Greg Olsen |
Sebirblu, 25 agosto 2023
In questi tempi sempre più critici per molti, specialmente sotto il profilo economico, può essere utile sapere che la Provvidenza non è un mito, e tanto meno una forza che agisce "a caso" gratificando ‒come spesso si pensa ‒ proprio coloro che non ne hanno bisogno.
Essa invece è un "meccanismo" perfetto, istituito dalla Legge Divina, per sostenere TUTTI coloro che dimostrano di possedere CERTI REQUISITI INDISPENSABILI per il suo funzionamento.
Pietro Ubaldi, del quale spesso ho riportato gli scritti (ved. QUI, ed altro ancora cliccando il suo nome alla voce "Etichette"), li illustrerà in modo chiaro ed esauriente.
Posso garantire, per esperienza personale, che quanto da lui esposto corrisponde al VERO, ma SOLO se si hanno le "carte in regola" per ricevere l'aiuto.
Essa invece è un "meccanismo" perfetto, istituito dalla Legge Divina, per sostenere TUTTI coloro che dimostrano di possedere CERTI REQUISITI INDISPENSABILI per il suo funzionamento.
Pietro Ubaldi, del quale spesso ho riportato gli scritti (ved. QUI, ed altro ancora cliccando il suo nome alla voce "Etichette"), li illustrerà in modo chiaro ed esauriente.
Posso garantire, per esperienza personale, che quanto da lui esposto corrisponde al VERO, ma SOLO se si hanno le "carte in regola" per ricevere l'aiuto.
L'Economia dell'evoluto
Il discorso della montagna continua a tracciare la via, per l'uomo, anche nel campo economico.
"...A chi ti toglie il mantello,
non impedir di prenderti anche la tunica. Dà a chiunque ti chiede e
se qualcuno ti toglie il tuo, non ridomandarglielo" Lc. 6,
29-30.
Economia tutta in perdita,
apparentemente disastrosa. Il mondo d'oggi si guarda bene dal
prendere sul serio simili precetti, profondamente convinto della loro
sublime assurdità. Eppure è così logica e naturale per chi ha
compreso la Legge!
Il giusto è dallo stesso Principio
automaticamente protetto. Questo è il metodo dell'Essere evoluto sul
piano dell'economia.
Lo studio dei princìpi e delle forze
della Legge ci permette, a differenza del mondo, di prendere molto
realmente questo sistema, che è il medesimo indicato dal Cristo.
Ma come può vivere nel nostro Pianeta
un uomo che si abbandoni ad una economia così disastrosa? Se questa
è l'economia dell'evoluto, per quanto essa possa teoricamente essere
giustificata, come fa costui a risolvere il problema più assillante
per tutti che è quello delle necessità materiali?
Dato che prendiamo il Vangelo sul serio
e che il Cristo non può essere ritenuto un pazzo, è pur necessario
dare esauriente risposta a queste domande.
Il Codice di vita dell'evoluto è:
"Cercate il Regno dello Spirito e tutto il resto vi sarà dato
in sovrappiù" Mt. 6, 33. Così egli si occupa prima di tutto
delle cose spirituali e, il necessario per provvedere a quelle umane,
lo riceve in sopravanzo.
Ecco il problema che ci poniamo: come
fa egli a ricevere il necessario gratuitamente, come un dono
elargitogli oltre il dovuto compenso?
Si tratta di un individuo che secondo
il discorso della Montagna dà a chiunque chieda; se è derubato non
solo non protesta, ma non impedisce di esserlo ancor di più.
(Esattamente come il Vescovo Myriel nel romanzo "I Miserabili" di
Victor Hugo, che dopo essere stato depredato dell'argenteria, offre pure i candelieri a Jean Valjean dicendogli che nell'andarsene se ne era dimenticato, per salvarlo dai gendarmi.
Ndr)
Ebbene questo Essere, che invece di
occuparsi di sé, si dedica alle più lontane cose dello spirito e si
assenta dai problemi tanto vicini ed assillanti della vita reale,
implicitamente li risolve chissà per quali altre vie ignote ai più
e non solo, mentre sembra fatto per fallire, non fallisce ma riceve
anche, come un dono, quello per cui gli altri, talvolta inutilmente,
si logorano la vita.
Come mai l'evoluto può evadere alla dura legge che tutti ben conosciamo per cui nulla si ottiene senza fatica? Tale posizione privilegiata non è che un momento di quella liberazione a cui si giunge per evoluzione. Ecco uno dei primi vantaggi dell'ascesa.
S. Madre Teresa di Calcutta (1910-1997). Premio Nobel per la Pace nel 1979; canonizzata nel 2016. Il suo unico sostegno: la Provvidenza Divina. |
Come mai l'evoluto può evadere alla dura legge che tutti ben conosciamo per cui nulla si ottiene senza fatica? Tale posizione privilegiata non è che un momento di quella liberazione a cui si giunge per evoluzione. Ecco uno dei primi vantaggi dell'ascesa.
Egli ha superato le lotte e le fatiche
e le sue sono dirette ad opere più alte. Secondo il principio del
merito, la Legge gli dà gratuitamente quello che è giusto che
riceva e lascia all'involuto tutta la fatica di guadagnarselo con il
proprio sforzo.
Tutto ciò è logico e secondo
giustizia, e risponde agli equilibri della Legge. L'evoluto è
naturalmente dinamico, irresistibilmente intelligente e laborioso. La
luminosità e la solerzia proprie dello Spirito si proiettano così,
come conseguenza, anche sul piano della vita materiale.
La sua intelligenza gli permette di dare ancora un maggior rendimento al suo spontaneo bisogno di attività e di renderla ancor più produttiva in ogni direzione, non solo morale ma implicitamente anche economica.
"Fratel Ettore" Boschini (1928-2004). Accoglieva ed accudiva i diseredati di Milano affidandosi alla Provvidenza Divina. |
La sua intelligenza gli permette di dare ancora un maggior rendimento al suo spontaneo bisogno di attività e di renderla ancor più produttiva in ogni direzione, non solo morale ma implicitamente anche economica.
Il lavoro, che per l'uomo comune è
cosa ingrata, fatica alla quale si sottopone solo in vista di un
compenso ‒ economia attuale del "do ut des" ‒ (che
significa dare per ricevere; ndr), diventa per l'evoluto necessità
vitale, funzione che si coordina nel gran concerto delle attività di
tutti gli Esseri dell'Universo.
È una Missione che valorizza la vita
ed è così che si può applicare il Discorso della Montagna. Ma
tutto ciò non basta per esaurire la questione. L'attivismo, l'operosità e l'integrità non sono sufficienti per dare in ogni caso
la sicurezza di essere sostentati nelle necessità materiali.
Chi, per servire lo Spirito è
costretto a trascurare le cose della Terra, ha bisogno non solo di
averle più facilmente, con minor fatica per di più, ma di averle
con assoluta certezza in tutte le circostanze. Oggi l'uomo evangelico
è un disarmato in mezzo ad armati e deve disinteressarsi di sé tra
le più feroci avidità.
Quali forze della vita lo difendono dunque e impediscono la distruzione del loro più alto prodotto? Rispondiamo: la Divina Provvidenza. Si tratta certo di un imponderabile, che quindi sfugge alla scarsa sensibilità dell'involuto.
Don Zeno Saltini (1900-1981). Padre e Fondatore della Comunità di Nomadelfia. Si è sempre affidato alla Provvidenza Divina. |
Quali forze della vita lo difendono dunque e impediscono la distruzione del loro più alto prodotto? Rispondiamo: la Divina Provvidenza. Si tratta certo di un imponderabile, che quindi sfugge alla scarsa sensibilità dell'involuto.
Per questo così raramente se ne tiene
conto nel mondo, anche perché si tratta di un fenomeno che per
verificarsi richiede l'adempiersi di precise condizioni che
difficilmente si riscontrano in pratica. È una forza reale,
intelligente, che funziona secondo una sua legge, sempre pronta ad
attuarsi tutte le volte che siano presenti insieme gli elementi
determinanti.
Quali sono queste condizioni? Eccole:
1) Meritare l'aiuto.
2) Aver prima fatto da sé tutto il
possibile secondo le proprie forze.
3) Trovarsi, secondo le proprie
condizioni, in assoluto bisogno.
4) Non chiedere che il necessario.
5) Chiedere umilmente, con
sottomissione e con fede.
Quando queste condizioni si verifichino
la Divina Provvidenza è pronta a funzionare per TUTTI. Altrimenti il
fenomeno non può realizzarsi.
Non vi può esser dunque Provvidenza
per i malvagi, per i pigri, per i ricchi, per gli avidi, per i
superbi increduli. Si manifesta ed opera invece per i buoni, i
volenterosi, per i bisognosi, per i morigerati, per gli umili
credenti e fiduciosi.
1) La prima condizione è dunque: meritare l'aiuto.
1) La prima condizione è dunque: meritare l'aiuto.
In alcuni momenti della vita è
necessario essere abbandonati soli di fronte all’ostacolo, perché
impariamo a superare le difficoltà da noi, con i nostri mezzi.
Quando non meritiamo l’aiuto o esso sarebbe dannoso, una
Provvidenza che ci esimesse dalla prova necessaria per il nostro
bene, non sarebbe un aiuto ma un tradimento.
In tal caso il soccorso resta, ma
consiste nel dosare la prova e diluire lo sforzo richiestoci, in
proporzione alla nostra possibilità. In pratica si pretenderebbe
invece fare della Provvidenza uno strumento dei nostri comodi e
desideri, un aiuto superfluo che ci risparmiasse la fatica di salire
da noi.
2) Eccoci al secondo punto: aver prima
fatto da sé tutto il possibile secondo le proprie forze.
Quando vorremmo sfruttare la
Provvidenza a servizio della nostra pigrizia, allora è giusto che la
Legge si rifiuti di rispondere al nostro appello. Dio è veramente
Padre amoroso, ma non nostro servo.
La Sua Provvidenza non ci trascinerà
mai se prima non avremo fatto tutto quanto era in nostro potere per
imparare la nostra lezione. La Legge non sacrificherà mai il nostro
bene finale al vantaggio effimero del momento.
3) La terza condizione è: trovarsi,
secondo le proprie condizioni, in assoluto bisogno.
Non si può dare di esso una misura
assoluta, uguale per tutti, poiché esso è relativo al caso, al
momento, alla persona, perché varie e relative sono le necessità
individuali, come le risorse di cui si dispone per provvedervi.
Ma se è relativa la misura e natura
dell’aiuto, è certo che la Provvidenza ci munisce del necessario e
non del superfluo, per farci vivere e non gozzovigliare. La legge del
minimo mezzo, la parsimonia, la proporzione tra sforzo e rendimento,
fan parte della saggia economia della natura che è tutta equilibrio
e giustizia.
Ed essa, né avara, né prodiga, ma
economa, con criterio e misura concede quanto è indispensabile
perché la vita sia protetta e garantita, perché la sua
continuazione è necessaria all’evoluzione, suo scopo.
Se la Provvidenza concedesse il
superfluo, invece di incoraggiare la vita, la spingerebbe all’ozio
che porta al disfacimento. Bisogna dunque chiedere con parsimonia e
non aspettarsi che il giusto.
4) Eccoci alla quarta condizione: non
chiedere che il necessario.
Chiedere quanto basta per una vita
semplice, perché lo strumento del corpo possa fare il servizio che
lo Spirito gli chiede per raggiungere i fini della vita. Se noi li
porremo nella materia e nel basso godimento, capovolgendo la Legge,
naturalmente la Provvidenza sarà assente da noi e non ci aiuterà.
Per ottenere non bisogna pretendere di
più di quello che si ha il diritto di chiedere, bisogna prima avere
imparata la regola della temperanza.
Non dimentichiamo che la Provvidenza è
una manifestazione della Giustizia e Bontà della Legge, che in
questo fenomeno vigono questi due princìpi e non
quello della forza che in questo caso è inutile, non ottiene nulla,
altro che di soffocare il fenomeno.
5) Siamo al quinto punto: Chiedere
umilmente, con sottomissione e con fede.
Dobbiamo aver coscienza dell’Ordine
Divino e, invece di cercare di piegarlo ai nostri comodi del momento,
cercare di uniformarci ad esso.
Invece di pretendere di insegnare a Dio
quel che ci bisogna e sul come sostentarci, dobbiamo porci in
posizione di dipendenti di fronte alle Sue direttive, di ciechi che
attendono la guida perché non sanno, di figli che ubbidiscono a chi
più può e più ama.
Dobbiamo quindi anche credere e
confidare, giungere cioè con la preghiera alla sensazione di questa
stupenda realtà, cioè che noi non siamo soli e abbandonati, ma che
vi è un Padre nei cieli, che ci veglia e che provvede a noi.
Ora possiamo domandarci: "Come si spiega che in tanti casi la Provvidenza non funzioni e taccia?" Eppure nelle mani dei Santi essa funzionava ed essi vi si affidavano con sicurezza.
"L'Angelus" di Jean-François Millet (1814-875). |
Ora possiamo domandarci: "Come si spiega che in tanti casi la Provvidenza non funzioni e taccia?" Eppure nelle mani dei Santi essa funzionava ed essi vi si affidavano con sicurezza.
Spesso noi vorremmo sostituirci alla
Legge e allora se le cose non riescono ritorciamo l'errore che è
solo nostro e incolpiamo Dio di ingiustizia. Prima chiudiamo le porte
alla Provvidenza impedendone il funzionamento e poi diciamo che essa
non esiste.
Ma dove maggior perfezione e bontà che
nel metodo che ci garantisce il necessario, ce lo assicura perché ci
spetta e ci nega solo quello che ci potrebbe far danno?
La Legge di Dio non ha atteso l'avvento
della giustizia sociale per proteggere la vita, né le moderne forme
di previdenza individuale e collettiva, ma ha dato all'uomo una
libera forma di assicurazione contro il bisogno, la quale è
indipendente da qualunque autorità umana, è giusta e assolutamente
sicura.
Ma si dirà, noi vogliamo la ricchezza.
Sta bene. Ma allora bisogna tenersi il terrore di perderla che è il
tormento dei ricchi e tutte le relative ansie e preoccupazioni.
Sicché la Divina Provvidenza rimane un
metodo quasi esclusivo dell'evoluto con cui la Legge provvede del
solo necessario, ma con certezza, l'uomo dello Spirito che non può
più occuparsi dei problemi materiali da lui oramai esauriti e
superati.
Ecco come chi si occupa delle cose dello Spirito può ricevere in sovrappiù tutto il resto. Siamo naturalmente in un mondo diverso da quello umano, di fronte ad un'altra psicologia, ad altri metodi e princìpi.
Ecco come chi si occupa delle cose dello Spirito può ricevere in sovrappiù tutto il resto. Siamo naturalmente in un mondo diverso da quello umano, di fronte ad un'altra psicologia, ad altri metodi e princìpi.
Vi è tuttavia ancora un'obiezione.
Considerato dal punto di vista umano, questo Essere che si assenta
tra le faccende spirituali appare un inutile improduttivo, un
parassita che vive alle spese di altri che lavorano per lui.
Dove è la giustizia? L'elemosina è
un'ingiustizia quando è carpita da un ozioso. Ma abbiamo visto come
il dinamismo e la laboriosità siano le prime qualità dell'evoluto.
Comunque, anche se egli restasse materialmente inattivo e non si
occupasse che di lavoro dello Spirito non dà egli per questo un
contributo alla vita?
Ecco che costui non è un parassita,
adempie ad una funzione e ad una Missione, così spesso dà molto di
più di quanto non riceva.
Oggi questo individuo elevato è
l'eccezione e non peserà certo sull'economia della società. Ma
quando sarà diventato maggioranza, allora l'avvento della giustizia
sociale sarà un fatto compiuto, l'uomo avrà conquistato la
consapevolezza della Legge e un nuovo senso di Ordine darà
naturalmente la sicurezza del necessario ad ogni Essere umano.
Fonte: La Civiltà del Terzo Millennio
di Pietro Ubaldi
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