Per chiarimenti andare al Post Scriptum |
Sebirblu, 12 aprile 2015
Ovviamente, il titolo che ho dato a
questo articolo è il classico "modo di dire", ma si adatta
benissimo al contenuto tra il serio e il faceto scritto dall'autore,
sicuramente per sdrammatizzare un po' l'amara realtà.
E visto che si parla di raggiri
intenzionali perpetrati verso ignari cittadini al fine di renderli
ancora più "schiavi", per chi non lo avesse letto, nel
post recente da me tradotto e pubblicato QUI, non si parla solo di
microchip ma anche di transazioni finanziarie super controllate,
denaro virtuale e bancomat.
Vi consiglio perciò di leggerlo,
perché più si conosce come stanno le cose, e prima possiamo sperare
che cambino raggiungendo la famosa "massa critica" (come
dice Gregg Braden QUI) che farebbe pendere la bilancia, finalmente,
dalla nostra parte.
L'Inganno della "Riserva
Frazionaria"
Poniamo che di questi tempi vi venga in
testa un'idea del tutto astrusa: decidete di andare in banca a
ritirare gran parte della somma che riposa sul vostro conto corrente.
Non so, forse siete convinti che essa possa stare più al sicuro da
qualche altra parte.
Magari, spaventati da trasmissioni
demenziali che propongono il divieto di usare il contante, avete
pensato che sarebbe meglio darsi una mossa e prelevarne un po' finché
si è in tempo.
In fondo non importa la ragione, voi
semplicemente avete avuto questa balzana idea di recarvi in banca a
prelevare parte dei vostri soldi in contanti.
Entrate dopo aver svuotato almeno due
volte le tasche nel portaoggetti, vi presentate allo sportello e
reclamate il vostro denaro costituito da almeno quattro cifre.
Per un importo più modesto non perdete neanche tempo, ricordatevi che c'è sempre a disposizione il
bancomat, meraviglia del progresso e frutto dell'ingegno
imprenditoriale, il quale vi offre il vantaggio di non costringervi a
svuotare le tasche prima di unirvi agli altri clienti con il numerino
in mano e in attesa di essere serviti.
Lo sportellista di banca, piuttosto
allarmato soprattutto nel caso in cui l'ammontare richiesto sia non
di quattro, ma addirittura di cinque cifre, chiama subito il
direttore che arriva ansimando e comincia:
"La Legge di qua, le disposizioni
di là, la circolare di sopra, per l'antiriciclaggio di sotto, però
ci voleva il preavviso... bla bla bla..." Insomma per farla breve
è chiaro che il vostro "malloppo" non ve lo rilasciano
volentieri.
Leggendo alcune esperienze pubblicate
sul web, qualche cliente più esuberante a questo punto si irrita
pure, alzando la voce e dicendo: «Ma stiamo scherzando? Quei soldi
sono miei, ho diritto a riaverli!»
In quella circostanza i casi sono due: o vi
daranno quanto richiesto con evidente malumore, intimoriti
soprattutto dagli schiamazzi che state facendo, oppure, rivelandosi
ben più tosti ed ostinati di quanto avreste creduto in prima
battuta, vi convinceranno a ritornare un altro giorno.
In questo secondo caso, quando
tornerete qualche tempo dopo, potrete finalmente mettere le mani sul
conquibus tanto a lungo trattenuto. Contenete però la vostra gioia,
soprattutto nel caso in cui la cifra prelevata superi abbondantemente
i venti o i trentamila euro.
La possibile visita di cortesia della
Guardia di Finanza a casa vostra potrebbe infatti suscitare qualche
perplessità e abbattere la vostra soddisfazione.
Benché pare pongano solo qualche
innocua domanda sulle ragioni della detestabile azione appena
commessa, la sensazione di sentirsi implicitamente considerati al
livello di un ignobile evasore, di un pericoloso bandito, di un
esecrabile spacciatore, ai più non risulta affatto gradita.
In ogni caso, dopo aver portato a
termine con successo la vostra "balorda" azione di ritirare
il contante dalla banca, prendetevi qualche secondo e fate lavorare
il cervello, fermatevi cioè a riflettere e ponetevi la seguente
domanda:
DI CHI ERANO VERAMENTE QUEI SOLDI che
figuravano a saldo del vostro conto corrente e che siete andati a
reclamare con tanta "tracotanza"?
Sembra una domanda stupida, e invece si
tratta di uno dei quesiti più importanti del mondo.
Ponendoci questa domanda, infatti,
ci ritroviamo diritti di fronte all'INGANNO giuridico più eclatante e
ben celato di tutti i tempi che tanti disastri sociali ed economici
ha creato negli ultimi secoli.
Vediamo cosa stabilisce la Legge, cioè
l'articolo 1834 del codice civile:
"Nei depositi di una somma di
denaro presso una banca, questa ne acquista la proprietà ed è
obbligata a restituirla nella stessa specie monetaria alla scadenza
del termine convenuto ovvero a richiesta del depositante, con
l'osservanza del periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli
usi".
ATTENZIONE alle sfumature: la banca ne
acquisisce la proprietà! Cioè quei soldi SONO per legge DELLA BANCA
che è tenuta a restituirli a RICHIESTA DEL DEPOSITANTE
(???!! depositante ???!!) con l'osservanza del periodo di preavviso
stabilito dalle parti o dagli usi (avevano ragione sul preavviso,
avevano ragione loro!)
In altre parole, questi soldi fintanto che non vi presentate a riprenderli e finché effettivamente non ve li
consegnano in mano, SONO di PROPRIETÀ della banca benché risultino
apparentemente VOSTRI nel VOSTRO saldo di conto corrente.
E qui, nella testa dei meno distratti, sorge spontanea una bella domanda. Nel momento in cui la banca era
DIVENTATA PROPRIETARIA dei VOSTRI soldi che avevate versate sul
VOSTRO conto corrente, cosa diavolo ci aveva fatto? Li aveva messi da
parte per custodirli, o li aveva usati per svolgere i propri affari?
Formuliamo la domanda in altra maniera.
Quei soldi presenti sul vostro conto
corrente sono davvero a vostra disposizione (con l'osservanza del
periodo di preavviso stabilito dalle parti o dagli usi) o sono stati
prestati dalla banca a qualcun altro. E in tal caso, per quanto tempo
li ha prestati?
Suvvia! Siate onesti! Se non siete
proprio degli "ingenuotti" degni di un quadro naif, non potrete che
dare la risposta giusta!
Ovvio che quei soldi la banca li ha
prestati a qualcuno! Altrimenti come farebbe a pagarvi gli interessi
(peraltro ormai ridicoli) sulle giacenze di conto corrente? Ma
allora, perché avete schiamazzato dentro la banca reclamando i soldi
all'istante? Stando così le cose, VOI non siete un DEPOSITANTE. VOI
quei soldi li avete PRESTATI alla banca, non li avete DEPOSITATI là.
"Se qualcuno venisse da noi e ci
dicesse: «Deposita i soldi presso di me, te li custodisco per bene,
te li lascio sempre a completa disposizione e in più ti pago anche
gli interessi», senza dubbio ci suonerebbe come un ottimo affare.
Ma per credere che sia tutto vero
bisognerebbe essere degli stupidi. È ovvio che c'è l'imbroglio, che
esista il trucco. Eppure sono proprio gli stessi termini che ci
propone il banchiere e che accettiamo nel contratto di conto
corrente".
Compreso lo stratagemma? Ci chiamano
depositanti, la legge stessa ci definisce depositanti, ma in realtà
noi siamo dei prestatori, siamo dei mutuanti!!!
Quindi se la banca, a sua volta, ha
concesso dei quattrini a qualcuno (e non certo per 3-4 giorni o una
settimana), come diamine farà a restituirli così, su due piedi, a
richiesta improvvisa, o a distanza di qualche giorno, a chiunque si
presenti in banca per ritirarli?
Ohibò! Signori, forse state
cominciando ad avere qualche legittimo sospetto che porta ad altre
domande.
È probabile che a questo punto vi
chiederete pure: "Ma quando paghiamo o preleviamo una cifra
inferiore con il bancomat, allora non è valido lo stesso ragionamento?
Come facciamo a disporre di una somma
che in realtà è di PROPRIETÀ della banca e nel frattempo è stata
prestata a qualcun altro magari per un periodo di tempo di due o tre
anni? Ma che razza di sortilegio è questo?
Insomma, se questi euro li abbiamo
prestati alla banca, e quest'ultima a sua volta li ha erogati ad un
altro, essi sono di conseguenza in mano o nel conto corrente ANCHE di
quell'altro individuo.
Come fanno quindi gli stessi "dannati"
euro ad essere a disposizione anche sul vostro conto corrente?
Ancora una volta, quindi, chiediamoci: di chi è realmente questo denaro?? Chi è il vero proprietario di
questi fantomatici soldi? VOI, LA BANCA o il SOGGETTO TERZO al quale
sono stati prestati?
Il bello, o il brutto, vedete voi, è
che la banca li ha prestati non ad uno solo, ma
ad altri nove soggetti ciascuno dei quali, proprio come fate voi, li
tiene su un conto corrente ed esattamente come voi pensa di esserne
il legittimo proprietario convinto di disporne liberamente (almeno
fino alla scadenza del termine convenuto dal prestito concesso dalla
banca).
Chi ha il pieno diritto di proprietà su questi soldi?
Sono dieci soggetti tutti contemporaneamente?
È possibile mai questa assurdità?
Ahimè... Signori, questa incongruenza
è possibile: questa magia non è nient'altro che la RISERVA
FRAZIONARIA. Un paradosso, frutto di un raggiro giuridico, creato
appositamente per concedere al banchiere un privilegio unico ed
estremamente potente.
La riserva frazionaria è anche la
ragione per cui da sempre si verificano forti cicli economici,
accompagnati da devastanti crisi bancarie sistematiche.
Non sono gli speculatori, non sono i
terremoti, non sono i commercianti o gli evasori, non è la
globalizzazione, i CDS (QUI), gli spread, lo short selling (QUI), o
qualche altra diavoleria. È la riserva frazionaria!
Con la tragedia dell'Euro, con la
depressione del Dollaro, col dissesto globale di questo III millennio
siamo solo davanti al peggior ciclo e alla più distruttiva crisi di
tutti i tempi.
L'immensa forza devastatrice che questo
squilibrio porta con sé e di cui abbiamo visto una prima pallida
manifestazione nel 2008, è resa possibile dall'intervento reiterato
delle banche centrali che per quasi 100 anni hanno posticipato il
giorno della resa dei conti:
‒ quello in cui i 10 presunti
proprietari della stessa cifra di denaro si presenteranno al medesimo
sportello per richiedere lo stesso ammontare.
Somma, tuttavia, che non è più nulla,
solo un numero, al più un pezzo di carta colorato riproducibile a
volontà dalla banca centrale. Però, una tale riproduzione fisica a
volontà, necessaria per soddisfare solo la metà di quei 10
proprietari, avrebbe conseguenze devastanti.
Non a caso, con il pretesto di fare la
guerra a quegli "appestati", meglio noti come evasori
fiscali, da qualche tempo è partita la campagna mediatica mirata a
vietare, tassare, o abolire il contante.
È infatti togliendo alla gente l'ultima pretesa di avvalersi della proprietà del denaro basato sulla sua consistenza fisica, cioè smaterializzandolo al 100%, che l'inghippo giuridico che sta sotto alla riserva frazionaria potrebbe essere tenuto nascosto ancora a lungo, mentre gli inevitabili effetti negativi ad esso collegati potrebbero essere posticipati ancora per qualche anno.
La sostanza tuttavia non cambia, il
problema esiste, si è stratificato per cento anni ed oggi è enorme,
la sua risoluzione sarà dolorosissima, e continuando a posticiparla
con qualche escamotage, come tassare o vietare il contante, non si farà
che aggravarla di più.
Quindi, se ancora non avete ben
inquadrata questa immane crisi, essa non è nient'altro che il
risultato di una TRAGEDIA GIURIDICA.
Al fine di privilegiare l'attività
delle banche in relazione ad ogni altra attività commerciale, per motivi
ben noti a chi del tutto sprovveduto non è, la legislazione sul
contratto di deposito bancario ha lasciato un'ampia e drammatica zona
grigia sulla proprietà del denaro che si muove attraverso quel
sistema stesso.
Se ogni conflitto, questione, impasse,
porta sempre ad una cattiva definizione dei diritti di
spettanza, quella sul denaro in banca rimane totalmente indefinita e
confusa a causa di un contratto che non costituisce né un deposito,
né un prestito, ma vuole essere entrambe le cose contemporaneamente.
Questo è l'errore più drammatico di
tutti che sta a monte di qualsiasi problema economico del passato e
del presente.
Se volete saperne di più e ancora non
l'avete fatto, leggetevi uno in fila all'altro "Cosa è il
Denaro" e "La Tragedia dell'Euro", sono testi alla
portata di ognuno che dovrebbero essere letti già in età scolare.
I principi e i concetti in essi
contenuti dovrebbero essere a conoscenza di tutti coloro che hanno un
conto in banca; dovrebbero far parte della cultura di ogni persona
indignata che vuole evitare di attirarsi un danno peggiore.
Purtroppo, in questo nuovo travagliato
millennio, soltanto un individuo su centomila sospetta o è al
corrente di una simile, ignobile e spietata realtà.
Per conoscere di più l'autore di questo libro, Alberto Medici, rimando i Lettori al suo sito (QUI), dove avrete le più esaurienti risposte sia riguardo alla sua persona, come al contenuto del testo, all'anteprima dei capitoli.
Post Scriptum
Come vedrete, il suo intento è simile al mio nella priorità assoluta che un numero sempre maggiore di persone sappia davvero come stanno le cose.
Relazione, adattamento e cura:
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: usemlab.com
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