Sebirblu, 22 dicembre 2019
Finalmente, con
una chiarezza ed una sintesi encomiabili, un ministro di Santa Romana
Chiesa (quella che un tempo era VERA), ora in clandestinità,
l'Arcivescovo Carlo Maria Viganò, ha formulato una precisa accusa a
Bergoglio, riprovandone il comportamento con una serie di asserzioni
che stanno causando molto scalpore in rete.
Già alcuni
cardinali hanno divulgato più o meno recentemente il loro disappunto
su certe espressioni non solo eretiche, ma anche fuorvianti nella
fede, dello pseudo papa, facendosi destinatari di un accorato appello
di don Minutella (ved. QUI) che si è rivolto a loro invitandoli ad
una maggiore coerenza nell'assumere una posizione ferma per
sconfessare l'«impostore».
È proprio questo
il nodo! Si continua a dissertare, come ho scritto QUI, ma è inutile
insistere a denunciare i «misfatti» e le incoerenze
dell'«argentino», quando non si trova il coraggio di esautorarlo
dalla sua carica abusiva e deporlo!
Ben venga
comunque lo scritto di mons. Viganò che, se non determinante per
l'uscita di scena del «distruttore» (ved. QUI), per lo meno varrà ad aprire
gli occhi a coloro che cominciano ad avere dubbi sull'autenticità di
questo pontificato. Le virgolette messe al termine "papa" o
ciò che lo indica sono mie.
Salto a piè pari
l'estratto iniziale del brano di Isaia 42, 5-17, posto
dall'Arcivescovo come prefazione dello scritto, che si potrà trovare
al link di provenienza.
Maria Immacolata
Vergine Madre – Acies ordinata, ora pro nobis
"Vi è forse
nel cuore della Vergine Maria altra cosa oltre il Nome di Nostro
Signore Gesù Cristo? Anche noi vogliamo avere nei nostri cuori un
solo nome: quello di Gesù, come la Santissima Vergine."
La tragica
parabola di questo Pontificato avanza con un susseguirsi incalzante
di colpi di scena. Non c'è giorno che passi: dal trono più elevato
il "Sommo Pontefice" procede allo smantellamento della Sede
di Pietro, usando ed abusando della suprema autorità, non per
confessare ma per negare; non per confermare ma per fuorviare; non
per unire ma per dividere; non per edificare ma per demolire.
Eresie materiali,
eresie formali, idolatria, superficialità di ogni sorta: il "Sommo
Pontefice" Bergoglio non cessa di umiliare pervicacemente la più
alta autorità della Chiesa, "demitizzando" il Papato, come
magari direbbe l'illustre compagno Karl Rahner.
La sua azione
mira a violare il Sacro Deposito e a sfregiare il Volto Cattolico
della Sposa di Cristo, con il dire e con il fare, con le
dissimulazioni e con le bugie, con quei suoi gesti plateali, di
ostentata spontaneità, ma meticolosamente ideati e pianificati,
attraverso i quali esalta se stesso, in una continua autocelebrazione
narcisistica, mentre viene umiliata la figura del Romano Pontefice,
oscurata quella del Dolce Cristo in terra.
La sua azione si
serve dell'improvvisazione magisteriale, di quel magistero a braccio,
liquido, insidioso come le sabbie mobili, non solo ad alta quota, in
balía dei giornalisti di tutto il mondo, in quegli spazi eterei che
possono evidenziare un patologico delirio di illusoria onnipotenza,
ma anche nell'ambito delle più solenni funzioni che dovrebbero
incutere sacro tremore e riverente rispetto.
In occasione
della Memoria della Vergine di Guadalupe, "papa" Bergoglio
ha dato sfogo ancora una volta alla sua evidente insofferenza
mariana, che evoca quella del Serpente nel racconto della Caduta, in
quel Proto-evangelo che profetizza la radicale inimicizia posta da
Dio tra la Donna e il Serpente, e l'ostilità dichiarata di
questo ultimo che, fino alla consumazione dei tempi, cercherà di
insidiare il Calcagno della Donna e di trionfare su di lei e sulla
sua posterità.
Emblematico! Bergoglio scivola davanti alla Madonna di Guadalupe il 13 febbraio 2016. |
Quella del
"Pontefice" è un'aggressione manifesta nei confronti delle
prerogative e degli attributi sublimi che fanno dell'Immacolata
Semprevergine Madre di Dio il complemento femminile al mistero del
Verbo incarnato, intimamente associata a Lui nell'Economia della
Redenzione.
Dopo averla declassata a "vicina della porta accanto", o alla migrante in fuga, oppure alla semplice laica con i difetti e le crisi di una donna
qualsiasi segnata dal peccato, o ancora alla discepola, che
ovviamente non ha nulla da insegnarci; dopo averla banalizzata e
desacralizzata, alla stregua di quelle femministe che stanno acquisendo terreno in Germania con il loro movimento "Maria
2.0", volto ad ammodernare la Madonna per farne un simulacro, a
loro immagine e somiglianza, "papa" Bergoglio ha
ulteriormente infierito sull'Augusta Regina e Madre Immacolata di
Dio, che "si meticciò con l'umanità… e meticciò Dio
stesso".
Con un paio di
battute, egli ha colpito al cuore il dogma mariano e quello
cristologico ad esso collegato. (Cfr. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI; ndr).
I dogmi mariani
sono il sigillo apposto sulle verità cattoliche della nostra fede,
definite nei concili di Nicea, Efeso e Calcedonia; sono
l'infrangibile baluardo contro le eresie cristologiche e contro lo
scatenamento furibondo delle Porte degli inferi. Chi li “meticcia”
e li profana mostra di essere dalla parte del Nemico. Attaccare Maria
è avventarsi contro Cristo stesso; attaccare la Madre è insorgere
contro il Figlio e ribellarsi contro il mistero stesso della
Santissima Trinità.
L'Immacolata
Theotokos, "terribile come schiere e vessilli spiegati" –
acies ordinata – (cfr. QUI; ndr) darà battaglia per
salvare la Chiesa e distruggerà l'esercito del Nemico sciolto dalle
catene che Le ha dichiarato guerra, e con lui tutte le pachamama
demoniache ritorneranno definitivamente nell'inferno.
"Papa"
Bergoglio sembra non più contenere la sua insofferenza verso
l'Immacolata (ved. QUI; ndr), e neppure riesce a
nasconderla sotto quell'apparente quanto ostentata devozione, sempre
sotto i riflettori delle telecamere, mentre va disertando la
celebrazione solenne dell'Assunta e la recita del Rosario con i
fedeli, che riempivano il cortile di San Damaso e la loggia superiore
della Basilica di San Pietro con san Giovanni Paolo II e papa
Benedetto XVI.
"Papa"
Bergoglio si avvale della pachamama per sgominare la Guadalupana.
L'intronizzazione di quell'idolo amazzonico fin sull'Altare della
Confessione in San Pietro è stata niente meno che una dichiarazione
di guerra alla Signora e Patrona di tutte le Americhe, che con la sua
apparizione a Juan Diego ha distrutto gli idoli demoniaci ed ha
conquistato a Cristo e all'adorazione del "Verissimo ed Unico
Dio" gli indios, grazie alla sua Mediazione materna. E questa
non è una leggenda! (Ennesima frase infelice espressa da Bergoglio,
ved. QUI; ndr).
A poche settimane
dall'epilogo dell'evento sinodale che ha segnato l'investitura di
pachamama nel cuore della Cattolicità, abbiamo appreso che il
disastro conciliare del Novus Ordo Missae subisce ulteriori
ammodernamenti, tra i quali l'introduzione della "Rugiada"
nel Canone eucaristico al posto della menzione dello Spirito Santo,
terza Persona della Santissima Trinità. (Cfr. QUI;
ndr).
Si tratta di un
ulteriore passo nel senso della regressione verso la naturalizzazione
e l'immanentizzazione del culto cattolico, verso un Novissimus Ordo
panteistico e idolatra.
La "rugiada",
entità presente nel "luogo teologico" dei tropici
amazzonici, – come abbiamo appreso dai padri sinodali – figura
come il nuovo principio immanente di fecondazione della Terra, che la
"transustanzia" in un Tutto panteisticamente connesso, a
cui gli uomini sono assimilati e sottomessi, a gloria di pachamama.
Ed eccoci
ripiombati nelle tenebre di un nuovo paganesimo, mondialista ed
eco-tribale, con i suoi demoni e le sue perversioni. Da
quest'ennesimo stravolgimento liturgico, la divina Rivelazione decade
dalla pienezza all'arcaismo; dall'identità ipostatica dello Spirito
Santo si scivola giù verso l'evanescenza simbolica e metaforica
propria alla rugiada, che la gnosi massonica ha fatto sua già da
tempo.
Ma ritorniamo un
istante alle statuine idolatriche, di rara bruttezza, e alla
dichiarazione di "papa" Bergoglio all'indomani della loro
rimozione dalla chiesa in Transpontina e dal loro "annegamento" nel Tevere.
Anche questa
volta, le parole del Pontefice hanno il sentore di una colossale
bugia: ci ha fatto credere che le statuine furono prontamente esumate
dalle luride acque grazie all'intervento dei carabinieri.
Ci si chiede
attoniti come mai una troupe di VaticanNews, coordinata da Tornielli
e Spadaro di Civiltà cattolica, con reporters e cameramen della
stampa di corte, non siano accorsi per filmare le prodezze dei
sommozzatori ed immortalare il salvataggio delle pachamama.
Ha pure
dell'inverosimile il fatto che una simile spettacolare operazione non
abbia catturato l'attenzione di qualche passante, munito di un
telefonino per filmare e rilanciare poi lo scoop sui social. Siamo
tentati di girare la domanda a colui che tale dichiarazione ha
proferito. Certamente, anche questa volta, ci risponderebbe con il
suo eloquente silenzio.
Per altre vignette molto significative ved. QUI |
È da ormai più di sei anni che siamo avvelenati da un falso magistero, sorta di sintesi estrema di tutti le equivoche formulazioni conciliari e degli errori post-conciliari che si sono inarrestabilmente propagati, senza che la maggior parte di noi se ne accorgesse.
Sì, perché il
Vaticano Secondo ha aperto, oltre che il Vaso di Pandora, anche la
Finestra di Overton, e in maniera così graduale che non ci si è
resi conto degli stravolgimenti messi in atto, della natura autentica delle riforme, delle loro drammatiche conseguenze, e neppure ci è
venuto il sospetto di chi realmente si trovasse alla regia di quella
gigantesca operazione sovversiva, che il modernista cardinale Suenens definì "il 1789 della Chiesa cattolica". (Data in cui iniziò la Rivoluzione francese; ndr).
Così, nel corso
di questi ultimi decenni, il Corpo Mistico è stato lentamente
prosciugato della sua linfa vitale attraverso un'inarrestabile
emorragia: il sacro Deposito della Fede è stato gradualmente
dilapidato, i dogmi denaturati, il culto secolarizzato e via via
profanato, la morale sabotata, il sacerdozio vilipeso, il Sacrificio
eucaristico protestantizzato e trasformato in Banchetto conviviale...
Ora la Chiesa è
esanime, coperta da metastasi, devastata. Il popolo di Dio brancola,
analfabeta e derubato della sua Fede, nelle tenebre del caos e della
divisione. In questi ultimi decenni, i nemici di Dio hanno fatto
progressivamente terra bruciata di duemila anni di Tradizione.
Con inaudita (quanto solerte; ndr) accelerazione, grazie alla carica eversiva di questo pontificato
supportato dal potentissimo apparato gesuitico, si sta sferrando alla
Chiesa un micidiale colpo di grazia.
Con "papa" Bergoglio – come con tutti i modernisti – è impossibile cercare
chiarezza, fermo restando che il marchio distintivo dell'eresia
modernista è proprio la dissimulazione.
Maestri
dell'errore ed esperti nell'arte dell'inganno, "si adoperano per
fare universalmente accettare ciò che è ambiguo, presentandolo dal
suo lato innocuo, il quale servirà come passaporto per introdurre il
lato tossico, che all'inizio si teneva nascosto". (P. Matteo
Liberatore S.I.)
Così la
menzogna, ostinatamente ed ossessivamente ripetuta finisce col
diventare "vera" ed accettata dalla maggioranza.
"Allegoria della Menzogna" di Salvator Rosa (1615-1673) |
Tipicamente
modernista è anche la tattica di affermare quanto si vuole
distruggere, usando termini vaghi ed imprecisi, promuovendo l'errore
senza mai formularlo chiaramente. È esattamente ciò che fa "papa"
Bergoglio, con il suo amorfismo dissolutore dei Misteri della Fede,
con l'approssimazione dottrinale che gli è propria, mediante la
quale "meticcia" e demolisce i dogmi più santi, come ha
fatto con quelli mariani della Semprevergine Madre di Dio.
Il risultato di
questo sopruso è quello che ora abbiamo sotto gli occhi: una Chiesa
cattolica che non è più cattolica; un contenitore svuotato del suo
autentico contenuto e riempito con merci d'accatto. (Cfr. QUI, QUI. QUI e QUI; ndr).
L'avvento
dell'Anticristo è inevitabile (cfr. QUI, QUI e QUI; ndr), esso fa parte dell'epilogo della
Storia della Salvezza. Ma sappiamo che è la premessa per il trionfo
universale di Cristo e della sua gloriosa Sposa.
Quanti fra noi
non si sono lasciati ingannare da questi nemici della Chiesa,
infeudati nel Corpo ecclesiale, devono unirsi e far fronte comune
contro il Maligno, da lungo tempo sconfitto, tuttavia ancora in grado
di nuocere e di provocare la perdizione eterna di moltitudini, ma a
cui la Vergine Santissima, nostra Condottiera, schiaccerà
definitivamente la testa.
Ora tocca a noi.
Senza equivoci, senza lasciarci scacciare da questa Chiesa di cui
siamo figli legittimi e nella quale abbiamo il sacrosanto diritto di sentirci a casa, senza che l'odiosa orda dei nemici di Cristo ci
faccia sentire emarginati, scismatici e scomunicati.
(Sì, ma se questa casa è ormai infestata da serpenti velenosi, non vi si può stare! Bisogna uscirne e compattarsi per espellerli tutti! Ndr).
(Sì, ma se questa casa è ormai infestata da serpenti velenosi, non vi si può stare! Bisogna uscirne e compattarsi per espellerli tutti! Ndr).
Ora tocca a noi!
Il trionfo del Cuore Immacolato di Maria – Corredentrice e
Mediatrice di tutte le grazie (come da Lei stessa sostenuto, QUI, checché ne dica Bergoglio!; ndr) – passa attraverso i suoi "piccoli",
fragili certamente, e peccatori, ma di segno assolutamente contrario
ai membri arruolati nell'esercito del Nemico.
"Piccoli"
consacrati, senza limite alcuno, all'Immacolata, per essere il suo
calcagno, la parte più umiliata e più disprezzata, più odiata
dall'inferno, ma che insieme a Lei schiaccerà la testa del Mostro
infernale.
Caravaggio: "Madonna dei Palafrenieri" (con Sant'Anna). L'interessante storia QUI. |
San Luigi Maria
Grignion de Montfort si domandava: "Ma quando avverrà questo
trionfo? Dio solo lo sa". Compito nostro è vigilare e pregare
come raccomandato ardentemente da Santa Caterina da Siena:
"Oimè!
Ch'io muoio e non posso morire. Non dormite più in negligenzia;
adoperate nel tempo presente ciò che si può. Confortatevi in Cristo
Gesù dolce amore. Annegatevi nel Sangue di Cristo crocifisso,
ponetevi in croce con Cristo crocifisso, nascondetevi nelle piaghe di
Cristo crocifisso, fatevi bagno nel sangue di Cristo crocifisso."
(Lettera 16).
La Chiesa è
avvolta dalle tenebre del modernismo, ma la vittoria appartiene a
Nostro Signore e alla sua Sposa. Noi vogliamo continuare a professare
la fede perenne della Chiesa di fronte al fragore del Male che
l'assedia. Vogliamo vegliare con Lei e con Gesù, in questo nuovo
Getsemani della fine dei tempi; pregare e fare penitenza in
riparazione delle tante offese loro arrecate.
+ Carlo Maria
Viganò
Arciv. tit. di
Ulpiana
Nunzio Apostolico
Post Scriptum
Aggiungo un video del Decimo Toro (Marco Cosmo), pubblicato soltanto 4 ore fa, che conchiude perfettamente quanto descritto nella lettera di monsignor Viganò.
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it
Fonte principale:
aldomariavalli.it
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