Sebirblu, 27 luglio 2025
È risaputo che la prerogativa principale dell'antico Serpente, Lucifero, il promotore invidioso della rivolta angelica avvenuta nei cieli contro Dio, sia proprio quella di "scimmiottarlo" in continuazione, sperando invano di diventare, prima o poi, simile a Lui.
In questi tempi caotici e pericolosi per l'umanità emerge ora, più che mai, la tendenza generale alla tecnologia, all'ingegneria informatica o quantistica e a tutto ciò che può proiettare in un futuro, di fatto illusorio, dominato dai robot e non più dall'essere umano.
Ora, dal momento che stiamo vivendo in piena Apocalisse, e non ci possono essere dubbi per chi come me segue da una vita gli eventi più emblematici svoltisi su questo pianeta alla luce delle Sacre Scritture, non posso tralasciare la riflessione che proprio il libro di Giovanni offre (al cap. 13, 14-15, con riferimento alla "bestia salente dalla terra", cioè al falso profeta impersonato da Bergoglio ed ora dal suo epigono Prevost) su quanto segue:
..."Per mezzo di questi prodigi, che le era permesso di compiere in presenza della bestia (quella uscente dal mare, ossia l'anticristo), sedusse gli abitanti della terra dicendo loro di erigere una statua alla (stessa) bestia, che era stata ferita dalla spada ma si era riavuta. Le fu anche concesso di animare la statua affinché perfino parlasse e potesse far mettere a morte tutti coloro che non adorassero la sua immagine."...
Ebbene, la mia considerazione consiste nel fatto che la "statua parlante e misteriosa", che per secoli è rimasta un enigma insondabile, adesso, con i recenti ed esponenziali progressi sull'Intelligenza Artificiale, può essere connotata sicuramente come lo strumento chiave del quale si servirà l'anticristo per asservire e dominare il genere umano.
Infatti, sia il predecessore che l'attuale pseudo-papa (cfr. QUI, QUI e QUI), laureato tra l'altro in scienze matematiche, pur allertando il mondo su eventuali rischi derivanti dall'uso improprio e interessato della struttura "intelligente" (ved. QUI e QUI), rimangono ad essa favorevoli: il primo, avendo dichiarato che "è un dono di Dio", e il secondo, che addirittura farà un'enciclica seguendo le orme di Leone XIII sulla "Rerum Novarum", chiamandola "Rerum Digitalium".
Reputo necessario però ‒ prima di procedere con la profezia giovannea ‒ esporre qualche parte essenziale di un articolo chiarificatore riguardante questo sistema informatico col quale molti interagiscono senza saperne quasi nulla.
La libertà al tempo dell'Intelligenza Artificiale
di Nicolò Bellanca
"L'Intelligenza Artificiale (IA) esiste quando una macchina si comporta in modi che chiameremmo intelligenti se a comportarsi così fosse un uomo.
Su uno dei più importanti aspetti dell'intelligenza umana ‒ la capacità di apprendere ‒ i computer si stanno rivelando negli ultimi anni altrettanto validi, o migliori di noi, in compiti come il riconoscimento vocale, la traduzione linguistica o l'identificazione delle malattie dalle analisi radiografiche.
Queste formidabili prestazioni sono consentite dall'affermarsi del machine learning. A lungo i computer sono stati programmati unicamente mediante algoritmi: sequenze di istruzioni che indicano come risolvere un problema.
Tuttavia, per molte delle questioni che contano nella vita – camminare, nuotare, andare in bicicletta, riconoscere un viso o capire una parola detta o scritta – non siamo in grado di scrivere un preciso algoritmo.
L'IA sta superando questa difficoltà mediante un approccio fondato su modelli. Analizzando molti casi di risposta ad una certa classe di quesiti, il computer procede ad una generalizzazione che gli consente di affrontare anche situazioni parzialmente nuove e diverse: esso impara ad acquisire ‒ sotto la supervisione di un essere umano per mezzo di una fase di "allenamento", al termine del quale manifesta intelligenza ‒ la realizzazione di fini complessi come quello di dirimere controversie. [...]
Questi straordinari avanzamenti presentano nondimeno limiti e varie difficoltà di controllo. Anzitutto, con i metodi di machine learning i computer assimilano quasi soltanto i dati che noi gli procuriamo; se tali dati sono distorti, il congegno apprende in modo distorto.
Ma, ovviamente, la collocazione sociale del dispositivo non è neutra: se questo fosse programmato da tecnici dell'esercito russo, che gli fornissero le informazioni di base per interagire con il popolo ceceno, possiamo supporre che alla fine esso opererebbe lungo linee conformi alla visione e alle intenzioni di Putin.
Inoltre, l'IA funziona come un processo di ottimizzazione, capace di usare i mezzi disponibili per ottenere determinati obbiettivi.
Se lo scopo che gli assegniamo non viene formulato assieme a tutti i vincoli e alle regole contestuali che per noi sono importanti (non provocare sofferenza, non essere sleale, ecc.), gli esiti possono essere perversi.
Immaginiamo che un robot-sitter senta i bambini lamentarsi per la fame, che il frigorifero sia vuoto e che per casa circoli un gatto: esso potrebbe non tener conto che per noi il valore affettivo del gatto superi quello nutritivo. [...]
Tuttavia, l'efficacia crescente dell'IA comporta che i meccanismi riescono a svolgere diverse funzioni meglio di noi: ad esempio, il navigatore satellitare che usiamo in automobile e perfino muovendoci a piedi, ci offre informazioni sempre aggiornate sulle condizioni di viabilità, oltre che sull'itinerario esatto e migliore, al punto che diventa masochistico rinunciarvi, persino quando viaggiamo in zone conosciute da noi molto bene.
In questo e nei tanti altri casi in cui il computer è nettamente più affidabile di noi stessi, siamo spinti a rinunciare alla "libera scelta" e ad affidarci al sistema. È questa la promessa di ogni delega tecnocratica: svincolarci dalla libertà.
Questa è fatta di scelte, molte volte faticose e laceranti. Al contrario la tecnocrazia invita a non scegliere, introducendoci in un orizzonte nel quale convivono "troppe" possibilità che non siamo in grado di vagliare nemmeno volendolo e in cui solo il sistema può stabilire cosa è meglio per noi.
Ne consegue che, se un giorno l'IA dovesse dominare le nostre società, questo non avverrebbe tramite un conflitto aperto. Piuttosto, dice Kaplan nel suo libro*:
«sarà un lento ed insidioso subentrare nella nostra economia di vita, a malapena percepibile, mentre noi volontariamente cederemo il controllo ad intelletti sintetici, apparentemente benigni. Così, allorché impareremo a riporre fiducia in questi sistemi che ci trasportano, ci presentano a potenziali partner, personalizzano le nostre notizie, proteggono le nostre proprietà, monitorano il nostro ambiente, crescono, preparano e servono il nostro cibo, educano i nostri bambini e curano i nostri anziani, sarà facile non cogliere il grande disegno (mendace e occulto; ndr)».
* (Da Jerry Kaplan, Le persone non servono. Lavoro e ricchezza nell'epoca della Intelligenza Artificiale, LUISS University Press, Roma, 2016, pag. 199).
Di fronte a questa inquietante prospettiva, alcuni osservano che quando le macchine rischiano di obbedire ai nostri ordini solo nominalmente, possiamo sempre reagire "staccando la spina", bloccando il funzionamento del dispositivo. Ma possiamo veramente farlo? Gran parte dell'IA opera sul web, e dove sta la spina di Internet? Inoltre, se il congegno è più intelligente di noi, può anticipare la nostra mossa e impedirla.
La possibilità, se non la probabilità, di sistemi essenzialmente "fuori controllo" è in effetti molto concreta. Ad esempio, i pianificatori di virus informatici, qualche volta, perdono il controllo delle loro creature. Estirpare programmi di questo tipo è molto difficile, perché essi continuano a fare copie di sé stessi e a diffondersi attraverso i canali telematici.
Occorrerebbe pertanto individuare regole e procedure di sicurezza atte ad orientare il comportamento dei meccanismi intelligenti prima che sfuggano al controllo umano. [...] Si tratta di criteri che tengono conto di quali e quante insidie possono sorgere se il fine è mal delineato. [...]
Questo, in aggiunta, segnala che nell'approccio basato sull'autoapprendimento della struttura robotica, occorre selezionare e introdurre un codice morale; ma questi sono tanti e non di rado tra loro incompatibili, quindi la scelta in definitiva è di natura politica. [...]
[La libertà degli umani rimane decisiva nel ragionare e nell'intervenire sulla facoltà autonoma dei robot. La vera sfida riguarda la separazione tra l'intelligenza e la coscienza: la prima è finalizzata a realizzare fini complessi, ossia a risolvere problemi, la seconda, ad equilibrare le decisioni e le scelte per non uscire dal seminato morale di una certa etica. Ndr].
La nostra coscienza interroga e interpreta il mondo, provando a distinguere i nessi causali dalle mere correlazioni. Al contrario, l'IA opera (efficacemente) dentro una "scatola nera" che non le consente di spiegare le ragioni del risultato cui è giunta:
«permetteresti ad un medico informatico estremamente preciso di decidere di amputarti la gamba destra, quando tale computer non è in grado di rispondere alle tue domande sul perché è necessario?» (Da "The Globotics Upheaval" di Baldwin, pag. 243).
L'intera argomentazione fin qui svolta vuole costituire una critica verso la passività come nuovo atteggiamento ideologico dominante.
Il neoliberismo in declino – lo documenta Paul Mason nel suo ultimo libro – tende ad essere rimpiazzato da dottrine apertamente antiumaniste che, attaccando il concetto di libertà umana, minano la nostra capacità di agire ed esaltano l'immodificabilità di un mondo disuguale ed eterodiretto. Egli scrive:
«Dobbiamo difendere l'idea di un essere umano capace, sottostando a determinate circostanze storiche, di pensiero e azione autonomi. O, come la chiamano i filosofi, di libertà». (Da "Il futuro migliore", pag. 162). [...]
Sul fondamento della separazione tra intelligenza e coscienza, se un dispositivo computerizzato segue istruzioni imperfette e/o dati non bilanciati, può recarci danni (anche gravi), che non rientrano però in un'azione voluta, perché, appunto, non supervisionata da una coscienza.
A differenza di tanti romanzi e film, che antropomorfizzano i computer o i robot, le macchine con l'intelligenza artificiale puntano soltanto a realizzare fini che noi abbiamo dato loro, o che auto-apprendono da noi. Non ci odiano (né amano) e non perseguono alcun disegno per sostituirci. Sarà difficile evitare le difficoltà menzionate nel testo, ma l'IA, in sé, non è un «nemico»!"
Nel video l'accurata ed esauriente spiegazione, esposta dal prof. Nello Cristianini, docente di tale argomento all'università di Bath in Inghilterra.
Riprendo qui le mie osservazioni sull'attinenza del congegno informatico alla "statua" parlante dell'Apocalisse che il potere religioso (la bestia salente dalla terra) con il suo falso profeta cerca di avallare agli occhi dell'intero genere umano, inconsapevole del terribile pericolo.
Ecco alcuni passaggi di un articolo pubblicato QUI, in ambito evangelico.
Dall'Intelligenza Artificiale all'Apocalisse
«Max Tegmark, fisico al prestigioso MIT, cerca di immaginare in che modo potrebbe verificarsi il dominio sul mondo intero attraverso tre passaggi:
primo, realizzare delle Intelligenze Artificiali di livello pari all'uomo;
secondo, usare queste Intelligenze Artificiali per creare una super-intelligenza;
terzo, lasciare che la super-intelligenza prenda il controllo del mondo.
All'inizio del suo libro "Life 3.0", Max Tegmark immagina un progetto estremamente segreto sull'IA, portato avanti da quello che lui chiama l'Omega Team, che sviluppa un sistema IA cui viene dato il nome di Prometeo.
Questi, alla fine, assume la piena padronanza mondiale: "Per la prima volta, il nostro pianeta viene governato dal potere di un singolo, amplificato da una intelligenza così vasta da poter far fiorire la vita per miliardi di anni sulla Terra e nell'intero universo. Ma qual è esattamente il piano?"
L'idea è che, in questo modo, il globo sarebbe divenuto uno stato totalitario perfetto, qualsiasi cosa voglia dire "perfetto" in tale contesto. Prometeo può, infatti, registrare tutte le comunicazioni informatiche (quello che i governi hanno realmente fatto per anni) e può comprenderle, divenendo quindi del tutto consapevole di ciò che le persone pensano e dicono, ovunque:
Con il pretesto della lotta alla criminalità e al terrorismo, o del salvataggio di persone che chiedono cure mediche urgenti, potrebbe essere ingiunto a chiunque di indossare un "braccialetto di sicurezza" unente le funzionalità di un Apple watch con il costante aggiornamento della posizione, dello stato di salute e delle conversazioni personali. I tentativi non autorizzati di rimuovere o disabilitare il braccialetto causerebbero l'iniezione di una tossina letale nell'avambraccio.
Tegmark intende ciò come uno scenario introduttivo fantastico che di fatto lo è, sotto vari aspetti. Per esempio, Prometeo, essendo una macchina, non comprende le trasmissioni e gli scambi telematici e non è nemmeno consapevole di ciò che le persone di tutto il mondo pensano o fanno, per il semplice motivo che non possiede una mente in grado di comprendere e acquisire consapevolezza. [...]
In ogni epoca della storia, gli esseri umani hanno creato e adorato idoli frutto della loro immaginazione e opera delle loro mani, sognando di dare vita a quei manufatti (come la storia della creazione del Golem dalla materia inanimata che riceviamo dalla tradizione ebraica).
È importante sottolineare che i simulacri sono stati, e continuano ad essere, qualcosa verso i quali le persone hanno riposto la loro fiducia, prima ancora del loro amore. Questi spesso erano temuti, e "adorarne" uno significava anche accettarne l'autorità superiore. [...]
Ai nostri tempi, ciò richiama il pensiero all'intento dei sostenitori dell'Intelligenza Artificiale Generale (IAG) impegnati a creare un'entità fittizia trasferendo i contenuti della mente su un supporto in silicio. Non sappiamo con certezza a quali dinamiche si riferisca il testo dell'Apocalisse, ma può trattarsi della creazione di una sorta di "vita" sofisticata e impressionante. (Ideata e voluta dalla sete di rivalsa e di emulazione del grande Nemico di Dio; ndr). [...]
È allarmante la facilità con cui le persone sono pronte ad "adorare" questi sistemi, ovvero a piegarsi e accettarne l'autorità, sacrificando la propria libertà in vista di una presunta sicurezza.
In realtà, tutti noi stiamo agendo così dal momento in cui affidiamo sempre più le nostre decisioni all'IA e permettiamo che la tecnologia determini alcuni aspetti essenziali della nostra esistenza quotidiana... »
Chiosa di Sebirblu
Questa struttura informatica viene presentata come utile e immediata. Ma consiste in effetti nell'architettura finale della sua «onnipresenza», una versione contraffatta del potere divino... che il perfido "Ingannatore" ha già inserito da diversi anni in tutti gli strumenti tecnologici che usiamo quotidianamente.
L'Intelligenza Artificiale, dunque, non è altro che una gigantesca memoria che i vari continenti come l'Asia (con in testa la Cina, QUI) ma ora anche l'Europa non meno dell'America del Nord (o Stati Uniti, cfr. QUI, QUI, QUI e QUI), stanno vieppiù ultimando per "offrirla" graziosamente alla "bestia" anticristica, di cui rappresenta l'immagine, al fine che l'«uomo iniquo» possa controllare tutto di noi, dopo aver superato di gran lunga le capacità cognitive di qualsiasi genio umano.
Davanti a questo scenario tenebroso, i figli della Luce sono chiamati a restare saldi nella Fede, nella Speranza e nell'Amore, affinché l'ultima Parola sia lasciata a Dio Onnipotente, loro Padre e Creatore, dal Quale sicuramente riceveranno l'aiuto per non soccombere dinnanzi alla trappola diabolica approntata ad arte per asservire, relegare e distruggere l'umanità e il pianeta che la ospita.
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonte del primo articolo: researchgate.net
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