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Favo naturale |
Sebirblu, 9 settembre 2019
Ripropongo un articolo di cinque anni fa, dopo averne cambiato il titolo a pro di una maggiore comprensione dei lettori, perché riprenderò l'argomento con il suo risvolto drammatico nel prossimo post.
Penso, infatti, che la
maggioranza non conosca sufficientemente la vita delle api e
l'incidenza massima che questa strabiliante piccola creatura ha sulla
sopravvivenza delle altre specie e sull'intera umanità.
Esse detengono un ruolo
essenziale negli ecosistemi: un terzo del nostro cibo dipende dalla
loro opera di impollinazione.
Se questi preziosissimi insetti dovessero
estinguersi, le conseguenze sulla produzione alimentare sarebbero
devastanti: "Se le api scomparissero, all'uomo resterebbero
soltanto quattro anni di vita" sembra aver detto Albert
Einstein.
Da qualche tempo è in atto la
loro decimazione a causa delle politiche agricole criminali con i
terribili pesticidi (come i néonicotinoidi di cui mi occuperò presto), gli OGM e le
monocolture intensive.
Per non parlare delle scie
chimiche (ved.
QUI), dell'inquinamento elettromagnetico
QUI, e di molti altri folli
interventi antropici
basati soltanto su cinici interessi di parte
che stanno distruggendo, e quel che è peggio a volte
consapevolmente, la nostra Terra e con essa la razza umana.
Da questo mio lavoro emergerà sicuramente una più grande
considerazione per l'Opera perfetta del Creatore che contribuirà
sempre più a risvegliare le coscienze sulle magnifiche e
sorprendenti manifestazioni che si svolgono, nonostante tutto, ancora
intorno a noi.
E per coloro che vedono oltre il
frutto del "caso", ecco un'immagine emblematica che dice
molte cose! Uno sciame d'api si è andato a posare proprio sulla mano
destra del Cristo, come a chiedere protezione dal costante sterminio
perpetrato contro questa portentosa specie di insetti, così utile all'intero
pianeta.
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La Cassaigne nell'Aude - Francia - (Piccolissimo villaggio di soli 208 abitanti.) |
Estratto da "La Vita delle Api"
di Maurice Maeterlinck
"Da dove viene lo Spirito
dell'Alveare? Non si può compararlo all'istinto particolare degli
uccelli che sanno costruire il loro nido in un dato posto e cercano
altri cieli quando arriva il giorno di una nuova emigrazione.
Non esprime una sorta d'abitudine
reiterata della specie a vivere solo ciecamente, per imbattersi
nel caso, allorquando una circostanza imprevista sconvolge la serie
dei fenomeni consueti.
Al contrario, egli segue passo dopo
passo gli influssi del potere superiore, come un servo intelligente e
alacre, che sa trarre profitto dagli ordini più temibili del suo
Signore.
Appare discreto, subordinato ad un
grande dovere, ma arbitro inesorabile delle ricchezze, della
felicità, della libertà, della vita di tutto un popolo alato.
Regola giorno per giorno il numero delle nascite mettendole
strettamente in rapporto con quello dei fiori che illuminano la
campagna.
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La regina controlla che la celletta sia pulita e adatta per ospitarvi un uovo. Ne valuta anche le dimensioni, perché ne deporrà uno fecondato in quelle di grandezza normale, dove nascerà una femmina; mentre le celle più spaziose, con uova non fecondate, le riserverà ai maschi, ossia ai fuchi. |
Annuncia alla regina il suo decadimento
o la necessità di partire, la forza di mettere al mondo le sue
rivali, di allevarle regalmente e proteggerle contro l'odio politico
della loro stessa madre.
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La regina depone un uovo introducendo l'addome nella celletta. Nel pieno della bella stagione, ne può emettere fino a duemila al giorno. |
Permette o difende, secondo la
generosità dei calici multicolori, l'età della primavera e i
probabili pericoli del volo nuziale riguardanti la primogenita tra le
principesse vergini che si reca a sopprimere, nella loro culla, le
sue giovani sorelle che intonano il canto delle regine.
Altre volte, a stagione inoltrata,
allorché le ore fiorite sono meno lunghe, per chiudere il tempo
degli scompigli ed affrettare la ripresa del lavoro, ordina alle
operaie di mettere a morte tutta la discendenza imperiale.
Questo Spirito è prudente ed economo,
ma non avaro. Conosce le leggi fastose e un po' folli della natura e
tutto ciò che riguarda l'amore.
Così, durante i giorni prosperosi dell'estate, tollera, perché la regina futura sceglierà il suo
amante tra i fuchi, la presenza ingombrante di tre o quattrocento
maschi sbadati, maldestri, inutilmente affaccendati, pretenziosi, scandalosamente e assolutamente oziosi, rumorosi, ingordi, grossolani,
sporchi, insaziabili ed enormi.
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Volo di accoppiamento della regina che si unisce a parecchi fuchi per assicurarsi a lungo termine le uova fecondate. Per i maschi ciò è fatale, perché il loro organo riproduttivo si strappa e cadono a terra. Questa, d'altra parte, è la loro unica funzione. |
E in quel mattino in cui i fiori
tardano ad aprirsi e si chiudono prima, quando l'ape regale è
fecondata, decreta freddamente il loro massacro generale e
simultaneo.
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L'ape maschio, il fuco, non è dotato di pungiglione, il suo compito è di fecondare la regina e vive circa una stagione. |
Egli regola anche l'opera straordinaria di ciascuna
delle api operaie e, secondo la loro età, distribuisce i compiti:
alle nutrici che alimentano le larve e
le giovani...
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Le nutrici alimentano le larve alle quali, per i primi tre giorni, viene somministrata gelatina reale e in seguito polline e miele. La pappa reale è secreta dalle loro ghiandole ipofaringee e mandibolari. |
alle dame d'onore che provvedono alle
cure della regina e non la perdono mai di vista...
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Le ancelle della regina si occupano della sua alimentazione e pulizia. Essa, nel continuo contatto con le proprie dame di compagnia, trasmette i suoi messaggi chimici (feromoni) a tutto l'alveare. |
alle ventilatrici che con il battito
delle loro ali arieggiano, rinfrescano o riscaldano l'alveare ed
accelerano l'evaporazione del miele troppo madido d'acqua...
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Le api ventilatrici, con il battito delle loro ali, regolano la temperatura interna dell'alveare. |
agli architetti, ai muratori, alle api ceraiole, alle scultrici che
fanno la catena e costruiscono i favi...
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Le api ceraiole producono la cera per costruire e riparare i favi. |
alle bottinatrici che vanno a cercare
nella campagna il nettare dei fiori che diventerà miele, il polline che è il nutrimento di
larve e ninfe...
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Ape bottinatrice su campanula. |
la propoli che serve a turare e a
consolidare le strutture dell'arnia...
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Propoli che serve a sigillare le fessure dell'alveare. |
l'acqua e il sale necessari alla
gioventù della colonia...
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Api raccoglitrici d'acqua. |
Sempre lo stesso Spirito impone il
lavoro:
alle api-chimico, che assicurano la
conservazione del miele instillando per mezzo del pungiglione una
goccia di acido formico, alle "opercolarie" che
sigillano le cellette (con la cera; ndt) in cui il tesoro (la larva;
ndt) è maturo...
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Dopo 21 giorni dalla deposizione dell'uovo, la giovane ape rompe con le sue mandibole l'opercolo. (Il coperchio di cera che chiudeva la celletta). |
alle spazzine che mantengono una
pulizia meticolosa delle vie e dei posti pubblici...
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La pulizia delle cellette è uno dei primi lavori che svolgono le api operaie, poiché devono essere sempre perfettamente pulite per accogliere la covata, il polline e il miele. |
alle necrofore che portano fuori i
cadaveri alle amazzoni del corpo di guardia che vegliano notte e
giorno alla sicurezza della soglia, controllano l'andirivieni...
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L'ape spazzina spinge fuori una compagna morta. |
riconoscono gli adolescenti alla loro
prima uscita, impauriscono i vagabondi, i
malintenzionati, i saccheggiatori, espellono gli intrusi, attaccano
in massa i nemici terribili e se occorre, barricano l'entrata.
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L'ape guardiana scaccia una saccheggiatrice. |
Infine, è lo "Spirito
dell'alveare" che fissa l'ora del grande sacrificio annuale alla
genialità della specie – mi riferisco alla sciamatura.
Un popolo intero, cioè, arrivato alla
vetta della sua prosperità e della sua possanza, abbandona
improvvisamente alla generazione futura tutte le sue ricchezze, i
suoi palazzi, le sue dimore e il frutto delle sue fatiche, per andare
a cercare lontano l'incertezza e la miseria di una patria nuova.
Ecco uno strano atto che, cosciente o no, supera certamente la morale umana. Rovina talvolta, impoverisce
sempre, disperde a colpo sicuro una comunità felice per ubbidire ad
una legge più alta del benessere dell'intera colonia."
Estratto da "Il Regno delle Api"
di Geoffrey Hodson
"Le mie indagini sul piano invisibile,
mi hanno portato a constatare l'esistenza di Angeli custodi che
proteggono e dirigono le api.
Una volta, mentre osservavo alcuni
alveari, mi resi conto della presenza di un Ente di grado
elevatissimo, una sorta di coscienza direttiva in cui è racchiusa
tutta la forza vitale che anima questi insetti, e che lo rispecchiano
in tutte le sue espressioni.
Appartiene alla gerarchia angelica e,
se percepito come forma, appare come una grande ape la cui aura
mostra i suoi colori tipici: striature che vanno dal giallo al
marrone-dorato con il più alto livello di intensità luminosa e
delicatezza cromatica.
Questa Intelligenza mi apparve come
Agente di un Arcangelo che presiede l'insieme della vita, della
coscienza, della forma e dell'evoluzione delle api dell'intero
pianeta.
Le annotazioni fatte allora precisano
che
una gerarchia di Esseri presta i propri servigi alle dipendenze
di tale Arcangelo con grande serietà e immensa gioia ed è
rappresentata, sul piano eterico, dagli Spiriti di Natura costruttori
dei loro corpi fisici. (Cfr.
QUI,
QUI e
QUI; ndr).
Questo Agente-custode era connesso
all'arnia sulla quale veniva effettuato lo studio e ne esiste uno
preposto ad ogni colonia attiva per dirigerne, proteggerne e
vivificarne la coscienza e la crescita.
La sua presenza è talmente essenziale
alla vita terrestre quanto le stesse piccole "eroine volanti"
lo sono per il processo produttivo vegetale planetario.
Una parte del suo lavoro è la
preservazione dell'unità interattiva di questi imenotteri che non
sono originari della Terra ma provengono da Venere da cui sono stati
importati nei primi tempi della nostra storia.
Vista astralmente, l'ape regina appare
come un centro dorato di luce, è il nucleo ardente dell'anima-gruppo
dell'alveare. Le forze fluiscono continuamente per mezzo suo
all'intero organismo che viene in questo modo profondamente
unificato, e si estendono intorno al complesso di circa 70 centimetri
per lato.
Le riceve dai piani superiori e le
emana sotto l'aspetto di minute ondulazioni, che da essa si dipartono
verso la periferia, producendo con il loro incessante movimento un
suono superfisico simile al noto ronzio.
Ogni ape è visibile esotericamente,
ovunque si trovi, apparendo come un piccolissimo punto luminoso,
mentre la luce della regina è assai più grande e splendente di
tutte le altre.
Sebbene completamente istintivo, il
controllo dei suoi sudditi, evidenziato dalla loro sottomissione, è
assoluto perché li influenza interiormente. Potrebbe essere chiamata
l'«ego» del gruppo.
Ogni individualità dipende da lei per
la singola vita e intelligenza; ognuna ha la propria aura e
sperimenta definite sensazioni, ma la mentalità e talune emozioni
sembrano essere comuni a tutto l'insieme.
Quando l'impollinatrice esce
dall'alveare, si scorge una linea di luce tra la regina ed essa,
ovunque voli. Questo filamento luminoso è costituito da tre elementi
diversi: la forza vitale, la coscienza centralizzata e certe energie
elettromagnetiche.
Il primo agisce all'interno sotto la
guida del secondo (la direttiva principale) e, con l'ausilio delle
energie elettromagnetiche all'esterno, il triplice filo connette
l'ape alla sua casa, alla sua regina e alle altre individualità
sorelle, così da ritrovare sempre la via del ritorno dopo le
escursioni in cerca di nutrimento.
Il suo moto sicuro viene dall'istinto e le
numerose prove effettuate sulle comunità ne rivelano lo sviluppo
accentuato piuttosto che un qualche tipo d'intelligenza. Infatti la
celletta esagonale è un'espressione geometrica della frequenza
vibratoria dell'ape che corrisponde alla sua coscienza e alla sua
nota caratteristica.
Invece, l'azione riunita delle energie
trine, sopra descritte, produce delle linee di forza delineanti delle
forme eteriche dove, istintivamente, le api costruiscono i loro favi.
A questo punto, si può benissimo dire
che la regina è il fulcro assoluto della colonia e l'Agente-custode
ne è l'Intelletto coordinatore. Egli unifica la sua mente con
l'anima-gruppo dell'arnia ed è, in un certo senso, vincolato e
sottomesso a tale limitazione per amore del servizio che riesce a
compiere.
Nondimeno, egli ha una certa misura di
libertà al di fuori dell'alveare, anche se soltanto a livello
emozionale e mentale dato che
resta costantemente legato al suo
lavoro, come se la sua completa ritirata potesse causare, in assenza
di controllo, il conseguente disordine della colonia.
Questo Essere è responsabile del
progresso della vita e della forma, ed è felice perché ha la
consapevolezza di contribuire alla perfezione dell'arnia nel grande
schema evolutivo, e come risultato delle mie investigazioni, appare
realmente compiaciuto della sua opera.
L'anima-gruppo delle api si trova al
maggior livello di coscienza di qualsiasi altra specie di questo
pianeta, anche di quello animale.
Il suo senso di unità e di
cooperazione è esemplare, e colpisce l'osservatore per essere più
avanzato dell'Umanità stessa. Se ne trae una sensazione di grande e
febbrile attività, ma non si rileva quel senso gioioso che ci si
aspetterebbe di trovare nei suoi componenti.
Lo sviluppo mentale e fisico appare
molto più importante dell'emozionale; la spinta per l'unione e la
cooperazione proviene normalmente dai piani più alti dello spirito
che si manifesta tramite l'azione intuitiva e quindi è molto strano
trovarla nelle piccole ed umili api.
Queste considerazioni ci inducono a
mutare l'attitudine di pensiero verso il regno degli insetti e
particolarmente verso i membri della razza di Venere.
Benché apparentemente inferiori agli
animali e agli uomini, la loro coscienza viene influenzata da piani
di gran lunga superiori a quello della Terra.
Il fatto che la vita sul pianeta Venere
sia molto più evoluta della nostra, fa sì che anche le sue forme
inferiori, siano eguali o addirittura più avanzate di quanto non lo
siano quelle relativamente progredite del nostro mondo.
Possiamo perciò concepire che
minerali, vegetali ed insetti del futuro potranno essere più
altamente sviluppati degli uomini del presente i quali, a loro volta,
avranno la possibilità di vivere in un contesto del tutto nuovo e
trasformato."
Post Scriptum
Sebirblu ringrazia sentitamente
il Signor Luca Mazzocchi per l'uso concessogli delle sue splendide
foto professionali, augurandosi che in molti possano apprezzarne il
sito così amorevolmente curato e trarre esempio organizzativo dalle
umili api per un mondo migliore.
Fonti: "La vie des Abeilles"
di Maurice Maeterlinck
"La Venuta degli
Angeli" di Geoffrey Hodson
"mondoapi.it" per
le foto e didascalie.