Sebirblu, 16 dicembre 2014
Questo articolo della giornalista e
scrittrice francese Sylvie Simon, cari Lettori, che purtroppo è trapassata l'8 novembre 2013, mi è parso degno di
essere tradotto e pubblicato, almeno nella parte da me scelta, perché
riflette pienamente la situazione planetaria riguardante il condizionamento
che i media esercitano sugli Esseri umani.
Il periodo speciale che stiamo vivendo
richiede, nel modo più assoluto, che l'Umanità inizi a sviluppare
maggiormente il senso critico e il discernimento personale,
sottraendosi così all'influenza nefasta e tendenziosa dei mezzi di
comunicazione di massa.
Questo lo si può ottenere decidendo
risolutamente di "non seguire più l'onda" ma fermandosi a
riflettere «da soli» in sé stessi, altrimenti saremo sempre come
"nave senza nocchiere in gran tempesta" di dantesca
memoria. (E il sommo Poeta, fra l'altro, si riferiva proprio
all'Italia! - Purgatorio, Canto VI, vv. 76-78).
"L'Opinione attuale è mantenuta
dalla stampa, dalla propaganda e dalle risorse finanziarie messe a
sua disposizione."
Nel momento in cui fece questa
dichiarazione, il "buon medico" Albert Schweitzer, non
conosceva ancora la portata del disastro e l'asservimento totale dei
mass media al potere del denaro.
Nei primi anni del XIX secolo,
l'informazione si è gradualmente trasformata in una merce il cui
valore poteva variare in funzione della domanda e dell'offerta, per
arrivare al punto estremo della disinformazione presente o
sicuramente peggio, della contro-informazione.
Allora, i giornalisti avevano come
obiettivo principale la notizia autentica e non il desiderio di fare
"audience" al fine di apportare sempre più denaro ai
proprietari dei giornali.
Così, nessun giornalista si sottrae
alla diffusione del sensazionalismo, spesso a detrimento della vera
comunicazione. Il termine "l'ho sentito alla TV" viene
considerato come punto di riferimento. Infatti, il luogo comune è:
"se la TV non ne parla vuol dire che non esiste".
Ma non dobbiamo mai perdere di vista i
grandi media che sono al soldo di importanti gruppi finanziari e non
possono quindi pretendere di essere indipendenti.
Fortunatamente, esistono ancora dei
giornalisti onesti, desiderosi di informarsi e di rendere edotti i
loro lettori, ma la maggioranza è obbligata ad auto-censurarsi per
conservare il suo posto.
Una buona parte delle pubblicazioni
economiche è controllata da azionisti industriali mentre quelle
di medicina sono distribuite dalle grandi compagnie farmaceutiche.
Questa dipendenza non può che nuocere
all'obiettività delle notizie. Pochi giornali sono completamente
indipendenti e i giornalisti incontrano molte difficoltà nel
condurre lunghe indagini su potenti aziende, perché la reputazione
del giornale chiude loro le porte.
Per quanto riguarda la stampa medica, è
del tutto prezzolata dai laboratori scientifici e maschera, con articoli dotti, intere pagine di pubblicità
redazionale.
È noto che i rari dissidenti che si
rifiutano di condividere questa "torta", o insorgono contro
tali procedimenti, non incontrano che disagi sul loro cammino e
nessuno si arrischia a venir loro in aiuto.
I metodi utilizzati per bloccare un
giornale o sanzionare un giornalista che osa allontanarsi dal
pensiero dominante sono molti e vari. Vanno dalle molestie alle
pressioni economiche e fiscali, e possono anche ledere i benefìci
necessari per l'esercizio della sua professione.
Ma le persone non si lasciano
ingannare. Abbiamo recentemente appreso che la percentuale di fiducia
accordata ai media non smette di abbassarsi.
Questa diffidenza mette in risalto la
missione della notizia che dovrebbe essere principalmente obiettiva e
non tendente ad orientare l'opinione dei cittadini.
Tutto questo aggrava la crisi che
dilaga nella stampa internazionale. In Gran Bretagna e negli Stati
Uniti, i maggiori quotidiani hanno riscontrato un calo di vendite
negli ultimi anni.
In Francia, il gruppo Havas,
proprietario di una compagine di agenzie di pubblicità, si è alleato ad
Alcatel per dirigere alcuni giornali influenti come L'Express, Le
Point, o lo stesso Corriere internazionale.
La stampa, che si è finora eretta
contro il potere politico, tende sempre più a identificarsi con
esso, facendo così regredire la democrazia, talvolta in maniera
scandalosa.
Tuttavia, se i giornalisti svolgono il
ruolo dei disinformatori, vuol dire che sono condizionati al punto da
non rendersene conto.
I finanzieri e i commercianti che hanno
tratto vantaggio dalla maggior parte dei media non sentono la
necessità di "suggerire" loro quello che devono dire o
mostrare, né violare la loro coscienza o trasformarli in
pubblicitari.
Infatti, basta affidare le redini del
potere giornalistico a individui conosciuti come i "grandi
professionisti" che hanno sempre dato prova di sottomissione ad
una visuale del mondo condivisa con i loro datori di lavoro.
Questo dispositivo viene impostato
dall'arrivo nelle scuole di giornalismo per continuare nelle
redazioni.
In questo modo, la maggioranza dei
reporter agisce di concerto senza consultarsi, condividendo in pieno
il punto di vista corrente che è di mostrare una continua
banalizzazione onde impedire l'analisi critica e usarla invece per
commuovere.
Indubbiamente, ci sono ancora relatori
onesti e coraggiosi, desiderosi di riferire ai loro lettori, ma molti
sono costretti ad auto-censurarsi per conservare il posto di lavoro.
In certi casi difficili, alcuni di loro preferiscono astenersi,
mentre altri non esitano a diffondere le contro-informazioni.
Negli Stati Uniti, si parla del quarto
potere direttivo per analogia con gli altri tre: esecutivo,
legislativo e giudiziario del Governo Federale americano.
A questa lista, alcuni ne hanno
aggiunto un quinto: quello dell'opinione pubblica. Tali
considerazioni portano a chiedersi se occorre essere stranieri per
"osare" denunciare le carenze dei nostri governanti.
I Mass Media non sono gli unici
responsabili.
Come spiega Noam Chomsky, filosofo
radicale di fama internazionale e professore al MIT (Massachusetts
Institute of Technology): "I media non rappresentano che una
piccola parte dell'immensa macchina dedicata alla propaganda.
Esiste un sistema di indottrinamento e
di controllo molto più vasto, di cui essi non sono che un
ingranaggio: la scuola, l'intellighenzia ed un'estesa gamma di
istituzioni che cercano di influenzare e di controllare le opinioni e
i comportamenti e, alla fine, di mantenere la gente nell'ignoranza."
I numerosi scandali che segnano la
nostra quotidianità, ai quali siamo talmente abituati che nessuno
protesta veramente, sono generati dalla sola legge del profitto. Gli
uomini, in realtà, non sono cambiati dai tempi antichi perché
continuano ad adorare il vitello d'oro.
Per giunta, tutti i poteri utilizzano
la paura per meglio dominare, e coloro che professano di "sapere"
praticano abilmente tale strategia molto efficace per ottenere la
dipendenza dei cittadini.
Questo strumento di manipolazione, che
consente di eliminare ogni senso critico e di sfruttare la credulità
dei popoli tenendoli nell'ignoranza dei fatti essenziali
dell'esistenza, è sempre stata utilizzata ma, al presente, opera su
una più grande scala grazie ai molteplici canali di distribuzione.
Alcuni anni fa, il professor Jean Paul
Escande ha denunciato queste profonde inquietudini, astutamente
mantenute, nel suo libro "Io accuso i mercanti della paura":
«Se non stiamo in guardia, ci faremo risucchiare dalle sabbie mobili
dei timori folli».
Possiamo esserne distrutti, noi e tutte
le nostre ricchezze. In un tempo che ridiventa pagano e onora i due
idoli primari -
il denaro e la figura - era inevitabile che
scoprissi, al centro di questo fenomeno, tali "mercanti".
Tutto è in vendita. Il panico è in
vendita. L'acquisto è obbligatorio. E ciascuno, dirigente o
lavoratore, deve acquisire la sua "dose" per essere
autorizzato a sperare in un piacere qualsiasi."
In effetti, ogni giorno, mentre vengono
ribaditi reiteratamente i progressi e soprattutto le "speranze"
scientifiche, economiche e sociali del nostro tempo, che dovrebbero
arrecarci felicità e sicurezza, i media infondono poi, e la
mantengono accuratamente, la paura tra i cittadini.
La paura del cancro, dell'AIDS o del
colesterolo ma anche della vecchiaia, della morte, e persino della
vita.
Troviamo sempre un nemico da
combattere: microbi, virus, insetti, erbe "cattive", geni
"aggressivi", ed anche "altro", tutte le volte
che ci sembra diverso da ciò che viene accettato o dichiarato
pubblicamente.
Ci viene ripetuto che siamo
continuamente minacciati da fattori esterni, che le nostre vite
somigliano ad un percorso disseminato di trabocchetti e di calamità
pianificate contro le quali dobbiamo essere difesi e che,
fortunatamente, ci sono i nostri governi a proteggerci...
Mentre i veri pericoli, quelli che
dovrebbero, se non spaventare ma almeno far riflettere i cittadini,
sono quasi sempre omessi o a malapena accennati.
Così, si parla troppo raramente dei
rischi connessi con lo sfruttamento abusivo del Pianeta perpetrato da
una manciata di individui pazzi pericolosi che se la ridono
dell'inquinamento mondiale e delle scorie nucleari.
Essi giocano agli apprendisti stregoni
con il gas di scisto (il fracking), la clonazione,
la genetica e i virus (per non parlare delle scie chimiche; ndt).
|
Il fraching, per il quale (in tempi non sospetti), ho ricevuto un "Avviso" a livello astrale. Vedere QUI. |
In ogni caso, però, i media promuovono
spesso una massiccia campagna pubblicitaria relativa alle malattie
che possono generare fondi per la ricerca, come quelle "genetiche",
ma si guardano bene dal mettere l'accento su quelle di cui la nostra
civiltà è responsabile.
I geni sono perfetti capri espiatori e
non sono suscettibili di protesta...
Non pensiamo più con la nostra mente
In quest'epoca di "sovra-alimentazione
mediatica" l'uomo non è più abituato a pensare con la propria
testa, allora, altri si incaricano di farlo per lui. Quanti di noi
obbediscono ciecamente agli ordini del potere e alle norme di una
morale che la società ha fatto suoi!
Per pensare "giusto" ai
nostri giorni, occorre avere lo stesso pensiero altrui, anche se gli
altri sono lontani dall'essere dei modelli nel loro genere.
L'Essere umano ama imitare i suoi
simili. È questa necessità che permette alle mode di influenzare il
comportamento di migliaia di individui, che si tratti di abiti, di
cibo o di opinioni politiche, artistiche o musicali.
Quanti di noi hanno veramente delle
idee personali su questi temi e, nel caso, in che modo osano
esprimerle?
Nel suo libro "Le opinioni e le
credenze", Gustave Le Bon ha dichiarato che: "Solo a motivo
della sua appartenenza ad una folla organizzata, l'uomo decresce di
parecchi gradi sulla scala della civiltà.
A sé stante, potrebbe essere una
persona saggia e riflessiva, mentre nella massa diventa un barbaro, vale a dire un
istintivo. Egli ha la spontaneità, la violenza, la ferocia, ma anche
gli entusiasmi e gli eroismi degli esseri primitivi.
Tende ad identificarsi con la
maggioranza per la facilità con la quale si lascia impressionare
dalle parole e dalle immagini che lo portano ad atti contrari ai
suoi interessi più evidenti e alle sue abitudini più conosciute.
Cose queste che su ciascun essere,
autonomo nel pensiero, non avrebbero assolutamente nessun effetto.
L'individuo in sintonia con la moltitudine è un granello di sabbia
in mezzo ad altri che il vento solleva a suo capriccio."
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Il Business farmacologico |
Fortunatamente una parte della
popolazione comincia a prendere coscienza che coloro i quali
detengono un potere ne approfittano impunemente e
che la maggior
parte dei politici è, per amore o per forza,
ostaggio delle
compagnie industriali che hanno un'influenza sostanziale sulle loro
stesse carriere.
In quanto ai tecnocrati, come i
cartelli dell'industria, non ragionano che a breve termine e
rifiutano di prendere in considerazione gli effetti perniciosi
generati dalle loro decisioni attuali che appariranno soltanto molto
più tardi.
Questi profittatori ignorano del tutto
la gente che rischia di pagare molto cara questa incoerenza e
mancanza di responsabilità.
Solo una piccola percentuale di persone
è perfettamente conscia di questo stato di cose, e si impegna per
approfondire le conoscenze degli avvenimenti in corso.
Una parte più rilevante, ma pur sempre
una minoranza, non è realmente aggiornata, tuttavia cerca di
esserlo.
Infine la maggioranza di tutte le
popolazioni mondiali, è contenta di non essere informata e non cerca
particolarmente di colmare le lacune.
Questo le causerebbe molti problemi,
l'obbligherebbe a riflettere quando non ne ha il minimo desiderio,
provocherebbe in essa degli stati d'animo, delle paure e dei sensi di
colpa, ma soprattutto rischierebbe di causarle la rimessa in
discussione di tutto un sistema di vita e di pensiero e questo
oltrepasserebbe la sua stessa misura.
E come dice la biologa Jacqueline
Bousquet: "La Verità non è riducibile a ciò che possono
comprendere gli uomini in base alla loro evoluzione".
Sylvie Simon