mercoledì 28 dicembre 2022

CHICCA di fine anno: chi ha ORECCHIO pronto CAPIRÀ!

 
Foto di Maurizio Pignotti


Sebirblu, 27 dicembre 2022

Ecco un dettato senza tempo dai Piani Infiniti (proveniente da "La Voce" ved. in etichette), che i VERI risvegliati di Spirito comprenderanno di sicuro.

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«Camminando lungo un sentiero io vidi scritto a caratteri di fiamma: AMORE.

Osservando le vie del cielo negli agglomerati stellari, nelle associazioni e dissociazioni delle energie, io scorsi cader del fuoco sopra un astro denso, e questo fuoco era: AMORE.

L'astro denso sussultò, ed io vidi scritto a caratteri oscuri: TERRA.

Scendendo verso il centro di questo astro vidi gli uomini che apparivano mesti e grevi, sotto un peso non visibile. Un uomo d'alta proporzione, con occhi di fiamma, disse a me: "HANNO PERSO L'AMORE!".

E dal lato d'Oriente vidi una figura bianca simile ad ANGELO, non aveva spada, dai suoi occhi cadevano perle; erano lacrime contenute per l'affanno dell'umanità. (Cfr. QUI; ndr).

Dal lato d'Occidente un'altra figura, ieratica, portava una grande corona d'oro, teneva in mano un arbusto con bacche d'oro, e diceva: "QUESTO È IL MIO REGNO". Allora io vidi offuscarsi il cielo per tremito convulso.

Scomparve l'Oriente dal mio occhio. L'umanità fu avvolta da un fumo grigio e udii cantare l'inno dell'egoismo, fratello dell'odio.

Vidi ancora, dal Centro, scendere una grande colonna di fuoco, la Terra si scosse per sussulto interno, gli elementi sconvolti dalla tempesta si congiungevano a colonne e si disgiungevano, allora si formò all'istante, per vento folle, un'alta montagna, e su di essa apparve il più grande dei Soli.

Una Voce tuonò: "Sarete divisi a tre a tre, sarete moltiplicati a sette a sette, fino a che raggiungerete l'unico gradino che porta il Cerchio chiuso attorno all'Uno". (Il Tre è il numero potenziale perfetto; il Sette indica evoluzione; ved. QUI; ndr).

Io chiesi: "Ma che è mai questo?" E la Voce, simile a tuono, rispose: "È l'Amore che torna agli uomini. Esso è il Sole della Vita, irradia le pupille, aumenta il seme nelle viscere della Terra, fa tremare il filo d'erba; i venti della tempesta inneggiano a Lui, unico Signore".»



"Il Cristo glorificato" di Howard David Johnson  

«Raccogliete la parola che stabilisce un contatto fra gli abitanti del mondo fisico e l'Infinito, Io sono forza e pensiero, lo sapete da sempre, vi esorto ad ascoltare con l'alto udito d'anima.

In questo attimo, vi svestite della figura corporea, allentate le energie pesanti per spaziare in quel Principio di Luce, che si rende manifesto per grazia. Che cos'è la grazia? L'ignorate? No. È uno stato di purezza che s'innesta nell'anima quando questa sa librarsi come colomba verso l'Infinito.

Venite con Me! Guardate coi Miei occhi, ascoltate, e raccogliete. Chi osa definire il Cristo? Gli umani hanno tentato tutte le vie, si sono addentrati nei labirinti filosofici, si sono portati qua e là alla ricerca di documenti.

Le voci di tramando molte volte si sono fermate, e nella trasmissione si è incisa la parola che non fu pronunciata, perché essa costituiva il mistero di Lui, Cristo! Gesù! Due Nature Sostanziali, e qui è tutto il mistero.

L'una appartenente all'Infinito, perché Unità Potenziale Assoluta; la seconda facente parte del movimento intrecciato della vita, ed era il veicolo, mediante il quale il Cristo Potenza si manifestava all'umanità.

Che cosa hanno visto gli umani di Lui, che cosa hanno udito e che cos'hanno raccolto? Si è raccolto ben poco, si è udito ancora meno, perché il sigillo ermetico di ogni Sua espressione è e rimane. "E allora a che è servito il suo passaggio sulla Terra, se nulla dice, se tutto resta come se Egli non fosse venuto?"

Questa è l'espressione di coloro che non hanno inteso, che non sanno intendere, e che dovranno camminare assai, prima di poter dire: "Sì, Egli È".

Ma che cos'è,  che cosa rappresenta,  perché la tragedia si è compiuta,  a quale scopo,  se tanti altri prima di Lui e dopo ancora sono venuti? Sì, sono venuti umanamente, come tutti voi, con qualche sigillo in più.

La piena Verità chi l'ha posseduta, se non Lui? La Sua figura bianca scompariva e riappariva nella dimensione temporale; Egli era manifesto a coloro che sapevano guardarlo, e ognuno vedeva in rapporto alla propria capacità evolutiva spirituale.


Greg Olsen

Ecco perché Io dico: "Non è stato visto, e ancora nell'ora vostra nessuno Lo vede e pochissimi Lo sentono. Camminava Egli come tutti gli umani per le strade, ma non lasciava impronta, il Suo piede fisico calcava la pietra, eppure la sorvolava, così come sfiorava le acque; andava in giro a fianco dei Suoi, e in un attimo era lontano".

Può fisicamente un uomo mutarsi così, da un istante all'altro? No. Ecco il Principio manifesto della Sua Divinità. È vano quindi far congetture: di Lui non si può parlare, ve l'ho detto e ve lo ripeto.

I tentativi fatti sono da considerarsi come aspirazioni d'anima, quando chi ha scritto ha cercato di tradurre di Lui, l'AMORE; ma tutti gli altri, coloro che hanno voluto analizzare nel senso umano di critica, costoro hanno deviato, si sono smarriti, perché Egli non si lascia afferrare se non da chi ama.

Voi possedete il Suo Volto, lo possedete tale e quale Egli era, ma solo in quegli attimi in cui il vostro io e la vostra anima sanno attingere alla Sua unica fonte.  Proseguo:

– Il segreto è qui: vi furono due nascite (quella di Maria e quella del Cristo; ved. QUI; ndr), non nel senso fisico bensì sostanziale. Di quale natura? Non si tratta di natura umana, ma di vibrazione divina che permise di avvolgere ciò che si chiama "mistero" entro una nebulosa dal chiarore stellare.

Si continua a parlare di una Madre, senza riflettere che il suo Spirito è essenzialmente femminile, materno. Ecco perché si può dire: Egli ebbe una Madre, ebbe in Sé l'ala della Colomba. Se lo Spirito di Sapienza è di raffigurazione maschile, perché Lo si rappresenta come Colomba? Leggete nel simbolo. Madre: Colomba. (Cfr. QUI; ndr)

L'espressione tangibile della Sua Divinità, della Sua "non nascita terrena", sta nel sigillo: "Questo è il Mio Figliolo, nel* quale Io Mi sono compiaciuto, perché oggi L'ho generato". Questa è la Realtà. Che cosa si intende per "oggi"? L'attimo stesso in cui si mostrava; perciò, ogni volta che la Sua manifestazione si rendeva tangibile, Egli era nato per l'umanità. (*nel e NON del, quindi Dio stesso! Ved. QUI; ndr).




Capirete profondamente astraendovi, come vi ho detto, dal piano fisico, penetrando là, dove la Luce è bagliore e anche tremore. Spirito, Fuoco, Sangue, Vita. Il Battesimo è quello del Suo Sangue: non è più l'acqua che rigenera e rinnova, è il Sangue che vivifica, e per Battesimo si intende il contatto che Egli assunse direttamente con l'umanità, contatto che ancora rimane e che non si disperderà in eterno.

"Io sarò con voi sino alla fine dei secoli, per l'eternità". Questa è l'espressione, e non è vana; non è più un fatto di fede, è un fatto reale, tangibile, vivo, come voi vi sentite vivi dentro la vostra figura fisica, dentro il vostro pensiero, che pulsa, spazia, irradia.

Che cosa dovete credere?  Al miracolo per fede?  E Io vi chiedo:  "È la fede che genera il miracolo, o è il miracolo che genera la fede?" Ciascuno risponda entro di sé. É sufficiente che questo linguaggio arrivi direttamente.

Corpo Luminoso, Radiazione Ininterrotta! ("Io sono la Luce del mondo"; Gv. 8, 12-20, ndr). Ecco perché Egli ebbe tutti i volti e nessuno: uno soltanto, quello di Luce e Potenza in unione al Padre. Io definisco il Suo Volto terreno "il triangolo geometrico che contiene tutti i triangoli potenziali della Vita", solo così si può esprimere il Cristo umano, Gesù manifesto.

Non soffermatevi su tutto quello che è stato scritto; molte furono le aggiunte per necessità di dare in lettura alle menti ristrette qualcosa perché venisse concepita una fede. La fede è un innesto. Si sveglia nell'essere quando il dolore maciulla e quando la sofferenza porta il sigillo dell'Amore. (Cfr. QUI; ndr).

L'impronta di Lui è ovunque! Camminava sulle acque; chi Lo vedeva Fanciullo, chi Lo vedeva Uomo già adulto, ed altri vedevano un Uomo gigante, la cui testa si perdeva nei cieli.

Questo suggerisce la diversità evolutiva spirituale di coloro che guardavano. Anche i Suoi, anche quelli, Lo sentivano e Lo percepivano in modo diverso. "Egli è con noi" e l'altro soggiungeva: "Non c'è più, è scomparso".

Mantenete voi la fede che avete assorbito leggendo? Se ciò non disturba la vostra anima accoglietela, se non è sazia di quel che leggete, andate oltre e cercate, troverete sempre la corrispondenza.

Non vi è nascita,  ricordate. Scese e si formò  per la necessità  del vostro riscatto e della vostra evoluzione. In quel sublime intervento Egli fu Quale doveva essere, la Manifestazione Figlio, e più tardi, quella dell'Uomo Dio.



E chi vi ha detto che avesse un'età? Non ne possedeva alcuna, perché Egli non era stato fatturato col seme umano. E la Madre? Quale germe l'aveva fecondata o meglio, quale Forza spirituale animava il suo corpo fisico? Ella era partita dallo stesso punto, dalla stessa Potenza in atto e rappresentava la Colomba che, stendendo le ali, fendeva i cieli per manifestarsi su di Lui al Giordano. Sigillo ermetico. (Cfr. QUI; ndr).

Con ciò, non intendo trascinarvi dove non potete arrivare. Non rivoluziono il vostro pensiero. Mantenete la fede giacché la possedete, seguite la via che vi siete tracciati, non lasci uno la sua strada per entrare in quella dell'altro per mimetismo, soprattutto ricordate questo: Egli si manifesta ai peccatori, a coloro che stanno per perdersi, perché sono quelli che Egli vuol salvare, non gli altri.

Costoro hanno già l'equilibrio, conoscono il Suo Volto e non lo cercano perché già Lo posseggono. È la dimostrazione del Suo Amore: è questo il Suo ininterrotto donarsi. Quando voi Lo guardate, chiedetevi: posso io alzare gli occhi dell'anima mia in questo istante? Come Lo vedrò?

Ripeto: tutti i Volti Egli possedeva, e il Suo sguardo penetrante arrivava là dove la congiunzione animica si lega all'organismo, e quindi Egli conosceva intrinsecamente le due Nature. Ed è per questo che fu umano, Egli, il secondo Adamo.

Vi trascino ancora all'interno del mistero. Perché il secondo Adamo? Perché Egli rinnovò la prima umanità caduta, riscattò la deviazione arbitrale (ved. QUI, QUI e QUI; ndr), volle lasciare il proprio Sigillo armonioso ovunque, anche verso quelli che Lo guardavano con pietà.

Si può avere pietà per l'Iddio vivente? Costoro erano dei meschini, e ve ne sono ancora nel mondo, tantissimi, troppi. Ecco perché l'umanità oscilla. Qualcuno può soggiungere: "E allora, tutto quello che c'è stato tramandato? Si parla di tentazioni, si parla di lotta accanita col demonio. Tutto questo deve essere gettato via, lasciato da parte, non analizzato?"

Un Dio che lotta col demonio? Esiste il demonio? Si è visto precipitare dal cielo, squarciare la Terra, innestarsi in essa come fuoco acceso con fiamma fumosa. Sì, il Male.


"La Caduta di Lucifero" di Gustave Doré

Ma quale Male, se la Potenza Infinita ha in Sé tutto il Bene, tutta la Luce? Il male umano, il male generato dalla materia infeconda, dalle passioni, da tutto ciò che è corruttibile, da tutto ciò che è densità, perché quello che è Spirito ascende, non precipita.

Non è solo un insegnamento, è la manifestazione tangibile della caduta involutiva delle forze, della totalità delle energie: il demonio va inteso come il graduale impeto magnetico elettrizzante che afferra l'anima quando questa entra nella via del Tempo.

Avvicinatevi al Volto di Lui, cercate di penetrare nella Sua Luminosità trasparente. Giovanni posò la testa sul Suo petto e disse qualcosa che non è stato riportato:

"Sentivo il palpito di un Cuore ed un calore corporeo ma, pur toccandoLo, percepivo il vuoto, eppure Egli era là, in mezzo agli altri, e parlava, ed esponeva il grande Mistero".

Ma che cos'è tutto ciò se non il palesamento vivo della Divinità? Non parlò Giovanni per suggestione o per infatuazione, rivelò la Realtà che sperimentava in quell'attimo. "Io sono Uno col Padre". Diceva così per non rendere manifesto il Suo Sé Potenziale.

E su questo gli uomini si sono fermati, lungamente fermati. Tutti i dotti che hanno raccolto qua e là, e coloro che hanno tanto meditato cos'hanno prodotto di Lui? Un Gesù umano, una "carne" troppo caduca, simile a tutte le altre, mentre in sostanza non lo era. Ecco perché giustamente si può dire "Natura Divina": Fuoco che consuma donandosi di continuo.

Sul monte, presenti tutti gli altri, Egli scompare, eppure si ode la Sua Voce. Quella stessa Voce parla a voi nelle ore crude della vita, parla soprattutto quando vi sentite abbattuti, quando il dolore bussa alla vostra anima, quando dite: "Perché... perché, oh Signore?!". Allora il Volto che voi supponete è un Volto umano.

Voi volete un Cristo che dolori con voi: eccolo là, con la testa in abbandono, con gli occhi tristi. Se invece dite: "Signore, Tu Sei, io so che Tu Sei", allora davanti a voi avrete la Potenza Solare che vi investe e vi vivifica. "Chi sa ascendere a Lui?". Egli disse "ascendete", non fermatevi! Le trasparenze diafane del Suo Corpo, voi le vedete inalterate andare qua e là, senza gravame.



V'è chi soggiunge: "Egli mangiava, beveva e dormiva". No. Egli non mangiò, non bevve e non dormì, perché queste necessità sono inerenti agli organismi grevi, e quando i Suoi dormivano, Egli intendeva chi vegliava: "Dormi Giovanni, non scrutare Chi Sono". Questo Egli disse a Giovanni che sentiva non l'Umano Gesù, ma il Cristo in Potenza, mentre per gli altri che meno comprendevano usava il linguaggio del Padre.

Questa è rivelazione tangibile e viva. È concesso a voi dissuggellare? Per rompere il sigillo occorre mano d'Angelo. Siete voi puri come gli Angeli? No, perché abitate la Terra. E allora il suggello viene tolto da Lui stesso.

Egli apre i Cieli infiniti, si manifesta e dice: "Io sono Padre e Madre perché nella Mia Potenza contengo il duplice Amore: con Esso vi sorreggo; mantengo il movimento celestiale degli astri, ed è sempre per tale possente vibrazione d'Amore che aumento il pulsare infinito delle energie e do a voi umani quel tanto che vi necessita quale realtà idonea ai vostri sensi e alla capacità intellettiva".

L'umanità scarta tutto ciò che non può afferrare, che non può porre sotto il controllo della logica, della ragione, e quindi è la sicurezza che occorre all'essere. Da essa estrae una norma, una dottrina, una scienza.

Distrugge per contraddizione, perché l'uomo adamitico vuole dominare nel Tempo. "Tutte le leggi si rendono palesi ‒ dice l'uomo ‒ tramite l'indagine si arriva a demolire ciò che altri hanno edificato ritenendolo un credo certo". No, voi non demolite affatto, voi constatate, e la constatazione vi porta lontano dalla Realtà. Miglior cosa sarebbe dichiarare l'impossibilità di afferrare coi sensi umani e con la mente il Vero, il Divino.

Egli non è un mito, è un Volto vivo, pulsante, è nel vostro respiro. E così fu detto del Cristo: Egli era ed è l'alito vitale, il soffio delicato del vento, la fiamma ardente che s'innalza al cielo, l'acqua dolce che scorre nei bacini. Egli è il canto ininterrotto della natura. Egli È in voi. (Ved. QUI, QUI QUI; ndr).



Camminate, amici Miei, lungo la strada sassosa (e non tra le nuvole... ndr). Levatevi la benda, lasciate che il Sole Infinito vi percuota in pieno col Suo raggio, non è un Sole che acceca come quello fisico, è un Sole vivificante, è il Sole Unico.

Tutto in Lui è innestato. Che cosa vedranno i vostri occhi lasciando la vita terrena? Dovete pur pensare a questo viaggio eterno! Essi vedranno la Potenza-Cristo. E come Lo vedrete? Chi Lo ha amato come semplice Gesù, tal quale Lo rivedrà; chi Lo ha sentito come forza dominante non oserà guardarLo, poiché sa che il Suo Volto non ha linee; chi Lo avrà mirato come Potenza innestata nella natura e nelle energie si sentirà scosso come fosse in un turbine.

Così si svelano i tre gradi evolutivi esistenti negli umani. Voi siete quelli di allora. Siete l'umanità seconda. La terza ammirerà il Cristo nel mutamento radioso della Sua Eterna Manifestazione, perciò gli uomini di domani (ovvero quelli di oggi; ndr), avranno rotto gli argini e la Terra sarà trasformata in raggiante moto, per poter accogliere direttamente la Verità senza veli. Così voi sentite il procedere armonioso della Giustizia.

E ancora ricordate:  il geometrico triangolo  sta al di sopra di voi,  non in un cielo fisico che voi mirate nelle trasformazioni atmosferiche dell'energia, no, nel cielo dell'anima, nella vostra singola individualità.

E il soffio del Fuoco giungerà alla Terra per la sua purificazione. La Terra presa nel senso fisico ha  necessità di essere purificata. La massa delle energie è sottoposta ad una Legge di rinnovo? Ebbene sì, per evoluzione energetica di tutte le forze singole e composte.

Sarete avvolti voi dal Fuoco, che arriverà dal cielo. Prima del Fuoco giungerà una Colomba. Colomba = Spirito per la Legge, Spirito significa forza, ali che s'intrecciano e che si legano.

I due simboli: il Pesce rappresenta la radiazione del Corpo luminoso del Cristo (lo Spirito) nel passaggio terreno; la Colomba dalle ali tese, frementi d'Amore, raffigura la forza Sublime Eterna.




La morte? Egli subì la morte! Se Egli non aveva corpo, non morì. Fu un'apparenza, fu tutta un'illusione ottica, una forza suggestiva, e il Sangue sgorgò dalla ferita, da tutte le ferite, e allora? Non morì la Divinità, chiuse il periodo di Tempo, chiuse la parte della Redenzione nel sigillo faticoso umano e lasciò in eredità l'Esempio della fatica a tutti gli uomini.

La tentazione arrivò ai piedi della Croce: "Se tu sei Figlio di Dio scendi da quella Croce". La medesima tentazione fu detta (dopo essere stato trasportato; ndr) sul Tempio: "Se Tu sei Figlio di Dio buttati giù". 

Era una voce reale o un insegnamento per avvertire gli uomini di guardarsi dal Male? La voce era reale e costituita da tutta la massa umana che nega, che ama soltanto la materia passionale piena di infecondazione.

Non a Lui dunque andava la tentazione! Il Divino non poteva essere tentato! Ma a tutti coloro che sedotti dalle vibrazioni delle energie, dalle bellezze delle forme si sarebbero smarriti dentro di esse.

Salvare. Ecco perché Egli si manifesta a quelli che vogliono perdersi. Fermatevi sull'espressione "che vogliono perdersi". Una forza potenziale d'arbitrio è in questa parola: siete liberi di penetrare nei labirinti e di scendere sempre più in basso, e quindi di entrare nelle "portae inferi". Ma Egli è la scala: salite se potete, e se non potete fermatevi ai piedi di essa, invocate il Suo Volto, quello solo è vivo e VERO.

In questa realtà Io vi chiamo e vi schiudo la Porta Infinita: entrate. La luminosità che emana dall'apertura è potenza d'attrazione; l'altra porta è al fianco, la destra e la sinistra. Anche questa vi invita, ma ha miraggi di luce assai opaca, è la seduzione passionale, è la vita della contingenza.

Voi replicate: "È la necessità". Ed Io vi dico che essa è in proporzione alla vostra capacità spirituale. Più vi innalzate e meno la sentite. Non gridate: "La nostra natura ha bisogno d'essere alimentata, occorre pane materiale, non pane sostanziale".

Egli vi ha elargito il duplice pane di vita. Entrate dunque, troverete un angolo per riposare lungamente. Non vi parlo di eternità in questo momento, vi parlo della vostra esistenza che può essere sostenuta, se lo volete, dalla Forza Potenziale, dalla Luce del Suo Corpo Luminoso. Sarete lavati dall'acqua che è la stilla rugiadosa delle Sue lacrime, le quali stabilirono il contatto fisico con la parte sostanziale.

La congiunzione fu precisa, netta, unica, fate che queste lacrime entrino nel vostro io in ogni attimo. Allora le vostre membra saranno quelle Sue e la vostra anima sarà il volto di Lui, l'Unico, Colui che in eterno È!»

Ad Maiorem Dei Gloriam


Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: pagina iniziale del 1° vol. dei "Brani Ultrafanici" ‒ scaricabile QUI.


domenica 25 dicembre 2022

La Luce avanza! Rendendo ancor più ciechi i ciechi.




Sebirblu, 25 dicembre 2022

Ripropongo nella Santa Notte magica di Nostro Signore una chicca preziosissima lasciataci da Pietro Ubaldi (ved. QUI) affinché chiunque desideri innalzarsi verso il Sublime, abbia una traccia per poterlo fare: 

‒ A ricordo del passato, una dolce Luce albeggia all'orizzonte del mondo fenomenico. Nel triste grembo della sua indifferenza, il pianeta si prepara ad accogliere, ancora una volta, la Ricorrenza Sacra che i più ormai rigettano, trattenendone soltanto il lato formale.

Il momento è solenne. L'Universo assiste alla genesi della Meraviglia suprema, maturata nel suo seno attraverso incommensurabili periodi di lenta preparazione, quasi conscio da quale sforzo titanico della Sostanza scaturisca nel suo punto culminante,  la  sintesi  massima:  la Via,  la Verità,  la Vita.

Viene alla luce il Raggio regale più mirabile e bello, in cui limpido traspare il concetto della Legge d'Amore e il pensiero dell'Altissimo.

Dio, sempre presente nel profondo delle cose, si mostra chiaramente, e la Sua strabiliante apparizione, nella fitta oscurità raggiunta dal genere umano, si avvicina alle Sue creature.

Il  cuore  e  la mente, sfioranti regioni sempre più alte, erompono  in un  inno  di  lode al Creatore; la voce si fonde nel canto immenso di tutto il Creato.

Di fronte al Mistero, nell'attimo supremo della Manifestazione, tutto diventa espansione  mistica,  l'arida  enunciazione  si  accende pervasa  dal  soffio  sublime.

Nel momento più buio della notte aleggia negli spazi un alito divino. Seguendo il cammino della Stella, la vibrazione-pensiero si illumina percorsa dall'Immenso... e si raccoglie in preghiera:




"Ti adoro, recondito Io dell'Universo, Anima del Tutto, Padre mio e Padre di tutte le cose, respiro mio e respiro di tutte le cose.

Ti adoro, indistruttibile Essenza, sempre presente, nello spazio, nel tempo ed oltre, nell'Infinito.

Padre, ti amo, anche quando il Tuo respiro è dolore perché il Tuo dolore è Amore; anche quando la Tua Legge è fatica, perché la fatica che la Tua Legge impone è la via delle ascensioni umane.

Padre, mi immergo nella Tua Potenza, in essa mi riposo e mi abbandono, alla Sorgente io chiedo l'alimento che mi sostenga.

Ti cerco nel profondo ove Tu sei, donde mi attrai. Ti sento nell'Infinito ove non giungo e donde mi chiami.

Non Ti vedo, eppure mi accechi con la Tua luce; non Ti odo, eppure sento il suono della Tua voce; non so ove Tu sia, eppure Ti incontro ad ogni passo; Ti dimentico e Ti ignoro, eppure Ti ascolto in ogni mio palpito.

Non so individuarti eppure verso di Te gravito, come gravitano tutte le cose, verso di Te, centro dell'Universo.

Potenza invisibile che reggi i mondi e le vite, Tu sei nella Tua Essenza, al di sopra di ogni mia concezione.

Che sarai Tu mai, che io non so descrivere e definire, se il solo riflesso delle Tue opere mi acceca?

Che sarai Tu mai se già mi stupisce l'incommensurabile complessità di questa Tua emanazione, piccola scintilla spirituale che tutto mi anima?

L'uomo Ti insegue nella scienza, Ti invoca nel dolore, Ti benedice nella gioia. Ma nella grandezza della Tua potenza come nella bontà del Tuo Amore Tu sei sempre oltre, oltre tutto il pensiero umano, al di sopra delle forme e del divenire, un lampo nell'Infinito.

Nel muggito della tempesta è Dio, nella carezza dell'umile è Dio; nell'evoluzione del turbine atomico, nel lancio delle forme dinamiche, nel trionfo della vita e dello Spirito è Dio.

Nella gioia e nel dolore, nella vita e nella morte, nel bene e nel male è Dio; un Dio senza confini, che tutto comprende e stringe e domina, anche le apparenze dei contrari, i quali guida ai suoi fini supremi.

E l'Essere sale, di forma in forma, anelante di conoscerTi, ansioso di una sempre più completa realizzazione del Tuo pensiero, traduzione in atto della Tua Essenza.

Io Ti adoro, supremo Principio del Tutto, nella Tua veste di materia, nella Tua manifestazione di energia; nel perenne rinnovellarsi di forme sempre nuove e sempre belle, io adoro Te, Concetto, sempre nuovo e buono e bello, inesauribile Legge animatrice dell'Universo.

Ti adoro, gran Tutto, sconfinante oltre tutti i limiti del mio Essere.

In questa adorazione mi anniento e mi alimento, mi umilio e mi accendo, nella grande Unità mi fondo, e nella grande Legge mi coordino, perché la mia azione sia sempre armonia, ascensione, preghiera, amore."



Così pregate, nel silenzio delle cose, guardando soprattutto verso il profondo che si trova dentro di voi.

Pregate con animo puro, con slancio intenso, con fede potente, e la radiazione animica, armonicamente sintonizzata con la grande vibrazione, conquisterà gli spazi.

E una voce udrete, di conforto, raggiungervi dall'Infinito.

Pietro Ubaldi 

Post Scriptum di Sebirblu

Auguro a tutti voi, gentili Lettori, un sereno S. Natale ed un migliore anno nuovo, ringraziandovi della squisita attenzione che prestate al mio blog, onorando così il mio lavoro.

Vi offro altresì, in questo speciale tempo critico, un particolare e toccante ricordo della notte di Natale 2016 nella Cattedrale di Notre-Dame de Paris, quando ancora la bellissima Basilica era intatta dalla devastazione subita. (Cfr. QUI e QUI).


Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Fonte: "La Grande Sintesi" di Pietro Ubaldi  Ed. Mediterranee

giovedì 22 dicembre 2022

Ecco la Maestosa REALTÀ dove Volano le Aquile




Sebirblu, 22 dicembre 2022

In occasione dell'imminente Santo Natale, ossia di questa ricorrenza che molti celebrano senza domandarsi di CHI siano veramente i "natali" e PERCHÉ necessiti più che mai entrare nella VERA CONOSCENZA dei fatti accaduti due millenni fa, ripropongo a voi, gentili Lettori, un articolo chiarificatore a complemento dell'altro, postato QUI tempo addietro, ma anche QUI per la posizione assunta poi dalla Falsa Chiesa. 

So che, purtroppo, lascerà molti di voi indifferenti, se non addirittura infastiditi ma, per una volta almeno, ponetegli la doverosa attenzione, perché esso non rientra affatto in uno dei soliti scritti tradizionali, adatti al periodo.  Vi accorgerete MOLTO PRESTO di quanto vi possa essere utile sapere!

Abbiamo tutti "festeggiato"  ed ancora una volta non si sa bene PERCHÉ – il giorno dell'Immacolata Concezione. (Cfr. QUI, QUI e QUI). 

Pochi, se non pochissimi, sanno che si riferisce al concepimento straordinario della Vergine Maria, non soltanto perché esente dalla Colpa d'Origine (vedere QUI, QUI e QUI) ma per la Sua nascita soprannaturale.

Ecco come i Vangeli Apocrifi (che vuol dire SEGRETI ‒ originariamente, ved. QUI e QUI e NON "FALSI" come si crede) la riportano (cfr. QUI):




La Miracolosa Nascita di Maria.

Si avvicinò il giorno della Festa delle Encenie (Riconsacrazione del Tempio da parte di Giuda Maccabeo nel 164 a.C. Ndr) e i figli di Israele, facenti parte di tutti i popoli e tribù, andavano a Gerusalemme, nel Tempio del Signore, per offrire singolarmente i propri doni.

Tra loro c'era pure Gioacchino che preparò le sue offerte da presentare al cospetto dell'Altissimo.

Ma gli si avvicinò uno scriba di nome Ruben che gli disse:

"A te non è lecito offrire doni e sacrifici nel Tempio, giacché tu non hai suscitato una discendenza in Israele. Infatti la Scrittura dice: Maledetto chiunque non abbia generato un maschio in Israele".

Gioacchino rimase grandemente umiliato a causa di quell'affronto davanti a tutto il popolo e, colmo di grande vergogna, si allontanò dal Tempio del Signore assai contristato.

NON RITORNÒ A CASA SUA, NÉ PIÙ SI FECE VEDERE DALLA MOGLIE, ma si ritirò nel deserto; si recò dai pastori che erano nei pascoli con le loro bestie, e pose la sua tenda là tra i monti per lungo tempo, CIOÈ PER CINQUE MESI.

Non volle ritornare a casa, per non essere additato con le stesse parole offensive dai suoi conterranei che erano stati presenti e che le avevano udite dal sacerdote.

Gioacchino disse tra sé: "Non discenderò di qui né per mangiare né per bere fino a quando non mi visiti il Signore Dio: mio cibo sarà la preghiera, e bevanda le mie lacrime".

Si ricordò del patriarca Abramo e come nella sua tarda vecchiaia, il Signore gli avesse dato un figlio di nome Isacco.

Rimasta a casa, sua moglie Anna innalzava piangendo due lamentazioni; diceva: "Piangerò la mia vedovanza, e poi la mia sterilità, poiché sono senza figli". Mentre piangeva, pronunciava ogni giorno questa preghiera:

"Signore Dio mio, non avendomi dato figli, perché mi hai tolto anche il marito? Ecco che ORMAI SONO PASSATI CINQUE MESI dacché io non lo vedo, non so dove cercarlo; qualora fosse già morto, certo mi curerei della sua sepoltura".

Un giorno, mentre piangeva molto amaramente, discese nel giardino di casa sua per passeggiare, e alzati gli occhi al cielo, pregava il Signore, dicendo: "Signore, Dio dei miei padri ti benedico nei secoli!




Degnati di visitare me, tua misera serva, con la misericordia salvifica, come hai visitato la madre della nostra stirpe Sara, dandole un figlio; e come hai esaudito la sua preghiera, così esaudisci anche me e guarda verso la tua ancella" [...]

Detto questo alzò nuovamente la voce gemendo, e disse al Signore: "Signore Dio, Creatore Onnipotente che hai dato prole ad ogni Tua creatura, perché escludi me sola, misera, dai doni della Tua benevolenza?

Ma tutto è possibile a Te, Signore. Restami soltanto propizio. Tu, Signore, sai che fin dall'inizio del mio matrimonio, questo io ho voluto, questo solo ho desiderato: che qualora Tu mi avessi dato un figlio o una figlia, lo avrei offerto a Te nel Tuo Sacro Tempio".

Dopo che Anna aveva detto questo, apparve improvvisamente davanti ai suoi occhi un Angelo di Dio e la confortò. Si rivolse a lei, dicendo:

"Anna, non piangere! È invece indispensabile che tu ti rallegri e gioisca, poiché l'Eterno ha esaudito la tua preghiera e ha guardato le lacrime che tu hai versato.

L'Altissimo ha infatti annuito alla tua domanda, giacché la tua stirpe sarà al Suo cospetto, e quanto nascerà da te desterà l'ammirazione di tutti i secoli, e la tua discendenza sarà celebrata in tutta la Terra". Ciò detto, l'Angelo del Signore scomparve ai suoi occhi. [...]

In quello stesso tempo, Gioacchino era relegato tra i monti in mezzo ai suoi pastori ove pascolava le greggi e un giorno, mentre era solo, gli apparve un giovane che gli disse: "Che cosa aspetti qui, e perché non vuoi tornare da tua moglie?"

Gioacchino rispose: "Ho vissuto con lei per vent'anni, ma Dio chiuse il suo utero e non mi volle dare figli da lei, perciò con dolore e vergogna sono uscito dal Tempio del Signore, dopo avere subìto dai sacerdoti la più grande ingiuria davanti a tutto il popolo.

Or dunque resterò qui con i miei armenti fino a quando Dio vorrà che io resti in questa vita. Per mano dei miei ragazzi (i suoi pastori; ndr), darò una parte ai poveri, alle vedove, agli orfani e a coloro che temono Dio.

Perché ritornare alla mia casa, io che, come indegno, sono stato scacciato con vilipendio dal Tempio del mio Signore?"


"Gioacchino" di Juan Simon Gutiérrez  1700

Dopo che disse questo, il giovane gli rispose: "Non temere, Gioacchino, e non turbarti per la mia apparizione. Io sono un Angelo del Signore, sempre davanti alla Maestà di Dio ed ho portato dinnanzi a Lui le vostre preghiere ed elemosine.

Ed ora, da Lui sono stato mandato ad annunziarti che le ha gradite. Sono apparso oggi a tua moglie Anna che piangeva e pregava e l'ho consolata.

Sappi che ti partorirà una figlia chiamata Maria e sarà benedetta dal Signore al di sopra di tutte le sante donne.

Ella infatti sarà il Tempio del Dio vivo, e lo Spirito Santo riposerà su di Lei, sicché tutti diranno che non ve n'è mai stata un'altra così; ma anche nei secoli futuri non ve ne sarà una simile.

Perciò, scendi dai monti e ritorna da tua moglie e LA TROVERAI CHE HA UNA CREATURA NEL VENTRE: infatti Dio ha suscitato in lei un germe di vita (dunque, rendi ringraziamento a Dio) e questo germe sarà benedetto, ed Ella stessa sarà costituita Madre di benedizione eterna [...]

E COME NASCERÀ MIRABILMENTE DA MADRE STERILE, così, qual Vergine incomparabile e ineffabile, GENERERÀ IL FIGLIO DELL'ALTISSIMO che sarà chiamato Gesù, il Quale conformemente al Suo nome, SARÀ IL SALVATORE DI TUTTE LE GENTI E DI TUTTO IL MONDO."

Così, quando Gioacchino raccontò la visione ai suoi pastori, essi gli dissero: "Guardati dal trascurare ancora gli ordini dell'Angelo di Dio, ma levati e partiamo. Cammineremo a lenti passi, facendo pascolare le greggi."

Mentre camminavano DA TRENTA GIORNI ed erano ormai vicini, ad Anna, che stava pregando, apparve un Angelo del Signore che le disse: "Va' alla Porta che si chiama «Aurea» e fatti incontro a tuo marito, perché egli oggi verrà da te. [...]

Ad un certo punto, alzando gli occhi, vide Gioacchino che arrivava con le sue bestie e, correndogli incontro, gli si appese al collo ringraziando Dio e dicendogli: "Ero vedova, ed ecco non lo sono più; ERO STERILE, ed ECCO HO CONCEPITO."

E ci fu grande gioia tra tutti i suoi vicini e conoscenti, tanto che tutta la Terra di Israele si rallegrò a quella notizia.


Giotto - Incontro di Gioacchino ed Anna alla Porta Aurea - (Affresco) Cappella degli Scrovegni - Padova

Come se ne deduce, e facendo qualche semplice considerazione, è impossibile dunque che vi sia stato concepimento umano normale, perché i tempi non coincidono affatto!

Per giunta, bisogna tener conto, anche se non fosse così, che l'età avanzata dei due coniugi non avrebbe permesso loro più di procreare!

A CONFERMA della validità dei testi antichi, anche se non canonici, vi è l'Ultrafanìa di cui ho reiteratamente parlato nel mio blog, ad esempio QUI.

Nei prestigiosi volumi "Scintille dall'Infinito", mai entrati in commercio per Volontà Superiore, viene riportato questo dall'Entele Maestro:

Il Mistero Maria e il Cristo

Il percepire diventa vibrazione pulsante! Venite con Me nell'immensità dei Cieli infiniti.

Come potete figurarvi i Cieli infiniti? Essi sono paragonabili agli oceani. Un movimento di colori che va all'incolore: l'incolore è lo stato di Grazia, di Luce di Sapienza. In questo luogo, che non è né alto né basso, vivono le Masse intelligenti, Intelligenze Purissime.

Quando dico "Intelligenza" non confondete ciò con l'espressione umana: Intelligenza equivale ad Entità, Individualità, Essenza Sostanziale; dicendo "Purissime" intendo dire che esse non hanno abitato la Terra.

In questo ambiente mirabile, una di queste Essenze Purissime fu chiamata da Dio, scese nel mondo, in apparenza come scendono tutti, concepita.

Analizziamo il concepimento di questo Essere. Una donna, che si chiamava Anna; l'uomo, che si chiamava Gioacchino: due individui umanamente buoni, puri secondo la Legge. Già in tarda età, essi volgevano al tramonto i loro giorni offrendo l'anima al richiamo, alla metamorfosi gloriosa.

Una voce mirabile disse: "Partorirai, Anna, una figlia a cui verrà posto il nome di Maria". Essi tremarono, prostrandosi a terra e dicendo: "Sia fatta la volontà di Colui che È".


"La Natività della Vergine" di Filippo Abbiati  (1640 - 1715)

L'INNESTO AVVENNE NON PER CONNUBIO poiché essi vissero in stato di castità, quindi il soffio dell'uomo non sfiorò la compagna: Maria nacque, per Volontà Eterna, vergine.

Anche voi siete nati, ma non vergini; su di voi grava la reincarnazione; su di Essa nessuna reincarnazione, poiché allo stato di Essenza apparteneva alle Intelligenze Pure.

PRESE DUNQUE MARIA DELLE FORME DIAFANE, perché il concepimento fu Divino. Il Seme del Genitore, che è il Principio, il Padre, la Potenza, è buttato qua e là sulle Creature che Egli segna per la Sua gestazione, non per la prolificazione della carne.

Questo è il punto scottante. La Creatura generata dall'Eterno scese nel tempo con l'impronta dell'unica Missione: doveva essere Madre Divina.

La stessa voce dell'Angelo annuncia alla Medesima il grave compito (che Ella ignorava, perché la Legge d'oblio l'aveva avvolta) secondo l'ordine dall'Alto: i genitori mai avevano raccontato circa la Sua nascita.

"Sia fatta la Tua volontà, o Signore". Maria si turbò per timore di non saper servire, non per quello di una maternità che Ella umanamente non poteva dare.

Così il Seme che l'aveva generata divenne per il mondo il Figlio; quindi Ella, mentre fu Madre,  fu figlia di cotanto Figlio: "Sono figlia di cotanta Potenza".

La porta chiusa si apre, l'intreccio è fluidicamente composto; quando dico fluidicamente intendo energie radianti e pulsanti che legano i due movimenti: sostanza definita Spirito, cioè Potenza, intreccio astrale, che può sembrare agli occhi fisici manifestazione corporea.

Tutto quello che voi conoscete circa Maria non è la realtà. Ebbe un protettore? Sì. Fu affiancata umanamente ad un individuo che era servo del Signore, un obbediente alla Legge, un'intelligenza di uomo limitatissima, che doveva solo chinarsi agli ordini che prendeva tramite l'Angelo.

Giuseppe era il mezzo che riceveva. Per intuito? No. Udiva la voce. Matrimonio? Non si compì alcun matrimonio davanti ad altare. Non ce n'era bisogno, perché Maria era sposata ab aeterno alla Sua Missione.

Maria rappresenta la Grazia che il Cristo offre all'Umanità, perché Ella è ancora sul mondo. È diventata tal quale era, cioè potenza di Spirito, Puro Spirito, Intelligenza ritornata al dominio, là dove tutti si riuniscono, là dove hanno convegno coloro che non furono toccati dalla carne.

ECCO PERCHÉ FU ASSUNTA IN CIELO! Il corpo fisico, nato non per germe fisiologico, era incorruttibile; sciolte le energie che lo formavano, si dispersero poi nell'etere, mentre l'Intelligenza Purissima ascendeva.


"L'Immacolata Concezione" di Bartolomé Esteban Murillo  1618 - 1682

Eccoci dunque arrivati alla seconda parte: la Manifestazione Cristica. L'Evento in assoluto più importante nella storia del genere umano.

"La condensazione dava una realtà evidente, che al tocco corrispondeva a carne legata a sangue. Il corpo di Gesù non aveva peso specifico, non lasciava perciò impronta sul terreno, né faceva ombra, perché, essendo la Luce, non avrebbe potuto proiettarne.

Non si sottrasse la Potenza all'incanalamento doloroso di materia. Egli raccolse i quantitativi più densi per foggiare l'intreccio corporeo che doveva servire al movimento sostanziale di tutta una massa vitale. 

Dal Principio Uno  –  Padre  –  (Periodo dei profeti, di circa 4.000 anni, fino a Giovanni Battista; ndr), 

al movimento Secondo  –  Figlio  –  viaggio di terra (Manifestazione - Cristo, pressoché di 2.000 anni; ndr), 

al movimento Terzo    Spirito Santo  –  tocco di Sapienza (Nuova Pentecoste con il Risveglio spirituale di tutta l'Umanità e l'inizio degli ultimi 1.000 anni, come riportato nell'Apocalisse; ndr).

Tre epoche dunque, tre fasi: sempre il Tre rivelatore delle energie prime e nell'Uomo il Tre sta come occhio di sole."

Chiarimento ultrafànico tratto dal libro "La Vita" di Gino Trespioli (Ep. 548), da "download-are" QUI), ricevuto tramite la signora BiceValbonesi e proveniente dal Maestro, Entità purissima (nelle etichette "La Voce")  che fu anche la Guida di tutta l'Opera. 




DIO  NON  NASCE,  MA  SI  MANIFESTA! 
Si  rende  visibile!

Che motivo avrebbe avuto la Divinità di nascere con dolori e contrazioni d'utero, quando il decreto alla disubbidienza dell'allegorica coppia adamitica fu: "Tu donna partorirai nel dolore", conseguenza della libera scelta del distacco dalla Legge?

Forse che il Cristo doveva soggiacere al frutto dell'arbitrio umano?

Evidentemente no! Solo in apparenza doveva avvenire tutto questo, mantenendo però intatta la sublime sostanza! Il testo apocrifo qui di seguito lo dimostra.


"La strada per Betlemme" di Joseph Brichey

La "Nascita" di Gesù il Cristo

Allora disse Giuseppe a Maria: «Figliola, molto hai sofferto per cagion mia. Entra e àbbiti cura. E tu, Simeone, porta l'acqua e lava i suoi piedi. E le darai da mangiare, e se di qualcos'altro avrà bisogno fa' come desidera l'anima sua».

Fece dunque Simeone ciò che gli aveva ordinato il babbo, e la condusse alla grotta, che all'entrar di Maria cominciò ad aver luce del giorno, e si illuminò quasi fosse mezzodì.

(Risulta infatti, dal Protovangelo di Giacomo (cap. IX), che Giuseppe fosse un vedovo di una certa età con sei figli: quattro maschi – Giuda, Giuseppe, Giacomo, Simeone – e due femmine – Lisia e Lidia; ndr).

Maria poi, tra sé, continuava a ringraziare e non smetteva mai. E Simeone disse a suo padre: «Padre, che pensiamo che succeda a questa fanciulla? ché tutto il tempo parla tra sé e sé».

Gli disse Giuseppe: «Non può parlar con te perché è stanca del viaggio. Perciò parla con se stessa: Ella rende grazie». E accostandolesi disse: «Alzati, signora figliola; sali nel lettuccio e riposa». E così dicendo uscì fuori.

Poco dopo Simeone lo seguì e gli disse: «Sbrigati, signor padre, vieni al più presto, ché Maria ti domanda. Molto ti desidera. Credo che il suo parto sia vicino».

Gli disse Giuseppe: «Io non mi allontano da Lei. Ma tu che sei giovane, va' celermente, entra in città e cerca una levatrice, che venga presso la fanciulla; ché molto giova la levatrice ad una donna partoriente».

Rispose Simeone: «Io sono sconosciuto in questa città; come posso trovare una levatrice? Ma senti, signor padre; io so e son certo che il Signore ha cura di lei, che Egli le procurerà una levatrice e una balia e tutto quanto le è necessario».

E mentre così parlava, ecco avvicinarsi una ragazza col seggiolone con cui soleva portar soccorso alle donne partorienti, e si stette lì ferma.

Al vederla si meravigliarono, e Giuseppe le disse: «Figliola, dove te ne vai con codesto seggiolone?».

La ragazza rispose: «Mi ha mandato qui la mia maestra, perché è venuto da lei un giovane in gran fretta a dirle: "Vieni presto ad accogliere un nuovo parto, perché una fanciulla partorisce per la prima volta". Ciò udendo, ella m'ha mandato innanzi a sé; giacché ecco, essa mi segue».


"L'Angelo appare ai pastori" di Walter Rane

E Giuseppe guardando la vide arrivare. E le andò incontro, e si salutarono a vicenda. Gli disse la levatrice: «O uomo, dove vai?».

Egli rispose: «Cerco una levatrice ebrea». Replicò la donna: «Sei tu d'Israele?». E Giuseppe: «Io son d'Israele». Ed ella gli chiese: «Chi è la fanciulla che partorisce in questa grotta?» E lui: «Maria che m'è stata data in sposa, che fu allevata nel tempio del Signore».

Precisò la levatrice: «Non è tua moglie». E Giuseppe: «Mi è stata data in sposa, ma ha concepito di Spirito Santo». Insistette la levatrice: «Questo che tu dici è vero?». Rispose Giuseppe: «Vieni e osserva».

Ed entrarono nella grotta; Giuseppe la invitò: «Va', visita Maria». E quella, volendo penetrare nell'interno della grotta, ebbe paura; perché una gran luce vi risplendeva, che non venne mai meno né giorno né notte in tutto il tempo che Maria restò là.

Disse dunque Giuseppe a Maria: «Ecco, t'ho condotto la levatrice Zachele, che ora sta fuori, dinanzi alla grotta. E per l'immenso chiarore non osa entrare, né può».

All'udir ciò Maria sorrise. E Giuseppe le raccomandò: «Non sorridere, ma sii prudente; perché è venuta per visitarti, se per caso (Tu) non abbia bisogno di medicina». E la fece entrare e quella si fermò davanti a lei.

E avendo permesso Maria d'essere osservata per lo spazio di [più] ore, la levatrice esclamò a gran voce e disse:

«Signore Iddio Grande, abbi pietà, perché mai non s'è ancor udito né visto, né sospettato che le mammelle siano piene di latte, e il nato maschietto dimostri vergine sua madre.

Nessuna polluzione di sangue è avvenuta nel nascente, nessun dolore s'è manifestato nella partoriente. Vergine ha concepito, vergine ha partorito, e dopo aver partorito rimane vergine».

Tardando la levatrice nella grotta, entrò Giuseppe; ella gli andò incontro, poi uscirono fuori entrambi e trovarono Simeone che se ne stava ritto, il quale la interrogò: «Signora, come va per la fanciulla? Può aver qualche speranza di vita?» (A quei tempi era facile trapassare di parto; ndr).

La donna replicò: «Che dici mai, buon uomo? Siedi e ti racconterò una cosa meravigliosa». E alzando gli occhi al Cielo, la levatrice disse con voce chiara:

«Padre Onnipotente, come mai ho visto un tal miracolo che mi stupisce? Quali son le mie opere, per cui son stata degna di vedere i Tuoi santi misteri, sì da far venir qui in quel momento la Tua serva e farle veder le meraviglie dei Tuoi beni, oh Signore? Che farò? Come posso raccontar ciò che ho visto?...

Entrata a visitar la Fanciulla, l'ho trovata con la faccia rivolta in su, che guardava attonita in Cielo e parlava tra sé. E suppongo che pregasse e benedicesse l'Altissimo. Accostandomi dunque a Lei le chiesi:

"Figliola, dimmi, non senti qualche dolore? Non c'è qualche punto delle tue membra ch'è dolorante?". Ma lei, quasi nulla udisse, e come un solido masso, così se ne stava immobile, guardando fissa in Cielo.

In quel momento tutte le cose si sono fermate nel più gran silenzio, con timore.




Sono cessati i venti non dando più soffio, nessuna foglia d'albero s'è mossa più, non s'è udito più rumore d'acqua, non scorrevano i fiumi, né fluttuava il mare e tutte le fonti d'acqua tacevano, non è risonata più voce d'uomini, e c'era un silenzio profondo.

Lo stesso polo in quel momento ha cessato dall'agilità del suo corso. Le misure delle ore eran quasi passate. Tutte le cose con gran timore s'eran taciute stupite, aspettanti la venuta della Maestà di Dio, la fine dei secoli.

Come dunque s'è avvicinata l'ora, è venuta fuori la virtù di Dio all'aperto.

E la fanciulla che stava guardando estasiata il Cielo è diventata come una vigna. Già s'avanzava infatti il termine dei giorni. È VENUTA FUORI LA LUCE, Colei che s'è vista averLo partorito, l'ha adorato.

Il Bambino poi, come il sole, era tutto rifulgente all'intorno, puro e giocondissimo all'aspetto; perché è apparso Pace che tutto placa. In quel momento ch'è nato, si è udita una voce di molti [Spiriti] invisibili, che dicevano all'unisono: "Amen".

E la stessa Luce ch'è nata si è moltiplicata e con il suo Splendore ha oscurato quella del sole. E si è riempita questa grotta di un'incomparabile fulgore con una soavissima fragranza.

È nata questa Luce così, come la rugiada scende dal Cielo sulla Terra. Il suo profumo è olezzante più d'ogni altro effluvio d'aromi.

Io son rimasta stupita e meravigliata, e m'ha invasa la paura : guardavo infatti cotanto Splendore della Luce nata. Questa stessa Luce poi, a poco a poco, CONCENTRANDOSI, SI È FATTA SIMILE A UN BAMBINO; e subito s'è prodotto un infante come sogliono i bimbi nascere.

Ho preso allora coraggio, mi son chinata, l'ho toccato, e l'ho preso su nelle mie mani con gran timore, e mi son spaventata perché NON C'ERA PESO IN LUI come d'uomo nato.

E l'ho guardato, e NON C'ERA OMBRA DI IMBRATTO; ma era come nella rugiada dell'Altissimo Iddio tutto nitido nel corpo, leggero a portare, magnifico a vedere.

E mentre mi meravigliavo oltremodo che non piangesse come sogliono piangere i bambini appena nati, e lo tenevo guardandoLo in volto, Egli mi ha sorriso, con un giocondissimo riso, e aprendo gli occhi m'ha fissata acutamente, e subito una gran Luce è uscita dai suoi occhi come un gran lampo».


"La Nascita di Gesù" di James Seward Immanuel

Simeone all'udir ciò rispose: «O beata donna, che sei stata degna di vedere e testimoniare questa nuova visione e santità! E io son felice d'aver ciò udito, benché non abbia visto, ma ho tuttavia creduto».

Riprese la levatrice: «Ho da manifestarti ancora una cosa meravigliosa che tu ne stupisca».

E Simeone: «Manifestala, o signora, perché gioisco all'udire queste cose».

Ella gli disse: «Nel momento in cui ho preso il Bambino nelle mie mani, l'ho visto avere un corpicino pulito e non imbrattato, come sogliono con sudiciume nascere gli uomini. E ho pensato in cuor mio, se per caso altri feti non fossero rimasti dentro la matrice della fanciulla...

Subito ho chiamato Giuseppe e gli ho dato il bimbo nelle mani. E mi sono accostata alla fanciulla e l'ho toccata e l'ho trovata monda di sangue. Come riferire? Che cosa dire? Non trovo il bandolo! Non so come raccontare tanto Splendore del Dio Vivente.

Ma tu, o Signore, mi sei testimone, che l'ho toccata con le mie mani, e ho trovato questa fanciulla che ha partorito, vergine nel parto, ma anche... dal sesso d'un uomo maschio.

In quel momento ho gridato a gran voce e ho glorificato Iddio, e son caduta sulla mia faccia e l'ho adorato. Dopo sono uscita fuori. E Giuseppe ha avvolto il Bambino nelle fasce e l'ha deposto nella mangiatoia».

Estratto da: "Vangeli apocrifi", a cura di Giuseppe Bonaccorsi, vol. I° - Firenze, Libreria Editrice Fiorentina, 1948




Conclusione

Come si vede, gentili Lettori, ecco la differenza tra le due "nascite".

L'una relativa alla Vergine Maria, concepita per intervento Superioreossia senza congiunzione umana, conclusasi poi normalmente e soggetta, come tutti, alla Legge d'oblio, con l'alta Missione di Madre-Spirito non solo per Suo Figlio e Suo Dio ma per tutti noi:

Ricordiamoci le parole emesse dal Cristo sulla Croce rivolte a Maria e a Giovanni apostolo:  "Donna,  ecco tuo Figlio",  e rivolto a Giovanni  "Figlio ecco tua Madre".
(Gv. 19, 26-27), ved. anche QUI.

Eredità sublime! Giovanni rappresentava l'Umanità intera che avrebbe dovuto riconoscere Maria come Madre, mentre a Lei, nel contempo, veniva affidato tutto il genere umano affinché ne fosse l'Ispiratrice e la Guida.

L'altra "nascita" invece, quella di Gesù, non verificatasi come parto d'utero, e quindi non classificabile con il termine di "Natività" ma come "Manifestazione Divina", fu RAGGIO UNICO, DIO STESSO, condensatosi in forma apparente, per riscattare l'Umanità dal vicolo cieco nel quale si era immessa, e riportarla a Casa.

Nonostante tutto ciò... "Nel mondo degli umani – dice l'Entele Maestro – l'eredità del Cristo va scomparendo. Pochi sono quelli che ancora la posseggono; su quei pochi cade la Scintilla animatrice."

Gesù infatti disse: «Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc. 18, 8).

Relazione adattamento e cura: Sebirblu.blogspot.it