mercoledì 30 ottobre 2024

3 Messaggi di Gesù da Dibitonto, letti da Red Ronnie

 
"Venite a Me" di Howard Lyon

Sebirblu, 29 ottobre 2024

In un momento critico per la storia del mondo, ci sono ancora molti "spensierati" che io nondimeno chiamerei "irresponsabili ignoranti" che si espongono, appunto senza saperlo, alle insidie diaboliche della festa di Halloween, di cui quest'anno non voglio parlare.

Già ne scrissi ampiamente in passato QUI, QUI, QUI e QUI, e quanto ho detto mi sembra abbastanza per aprire gli occhi a coloro che ancora si ostinano a tenerli chiusi. Per tale argomento "scottante" consiglio di leggere anche QUI, QUI, QUI e QUI.

"Voltando pagina", riferendomi perciò al sacro giorno di Tutti i Santi, preferisco onorarli riportando tre intensi comunicati di Nostro Signore, inviati a Red Ronnie da Giorgio Dibitonto i quali, anche se non recenti, riguardano proprio i tempi che stiamo vivendo.




Questo messaggio degli anni '80, ricevuto da Giorgio Dibitonto (autore di "Angeli in Astronave"; ved. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI) è stato letto da Red Ronnie il 27 ottobre scorso.

La decisione di esporre il video relativo a questo profondo ammonimento viene dalla reiterata constatazione della dirittura morale di questo uomo e dalla evidente sua estrema semplicità e pacatezza nella continua divulgazione, da ormai quarantun anni, della sua esperienza meravigliosa.

Gli disse Gesù:

«Il Fuoco di Dio purificherà e rinnoverà ogni elemento vitale del pianeta che sarà poi abitato dagli uomini trasformati nell'Uomo Nuovo.

Il Mio Fuoco eterno, l'Amore, monderà tutta la Terra; nessun orgoglio potrà più risalire dall'abisso a danneggiare gli umani.

Il Mio Trionfo è decretato dall'eternità e la volontà del Padre Mio non può mutare; voglio farvi tornare umili e buoni simili al vostro Creatore.

Io non ho creato il Male e non l'ho mai voluto; Io ho creato soltanto la Luce, ma quando voi la rifiutate, e ne restate senza, ecco la Tenebra che è l'assenza della Mia Luce.

Ho preferito questo per voi anziché lasciarvi cadere nel Nulla che è la negazione totale della vita; capirete questo allorché saprete cos'è il dono della vita.

Il Male è abusare della vostra libertà e dignità per non amarMi e non amare voi stessi e i vostri fratelli. La più grande disgrazia è non amare il proprio Creatore. Chi Mi ama osserva la Mia Parola che è Amore.

Vi rivelerò ogni cosa quando sarete tornati umili e buoni come quando foste creati, allora chi avrà accusato il suo Dio si pentirà amaramente e Mi loderà in eterno. Se così non fosse non sarei Dio.

Non cercate di capire oggi cose più grandi della vostra dimensione. Confidate in Me e chiedeteMi il Paraclito che vi darà un cuore e una mente nuovi. (Cfr. QUIQUI, QUI e QUI; ndr).

Io Sono la vera Scienza e la Conoscenza Infinita: Io Sono. Io sono l'Amore e il Bene immutabili. Io ho permesso il Male perché l'avete voluto.

Ma cos'è questa voce che corre sulla Terra: "Verrà il fuoco per mano di Dio?" Se il fuoco dev'essere sulla Terra, ciò avverrà per mano dell'uomo.

Il Padre Mio accoglie ogni Mia supplica per essa, a pro della quale ho versato tutto il Mio sangue.

Il Mio Fuoco Divino non viene, non verrà dal Cielo come voi potete immaginare con la vostra mente; Egli, il Paraclito, non viene come Fuoco creato.




Io Sono il Dio fattosi Scintilla Divina per ognuno di voi. Io, Signore Dio vostro, non spavento le Mie Creature. Io Sono la vostra Pace e Delizia, il vostro Amore struggente. Io Sono il Dio dolce e benevolo, Giusto e Santo.

Vi amo infinitamente. Amo i buoni con tenerezza perché diventino migliori. Amo i cattivi con dolore perché si ravvedano.

Sono il Dio all'opera per estinguere ogni Male. Sono il Signore, Dio degli eserciti in battaglia contro il Male e la paura. La paura è il violento frutto del Male. In Me e soltanto in Me non potrete più avere paura di nulla.

Nessun essere umano può dire come viene e verrà il Fuoco Divino dal Cielo, ma il Consolatore, il Paraclito, che è lo stesso Fuoco Divino, per volere del Padre Mio può rivelarlo a chi abita in Me ed Io in lui.

Nessuno può dire come avvolgerò nel Mio Amore struggente le Mie creature della Terra e come permeerò del mio Spirito eterno la Creazione.

Giovanni ha descritto come agirà il fuoco creato dagli uomini per distruggere, e come si sarebbe ribellata la Natura, fedele al suo Creatore. Ho mostrato loro un fuoco devastante, fatto dalle mani dell'uomo.

Ho mostrato a Gioele e ai Profeti il Mio Fuoco Divino ed essi vi hanno riferito le Mie parole. Esponi ai Miei portavoce d'oggi gli eventi profetizzati, ma il Mio Consolatore, il Fuoco di Dio, non lo si può raccontare né descrivere.

Ora, che sta per venire su tutta la Terra il Mio ineffabile Regno, prima purificherò gli uomini e le cose col Fuoco del Mio Amore.

Siete vicini al compimento di tali cose e quanto ora accade intorno a voi è basilare per farvi comprendere i Segni dello Spirito.

Il Consolatore si manifesta ai miei veggenti e ai profeti attuali per la Missione loro affidata. Essi sono i Miei testimoni.»

Qui il video:




Ed ecco il secondo messaggio "Scendo a voi coi miei Eserciti Celesti", sempre ricevuto da Giorgio Dibitonto e letto da Red Ronnie il 24 aprile 2024. Segue il video.

Al quesito posto da Red al noto "contattista" su quanto tempo ancora ci vorrà prima che finisca tutto questo pandemonio che mette a grave rischio la sopravvivenza del pianeta, egli ha risposto:

"Ci sarà ancora da penare ma (gli Esseri delle Stelle; ndr) non permetteranno una tale distruzione. Questa è una certezza. Più ci avviciniamo al caos più siamo vicini al cambiamento. Tutto avverrà in un baleno come quando sorge il sole al mattino e l'oscurità si dilegua.

Intanto operiamo per affrettare quel momento e per evitare il peggio. Nessun essere umano può immaginare quanto Loro stanno preparando. Presto si saprà come finisce il tempo degli uomini insensati che sono in procinto di causare il massimo disordine.

Il giorno e l'ora non li può sapere nessuno, ma ti assicuro che tutto sta precipitando ed è molto vicino. Gesù ha ricevuto l'ordine dal Padre di preparare tutto in fretta.

L'Altissimo ha pronunciato il Suo "BASTA". La Madre Divina con i suoi Angeli e la partecipazione dei Fratelli dello Spazio, o Extraterrestri benevoli, sono schierati e operativi. Ad un cenno dell'Arcangelo Michele ogni cosa accadrà in un attimo.

Tutti gli uomini di buona volontà saranno sollevati e trasformati (ossia non vi sarà più il Male, né la morte) e la Terra purificata sarà come il pianeta meraviglioso che ho descritto nel mio libro "Angeli in Astronave". (Cfr. QUI; ndr).




Ormai siamo giunti all'apertura del settimo sigillo dell'Apocalisse, cioè al termine di tutte le profezie."

Dice Gesù:

«Presto verrò sulle nubi del cielo con Grande Potenza e Gloria affinché la vostra gioia sia totale e possiate venirmi incontro nell'aria. Infatti, vi solleverò da terra.

Scendo a voi coi miei Eserciti Celesti per il Tempo della Fine, per fare Nuove tutte le cose.

Sarò in mezzo a voi coi Segni profetizzati per il Nuovo Tempo che è alle porte. Sarò con voi coi Miei segni, con sogni e visioni. Verrò sempre più manifestamente e con Me verranno la Madre Mia e gli Angeli nostri che voi chiamate Extraterrestri.

Costoro verranno a voi con segni nel cielo, sotto i mari e sul suolo della Terra. Sono in Missione di Pace e di Salvezza secondo il Volere del Padre Mio e daranno conferma ai Miei richiami, suscitati nel cuore degli uomini dal Mio Divino Spirito.

Ci mostreremo sempre più e potrete vedere la Gloria del Signore e rallegrarvene. I tempi incalzano. A voi accadrà come a Mosè che vide avverarsi ogni Parola che gli era stata rivolta da Dio.

Gli umani di buona volontà della Terra affiancheranno i Miei Cherubini, gli Arcangeli e tutti gli Operai della Mia Vigna.

I miei Extraterrestri operano per voi in Missioni di Pace e Salvezza nell'aria, sotto le acque e sulla superficie della Terra.

Io sono l'Amore Universale.

Quanti mondi e quante dimore vi attendono! Vi ho preparato un posto beato dove Io Sono e regno in eterno.

Prima voglio rinnovare tutta la faccia della Terra, poi verrò e vi porterò tutti dove Io Sono.»

Il breve video del testo letto da Red:




Infine, ecco il terzo comunicato del Signore: "Con gli Angeli miei distruggerò il vostro Male", inviato a Red Ronnie il 30 agosto scorso: 

«Siete nel tempo in cui farò nuove tutte le cose e conoscerete Cieli Nuovi e Terra Nuova. Si apriranno i Cieli e vedrete venire sulle nubi il Figlio dell'Uomo che Io Sono.

Dissi a Gioele che il Mio Giorno viene come una distruzione dell'Onnipotente. Ma il Mio Giorno non è così. Difatti, permetto questo a causa della vostra ostinazione, ma siete voi ad agire.

Io, Signore Dio, Creatore di tutte le cose, edifico sempre e non distruggo mai. A fare questo è sempre il Male che voi avete accolto, da Me non voluto.

Con gli Angeli Miei lo annienterò insieme alle cause della vostra devastazione, per salvarvi. La provocherete voi per la forza del Male che avete liberamente accolto se non vi convertirete al Mio Amore.

Io, l'Onnipotente, eliminerò il vostro Male per riedificarvi nel Bene.

Mia Madre vi ha invitati a purificarvi a sufficienza, alla preghiera, e vi ha esortati a convertirvi nel cuore. Vi ha ricordato che esiste il vostro Dio, affinché vogliate pregare per tornare buoni e semplici. 

Vi ha mostrato le sue cocenti lacrime per farvi comprendere la Sofferenza del Padre Celeste e la Mia. Avete avuto grandi Segni della Reale Presenza della Madre nelle sue Apparizioni.

Né Io, né il Padre, né il Paraclito vogliamo che la Terra resti nel pericolo.

Ma se voi proseguirete sulla via del Male Io permetterò che vi colgano i castighi da voi stessi preparati e sul pianeta vi sarà una distruzione senza eguali, di fronte alla quale gli Angeli miei piangeranno.

Molti uomini accusano Dio del Male presente sulla Terra, ma quando i loro occhi si apriranno vedranno tutta la loro iniquità e ostinazione.

Eccomi a voi per darvi la Mia Salvezza che non mente, la Mia Verità, il Mio Amore, la Mia Infinita Misericordia, purché mi vogliate.

AccoglieteMi, figli Miei e fratelli, venite a Me voi tutti uomini di buona volontà della Terra. Io vi chiamo e vi attendo, opero Segni e Prodigi per avervi con Me. Chiedo il poco per darvi il molto, in vista del mio Grande Ritorno.




Andate preparando una distruzione senza precedenti e Io vi porto un Tempo di Gioia che non ha pari dalla Creazione. Con poco Io vi farò uscire dal grande Male. Vengo a voi sulle nubi del cielo per salvarvi, ho fretta e allo stesso tempo ritardo perché siate tutti pronti a ricevermi.

Sono l'Iddio Paziente ma non posso più attendere.

Il Male sulla Terra sarà talmente grande che anche i buoni si chiederanno: "Com'è possibile mio Dio?". Vedrete, o uomini di buona volontà della Terra, sempre più la mia Mano Divina Potente e Misericordiosa.

La Madre Mia è apparsa a fanciulli e persone semplici per darvi una grande lezione di umiltà, secondo il mio Vangelo; ma quanti di voi lo hanno compreso? Diventate come fanciulli se volete entrare nel mio Regno.

Io sono l'Iddio Umilissimo.

Quanto mostrai ai Miei Profeti e a Giovanni nell'Apocalisse vado oggi a palesarlo ad un numero crescente di uomini della Terra. Vi rendo docili alla Mia Voce e umili affinché possiate comprendere le Mie cose così come esse sono e non secondo i criteri del mondo.

Il  mio Nemico  tenterà  di intorbidire  le Acque  di Vita Eterna  che  discendono  a voi e di togliervi la Mia Pace. Tutto questo è permesso dal Padre Mio affinché possiate sceglierMi liberamente, ma Io vi aiuterò sino alla fine, se mi vorrete accogliere.

Vi ho garantito che le forze del Male non avrebbero prevalso su di voi. Le vostre vesti rimarranno candide nonostante la continua azione devastatrice del Nemico purché preghiate e restiate con Me.

Saprete che da me viene soltanto il Bene, la Gioia e la Salvezza. Ogni rovina viene dal Devastatore invidioso di Dio e degli uomini. Anch'Io mando i miei Angeli distruttori del Male affinché vi aiutino a costruire il Bene.

Saprete come non è giusto accusare Dio del Male, causa del dolore. Io non l'ho mai voluto e presto lo cancellerò per sempre da voi con la vostra libera volontà di tornare a Me.

Vi mostrerò Segni di luce nel cielo, sui mari e sulla Terra; ve ne darò nel vostro cuore e nelle vostre case. Mi mostrerò a voi nei sogni della notte, nei vostri pensieri e negli affetti intimi. Verrò, Luce fra le tenebre, e non vi potrà più essere menzogna.

Vedrete come Io sia infinitamente Semplice e Buono e comprenderete di avere scelto voi il Male e le sue conseguenze. Vedrete la Grandezza e la Semplicità di Dio. Farò cessare ogni complicazione ed ogni insidia.

Allora avrete la Vera Conoscenza che è la Vera Intelligenza del Bene e la Vera Vita. Nell'Umiltà troverete la Conoscenza Reale.

Non direte più che Io ho permesso il Male ingiustamente, ma direte: "Abbiamo voluto sperimentarlo e abbiamo compreso che non era giusto commetterlo". »

Ecco il video relativo:




Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

domenica 27 ottobre 2024

Il Modo di pregare muta in rapporto all'Evoluzione


Igor Zenin
 

"Et multum laboravi, quærens Te extra me, et Tu habitas in me".

"Ho lavorato molto per cercarTi all'esterno, e Tu abiti in me"
(S. Agostino)


Sebirblu, 27 ottobre 2024

Come si legge, il grande Dottore della Chiesa testifica che l'Eterno è intimo all'essere, e che non va cercato fuori ma dentro di noi.

Nel tempo in cui i giudei volevano lapidare il Cristo, l'accusa era di blasfemia: "Ti lapidiamo per la bestemmia, perché essendo tu uomo, ti fai Dio". Gesù replicò: "Non è forse scritto nella vostra Legge (Salmo (81:6 o 82:6)*: Io ho detto: voi siete dèi?" (Gv. 10, 33).

*(Nelle antiche versioni bibliche, greca e latina, i salmi 9 e 10 sono considerati un tutt'uno che porta il numero 9. Ciò provoca, in molte traduzioni, un cambiamento nella numerazione dei salmi successivi).

Quando scopriremo la grandezza di questa nostra natura divina, a cui si riferisce Gesù, facente capo a Dio? Quando sapremo di essere dèi, l'originaria Scintilla caduta nelle tenebre (ved. QUI, QUI, QUI), e che è della stessa Sostanza del Padre? Come possiamo non esserlo se siamo figli Suoi?

Nell'intimo di noi stessi, nello Spirito, vi è una profondità d'Infinito verso la quale l'evoluzione progressivamente ci ridesta. Ed è in tale Infinito che il nostro piccolo «io» si fonde col grande «IO SONO» dell'Altissimo (ne ho parlato chiaramente QUI, ma confrontare pure QUI, QUI e QUI).

È naturale che, per chi è giunto alla grande scoperta del "Tu habitas in me", la vita interiore si trasformi. Da quell'attimo avviene un evento singolare: crollano gli assolutismi, l'intransigenza, la convinzione che il personale punto di vista sia l'unico rispetto alle visioni altrui.




Il nostro mondo e la sua Scienza (ved. QUI) non si occupano di questo, che pur resta il problema centrale dell'essere: porsi a contatto con la Sorgente e attingere alle Fonti della vita. E ci domandiamo: "Le forme di manifestazione spirituale praticata dalle grandi masse sono adatte per chi sente Dio all'interno di sé?"

Più si avanza e più si entra nelle realtà sostanziali, dove la forma perde importanza e ne acquista l'essenza, più ci si evolve e più si comprende; si diventa perciò tolleranti verso i fratelli minori che oltre non sanno concepire.

Sorge una nuova vita interiore che, al posto di polemizzare, tende a riempire il vuoto dei formalismi con la vibrazione vivificante dello Spirito (ormai rifuggente da ogni contesto rituale più o meno chiassoso) che diventa però immensamente partecipativo con la sua emanazione profonda.

Questa ascesa implica pure, naturalmente, una conquista di libertà. Libertà che, per i molti rimasti ancora "al latte", in quanto impediti dal masticare cibo solido ‒ come diceva San Paolo in 1 Corinzi 3, 2 ‒ è impossibile concepire, se non come anarchia spirituale o addirittura eresia che infrange il Codice stabilito dal Culto.

Costoro, in grande maggioranza, ritengono di aver assolto tutti i propri doveri di "buoni devoti" compiendo o partecipando a qualche pratica, rito o precetto, per poi tornare ad immergersi "nel mondo" sia nel pensare che nell'agire, conformandosi ad esso.

Il Risvegliato sente invece la presenza di Dio in ogni istante della giornata e SA come tenere sotto controllo la sua natura animale. Sa di essere in perenne lotta con i propri istinti e, per riuscirvi, cerca continuamente di rimanere collegato al Padre, senza farsi "risucchiare" da ciò che lo circonda.

Egli può quindi prendersi delle libertà formali che non si possono concedere al tipo comune perché ne farebbe cattivo uso, non avendo nella propria coscienza il senso della Legge.

Ma chi ha questo senso, conosce le tremende conseguenze di ogni errore, anche se saputo  scaltramente  celare;  sa che l'Assoluto vede tutto,  e quanto sia inutile cercare di gabbarLo con adattamenti o scappatoie; egli è consapevole di essere libero ma responsabile, perché dalla sanzione giusta non si evade.

Gli immaturi, gli "infanti" che ancora non avvertono le forze dello Spirito, devono necessariamente essere inquadrati in norme materiali, uniche loro regole di vita, perché quelle puramente spirituali superano le singole possibilità percettive.



La ragione per cui le varie religioni non possono e non debbono concedere libertà ed esigere l'osservanza severa alle regole prefissate sta nel fatto che la gran parte della gente è involuta e per essa la forma è tutto; se le fosse tolta l'espressione concreta, unico punto fermo su cui appoggiarsi (come un bimbo col girello), non le rimarrebbe nulla.

Così, per quanto le varie correnti religiose dettino norme uguali per tutti, le intime differenze sostanziali vibranti fra anima ed anima non possono impedire che ognuno senta e viva il suo credo in maniera diversa, secondo la sua natura, che va dal bigotto al santo.


L'essere dell'avvenire cercherà e pregherà Dio in altro modo; Gli ubbidirà con più amore e convinzione. La vita, così permeata dal "Divino" in ogni suo atto e momento, sarà davvero un'altra cosa.

Quando l'uomo evolvendo raggiungerà e farà suo questo intento, allora cadranno tutte le divergenze che separano e le diversità di superficie ritroveranno l'unità nel profondo. In questo consiste il tanto richiesto "Regno dei Cieli" in cui Dio risiederà negli animi, manifestandosi nelle mirabili opere dell'uomo, consapevole di adempiere spontaneamente alla Sua Legge.

Di conseguenza, anche la preghiera muterà, in relazione all'acquisita maturità dello Spirito. Pregare significa porsi in quell'intimo atteggiamento in cui l'anima cerca di comunicare col suo Divino Genitore. Allora essa, a Lui dirigendosi come una pianta verso il sole dal quale trae la vita, si estenderà dalla periferia verso il centro.

La preghiera è dunque la posizione spirituale dell'«io» singolo orientato verso il grande «IO SONO», l'Infinita Coscienza cosmica del Tutto. I modi di pregare sono tanti e diversi, anche se la forma che li riveste può essere uguale per tutti.

Ciò perché ogni essere è dinnanzi all'Assoluto un povero relativo che conosce soltanto il suo sé personale e non sa quindi rivolgersi a Lui per quello che è in realtà: una Sua "mini-Particella".

Il pensiero, perciò, spazierà nell'infinito: quello dell'umile vecchietta chiederà la grazia per la sua casa e per il nipotino... altri la chiederanno per la salute del figlio, altri ancora estenderanno timidamente la richiesta per la comunità di cui fanno parte, ma pochissimi sapranno unire le proprie sofferenze a quelle del Cristo per il Bene dell'umanità, in piena offerta altruistica.




In prevalenza, si è convinti che per preghiera si intenda unicamente l'enunciazione ripetitiva di una lunga sequela di parole o di giaculatorie, tanto per riuscire a colmare il comune vuoto di pensiero derivante dalla recita abitudinaria di formule scritte e inquadrate in uno schema preciso.

Ma vi è anche chi non può pregare così perché, sentendo la profondità immensa del contatto, preferisce renderlo più intimo e spontaneo con un eloquio d'anima che solleva sacri brividi d'eternità solo ad innalzare lo sguardo verso la Patria celeste.

Arrivati a tal punto, non ha più nessuna importanza la minuscola grazia da chiedere, connessa  ad  interessi terreni,  alla vita transitoria  del nostro piccolo «io».  Quando si è superato l'egocentrismo annullandosi in Dio, non c'è più senso in simili richieste personali, se non per il bene altrui.

Una preghiera così diventa qualcosa di strano per l'uomo comune, incomprensibile ai più, anzi, addirittura esagerata per taluni. Persino tanti "credenti" non riescono a concepire questo tipo di orazione, per loro astratta, evanescente, priva di "costrutto" solido sul quale immettersi come su un binario unico, al fine di non perdersi vagando "fuori dal seminato".

A questa prece superiore, fatta con lo Spirito e non col corpo ci avvia il Vangelo di Matteo (6, 5-8): "Quando pregate, non siate come gli ipocriti che amano pregare stando in piedi nelle sinagoghe e negli angoli delle piazze, per essere notati dagli uomini. In Verità vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa.

Ma tu, quando preghi, entra nella tua stanza e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nell'intimo, te ne darà merito. Pregando poi, non moltiplicare le parole come fanno i pagani, che pensano di venire esauditi in virtù della loro quantità.

Non siate dunque simili ad essi, poiché il Padre vostro sa di cosa avete bisogno prima ancora che glielo chiediate."

Parole queste che indicano la preghiera interiore, nel raccoglimento, con pochissime esteriorizzazioni vocali e senza tanto chiedere, perché l'Eterno già conosce cosa ci è necessario.



"Il Discorso della Montagna" di Carl Heinrich Bloch

Ecco cosa dice Gesù a Maria Valtorta a tal proposito:

"La preghiera è buona e santa cosa, buona cosa è pure meditare e studiare la Sapienza. Ma nulla è più utile all'uomo di una conoscenza: quella di essere convinto dell'esistenza dell'Assoluto.

Quando uno ha conosciuto veramente chi è il Signore, non sbaglia più, sa pregare non con un moto macchinale di labbra dal quale esulano seri propositi di bontà, di perdono, di continenza, di umiltà, ma con vera adesione a Dio, con vero proposito di praticare sempre meglio la Legge per essere da Lui benedetto.

Allorché un essere ha conosciuto chi è il Signore, possiede per sempre la Scienza, la Ricchezza, la Forza, donanti la Gloria vera che non muore in eterno e che piace al Padre Altissimo.

Voi fate, preghiere e preghiere in questi tempi. Ma non servono come dovrebbero. Non pensate che il vostro Dio abbia cambiato la sua Natura d'infinita Bontà e di Paternità perfetta! È che a Lui voi presentate preghiere inquinate da troppe cose.

Spogliatevi della triplice veste che opprime il vostro Spirito e lo contamina. Via l'ipocrisia, via l'odio, via la lussuria. Vi sarebbero altre cose da levare (cfr. QUI, QUI, QUI e QUI; ndr). Ma queste sono le più abbiette ai miei occhi. E siete ipocriti quando venite a Me per funzioni religiose che compite con senso umano e non soprannaturale.

Ma chi volete ingannare? Me? O infelici! Vi potrete ingannare fra di voi, mostrando una parvenza di religione, una maschera, anzi, un volto vero che è di irreligione, perché Religione vuol dire ubbidienza ai desideri e ai voleri del Padre, e voi nelle grandi e piccole cose Gli disubbidite.

Potrete dunque ingannarvi fra voi, ma il vostro Dio non Lo ingannate. Che diresti, Maria, e che faresti se uno ti offrisse un mazzo di fiori o un piatto di frutta tutto sporco o bacato? Che avrebbe fatto meglio a non offrirtelo perché ti ripugna e ti offende. Ecco: Io dico lo stesso della maggioranza delle vostre preghiere.

Odiate. Sicuro. Odiate. E siete così appesantiti nello Spirito che neppure ve ne accorgete di essere pieni di astio verso tutti e di egoismo. Ma che vi ho detto Io? "Se quando stai per pregare ti sovvieni d'aver offeso il fratello o che egli ha qualcosa in cuore contro di te, riconcìliati prima con esso e poi vieni". Condizione essenziale per essere ascoltati è di non avere in cuore l'odio che uccide l'amore.

Come potete venire a Me, che sono Misericordia, quando non siete misericordiosi? Come potete giudicare e pensare che Io, essendo Giustizia, non vi giudichi? Non vedete che odiando chi vi nuoce ‒ e non fu forse il primo, ma i primi foste voi ‒ condannate voi stessi?

Questo è quello che è necessario perché Io intervenga: pentirvi e fare penitenza. Senza queste due cose ogni vostra preghiera, ogni vostro atto religioso è menzogna e offesa che fate a Dio."

(Brano ripreso da "Quaderni del '43", cap. 4, di Maria Valtorta.



       La Potenza della Preghiera  (Ved. QUI).

Chiosa di Sebirblu

Come si vede dai parametri su esposti si tratta di due atteggiamenti inversi, perché passando ad un piano superiore di vita si ha un vero rovesciamento di valori. Non si può pretendere che l'uomo comune preghi in una maniera più sostanziale di quella correntemente conosciuta.

Eppure quella del cuore è la vera orazione, quella che ci porta a contatto con Dio, la sola in cui si ode la risposta e si può stabilire il colloquio. La insistente e reiterata preghiera ordinaria è un monologo, una esposizione di desideri senza conferma, lasciandoci la sensazione di essere soli davanti al mistero che tace.

L'Eterno rimane allora un enigma, l'irraggiungibile "Trascendente" che non è tra noi immanente. Così ci si spiega la riluttanza di alcune anime immature a recitare le orazioni come è stato loro insegnato, ritenendole adatte solo a gente bacchettona ed ipocrita.

Ma se prima non si percorrono i passi iniziali, non si può raggiungere l'opportunità di elevarsi a vette molto più alte per gustare davvero la tenerezza e l'Amore del Padre, esattamente come i bambini che, non partendo dalle aste e dal pallottoliere si trovano poi in difficoltà nello scrivere, leggere e far di conto.

Per questo il modo di pregare è sempre in stretto rapporto con l'evoluzione spirituale raggiunta ed è giusto che sia così!... almeno fino a quando gli eventi, precipitando, non indurranno TUTTI a piegare le ginocchia e ad impetrare dall'Eterno il perdono per la stoltizia e l'apatia mostrata fino a quel momento.

Relazione libera e cura di Sebirblu.blogspot.it

Spunti tratti dal testo "Dio e Universo" di Pietro Ubaldi (ved. QUI).


giovedì 24 ottobre 2024

"Se tu fossi Satana come distruggeresti la Chiesa?"

 


Sebirblu, 22 ottobre 2024

Ecco le risposte che l'Intelligenza Artificiale (AI) ha fornito al noto sito cattolico "Chiesa e post-Concilio"  alla domanda se  un  ipotetico papato  fosse retto  da Satana. È impressionante constatare come esse delineino la realtà che purtroppo stiamo vivendo da quasi dodici anni a questa parte!





«Se in quella situazione mi mettessi nei panni di Satana, con l'obiettivo di pianificare un pontificato che potrebbe essere dannoso per la Chiesa cattolica e per la fede, potrei suggerire le seguenti strategie all'interno di quella immaginaria pianificazione:

1. Confusione dottrinale:

– Progettare un pontificato in cui il pontefice promuove ambiguità dottrinali. I suoi insegnamenti sarebbero pieni di messaggi contraddittori, interpretabili in vari modi. Ciò genererebbe confusione tra i fedeli e aprirebbe la porta a divisioni all'interno della Chiesa.

– Sottovalutare l'importanza della dottrina morale tradizionale su temi delicati come matrimonio, sessualità e famiglia, che potrebbero creare sconcerto tra i credenti più conservatori.  




2. Decentramento del potere papale:

– Incoraggiare le conferenze episcopali nazionali ad avere più autorità per decidere su questioni dottrinali o pastorali, il che porterebbe ad una Chiesa frammentata con interpretazioni contrastanti in diverse regioni. Ciò potrebbe indebolire l'unità globale dell'intera Istituzione cattolica.

3. Eccessiva apertura al mondo secolare:

– Promuovere una forte apertura al dialogo con il mondo secolare, talvolta a scapito dei principi della Chiesa. In nome della "modernizzazione" e della "rilevanza", le posizioni su questioni cruciali, come l'aborto, l'eutanasia o l'etica sessuale, potrebbero essere rese più flessibili.

– Sostenere un falso ecumenismo in cui la Chiesa sembra diluire la propria identità per amore dell'unità con altre religioni o movimenti filosofici.

Incontro di Bergoglio e l'imam Ahmad Al-Tayyeb ad Abu Dhabi; ved. QUI

4. Nomina di vescovi progressisti:

– Posizionare cardinali e vescovi in posti-chiave che promuovano una visione liberale e progressista della fede, allo scopo di alienare i settori più tradizionali della Chiesa; (cfr. QUIQUI; ndr). Questa divisione interna potrebbe essere molto distruttiva a lungo termine.

5. Dissociazione del papa dalla tradizione liturgica:

– Progettare un pontificato in cui il papa mostri indifferenza o addirittura disprezzo per la tradizione liturgica più solenne della Chiesa. Un papa che preferisce cerimonie più informali e meno riverenti, il che causerebbe una frattura tra chi valorizza il rito tradizionale e chi abbraccia le innovazioni. (Ved. QUI; ndr).

6. Scandali e negligenze nella gestione:

– Non adottare misure ferme nei casi di abuso e corruzione all'interno della Chiesa. Un papa che sembra tollerare, ignorare o relativizzare gli scandali, che potrebbero minare la fiducia dei fedeli nell'istituzione. (Cfr. QUIQUI; ndr).

7. Polarizzazione politica:

– Coinvolgere il papa nelle discussioni governative in modo divisivo, alienando alcuni settori politici o sociali. Ciò potrebbe generare una percezione di parzialità all'interno della Chiesa, portando a maggiori conflitti e divisioni tra i fedeli.

L'obiettivo, in definitiva, sarebbe quello di seminare confusione, divisione interna e perdita di fiducia nell'autorità della Chiesa. L'ambiguità su questioni cruciali e la diluizione dell'identità cattolica sarebbero strumenti strategici per destabilizzare la fede dei credenti.

Se ci atteniamo  ad una linea  di  pensiero ipotetica,  penso che  un papa  progettato per minare effettivamente  la fede  probabilmente non promuoverebbe apertamente le eresie. Sarebbe molto più sottile e calcolato, perché una promozione diretta delle dottrine eterodosse si mostrerebbe troppo evidente e causerebbe una reazione immediata da parte dei fedeli e dei difensori dell'ortodossia.

[Espongo il video della partecipazione di Bergoglio al G7 del giugno scorso, svoltosi in Puglia in seguito all'invito di Giorgia Meloni. D'altronde, il suo "feeling" con i potenti del mondo è cosa nota ormai.]




Argomenti a favore dell'astuzia:

1. La natura della Chiesa e la sua struttura gerarchica:

– La Chiesa cattolica ha una tradizione secolare, con una gerarchia ben consolidata e dottrine molto radicate. Se un papa fosse apertamente eretico, ciò genererebbe una crisi di autorità quasi istantaneamente e potrebbe indurre cardinali, vescovi e teologi conservatori a richiederne le dimissioni o addirittura a considerare la possibilità di dichiararlo antipapa.

– Un attacco diretto a dottrine essenziali come la S.S. Trinità o la Resurrezione, per esempio, sarebbe impossibile da sostenere senza affrontare una massiccia resistenza. Sarebbe quindi più efficace attaccare partendo dall'ambiguità e dalla confusione, che renderebbero l'eresia non immediatamente identificabile.

2. Divisione progressiva, non rottura improvvisa:

– Se  un pontefice  volesse generare  una  frattura  profonda  all'interno  della  Chiesa, lo farebbe attraverso sottili reinterpretazioni della dottrina, presentandole sotto il linguaggio del "rinnovamento", della "misericordia" o della "apertura". Queste parole potrebbero sembrare innocue in superficie, ma poco a poco ne corroderebbero la base didattica.

– Il papa potrebbe usare il suo carisma e la sua autorità per reinterpretare problemi controversi come la moralità sessuale, il ruolo dei laici o il rapporto con le altre religioni. In questo modo, alcuni settori progressisti potrebbero vedere ciò come una modernizzazione, e nel contempo i più conservatori vedrebbero con allarme una lenta deviazione.



3. Strategia del gradualismo:

– Invece di fare dichiarazioni dottrinali apertamente contrarie alla fede cattolica, questo ipotetico papa potrebbe lentamente introdurre cambiamenti attraverso gesti simbolici, documenti pastorali ambigui o dichiarazioni informali che non sono un insegnamento ufficiale, ma possono influenzare la pratica pastorale.

Ad esempio, si potrebbe suggerire, senza dirlo formalmente, che certi comportamenti o credenze che la Chiesa ha sempre considerato come peccaminosi potrebbero essere riconsiderati in "determinati contesti". Ciò porterebbe ad una graduale confusione, senza generare una rottura immediata.

4. Dipendenza dai media:

– Un papa che volesse minare la fede potrebbe approfittare dei media per trasmettere messaggi equivoci o controversi, sapendo che i titoli e le interpretazioni mediatiche ne avrebbero amplificato l'effetto. I media potrebbero distorcere o rimarcare alcuni aspetti del suo insegnamento, creando divisioni senza che il pontefice debba dire apertamente nulla di eretico.

Ad esempio, una dichiarazione o un'intervista informale potrebbe essere presentata in modo da suggerire una nuova posizione della Chiesa, causando caos e divisione, senza che ci sia una dichiarazione magisteriale precisa che possa essere condannata come eretica. 


Parole attribuite da Scalfari a Bergoglio
 comparse su 'La Repubblica" del 8 agosto 2019. Cfr. QUI.

5. Mantenimento di una facciata ortodossa:

– Per mantenere la lealtà della maggioranza dei fedeli, questo papa presenterebbe comunque una facciata di ortodossia su numerose questioni. Cioè, in alcuni aspetti fondamentali della fede, continuerebbe ad affermare convinzioni chiave, mentre in aree più controverse seminerebbe ambiguità. In questo modo, i credenti più distratti o meno informati non si accorgerebbero della deviazione dottrinale finché non fosse già avanzata.

Conclusione:

La sottigliezza sarebbe una strategia assai più efficace e sicura dell'eresia aperta, perché consentirebbe di erodere la fede senza generare una resistenza immediata e organizzata. Ambiguità e gradualità sarebbero gli strumenti principali per scardinare la dottrina senza romperla apertamente.

In questa maniera, il papa potrebbe attrarre sia settori progressisti che conservatori, mantenendo l'apparenza di unità e promuovendo cambiamenti che, a lungo termine, potrebbero indebolire la Chiesa dall'interno.»

Chiosa di Sebirblu

A questo punto, constatando l'oggettiva drammatica realtà in cui si trova veramente la "chiesa" oggi, ossia governata dal "Falso Profeta" argentino, guidato da Satana e precursore dell'Anticristo, come si fa a sostenere che si tratti ancora della Chiesa Cattolica fondata da nostro Signore Gesù Cristo e sentirsene parte?

Mons. Fulton Sheen (ved. QUI) in un celeberrimo sermone del 1947 parlava di una sorta di "chiesa" finale che sarebbe diventata il "Corpo mistico dell'Anticristo", e Padre Pio da Pietrelcina (ved. QUI) nel 1960 confidava a padre Gabriele Amorth che Satana si era introdotto nel seno della Chiesa e presto ne avrebbe governato una "falsa".

Per non parlare delle visioni di K. Emmerick (ved. QUI), da lei descritte così bene che qualsiasi dubbio ulteriore su quanto sta succedendo in questi anni alla "fu" Sacra Istituzione risulta fuori luogo, tanto da spazzar via qualsiasi esitazione ad uscirne, come scrisse Giovanni nell'Apocalisse; ved. QUI

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: QUI

sabato 19 ottobre 2024

Gitta Mallasz, i "DIALOGHI con l'ANGELO" e le SS.




Sebirblu, 16 ottobre 2024

Era l'anno '80/'81 quando venni in contatto con un libro eccezionale regalatomi da un personaggio straordinario ‒ Mario Garlasco (ved. QUI) ‒ il quale, oltre ad essere già conosciuto come medico precursore dell'omeopatia in Italia, fondò la casa editrice "Edium" che, per la prima volta nel 1979 pubblicò nella nostra lingua la storia che ora mi accingo ad esporre.

Egli, presentatomi da amici in comune, non conosceva ancora il modo in cui certe 'manifestazioni' potessero aver luogo ma, come studioso, era dotato di una sensibilità particolare che lo poneva in uno stato ricettivo e privilegiato davanti a qualsivoglia richiamo trascendente.

Avevo spesso con lui scambi reciproci su temi che entrambi condividevamo e, visto che da circa due lustri avevo iniziato la mia ricerca spirituale sul senso della vita e la sua continuità oltre la fittizia "barriera" fisica, avevo realizzato che "non siamo soli" e che, come dice l'Oriente, "Quando il discepolo è pronto, il Maestro compare".

E così avvenne per me. In quel lasso di tempo passato, il mio "bussare" alla Porta Infinita fece in modo che una "finestra" si aprisse, inondando il cuore e la mente di una Luce sconosciuta ed elevatissima: l'«Ultrafanìa»* ‒ al fine di trasmettermi la Via, la Verità e la Vita, seguendo le orme cristiche.

*[Emissione angelica di potenti onde-pensiero, chiamate "Nouri" che, percuotendo la ghiandola pineale (ved. QUI) di uno 'strumento' adatto non solo fisicamente, ma soprattutto spiritualmente, ammaestra in modo precipuo sul cammino indicato e vissuto dal Cristo. Cfr. anche QUI, QUI e QUI].

Ebbene, appena aprii il testo mi accorsi della provenienza sublime del suo contenuto e della preziosa opportunità offerta dal Cielo a coloro che, assetati, si predispongono ad accogliere e ad abbeverarsi con l'«acqua» purissima di Gesù‒Amore, estinguendo così, per sempre, la propria sete.

Nondimeno, tali "Dialoghi" non sono per tutti, poiché prima di accedervi e assimilarli è indispensabile avere l'«orecchio» affinato, quel «sentire d'anima» che permette, intuitivamente, di recepirne il profondo significato.


Brian Jekel
Disse l'Angelo:

«Per poter comunicare, io devo abbassare le mie vibrazioni
e voi dovete alzare le vostre...»

Nel momento difficile che stiamo vivendo, simile per certi aspetti al periodo della seconda guerra mondiale in cui Gitta (l'interlocutrice dei dialoghi con l'Angelo) ha descritto l'esperienza vissuta insieme ai suoi amici ebrei, si può constatare quanto l'incertezza, la paura e la divisione siano, di fatto, gli stati d'animo che perturbano e rallentano le vibrazioni umane.

L'Angelo consiglia perciò di elevare il più possibile il tenore dei pensieri, prima di congiungersi con l'Infinito in attesa di una risposta fruttuosa, così come i "Servi del Signore" riducono al minimo la loro frequenza vibratoria per entrare in contatto con gli uomini ed illuminarli.

Ecco l'introduzione che Gitta Mallasz (sopravvissuta all'eccidio perché unica cristiana dei quattro amici), antepose al libro per rendere edotti i lettori non soltanto di quei tragici eventi, ma del modo assolutamente speciale in cui il Cielo si manifestò per sorreggere e preparare quello sparuto gruppo di persone in imminente pericolo di vita.




«Conobbi  Hanna nel 1923  alla Scuola d'Arte di Budapest.  Il suo tavolo da disegno era vicino al mio. Avevo sedici anni. Fin dal primo momento, Hanna mi dimostrò apertamente una così viva amicizia che a me, cresciuta in una famiglia di militari dove ogni manifestazione affettuosa era considerata segno di debolezza, apparve eccessiva.

Hanna (il cui padre era direttore di scuola elementare) era abituata invece alla più aperta atmosfera di una famiglia ebrea, e non provava imbarazzo alcuno ad esprimere i suoi sentimenti. Nei tre anni della scuola, vi fu tra noi il legame di un'amicizia molto intima; ma, dopo gli esami, la vidi solo raramente.

Mentre essa dava seguito ai suoi studi a Monaco di Baviera, io mi gettavo a capofitto nello sport; per cinque anni mi abbandonai all'ebbrezza di quella popolarità quasi idolatra che l'Ungheria riserva ai suoi campioni.

Fu in questo periodo che conobbi Lili: insegnava ginnastica e rilassamento. Ricca di bontà per natura, era di indole dolcissima. I suoi corsi erano molto apprezzati, perché gli allievi vi trovavano qualcosa di più intenso del relax fisico, anche se non riuscivano a definire cosa.

Nel frattempo, avevo scarse notizie di Hanna; seppi soltanto che si era sposata con Joseph, un amico d'infanzia. Egli era un uomo calmo che, malgrado l'aspetto fragile, aveva un'influenza molto positiva su coloro che lo circondavano.

Nel caffè del piccolo villaggio dove in seguito andammo a vivere, ebbi modo di vedere come aspre discussioni politiche si calmavano fino a spegnersi per il semplice effetto della sua presenza silenziosa. All'epoca del suo matrimonio, egli faceva l'arredatore e il disegnatore di mobili.

Alla fine, profondamente stanca di una vita tutta dedita allo sport, decisi di andare a cercare la cara Hanna e suo marito. Abitavano in uno studio luminoso, da cui la vista spaziava sul Danubio all'infinito. 

Con molta pazienza ella mi aiutò a riprendere la mia attività artistica: alla scuola ero stata una buona allieva ma ora, dopo anni in cui avevo conosciuto solo la brutale competizione del nuoto, mi ritrovai incapace di disegnare il corpo umano. Senza la sua guida, non avrei mai ritrovato la gioia di creare. In tre riuscimmo ad organizzare un laboratorio la cui fama si diffuse ben presto.


Gitta Mallasz (1907-1992)

Nel 1934-35 già esisteva in Ungheria l'antisemitismo; così fui io che, grazie alla mia fama di sportiva e alla posizione di mio padre, ufficiale superiore dell'esercito, potei ottenere ordinazioni importanti (commissioni nell'ambito del turismo, esposizioni in Ungheria e all'estero).

Spesso, per non far sapere in ambienti pubblici che i due amici con i quali lavoravo erano ebrei, ero costretta a giocare d'astuzia.

Ma la vera anima dell'impresa era Hanna. Dotata di vivace intelligenza e di capacità eccezionale di concentrazione, essa riusciva a valutare all'istante gli aspetti essenziali di un progetto, sia sul piano creativo quanto nei confronti dell'esecuzione pratica.

La sua logica riguardo ai problemi della vita quotidiana era infallibile, come pure non venivano mai meno il suo buon senso e l'humor. Hanna aveva già alcuni allievi; fra loro, una ragazza di nome Vera che in seguito mi disse:

«Le esigenze e l'intensità dell'insegnamento di Hanna non si limitavano a considerare l'aspetto professionale di un carattere; si rivolgevano all'intera persona, cosicché solo pochi fra noi erano in grado di sopportarlo. Gli altri lasciavano i suoi corsi.

Quando Hanna correggeva un disegno o un progetto, l'autore si sentiva coinvolto nel profondo. Ella riteneva l'espressione plastica (persino la pubblicità più comune) come un riflesso della situazione interiore dell'artista. L'opera diventava un'occasione per rettificare al meglio anche la sua singola personalità; compiva tutto questo con affetto e leggerezza infiniti.

Durante le correzioni, il nostro rapporto con lei assumeva un aspetto completamente diverso dal consueto; i nostri disegni acquistavano ai suoi occhi il valore che può avere una radiografia per un medico. D'intuito, essa passava ad un'altra lunghezza d'onda e diveniva lo strumento consapevole della nostra maturazione umana e di conseguenza del nostro progresso professionale.

Prima di esprimere le sue rettifiche a parole, non aveva la minima idea di quel che avrebbe detto e si trovava infine a dire cose assolutamente nuove perfino a sé stessa.»

(Tutti indizi molto precisi della sua propensione naturale alla medianità superiore, rendendola "tramite" di correnti ultrafàniche soccorritrici. Ndr).


Mario Duguay

Ero una giovane allieva, una discepola; le volevo molto bene. Hanna era la mia maestra incontestabile, e tuttavia non amava il mio attaccamento. Solo molto tempo dopo ho capito l'importanza di questo suo pensiero. Era solita dire: "Ti sarà possibile restare con me per due o tre anni ancora; poi, il Maestro deve esistere in te stessa".

Tentava inoltre di sviluppare in noi quello che definiva L'UOMO NUOVO. Con ciò essa intendeva l'individuo creativo (l'Ego superiore, detto Monade o Particella divina; ved. QUI, QUI, QUI e QUI, ndr), libero dalla paura».

Benché il nostro laboratorio prosperasse, avevamo sempre più la sensazione che quel modo di vivere poggiasse sul nulla. Di giorno in giorno aumentava la cecità collettiva; la marea della menzogna organizzata andava intanto salendo senza tregua (proprio come sta succedendo ora! Ndr); e insieme cresceva la nostra sete di ricerca: dov'era il senso della vita? Dove stava celato?

Tutto questo ci indusse a prendere in affitto una piccola casa in un villaggio non lontano da Budapest. Ci trasferimmo a Budaliget e riducemmo gli impegni di lavoro al minimo indispensabile per vivere. Lili ci raggiungeva ogni fine settimana.

Questo genere di vita era favorevole ad una ben più intensa vita interiore; tuttavia, in quanto a me, dapprima provai solo un senso di vuoto e di attesa. Passeggiavo a lungo nei boschi, quasi aspettando cose che ignoravo.

Ogni sera, dopo il lavoro, ci impegnavamo in conversazioni appassionate in cui l'unica luce era la penetrante intuizione di Hanna, ma ci sentivamo tutti ad un punto morto. (Nessuno di noi praticava la propria religione).

Non riuscivamo a comprendere questo mondo in cui regnavano menzogna e sordida brutalità, e dove il Male sembrava celebrare la sua vittoria. Che senso aveva la vita? Questo non riuscivamo a scoprire, anche se eravamo convinti che esistesse e che l'unico ostacolo al trovarlo era dentro di noi.

Una sera decidemmo che ciascuno di noi avrebbe sintetizzato per iscritto i suoi problemi, così da poterne discutere con maggior profitto insieme agli altri. Di lì a pochi giorni, all'ora del caffè, lessi ad alta voce quello che avevo scritto.

Hanna giudicò il mio diario un "raccogliticcio di idee rifritte" delle quali avevamo ormai discusso più volte insieme. Irritata al massimo dal mio fallimento, cominciai a porre domande alle quali avrei potuto anche rispondere da sola, trovando più comodo rivolgermi ad Hanna e attendere tranquillamente che fosse lei a "scodellarmi" le risposte.»

[Da qui hanno inizio gli appunti presi nel corso dei "colloqui" che ebbero luogo per 17 mesi, ogni venerdì intorno alle tre del pomeriggio.]


Locandina del film (ved. QUI)

Questo è ciò che scrisse Gitta Mallasz all'inizio del libro. Riporto, a seguire, anche le parole conclusive della illuminante raccolta. Lascio ai "ricercatori" VERI la lettura, la riflessione e l'analisi dei "Dialoghi", rintracciabili comodamente anche in rete: QUI.

«L'Armata Rossa si avvicina. Tutto comincia a sgretolarsi: si presagisce la fine. Il 2 dicembre, un'operaia si precipita nel mio ufficio e, tutta affannata, mi dice che una compagnia di soldati ungheresi "Nyilas" ha forzato la porta sulla strada e sarà presto nel laboratorio.

Immediatamente corro fuori, alla piccola apertura segreta che dà nel giardino delle SS, per chiedere aiuto. In quella frenetica corsa vivo gli istanti più cupi della mia vita. Sapendo bene che ogni secondo conta, corro con tutte le mie forze, ma ho insieme la terribile sensazione di essere inchiodata al suolo, come se il peso della Terra intera ritardasse il mio avanzare; con tutta me stessa sento giungere la catastrofe.

Finalmente arrivo. I tedeschi, afferrate le bombe a mano, corrono verso il convento insieme a me. Alla vista delle SS, i nazisti ungheresi indietreggiano. Io sussurro ad un'operaia: "Di' a tutti di fuggire immediatamente!"

In quell'attimo accade qualcosa di incredibile.  Le SS tedesche proteggono la fuga delle donne e dei bambini ebrei dai nazisti ungheresi! Due SS si pongono a guardia dell'apertura dissimulata fra i due giardini pronte a lanciare le loro bombe a mano contro chiunque tenti di opporsi all'azione. Intanto incoraggiano la fuga con gesti vigorosi e grida di "Schnell, lauft schnell!" Tutto questo si svolge sul retro della casa.

Nel frattempo, sulla parte antistante, il caporale SS, l'ufficiale ungherese ed io stiamo a negoziare. Arriva anche padre Klinda e tenta di persuadere il graduato a ritirarsi, ma questi gli volge le spalle e impartisce alle SS l'ordine di deportazione.

Vedo con chiarezza che l'unica cosa da fare è guadagnare tempo. Faccio da interprete fra caporale SS e ufficiale ungherese, imbrogliando il più possibile la situazione.

Per complicarla ancora, dico con voce minacciosa all'ungherese che, se osa alzare un dito su qualcuno di noi, ne subirà personalmente le conseguenze, e gli sventolo sotto il naso il mio certificato tedesco con la svastica, affermando nel contempo che la nostra fabbrica è sotto protezione tedesca.

Provo a dire tutto questo perché il caporale SS non conosce una parola in magiaro e l'ufficiale ungherese, a sua volta, nulla di tedesco. In ogni modo, la croce uncinata fa il suo effetto; vedo chiaramente, dal suo mostrarsi più cortese, che quest'ultimo non vuole rischiare di prendere granchi.

Per nostra disgrazia, tuttavia, è un uomo intelligente e, dopo un attimo di riflessione, si dichiara pronto a ritirare i propri soldati solo se il colonnello SS in persona gli confermerà telefonicamente che la nostra fabbrica è sotto la sua tutela.

Momento cruciale, dato che, ne sono certa, il colonnello SS è all'oscuro delle visite amichevoli dei suoi subordinati. Comunque, il tempo di salire nell'ufficio e di telefonare mi fa guadagnare ancora alcuni minuti, di cui c'è un bisogno vitale.

In effetti, un'operaia riesce a comunicarmi che la maggioranza delle donne e dei bambini è fuggita dall'uscita segreta, verso la foresta; rimangono nella casa solo alcune donne più lente o indecise. Le dico di obbligare tutte alla fuga.

Nel frattempo, il caporale SS è riuscito infine a mettersi in contatto con il suo superiore, dal quale riceve ovviamente l'irato ordine di non immischiarsi nella faccenda. È la fine della mia astuzia. Le SS tedesche si ritirano.

Esco dall'ufficio insieme all'ungherese che con grande stupore constata la scomparsa delle operaie. Do un'occhiata in giardino e rimango agghiacciata nel vedere un gruppo di tredici donne tenute sotto sorveglianza dai soldati magiari. Sono le malate, le indecise, le anziane e le due che hanno deciso di non salvarsi: Hanna e Lili.




Non  fu  desiderio  di  martirio  il  loro;  esse amavano  troppo  autenticamente  la  vita per abbandonarsi senza ragione alla morte. Temevano invece il furore dei nazisti ungheresi i quali, non trovando alcuno da deportare, avrebbero potuto ritorcersi su di me – uccidendomi – benché cristiana.

Inoltre percepivano che dovevo rimanere in vita, convinte com'erano che trasmettere i messaggi degli Angeli era missione mia.

Quel giorno stesso furono inviate a Ravensbruck, in Germania. Una sola delle operaie deportate è sopravvissuta. Mi ha raccontato che Lili, al campo, irraggiava un tale intenso amore che molte prigioniere si offrivano volontarie per i compiti più duri che lei sempre si trovava ad assolvere, spinte dal desiderio di esserle vicine e di provare il conforto della sua presenza.

Mi ha parlato anche di un altro episodio che non ricordo bene, perché ero troppo commossa all'annuncio del decesso di Lili ed Hanna.

Mentre rasavano i capelli alle prigioniere una sorvegliante SS si avvicinò ad Hanna: "Che cosa fai qui tu, con le trecce bionde, gli occhi azzurri e il naso diritto? Sei forse ariana?" E lei rispose: "No, io sono ebrea".

Ancora una volta, non era certamente il desiderio di morire che spingeva Hanna a dichiararsi tale. Lei, che per 17 mesi aveva trasmesso la PAROLA VERA, era diventata incapace di pronunciare anche una sola menzogna.

All'avvicinarsi degli "Alleati", il campo fu evacuato e le detenute – private dei loro indumenti – vennero ammassate, quasi nude, in carri bestiame dai vagoni piombati, dove stavano in piedi. Le donne vi morirono di fame e di epidemie in mezzo ai loro escrementi.

Una volta al giorno, le aguzzine SS aprivano i vagoni e le prigioniere gettavano fuori i cadaveri. Hanna e Lili morirono a poche ore di distanza l'una dall'altra.

Poi, veniva fatto firmare alle sopravvissute un attestato che dichiarava tutte le morti come "decessi naturali".

Nello stesso tempo del trapasso di sua moglie Hanna, Joseph moriva in un "campo di concentramento" in Ungheria. Tutte le donne e i bambini che erano fuggiti attraverso il Giardino delle SS sono invece sopravvissuti.»




Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it