal caso il soccorso resta, ma consiste nel dosare la prova e diluire lo sforzo richiestoci, in proporzione alla nostra possibilità. In pratica si pretenderebbe invece fare della Provvidenza uno strumento dei nostri comodi e desideri, un aiuto superfluo che ci risparmiasse la fatica di salire da noi.

2) Eccoci al secondo punto: aver prima fatto da sé tutto il possibile secondo le proprie forze.

Quando vorremmo sfruttare la Provvidenza a servizio della nostra pigrizia, allora è giusto che la Legge si rifiuti di rispondere al nostro appello. Dio è veramente Padre amoroso, ma non nostro servo.

La Sua Provvidenza non ci trascinerà mai se prima non avremo fatto tutto quanto era in nostro potere per imparare la nostra lezione. La Legge non sacrificherà mai il nostro bene finale al vantaggio effimero del momento.

3) La terza condizione è: trovarsi, secondo le proprie condizioni, in assoluto bisogno.

Non si può dare di esso una misura assoluta, uguale per tutti, poiché esso è relativo al caso, al momento, alla persona, perché varie e relative sono le necessità individuali, come le risorse di cui si dispone per provvedervi.

Ma se è relativa la misura e natura dell’aiuto, è certo che la Provvidenza ci munisce del necessario e non del superfluo, per farci vivere e non gozzovigliare. La legge del minimo mezzo, la parsimonia, la proporzione tra sforzo e rendimento, fan parte della saggia economia della natura che è tutta equilibrio e giustizia.

Ed essa, né avara, né prodiga, ma economa, con criterio e misura concede quanto è indispensabile perché la vita sia protetta e garantita, perché la sua continuazione è necessaria all’evoluzione, suo scopo.

Se la Provvidenza concedesse il superfluo, invece di incoraggiare la vita, la spingerebbe all’ozio che porta al disfacimento. Bisogna dunque chiedere con parsimonia e non aspettarsi che il giusto.

4) Eccoci alla quarta condizione: non chiedere che il necessario.

Chiedere quanto basta per una vita semplice, perché lo strumento del corpo possa fare il servizio che lo Spirito gli chiede per raggiungere i fini della vita. Se noi li porremo nella materia e nel basso godimento, capovolgendo la Legge, naturalmente la Provvidenza sarà assente da noi e non ci aiuterà.

Per ottenere non bisogna pretendere di più di quello che si ha il diritto di chiedere, bisogna prima avere imparata la regola della temperanza.

Non dimentichiamo che la Provvidenza è una manifestazione della Giustizia e Bontà della Legge, che in questo fenomeno vigono questi due  princìpi  e non quello della forza che in questo caso è inutile, non ottiene nulla, altro che di soffocare il fenomeno.

5) Siamo al quinto punto: Chiedere umilmente, con sottomissione e con fede.

Dobbiamo aver coscienza dell’Ordine Divino e, invece di cercare di piegarlo ai nostri comodi del momento, cercare di uniformarci ad esso.

Invece di pretendere di insegnare a Dio quel che ci bisogna e sul come sostentarci, dobbiamo porci in posizione di dipendenti di fronte alle Sue direttive, di ciechi che attendono la guida perché non sanno, di figli che ubbidiscono a chi più può e più ama.

Dobbiamo quindi anche credere e confidare, giungere cioè con la preghiera alla sensazione di questa stupenda realtà, cioè che noi non siamo soli e abbandonati, ma che vi è un Padre nei cieli, che ci veglia e che provvede a noi.


"L'Angelus" di Jean-François Millet (1814-875).

Ora possiamo domandarci: "Come si spiega che in tanti casi la Provvidenza non funzioni e taccia?" Eppure nelle mani dei Santi essa funzionava ed essi vi si affidavano con sicurezza.

Spesso noi vorremmo sostituirci alla Legge e allora se le cose non riescono ritorciamo l'errore che è solo nostro e incolpiamo Dio di ingiustizia. Prima chiudiamo le porte alla Provvidenza impedendone il funzionamento e poi diciamo che essa non esiste.

Ma dove maggior perfezione e bontà che nel metodo che ci garantisce il necessario, ce lo assicura perché ci spetta e ci nega solo quello che ci potrebbe far danno?

La Legge di Dio non ha atteso l'avvento della giustizia sociale per proteggere la vita, né le moderne forme di previdenza individuale e collettiva, ma ha dato all'uomo una libera forma di assicurazione contro il bisogno, la quale è indipendente da qualunque autorità umana, è giusta e assolutamente sicura.

Ma si dirà, noi vogliamo la ricchezza. Sta bene. Ma allora bisogna tenersi il terrore di perderla che è il tormento dei ricchi e tutte le relative ansie e preoccupazioni.

Sicché la Divina Provvidenza rimane un metodo quasi esclusivo dell'evoluto con cui la Legge provvede del solo necessario, ma con certezza, l'uomo dello Spirito che non può più occuparsi dei problemi materiali da lui oramai esauriti e superati.

Ecco come chi si occupa delle cose dello Spirito può ricevere in sovrappiù tutto il resto. Siamo naturalmente in un mondo diverso da quello umano, di fronte ad un'altra psicologia, ad altri metodi e princìpi.

Vi è tuttavia ancora un'obiezione. Considerato dal punto di vista umano, questo Essere che si assenta tra le faccende spirituali appare un inutile improduttivo, un parassita che vive alle spese di altri che lavorano per lui.

Dove è la giustizia? L'elemosina è un'ingiustizia quando è carpita da un ozioso. Ma abbiamo visto come il dinamismo e la laboriosità siano le prime qualità dell'evoluto. Comunque, anche se egli restasse materialmente inattivo e non si occupasse che di lavoro dello Spirito non dà egli per questo un contributo alla vita?

Ecco che costui non è un parassita, adempie ad una funzione e ad una Missione, così spesso dà molto di più di quanto non riceva.

Oggi questo individuo elevato è l'eccezione e non peserà certo sull'economia della società. Ma quando sarà diventato maggioranza, allora l'avvento della giustizia sociale sarà un fatto compiuto, l'uomo avrà conquistato la consapevolezza della Legge e un nuovo senso di Ordine darà naturalmente la sicurezza del necessario ad ogni Essere umano.



 Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Fonte: La Civiltà del Terzo Millennio di Pietro Ubaldi

martedì 22 agosto 2023

Attenti ai Maghi del Terrore: stanno per riprovarci


Joel Rea
Guardarsi dalla paura... ved.
QUI.
 
Sebirblu 21 agosto 2023

Penso che voi tutti, cari lettori, siate al corrente (perché l'ho già accennato) che da quasi tre anni a questa parte il mio blog è stato sottoposto da Google allo shadow banning, ossia al "divieto ombra" che, con il cambio degli algoritmi, ha penalizzato coloro che in nome della verità hanno cercato di avvertire il mondo del grande inganno perpetrato dai "signori" dell'Oligarchia dominanti il pianeta.

Purtroppo tutto ciò ha causato un gravissimo danno all'opera che cerco di svolgere, ormai da una vita (ved. QUI), al servizio del Risveglio delle Coscienze, proprio quello che dà tanto fastidio all'élite satanista.

Prego chi mi legge di agevolare il più possibile il mio lavoro, assolutamente voluto dal Cielo, diffondendo i miei articoli e consigliando agli amici e a chi non mi conosce di compiere le proprie ricerche su "Sebirblu" su altri motori di ricerca come "Bing" ad esempio, dove possono trovarmi più agevolmente.

Questa scure maledetta si è abbattuta indiscriminatamente su chiunque avesse osato opporsi al "sistema" luciferino, perverso e menzognero, messo in atto contro l'intera umanità.

Le visualizzazioni sono calate moltissimo e i miei articoli appena pubblicati non compaiono più quasi subito sulla pagina di Google, ma a distanza di due o tre giorni quando va bene, e in tono minore, in sordina.


Ban Sarolta
(La barca a vela rappresenta il mio blog che procede a fatica nell'aridità del mondo).

Per tal motivo, dopo il preambolo, riporto un pezzo di Giorgio Cattaneo ‒ prestigioso giornalista che scrive pure per "Visione Tv", altra testata soggetta spesso a censura per la sua informazione controcorrente ‒ che, in breve, fa una carrellata delle notizie più recenti e invise ai "Poteri forti".

Attenti ai Maghi del Terrore: stanno per riprovarci

Attenti, stanno per riprovarci: lo afferma il generale Igor Kirilov, capo della difesa chimico-batteriologica di Mosca. Dopo la scoperta dei biolaboratori nel Donbass (inutilmente segnalati all'Onu) l'alto ufficiale russo avverte: pare che gli americani si stiano preparando a ripetere uno "scherzo" su scala mondiale come quello del 2020, la cui origine allora fu comodamente attribuita ai cinesi.

Sembra fargli eco uno studio universitario statunitense, secondo cui – addirittura – un terzo delle vittime della operazione-Covid sarebbe stato causato dalla mancata ottemperanza delle prescrizioni sanitarie. Tradotto: guai a voi, se la prossima volta osaste riprovarci. Replay imminente, dunque? Sono in tanti a non escluderlo, vista la crisi epocale che sta investendo il sistema-dollaro a livello mondiale.

Nuova Pandemia in vista?

Qualcuno – i soliti noti – potrebbe ritentare la carta del terrore mediatico sulla base di illazioni pseudoscientifiche? Facciano pure, risponde in anticipo il professor Vanni Frajese: «Tre anni fa, almeno dieci milioni di italiani rifiutarono di piegarsi, pur pagando un prezzo elevatissimo». La notizia: adesso quel numero è ulteriormente cresciuto. «Saremmo almeno il triplo, preso atto delle sofferenze inferte sulla base del puro delirio».

Consapevolezza e determinazione: impensabile, oggi, pretendere di infliggere vessazioni come quelle di ieri. Una quota di opinione pubblica sempre più vasta non crede più alle leggende ufficiali: la resistenza stavolta sarebbe ben più accanita. «Totale sfiducia nei vertici: ormai siamo noi, a restare in "vigile attesa", di fronte a eventi pandemici ogni volta annunciati con una precisione quantomeno sospetta».

Frajese: "Non li temiamo più"

Quello che non hanno ancora capito – aggiunge Frajese, ripetutamente intervistato in questi giorni – è che «hanno selezionato una parte della popolazione e la stanno rendendo fortissima», dopo averla "risvegliata" avendole fatto traversare un deserto, cioè tre anni di infamie. Le mancate cure, l'imposizione degli inutili sieri genici, l'esclusione dal lavoro e dalla vita civile: l'apartheid del Green Pass, dopo il lockdown e il coprifuoco.

«Quella però è una sofferenza che non ci ha piegato: ci ha reso estremamente forti, molto più di loro», sottolinea Frajese: «Perché non abbiamo paura di morire, non abbiamo paura di dire la verità. E non abbiamo paura di mostrare agli altri la direzione verso cui il mondo sta andando. Per cui dico: prego, venite pure, lo scontro è appena iniziato».


Joel Rea
(Chi non ha paura ascende... e vince!)

Resa dei conti mondiale

Siamo entrati in un momento decisivo, una resa dei conti? Ci scommettono, fra i tanti, gli studiosi di astrologia, disciplina disconosciuta ma segretamente praticata dai vertici del potere. La loro tesi: l'ingresso di Plutone in Acquario (gennaio 2024) è una rara congiunzione di durata ventennale che, nella storia, ha sempre propiziato rivolgimenti epocali. L'ultima volta, alla fine del Settecento, coincise con le grandi rivoluzioni – americana, francese – che accelerarono l'avvento della modernità.

Suggestioni stellari a parte, basta uno sguardo al mappamondo – agosto 2023 – per capire che siamo davvero di fronte ad un bivio. Da una parte, il vecchio potere imperiale unipolare tenta di stringere ulteriormente la sua morsa. Dall'altra, forze poderose gli si stanno opponendo ormai a viso aperto. Massimo detonatore: la fermezza della Russia, di fronte all'aggressività Nato alle sue frontiere.

Sarkozy e Tajani

La sensazione, non proprio piacevole, è di essere seduti sull'orlo di un vulcano. Gli ucraini sono reduci dalla controffensiva più surreale della storia: è servita ai russi per continuare a "macinare" le truppe di Kiev in un inesorabile, atroce tritacarne. Nessuna speranza per loro: che infatti si sfogano in modo terroristico, lanciando droni contro i palazzi di Mosca.

Segnali in ordine sparso: l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy (responsabile della criminale uccisione di Gheddafi) ora si sveglia dal letargo e di colpo "scopre" che l'Europa ha un gran bisogno della Russia. Altro "risveglio" non esattamente tempestivo, quello del vicepremier italiano Tajani: un guaio, dice, aver permesso ai boia di trucidare il leader libico, facendo così precipitare l'instabilità nella regione.

Il Niger non trema

Oggi è di scena il Niger ribelle, minacciato (oltre che dai francesi) anche dai paesi leader dell'Africa Occidentale, Nigeria e Costa d'Avorio in testa: tuttora controllati dal cartello euro-atlantico, ventilano la possibilità di invadere il territorio nigerino, che ospita le miniere di uranio da cui dipende il nucleare di Parigi.

Non fanno una piega, però, le autorità militari di Niamey: sanno di avere il sostegno della Russia (la Wagner in effetti è nei paraggi). Non solo: Mali e Burkina Faso si dichiarano pronti a combattere per la libertà del Niger. Tra i video più cliccati del mese, quello del giovane presidente burkinabé che dichiara guerra al colonialismo occidentale.

Traoré: "Addio, colonialisti!"

Ospite del vertice di San Pietroburgo, il capitano Ibrahim Traoré non ha usato mezzi termini. I nostri ragazzi sbarcano in Europa – ha detto – perché l'Occidente ci deruba di tutto, grazie alla complicità dei leader africani suoi servi. Ora però la festa è finita: i popoli del continente nero si stanno scuotendo dal lungo sonno. Ergo: assisteremo a fuochi d'artificio anche in Africa?

La grande domanda, forse, è proprio questa: quale altro tremendo colpo di coda è lecito aspettarsi, proprio adesso, dalla piramide globalista che – per la prima volta, dopo decenni di incontrastato dominio – sta subendo ogni sorta di rovescio, in tutti i continenti? Letteralmente impressionante la migrazione verso i Brics: i tre quarti del mondo preferiscono allearsi con Russia, Cina e India.



Fuga verso i Brics

Brasile e Argentina guardano ai "disallineati" come nuovo punto di riferimento geopolitico. Lo stesso Sahel, accodandosi al Sudafrica, sta scivolando verso Mosca. Ancora più preoccupante, per gli Usa, la diserzione del Golfo: gli emirati preferiscono imparare il russo. Fino all'impensabile: la stessa Arabia Saudita arriva a scendere a patti con l'Iran, grazie alla mediazione russo-cinese.

Logico, quindi, l'interrogativo: che cosa attendersi, adesso, dal dragone abbandonato dagli alleati storici (tranne gli europei, ancora al guinzaglio) e ormai assediato, sul piano economico, dal contro-potere finanziario mondiale incarnato proprio dai Brics, sotto la guida di Putin, Xi Jinping e l'indiano Modi? Scontata la prima risposta: proveranno a metterci paura, ancora e sempre. Spingendosi fin dove?

Ultimo show: le Hawaii

Sconcertante l'esibizione mediatica dell'inferno di Maui, alle Hawaii. Corollario: l'immediato affollamento di video (dall'autenticità non verificabile) che vorrebbero mostrare l'azione di armi ad energia diretta, eventualmente usate per scatenare gli incendi. Bilancio: una catastrofe innanzitutto umanitaria. Un migliaio di morti, forse, in poche ore.

Lambiccarsi il cervello sugli ipotetici laser puntati dal cielo – avverte Massimo Mazzucco – serve soltanto a due cose. Intanto, a rendere sempre più attaccabile il complottismo di maniera. E soprattutto a non vedere la tragica realtà, che non ha bisogno di effetti speciali. I fatti parlano da soli: l'allerta mancata, i soccorritori rimasti stranamente senz'acqua, gli elettrodotti non disattivati. E la popolazione (in fuga dai roghi) fatalmente intrappolata da insensati lavori stradali.

La "bufala" dell'«elettrico»

Esito nefasto, spaventoso: nuovi lutti e altro terrore, a tonnellate. Con il solito corredo di speculazioni inerenti l'ultima invenzione narrativa del mainstream, la crisi climatica: la Terra brucia perché fa troppo caldo. Greta docet: ed ecco gli imbecilli che, da noi, imbrattano monumenti e fontane. Ma i mentitori seriali non avranno vita facile all'infinito, par di capire.

In Italia, un tecnico d'eccellenza – l'ingegner Fabio Castellucci, partner dei migliori scienziati – rade al suolo il teorema dell'attuale auto elettrica: opzione impraticabile. Costi non affrontabili, vent'anni di cantieri solo per la rete di distribuzione. E zero vantaggi ecologici: perché l'aumento dei consumi elettrici richiederebbe una crescita rilevante del gas da bruciare per ottenere l'elettricità.

Clauser: crisi climatica inventata

Clamoroso il recente intervento pubblico del professor John Clauser, Premio Nobel per la Fisica: «Non esiste una vera crisi climatica. E il cambiamento climatico non causa eventi meteorologici estremi». Rivela Clauser: sono completamente sbagliati i calcoli alla base delle affermazioni sul cambiamento climatico.

«La cosa più patetica – sottolinea il grande fisico – è che a volte questi non sanno nemmeno cosa occorre per formulare i calcoli corretti: è proprio la loro mancanza di conoscenza scientifica a mutare la scienza in pseudoscienza, utile poi a promuovere obiettivi politici opportunistici, industriali, di business».



Jon McNaughton

Addosso a Trump

Come dire: la verità sta rialzando la testa, persino in Occidente. Lo conferma il successo della campagna di Robert Kennedy per le primarie negli Usa, dove intanto si cerca in ogni modo di eliminare il temutissimo Trump con la più classica operazione di macelleria mediatico-giudiziaria. La macchina del fango, stile Tangentopoli.

Giustizia a orologeria, tanto per cambiare, con una progressione calcolata. Prima la storiella ridicola della pornostar Stormy Daniels. Poi la controversa vicenda dei documenti top secret rintracciati nella residenza dell'ex presidente in Florida. A seguire: l'accusa – non dimostrabile – della sua regia nell'assalto (teatrale, inquinato) a Capitol Hill.

Nel film anche gli UFO

Ora siamo al clou: con una telefonata, The Donald avrebbe tentato di ribaltare l'esito elettorale in Georgia. Non mancano di humour nero, i manipolatori: c'è del puro talento, infatti, nell'accusare di brogli proprio lui, la vittima numero uno del grande raggiro: l'uomo che grazie alla enorme frode del voto postale di massa (e dei conteggi confezionati da Dominion) nel 2020 ha perso la Casa Bianca.

Pare di assistere ad una drammatica corsa contro il tempo: come se l'élite mondialista sapesse di essere agli sgoccioli. Da qui la sua evidente, accresciuta pericolosità. Con continue aggressioni, armate dalla violenza sistematica delle peggiori menzogne. Inclusi i colpi di teatro come la recente gestione sensazionalistica del dossier Ufo.

Democrazia cercasi

La realtà disegna un mondo interamente in fibrillazione. A monte, un Occidente sempre più in bilico, ostaggio di un'oligarchia criminale ultra-spregiudicata, capace di tutto.  Sia pure a spese del terzo mondo,  fino a ieri  Europa e Nord America erano state la patria del grande benessere e dell'espansione della democrazia. Da almeno vent'anni, quel film è finito: e il cittadino occidentale ha di fronte solo paure, minacce e restrizioni.

La catastrofe sanitaria – come dice giustamente Frajese – almeno a questo è servita: a far sì che milioni di persone aprissero gli occhi e smettessero di fidarsi delle fonti ufficiali. Ora siamo in mezzo al guado, in un clima di crescente incertezza. Le istituzioni italiane? Legittimate da appena metà della popolazione, sempre più scettica: l'astensionismo dilaga.

La Meloni, ennesimo bluff

Rischia  molto  la stessa  Giorgia Meloni,  ridotta  all'impotenza.  Come  ricorda  un suo grande elettore, l'avvocato Carlo Taormina, la premier ha già tradito tutte le aspettative. E con una velocità sorprendente. Da lei solo pigolii, finora, contro le pretese dispotiche di Bruxelles. E ha pure ottenuto la cancellazione dell'Italia come interlocutore internazionale, visto l'ostentato servilismo anti-russo.

Tutto questo – in ultima analisi – contribuisce al fenomeno citato da Frajese: chi ha aperto gli occhi non li richiuderà più. Anche perché, come avrebbe detto Abraham Lincoln, puoi ingannare tutti per qualche tempo (e qualcuno anche per sempre), ma di sicuro non riuscirai a imbrogliare all'infinito tutti quanti. Cominceranno a dubitare della tua buona fede. E alla fine lo scopriranno, il trucco.

 


Niente è come sembra, cantava Battiato. E oggi si può aggiungere: niente sarà più come prima. Da qualche anno, la storia si è messa letteralmente a correre. Priorità assoluta, per i comuni mortali: non farsi travolgere. Non lasciarsi spaventare. E magari, scendere in campo dalla parte giusta. Smettendo di restare a casa. Perché ormai, a tutti i livelli, la posta in palio è visibile. È in gioco qualcosa di grande: la nostra libertà. La nostra stessa sopravvivenza, come cittadini, in un Occidente pericoloso e irriconoscibile. 

Giorgio Cattaneo

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: visionetv.it