Serbirblu, 12 agosto 2015
Al tempo in cui il Dottor Steven Greer
organizzò il famoso convegno "Disclosure Project" al quale
parteciparono diverse personalità appartenenti ai più disparati
settori, dall'Astronautica all'apparato Militare-Industriale, la
top-manager dottoressa Carol Rosin fu la protagonista di una
testimonianza allarmante...
Il Dott. Steven Greer e la dottoressa Carol Rosin seduta in fondo. |
Carol Rosin è stata la prima donna
manager delle industrie Fairchild e portavoce del Dott. Wernher von
Braun negli ultimi anni della sua vita. (Cfr. QUI)
Ha fondato l'Istituto per la
Cooperazione e la Sicurezza nello Spazio Esterno, a Washington DC, ed
ha testimoniato in molte occasioni sulle armi spaziali.
Von Braun rivelò alla dottoressa Rosin un
piano che giustificava la presenza di armi nello spazio per
fronteggiare una minaccia extraterrestre. Fu anche presente ad
incontri intorno al 1970 quando fu pianificato lo scenario per la
guerra del Golfo degli anni '90.
La dottoressa Carol Rosin |
C.R.: dottoressa Carol Rosin
S.G.: dottor Steven Greer
C.R.: "Il mio nome è Carol Rosin, sono
un'educatrice divenuta la prima donna manager di una compagnia
aerospaziale: le Fairchild Industries.
Sono consulente per la difesa
missilistica e spaziale ed ho fornito consigli ad una quantità di
aziende, organizzazioni e dipartimenti organizzativi, perfino ai
Servizi segreti.
Sono stata assistente alla TRW mentre
costruiva il missile MX, così entrai a far parte della strategia
che divenne un modello su come vendere al pubblico le armi spaziali.
Il missile MX è un altro sistema d'arma di cui non avevamo bisogno.
Ho fondato l'Istituto per la
Cooperazione e la Sicurezza dello Spazio Esterno, un serbatoio di
menti con base a Washington DC. Sono un'autrice ed ho testimoniato
davanti alla Commissione Congressuale e Presidenziale sullo Spazio.
Quando ero manager alle Fairchild
Industries, dal 1974 fino al 1977, incontrai l'anziano dottor Wernher
von Braun. Ci incontrammo per la prima volta nel 1974.
A quell'epoca stava morendo
di cancro ma mi assicurò che sarebbe vissuto ancora qualche anno per
raccontarmi del gioco che stava mettendo in atto, gioco teso a
militarizzare lo spazio, controllandolo insieme alla Terra stessa.
Egli aveva un passato di tutto rispetto riguardo ai sistemi d'arma (inventò i razzi V2, vedere QUI; ndr). Fuggì dalla Germania per venire negli USA, diventando vice presidente della Fairchild, all'epoca in cui lo
incontrai.
Lo scopo di Von Braun durante gli ultimi anni della sua vita, gli anni del declino, era di educare il
pubblico e le autorità sul fatto che le armi spaziali erano stupide,
pericolose, destabilizzanti, troppo costose, non necessarie, un'idea
non realizzabile e non desiderabile, e proporre le alternative a
disposizione.
Praticamente dal letto di morte mi
istruì su questi concetti e sugli attori che partecipavano al
gioco. Mi affidò la responsabilità, visto che lui era moribondo, di
continuare i suoi sforzi per prevenire l'installazione di armi
nello spazio.
Vernher von Braun (1912 - 1977) nel suo studio alla NASA. |
Quando Von Braun era seriamente malato, mi chiese di diventare sua portavoce e di apparire nelle
occasioni in cui era troppo debilitato per parlare. E lo feci.
Ciò che mi interessò maggiormente fu
un concetto che mi ripeté più volte durante i quasi quattro anni in
cui ho avuto l'opportunità di lavorare con lui.
Diceva che la strategia usata per
condizionare il pubblico, da quanti avevano potere decisionale, era basata
su tattiche di paura... Ecco come veniva individuato un avversario...
La strategia di cui mi parlò Von Braun
consisteva nel fatto che all'inizio i Russi erano considerati nemici. In
effetti nel 1974 erano loro gli ostili, gli antagonisti dichiarati.
Ci veniva detto che possedevano
"satelliti killer"; che ci sarebbero venuti a
prendere e che ci avrebbero controllato perché di stampo comunista.
Più tardi sarebbero stati "individuati" dei terroristi e questo sarebbe avvenuto presto. Ne sentimmo
molte a proposito di terrorismo.
Avremmo dovuto indicare alcuni paesi
"pazzi" del Terzo Mondo. Quelli che ora chiamiamo "stati
canaglia". Ma mi disse pure che ci sarebbe stato un altro pericolo
contro il quale avremmo costruito armi spaziali.
Si sarebbe presentato sotto forma di asteroidi.
Per difenderci da questa minaccia, esse sarebbero state necessarie. Ed ora,
asteroidi contro asteroidi, stiamo provvedendo a costruirle e a situarle nello spazio.
E la parte più sconcertante, in assoluto, riguardava gli esseri che lui chiamava "alieni", gli
extraterrestri. Quella sarebbe stata la paura finale.
E ancora, ancora e ancora, durante i
quattro anni in cui l'ho frequentato ed ho tenuto discorsi al suo
posto, ha continuato a ribadire: "E ricordati Carol,
l'ultima carta è quella degli alieni".
Dunque, dovremo costruire armi nello spazio per difenderci dagli alieni e tutto ciò è una menzogna. Penso di essere stata troppo ingenua all'epoca, per capire la natura di quanto stava per essere introdotto nel sistema.
E solo ora le tessere stanno iniziando
ad andare al loro posto. Stiamo costruendo sistemi d'arma spaziali
sulla premessa inconsistente di una menzogna! Wernher von Braun stava
cercando di farmelo comprendere nei primi anni '70 e fino al momento in
cui morì, nel 1977.
Mi disse che c'era un'accelerazione
in atto. Non menzionò mai un programma temporale, ma disse che la
questione stava velocizzandosi per fare in modo che la gente la capisse, fino al punto d'esserne preparata e troppo
avanti per ricredersi.
(A mio avviso, si riferiva alla programmazione diabolica del "Progetto Blue Beam", cfr. QUI; ndr).
(A mio avviso, si riferiva alla programmazione diabolica del "Progetto Blue Beam", cfr. QUI; ndr).
Wernher von Braun stava morendo davanti
ai miei occhi. Il primo giorno che lo incontrai aveva cateteri che
uscivano dal suo fianco, tamburellava le dita sul tavolo mentre
diceva: "Verrai alla Fairchild" – Io ero un insegnante.
E aggiunse: "Lì, sarai responsabile dell'installazione di armi nello spazio" e lo
disse con una grande intensità negli occhi, proprio quel giorno, la prima volta che lo incontrai, ed asserendo che le armi spaziali erano
un'idea pericolosa, destabilizzante, troppo costosa, non necessaria,
non verificabile e non realizzabile.
L'ultima carta che aveva da svelare era
quella dei nemici extraterrestri. La forza con cui me lo disse mi
fece capire che era a conoscenza di qualcosa che aveva timore di
rivelare. Aveva troppa paura per parlarne.
Non mi avrebbe precisato i dettagli.
Non sono nemmeno sicura che sarei riuscita ad assimilarli se me li avesse descritti, né che avrei potuto credergli in quel lontano 1974. Ma
non c'è alcun dubbio che quell'uomo sapeva ed era deputato a sapere, e questo lo
scoprii più tardi.
In cuor mio, sono sicura che
Wernher von Braun fosse a conoscenza dell'argomento "extraterrestri". Mi
spiegò i motivi per cui le armi fossero in procinto di essere posizionate nello
spazio; i "nemici" contro i quali si costruivano tali armi e il fatto che tutto rientrasse in una contraffazione.
Mi riferì che gli extraterrestri stavano per essere "bollati" come estremo pericolo contro il quale venivano progettati gli armamenti spaziali, e ripeto... sempre nel 1974! Visto il modo in cui lo disse, per me senz'altro era a conoscenza di qualcosa che lo impauriva se ne avesse parlato.
In seguito, Wernher von Braun mi confessò chiaramente
che si trattava di una simulazione. Le premesse per le armi spaziali; i
motivi che sarebbero stati adottati; i nemici che stavano per essere
identificati erano tutti basati sulla menzogna.
Sono stata dietro le quinte delle armi spaziali
per circa 26 anni. Ho affrontato dibattiti con Generali e
rappresentanti del Congresso. Ho testimoniato alla Camera e al
Senato. Ho incontrato persone provenienti da 100 diversi paesi.
Ma non sono stata in grado di individuare chi siano coloro che stanno realizzando questo sistema di
armamenti. Sono al corrente delle notizie. Vedo prendere decisioni
amministrative. So che sono tutte imperniate su bugie e falsità.
Devo ancora riuscire a scoprire di quali persone si tratti. So che esistono grandi segreti che vengono
tenuti nascosti e so che è giunta l'ora in cui il pubblico e le autorità
prestino attenzione a coloro che stanno cercando di scoprire il vero.
E poi, abbiamo bisogno di fare alcuni
cambiamenti e di costruire un sistema spaziale che porti beneficio ad
ogni singola persona, a tutti gli animali e all'habitat di questo
pianeta. La tecnologia è qui, l'abbiamo già!
Possediamo le soluzioni per l'urgenza Terra e i
suoi problemi potenziali a lungo termine. Sento che non
appena studieremo questa faccenda degli extraterrestri, ogni domanda che mi sono posta per 26 anni avrà un suo riscontro.
Sono arrivata però alla conclusione
che tutto si basa su pochi individui che stanno guadagnando un mare di
soldi e di potere. Si tratta dei rispettivi ego. A loro non interessa nulla della nostra
Essenza e chi siamo veramente su questo mondo, meno che meno l'amore
reciproco, la pace e la cooperazione.
È da escludere l'utilizzo della
tecnologia per risolvere i problemi ed aiutare gli abitanti del globo.
Non c'entra questo. Si tratta di poche persone che stanno attuando un gioco vecchio, azzardato e costoso a beneficio
del singolo portafoglio e della propria sete di potere. E questo è
tutto.
Credo che l'intero apparato di armi
installate nello spazio sia iniziato proprio qui, negli Stati Uniti
d'America.
La mia speranza è che una volta rivelata questa notizia la nuova amministrazione faccia ciò che deve essere fatto.
La mia speranza è che una volta rivelata questa notizia la nuova amministrazione faccia ciò che deve essere fatto.
Il che vuol dire trasformare il "war
game" in uno "space game" in modo da usare le
tecnologie disponibili non solo come dispositivi bellici ma come
applicazioni dirette, per costruire un sistema di cooperazione
planetaria che apporterà i suoi frutti all'intero mondo e che ci permetterà di
comunicare con le culture extraterrestri, le quali, ovviamente,
sono là fuori.
Chi trae beneficio dalle armi
spaziali? Coloro che lavorano in quel campo: militari,
industria, università e laboratori, ossia le Comunità di Intelligence.
Non solo negli Stati Uniti ma nell'intero mondo. Si tratta di un
sistema di collaborazione globale.
La guerra è cooperativa proprio come
lo sarà la pace quando si instaurerà. E adesso c'è molta
gente che ne sta beneficiando. È il fulcro su cui è stata costruita l'economia in questo paese ed è stata quindi diffusa a livello planetario.
Il risultato è che la popolazione soffre.
Non è giusto, non lo è mai stato. La gente ha urlato: "Fateci
costruire aratri dalle spade, dateci la pace e diamoci la mano in
tutto il mondo!" – Ma non ha funzionato perché ci sono troppe
persone che ci guadagnano sopra.
Non solo finanziariamente ma per
esperienza personale, so che ci sono quelli che credono davvero
all'Apocalisse (cfr. QUI; ndr) e che quindi tali guerre devono esserci. Si va dal
libretto tascabile ai diritti religiosi.
Esistono individui che, semplicemente, amano i conflitti. Ne ho incontrato alcuni che adoravano andare in guerra. Poi c'è la brava gente, i soldati che prendono solo ordini. Devono nutrire i loro figli e mandarli al college, e così tengono stretti i loro "lavori".
Esistono individui che, semplicemente, amano i conflitti. Ne ho incontrato alcuni che adoravano andare in guerra. Poi c'è la brava gente, i soldati che prendono solo ordini. Devono nutrire i loro figli e mandarli al college, e così tengono stretti i loro "lavori".
Gli impiegati degli studi mi hanno detto che
non desiderano concorrere a queste tecnologie belliche ma che se non lo
fanno perdono lo stipendio.
Chi li paga? Vedo pure che non ci sono
soltanto due possibili usi di tali dispositivi ma che ne esistono
innumerevoli altri. Possiamo costruire ospedali, scuole,
alberghi, laboratori, fattorie agricole, industrie.
Può risuonare utopico, ma se non lo facciamo ci troveremo ad edificare posti da combattimento ed armi spaziali puntate verso la nostra gola.
Apparentemente lo abbiamo già fatto in
parte. Ora c'è una scelta che necessita compiere. Possiamo beneficiarne
tutti: la vasta compagine di questo complesso militare–industriale, i servizi segreti, le università con i laboratori degli
Stati Uniti e del mondo intero.
Tutti noi possiamo trovarne vantaggio.
Abbiamo la possibilità di trasformare questo meccanismo perverso soltanto con una decisione fondata sulle nostre più alte
coscienze e personale spiritualità e sul fatto che non abbiamo altra
scelta, se non vogliamo morire tutti.
E noi, certo, non lo vogliamo... Insomma, possiamo
usufruirne davvero, dal punto di vista finanziario, spirituale, sociale e psicologico; è politicamente e tecnologicamente possibile
trasformare questo gioco, adesso, e ognuno ne trarrà giovamento.
Nel 1977 ero ad una riunione alle
Fairchild Industries in una sala conferenze chiamata "Stanza della
Guerra". In quella sala c'erano molte immagini sulle pareti che
rappresentavano i nemici. Quelli già identificati.
Ma ce n'erano anche molti altri dai nomi oscuri... come Saddam Hussein o Gheddafi. In questo caso si parlava di terroristi... di potenziali terroristi.
Nessuno ne aveva mai accennato prima, ma
si trattava dello stadio successivo ai Russi, per il quale stavamo costruendo le armi spaziali.
Mi alzai nel corso dell'incontro e
dissi: "Scusatemi, perché stiamo parlando di questi supposti
nemici contro i quali stiamo fabbricando armamenti se sappiamo che
al momento essi non sono affatto ostili?"
Beh, continuarono la discussione su
come avremmo progressivamente "creato" questi nemici e di come ad un
certo punto ci sarebbe stata una guerra nel Golfo... "La Guerra del
Golfo"... Eravamo nel 1977... dico nel 1977!
Loro parlavano di scatenare un conflitto in quella regione mentre c'erano 25 miliardi di dollari
investiti nel programma di armi spaziali le quali dovevano ancora essere
costruite. Era stata chiamata "Iniziativa di Difesa Strategica" solo all'ultimo, ma non fino al 1983.
Strategic Defense Initiative (in inglese QUI) |
Tale sistema di armi era andato avanti per un bel po' di anni ed io naturalmente non ne sapevo nulla, così mi alzai durante la riunione ed esclamai:
"Vorrei sapere perché stiamo
parlando di armi spaziali contro questi nemici. Vorrei saperne di
più. Qualcuno può dirmi, per favore, di cosa si tratta?" – Nessuno rispose. Continuarono l'incontro come se non avessi detto
niente.
All'improvviso mi misi al centro della
stanza e continuai:
"Se nessuno sa dirmi perché
stiamo pianificando una guerra nel Golfo, quando c'è un certo
ammontare di soldi in bilancio per creare il prossimo sistema d'arma
che sarà venduto pubblicamente e del perché abbiamo bisogno di armi
spaziali, allora considerate questo ‒ mi dimetto. ‒ E non me lo
sentirete dire di nuovo!"
Nessuno disse una parola del perché
stessero pianificando la Guerra del Golfo e tutto accadde esattamente
come progettato nel tempo.
S.G.: Chi era presente a questa
riunione?
C.R.: La stanza era piena di gente che
si dilettava al gioco delle porte girevoli. C'erano personaggi che avevo
visto una volta in uniforme, un'altra in abito grigio e tal'altra
ancora in tuta da operaio. Questi individui fanno davvero quel tipo di gioco.
Agiscono come consulenti, funzionari dell'industria, oppure come militari e operatori dell'Intelligence. Lavorano e si
riciclano attraverso tali porte, andando dritti fino a posizioni di
governo.
Mi feci avanti durante questo incontro
chiedendo se quello che avevo sentito era corretto, vale a dire se ci sarebbe
stata una guerra nel Golfo, stimolata, pianificata in modo che loro potessero vendere apertamente alle autorità la successiva fase di progettazione sulle armi.
Questo scontro bellico stava per essere architettato
in modo da poter smaltire il vecchio arsenale e crearne uno nuovo. Così dovetti rassegnare le
dimissioni. Non potevo più lavorare per quell'industria.
Il segretario USA Colin Powell mostra all'ONU la famosa "prova" della fiala di antrace contro Saddam. |
Nel 1990 sedevo nel mio soggiorno, controllando quanti soldi fossero stati spesi in programmi di ricerca e sviluppo di armi spaziali e realizzai che si era giunti più o meno a quella somma stratosferica di circa 25 miliardi di dollari, e così dissi a mio marito:
"Adesso mi fermo, mi metto seduta
e guardo la CNN aspettando che scoppi la guerra". Mio marito
rispose: "Beh, alla fine hai passato il limite. Sei andata
oltre".
Gli amici mi dissero: "Ti sei davvero spinta troppo in là questa volta. Non ci sarà una guerra
nel Golfo, nessuno parla di questo". Io ho
risposto: "Ci sarà una Guerra nel Golfo. Mi siederò e la
aspetterò qui". E accadde proprio ciò che era stato
programmato.
Come facenti parte del "war game" (gioco di guerra) del Golfo, a noi del pubblico fu raccontato che gli Stati Uniti
riuscivano ad abbattere i missili SCUD di fabbricazione russa. Sulla
base di tale successo vennero approvati nuovi fondi.
In effetti, come scoprimmo
in seguito, dopo che i budget per la nuova fase di riarmo vennero
approvati, quella era una menzogna. Non abbattevano tali missili con il successo
di cui parlavano. Era una bugia, detta appositamente per chiedere nuove risorse per costruire altre armi.
Fui una delle prime persone ad andare autonomamente in Russia quando seppi che disponevano dei "satelliti
killer".
Quando mi recai là nei primi
anni '70 scoprii che essi non avevano alcun satellite killer, era
un'ulteriore bugia. In effetti i leader e il popolo russo volevano la pace.
Volevano cooperare con gli Stati Uniti e con i popoli del mondo.
In un'altra occasione chiamai Saddam
Hussein, quando stava appiccando il fuoco ai pozzi di petrolio. Mio marito era
in cucina mentre facevo questa telefonata.
Ricevetti risposta dal primo interlocutore che Saddam aveva nelle vicinanze e mi chiese: "Lei è
una reporter? Un'agente? Perché vuole sapere?"
Risposi di no, che ero solamente una cittadina che sosteneva un movimento per la demilitarizzazione dello
spazio ed avevo scoperto che molte storie riguardanti sistemi d'arma
e ipotetici nemici non erano vere.
Volevo scoprire cosa avrebbe
soddisfatto Hussein allo scopo di farlo smettere di incendiare pozzi
e mettersi la gente contro. – Nessuno gli aveva mai posto
questa domanda d'altronde.
Così quando sento parlare di una possibile minaccia dallo spazio – e considero la storia di migliaia di anni di possibili visite extraterrestri (sempre pacifiche; ndr), ed ascolto le rivelazioni di militari, agenti, industriali onesti che hanno avuto esperienze con gli UFO con atterraggi ed incidenti, con corpi vivi e morti di origine aliena – so che si tratta di una menzogna.
E se mi fosse detto che sono loro i
nemici contro i quali dobbiamo costruire le nostre armi spaziali, basandomi sull'esperienza di aver lavorato all'interno del complesso militare–industriale su
sistemi d'arma e strategie, sarei consapevole trattarsi ancora di una bugia.
Non solo non ci crederei, ma uscirei allo scoperto gridando più forte possibile alla gente di aprire
gli occhi. Loro, gli ET, non ci hanno ancora spazzato via. Siamo
ancora qui dopo migliaia d'anni di visite.
Per la verità ci stanno ancora visitando e
non siamo mai stati minacciati, perciò dobbiamo guardarli come qualcosa che non rientra affatto in un'emergenza ostile.
È mia speranza ed intenzione fare
tutto ciò che posso per collaborare con le persone che si prodigano
per comunicare e cooperare con queste Entità extraterrestri. Essi,
chiaramente, non sono nemici. Noi siamo qui. Questa è una prova
sufficiente per me.
Non ci sono limiti a come la gente può
scegliere di vivere in questo pianeta. Abbiamo una possibilità di
farlo e credo che la finestra si stia rapidamente chiudendo. Non
credo che ci resti ancora molto tempo per prendere questa decisione.
Siamo così vicini al vedere accadere
qualche terribile disastro, veder scoppiare qualche tipo di guerra,
sia ultra tecnologica o combattuta con qualche genere di sistema
d'arma esotica.
Ci occorre una leadership, a cominciare dal
Presidente degli Stati Uniti, e questo è tutto quello che dobbiamo
conseguire.
Se siete internazionali, se siete in giro
per il mondo, se siete negli USA, sia che apparteniate a qualche
partito o a qualche credo religioso, il Comandante in Capo, il
Presidente degli Stati Uniti è la persona da raggiungere.
Sembra, da questa immagine, che Obama metta a posto le cose... (sic!)... col binocolo!... |
Dobbiamo dire che vogliamo una definitiva, totale e verificabile moratoria su tutte le armi spaziali.
Post Scriptum
Ed io aggiungo, concludendo, che la speranza in noi, abitanti di questo pianeta, non deve mai venir meno perché non siamo soli, e la Luce prevarrà sulle Tenebre anche se tutto quanto ci circonda non fa che indicare il contrario.
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