sabato 13 agosto 2022

ABISSO di VEDUTE su MARIA tra Wojtyla e Bergoglio




Sebirblu, 13 agosto 2022

Nell'imminenza della solenne festività del 15 agosto, dedicata all'Assunzione della Vergine Maria, ripubblico questo articolo, esattamente a tre anni di distanza, in onore della nostra Madre Celeste, suggerendo ai lettori sensibili di leggere anche QUI.

Il 21 dicembre 2018, nell'aula Paolo VI (nota anche come "Sala Nervi": ved. QUI) Bergoglio, il Falso Profeta, in occasione degli auguri natalizi al personale della Santa Sede e della Città del Vaticano, ha detto che la Madonna non è Immacolata, e non è neppure nata santa. Semmai lo è diventata durante la vita... (Cfr. QUI QUI).

Ecco le sue parole precise a cui fa seguito il video che intorno al minuto 21° mostra l'evidenza di tale vergognoso sproloquio e, quel che è peggio, senza che nessuno abbia "battuto ciglio". (Chi non dovesse visualizzarlo sullo smartphone, clicchi QUI).

«La Madonna e San Giuseppe sono pieni di gioia: guardano il Bambino Gesù e sono felici perché, dopo mille preoccupazioni, hanno accolto questo Regalo di Dio, con tanta fede e tanto amore. Sono “straripanti” di santità e quindi di gioia. E voi mi direte: per forza! Sono la Madonna e San Giuseppe! Sì, ma non pensiamo che per loro sia stato facile: santi non si nasce, si diventa, e questo vale anche per loro.»




Nondimeno... "il vescovo venuto dalla fine del mondo", come da lui stesso asserito, non rappresenta altro che la fase finale, la "ciliegina sulla torta" di una Chiesa ormai allo sfascio sin dalle riforme avviate dal Concilio Vaticano II, diretto e manovrato dalla Massoneria ecclesiastica. (Ved. QUI, QUI e QUI).

Anche i concetti della predica natalizia 2018 di Enzo Bianchi (adesso defenestrato dallo stesso Bergoglio, il "misericordioso") rivelano in modo impressionante la deriva disastrosa in cui versano le verità di Fede sulle quali si regge l'intera parabola cristica con l'Annuncio della Salvezza per tutte le genti:

"Maria, la madre, lo partorisce nel dolore (FALSO, cfr. QUIQUI e QUI; ndr), come ogni donna, mentre il marito Giuseppe è là, solo, con lei; poi certamente deve averlo trattato come fanno tutte le madri con chi esce dal loro grembo". (Cfr. QUI).

Non c'è che dire... "tous les deux ensembles" formano una bella coppia! Abbiamo degli ottimi esempi da imitare se vogliamo esser certi di mantenere la "rotta" (belli e addormentati) per raggiungere al più presto il "paradiso artificiale" che ci aspetta!

A questi due "campioni di spiritualità" si associa poi la schiera dei massimi "Prìncipi" della Chiesa di Roma che non smettono un istante di demolirla e infangarla, ma solo agli occhi inorriditi e tristi di un piccolo "RESTO" che possiede ‒ per grazia di DIO ‒ "lo ben dell'intelletto" che lo illumina e lo consola.




Ebbene, nonostante molti abbiano criticato, a volte anche aspramente, Karol Wojtyła, rimane il fatto che era molto legato alla Vergine Maria (il "Totus Tuus" del suo stemma lo convalida) da Lei ricambiato, come asserì a Medjugorje il 25 agosto 1994: "Pregate figlioli per la salute del mio adorato figlio che soffre e che Io ho scelto per questo tempo".

E ancora, il 25 settembre 1982: "Possa egli considerarsi il padre di tutti gli uomini, e non solo dei cristiani; possa egli annunciare instancabilmente e coraggiosamente il messaggio di pace e di amore tra gli uomini".

Per  questa  ragione,  e in prossimità  della solenne festa  dell'Assunzione di Maria SS. ‒ snobbata tutti gli anni incredibilmente da Bergoglio ‒ indegno "Vicario di Cristo", pubblico il discorso pronunciato da Giovanni Paolo II il 14 marzo 2001 durante l'Udienza Generale del mercoledì.

Maria, Icona escatologica della Chiesa

1. Abbiamo aperto il nostro incontro ascoltando una delle pagine più note della Apocalisse di Giovanni. Nella donna incinta, che partorisce un figlio mentre un drago color rosso sangue infuria contro di lei e contro colui che ha generato, la tradizione cristiana, liturgica e artistica, ha visto l'immagine di Maria, la madre di Cristo.

Tuttavia, secondo la primaria intenzione dell'autore sacro, se la nascita del bimbo rappresenta l'avvento del Messia, la donna personifica evidentemente il popolo di Dio,  sia l'Israele biblico, sia la Chiesa.  L'interpretazione  mariana  non  contrasta con il senso ecclesiale del testo, giacché Maria è "figura della Chiesa" (LG, 63; cfr. sant'Ambrogio, Expos. Lc, II, 7).

Sullo sfondo della comunità fedele si scorge pertanto il profilo della Madre del Messia. Contro Maria e la Chiesa si erge il drago che evoca Satana e il male, come è già indicato dalla simbologia dell'Antico Testamento; il rosso è segno di guerra, di strage, di sangue versato; le "sette teste" coronate indicano un potere immenso, mentre  le "dieci corna"  rievocano  la  forza  impressionante  della  bestia  descritta dal profeta Daniele (cfr. 7,7), anch'essa immagine del potere prevaricatore che  imperversa  nella  storia.  (Ved. QUI e QUI; ndr).

2. Bene e male, dunque, si fronteggiano. Maria, suo Figlio e la Chiesa rappresentano l'apparente debolezza e piccolezza dell'amore, della verità, della giustizia. Contro di loro si scatena la mostruosa energia devastatrice della violenza, della menzogna, dell'ingiustizia. Ma il canto che suggella il brano ci ricorda che il verdetto definitivo è affidato a "la salvezza, la forza, il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo" (Ap. 12,10).

Certo, nel tempo della storia la Chiesa può essere costretta a rifugiarsi nel deserto, come l'antico Israele in marcia verso la terra promessa. Il deserto, tra l'altro, è il riparo tradizionale dei perseguitati, è l'ambito segreto e sereno dove è offerta la protezione divina (cfr. Gn. 21,14-19; 1Re 19,4-7).


Peter Paul Rubens (1577-1640)

In questo rifugio la donna rimane, però, come sottolinea l'Apocalisse (cfr. 12,6-14), solo per un periodo limitato. Il tempo dell'angustia, della persecuzione, della prova non è, dunque, indefinito: alla fine verrà la liberazione e sarà l'ora della gloria.

Contemplando questo mistero in prospettiva mariana, possiamo affermare che "Maria, accanto al suo Figlio, è l'icona più perfetta della libertà e della liberazione dell'umanità e del cosmo. È a Lei che la Chiesa, di cui Ella è madre e modello, deve guardare per comprendere il senso della propria missione nella sua pienezza." (Congregazione per la Dottrina della Fede, Libertatis conscientia, 22-3-1986, n. 97; cfr. Redemptoris Mater, 37).

3. Fissiamo, allora, il nostro sguardo su Maria, icona della Chiesa pellegrina nel deserto della storia, ma protesa alla meta gloriosa della Gerusalemme celeste dove risplenderà come Sposa dell'Agnello, Cristo Signore. Come la celebra la Chiesa d'Oriente, la Madre di Dio è l'Odighìtria, Colei che "indica la via", cioè Cristo, unico mediatore per incontrare in pienezza il Padre. Un poeta francese vede in lei "la creatura nel suo primo onore e nel suo sboccio finale, com'è uscita da Dio nel mattino del suo splendore originale" (P. Claudel, La Vierge à midi, ed. Pléiade, p. 540).

Nella sua Immacolata Concezione Maria è il modello perfetto della creatura umana che colmata fin dall'inizio da quella grazia divina che sostiene e trasfigura la creatura (cfr. Lc. 1,28), sceglie sempre, nella sua libertà, la via di Dio. 

Nella sua gloriosa Assunzione al cielo (ved. QUI; ndr) Maria è, invece, l'immagine della creatura chiamata da Cristo risorto a raggiungere, al termine della storia, la pienezza della comunione con Dio nella risurrezione per un'eternità beata. Per la Chiesa che spesso sente il peso della storia e l'assedio del male, la Madre di Cristo è l'emblema luminoso dell'umanità redenta e avvolta dalla grazia che salva.

4. La meta ultima della vicenda umana si avrà quando "Dio sarà tutto in tutti" (1Cor. 15,28) e ‒ come annunzia l'Apocalisse ‒ il "mare non ci sarà più" (21,1), cioè il segno del caos distruttore e del male sarà finalmente eliminato. Allora la Chiesa si presenterà a Cristo come "la Sposa adorna per il suo Sposo" (Ap. 21,2). Sarà quello il momento dell'intimità e dell'amore senza incrinature. Ma già ora, proprio guardando alla Vergine Assunta in cielo, la Chiesa pregusta la gioia che le sarà data in pienezza alla fine dei tempi.

Nel pellegrinaggio lungo la storia, Maria accompagna la Chiesa come "modello della comunione ecclesiale nella fede, nella carità e nell'unione con Cristo. Eternamente presente nel mistero di Cristo, Ella è, in mezzo agli apostoli, nel cuore stesso della Chiesa nascente e della Chiesa di tutti i tempi.


Dettaglio del libro di Marco Tosatti: "Fatima e il Segreto non svelato"

Infatti, la Chiesa fu congregata nella parte alta del cenacolo con Maria, che era la madre di Gesù e con i fratelli* di Lui. Non si può, dunque, parlare di Chiesa se non vi è presente Maria, la madre del Signore, con i fratelli di lui" (Congregazione per la Dottrina della Fede, Communionis notio, 28-5-1992, n. 19; cfr Cromazio di Aquileia, Sermo 30,1).

* (Da intendersi in senso lato, perché il termine "fratelli", in greco "adelphos", vuol dire: parente, cugino, connazionale della stessa religione o tribù, e amico intimo. Quindi la pretesa, erronea e blasfema, di attribuire a Maria altri figli, perciò "fratelli" di Gesù,  è  assolutamente  faziosa; ved. QUI.  Ndr).

5. Cantiamo, allora, il nostro inno di lode a Maria, immagine dell'umanità redenta, segno della Chiesa che vive nella fede e nell'amore, anticipando la pienezza della Gerusalemme celeste. "Il genio poetico di sant'Efrem Siro, definito «la cetra dello Spirito Santo», ha cantato instancabilmente Maria, lasciando un'impronta tuttora viva in tutta la tradizione della Chiesa siriaca" (Redemptoris Mater, 31).

È lui a delineare Maria come icona di bellezza: "Essa è santa nel suo corpo, bella nel suo spirito, pura nei suoi pensieri, sincera nella sua intelligenza, perfetta nei suoi sentimenti, casta, ferma nei suoi propositi, immacolata nel suo cuore, eminente, colma di tutte le virtù" (Inni alla Vergine Maria 1,4; ed. Th. J. Lamy, Hymni de B. Maria, Malines 1886, t. 2, col. 520).

Questa immagine rifulga al centro di ogni comunità ecclesiale quale perfetto riflesso di Cristo e sia come segno elevato tra i popoli, come "città collocata sopra un monte" e "lucerna sopra il lucerniere perché faccia luce a tutti" (cfr. Mt. 5,14-15).

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: w2.vatican.va

Post Scriptum

Video dell'ultimo minuto in cui lo "pseudo-papa" dichiara, mellifluo e accattivante, che "il Vangelo è una dottrina squilibrata" e che "le Beatitudini meritano il premio Nobel dello squilibrio"... Per questo viene persino incredibilmente applaudito!... 

Cosa necessita d'altro per capire chi è IN REALTÀ? Per chi avesse ancora dei dubbi su questo "personaggio", consiglio di leggere l'ampia mia documentazione cliccando alla voce "Bergoglio", iniziando dai segni inequivocabili verificatisi nel giorno della sua "elezione", QUI. (Chi non dovesse visualizzare il filmato sullo smartphone, clicchi QUI).

Guardare e ascoltare per credere!


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