mercoledì 17 dicembre 2025

Dopo 50 anni ritrovato un film SOLO per gli ARDENTI

 

Sebirblu, 17 dicembre 2025

Già altre volte ho dedicato i miei scritti a film molto particolari che possono diventare una guida e un motivo di riflessione per i lettori assetati di Conoscenza, in questo deserto arido in cui si trova l'umanità oggi.

Questi sono i link: "Nosso Lar" – "L'Uccellino Blu" – "Tra il Buio e la Luce" ed ora siamo al quarto, ma anche al più speciale per me, in quanto erano anni che lo cercavo, da quando in quel lontano 1972 andai al cinema in un'improbabile borgo valtellinese e ne trassi un ricordo così vivido che chiamai mio figlio "Emmanuele", proprio come il suo "Protagonista" più importante.

Passando il tempo, persino il titolo mi era svanito dalla mente e circa una decina d'anni fa, provai a scriverne la trama per tentare di rintracciarlo in rete in un sito apposito, ma invano.

Solo da qualche periodo, con l'apporto insperato di Federica, entrata in contatto con me per arricchire il proprio cammino spirituale, diventato poi rapporto fraterno, ho avuto modo di inquadrarne il nome in italiano: "Luca, bambino mio" – che non dice assolutamente nulla in confronto al vero "El Cristo del Océano" di co-produzione spagnola-italo-messicana.

Il testo del film è stato tratto da un racconto di Anatole France, Premio Nobel per la letteratura nel 1921 (ved. QUI) che, a sua volta, certamente si ispirò al "Crocifisso miracoloso del Volto Santo", la cui leggenda narra essere stato scolpito da Nicodemo (il fariseo sinedrita che nottetempo incontrò Gesù) aiutato dagli angeli che aveva pregato, per intagliarne il volto.

Sì, ma da quale "Crocifisso miracoloso" l'insigne scrittore prese spunto se la Fede sostenuta da tale mito si riferisce ad una nutrita sequenza sparsa un po' ovunque? Soltanto in Francia, visto che era francese, se ne contano due: uno a Dives-sur-mer (QUI), e l'altro nella piccola città di Rue in Picardia, nella cappella di Saint-Esprit (QUI).


"Il Cristo dell'Oceano" Cappella di S. Spirito - città di Rue (Francia)

Probabilmente è a quest'ultimo che Anatole France attinse per sviluppare la sua intrigante storia, divenuta poi oggetto del film, perché gli eventi accaduti in quel luogo si avvicinano maggiormente alla sua trama.

Dunque, da Federica ho ricevuto la possibilità di ricordare solo il titolo di questa proiezione, ma il video, irreperibile in italiano, lo abbiamo rintracciato unicamente in spagnolo... ma, qualche giorno fa, nonostante le ricerche precedenti andate a vuoto, ho pensato di digitare ancora su Youtube il fatidico "Luca, bambino mio" e... prodigio!.. o più semplicemente un "regalo divino" ha coronato il mio sogno, a cinquant'anni di distanza, facendomelo trovare!

Si tratta di un piccolo ed umile canale con solo 23 iscritti, forse semi-abbandonato, che però come logo (ved. QUI) riporta proprio... un Crocifisso! Coincidenza?...

Ed ecco il film, che suggerisco a tutti di scaricare perché, specialmente ora in cui assistiamo al declino totale della Fede e all'avanzata rabbiosa delle forze del Male, è un balsamo per le anime assetate di bellezza, giustizia e amore.




Un approfondimento su questa storia è d'obbligo però, perché sembra che tra i diversi simulacri lignei ve ne siano di analoghi anche in Italia, fra cui uno custodito nella cattedrale di San Sepolcro in provincia d'Arezzo (QUI), ed un altro nella chiesa di San Domenico a Trapani (QUI).

Ma soprattutto, vi è quello di Lucca (forse l'unico autentico proveniente davvero da Gerusalemme) più conosciuto e famoso di tutti, visitato da migliaia di pellegrini devoti al Volto Santo che, speranzosi, attendono dal "Crocifisso miracoloso" le grazie, gli aiuti e le guarigioni richieste, spesso onorate in grande quantità.


Il "Volto Santo" di Lucca - custodito nella cattedrale di S. Martino

Riporto qualche stralcio dell'articolo, che per intero si trova QUI:

«Torniamo alla tradizione, che ci mostra Nicodemo nel suo rifugio di Ramla, intento al difficile compito di scolpire nel legno l'immagine del Crocifisso. (Cfr.QUI; ndr).

Egli aveva ben impresso dentro di sé il ricordo del Redentore... ma, nonostante ciò, non riusciva per la propria imperizia a rendere nel legno i tratti del volto di Gesù dopo avere già scolpito tutto il resto della figura.

Ricorse alla preghiera e fu colto da un placido sonno. Al suo risveglio, trovò la forma della testa che aveva lasciato allo stato di abbozzo, terminata da mano angelica.

Dopo avere ammirato l'opera così miracolosamente incisa, Nicodemo la venerò e la conservò decorosamente in un luogo segreto della dimora in cui abitava, esponendola di quando in quando alla venerazione degli amici più fidati fra i cristiani del luogo e, secondo la storia aurea di Terra Santa, riportata da Bonifacio da Ragusa, anche della stessa Vergine Maria.

Sentendosi poi Nicodemo vicino a morire, affidò il prezioso Crocifisso ad un suo amico di nome Isacar, che continuò a custodirla di generazione in generazione. [...]

[...] Era l'ultimo ventennio del secolo VIII. In Palestina dominavano da più di un secolo i mussulmani che limitavano fortemente i cristiani nella loro libertà di culto, anche se non vietavano ancora i pellegrinaggi ai luoghi sacri.

In quel tempo, si trovava a viaggiare in Terra Santa un vescovo subalpino di nome Gualfredo che, costretto a prolungare oltre il previsto il suo soggiorno a causa di malattie che a Gerusalemme avevano colpito molti dei suoi compagni, si mise a visitare quei territori che serbavano memorie della vita di Cristo.

Una notte, trovandosi a pernottare a Ramla, in una casa prossima a quella in cui aveva abitato Nicodemo, ebbe in sogno la visione di un angelo. Questi gli rivelò la storia del Volto Santo, e lo invitò a richiederlo nell'abitazione attigua ad un certo Seleuco, uomo cristianissimo, che lo custodiva in una grotta.

Svegliatosi e informati i compagni, il vescovo si recò con loro dal vicino dove, dopo qualche diniego iniziale, riuscì a farsi consegnare la scultura lignea in cambio di un buon quantitativo di monete d'oro.

Ottenutala, occorreva sottrarla al pericolo di distruzione degli infedeli e degli iconoclasti. Dopo molte preghiere, il presule e i suoi decisero di caricarla su una imbarcazione a Ioppe, affidandola al governo della divina Provvidenza.


"Il Crocifisso miracoloso" - Cappella di S. Spirito - città di Rue - Francia


La nave si allontanò dal porto da sola e, senza alcuna guida, dopo lunga e tortuosa via andò a fermarsi al largo delle coste di Luni, non lontano dalla foce del Magra.

Nel secolo VIII  Luni era un porto fiorente  per traffici marittimi,  ma non di rado le mercanzie sbarcate sui suoi moli erano frutto di pirateria, piuttosto che di onesto commercio. Così, quando i lunensi videro al largo quella bella barca priva di ogni sorveglianza, decisero di predarla.

Calarono in mare i natanti per raggiungerla, ma inutilmente, perché essa riprendeva il largo allontanandosi da loro; analogo tentativo, ripetuto con maggiore copia di mezzi il giorno seguente, si rivelò ugualmente infruttuoso.

Mentre i lunensi si sforzavano invano di impossessarsi della piccola nave, un angelo appariva in sogno al vescovo di Lucca ‒ Giovanni di Teuperto uomo pio e già celebre per santità di vita, che dopo la morte fu venerato col nome di beato Giovanni I.

L'angelo gli parlò del Volto Santo e del suo arrivo a Luni, ingiungendogli di muoversi col clero e i maggiori del popolo per andarlo a prendere e portarlo a Lucca. [...]

[...] Recuperato il Volto Santo (perché la prodigiosa barca spontaneamente seguì il vescovo; ndr) e portato a terra, fu esposto alla venerazione dei fedeli... Ma, poco dopo, nacque una disputa fra i lunensi e i lucchesi su quale delle due città avesse maggiore diritto a custodire il Crocifisso [...] ».

•••••••••

Riassumendo, la disputa fu risolta, non solo perché il Beato Giovanni I ispirato da Dio offrì ai contendenti una delle due ampolle col Sangue del Signore (raccolte da Giuseppe d'Arimatea e poste da Nicodemo nello scafo con la statua miracolosa), ma soprattutto perché i lunensi, ancora non appagati, concordarono con i lucchesi di lasciare al sommo "Giudizio di Dio" la scelta del luogo che avrebbe dovuto accogliere il Crocifisso dal Volto Santo.

Due torelli furono assicurati ad un carro dove venne posta la preziosa scultura e lasciati liberi di andare dove volessero... ed essi si avviarono verso Lucca...


"Il Crocifisso miracoloso" caricato sul carro - Cappella di S. Spirito - città di Rue

Considerazioni mie

A questo punto, per quanto possa apparire ingenuo e anacronistico parlare in questi tempi di cose simili, o soffermarsi sull'autenticità di quella o quell'altra raffigurazione portatrice di prodigi agli albori del Cristianesimo e verificatisi anche nel corso dei secoli, bisogna focalizzare l'attenzione, e qui mi riporto al film di cui sto parlando (dall'ora 1:05,19 ad 1:05,36), sul fatto che non sono le icone o le immagini in sé che producono l'evento straordinario, ma la potenza della Fede di chi o coloro che lo realizzano. (Cfr. importantissimo, QUI).

Mi spiego meglio. Nei Vangeli, spesso viene pronunciata questa breve ma "immensa" parola da Gesù. Eccone tre esempi:

1) «Figlia, la tua Fede ti ha salvata. Va' in pace e sii guarita dal tuo male».

Marco (5, 24-34) si riferisce alla donna emorroissa che furtivamente, ma piena di fiducia, toccò il mantello del Signore assolutamente convinta che sarebbe guarita all'istante, e così fu.

2) «In verità vi dico: Se avrete Fede e non dubiterete, non solo potrete fare ciò che è accaduto a questo fico, ma anche se direte a questo monte: "Levati di lì e gettati nel mare", ciò avverrà. E tutto quello che chiederete con Fede nella preghiera, lo otterrete».

Matteo (21, 18-22) scrive che, dopo l'azione energica di Gesù sul fico infruttuoso, i discepoli  Gli chiesero  il perché la pianta si fosse seccata all'istante e Lui rispose così.

3) «Che vuoi che Io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io riabbia la vista». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua Fede ti ha salvato».

Luca (18, 35-43) spiega che un cieco sentendo passare molta gente sulla strada per Gerico chiese cosa stesse succedendo, e quando gli risposero che tutto quel tramestio era a causa del passaggio di Gesù il Nazareno si mise a gridare: "Figlio di Davide, abbi pietà di me!". Il Signore si fermò e ingiunse che glielo conducessero, poi lo esaudì.



Morgan Weistling

Ebbene, da ciò che si legge, e da quello che lo stesso personaggio del film raffigurante l'«Emmanuele» dice, i miracoli avvengono sicuramente con l'assenso di Dio, ma causati dal forte desiderio d'Amore e di Bene, uniti all'Umiltà, di chi con la sua Forza interiore li richiama.

Sembra impossibile vero? Eppure è così! Non vogliamo capire che la nostra Origine è divina e continuiamo a comportarci da deboli, perché da oltre due millenni siamo stati "nutriti" come infanti, sempre in attesa di venire imboccati senza aver ricevuto alcuna Conoscenza sulla Vera Natura del nostro Essere. (Cfr. QUI, QUI e QUI).

Dice Giovanni apostolo nella sua prima lettera (1Gv. 5, 4-6):

«Tutto ciò che è nato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha sconfitto il mondo: la nostra Fede.

E chi è che vince il mondo se non chi crede che Gesù è il Figlio di Dio? Questi è Colui che è venuto con acqua e sangue, Gesù Cristo; non con acqua soltanto, ma con l'acqua e con il sangue. Ed è lo Spirito che rende testimonianza, perché lo Spirito è la Verità.»

E noi siamo Spiriti! Scintille divine chiuse dentro un organismo umano, costituito appunto da carne e sangue, ma potenti nella più intima Essenza che, se congiunte con la Fede e la Consapevolezza a Nostro Signore, sono invincibili.

Solo quattro anni fa scrivevo questo articolo QUI, che oggi suggerisco di rileggere per la sostanza del suo contenuto, molto utile a tutti ed afferente a quanto esposto sopra.


Sebirblu.blogspot.it

sabato 13 dicembre 2025

Santa Lucia, illumina questo povero Mondo al buio!


"Martirio ed ultima Comunione di Santa Lucia" di Paolo Veronese

Sebirblu, 13 dicembre 2025

Sono le ultime ore della festa di Santa Lucia, vergine e martire, patrona della vista (forse perché il nome deriva da "Lux" = Luce) e delizia dei bambini che proprio in tal giorno hanno ricevuto molti regali. Non tutti sanno però, come vedremo, che oltre ad essere ricordata solennemente a Siracusa, sua città natale, e addirittura in Svezia, viene menzionata più volte anche dall'Alighieri nella sua Divina Commedia.

Ma andiamo per ordine, in quanto riporto qualche nota sulla sua vita:

Gli Atti del suo martirio, il cosiddetto Codice Papadopulo, narrano di una giovane, orfana di padre, appartenente ad una ricca famiglia di Siracusa, che era stata promessa in sposa ad un pagano.

La madre di Lucia, Eutichia, da anni ammalata di un inarrestabile flusso di sangue, aveva speso ingenti somme per curarsi, ma nulla le era giovato.

Fu così che entrambe, unendosi ad un pellegrinaggio di siracusani verso la tomba di sant'Agata, nel suo dies natalis, pregarono affinché intercedesse per il risanamento della donna.

Il Vangelo di quel giorno verteva proprio sulla guarigione dell'emorroissa. Lucia suggerì alla madre di avvicinarsi al sepolcro della Santa e di toccarlo con fede e fiducia. Durante la preghiera, Lucia si assopì e in una visione onirica vide la Santa che, preannunciandole il suo futuro martirio e il suo patronato sulla città di Siracusa, come lei lo aveva su Catania, le disse:

«Lucia, perché chiedi a me ciò che tu stessa puoi ottenere per tua madre?»


"S. Lucia e sua madre al sepolcro di S. Agata" di Jacobello del Fiore (1370-1439)

Ritornata a casa, e constatata la guarigione di Eutichia, Lucia comunicò alla madre la sua ferma decisione di consacrarsi al Cristo e di poter disporre del proprio patrimonio per devolverlo in beneficenza.

La notizia della rinuncia della giovane ai suoi beni personali, per donarli ai poveri, arrivò ben presto  al futuro sposo  che chiese subito chiarimenti  alla madre,  la quale gli fece credere  che la decisione fosse legata  ad un investimento  alquanto redditizio di una vasta proprietà, destinata ad accrescersi di valore, inducendolo quindi a collaborare.

Poi, forse esacerbato dai continui rinvii del matrimonio, il pretendente, insospettito e preoccupato dal dissolvimento dei beni di Lucia la denunciò come cristiana, visto che erano in vigore i decreti persecutori emanati dall'imperatore Diocleziano.

Il processo che Lucia sostenne dinanzi al prefetto Pascasio ne attestò la fede e la fierezza nel proclamarsi seguace del Nazareno.

Dopo un interrogatorio assai fitto di scambi verbali con il magistrato che la vergine riuscì a sostenere con la forza e la sicurezza di chi è ispirato dal Cristo, il governatore Pascasio le inflisse la peggior pena possibile: il postribolo! Mossa dallo Spirito, la casta fanciulla reagì con risposte provocatorie, che incitarono l'aguzzino ad attuare subito il suo ignobile provvedimento.

Ella, infatti, gli gridò che non avrebbe ceduto in alcun modo di fronte a qualsiasi abuso rivolto al suo corpo senza la sua volontà e che sarebbe rimasta, comunque, pura e incontaminata nell'anima e nella mente.

A quel punto avvenne un prodigioso evento: Lucia non riuscì ad essere rimossa dal suo posto nemmeno con il carro dei buoi, fatto giungere a prelevarla di peso per condurla al lupanare, né dai maghi appositamente convocati dallo spietato Pascasio.

Furioso dall'incredibile fatto, il vile governatore ordinò che venisse bruciata per stregoneria, ma neanche il fuoco riuscì a lambirla e Lucia perì, infine, tramite spada! Così, piegate le ginocchia, la vergine fu vittima del "colpo di grazia" per decapitazione, non prima, tuttavia, di aver profetizzato la destituzione di Diocleziano e la pace per i cristiani.


"S. Lucia davanti al giudice" - Lorenzo Lotto (1480-1556)

Secondo l'agiografia tramandata da fonti antiche, Lucia sarebbe nata nel 283 d.C. e deceduta a soli 21 anni nel 304. Ci sono inoltre varie divergenze sui supplizi infertigli e sulla sua morte.

Non esiste alcun fondamento, almeno fino al XV secolo, sulla veridicità dell'episodio in cui si sarebbe strappata ‒ o le avrebbero cavato ‒ gli occhi.

L'emblema dei bulbi oculari sulla coppa, o sul piattino, risalirebbe più semplicemente alla devozione popolare che l'ha sempre invocata per i problemi legati alla vista, forse per il suo nome connesso alla luce.

Per quanto riguarda invece il suo trapasso, fonti latine dicono che avrebbe ricevuto una pugnalata alla gola (jugulatio), ed è per tal motivo che a volte, in molteplici opere d'arte, la sua immagine viene raffigurata trafitta da uno stiletto e con l'immancabile palma del martirio in mano.

Nell'ambito della tradizione letteraria propriamente detta, la figura della Santa ispirò Dante Alighieri, come annunciato sopra.

Il Poeta afferma, in "Convivio" (III, IX, 15-16), che in gioventù aveva subito una lunga e pericolosa alterazione agli occhi a causa delle prolungate letture, ottenendone poi la guarigione per mezzo della vergine e martire di Siracusa.

Gratitudine, speranza e ammirazione indussero perciò il sommo Poeta ad attribuirle un ruolo di base non soltanto nella sua vicenda personale, ma allegoricamente anche in quella dell'umanità intera nel suo viaggio oltremondano, descritto nella Divina Commedia.

Santa Lucia nelle tre cantiche diventa il simbolo della "Grazia illuminante", per la sua adesione al Vangelo sino al sacrificio di sé, dunque "via", strumento, per la salvezza eterna di ogni essere umano, oltre che per l'Alighieri come personaggio ed uomo.

Questa rappresentazione religiosa della figura storica della vergine siracusana, quale Santa che illumina il percorso di ciascuno nella comprensione del Vangelo e della Fede in Cristo, risale ai primi secoli della diffusione del suo culto.

Così l'hanno esaltata, promuovendone la devozione, san Gregorio Magno (590-604), san Giovanni Damasceno (674-754), sant'Adelmo d'Inghilterra (†709) e tanti altri.


13 dicembre - Santa Lucia: il giorno più corto che ci sia? - ved. QUI.

Ed è appunto a questa interpretazione della figura memorabile di Santa Lucia che si collega Dante, in aspra e aperta polemica con il contesto storico di decadenza morale, politica, civile del suo tempo, tema peraltro di fondo, che percorre tutta l'Opera, dalla «selva oscura» all'ascesa verso l'«Empireo».

La vergine siracusana compare nell'Inferno, quando Beatrice racconta a Virgilio che la Madre SS. chiamò Lucia a sé per raccomandarle il destino di Dante (personaggio), ostacolato dalle tre fiere nella «selva oscura».

La Santa è definita  "nimica di ciascun crudele"  e la Madonna dichiara che Dante è un suo fedele, probabilmente perché ella lo avrebbe "miracolato" agli occhi, (come spiegato sopra).

Lucia, che simboleggia la Grazia illuminante, si reca allora da Beatrice e la invita a soccorrere il Poeta (sempre nella "Commedia"), per cui la beata si reca nel Limbo da Virgilio. 

Nel Purgatorio, invece, si narra come la stessa Lucia prelevi Dante durante il sonno e lo trasporti dalla "valletta dei principi negligenti" alla sua porta d'ingresso.

Infine, nel Paradiso, san Bernardo mostra a Dante che Lucia siede nella candida rosa dei beati di fronte ad Adamo, additandola come colei che mosse Beatrice, quando Dante abbassava lo sguardo perdendo la speranza di salvarsi (ai piedi del colle, respinto nella selva dalle tre fiere).


"Beatrice, nel Limbo, parla con Virgilio" di Gustave Doré

Se esaminiamo con attenzione la figura di Santa Lucia nella Commedia, scorgiamo in lei un personaggio vivo e reale.

Appare infatti, nello stesso tempo, come creatura umana e celeste quando, su invito di Maria, scende dall'«Empireo», per avvertire Beatrice dello smarrimento di Dante e del conseguente pericolo che incombe su di lui:

«Questa (e cioè la "donna gentil", Maria, indicata sempre così nell'intera Opera) chiese Lucia in suo dimando e disse: Or ha bisogno il tuo fedele di te e io a te lo raccomando. Lucia, nimica di ciascun crudele, si mosse...» (Inferno II, 92-96).

A questo punto, la Santa con gli occhi luminosissimi in lacrime (li occhi lucenti lacrimando volse) si rivolge a Beatrice, la tanto amata dal Poeta, invitandola a soccorrere Dante prima che sia troppo tardi:

«Beatrice, loda di Dio vera, ché non soccorri quei che t'amò tanto, ch'uscì per te de la volgare schiera? Non odi tu pietà del suo pianto? Non vedi tu la morte che 'l combatte Su la fiumana ove 'l mar non ha vanto?» (Inferno II, 103-108).

E ancora, nel 2º regno oltremondano, Santa Lucia è creatura umana, materna, nel prendere Dante assopito, dopo un colloquio con illustri personaggi in una località amena (la "valletta dei prìncipi") e nel condurlo alla porta d'ingresso del Purgatorio:

«Venne una donna e disse: I' son Lucia lasciatemi pigliar costui che dorme; sì l'agevolerò per la sua via.» (Purgatorio IX, 55-57).


Santa Lucia - Anonimo del XVIII secolo

E così, dopo averlo aiutato ad intraprendere il difficile cammino di salvezza, a seguito dello smarrimento nella «selva oscura», lo mette in condizione di proseguire nel percorso della purificazione dei propri peccati.

Anche qui Dante personaggio, per influsso senz'altro del Poeta, autore e uomo a lei "fedele", accenna ancora una volta alla luminosa bellezza degli occhi della martire, non senza rimandi simbolici:

«Qui ti posò ma pria mi dimostraro li occhi suoi belli quella intrata aperta: poi ella e 'l sonno a una se n'andaro.» (Purgatorio IX, 61-63).

Infine, la vergine siracusana è spirito celeste quando al termine del viaggio ultra-terreno, nel Paradiso, su indicazione di San Bernardo, Dante la rivede nel primo cerchio dell'«Empireo», accanto a sant'Anna e a san Giovanni Battista, nel trionfo della Chiesa da lei profetizzato durante il martirio:

«Di contr'a Pietro vedi sedere Anna, tanto contenta di mirar sua figlia che non move occhio per cantare osanna. E contro al maggior padre di famiglia siede Lucia, che mosse la tua donna, quando chinavi, a ruinar, le ciglia.» (Paradiso XXXII, 133-138).

Dante, raggiunta la pienezza della sua ascesa, associa questa volta significativamente la figura di Santa Lucia a quella della Madre di Maria, sant'Anna, collocandola di fronte ad Adamo, il capostipite del genere umano.

Maria, Beatrice e Lucia sono le tre donne che hanno permesso, per volere divino, il cammino di redenzione al personaggio Dante, ma tra di esse, la vergine siracusana rappresenta per il sommo Poeta, il mirabile anello di congiunzione (e per tal motivo, di superamento) fra l'esperienza terrena del peccato e il provvidenziale cammino ascetico-contemplativo dell'esperienza nell'Oltre.

"Il martirio di Santa Lucia" di Mario Minniti

Alcune note finali

Nel 1039 il generale bizantino Giorgio Maniace trafugò il corpo per farne omaggio al suo sovrano, a Costantinopoli. I siracusani, infatti, dopo l'occupazione araba della Sicilia, avevano nascosto il corpo della Santa giovinetta nelle catacombe, in un luogo segreto.

Maniace riuscì a farselo indicare, probabilmente con l'inganno, da un anziano, il cui nome non è mai stato indicato nel corso dei secoli per non marchiare d'infamia lui e i suoi discendenti.

Il corpo della Santa fu portato insieme alle spoglie di Sant'Agata a Costantinopoli per farne dono all'imperatrice Teodora. Da lì fu trafugato nel 1204 dai veneziani che conquistarono la capitale bizantina a conclusione della quarta Crociata e fu portato a Venezia come bottino di guerra.

Le sacre spoglie della Santa tornarono in via eccezionale a Siracusa per sette giorni nel dicembre 2004 in occasione del 17º centenario del suo martirio.

La loro permanenza fu accolta da una incredibile folla di siracusani e da gente accorsa da ogni parte della Sicilia. Riscontrata l'elevatissima partecipazione dei devoti, da allora si è fatta strada la possibilità di un ritorno definitivo alla città natale di questa straordinaria Santa.

Tra le leggende inerenti alla tradizione, per la quale il 13 dicembre i bimbi di talune località italiane, sparse però anche in giro per il mondo come in Svezia, ricevono regali e dolciumi, spicca quella di Verona dove, intorno al XIII secolo scoppiò una terribile ed incurabile epidemia di "male agli occhi", specialmente fra i bambini.

La popolazione decise allora di chiedere la grazia a Santa Lucia,  con una processione a piedi scalzi e senza mantello, fino alla chiesa di Sant'Agnese, dedicata anche alla martire siracusana.

Il freddo spaventava i piccoli che non avevano nessuna intenzione di parteciparvi. Allora i genitori promisero loro che, se avessero ubbidito, la Santa avrebbe fatto loro trovare, al ritorno, tanti e tanti doni. Essi, ovviamente, accettarono e poco tempo dopo l'epidemia sparì.

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

    "    : it.wikipedia.org
 

martedì 9 dicembre 2025

Gli aiuti puntuali e insperati della Legge Suprema


"Monaci Benedettini del San Gottardo soccorrono una famiglia."
Louise Hersent (1777-1860) - Museo del Louvre.

Sebirblu, 9 dicembre 2025

Altre volte ho scritto e riportato nei miei articoli il profondissimo pensiero di un "Grande", ma così grande da divenire quasi irraggiungibile per le altezze vertiginose a cui giungeva il suo Spirito, precorritore dei tempi a venire.

La nobile figura di Pietro Ubaldi (ved. QUI) rimarrà nella storia dell'umanità come una gemma preziosa  donataci  dal Padre  durante il burrascoso  '900  per  illuminare di luce vivissima l'impervio cammino dell'uomo affinché non avesse più scuse per dichiarare di non sapere. (Cfr. QUI).

E come tutti gli uomini eccezionali che si distinguono ed emergono dalle brume dell'ignoranza e della materialità in cui si dibatte il genere umano, non è stato né compreso, né apprezzato (cfr. QUI), tanto da essersi dovuto trasferire in Brasile, dove almeno spiritualmente, quasi un paradosso per noi, quel paese si è mostrato più ricettivo ed evoluto.

La sua parabola vitale ebbe termine il 29 febbraio 1972 ma, sebbene l'organismo non fosse più in grado di sostenerlo, la lucidità cognitiva stranamente si acuì, rendendo palese una sorprendente attività "extra cerebrale" a conferma della sopravvivenza dello Spirito, malgrado la decadenza del corpo ormai giacente in ospedale.

In questo modo, egli riuscì fino all'ultimo ad esternare la sua analisi sui fatti e gli accadimenti  che avanzavano  in  sequenza  intorno a lui,  tramite la figlia Agnese, che si era prontamente adoprata per registrare su bobina quello che suo padre diceva, sebbene si pronunciasse con tante pause dovute all'affanno che lo tormentava.

Quelle parole avrebbero dovuto far parte di un terzo volume, a completezza di due altri precedenti intitolati "Pensamentos" (Riflessioni), nei quali egli aveva osservato l'azione provvidenziale della Legge di Dio, in taluni casi positivi e in talaltri negativi, vissuti da persone a lui prossime.

Ed è proprio l'importante e sconosciuto tema sulla "Provvidenza", di cui ho riportato QUI un brano esplicativo su come funzioni SEMPRE, se esistono certi presupposti di base, ad indurmi a pubblicare gli esempi da lui stesso raccontati e incisi dalla figlia, poco prima del trapasso liberatore.

Eccoli, in una sintesi abbreviata per ovvi motivi di spazio, mentre invito alla lettura completa delle sue ultime riflessioni al link che lascerò a piè di pagina.


Tintoretto (Jacopo Robusti) "Il Miracolo della Manna" (dettaglio).

"Ora parleremo della Legge, argomento supremo... direi schiacciante per le mie forze; ne parlerò in termini semplici, tra amici... perché l'ho vista lavorare, questa volta, sulla mia pelle... cercherò di compierne perciò un'esatta analisi... Eccomi dunque a narrarvi cos'è avvenuto.

Da circa un mese mi trovo in un letto ammalato, con varie complicazioni. Essendomi impossibile scrivere non sapevo come esprimere le mie idee. Devo qui far notare un fatto: come arrivavano queste idee? La malattia mi dava una sonnolenza profonda e un esaurimento fisico... notevole.

In queste condizioni, è successo che la parte fisica del mio organismo si è indebolita in modo estremo. Avendo intorno persone di piena fiducia, ho voluto abbandonarmi del tutto a loro e dimenticare le ansie e i pensieri di questo mondo.

Si è spento così qualsiasi focolaio di paure e preoccupazioni che sogliono empire il cervello allo stato di veglia. Quest'ultimo si è liberato, mettendosi a riposo insieme all'organismo che lo ospita. Tutta la parte fisica, perciò, è stata messa fuori causa.

In questa condizione di abbandono ed inerzia, non mi sono sentito affatto inoperoso; si è presentato un altro mondo, il mondo delle idee. La mia mente ha cominciato a pensare... ma, qui stanno succedendo delle cose attorno a me, io le vedo, le osservo, le capisco... c'è un fine che vogliono raggiungere. C'è una «intelligenza» che le dirige ed io, in questa pace... in questo vuoto... devo scoprire qual è il pensiero che sta dietro ai fatti che si compiono. Ecco gli accadimenti...


Marcello Ciampolini - "Dinamiche di elementi in movimento"

Circa un mese fa ho cominciato ad ammalarmi, leggermente, poi in modo sempre più grave fino a trovarmi in una stanchezza profonda, con gli effetti appena raccontati. Come ha operato la Legge in questo frangente? Osserviamone il lavoro e cerchiamo di capire perché ha agito così e dove vuole condurmi.

Innanzitutto, evento stranissimo, ha fatto arrivare molti aiuti finanziari prima che io cominciassi a star male. Dico, aiuti finanziari, non perché sia povero, ma al fine di sostenere il peso enorme della malattia che sarebbe andato oltre le mie possibilità economiche.

La Legge sapeva che io ne avrei avuto necessità e... li ha inviati... imprevedibili... da gente attraverso la quale non mi sarei mai aspettato di ricevere nulla! Questo è il caso inspiegabile numero uno, passiamo al secondo.

Mi trovavo praticamente senza medico, solo qualche visita di controllo senza alcuna utilità. Pochi giorni prima che mi ammalassi, me ne è stato presentato un altro che abita nella stessa città dove io risiedo, proprio vicino a casa mia, e tale medico aveva ricevuto l'incarico di prendersi cura di me... È risultato ottimo, pieno di attenzioni nei miei riguardi... M'è stato di grande aiuto nell'incremento e risoluzione della malattia.

Passiamo al terzo evento...

In casa, affidata alle cure di famiglia, avevamo una bambina molto rumorosa che sarebbe stata di grande ingombro nel periodo della mia afflizione. I genitori di questa bimba dovevano rimanere nella grande città vicina dove soltanto lì era possibile trovare lavoro, ed essendo per questo molto impegnati, non potevano prendersi cura di lei.

Da moltissimo tempo il padre della piccola era alla ricerca di un impiego adatto; per sopravvivere lui e sua moglie si arrabattavano in modeste mansioni pur di racimolare qualcosa. Ecco che... inaspettatamente... mia figlia, chiacchierando con un signore, gli ha esposto la situazione di suo genero, a lungo disoccupato, sebbene fosse un legale esperto e molto intelligente.

"Proprio in questo momento ‒ ha replicato l'uomo ‒ abbiamo bisogno di un aiuto avvocato che ci risolva un caso difficile... Ce lo mandi questo suo ragazzo." E, detto fatto, il marito di mia nipote vi andò e cominciò a lavorare... È stato in grado di dare un valido aiuto per quella pratica complicata che gli altri non erano stati capaci di risolvere.

Così, il giovane iniziò ad essere ben visto, tanto che gli fu chiesto se avesse preferito un compenso fisso o uno stipendio regolare... Ha optato per quest'ultimo...




Qui c'è veramente da rimanere basiti, perché un ragazzo che per anni non trova posto da nessuna parte, faticando e logorandosi senza approdare a nulla, di botto, in un mese riceve un'offerta e realizza una posizione ottima ad altissimo stipendio, in modo da risolvergli nel contempo il problema della vita e della sua stessa famiglia, ha del miracoloso.

Infatti, l'aver trovato un'occupazione stabile gli ha comportato un alloggio regolare, liberando sua moglie dall'affanno di dover contribuire finanziariamente e quindi consentendo  a  costei  di  accudire  non  solo  la  bambina  ma  anche  la casa.

È stato così che la piccola (a me pronipote, in quanto io suo bisnonno) ha potuto lasciare la mia famiglia per andare nella sua, dando a me la possibilità di affrontare "tranquillamente" la patologia in atto.

È una cosa incredibile, insperata, inverosimile, ma è accaduta! E queste cose vanno tutte per il verso giusto... Ma c'è dell'altro, in tono minore ma notevole anche questo...

Poco prima di ammalarmi, essendo qui stagione calda, avevamo pensato di spostarci tutti verso l'altopiano vicino,  dove l'aria è più fresca e più salubre.  Eravamo pronti per partire... quando il medico ci ha suggerito: "Tardate ancora una settimana... per prudenza".

Se non ce lo avesse detto, saremmo partiti fiduciosi... Cosa sarebbe successo se una forza provvidenziale non ci avesse impedito di partire? Saremmo arrivati in una casetta di campagna sprovvista delle cose più essenziali, come le medicine, i servizi, il telefono... adatta solo per villeggiare... un abituro isolato, lontano da ogni medico o perlomeno con aiuti sconosciuti e provvisori.

E come avremmo potuto fare là, perduti in quel deserto, quando il male, come poi realmente è accaduto, avrebbe cominciato a complicarsi senza fine, sino a ridurmi nello stato in cui mi trovo? In quelle condizioni sarei morto.

Invece, restando nel paese dove mi trovo, il medico è vicino, tutti ci conoscono, non ci manca nulla, abbiamo le comodità... gli aiuti, tutto ciò di cui abbiamo bisogno. Solo cosi mi sono potuto salvare perché ero ridotto molto male...

Riflettendo... anche il consiglio datoci è stato immesso nella mente di quel medico per suggerirci di aspettare una settimana, quella decisiva, che ha evidenziato quanto il male stesse aggravandosi. Se egli non avesse espresso il suo parere di indugiare una settimana, di nessuna importanza in quel momento... quale corso diverso avrebbe preso tutta la faccenda?




E qui ho finito di raccontare i dettagli dei fatti, ed ora uniamoli insieme, vanno tutti nella medesima direzione! Mirano alla stessa cosa e la attuano per vie insospettabili! Ampiamente imprevedibili... su cui io non ho influito per nulla e tantomeno qualcuno dei miei.

Tutto è stato automatico, libero... ! Nemmeno le persone che mi stanno intorno hanno interferito  perché  ignoravano  le  cose!  Sono  tutte  previsioni  di  fatti  impensabili! E tutto ciò è avvenuto! Ma qui c'è un pensiero... una volontà... Io questa Forza la sento... ! La tocco... ! Mi stringe... mi trascina... mi travolge!

Ho dovuto fermarmi un momento per rimettermi dall'emozione. Non faccio teorie. Questa Forza mi salva, mi aiuta... mi fa vedere che cos'è, che cos'è il «Sistema», che cos'è Dio... che cos'è quest'altro mondo che l'essere umano così poco vede, immerso nella posizione opposta, ai suoi antipodi... (Cfr. QUI; ndr).

Quanta tenebra, quanta cecità... poveretti, non hanno gli occhi... se li sono schiacciati con le loro mani, e non possono più vedere... ! Credono e inneggiano a cose che stanno al rovescio, al negativo, e corrono verso il basso, piuttosto che correre al positivo verso l'Alto... Ah, che tristezza... ! Dio aiutami... !

Sono costretto ogni tanto a fermarmi, per riprendermi dall'emozione... Ecco dunque che  al  polo  opposto  alla  Legge,  che io chiamo  il Sistema,  ossia l'immensa Bellezza che adesso stiamo osservando, sta l'«Antisistema», quello appena descritto... il polo contrario.

Nel Sistema tutto è positivo: bontà, vita, giustizia, ordine, bellezza, amore... non so dir di più... Ebbene, questa Legge ora mi conforta, è mio Padre che mi sta accanto, è il mio Amico fedele... Lo devo dire per forza... non è una fantasia... Ma non abbiamo osservato insieme gli eventi? Come interpretarli d'altronde? I fatti sono fatti... e parlano chiaro...

Ora, le conclusioni che traggo da questa mia analisi sono enormi... sono qualcosa di travolgente... ! Ho raccontato tutto ciò che mi è successo non per far sapere le cose mie, ma perché ho voluto presentare agli occhi del lettore gli accadimenti vivi, come li ho vissuti! Affinché li viva pure lui e si renda conto dell'immenso tesoro esistente che anch'egli un giorno potrà sperimentare... !

Cerchi di avvicinarsi, come ho già detto, centimetro per centimetro a questa grande Luce, faccia un passetto per volta, qualunque sia la fatica che questo implichi, non esiste alcuna misura che possa limitare la Grandezza e la Bellezza di quello che lui troverà in fondo alla strada..."




Relazione libera di: Sebirblu.blogspot.it

Estratto in sintesi abbreviata da: pietroubaldi.com

sabato 6 dicembre 2025

La Sconvolgente NDE di Vicky Noratuk - Nata Cieca!




La Sconvolgente NDE di Vicky Noratuk - Nata Cieca!

Tra il 1947 e il 1952, parecchi bambini sono stati accecati da un eccesso di ossigeno nelle incubatrici, dotate di un erogatore di nuova concezione.

È stata la scoperta della mancata visione periferica, accusata dai piloti che respirano ossigeno attraverso le maschere d'aria, ad indicarne la causa.

«Ero rimasta nel grembo materno 22 settimane, dal dicembre del 1950, quando sono nata all'ospedale San Luca a Pasadena, in California. Non pesavo nemmeno un chilo e mezzo alla nascita, ed era logico che sarei stata messa in una delle nuove incubatrici.

Da allora, per 43 anni, non ho visto alcuna luce né ombra, nulla, dal momento che i nervi ottici dei miei occhi erano stati distrutti. Quando sogno, vivo le medesime sensazioni che provo quando sono sveglia. Non ci sono dati visivi, solo il tatto e il suono.

Ma ho visto come vedete voi. In due episodi sono stata in procinto di morire, e in quelle occasioni, per la prima volta in vita mia ho potuto vedere. Ho lasciato il mio corpo e ho visto. Questo è il resoconto della mia seconda esperienza di premorte.

Il 2 febbraio 1973 lavoravo come cantante e pianista in un ristorante a Seattle, Washington.

Erano le due di notte. Il proprietario, avendo paura di offendere una coppia ubriaca che si era offerta di accompagnarmi a casa ed annullando le mie obbiezioni, aveva insistito che accettassi l'offerta rifiutandosi pure di aprire l'ufficio affinché potessi chiamare un taxi.

Poi se n'era andato e nessun altro avrebbe percorso la mia strada. Ho accettato a malincuore il passaggio. Non appena siamo partiti, il conducente ha detto che stava vedendo doppio. L'auto zigzagava per le strade.

Vicino alla base della collina Queen Anne ho sentito un forte stridìo di gomme e siamo finiti fuori controllo. La moglie del guidatore ha gridato: "Oh mio Dio, ci stiamo schiantando!" Tutto è diventato molto lento. Ho urlato, ed è stata la mia ultima consapevolezza nel corpo fisico.

Stordita e disorientata ho sentito me stessa uscire dalla bocca. Il tempo sembrava ancora rallentare ed estendersi. Mi stavo sollevando in aria, sopra la strada, confusa.


"Il corpo e l'Anima" di Marcello Ciampolini

Ho visto il mio corpo brevemente ed ho avuto un momento di incertezza quando una parte di me voleva tornare dentro ed un'altra sentiva che era così bello rimanere fuori! Poi sono rientrata.

È stato come quando si ritorna a casa perché si è dimenticato qualcosa. Non mi ricordo il viaggio all'ospedale di Harborview.

Arrivata al pronto soccorso, ero cosciente di trovarmi vicino al soffitto. Potevo vedere di nuovo! Durante quest'esperienza di premorte ero in uno stato continuo di sbalordimento nel poter guardare ogni cosa.

In realtà, era tutto così estraneo a me che diventava una complicazione costante sostenere i miei sforzi. Proprio come capita di ascoltare una lingua straniera che non si comprende, ma che si desidera capire di più.

Sotto di me c'era un corpo su una lettiga e non ero sicura si trattasse di me. Ero sconvolta ed atterrita. La lunghezza dei capelli era la mia, ed una gran parte di essi era stata rasata!

Questo può essere un non senso, ma mi ci è voluto molto tempo per farli crescere, ed ho amato così tanto i miei capelli! È stato come perdere un lato importante di me.

Nelle vicinanze ho visto distintamente un'esponente femminile dell'equipe medica. Mi sono sentita attratta verso di lei e non riesco a spiegare il perché. Ma avevo un gran bisogno di essere capita.

Poi ho sentito una voce maschile asserire che c'era del sangue sul timpano del mio orecchio sinistro, e che avrei potuto diventare sorda. "Io non sono sorda! Non sono sorda!" Gli urlavo. Forse la donna sarebbe stata in grado di dirglielo. "Non mi senti? Sono proprio qui!"

A questo punto, mentre le impressioni visive mi confondevano, diventavano anche secondarie al mio desiderio di comunicare verbalmente, perché questo era il modo principale che avevo utilizzato attraverso la vita.




Poi la dottoressa ha soggiunto: "Non sappiamo quanti danni cerebrali ci siano... e se potrebbe trovarsi in uno stato vegetativo..." Le ho gridato: "Io non sono in uno stato vegetativo!" Ero così frustrata e stizzita perché stavo urlando con tutta la forza che avevo, ma era come se non esistessi!

Volevo solo uscire da lì. Quasi all'istante, come se fosse una risposta al mio pensiero, ho avuto la percezione di essere attirata verso una sorta di "Vooom!" diritta attraverso il soffitto e l'ospedale, proiettandomi nello spazio.

Ho visto delle luci. Non so da dove venissero. Ma non me ne importava, perché mi sentivo così libera! Ero stordita dalla facilità di movimento, come se mi stessi innalzando. Provavo una sensazione incredibile di euforia e di inebriamento.

Questo potrebbe sembrare stravagante, ma mi ricorda lo stato in cui si può trovare un cucciolo quando si rotola sull'erba non curandosi affatto del dove stia rotolando. Poi, a distanza, ho sentito un suono bellissimo, come di campane tubolari.

Conteneva ogni singola nota che si possa immaginare, dalla più bassa alla più alta, tutte mescolate insieme. Come musicista ero incuriosita. C'erano così tante tonalità diverse che non sapevo fosse possibile! Ero in riverente soggezione.

Risucchiata a capofitto in un tunnel buio, sono stata condotta dal vento verso una luce lontana che si ingrandiva. Avevo una sensazione di arieggiamento, come se dei grandi, enormi ventilatori mi sospingessero. La galleria era confortevolmente ampia.

Di tanto in tanto oltrepassavo quelle che parevano essere aperture o finestre lungo le pareti. Attraverso queste, ho potuto intravvedere altri Esseri, sia davanti a me che dietro, in simili tunnel paralleli. Sembravano esprimere lo stesso stupore che stavo vivendo io.

Percepivo dentro di me un calore diffuso e mentre mi avvicinavo al termine del condotto, la luce diventava brillante.




Poco prima di raggiungerne la fine ho udito della gente cantare. Era come se tutti gli inni che mai si fossero sentiti si esprimessero in una sola volta, fondendosi insieme armoniosamente!

Ho considerato che non c'erano stati dei canti su Gesù morente, o carmi tristi di sangue e di dolore. Quelli che sentivo, al contrario, erano lodi di giubilo.

Nell'ascolto, ho potuto memorizzarne un singolo brano. In ogni modo la loro melodia congiunta era bellissima, non dissonante! Era adeguata per essere là e non avrebbe potuto mai essere qua. L'esultanza mi pervadeva.

La mia uscita dal tunnel può essere meglio descritta come il distendersi sull'erba sotto gli alberi in una soave e luminosa scena estiva, luogo brulicante di migliaia di persone che cantavano, ridevano e parlavano.

Alcuni suonavano degli strumenti a corda. C'erano dei fiori ovunque in diverse varietà, tanto che ricordo ancora un profumo di gelsomino nelle vicinanze.

Ho osservato anche, tra gli alberi, che i fiori e gli uccelli sprigionavano luce intorno ad essi ed ho notato pure che, sebbene appartenenti alla stessa specie, alcuni avevano più radianza rispetto ad altri.

Ad intervalli, delle colonne ornate sostenevano quelle che assomigliavano a tettoie, creando dei ripari nel parco. A distanza brillava un cancello enorme, l'oggetto più luminoso nel mio campo visivo.

Poi ho visto Debby e Diane venirmi incontro dalla destra, e il signore e la signora Zilk avvicinarsi dalla sinistra. Ero stata molto vicina a Debby e a Diane alla Scuola di Stato per i Ciechi in Oregon.




Debby era deceduto per una malattia idrocefalica quando aveva 10 anni, e Diane era annegata quattro anni prima nella vasca da bagno accanto alla mia camera, per uno spasmo muscolare.

Anche i bambini non vedenti possono essere crudeli, e siccome Debby, piuttosto in sovrappeso, si muoveva pesantemente e non parlava molto bene, e poiché Diane malediceva di frequente le persone, venivano entrambi evitati e presi in giro dagli altri bambini.

Ero dispiaciuta per entrambi ed ho teso loro una mano per questo.

La signora Zilk era un'anziana vicina di casa che mi accudiva come baby sitter quando mia nonna doveva lavorare. Era stata una vera dolce donna che ha dedicato moltissimo tempo ai miei giochi ricreativi.

Debby e Diane si sono diretti con grazia verso di me. Tutti e due sembravano essere guariti interiormente, o in qualche modo migliorati. Sentivo che mi raggiungevano con amore, Diane sembrava avere un desiderio quasi disperato di dire qualcosa.

In un luogo dove il tempo non può avere alcun significato, c'è stato un momento in cui ho saputo ogni cosa, dove tutto aveva un senso. In quel posto ho trovato le risposte a tutte le domande sulla vita, sui pianeti, su Dio, su tutto.

All'improvviso, ho capito intuitivamente la matematica e la scienza per le quali non sono mai stata incline, e non avevo domande in merito. All'istante ho compreso che le lingue erano diventate irrilevanti. Le conoscevo.

Anche senza fare domande, le risposte mi venivano impartite su ciò che avevo sempre desiderato di conoscere.

Costantemente  turbata  dal concetto di Trinità,  ero  consapevole  del  fatto  che il Padre fosse quello che si potrebbe chiamare l'Essere, la Fonte-Dio, che il Figlio ne contrassegnasse l'Azione, e che lo Spirito Santo fungesse da Trasmettitore, da Portatore di Conoscenza.

Ero cosciente che questi Tre Aspetti, visti separati possono apparire anche singoli, proprio nello stesso modo in cui lo sposo e la sposa pur essendo due, in realtà sono uno, essendo complementari l'uno all'altra.

Nell'attimo in cui Debby e Diane si stavano approssimando ed erano quasi a portata di mano, ho percepito un limite attraverso il quale non avrei potuto andare.

Poi è apparso il Cristo... 




La Sua Luce ha saturato la mia visione. Tenendo la mano destra alzata verso di me, ha detto molto nettamente:

"No!", bloccando me e loro dall'avvicinarci gli uni agli altri. Similmente a qualcuno che ci avesse impedito di andare aldilà di una scogliera, oppure di passare oltre un certo punto, poiché non si avrebbe avuta la possibilità di tornare.

Il Suo volto era forte ed amabile. Portava la barba, e i Suoi capelli erano lunghi. La Sua veste, aperta sul petto, aveva una fascia intorno alla vita. Io sto descrivendo una forma, ma l'incredibile Luce che fuoriusciva da Lui la superava in importanza.

Una parte di me poteva a stento reggere la Sua Presenza e potevo a malapena sostenerLa. Era come se la Luce si proiettasse direttamente fuori dal Suo corpo, e questi fosse stato formato da Essa. Ero anch'io luminescente, ma il mio chiarore non era così intenso come il Suo.

Pure Debby e Diane emanavano luce, ma nel Cristo era tutt'intorno a Lui, soprattutto in prossimità della testa dove era circolare, e nel punto delle braccia dove si estendevano raggi luminosi come quelli che si potrebbero vedere da una stella.

Attorno al resto della Sua figura lo Splendore era più uniforme. I Suoi occhi erano penetranti, ma teneri. Avrei quasi voluto distogliere lo sguardo da essi, ma non potevo. Egli sapeva tutto di me, vedeva chiaramente oltre ogni cosa, molto più di quanto io stessa potessi osservare o conoscere.

È stato piuttosto angoscioso essere così totalmente compenetrata, esposta, e nello stesso tempo accettata ed amata. Eppure non desideravo nulla più che essere parte di Lui.

Un tale stato si può paragonare a quelle canzoni che parlano di persone innamorate, dove da un lato vorrebbero fuggire e dall'altro non lo fanno perché attratte.

"Ebbene, ciao," mi ha detto abbracciandomi. Ed io non volevo più stare lontana da Lui, mai e poi mai. Desideravo che mi avviluppasse in qualche modo, per non esserne divisa.





Ero così emozionata per la Conoscenza che avevo appena acquisito, che mi sentivo gorgogliante e leggera mentre cercavo di comunicarglielo per mezzo di una sorta di trasferimento di pensiero. Ed egli disse: "Non è meraviglioso? Tutto è bello qui, ed armonizza insieme.

Ti accorgerai di ciò, ma ora non puoi starvi. Non è ancora il tuo tempo. Devi tornare indietro". Poi aggiunse: "Guarda qua". E subito dopo, ho visto l'intera mia vita, dalla nascita fino a quel momento.

Sapevo che Egli era con me, ma la consapevolezza di qualsiasi altra cosa mi circondasse era scomparsa. In quel processo ho osservato la realtà di me stessa, così come sono stata cosciente dei miei pensieri e sentimenti e di tutti gli altri Esseri coinvolti in ogni avvenimento della mia vita.

Il Cristo ha lasciato che fossi solo io a valutare le cose, per trarne le dovute conclusioni. Mi sono resa conto di essere molto più intransigente di quanto non lo sarebbe stato Lui.

In un episodio, quando avevo nove o dieci anni, Sharon, la mia compagna di camera presso la scuola dei non vedenti, mi ha presentato un nuovo vestito che sua madre le aveva appena fatturato.

Quando ha lasciato la stanza, gli ho strappato tutti i bottoni e il bordo di pizzo. Ero arrabbiata perché desideravo essere curata nella maniera in cui sua madre si occupava di lei.

Perciò, quando insieme abbiamo osservato il mio comportamento nella revisione della vita, il Cristo mi ha detto:

"Già, questo non è molto bello. Ma poi hai fatto la cosa giusta comunque." E rideva osservando che in seguito mi ero scusata ed avevo abbracciato Sharon. Durante tutto questo incontro con Lui, ha utilizzato il mio gergo dialettale in maniera da rapportarsi meglio a me.

Il suo ridere era cordiale e sostenitore. Il pensare alla Sua reazione in tale circostanza mi è stato d'aiuto ad essere meno cupa e tesa riguardo alle cose che i miei bambini hanno fatto di non giusto.



Greg Olsen

Dopo mi ha chiesto: "Cos'hai imparato dalla tua vita?" Ho risposto che ho appreso quanto fosse importante essere onesti.

Poi il Signore mi ha precisato: "Devi imparare ed insegnare maggiormente ad amare e a perdonare. Se la gente lo merita o meno, non è questo il punto. Non si dovrebbe cercare di selezionare quelli che pensi siano degni d'essere perdonati dai non meritevoli".

Si riferiva ad una tendenza, nel mio passato, a perdonare soltanto coloro che mi avevano chiesto scusa. Mi ha inoltre confidato prima del mio ritorno che sarebbe stato difficile, ma di ricordare quello che avevo appreso. In seguito, non c'è stato che il nulla assoluto, per quanto tempo non saprei dirlo.

Improvvisamente mi sono sentita pesante e colma di dolore. Alla fine mi sono svegliata in ospedale per scoprire che avevo una frattura al cranio, una commozione cerebrale, una lesione al collo e alla schiena ed una ferita alla gamba.

Gli eventi che ho vissuto dalla mia seconda esperienza di premorte sono stati incredibilmente duri. Ma ho appreso molto da essi. Ho imparato a separare il peccato dal peccatore ma anche quello di giudicare meno e liberarmi di alcuni dei miei passati sensi di compiacimento e di superiorità.

Infine, sto tentando di prendermi cura di me stessa nel non permettere più ai pensieri negativi degli altri di trascinarmi in basso. Come ha detto il Cristo, il cammino è stato arduo, ma nel percorrerlo sento di essere cresciuta.»