domenica 29 giugno 2025

Gran Prelato, Evento di Monza: Premonizione e Segno


Don Alessandro M. Minutella il giorno del suo 25° anno di sacerdozio, il 27 dic. 2024. 

Sebirblu, 27 giugno 2025

Già avevo scritto QUI, di una mia premonizione di quattro decadi fa avveratasi in questi giorni, ma non avrei mai pensato che un'altra, avuta intorno al 2005, e in un primo tempo attribuita alle profetiche giornate di buio, si riferisse proprio all'allora sconosciuto don Alessandro Maria Minutella!

Ecco il sogno premonitore:

«Mi trovavo  alla  guida  della  mia  auto e percorrevo  una via  dove un tempo  c'erano gli stabilimenti Falck, ad est dell'interland milanese. Sul sedile posteriore era seduto Francesco, uno dei componenti del gruppo cristiano che conducevo da diversi anni.

Non so per quale motivo si trovasse dietro, se non per il fatto che col tempo si sarebbe staccato bruscamente da noi, sviato "malignamente" dal cammino intrapreso.

Ero in attesa che il semaforo diventasse verde, quando, all'improvviso... "si spense la luce", come se fosse stato azionato un interruttore... aprii la portiera e scesi dall'auto, non si vedeva nulla, nemmeno le mani davanti al volto... buio pesto, che maggiore di così non poteva essere.

Pensai: "Ora come faccio a tornare al Centro" (il luogo dove ci riunivamo per gli incontri di preghiera e di condivisione fraterna), guardai in alto, mentre Francesco in auto piangeva, e vidi in cielo qualche timida striatura bianca che faceva ben sperare in un rapido ripristino della normalità. Poi mi svegliai.»




Ovviamente, conoscendo la mia propensione ai sogni premonitori, analizzai il tutto, e la prima cosa che mi venne in mente fu quella dei "giorni di buio" i quali, tuttavia, non sarebbero stati categoricamente tre come annunciati dalle profezie, ma racchiusi in un tempo rapidissimo, in base all'ardore spirituale di ciascuno.

Il secondo pensiero che affiorò fu sul luogo in cui mi trovavo e il suo eventuale significato. Giunsi alla conclusione che, essendo sul territorio di Sesto San Giovanni, l'accadimento sarebbe arrivato nel "sesto" mese dell'anno, ossia un 24 giugno, giorno dedicato a San Giovanni Battista.

Ebbene, sono più di vent'anni che tengo d'occhio questa data supponendo che la predetta oscurità avrebbe potuto abbattersi prima o poi sul genere umano senza preavviso... ma pochi giorni fa, proprio martedì 24 giugno è accaduto quello che non avrei pensato mai: il "buio" c'è stato, ma non "fisico", bensì morale e inerente al "Piccolo Resto" che segue don Alessandro Minutella. 

Per poter spiegare questo, però, devo fare un piccolo passo indietro in quanto, dal momento che diverse profezie hanno annunciato l'avvento di un "Grande Prelato" per salvare la Vera Chiesa Cattolica, come quelle di Nostra Signora del Buon Successo a Quito; ved. QUI, oppure di don Dolindo Ruotolo, il "Piccolo Resto" e i confratelli sacerdoti di Padre Alessandro ritengono in gran parte che sia lui «l'Inviato» da Dio.

Ho detto in gran parte, poiché sia da un lato come dall'altro vi sono ancora gli incerti che non condividono questa tesi e vorrebbero aspettare un "segno" dal Cielo prima di riconoscerlo come tale.

Ora, visto che l'elezione di Prevost (ved. QUI) non è altro che il prosieguo dello pseudo papato di Bergoglio e la Chiesa continua con Leone XIV ad essere apostata ed eretica, è imperativo che il Vero Popolo di Dio, fedele all'antica tradizione cattolica, apostolica, romana voluta dal Cristo, prenda posizione per difenderla, riconoscendo ufficialmente don Minutella come sua Guida, Mentore e Condottiero, ponendosi sotto la sicura protezione della SS. Madre Maria e quindi secondo la Volontà dell'Eterno Padre.

Tornando però agli "incerti" or ora menzionati, specialmente tra le file interne, come quella di Fra' Celestino, ad esempio, o di don Ramon che ha fatto preoccupare tutti per quattro giorni di silenzio, don Alessandro, come da video, ha parlato chiaro dicendo che se non si fosse creduto alla volontà di Dio di riconoscere in lui la governance del "Piccolo Resto", come "Grande Prelato", in questo tempo così difficile per la Chiesa vera e la cattolicità di tutto il pianeta, si sarebbe ritirato, proseguendo soltanto come pastore, senza più riunioni collettive.




È evidente, da come si è visto, che questo suo deciso ed accorato intervento abbia provocato un profondo e doloroso sconcerto in tutti coloro che lo seguono da vicino e da lontano come me, facendo precipitare migliaia di anime, che in lui vedono un faro nella notte del cristianesimo romano, nel buio improvviso privo di qualsiasi supporto pastorale (come lui stesso dice al minuto 34°, "si spegne la luce", e poi, ad 1 ora e 10 secondi dall'inizio).

È da notare inoltre, incredibilmente, che la prima telefonata di commento alla sua dichiarazione don Minutella l'ha ricevuta da un certo "Francesco" da Udine (al 55° minuto e 45 secondi), che tra i singulti si è messo a piangere, incapace di trattenere le lacrime di rammarico causate dal dispiacere. Se tutto questo non è un avverarsi della premonizione, non so cos'altro possa essere!

Non solo, ma ecco che il giorno dopo, come da visione avuta, sono prontamente comparse le striature bianche nelle tenebre più fitte, sin dalla rubrica mattutina "Santi e Caffè" dove padre Alessandro ha chiamato la riunione di domenica 29 ancora una volta "Evento", e questo fa ben sperare in una soluzione rapida e positiva. Ecco il video:




Che strana esperienza onirica è mai questa, avvenuta addirittura più di due decenni fa, quando nessuno conosceva don Minutella? Com'è possibile che accada questo, tra l'altro con una sovrapposizione sconcertante tra chi guida un'auto e nel contempo anche un gruppo spirituale, di cui fa parte un certo Francesco che per il buio calato all'improvviso piange?

Un tempo avevo scritto un articolo QUI, concernente l'Eterno Presente in Atto che chiarisce diversi lati oscuri sul "meccanismo" che supporta le profezie. Consiglierei di leggerlo.

Ma se ci dovesse essere ancora qualche dubbio sulla Volontà divina che agisce su questo riconoscimento, ieri 27 giugno ho voluto consultare "I Ching", il famoso antichissimo "libro dei mutamenti" cinese QUI, per vedere come questa grande riunione del Popolo di Dio avrebbe risposto al richiamo superiore e... di nuovo, in modo assolutamente inequivocabile, il "segno" è arrivato!

L'esagramma che si è formato dopo il lancio delle monetine è stato il numero 41, detto "Sunn", corrispondente a "La Minorazione". Si noti l'assonanza con "minus" = minimo ‒ "Minutella".

Il segno rappresenta una minorazione del principio inferiore (raffigurato da padre Alessandro) che, richiamato dal Principio superiore (Dio) vi si dona totalmente senza, per questo, menomare sé stesso:

«L'intera tendenza dell'esagramma è volta ad indicare come questa trasposizione di benessere possa aver luogo senza che le fonti stesse di tale benessere nel popolo, nei suoi strati inferiori, inaridiscano.» (Ecco perciò la pioggia di grazie pronosticata dal nostro Don).

Nello specifico, le linee mutevoli uscite sono la seconda e la quinta (contando dal basso), come da immagine.


La Minorazione 

La linea mutevole n° 2 dice: 

«Una nobile coscienza del proprio valore e una serietà costante, che non derogano in nulla alla propria dignità, è l'atteggiamento necessario se si vogliono servire gli altri.»

E ancora, nella seconda parte del libro, in relazione alla medesima linea si legge:

«Il posto è centrale. Per questo il perseverare in tale atteggiamento è propizio.» 

Si potrebbe pensare che l'«interessato» (il Don, linea 2) si rechi di sua spontanea volontà al posto superiore (la linea 5 indica un ministero) ma non lo fa, in quanto la sua dignità ne uscirebbe mortificata.

La linea mutevole n° 5 dice: 

«Egli non deve temere nulla, poiché la sua sorte è decretata dall'Alto.»

Anche qui, nella seconda parte del libro, sulla stessa linea 5, si legge: 

«La sublime salute di questo posto (dove viene richiamato il nostro Don, ossia ad un Ministero superiore, ufficiale) proviene dal fatto che egli è benedetto dall'Alto.» 

«La benedizione dall'Alto è suggerita dalla solida forte linea superiore Yang, la sesta ed ultima della struttura.»

Adesso, secondo la regola del "Libro dei Mutamenti", queste due linee, la 2 e la 5, trasformandosi, creano un nuovo esagramma che è il numero 42: "L'Accrescimento", detto "I", come da immagine.


L'Accrescimento

Ora, se si guarda bene la nuova formazione, le linee 2 e 5 sono mutate: la 2 richiamata dalla 5 ne ha preso il posto, divenendo intera (yang), e questa, sacrificandosi a favore della 2, è scesa alla seconda posizione divenendo spezzata (yin). Da qui la "Sentenza" che ne segue:

«Dal sacrificio che viene fatto dall'Alto per accrescere l'inferiore (parimenti a quello del Cristo per l'umanità), sorge nel popolo uno stato d'animo di gioia e di gratitudine, oltremodo prezioso per la fioritura della comunità.»

«Quando gli uomini sono così tanto affezionati a coloro che li guidano, è possibile intraprendere qualcosa, perché anche delle imprese difficili e pericolose riusciranno.

Perciò ‒ in tali periodi di attesa, il cui svolgimento è accompagnato da successo ‒ è opportuno lavorare e utilizzare il momento. Questo tempo è paragonabile a quello in cui il Cielo e la Terra celebrano le loro Nozze per poi plasmare e realizzare gli esseri viventi.

La durata dell'Accrescimento non permane a lungo, e per questo bisogna usufruirne finché sussiste.»

Conclusione

Come si è visto e letto, di certo l'Evento straordinario indetto da don Alessandro a Monza, il giorno dei S.S. Apostoli Pietro e Paolo, ha avuto l'avallo dal Cielo con sigilli e ceralacca: sia attraverso una stupefacente premonizione, del tutto imprevedibile, quanto per mezzo di un responso oracolare, giunto da un'antichissima tradizione.

Questo conferma in pieno la disposizione divina, già annunciata da diverse profezie, di ratificare il riconoscimento ufficiale del grande "Inviato", scelto per preservare l'autentica Fede cattolica apostolica romana, voluta da Nostro Signore Gesù Cristo.

Termino con una recente intervista molto interessante, fatta a don A. Minutella da Riccardo Rocchesso a "Cento Giorni da Leoni" che, malgrado il pessimo segnale visivo provocato chissà da cosa o da chi, merita di essere ascoltata.




Relazione a cura di Sebirblu.blogspot.it

martedì 24 giugno 2025

Siamo forse sull'orlo dell'apocalittica Armagedōn?




Sebirblu, 23 giugno 2025

Questo è un articolo, pubblicato nel marzo 2016, che si attaglia in modo preciso alla situazione venutasi a creare oggi sullo scenario mediorientale, ovviamente dopo una opportuna revisione.

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Il generale Douglas MacArthur, al termine della seconda guerra mondiale, sul ponte della nave Missouri,  disse:

"Abbiamo avuto la nostra ultima occasione. Se non escogitiamo qualche altro sistema più grande e più giusto, Armaghedon sarà alle porte.

Il problema è fondamentalmente teologico e coinvolge una rinascita spirituale ed un miglioramento del carattere umano per sincronizzarsi con gli incomparabili progressi nella scienza, nell'arte, nella letteratura e in tutti gli sviluppi materiali e culturali degli ultimi 2000 anni.

Solo lo Spirito può salvare la carne."


Fotogramma tratto dal film "Il Settimo Sigillo" di Ingmar Bergman


"E quando diranno «Pace e Sicurezza» una gran rovina verrà loro addosso,
come le doglie ad una donna incinta, e non avranno scampo."
(1 Tessalonicesi 5, 3)

Siamo forse sull'orlo dell'apocalittica Armaghedon?

In Medio Oriente, una conflagrazione sta già per essere scatenata dal Nuovo Ordine Mondiale della Cabala.

La vecchia rivalità tra Sionisti e Sciiti è stata abilmente sfruttata per distruggere l'Islam ed infiammare «l'urto fra civiltà» contro il Cristianesimo.

Armaghedon è il campo di battaglia biblico dove l'Asse Anglo-Americano (AAA) si incontra con le nazioni BRICS allineate ad Est.

E dal momento che Israele e l'Iran sono diventate il punto focale planetario per il deflagrare della Terza Guerra Mondiale, il vero significato del monte Megiddo emerge ancor più nitido.

Proprio come in Israele re Giosia venne ucciso dal Faraone Neco d'Egitto a Megiddo, allo stesso modo, secondo le profezie, Israele di nuovo sarà annientato nella propria terra da un faraone moderno.

L'Apocalisse, infatti, vi menziona una battaglia escatologica ed è per questo che il termine è diventato sinonimo di fine del mondo.

Non solo, ma in questo luogo sono avvenute diverse battaglie, ed eccone alcune:

La Battaglia di Megiddo svoltasi nel 15° secolo a. C. e combattuta tra le armate del faraone egizio Thutmose III ed una grande coalizione cananea guidata dai governanti di Megiddo e Kadesh.

La Battaglia di Megiddo del 609 a.C. avvenuta tra il faraone egiziano Neco II e il Regno di Giuda, già accennata sopra, nella quale il re Giosia fu abbattuto.

La Battaglia di Megiddo consumatasi nel 1918 durante la prima guerra mondiale guidata dal generale Edmund Allenby contro l'esercito turco-ottomano.



Il Monte Megiddo nella valle di Jezreel in Israele

Questa parte del mondo è sempre stata una zona calda, estremamente infiammabile. Anche ai tempi dei Fenici la costa orientale del Mediterraneo era oltremodo bramata da re e imperatori, faraoni e generali. Il Medio Oriente fa da barometro per il vero stato degli affari internazionali.

Esiste un vecchio detto al riguardo: "Solo quando c'è pace in Medio Oriente, vi può essere anche nel mondo intero".

La sfida finale per l'odierna Umanità, è stata dunque profetizzata in Armaghedon. Questo non significa, necessariamente, che riguardi la posizione esatta del monte Megiddo perché, d'ora in avanti, può succedere di tutto in quel territorio.

Gli eventi, in rapida evoluzione sono estremamente volatili e dinamici. Entrambe le parti contendenti sono più che mai arroccate alle proprie idee, anche se per cause completamente diverse: l'una per l'egemonia di tutta la regione, facendo persino tabula rasa del popolo palestinese e accarezzando il miraggio del petrolio iraniano, l'altra per il legittimo diritto di avere l'energia nucleare, da trent'anni paventata e ostracizzata dallo Stato sionista.

A  complicare  maggiormente  lo  scenario  per  una  Terza Guerra Mondiale  vi  sono patti e trattati che hanno collegato e disgiunto amici e nemici; delle convenzioni tra partner  improbabili  come  delle  animosità  emergenti  tra  antichi  alleati.

L'intero Medio Oriente è stato pianificato per esplodere come un'enorme polveriera preparata minuziosamente per eoni nei suoi territori desertici. Ogni giorno porta con sé formidabili ostacoli alla pace e legittime giustificazioni per andare in guerra.

Lo scacchiere geopolitico dispiegatosi in quell'area è diventato ormai un preludio all'Armaghedon dell'Apocalisse di Giovanni. Quello che sta avvenendo adesso, è una tragedia che sta assumendo proporzioni bibliche.




La battaglia finale si preannuncia sotto i nostri stessi occhi, e sono pochi coloro che riescono a comprendere la profondità e l'ampiezza dei fatti che stanno succedendosi a cascata.

La Siria, l'Iraq il Kuwait, il Libano e i paesi attigui sono diventati un bacino di ostilità represse. Persino gli amici comuni sono sempre incolleriti vicendevolmente in questo ambiente negativo in piena espansione. Tra le altre cose, lo scontro incessante viene fomentato da coloro che non risiedono in quella regione.

Le nazioni potenti della Terra, che non hanno (apparentemente) alcun motivo valido per esservi presenti sono sempre pronte per spingere un popolo contro l'altro.

La manifestazione primaria di questa guerra preordinata si configura fra le correnti oltranziste degli Sciiti da un lato e dei Sionisti dall'altro. Ma in questa compagine ci vanno di mezzo anche gli islamici moderati come i Sunniti e, tra le varie etnie, i Cristiani che, da sempre, risultano essere i più perseguitati.

Il paradigma globale del combustibile da idrocarburi ha fatto sì che il Medio Oriente avesse la posizione più ricercata sul pianeta Terra. E così è stato.

Nella misura in cui i differenti paesi orientali possiedono grandi quantità di petrolio, questo si è mutato in calamita per gli stati più ricchi. Ciò è diventato un problema enorme per tutti i residenti di quei territori.

È talmente grave che molti rifugiati di guerra compiono un lungo viaggio verso Nord, evitando anche le mete più familiari di altri stati arabi.

Assistiamo continuamente ad una pletora di migrazioni forzate costituite da milioni di musulmani radicali e conservatori lasciare i loro paesi d'origine per immettersi in una cultura europea assai diversa.

La nostra società altamente permissiva è loro del tutto estranea, ma continuano a migrare a Settentrione, nella speranza di un lavoro. Questo esperimento massivo di ingegneria sociale (cfr. QUI) è il cuore delle guerre deliberatamente organizzate.




I dati demografici razziali e religiosi della UE vengono alterati di proposito, al fine di creare un ente sovranazionale più malleabile. Con questo metodo, infatti, non ci sarà una grande resistenza al governo totalitario che è stato inesorabilmente insediato nei vari organi direttivi dell'Unione Europea.

Sia la Germania che la Francia  sono  state  utilizzate  per  realizzare  questo  progetto  del NWO (Nuovo Ordine Mondiale). Gli attacchi terroristici "false flag" sono solo un esempio dei loro sistemi e tattiche. Le polarità storiche del Medio Oriente vengono esportate regolarmente nell'Eurozona, mentre gli scontri fra le varie popolazioni sono resi sempre più esacerbati nell'intero mondo.

Ad esempio, la corresponsione di 681 miliardi di dollari da parte della famiglia reale Saudita alla Malesia, di nove anni fa, tramite il suo Primo Ministro Najib Razak, è stata fatta allo scopo di incrementare l'oppressione verso l'Islam sciita in quell'area.

Le fiamme delle tensioni religiose vengono attizzate su tutto il pianeta, e siccome tali conflitti stanno inesorabilmente diffondendosi ovunque, la condizione generale dei rapporti planetari non è mai stata peggiore dal momento delle due grandi guerre del secolo scorso.

Questa pianificazione è mirata. Coloro che tramano per stabilire un Governo unico vedono una Terza Guerra Mondiale come estrema possibilità per realizzare il loro sogno di dominio. Sanno benissimo che il Medio Oriente possiede il potenziale per innescare uno scontro epico, in particolare il teatro bellico israeliano.

I globalisti del NWO sono disperati per dover staccare la spina sul sistema economico e finanziario dell'intero pianeta che non è più sostenibile. I mercati sono tutti in vita mentre la comunità totale delle nazioni si trova ad un passo dalla seconda Grande Depressione.

Di solito, la Cabala sionista al potere scatena il collasso o crack valutario prima, al fine di addolcire i popoli onde prepararli ad entrare facilmente in guerra, in maniera che il caos conseguente li distragga dai crimini dei propri leader, e soprattutto dai tradimenti dei loro governi.




Non c'è modo più efficace per provocare un conflitto planetario che far divampare le passioni intorno alle differenze religiose e ai pregiudizi culturali.

I burattinai dietro le quinte di questo complotto hanno dedicato decenni a preparare un ambiente così incendiario, soprattutto dopo l'11 settembre, per dare l'avvio ad una Terza Guerra Mondiale.

Tutti gli attacchi delittuosi sono stati eseguiti dall'Asse Anglo-Americano (AAA) con lo scopo mirato di inaugurare la finta "Guerra al Terrore". Così i cospiratori hanno metodicamente compiuto, uno dopo l'altro, attentati terroristici sotto falsa bandiera. 

I deliberati contrasti fra Arabia Saudita e Iran, Turchia e Siria, Israele e Palestina sono stati utili soltanto a creare circostanze favorevoli per l'innesco di una grande guerra. 

Chiaramente la CIA, MI6, DGSE, GID e il Mossad (tutti organismi investigativi) hanno lavorato per impostare il campo di battaglia orientale in modo che finalmente in quell'area si potesse scatenare l'inferno, proprio come hanno progettato l'ISIS.

L'intero genere umano si trova sul precipizio di un cataclisma planetario. Anche se tutto è stato accuratamente predisposto, la guerra di Armaghedon, però, può avvenire solo se i "guerrieri" si presentano...




L'unico modo per uscire da questa situazione penosa è l'Intervento divino. E la maniera migliore per attirare dal Cielo la grazia necessaria per risolvere questo conflitto consiste nell'attuazione del digiuno unito alla preghiera, al pentimento e alla meditazione.

Attraverso un'iniziativa di preghiera globale la calamità devastante di una terza guerra planetaria può essere ancora evitata, perché è ben vero che "Deus ex machina" può manifestarsi in qualsiasi momento, modo e luogo.

Per  chi  conosce  davvero  le  scritture  bibliche,  forse è il momento di comprendere che persino la battaglia di Armaghedon può venire scongiurata. Essa non avrà luogo soltanto se abbastanza anime di buona volontà saranno unite nel pensiero e pronte spiritualmente.

È essenziale per il genere umano realizzare l'idea che "la profezia viene pronunciata per evitare la catastrofe, non per annunciarla".

Adesso forse si comprende perché è così indispensabile congiungere le mani tutti insieme in supplica orante e continuare così fino a quando questa tempesta epocale non sia completamente superata.




Relazione e cura di  Sebirblu.blogspot.it

giovedì 19 giugno 2025

La premonizione di 40 anni fa di Sebirblu è in atto!

 


Sebirblu, 18 giugno 2025

Tra le svariate premonizioni avute nell'arco della mia vita ve ne sono alcune che si sono già concretizzate ‒ come quella del disastro di Chernobyl del 1986, allorché, tre mesi prima di quel fatidico aprile, sognai di trovarmi a Lecco e di veder arrivare dal nord, a tutta velocità, un treno che viaggiava in aria unitamente ad un'immensa nuvola nera ad altezza d'uomo, contrassegnato da una targa sulla motrice indicante il numero 86.

Un'altra visione fu quella in cui vidi, sempre in sogno, una casa a ridosso di una montagna che stava per essere colpita da una frana della quale già vedevo cadere i primi detriti, mentre una voce mi svelava il cognome dei suoi residenti: era la famiglia del cognato di mio fratello che in seguito avrebbe perso il suo bambino a scuola, soffocatosi con una pallina di carta aspirata da una cerbottana.

Ve ne sarebbero altre da raccontare, ma per non dilungarmi vado direttamente alla visione avuta una quarantina d'anni fa, che si sta attuando ora sotto i nostri occhi.

Da pochi anni era avvenuta la destituzione dello Scià Reza Pahlavi ad opera della Rivoluzione islamica, promossa e diretta dall'esilio da colui che vi era stato confinato e che sarebbe divenuto poi il capo supremo dell'Iran, a conduzione teocratica.


Ruhollāh Khomeynī (1902-1989)


Sto riferendomi all'Ayatollah Khomeynī che nel 1979 partì dalla Francia per tornare in patria ad assumere  la reggenza del suo Paese.  Ed è proprio lui  che io vidi  in sogno su un monitor televisivo, a cui porgevo degli estratti spirituali di altissimo livello che gettò via con un atto brusco e sprezzante, respingendoli.

La scena cambiò e lo rividi, sempre sullo schermo, con in mano la carta n° 14 dei Tarocchi, ossia l'Arcano della Temperanza riferentesi all'Armonia tra gli opposti, rappresentato da una figura femminile (spesso un angelo) che travasa del liquido da un anfora all'altra, rispettivamente d'oro e d'argento.

Allora prese un punteruolo dalla scrivania e con una rabbia incredibile lo affondò nell'ombelico dell'immagine descritta... In quel momento compresi che avrebbe tolto l'equilibrio dalla Terra.

 


Ma non è finita qui, perché in un successivo contesto, apparso ai miei occhi d'anima, vidi chiaramente l'interno di un circo con gli spalti vuoti, salvo la presenza di un'unica famiglia composta di padre, madre e figlio, raffigurante l'intera umanità, ed un fiero quanto altezzoso ed arrogante «leopardo»* seduto sul palco, che girava la testa a 180 gradi, con l'occhio vigile di un dominatore assoluto.

* [Nel "Libro di Daniele"(cap. 7, 6) il profeta menziona proprio questo felino tra la quadriade degli esseri che sale dal mare: «Dopo ciò, continuai a guardare e vidi un'altra bestia simile ad un leopardo ma con quattro ali d'uccello sul dorso. Essa aveva quattro teste, e le fu data l'autorità di governare.»

Il leopardo alato simboleggia l'impero persiano, che con una rapidità sconcertante (raffigurata dalle ali), estese la sua egemonia su tutte le terre conosciute dagli ebrei. Proprio per tal motivo, secondo la Scrittura gli venne «dato il dominio»: i Persiani furono i primi a soggiogare quello che per l'antico Israele era l'intero mondo].

Dunque, sapendo questo, nella visione percepii che quel «leopardo», rappresentava un regime oppressivo, come quello degli Imam dopo la rivoluzione islamica promossa da Khomeynī, il quale pretendeva di signoreggiare la popolazione per mezzo dei suoi funzionari religiosi.




Ma quello stesso «leopardo» ‒ parimenti ad altri governanti del mondo ‒ doveva sottostare ad un potere più grande impersonato dalla "massa nera e informe" che vidi alle sue spalle, cioè il quarto orribile animale visto da Daniele*, operante su di esso per mezzo di un «guinzaglio rigido» obbligandolo così a muoversi come lo stesso potere voleva.

* [Riporta ancora il "Libro di Daniele" al cap. 7, 7-8: «Dopo questo continuai a guardare, e nelle visioni della notte vidi una quarta bestia, spaventosa, terribile ed eccezionalmente forte. Aveva enormi denti di ferro. Divorava e stritolava, e quello che rimaneva lo calpestava con le zampe. Era diversa da tutte le bestie precedenti e aveva 10 corna. Mentre osservavo queste, spuntò fra loro un altro piccolo corno, davanti al quale tre delle prime furono tolte via. In questo corno c'erano occhi d'uomo e una bocca che parlava con arroganza». (Che potrebbe essere il veniente anticristo, a considerare il seguito di questa profezia)]

Tale bestia mostruosa e indefinita corrisponde proprio a quel potere finanziario occulto (menzionato più avanti nell'articolo che esporrò) che tiranneggia il mondo, usando spesso il sopruso e la violenza verso gli stati "scomodi" che si ribellano ai suoi diktat.

Proseguendo nella visione, quella "massa nera", a sua volta, era succube e schiava di un personaggio misterioso che agiva dietro le quinte dirigendola astutamente... poi mi accorsi all'improvviso che il «leopardo» stava per cadere in un terribile tranello che lo avrebbe indotto ad essere aggredito alla nuca, cogliendolo di sorpresa... e nel sonno urlai, ribellandomi all'inganno pronunciando le parole: "No!... così Nooo!..." e mi svegliai...

Ora, ritorniamo al presente, ai giorni nostri, e a ciò che sta accadendo non solo in Europa tra Russia e Ucraina ma, ancor più, in Medio Oriente tra Israele ed Iran. I due conflitti hanno delle analogie precise: sembra infatti, almeno finora, che entrambi vengano combattuti per procura.

Dietro tutto ciò vi è la regia ambigua dell'America che, attraverso il suo Presidente, mostra di volere la pace ma poi aiuta subdolamente la nazione sionista e fa dichiarare al suo Segretario di Stato, Rubio, il non coinvolgimento all'attacco preventivo in corso.


Pepe Escobar - giornalista d'inchiesta brasiliano - (classe '54)

Ecco cosa scrive Pepe Escobar  riportando alcune dichiarazioni di Trump:

«Andiamo al sodo. Il devastante attacco all'Iran da parte dello psicopatico genocida "prescelto" etno-suprematista con sede a Tel Aviv – una dichiarazione di guerra di fatto – è stato coordinato nei minimi dettagli con il presidente degli Stati Uniti, il Capocirco Donald Trump. (Si consideri la strana "coincidenza" dell'uso della parola "circo" con la mia visione; ndr).

Questo Narciso Annegato nello Stagno della Propria Immagine, affetto da infantilismo, ha svelato il gioco lui stesso con un post sconclusionato. Ecco alcuni punti salienti (dichiarati da Trump e messi da me in corsivo e in colore arancio; ndr):

«Ho dato all'Iran una possibilità dopo l'altra per raggiungere un accordo». Ma che "accordo" – in realtà si trattava delle sue richieste unilaterali. Dopotutto, ha affossato il patto originale, il JCPOA, perché non era il suo "accordo".

«Ho detto loro che sarebbe stato molto peggio di qualsiasi cosa avessero mai visto, previsto o sentito dire». La decisione di attaccare era già stata presa.

«Alcuni integralisti iraniani hanno parlato con coraggio, ma (...) ora sono tutti MORTI, e le cose non potranno che peggiorare!» Il gongolare è una conseguenza naturale.

«I prossimi attacchi già pianificati saranno ancora più brutali». Allineamento totale con la tipica strategia israeliana di "decapitazione".

«L'Iran deve stringere un accordo, prima che non rimanga più nulla, e salvare quello che un tempo era conosciuto come l'Impero iraniano». Era l'Impero persiano – ma dopotutto si tratta di un uomo che non legge né studia. Notiamo l'«Arte della Diplomazia: O accettate la mia intesa o crepate». [...] (Lo scritto intero potrà essere letto QUI; ndr).

A seguito di questo breve accenno all'articolo di Pepe Escobar, che commenta le parole inequivocabili di Donald Trump, espongo il pezzo successivo del prof. Andrea Zhock, in quanto rivelatore dell'esattezza premonitrice di ciò che vidi in sogno più di quattro decadi fa.




L'anello di Gige e l'orizzonte della violenza illimitata

«Dopo l'aggressione a freddo di Israele all'Iran e la robusta risposta iraniana, e prima che eventi ulteriori ci travolgano, alcuni bilanci possono essere già fatti. In particolare credo che due considerazioni possano essere tratte.

La prima è che il fallimento conclamato della politica di Donald Trump è l'ultima definitiva conferma che niente può modificare la rotta di collisione dell'Occidente a guida americana col resto del mondo.

Trump non è mai stato un cavaliere bianco mosso da ideali di pacificazione, ma si è ritrovato ad incarnare il ruolo di rappresentante di quell'America profonda che non ha interesse a proiezioni di potenza internazionale e vorrebbe mettere a posto le cose a casa propria.

La sequenza dei fiaschi dell'amministrazione Trump, dai colloqui russo-ucraini, agli scontri di Los Angeles, all'attacco israeliano all'Iran mostrano chiaramente come tutte le promesse trumpiane di pacificazione internazionale e ripresa del mercato interno sono impercorribili.

Non credo che Trump abbia ingannato volontariamente il suo elettorato. Credo che, più semplicemente, né gli USA né l’Europa siano più governati dal ceto politico che nominalmente li governa.

Qui non è neanche questione di "Deep State", perché siamo proprio al di fuori del perimetro statale, che serve soltanto da albero di trasmissione di decisioni prese altrove*.

* (Proprio come il "guinzaglio rigido" della visione; ndr).

Ora, io so benissimo che ogni qual volta si introduce questo tema dei "poteri occulti" un sacco di babbei che si credono astuti cominciano ad agitarsi sulla sedia e a gridare al complottismo.

Purtroppo, che oggi il vero potere passi attraverso il governo dei flussi monetari, e che l'oligarchia che li dirige eserciti la sua influenza* da dietro le quinte, sono semplici dati di fatto, abbastanza ovvi se li si guarda da vicino.

* (E tale influenza occulta corrisponde alla "massa nera e informe" col "guinzaglio rigido", vessata a sua volta dalla "entità misteriosa" sullo sfondo, ossia da Satana in persona; ndr). 

Spesso ci stupiamo della pochezza culturale, della miseria umana, della sfacciata contraddittorietà dei personaggi che apparentemente vediamo ai vertici del potere mondiale.

Che Trump sia un personaggio dei Simpsons, la Baerbock una gaffe ambulante, la Kallas il nulla con la russofobia intorno, Merz un eterno perdente recuperato dalla differenziata politica, Starmer un "quaquaraquà" inviso anche a chi lo ha eletto, Macron l'epitome (sintesi; ndr) delle comunità BDSM (ved. QUI; ndr), ecc. ecc. sono cose che stanno davanti agli occhi di tutti, e che spesso ci ostiniamo a non vedere perché vederlo con chiarezza ci farebbe troppa paura.

Preferiamo pensare che questi pupazzi "c'hanno una strategia". Invece no, sono pupazzi e basta. E la strategia qualcuno anche ce l'ha, ma sta al piano di sopra* a muovere i pupi con le stringhe.

* (E sopra sta appunto la "massa informe e oscura", al soldo del Maligno, che muove i capitali e i "pupazzi" politici presuntuosi ed arroganti dell'Occidente ottuso; ndr).




L'Occidente, a causa del lunghissimo processo di presa del potere reale da parte delle oligarchie finanziarie, ha raggiunto un livello di non ritorno dal punto di vista della degenerazione della sua classe politica.

Il problema in tutto ciò è solo uno: siccome chi esercita il potere è dietro le quinte e non può venire chiamato a prendere alcuna responsabilità, di fatto oggi siamo nella condizione di più straordinaria deresponsabilizzazione delle classi dirigenti della storia dell'Occidente: chi comanda non risponde in nessun modo di ciò che fa, né formalmente, né istituzionalmente, né moralmente. 

E l'esercizio del potere al riparo dagli sguardi altrui conduce di sicuro all'abiezione, inevitabilmente, come rammentava Platone nel racconto dell'Anello di Gige. (Ved. QUI; ndr).

È così che la crisi interna della società occidentale, la sua perdita progressiva di egemonia economica e politica, genera una tendenza completamente fuori controllo alla degenerazione perpetua dei comportamenti, all'uso sempre più sfacciato della violenza, dei doppi standard, della menzogna strumentale.

Israele è un caso esemplare: prima della "distrazione del Mossad" del 7 ottobre '23 Israele era un paese a pezzi, spaccato da anni a metà, incapace di formare governi che non fossero effimeri. L'uscita da questo stato di paralisi e crisi è stata l'adozione di una serie di rilanci continui, prima verso Gaza, poi verso il Libano, la Siria, l'Iran.

E temo che i rilanci non siano finiti: come un giocatore che deve recuperare una grande somma, ogni perdita è un invito a rilanciare ancora nella speranza di poter chiudere la partita con un grande colpo finale. Spesso, per i giocatori d'azzardo, questo colpo finale è alle proprie cervella, ma intanto hanno disseminato miseria intorno a sé.

Ma Israele è solo un esempio. Questa dinamica di tentativo di uscita da un'impasse attraverso continui rilanci è la medesima prassi che vediamo in Europa verso la Russia. La sequenza quasi incredibile di errori (cioè, quelli che sarebbero errori se l'interesse dei propri popoli fosse l'obiettivo), prosegue in un continuo rilancio.

L'Europa ha perso la propria competitività,  ha impoverito e continua ad impoverire  la propria popolazione, mette tutti a rischio di una guerra totale e anzi la fomenta apertamente. Tutto questo si pensava all'inizio fosse un tributo alla predominanza USA.

Ma non è così. Anche quando gli USA hanno iniziato a ritirarsi, l'UE ha proseguito e continua a proseguire nell'esacerbare la situazione. Questo perché, come si diceva, né gli USA sono governati da Trump, ne l'UE da quei quattro scappati di casa della Commissione. Sono solo pupazzi ventriloqui mossi da oligarchie multinazionali che vestono «l'Anello di Gige».




Questo quadro ci porta alla seconda,  breve,  considerazione.  Siccome l'inaffidabilità, i doppi standard,  la mancanza di responsabilità e credibilità dell'Occidente in blocco è percepito ovunque nel mondo (salvo in quella parte di Occidente che ancora si abbevera all'informazione più venduta della storia), ne segue che lo spazio degli accordi, dei patti fra gentiluomini, del calcolo reso affidabile dal bilanciamento degli interessi, è svanito.

Tutto il mondo extra-occidentale ‒ e oggi sono in primo piano Russia e Iran, ma la Cina è dietro l'angolo ‒ non crede più ad una parola di quanto proviene dai nostri ventriloqui, perché ha capito di star trattando con attori e prestanome, maschere che devono recitare una parte per i propri elettorati ma devono rispondere a tutt'altre strategie per appagare il vero potere occulto.

Questa completa mancanza di credibilità delle classi dirigenti occidentali non è un crimine senza vittime, non è qualcosa cui ci possiamo sottrarre con la proverbiale alzata di spalle dicendoci che "tanto noi non ci caschiamo".

La principale conseguenza  della inaffidabilità conclamata  dell'odierno Occidente è che la parola  verrà ovunque lasciata sempre di più alle armi,  alla violenza all'esterno e al controllo all'interno, perché è l'unica cosa che rimane quando le parole hanno perduto valore. E questo processo degenerativo coinvolgerà tutti, scettici e grulli, scaltri e boccaloni.» 

Ecco un resoconto VERO della situazione in cui ci troviamo da Arnaldo Vitangeli; video che consiglio di scaricare prima che lo censurino.




E un altro resoconto, altrettanto VERO, di Nicolai Lilin, scrittore russo che ha sposato un'italiana e collaborava con Giulietto Chiesa (ved. QUI).




Chiosa di Sebirblu

Dal quadro generale, emerge sostanzialmente che Trump, malgrado tutte le promesse elettorali, ha ceduto alle pressioni fortissime dell'oligarchia finanziaria, in gran parte sionista, (ossia "la massa nera e informe" della visione), permettendo a Netanyahu di colpire a sorpresa l'Iran ‒ ecco l'inganno ‒ prima che venisse completato* il nuovo accordo sul nucleare, voluto dallo stesso "tycoon". Sorpresa che, comunque, era stata pianificata già da diverso tempo; ved. QUI

* (L'attacco all'Iran è avvenuto nella notte fra il 12 e il 13 giugno, mentre due giorni dopo, domenica 15, i negoziatori iraniani avrebbero dovuto recarsi in Oman per il sesto incontro, al fine di arrivare ad un'intesa di normalizzazione sul nucleare per usi pacifici. È per questo che la Repubblica islamica si è trovata spiazzata, tradita, e che nel sogno premonitore ha provocato il mio brusco risveglio.)

Ecco la conferma.




Acuendo lo sguardo su una realtà più profonda, si può scorgere sull'intero scacchiere planetario una regia diabolica fondata su una lotta spirituale durissima tra l'Antico Serpente, che agisce mediante i suoi vassalli aschenaziti* (cfr. QUI), e tutto il resto dell'umanità apostata e materialista.

* (Gli ebrei aschenaziti, di origine Kazara, cioè i sionisti convertitisi all'ebraismo nel VII secolo per interesse e sopravvivenza, non sono affatto gli ebrei sefarditi autoctoni della Palestina. È fondamentale conoscere questa civiltà che ha permeato e inciso in modo determinante gli sviluppi della Finanza Globale nel corso dei secoli e scoprire che sin da allora si è scontrata ripetutamente non solo con il mondo arabo-persiano ma pure, e soprattutto adesso, con quello cristiano.)

Nonostante gli "Accordi di Abramo" (ved. QUI), stipulati fra le tre grandi religioni monoteiste  nel  2019,  i  focolai bellici  e  rancorosi  non  si  sono  di fatto  mai spenti,  e il vento della discordia, alimentato dal grande Nemico dell'uomo, soffia ora più minaccioso che mai perché il Maligno sa che il suo tempo sta per scadere.

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: QUI e QUI

venerdì 13 giugno 2025

Una grande LEZIONE da mettersi in pratica SUBITO!





Sebirblu, 12 giugno 2025

Dopo aver pubblicato il post in onore del prof. Francesco Lamendola QUI, deceduto il 31 maggio scorso, restava in me la domanda di cosa gli fosse successo per condurlo a 68 anni nell'aldilà; quesito che già aveva sfiorato la mia mente, tempo addietro, quando non appariva più sul web la testata "Accademia Nuova Italia" con tutti i suoi articoli.

Ebbene, una volta di più ho potuto constatare come la Provvidenza divina interviene per soccorrere, non solo economicamente (cfr. QUI),  come si è abituati a pensare, ma soprattutto spiritualmente, quando chi chiede lo fa in purezza d'animo e senza secondi fini. 

"Caso ha voluto" (si fa per dire perché esso non esiste), che ieri m'imbattessi in un video di un anno fa, QUI, dove il suddetto professore aveva stranamente la bocca storta; ho continuato a cercarne altri più recenti ed ho trovato questo QUI che, in effetti, è l'ultimo pubblicato prima del suo trapasso.

Volutamente non li espongo per non urtare la sensibilità di molti che, sicuramente, come ho fatto io, direbbero: "con quale coraggio si mostra così!".

Poi a seguire, sempre "a caso", ho trovato un illuminante pezzo dello stesso autore, un'autentica lezione di vita sull'«essere» e non sull'«apparire», che conviene a tutti mettere in pratica... Eccolo:




Cara amica, ti scrivo...
di Francesco Lamendola ‒ 7 maggio 2008

«Cara amica, ti scrivo per riprendere il filo di un discorso interrotto.

Quando ti ho telefonato e poi sono passato a trovarti ‒ ed era la primissima volta che entravo nella tua casa ‒ mi hai accolto, con semplicità e molta naturalezza, in tuta da ginnastica.

Poche donne avrebbero resistito al bisogno compulsivo di mettersi il vestito bello, di truccarsi e di indossare qualche gioiello, per apparire sotto la luce migliore. Così, senza un preciso secondo fine: come per un riflesso condizionato.

Tu, no.

Mi hai aspettato così com'eri, in tenuta da casa. Non ti sei cambiata né preparata: sei rimasta ad attendere la mia visita in tuta da ginnastica.

Un gesto che mi è piaciuto, perché da esso traspariva il tuo star bene con te stessa. Chi sta bene con se stesso, non sente alcun bisogno di presentarsi agli altri sotto una luce particolare: si mostra con spontaneità, così come egli è. Non desidera mostrarsi trasandato per il gusto di farlo, ma neppure vuole essere schiavo della ricercatezza.

Sembra una cosa da poco, una cosa da nulla: invece, dietro un tale comportamento, c'è tutto un mondo. Un mondo di trasparenza, di lealtà: innanzitutto con se stessi. Sono poche le persone che sanno accettarsi così come sono, anche nell'aspetto fisico; figuriamoci il fatto di saper accettare il giudizio altrui.


Si ha il timore di "perdere la faccia"... Autore: Ben Goossens

Sono poche, estremamente poche le persone che sanno guardarsi allo specchio e dire alle proprie rughe, alla propria calvizie, ai propri difetti: «Ebbene, eccoci qui. Voi siete i miei compagni di viaggio; non ho motivo di ostentarvi, ma neppure di tentare di nascondervi. Sarebbe assurdo; anzi, sarebbe patetico».

Quando un essere umano che ha passato la quarantina sa fare questo, significa che ha saputo compiere una lunga strada con se stesso; significa che, nel suo piccolo, è un grand'uomo (o una gran donna). Significa che ha compreso un sacco di cose: cose che non stanno scritte sui libri e che, dunque, non ha avuto la possibilità di imparare da un foglio di carta stampata. Vuol dire che le ha imparate dalla vita: il che è una cosa particolarmente rara, particolarmente apprezzabile.

Non solo.

Dal momento che l'intera società moderna procede trionfalmente (si fa per dire) sulla via opposta, cioè sulla via dell'apparire invece che su quella dell'essere, vuol dire anche che quella tal persona ha saputo elaborare, in solitudine, una propria scala di valori e un proprio codice di comportamento.

Vuol dire che ha capito la differenza fra la vera e la falsa stima di sé; fra il vero volersi bene e quello fasullo, suggerito dalle mille sirene idiote della pubblicità, del cinema e della televisione. Perciò, possiamo star certi che quella è anche una persona forte, capace di andare controcorrente e di infischiarsene delle mere apparenze.

Conosciamo donne che non farebbero mai entrare in casa propria  gli amici ‒ per non parlare degli estranei ‒ se prima non hanno lucidato l'ultima piastrella e spazzato l'ultimo granellino di polvere; che non scenderebbero mai nel negozio sotto casa per comperare il pane o il latte, se prima non si sono truccate per mezz'ora e se non si sono cambiate d'abito, indossando i vestiti migliori, dalla testa fino alla punta delle scarpe. Hanno il terrore di essere trovate in disordine, di essere giudicate sciatte, di essere scoperte "al naturale", senza trucchi e senza veli. [...]




Ma non solo ciò è stato bello, cara amica, nel tuo comportamento.

Anche la tua schiettezza,  il tuo confessare:  «mi manchi,  sinceramente  lo ammetto»; il tuo rinunciare al vecchio gioco ‒ tipicamente femminile ‒ del nascondimento, per mostrarti così come sei, nella sfera dei tuoi sentimenti; pure questo è stato bello. Bello perché raro.

Dovrebbe e potrebbe essere la norma, nelle relazioni umane; invece è la rara e felice eccezione. Quante persone aspettano che sia l'altro a scoprirsi, per poi approfittarne subito e mettersi in una posizione di forza, di vantaggio. 

Miseri individui ‒ ma sono la maggioranza ‒ che non hanno uno straccio di coraggio, ma si aspettano che lo abbiano gli altri; e se lo aspettano, non per ricambiare la franchezza e la lealtà ricevute, ma per tenersi al coperto quanto più a lungo possibile, in modo da non perdere il vantaggio in cui si trovano...

Perché è un gran bel vantaggio sapere quel che si muove nel cuore altrui, mentre si cela astutamente quel che accade nel proprio. Così, si è sempre in grado di avanzare o indietreggiare, secondo la convenienza, rischiando giusto il minimo indispensabile; mentre l'altro, davanti a noi, si è interamente esposto e, quindi, è più vulnerabile che mai...

Ci sono dei miserabili ‒ e non sono affatto rari ‒ che godono di un rapporto ineguale di tal fatta, dove essi hanno in mano tutte le carte buone e le tengono coperte, mentre l'altro ha messo in tavola le sue, senza calcoli o finzioni.

Perciò, le parole che ti sono uscite dal cuore: «mi manchi, sinceramente l'ammetto», ti hanno fatto onore. Avresti potuto continuare il gioco a carte coperte; non l'hai fatto: hai preferito metterle in tavola.

Insieme alle tue paure, del resto. E chi non le ha? Ma confessarle, è cosa da persone coraggiose. Tu le hai confessate: non è da tutti.

Anche questo, è stato un bel gesto. Il terzo, dopo quello di mostrarti per ciò che sei, fisicamente e interiormente.

Il quarto, è che hai saputo dire grazie.

Goffamente e un po' ruvidamente; però ti sei ricordata di ringraziare. Per quello che ritieni di aver ricevuto, attraverso un nostro lungo e gratuito impegno che, a tratti ‒ e adesso in modo particolare ‒ ci è costato quasi la salute.

Certo, ringraziare quando si riceve qualcosa di prezioso ‒ specialmente se lo si riceve gratuitamente ‒ dovrebbe far parte della normalità, nelle relazioni umane. Ma così, invece, non è: e ciascuno di noi lo sa bene, per diretta esperienza.




È raro, rarissimo, che qualcuno torni indietro a dire "grazie" per un bene ricevuto: specialmente se si tratta di un bene di natura spirituale. Se riceve in dono un oggetto materiale, magari costoso, di solito anche la persona più sgarbata si ricorda di borbottare un "grazie": fa parte delle buone maniere.

Subito dopo, probabilmente, quel costoso vassoio o quel servizio da tè prendono la via di qualche armadio polveroso, che diverrà più o meno la loro tomba; ma, intanto, il ringraziamento è stato detto (o scritto), le forme sono state salvate.

Ma dire "grazie" per un dono spirituale: quando mai? Già, perché non è avvolto nella carta da regalo di qualche boutique del centro; dunque, non è costato nulla. E allora, perché mai si dovrebbe ringraziare?

Questo è, appunto, l'atteggiamento mentale per cui così tante persone hanno smesso di ringraziare la vita. Non ringraziano più: né per il fatto di essere al mondo, e magari in buona salute; né per il fatto di avere una casa e un lavoro; né per essere circondate dall'affetto delle persone care; né per le meraviglie che la natura ci offre ogni giorno:

‒ dal canto di migliaia d'uccelli che salutano il primo albeggiare, alla pioggia che lava e purifica, al vento gagliardo che spazza le nubi e porta dolci profumi, al sole che riscalda gioioso, fino al cielo stellato che ci avvolge ogni notte, come un sipario sontuoso, quale neppure il più potente imperatore saprebbe commissionare ai suoi migliori architetti.




Queste persone danno tutto per scontato; o, per dir meglio, non vedono neppure da quanta bellezza sono circondate, da quanta bontà, da quanto splendore. Non se ne accorgono per nulla; però, non appena temono di perdere la più piccola comodità materiale, ecco che subito levano fino al cielo i loro lamenti lacrimosi e le proprie inconsolabili grida di dolore. 

Eh già: in che modo potrebbero vivere per qualche giorno senza la televisione? Come potrebbero fare a meno dell'automobile, del videoregistratore, del computer? Come potrebbero  sopportare  l'affronto che  quella antipatica  della collega,  o della vicina del piano di sotto, si sia comperata un vestito o un paio di scarpe eleganti, proprio identiche alle loro?

Ma tu ti sei accorta di aver ricevuto qualcosa. Sì, te ne sei accorta, e hai voluto dire grazie: come sapevi, senza usare espressioni ricercate. E mescolando il grazie alla confessione delle tue paure.

È scritto nella Bhagavad-gita che gli esseri umani, i quali non pregano il Signore Krishna per ringraziarlo di tutto ciò che ricevono incessantemente, sono in tutto e per tutto dei ladri. Prendono, e tuttavia non solo non offrono nulla per ricambiare, ma neppure ringraziano. Così facendo, commettono un vero e proprio furto.

Anche noi saremmo degli ingrati e, forse, dei ladri, se non ammettessimo il nostro debito con quanti, in vario modo, ci stimolano a proseguire nell'impegno di aiutare il prossimo, per quanto possibile, a trovare la via.

Non che pensiamo di averne le chiavi. A volte accade che ‒ come dice Dante ‒ chi va innanzi faccia  luce a coloro che lo seguono, ma egli stesso rimane al buio. Perciò non è il suo vantaggio che sta cercando: e, se incespica o va a sbattere; se cade e si fa male, lo fa a suo rischio e pericolo. Però, intanto, egli traccia la strada; e altri dopo di lui, se vorranno, la potranno seguire, con maggior chiarezza e con un minor grado di fatica e di rischio...

Facesti come quei che va di notte
che porta il lume dietro e sé non giova,
ma dopo sé fa le persone dotte… 
(Dante, Purg., XXII, 67-69).

Sappiamo che un certo numero di persone ‒ poche o tante, non importa ‒ traggono un beneficio dal nostro impegno disinteressato. Alcune di esse hanno voluto dircelo. Non molte: ma, dei dieci lebbrosi guariti dal Maestro, si sa che uno solo si ricordò, pur nella gioia del momento, di tornare indietro per rendergli grazie (cfr. Luca, 17, 11-19).

Dan Burr

A nostra volta, sappiamo bene che il merito del bene che riusciamo a fare, se pure ne facciamo, non è nostro, ma di qualcun altro.

In primo luogo, di quanti ci hanno dato il loro amore o la loro amicizia, formando il nostro mondo affettivo e morale.

In secondo luogo, di coloro che ci hanno donato la loro competenza, il loro sapere, contribuendo a formare il nostro mondo culturale e spirituale.

Non tutti sono ancora in questo mondo; alcuni ci hanno lasciati lungo il cammino: ma li ricordiamo tutti, con immutata gratitudine ‒ e li sentiamo sempre accanto.

In terzo luogo, il merito è di Qualcuno che, quando i nostri pensieri sono puri e le nostre parole sono buone, pensa attraverso di noi e parla attraverso di noi. Non abbiamo alcun merito da rivendicare in prima persona, se non ‒ forse ‒ quello della fedeltà alla chiamata. Per il resto, ci sentiamo piccoli e fragili; inadeguati, come colui che procede nel buio, a tentoni.

Sarà la strada, tuttavia, a venirci incontro; sarà essa a trovarci. Di questo, non abbiamo certo alcun merito. Perciò, vogliamo ringraziare anche la strada: lo stormire delle foglie nel bosco incantato, il vento profumato che si spande nella notte d'estate.

E poi, avanti, sempre avanti.

Una "forza benevola" guiderà i nostri passi, anche se talvolta andremo a sbattere o cadremo. Come si potrebbe imparare qualcosa dalla vita, senza cadere mai? È cosa sciocca solamente il pensarlo.

Ce n'è di strada, che si allunga innanzi a noi, nella luce argentata della luna! Forse, non giungeremo mai a vederne la fine...

Ma l'importante non è arrivare; l'importante è camminare. E, se possibile, aiutare qualcun altro ad avanzare a sua volta, rischiarandogli la strada nel buio della notte. Questo è quanto crediamo di avere imparato dalla vita.

Una saggezza semplice, umile, priva di pretese e di vanto. E di che cosa dovrebbe vantarsi, poi? Anch'essa è un dono, ricevuto gratuitamente e senza averlo davvero meritato.

Così, non possiamo fare altro che mormorare un "grazie".»




Chiosa di Sebirblu

Che dire di fronte a tale profonda saggezza?... Sicuramente un immenso GRAZIE, da parte mia e dei lettori, a questo Spirito eccezionale che se ne è andato, lasciando tutti molto, ma molto più ricchi...

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it