giovedì 29 settembre 2022

San Michele Arc. ponte fra S. Pio e S. Francesco




Sebirblu, 29 settembre 2022

Pochi giorni di differenza legano insieme questi tre Fari di Santità:

San Pio da Pietrelcina che viene celebrato il 23 settembre, l'Arcangelo Michele il 29 e San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia, il 4 ottobre.

C'è un filo invisibile che li congiunge, impreziosendo ancor più, se possibile, un sito già sacro perché toccato e voluto dalla mano di Dio: la Basilica-Santuario dedicata al Principe delle Milizie Celesti.

«La storia di questo luogo è affascinante. Inizia tra il 490 e il 493 d.C. in cui si narra, secondo il "Liber de apparitione sancti Michaelis in monte Gargano", detto anche "Apparitio", l'episodio del toro di un ricco pastore che, tornato all'ovile con il gregge, si rese conto che il suo migliore animale era nuovamente fuggito.

Gargano (dal quale il promontorio prese il nome, ma che dagli scritti pare essersi chiamato Elvio Emmanuele), dopo affannose ricerche, ritrovò il toro all'interno di un'ampia grotta da cui esso non voleva proprio uscire. Preso dall'ira, gli scagliò una freccia che, non solo non colpì il bersaglio, ma prodigiosamente si rivoltò nell'aria come un boomerang e trafisse l'uomo che l'aveva lanciata, ferendolo ad una gamba.


"Gargano e il toro" di Priamo della Quercia - sec. XV - Pinacoteca di Lucca 

In quel momento venne avvolto da un'intensa luce al centro della quale c'era un Angelo che impugnava una scintillante spada.

Riavutosi dallo shock, il pastore decise di recarsi da Lorenzo Maiorano, vescovo di Siponto (antichissimo porto romano a due passi da Manfredonia) che, dopo averlo ascoltato, e ritenendolo vittima di un inganno diabolico (perché nell'antro venivano compiuti riti pagani) decretò per tutta la comunità tre giorni di digiuno e preghiere, non dando alcun peso all'episodio.

Prima Apparizione detta "del Toro"

Al termine di tale penitenza però, l'8 maggio 490, l'Arcangelo Michele apparve in visione notturna al presule dicendogli:

"Hai fatto bene a chiedere a Dio ciò che era nascosto agli uomini. Un prodigio ha colpito l'uomo con la sua stessa freccia, affinché fosse chiaro che tutto ciò avviene per mia volontà. Io sono l'Arcangelo Michele e sto sempre alla Presenza di Dio.

La caverna è a me sacra. E poiché ho deciso di proteggere sulla Terra questo luogo e i suoi abitanti, ho voluto attestare in tal modo di esserne il patrono e il custode per tutto ciò che vi avviene.

Là dove si spalanca la roccia possono essere perdonati i peccati agli uomini. Quel che sarà chiesto qui nella preghiera verrà esaudito. Non vi sarà più spargimento di sangue di animali. Va' perciò sulla montagna e dedica la grotta al culto cristiano".


Interno della grotta sacra del Gargano

Seconda Apparizione detta "della Vittoria"

Due anni dopo, nel 492, la città di Siponto fu assediata dagli Eruli comandati da Odoacre, ed era prostrata e ormai costretta alla resa. Il vescovo Lorenzo Maiorano mandò i suoi ambasciatori dal capo dei barbari che concesse tre giorni di tregua, giorni che la popolazione sipontina impiegò in penitenze e suppliche a San Michele.

L'Arcangelo, nel suo immenso splendore, apparve ancora al prelato durante il sonno, dicendo che le preghiere erano state esaudite e che veniva in aiuto a Siponto dando disposizioni per la battaglia all'ora quarta (Liber). Promise di intervenire qualora la città non si fosse arresa.

Suggerì quindi il contrattacco, che avvenne per volere dello stesso Condottiero Celeste nella mattinata del 19 settembre, in cui contribuì alla vittoria scatenando una terribile tempesta di grandine e sabbia così da mettere in fuga l'esercito barbarico.

Siponto era salva. Allora il vescovo, in segno di ringraziamento, salì in processione con il suo popolo alla grotta, ma non osò mettervi piede.


Cesare Nebbia (1536-1614) - Immagine di David Castor 

Terza Apparizione detta "della Dedicazione"

Nel 493 monsignor Maiorano decise di obbedire al Celeste Protettore e di dedicare al culto la spelonca in segno di riconoscenza, confortato anche dal parere positivo espresso da papa Gelasio I.

Ma nottetempo l'Angelo del Signore gli apparve per la terza volta e gli disse: "Non è compito vostro sacralizzare la Basilica da me costruita. Io l'ho fondata e l'ho anche consacrata. Ma voi entrate e frequentate pure questo luogo, posto sotto la mia protezione". (Sempre da "Liber" o "Apparitio").

«Quando il vescovo Lorenzo con altri sette presuli e i fedeli entrarono nella grotta, dice il mito, scorsero un segno soprannaturale lasciato da San Michele: l'orma di un suo piede, molto piccola, tanto da sembrare quella di un bambino, ma anche un altare coperto da un drappo rosso, con una croce di cristallo sopra. Era un miracolo!

Sorpreso, ma giubilante di poter dare al popolo una prova tangibile, Maiorano fece poi costruire una chiesa davanti alla cavità che dedicò a San Michele Arcangelo il 29 settembre 493.

In seguito, il luogo prese il nome di "Basilica Celeste" perché non consacrata dagli uomini. Con questo gesto, si intese sancire la vittoria del Cristianesimo sui culti pagani e sulle ultime resistenze eretiche...»


Interno della grotta di Monte Sant'Angelo - Trono vescovile

Trascorsero ben 723 anni prima che il promontorio del Gargano fosse di nuovo illuminato da un'altra Luce meravigliosa ad attestarne la sacralità. Successe questo, infatti, in occasione del pellegrinaggio che San Francesco vi fece, prima di recarsi in Terra Santa.

Il Poverello d'Assisi era molto devoto a San Michele tanto che ogni 15 agosto, festa dell'Assunta, iniziava una speciale "quaresima" di digiuno e preghiera per prepararsi alla ricorrenza del 29 settembre.

Accadde proprio durante uno di questi periodi penitenziali che sulla Verna egli ricevette le stigmate da un Serafino alato il quale, secondo diversi commentatori francescani, era proprio San Michele.

Fu nel 1216 che egli visitò la grotta, consacrata direttamente dalla mano del grande Condottiero angelico.

Quando entrò nel Santuario scavato nella roccia, non si sentì degno di accedervi e si fermò in raccoglimento presso l'entrata baciando ripetutamente il suolo ed incidendo su  una  pietra  il  segno  del  Tau (ossia  la  lettera "T", emblema  della  Croce  simbolo di redenzione e salvezza, ma anche di protezione ‒ come può esserlo... un "Tetto") particolarmente amato dai francescani, ed oggi ancora venerato come reliquia.

Nel 1276, a ricordo del passaggio del Santo fraticello, vicino all'ingresso della caverna sacra fu poi eretto un altare in omaggio a questo gigante dello Spirito.

Nel frattempo, passarono 1163 anni da quel lontano 493 in cui per la prima volta apparve il Principe degli Angeli, e in tutto il meridione imperversava una terribile pestilenza.

L'arcivescovo del posto, Alfonso Puccinelli, disperato, rivolse una preghiera accorata a San Michele  a pro della comunità colpita, e il 22 settembre 1656, presso la stanza vescovile dove si trovava assorto, avvenne la quarta apparizione.

L'Arcangelo, in uno splendore indescrivibile lo invitò a benedire i sassi della grotta e ad incidere su di essi il Segno della Croce e le lettere M.A. (Michele Arcangelo). Chiunque avesse devotamente tenuto con sé quelle pietre sarebbe stato preservato o guarito dall'epidemia.


Pietre benedette da S. Michele Arcangelo per la peste del 1656

L'arcivescovo compì quello che gli era stato detto. Ben presto non solo la città fu liberata dalla peste, ma venivano risanati anche coloro che richiedevano tali pietre, ovunque si trovassero.

Come ringraziamento, il presule fece erigere una statua a San Michele proprio di fronte al luogo dove gli apparve, apponendo una scritta in latino a ricordo del grande miracolo di guarigione ricevuto da tutta la cittadinanza, perennemente grata.

Ritornando a quanto detto sopra, anche Padre Pio ricevette le stigmate come San Francesco ed è interessante notare che sul crocifisso davanti al quale egli fu "trafitto", il 20 settembre 1918, è raffigurato San Michele sulla volta.

Un'altra curiosa circostanza che lega San Francesco al suo degnissimo "figlio" è che ogni 17 settembre, solo per il calendario liturgico cattolico (rimanendo sconosciuta la data vera), viene celebrata la memoria delle stigmate che egli ricevette alla Verna: proprio tre giorni prima, di quelle ricevute effettivamente da Padre Pio.

Tra i due stigmatizzati v'è la differenza che il primo ne fu investito quasi al termine della sua vita (ed oltre ai fori su mani e piedi gli crebbero delle escrescenze che simulavano le capocchie dei chiodi di Nostro Signore da una parte, e dall'altra le punte ricurve e ribattute degli stessi), mentre il secondo, ne fece l'esperienza dolorosa a 31 anni d'età e le avrebbe portate per 50, ossia fino al 1968 quando trapassò.

«Nell'ambiente francescano vi è stata sempre una grande devozione a San Michele Arcangelo, e a maggior ragione a san Giovanni Rotondo che dista dal Santuario del Gargano appena 25 km.


Veduta di Monte Sant'Angelo sul Gargano

Un blocco di pietra, ricavato dalla roccia della grotta di Monte Sant'Angelo fa parte della chiesa del convento dei Frati Minori e Padre Pio volle che si erigesse un mosaico dedicato a San Michele (opera dello svizzero Aurelio Gozzato) sulla torretta della Casa Sollievo della Sofferenza.

Egli andò soltanto una volta in pellegrinaggio alla sacra Basilica, e dedicò a questo avvenimento un fugace accenno nel suo Epistolario.

In una lettera ad Assunta di Tomaso, del 2 luglio 1917, Padre Pio si scusava con la stessa di non poter rispondere alle sue numerose domande scrivendo:

"Lo farò appena potrò e quando mi sarò rinfrancato dello strapazzo preso per la gita fatta ieri a Monte Sant'Angelo per visitare San Michele" (Epistola 3, 419).

Lo storico Gherardo Leone ha ricostruito nei dettagli questa visita, rivelando una passione senza limiti del Frate Santo verso l'Arcangelo.

Scrive Gherardo Leone: "Padre Pio fece il viaggio il 1° luglio 1917 su un carretto scoperto, come si usava a quel tempo, assieme a quattordici fratini del Collegio di San Giovanni Rotondo. Quel giorno faceva molto freddo. Padre Pio ne soffrì molto dal punto di visita fisico, anche perché era partito nel cuore della notte.

Entrando nel Santuario all'interno della grotta, prese un raffreddore per l'umidità molto intensa. Prima della celebrazione della Messa si raccolse in preghiera per tre quarti d'ora, poi iniziò il rito religioso davanti all'altare dell'Arcangelo.

Nell'offrire il Sacrificio nel luogo consacrato si commosse profondamente. Dopo la celebrazione, si trattenne per altri tre quarti d'ora. Era pallidissimo e tremava per il freddo: erano tre ore che stava in quella caverna umidissima e gelida.

Ad un certo punto due fedeli presenti, vedendolo in quello stato, lo sollecitarono ad andare in una casa vicina, per consumare una colazione calda.

Nella Basilica di San Michele – scrive Gherardo Leone – in quel momento di grande intensità spirituale, nella penombra della grotta arcangelica, Padre Pio prese piena coscienza della sua missione religiosa ed ebbe anche il presentimento di quanto il Signore gli stesse riservando".




Lo  scrittore  Giovanni Siena  afferma che: "Il ruolo  di  San  Michele  Arcangelo  nella vita e nell'Opera di Padre Pio, diventò evidente un anno dopo quel significativo pellegrinaggio di Monte Sant'Angelo. Il 1918 fu per Padre Pio un anno pieno di eventi straordinari.

Egli, infatti, fu protagonista di tre sconvolgenti fenomeni mistici che gli costarono anche grandi patimenti fisici:

La "transverberazione" ovvero la straziante lacerazione delle parti più profonde dell'anima per opera di un misterioso dardo di fuoco.

La "stigmatizzazione" ossia la comparsa sul suo corpo delle stesse ferite riportate dal Cristo sulla croce.

La "transfissione" cioè lo squarcio del cuore e del costato operato da una lancia.

Queste tre prove furono precedute dall'apparizione di quello che Padre Pio definiva un "misterioso personaggio". Chi era?


Danny Hahlbohm 

Il Frate non ha mai rivelato questo segreto. Ma alcuni studiosi di fenomeni mistici e storia della spiritualità sono convinti che si trattasse proprio di San Michele, l'Angelo inviato da Dio a coloro che devono realizzare una missione difficile.»

«Viene da chiedersi: perché, nonostante la vicinanza al Santuario, non vi ritornò più? Il salesiano don Giuseppe Tomaselli, famoso sacerdote esorcista ed apostolo di Messina, che ebbe numerosi contatti con Padre Pio, raccontò un fatto interessante a questo proposito:

"Un gruppo di persone di Tortoreto Lido, in provincia di Teramo, avendo sentito parlare di Padre Pio decise di recarsi da lui per conoscerlo. In treno, i pellegrini incontrarono un prelato che chiese loro dove fossero diretti: "Andiamo a San Giovanni Rotondo, rispose uno, pare che lì ci sia un frate che faccia miracoli".

"Ma chi è questo frate?" ‒ fu la domanda. ‒ "Andate piuttosto al Santuario di Monte Sant'Angelo. Lì c'è veramente uno che fa miracoli, San Michele Arcangelo".

Una volta scesi dal treno, questi devoti disorientati rimasero in dubbio se andare a San Giovanni o a Monte Sant'Angelo. Alla fine prevalse il proposito di recarsi da Padre Pio. Il Frate li ricevette e durante il colloquio iniziò a comportarsi in maniera strana: apriva e chiudeva un cassetto, senza un motivo valido.

Quel cassetto era vuoto, si vedeva benissimo. Al termine della visita, prima di salutare gli ospiti, Padre Pio estrasse da tale cassetto diverse immagini raffiguranti l'Arcangelo del Gargano e li consegnò ad ognuno dei fedeli.

La sorpresa fu grande quando il Frate, dopo aver distribuito i santini, se ne uscì con questa frase: "Così potrete dire di essere stati al Santuario di San Michele". Tutti si convinsero – conclude don Tomaselli – che nello stesso momento in cui parlava con loro vi si fosse recato in bilocazione.»


Dettaglio tratto da uno dei suoi libri "Diario spirituale segreto"- Ed. Segno 

Non c'è da meravigliarsi se questi due potentissimi santi frati, Francesco d'Assisi e Padre Pio, al secolo anch'egli di nome Francesco, siano accomunati da un grande ardore per San Michele Arcangelo viste le persecuzioni e i continui tormenti che entrambi ha loro inflitto il Demonio.

Di tutta l'ampia letteratura esistente, mi limito a riportare, per ovvi motivi, soltanto un piccolo aneddoto riguardante il Padre cappuccino:

"Fu una lotta senza esclusione di colpi, cominciata sin dai primi giorni di vita quella del piccolo Francesco Forgione, secondo quanto testimoniato da un'anima eletta che ebbe una strabiliante visione durante un pellegrinaggio alla Grotta di San Michele a Monte Sant'Angelo.

A Padre Mariano Paladino, che fu uno degli infermieri di Padre Pio, quella persona raccontò di aver visto il piccolo Francesco adagiato in una culla e protetto dalle ali dell'Arcangelo.

Pensando che potesse essersi trattato di un'allucinazione, Padre Mariano raccontò l'episodio al Santo cappuccino e ne ricevette immediatamente una risposta netta: «Guai a me se non ci fosse stato San Michele: a quest'ora avreste visto Padre Pio sotto i piedi di Lucifero»."

Per quanto riguarda invece il mirabile Poverello: "Nelle fonti francescane viene evidenziata l'azione del Santo contro Lucifero, ritraendolo uomo forte e lottatore straordinario sia a difesa della propria persona quanto a quella degli altri.

È rimasto celebre il racconto ambientato nel palazzo del cardinale Leone a Roma, ove S. Francesco era ospite e fu attaccato violentemente dal demonio fino ad essere quasi mezzo morto. Gli attacchi non erano soltanto a livello morale o spirituale, ma erano diretti anche contro il corpo, in modo da tormentarlo fisicamente e farlo molto soffrire.

Ma egli, munito di fede, si faceva tanto più forte e fervente nella preghiera quanto più violento era l'assalto dei nemici. I demòni non sono altro che strumenti nelle mani di Dio per la purificazione dell'anima.

Le battaglie sembrano aumentare man mano che cresce la sua perfezione, diventano più acute e tormentose ma S. Francesco era consapevole che alla fine la vittoria è di colui che resta fedele a Cristo, non a Satana.

Per questo motivo egli si è sempre rimesso alla volontà di Dio con grande umiltà, sconfiggendo l'arroganza dei demòni, consapevole che possono esercitare il loro potere unicamente nella misura in cui la mano di Dio lo concede; essi non sopportano una simile forza d'animo e si ritirano sconfitti."


"Francesco assalito dai demòni" di Domenico Manfredi - ved. QUI

Concludendo, non può mancare quello che papa Leone XIII disse dopo la visione avuta il 13 ottobre 1884 (ved. QUI e QUI):

«Ho visto la terra avvolta dalle tenebre, e da un abisso uscire legioni di demòni che si spargevano per il mondo al fine di distruggere ed attaccare le opere della Chiesa che era ridotta allo stremo.

Allora apparve S. Michele che ricacciò gli spiriti malvagi nell'abisso. Poi l'ho scorto intervenire ancora, non in quel momento ma molto più tardi, quando le persone avessero moltiplicato le loro ferventi preghiere verso l'Arcangelo».

Nella relazione originale del famoso esorcismo di Leone XIII si leggeva:«Ecco la Chiesa, Sposa dell'Agnello Immacolato, satura di amarezza e abbeverata di veleno da nemici molto astuti; essi hanno posato le loro empie mani su tutto ciò che esiste di più sacro.

Laddove fu istituita la sede del beato Pietro e la cattedra della Verità, là hanno posto il trono della loro abominazione nell'empietà; in modo che colpito il pastore, il gregge possa essere disperso».

(È quanto sta accadendo oggi; ved. QUI , QUI, QUI, QUI e soprattutto QUI; ndr). 

La preghiera a S. Michele Arcangelo venne incorporata al termine della Messa, ma fu poi abilmente fatta sparire dopo il Concilio Vaticano II (ved. QUI). 

Questo fu motivo di grande dispiacere per Padre Pio che ripeteva spesso: "Oggi più che mai, in quest'epoca apocalittica, è necessario combattere sotto il vessillo di San Michele Arcangelo".

Ecco la supplica, nella sua versione ridotta:

«San Michele Arcangelo, soccorrici nella lotta;
sii il nostro presidio contro la cattiveria e le insidie del demonio.
Noi ti chiediamo supplici che Dio comandi su di lui;
e Tu, Principe della milizia celeste, per Virtù divina
ricaccia nell'inferno Satana e gli altri spiriti maligni
che vagano nel mondo per la rovina delle anime.»
Amen.

Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Spunti e piccoli brani tratti da:


lunedì 26 settembre 2022

Grave Monito Extraterrestre per una Guerra Atomica


"Aspettando la Fine" by Keyem

Sebirblu, 26 settembre 2022

A distanza di qualche anno, ripropongo questo articolo per l'estrema pericolosità in cui si trova ora il mondo, minacciato da una Terza Guerra Mondiale (cfr. QUI, QUI, QUI e QUI).

Contiene due significativi messaggi extraterrestri ricevuti dal famoso "contattista" Eugenio Siragusa, oggi attualissimi, che ci ammoniscono su un eventuale conflitto atomico.

A mio avviso però, è necessaria prima una breve carrellata storica sui fatti che nel tempo si sono succeduti insidiando gravemente la Terra ed il genere umano.

Il nostro pianeta è arrivato molte volte sull'orlo di una guerra nucleare e se questo non è accaduto si deve esclusivamente all'azione diretta delle civiltà extraterrestri che vigilano di continuo sulle scelte operative della nostra civiltà.

Essi, infatti, come dai filmati qui di seguito, sono in grado di neutralizzare all'istante qualsiasi arma atomica mettendola fuori uso, come riferito da molti ed autorevoli testimoni.






Ma torniamo alla nostra panoramica per capirne di più:

"Il 25 giugno 1950 truppe nord coreane superarono il 38° parallelo ed invasero la Corea del Sud.

Il 27 giugno, il Consiglio di Sicurezza dell'ONU approvò una risoluzione che intimava alla Corea del Nord di ritirare le sue forze dietro il fatidico 38° parallelo.

Nello  stesso  giorno Truman,  il Presidente americano,  ordinò  un'azione  immediata per difendere la Corea del Sud.

Gli extraterrestri già avevano iniziato un massiccio intervento sul nostro pianeta, in particolare nei centri atomici e nelle basi militari americane e successivamente sulla Corea, tanto che il Generale Mac Arthur si trovò nella impossibilità di utilizzare i bombardieri  atomici.




Il console Alberto Perego testimoniò così l'accaduto:

«Durante le prime fasi della guerra i dischi volanti, spesso immobili nel cielo e sempre assolutamente silenziosi, furono visti osservare le operazioni terrestri sui campi di battaglia.

Aviatori americani che volavano con i loro caccia alla velocità di mille chilometri orari se li videro spesso sfrecciare accanto a velocità tripla.

Tutti compresero che questi apparecchi non erano russi e naturalmente non erano neppure americani! Non vi era scelta: non potevano essere che extraterrestri!

Il Generale fu il primo a rendersene conto e a comprendere che i suoi bombardieri non avrebbero potuto trasportare bombe atomiche senza essere da loro intercettati. Escludendo le armi nucleari, la guerra in Corea sarebbe divenuta insostenibile per le forze delle Nazioni Unite.

Parallelamente all'attività operativa in Corea, si apprese che i dischi continuavano a sorvolare gli stabilimenti e i depositi atomici negli Stati Uniti. Dopo pochi mesi la controffensiva nord coreana, sostenuta da truppe cinesi, nel novembre 1950 fece precipitare la situazione.

Una ritirata gravissima condusse le forze delle Nazioni Unite a concentrarsi nella difesa di Fusan, ultima base all'estrema punta meridionale della penisola coreana (dicembre 1950).

Allora Mac Arthur parlò chiaro. Propose la pace motivandola con la presenza dei dischi volanti. Al Pentagono, ove l'Alto Ufficiale era detestato, lo si ritenne pazzo, rimbecillito, finito.

Dall'altra parte il Presidente Truman temeva che lo stesso, negoziando la pace, acquistasse molta popolarità negli Stati Uniti e che si presentasse alle elezioni presidenziali del 1952 dicendo tutto ciò di cui era a conoscenza.

Per questo Truman destituì Mac Arthur nell'aprile del '51 per obbligarlo a ritrattare e a costringerlo ad azzittirsi. Il Generale tornò negli Stati Uniti con propositi di contrattacco, ma fu circuito dagli ambienti politici e finanziari dominanti che lo obbligarono a tacere.

Troppo vecchio per la Presidenza, gli fu preferita la candidatura di Eisenhower. Mac Arthur dirà chiaramente tutto nel 1953».


Il Presidente Truman e il Generale Mac Arthur 

Nel marzo 1954 avvenne un'altra gravissima crisi in Indocina. Le truppe vietnamite comandate dal Generale Giap attaccarono, in aprile, la base militare francese nell'occidente  del  Vietnam  del  Nord,  Dien Bien Fu.

Per quell'assedio, gli Stati Uniti giunsero nuovamente alla risoluzione di attaccare con armi nucleari al fine di salvare i francesi e gli specialisti americani. L'URSS rispose alla stessa maniera.

A quel punto, la Francia e l'Inghilterra non appoggiarono gli Stati Uniti che si trovarono soli in una simile decisione ormai inevitabile. Fu proprio allora che si verificò un evento impressionante in una base aerea della California meridionale.

Nell'area militare scesero ben cinque astronavi, i cui piloti incontrarono il Presidente americano di quel tempo: Dwight Eisenhower.

Ufficialmente informarono che la civiltà extraterrestre aveva iniziato un programma operativo rivolto all'intera Umanità al fine di renderla cosciente della loro realtà e presenza sul pianeta Terra.

Il motivo principale dell'incontro però era quello di ammonire molto seriamente a non usare per nessun motivo le armi nucleari e a cercare di risolvere definitivamente la crisi indocinese.

La storia ci ricorda che il 26 aprile 1954 venne aperta la Conferenza di Ginevra dove parteciparono gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, l'URSS, la Francia e la Cina Popolare.

Il 7 maggio ci fu la caduta definitiva di Dien Bien Fu dopo un assedio durato ben 55 giorni e il 20 Luglio a Ginevra si firmarono gli accordi in cui si stabilì che il Vietnam sarebbe stato diviso in due stati. Il 27 luglio del 1954 cessarono completamente i combattimenti in Indocina.

Ci furono altre occasioni per una probabile guerra atomica fino al termine della caduta dell'impero sovietico e credo che il caso più drammatico sicuramente sia stato quello sviluppatosi nel 1962 con la crisi di Cuba.

In tale occasione è da ricordare che furono proprio gli extraterrestri a suggerire, tra le altre cose, al Presidente degli Stati Uniti J.F. Kennedy e a quello sovietico Nikita Kruscev di installare il famoso "telefono rosso" per evitare che una probabile guerra atomica scoppiasse per un banale errore.

Sì, perché essi ci hanno avvertito di continuo dei vari pericoli e delle scelte sbagliate da noi compiute.




Ecco cosa ci hanno fatto sapere:

"State lentamente, ma inesorabilmente, precipitando in una morsa soffocatrice, senza speranza di riprendere un qualche sospiro di sollievo. Il progresso della vostra assurda scienza produttiva in tutti i campi è irresponsabile, caotico, deleterio e distruttivo.

Il vostro ipertrofico desiderio di produrre vi acceca sino al punto di non vedere il carico enormemente negativo che gravita sulla vostra sopravvivenza e sul processo armonico dei reali valori strutturali della natura, in relazione alla vita e al suo saggio e positivo progresso evolutivo.

Il modo incosciente di produrre i mezzi necessari alle vostre normali necessità è inconcepibilmente insensato, perché edificate senza possedere il discernimento necessario  di  "causa-effetto".

Conoscete benissimo le conseguenze nocive che producono certe vostre macchine, ma le costruite senza minimamente preoccuparvi di ciò che questi effetti determinano sul piano dell'economia creativa. Non vi sforzate per nulla di impegnarvi per modificare il movimento negativo in positivo.

Pronunciate solo discorsi, fate progetti e nell'impegno ponete solo il dito mignolo o addirittura nemmeno quello, perché l'equilibrio dell'oro e del denaro o dell'orgoglio tecnologico devono prevalere, anche se ciò costa la vita all'Umanità, al vostro pianeta, e compromette tutta la vostra storia.

Insensati!  Stolti orgogliosi!  Incoscienti!

Vi lamentate di noi che non vi forniamo gli strumenti necessari a superare la situazione in cui vi trovate. Ma cosa fate per dimostrarci che un eventuale dono della nostra Conoscenza superiore non diventi per voi oggetto di maggiore distruzione?

Quanti sono i giusti sulla Terra? A chi dovremmo affidare le perle del nostro sapere cosmogonico? Avete nelle vostre mani una potente energia che avreste potuto sfruttare positivamente e con effetti evolutivi sorprendenti, invece ne avete fatto un arsenale di devastazione e di morte! (Cfr. QUI; ndr).


Sistema HAARP

Non solo non siete giusti, ma non siete neanche buoni! Ecco perché ci limitiamo, per il momento, a preparare i "buoni" per essere un giorno "giusti" ed ereditare quanto è nella nostra immensa consapevolezza cosmica.

Il nostro scibile superiore scaturisce da formule matematiche esatte con direzioni di sviluppo assolutamente positive. L'indirizzo negativo per la nostra scienza e per la nostra coscienza non deve mai esistere, anche se sappiamo che è sviluppabile.

Sul vostro pianeta, uno dei tanti vostri scienziati probi e retti, di nome Ettore Majorana, lottò sino alla completa rinuncia del proprio orgoglio di studioso per impedire ad un suo amico e collega, Enrico Fermi, di inoltrarsi in un sentiero errato e disastroso della fisica nucleare.

Egli oggi è con noi, così come sono con noi altri numerosi ingegni misteriosamente scomparsi, per aver accettato la nostra offerta di essere istruiti sui piani della scienza cosmica e per diventare, un giorno non lontano, i dirigenti saggi, giusti e morigerati di coloro che saranno gli antesignani del Regno di Dio in terra.

La coscienza ottenebrata di molti non ha mai gradito l'incarnazione dell'Amore Universale, né ha mai tollerato i messaggi di Giustizia e di Pace.

Questi Geni del supremo Bene hanno dato e danno fastidio agli empi e ai fautori del male e dell'egoismo: quando non li hanno potuti far tacere, li hanno barbaramente uccisi. Non avete fatto così con Gesù Cristo?

Noi oggi sappiamo che farete di peggio, perché siete diventati sempre più empi, sempre più vuoti di quei valori spirituali, morali e sociali che avreste dovuto riempire col divino messaggio del Vangelo. Siete miseramente caduti nella notte dei vostri giorni!

Noi facciamo di tutto per far luce nel buio che è in voi e in ciò che edificate, ma la "bestia" che è in voi prevale e dice: no! no! "Non Cristo! Barabba!" Il male al Bene, l'odio all'Amore, la guerra alla Pace, la morte alla Vita!

Tali sono le vostre scelte! Ed ecco perché vi affermiamo che la vostra tragica situazione è in un vicolo cieco ed i valori negativi della vostra scienza sempre più esposti al gravissimo errore della irreversibilità."

Adoniesis




E ancora hanno ribadito:

"Siamo pronti all'intervento nel caso venissero messi in atto i disegni di alcune forze oscure con armamenti nucleari. I nostri mezzi sono già in piena efficienza per attuare quanto un tempo, nello stesso modo, abbiamo preannunciato...

Siano pienamente consapevoli coloro i quali, per loro disavventura, dovessero assumersi la gravosa ed ingiustificabile responsabilità di mettere in pratica i diabolici  piani  aggressivi  con  le  armi  atomiche.

Non permetteremo una guerra nucleare! L'energia psichica sarebbe  la nostra insuperabile arma che saremmo costretti ad usare per annullare, se si rendesse necessario, la velleità distruttrice degli uomini "bestia".

È bene che i generali si consultino con gli uomini di scienza, prima di prendere delle drastiche decisioni. Alcuni studiosi del vostro pianeta conoscono perfettamente le prodigiose capacità dei nostri vascelli e della nostra tecnologia.

Siamo in grado di fermare ogni minima attività delle vostre strutture elettroniche e di ogni mezzo aereo, navale e terrestre mossi da forza motrice, con valori dinamici tratti da qualsiasi fonte.

Possediamo altre maniere ancor più persuasive, di cui preferiamo non mettervi a conoscenza, che varrebbero a fermare ogni criminosa attività mirante alla distruzione  della  specie  sul  vostro  pianeta.

Abbiamo la buonissima intenzione di aiutarvi e di preparare i presupposti ideali atti a concludere trionfalmente la nostra Missione di Amore universale, ma se voi ci ostacolerete, saremo costretti ad usare una metodologia che nel passato valse a rinnovare radicalmente il genere umano.

Noi speriamo che prevalga il buon senso e la buona volontà di accettare questo nostro ulteriore invito; accettazione che agevolerebbe positivamente lo svolgimento dei nostri disegni per la migliore soluzione di tutti quei problemi che ancora vi procurano tanti guai.

State molto attenti! Non prendete decisioni avventate perché sarebbe la triste fine di tutta la vostra generazione e dell'intera vostra storia."

Da un extraterrestre in servizio sulla Terra, tramite Eugenio Siragusa.


Eugenio Siragusa - Contattista - (1919-2006)

Le guerre sul nostro pianeta, purtroppo, continuano ad esserci anche oggi. Nel 2001, ad esempio, ci sono state ben ventisette guerre, compresa quella scatenata dopo  l'attentato  dell'11  Settembre  a  New York.

Se non si cambia modo di vivere con il ritorno cosciente all'accettazione delle Leggi Universali, come chiaramente ha dimostrato Gesù-Cristo, non abbiamo altra scelta e la civiltà extraterrestre sarà la nostra unica speranza di sopravvivenza.

Per fare un altro esempio sul loro intervento, riporto il contenuto del messaggio che nel luglio del 1984 la civiltà extraterrestre ha fatto pervenire ai responsabili delle due superpotenze che all'epoca gestivano il destino dell'Umanità:

Al Presidente dell'Unione Sovietica: Konstantin Tchernenko
Al Presidente degli Stati Uniti di America: Ronald Reagan

da

Woodok, Comandante dell'Astronave Cristal-Bell.
Maclero, Comandante dell'Astronave Olimpia.

"La nostra Missione sul vostro pianeta è pacifica ma non priva di preoccupazione per le tensioni in atto. La vostra sopravvivenza si trova ad un bivio pericoloso, ma viene pure cercato un equilibrio che dobbiamo tutelare con ogni modalità a disposizione.

Il nostro obbiettivo mira principalmente ad evitare, per errore o per volontà delle forze belligeranti, un conflitto nucleare. Non siamo interessati alle vostre normali esperienze evolutive. Sappiamo che dovete crescere, realizzarvi e sperimentare.

La nostra sorveglianza scaturisce dall'impellente necessità di salvaguardare alcuni fondamentali equilibri dinamici che governano il vostro sistema planetario di cui conosciamo la precaria instabilità.

Un conflitto nucleare accelererebbe e stravolgerebbe notevolmente tali equilibri, con la funesta possibilità di trainare una forza anomala inarrestabile, con conseguenze imprevedibili sulle linee di forza che strutturano i valori gravitazionali dei pianeti del sistema solare a cui è legata la Terra.

Conosciamo molto bene il vostro pianeta e conserviamo la completa cronistoria delle sue origini (Cronache dell'Akasha, vedere QUI; ndr). Abbiamo anche una perfetta conoscenza del processo iniziale dei primati della vostra specie. Non è nuovo questo nostro intervento nel tentativo di aiutarvi.




Lo abbiamo fatto nel passato e vorremmo ancora farlo se ce lo consentite. Facciamo parte di una Confederazione planetaria della galassia e possediamo un progresso scientifico ancora inconcepibile per i vostri uomini di scienza. Quello che più ci preme è di raccomandarvi:

A) Non attaccate le nostre navi!

B) Non tolleriamo la violenza gratuita!

C) Possiamo giustificare l'errore, non la perseveranza dello stesso.

Non costringeteci a dimostrare che possediamo mezzi assai convincenti per farvi desistere da ogni idea bellicosa nei nostri riguardi e nei confronti di coloro che sulla vostra Terra ci rappresentano e sono da noi scrupolosamente seguiti e tutelati.

La Giustizia, la Pace, l'Amore e la Fratellanza sono la nostra reale Religione. La nostra venerazione è rivolta, esclusivamente, allo "Spirito Onnicreante" (Spirito Santo come voi lo chiamate). Il Divino è con noi già da tempo.

A voi è stato offerto e l'avete, ancora una volta, rifiutato. Il nostro Tempio è quello che vive nel cuore di tutti gli Esseri viventi in tutte le galassie del Cosmo.

Presto verrà il momento di una nuova opportunità per voi (l'Avvertimento, vedere QUI; ndr) e ci auguriamo che sia la volta buona. Sta a voi accettare o rifiutare.

Per la Confederazione che rappresentiamo, il vostro accoglimento sarebbe un grande  sollievo  e  per  l'Umanità  di  questo  pianeta un'immensa e benefica grazia.

Affidiamo questo discorso al nostro più solerte ed apprezzato emissario (Eugenio Siragusa; ndr) con l'ordine di farlo giungere ai destinatari.

Speriamo tanto in una vostra seria e responsabile riflessione. Pace sulla Terra."

Woodok e Maclero.

Relazione, adattamento e cura: Sebirblu.blogspot.it


venerdì 23 settembre 2022

Florilegio dedicato a Padre Pio, il Frate Santo




Sebirblu, 23 settembre 2022

In ossequio al grande Santo di Pietrelcina, Padre Pio, di cui oggi ricorre il 54° anno del suo passaggio dalla terra al Cielo, ho deciso di riesporre, cari Lettori, un piccolo florilegio di alcune attestazioni concernenti i suoi prodigi. 

(QUI, troverete anche un'intervista di Padre Amorth su Fra' Pio e il demonio, QUI la sua persecuzione, QUI il collegamento con San Michele e San Francesco e QUI la sua profezia sul papato della falsa Chiesa).

E per chi avesse letto su altri siti la storia parziale del sacerdote da Lui miracolato, Jean Derobert, può trovare QUI, l'interessantissima storia completa.


San Pio, al secolo Francesco Forgione 1887 - 1968

Chiaroveggenza ed Introspezione delle anime

La chiaroveggenza è quel particolare carisma che consente di vedere cose remote e di prevedere il futuro o di vedere ed udire a distanza nello spazio e nel tempo senza il concorso dei sensi e delle normali capacità intellettive.

Tale capacità fu sperimentata da Padre Pio, sebbene tale prerogativa in lui, trovava uno sviluppo del tutto particolare. Infatti,  egli  riusciva  perfino a scrutare una persona sino a raggiungere la parti più segrete dell'anima. Rimangono numerose testimonianze dei suoi singolari interventi.

Eccole:

[Verso il tramonto, nel giardino del convento, Padre Pio, che stava amabilmente conversando con alcuni fedeli e figli spirituali, si accorse di non avere con se il fazzoletto. Ecco allora rivolgersi ad uno dei presenti e dirgli: "Per favore, ecco la chiave della mia cella, devo soffiarmi il naso, vai a prendermi il fazzoletto".

L'uomo si recò nella cella ma, oltre al fazzoletto, prese uno dei mezzi guanti del Santo e se lo mise in tasca. Non poté lasciarsi sfuggire l'occasione di entrare in possesso di una reliquia! Ma al ritorno in giardino, quando lo consegnò, si sentì dire da Padre Pio: "Grazie, ma ora ritorna nella cella e rimetti nel cassetto il mezzo guanto che ti sei messo in tasca".]




[Un uomo, nel 1920 si presentò al convento dei cappuccini per parlare con Padre Pio, certamente non era un penitente come tanti altri in cerca di perdono anzi, a tutto pensava tranne che a questo. Appartenente ad una banda di criminali incalliti, quest'uomo era fermamente deciso a sbarazzarsi della moglie per convolare a nuove nozze.

Voleva ucciderla e al tempo stesso procurarsi un alibi indiscutibile. Sapeva che sua moglie era devota di un Frate che viveva in un paesino del Gargano, lì nessuno lo conosceva e avrebbe potuto facilmente mettere  in atto il suo piano omicida. Un giorno quest'uomo convinse con una scusa la consorte a partire. Quando giunsero in Puglia, la invitò a fare visita a quel Personaggio di cui tanto già si parlava.

La alloggiò in una pensione appena fuori paese e si recò da solo al convento per ritirarle la prenotazione della confessione; quando ella poi sarebbe andata dal Frate, lui si sarebbe fatto vedere in paese per costruirsi un alibi. Avrebbe cercato un'osteria e conosciuti degli avventori, li avrebbe invitati a bere e a farsi una partita a carte.

Allontanandosi più tardi con un sotterfugio si sarebbe recato ad uccidere la moglie appena uscita dalla confessione. Tutt'intorno al convento era aperta campagna e nella penombra della sera nessuno si sarebbe accorto di nulla, tanto meno di chi avrebbe sotterrato un cadavere. Poi tornato, avrebbe continuato ad intrattenersi con i compagni di gioco per poi ripartire, da solo, così come era arrivato.

Il piano era perfetto ma non aveva tenuto conto della cosa più importante: mentre lui pianificava l'omicidio, Qualcuno percepiva il suo pensiero. Giunto al convento vide Padre Pio che confessava alcuni paesani; in preda ad un impulso che non riuscì a contenere, ben presto si inginocchiò ai piedi di quel confessionale per gli uomini.




Non ebbe finito nemmeno il segno della croce che dal confessionale uscirono delle urla inconcepibili: "Via! Via! Via! Non sai che è proibito da Dio macchiarsi le mani di sangue con un omicidio? Vattene! Vattene!" - Poi, prendendolo per un braccio, il Cappuccino lo scacciò del tutto. L'uomo era sconvolto, incredulo, sgomento.

Sentitosi scoperto fuggì atterrito verso la campagna, dove, caduto ai piedi di un macigno, con la faccia nel fango, finalmente si accorse degli orrori della sua vita sbagliata. In un attimo rivide tutta la sua esistenza e, fra laceranti tormenti dell'anima, comprese a fondo la sua aberrante cattiveria.

Tormentato nel più profondo del cuore, ritornò in chiesa e domandò a Padre Pio di confessarlo veramente. Il Frate glielo concesse e questa volta, con infinita dolcezza gli parlò come se lo conoscesse da sempre.

Anzi, per aiutarlo a non dimenticare nulla di quell'esistenza sbandata, gli elencò tutto il passato, momento per momento, crimine dopo crimine, con la massima dovizia di particolari. Arrivò anche all'ultimo progetto infamante e premeditato, quello di uccidere sua moglie.

L'uomo si sentì raccontare l'uxoricidio che solo lui aveva partorito nella sua mente e che nessun altro, all'infuori della sua coscienza, conosceva. Esausto ma finalmente libero, si gettò ai piedi del Frate e chiese umilmente perdono. Ma non fu finita.

Mentre si stava accomiatando, una volta terminata la confessione, l'uomo fece l'atto di alzarsi, ma Padre Pio lo richiamò a sé e gli disse: "Tu hai desiderato avere dei figli, non è vero?" - Caspita, questo Frate conosce pure questo! - "Ebbene non offendere più Dio ed un figlio ti nascerà!"

Quell'uomo tornò da Padre Pio esattamente lo stesso giorno di un anno dopo, totalmente convertito e padre di un figlio nato da quella stessa moglie che lui avrebbe voluto uccidere.]


Casa di Padre Pio a Pietrelcina

[Una signora ha raccontato: "Volli partecipare anch'io ad un viaggio organizzato per San Giovanni Rotondo allo scopo di conoscere ed avvicinare Padre Pio. Era l'anno 1961. Nel pullman, a voce alta, un signore ad un tratto disse: "Mia moglie ha voluto che l'accompagnassi da questo «impostore»". Il riferimento al caro Padre era evidente.

Ebbi una stretta al cuore per quell'insulto. Quando fummo a San Giovanni Rotondo, ci recammo subito in chiesa per partecipare alla Santa Messa. Al termine Padre Pio passò tra i pellegrini. Giunto vicino a noi, si fermò proprio di fronte a quel signore che nel pullman aveva detto male di lui e disse: "Venga qui, lei. Venga da questo impostore".

L'uomo impallidì, si inginocchiò e, balbettando, riuscì a dire soltanto: "Perdonatemi, Padre! Perdonatemi!", Padre Pio allora gli mise una mano sulla testa e, benedicendolo, aggiunse: "Alzati, ti perdono". Quel signore si convertì all'istante, tra l'ammirazione e la commozione di tutti."]


Casa di Padre Pio a Pietrelcina 
(ove si scorge una curiosa e dolce figura femminile con il capo velato sfiorante il soffitto, forse Maria?) 

Ierognosìa (dal greco "hieròs" = sacro, sacerdotale,  e "gnôsis" = conoscenza)

Padre Pio era in grado di riconoscere se un uomo fosse un sacerdote e se determinati oggetti fossero benedetti. I fenomeni di ierognosìa rientravano fra i tanti carismi di cui era dotato il Santo.

[Un giorno un signore vestito in "principe di Galles" e tanto di cravatta al collo se ne stava in sacrestia con gli altri uomini in attesa dell'arrivo del Frate. Era proprio in prima fila quando Padre Pio, scortolo, gli disse: "Reverendo, siete venuto «travestito» ma non dovete vergognarvi di venirmi a trovare, la prossima volta tornate vestito da prete."]

[Padre Pio "sentiva" se un'acqua era da benedire o se era già benedetta. E se qualcuno gli presentava una bottiglia con dentro acqua di Lourdes, lui, senza fare domande, la portava alle labbra e la baciava.]

[Il tranviere romano Bruno Cornacchiola al quale apparve la Madonna in una grotta alle Tre Fontane di Roma (la Vergine della Rivelazione, ved. QUI) un giorno si recò a trovare Padre Pio. Ecco il suo racconto:

"Quando fui al suo cospetto - non c'eravamo mai incontrati - gli porsi una bustina senza dirgli che cosa contenesse.  Padre Pio la prese,  la strinse al petto  con trasporto e non me la restituì. La bustina conteneva un pochino di terra della grotta delle Tre Fontane".] Cfr. anche QUI; ndr.


Bruno Cornacchiola

Bilocazione

Questo dono può essere definito come la presenza simultanea di una persona in due luoghi diversi. Padre Pio è stato visto in bilocazione moltissime volte. Di seguito vengono segnalate alcune testimonianze.

[La signora Maria, figlia spirituale di Padre Pio, su questo argomento raccontava che una sera suo fratello, mentre pregava, venne colto da un colpo di sonno, improvvisamente ricevette uno schiaffo sulla guancia destra ed ebbe l'impressione di sentire che la mano fosse coperta da un mezzo guanto.

Pensò subito al Frate e il giorno dopo gli chiese se era stato lui a colpirlo: "Così si manda via il sonno quando si prega", rispose Padre Pio. Era stato il Santo che in bilocazione aveva "risvegliato" l'attenzione dell'orante.]

[Una famiglia americana venne da Filadelfia a San Giovanni Rotondo nel 1946, per ringraziare il Frate di Pietrelcina. Il figlio, pilota di un aereo da bombardamento nella II Guerra Mondiale, era stato salvato in cielo da Padre Pio, nell'Oceano Pacifico.

Il velivolo in prossimità dell'isola, sede della base alla quale rientrava dopo avere effettuato un lancio di bombe, venne colpito dai caccia giapponesi. "L'apparecchio - ha raccontato il figlio - precipitò ed esplose prima che l'equipaggio potesse gettarsi col paracadute. Soltanto io, non so in quale maniera, riuscii ad abbandonarlo in tempo.

Cercai di aprire il paracadute ma non si aprì; mi sarei pertanto sfracellato al suolo se improvvisamente non fosse comparso un Frate con la barba che, prendendomi fra le braccia, mi depose dolcemente davanti all'ingresso del Comando della base.

Immaginate lo stupore che provocò il mio racconto. Era incredibile, ma la mia presenza «obbligò» tutti a credermi. Riconobbi il Frate che mi aveva salvato la vita allorché, qualche giorno dopo, inviato in licenza e giunto a casa, mi vidi mostrare da mia madre la fotografia di Padre Pio, il Frate alla cui protezione mi aveva affidato."]




[Il Generale Cadorna, dopo la sconfitta di Caporetto cadde in un tale stato di depressione da decidere di volerla far finita. Una sera si ritirò nel suo appartamento e diede ordine al suo attendente di non far passare nessuno.

Entrato nella sua camera, estrasse da un cassetto una pistola e mentre se la stava puntando alla tempia udì una voce che gli diceva: "Suvvia, Generale, non vorrete mica compiere questa sciocchezza!?"

Quella voce e la strana presenza di un Frate distolsero il Generale dal suo proposito, lasciandolo di sasso. Ma come era potuto entrare questo personaggio in camera sua? Chiese spiegazioni all'attendente ma quegli rispose di non aver visto passare nessuno.

Anni dopo, il Generale venne a sapere dalla stampa di un Frate che viveva sul Gargano e operava miracoli. Si recò a San Giovanni Rotondo in incognito e quale fu lo stupore quando riconobbe in quel Frate il cappuccino che gli fece visita. "L'abbiamo scampata bella quella sera, eh Generale?... gli sussurrò Padre Pio.]

Nel settembre del 1968 migliaia di devoti e figli spirituali del Padre si radunarono in convegno a San Giovanni Rotondo per commemorare insieme il 50° anniversario delle Sue stigmate. 

Nessuno avrebbe immaginato invece che alle 2.30 del 23 settembre 1968 avrebbe avuto termine la vita terrena di Padre Pio da Pietrelcina.

Aggiorno con una splendida catechesi di don Alessandro Minutella, del 23 settembre 2020, sui carismi straordinari di questo Santo Frate in parte qui menzionati. Per gli smartphone QUI.