Copertina della "Domenica del Corriere" del 2 luglio 1933 sulla pioggia di pesci a Porto Viro - Adria |
Sebirblu, 27 luglio 2017
Sebbene il fenomeno stupefacente della
caduta di pesci dal cielo, ma anche di rane, vermi e quant'altro,
avvenga nel mondo più spesso di quanto non si pensi, in Honduras
l'accadimento è veramente unico e speciale, in quanto si ripete
senza discontinuità da poco più di un secolo e mezzo nella città di
Yoro, situata nella omonima regione al centro-nord del Paese
latino-americano.
Quest'anno la "pioggia"
ittica, chiamata appunto "lluvia de Peces", si è reiterata
addirittura per ben tre volte fra maggio e luglio, preceduta come al
solito da dense nubi nere minacciose, tuoni e fulmini, vento forte e
pioggia battente che sferza l'aria per due o tre ore lasciando al
suolo una quantità impressionante di pesci ancora vivi, che
prontamente vengono raccolti e cucinati dalla popolazione.
Al momento non esiste alcuna risposta
scientifica ma soltanto delle ipotesi. È improbabile infatti che
trombe marine riescano a risucchiare i pesci dal mar dei Caraibi, che
tra l'altro dista 200 chilometri dal luogo, per depositarli sempre
nella medesima zona. Per giunta, cosa non meno importante, si tratta
di pesci d'acqua dolce quasi sempre della stessa specie.
Allora si è pensato che potrebbero
giungere da qualche corso d'acqua sotterraneo perché scaraventati in
superficie dalla violenza dell'uragano tropicale, ma anche questa
ipotesi non è risultata molto convincente per il numero enorme di
"pescato" che si riversa nei villaggi e nelle strade
periferiche di Yoro e che non appartiene alle razze autoctone delle
acque locali.
L'unica risposta viene dalla gente del
posto, perché essa fa risalire questo dono provvidenziale ad un
sacerdote spagnolo, Manuel de Jesús Subirana, il quale visse a Yoro dal 1858 al 1864 dove passò a miglior vita.
Questo fervente missionario di grande
intelligenza, considerato Santo da molti, dopo aver prestato il suo
servizio a Cuba e in Honduras ai confini col Nicaragua, iniziò il
suo apostolato nel dipartimento di Yoro cercando di imparare la
lingua locale degli indios Jicaques o Xicaques, che erano veramente
molto poveri, per vivere con loro e condividerne la sorte.
Egli si spostava a piedi nella giungla
e nelle foreste per raggiungere gli insediamenti indigeni, popolati
talvolta da gruppi aggressivi e superstiziosi che si macchiavano
spesso di crudeltà.
Ma con il suo esempio, l'amore
evangelico e la mente aperta riuscì a conquistare le coscienze anche
dei più induriti e diffidenti.
In quel periodo aveva 49 anni, e compì
il suo primo prodigio facendo guarire improvvisamente da un dolore
continuo e lancinante alla testa il cacico (capo tribù) Cohayatbolun, fino ad allora assolutamente refrattario a
qualsiasi ammaestramento cristiano, inducendo così 9000 indigeni a
battezzarsi e ad abbracciare la nostra religione.
Ma fu in seguito a tre giorni e tre
notti di preghiera incessante che Padre Subirana ottenne dal Cielo la
"manna" di pesci per sostenere la popolazione affamata;
fatto che da quel momento si ripeté puntualmente ogni anno, talora
anche per più volte come in questo 2017.
Questo umile e sconosciuto uomo di Dio
viene considerato dagli honduregni un Apostolo, un Santo e un Profeta.
"Apostolo", perché si è
mostrato un "alter Cristus", non solo per i nativi della
costa nordica del Paese catechizzati e redenti dalle tenebre, ma
anche per tutti coloro che necessitavano di istruzione, istituendo
scuole e centri educativi, infondendo il fascino delle virtù nei
cuori, come la mitezza e la pace, ma soprattutto la luce intellettiva
che ha fatto progredire i figli della foresta verso una
consapevolezza nuova.
"Santo", perché è stato un
modello di santità e purezza il cui esempio ha trascinato tanti,
trasmettendo a tutti la fede profonda nella Divina Provvidenza
(leggere al riguardo l'importantissimo articolo QUI) e conducendo con
dolcezza gli aborigeni al giusto saper vivere lasciando in eredità
infiniti aneddoti di piccoli e grandi miracoli a gloria di Dio.
"Profeta" perché, avendo
avuto una chiara visione del mondo e delle cose, ha annunciato la
scarsità di grano, l'estate perpetua con la secchezza dei fiumi e
una vastità di altre cose che gli anziani ricordano e che si stanno
compiendo proprio ora, confermando la sua fama di prete virtuoso.
Ma tornando all'evento principale, alla
"lluvia de Peces", si è pensato bene dal 1998 (ma d'altra parte cosa ci dobbiamo aspettare da questo mondo materialista e
dissacratorio?) di farne un "Festival del pesce" che
annualmente in date diverse attira turisti a Yoro e dintorni,
includendo parate e carnevale, per ricordare con grandi abbuffate ed
"alzate di gomito", condite dai soliti eccessi d'ogni
genere, il meraviglioso miracolo accordato dal Cielo ad un uomo
straordinario.
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