Sebirblu, 12 marzo 2017
L'articolo che segue può essere utile
a tutti coloro che nel corso di questi ultimi tempi non hanno avuto
modo di farsi un'idea generale di ciò che sta accadendo sotto i
nostri occhi.
È una sintesi lucida e ben fatta
quella di Antonio Socci, che spesso divide il pubblico in opinioni
opposte, ma provvidenziale per scuotere le coscienze insonnolite del
mondo, visto che spesso mi imbatto in articoli e siti stranieri che
parlano di lui e lo menzionano nei loro scritti.
SIAMO SULL'ORLO DEL BARATRO.
E c'è chi
pensa (dopo averlo eletto) di sostituire il papa demolitore.
Ecco con
quale cardinale.
Giorni fa "Der Spiegel" ha
riferito le parole di papa Bergoglio ad alcuni fedelissimi: "Non
è escluso che io passerò alla storia come colui che ha diviso la
Chiesa Cattolica". Ed è per questo che il suo amico Eugenio
Scalfari lo considera il più grande "rivoluzionario".
Tempo fa una copertina di "Newsweek"
si chiedeva se il papa è cattolico ("Is the pope catholic?").
E un'altra dello "Spectator" lo rappresentava su una ruspa
demolitrice col titolo: "Pope vs Church" (il Papa contro la
Chiesa). Coglievano un sentire diffuso.
In effetti a quattro anni esatti dalla
"rinuncia" di Benedetto XVI e dall'irrompere di Bergoglio,
la situazione della Chiesa cattolica si è fatta esplosiva, forse
davvero al limite di uno scisma, più catastrofico di quello del
tempo di Lutero (che peraltro oggi viene riabilitato nella chiesa
bergogliana).
PICCONATE
La confusione è enorme anche perché
si susseguono le picconate pure dei suoi stretti collaboratori.
Nei giorni scorsi ha suscitato
sconcerto il nuovo Generale dei gesuiti (voluto da Bergoglio) per
quello che ha detto sul Vangelo e su Gesù. (Cfr. QUI, QUI e QUI; ndr).
Bergoglio e padre Arturo Sosa Abascal, l'attuale "papa nero" o generale dei gesuiti. |
Come pure il nuovo presidente della
Pontificia Accademia per la vita (monsignor Vincenzo Paglia; ndr), nominato dallo stesso Bergoglio,
che ha fatto l'esaltazione incondizionata di Marco Pannella arrivando
ad affermare: "io mi auguro che lo spirito di Marco ci aiuti a
vivere in quella stessa direzione". (Cfr. QUI, QUI e QUI; ndr).
Bergoglio e mons. Vincenzo Paglia |
Nella Chiesa sta accadendo di tutto. I
massimi esponenti dell'ideologia laicista sulla vita sono invitati
con tutti gli onori al simposio vaticano, i cardinali che chiedono al
papa di chiarire o correggere i punti erronei dell'Amoris laetitia
vengono trattati malamente.
Poi stanno per istituire le "donne
diacono" e potrebbe addirittura venir manomessa la liturgia per
andare verso una "messa ecumenica" con i protestanti che
segnerebbe il punto di non ritorno.
Giorni fa una vescova protestante del
nord Europa – con l'intenzione di fargli un complimento – ha
dichiarato che Bergoglio le sembra sempre di più un
cripto-protestante ("verklappter protestant").
Molti fedeli cattolici hanno proprio il
timore che sia vero.
Per questo gran parte dei cardinali che
lo votarono è fortemente preoccupata e il partito curiale che
organizzò la sua elezione e che lo ha affiancato fin qui, senza mai
dissociarsi, sta coltivando l'idea (a mio avviso velleitaria) di una
"moral suasion" per convincerlo alla pensione.
Avrebbero già il nome di colui che
dovrebbe rimpiazzarlo per "ricucire" la Chiesa in frantumi.
Ma per capire meglio quello che sta
accadendo, è necessario ricostruire com'è che la Chiesa è finita
in questa situazione, forse la più grave dei suoi 2000 anni di
storia.
IMPERO AMERICANO
Bisogna partire dal contesto
geopolitico degli anni Novanta, quando gli Stati Uniti, ritenendo di
essere rimasta l'unica grande potenza mondiale, cominciarono a
elaborare il progetto di un mondo unipolare "per un nuovo secolo
americano".
Fukujama annunciò "la fine della
storia" cioè un pianeta totalmente americanizzato. Una follia,
l'ultima utopia ideologica del Novecento.
Il presupposto era che – spazzato via
il blocco sovietico – la Russia democratica, prostrata e umiliata
da un'americanizzazione selvaggia sotto Eltsin, non riuscisse mai più
a risollevarsi, restando una depressa provincia dell'impero.
Poi è arrivata la grande crisi del
2007-2008, mentre in Russia un nuovo leader, Vladimir Putin, ha
riportato il più vasto Paese del mondo a ritrovare la sua identità
spirituale, una vera indipendenza nazionale (anche economica) e un
ruolo internazionale.
Così dal 2010 al 2016
l'amministrazione Obama/Clinton (con annesso sistema di potere
globale) ha sviluppato una pesante strategia planetaria che mirava a
isolare la nuova Russia di Putin e neutralizzarla.
I due pilastri geopolitici dell'impero
Obama/Clinton erano – in Europa – il fedele vassallo tedesco
guidato dalla Merkel; nell'area mediorientale l'Arabia Saudita.
I TASSELLI
Dovendo anzitutto spazzar via la
presenza russa nel Mediterraneo e in Medio Oriente, gli Usa si sono
schierati per l'eliminazione dei due regimi di quest'area alleati
della Russia, cioè Libia e Siria guidati da Gheddafi e Assad.
L'idea americana prevedeva di lasciare
questa regione sotto l'egemonia dell'Arabia Saudita, ma è anche
strana la sottovalutazione obamiana del rischio rappresentato dai
Fratelli musulmani protagonisti delle cosiddette "primavere
arabe".
Anche in Europa assistiamo ad altri
sommovimenti. Nel 2011 il governo italiano guidato da Berlusconi si
trova isolato nella Ue franco-tedesca di Merkel e Sarkozy, quindi
finisce sotto attacco attraverso il cosiddetto spread ed è costretto
alle dimissioni (peraltro Berlusconi a quel tempo era l'unico capo di
governo europeo con cui Putin avesse un rapporto di amicizia).
Poi assistiamo alla destabilizzazione
diretta dell'area russa con l'incendio dell'Ucraina che fornisce alla
Nato il pretesto per portare tutta l'Europa dell'Est, fino ai confini
russi, sotto il suo protettorato. Addirittura iniziano pericolose
manovre militari al confine che creano un clima da guerra fredda.
Già da tempo del resto i media
occidentali sono pesantemente all'attacco di Putin, una
criminalizzazione curiosa, considerato quello che gli americani –
con le loro "guerre umanitarie" – stavano facendo.
COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA
Nel frattempo Obama – col secondo
discorso d'insediamento – ha lanciato anche un'offensiva ideologica
che mira a imporre al mondo una nuova antropologia liberal, cioè
relativista (nozze gay, gender, ecc.)
È un progetto globale che tenta di
de-costruire (oltre alle identità sessuali) le identità nazionali,
culturali e religiose anche attraverso il fenomeno migratorio. (Cfr. QUI; ndr).
Lo stesso Segretario generale dell'Onu
Ban Ki-moon esalta le migrazioni come nuova frontiera del progresso a
cui nessuno deve opporsi. (Cfr. QUI; ndr).
Il fenomeno esplode: dal 2010 al 2016
c'è un vertiginoso aumento delle masse di migranti che si riversano
in Europa, anzitutto tramite Italia e Grecia.
Nel frattempo cosa accade nella Chiesa?
Dal 2010 si assiste a una pesantissima pressione, interna ed esterna,
contro il pontificato di Benedetto XVI che, nel febbraio 2013,
"rinuncia".
Nei giorni scorsi alcuni intellettuali
cattolici americani hanno chiesto pubblicamente a Trump di aprire
un'indagine per appurare – considerati alcuni documenti usciti da
Wikileaks – se vi siano state, fra 2012 e 2013, interferenze
americane per un "cambio di regime" in Vaticano. (Cfr. QUI; ndr).
Ma stiamo ai fatti pubblici.
IL CASO BERGOGLIO
Nel 2013 viene eletto papa Bergoglio
che accantona il magistero dei papi precedenti, troppo ostico per
l'ideologia dominante (niente più principi non negoziabili, né
radici cristiane dell'Europa (cfr. QUI; ndr), né confronto virile
con l'Islam come il discorso di Ratisbona).
Bergoglio aderisce all'Agenda Obama:
viva l'emigrazione di massa, abbraccio con l'Islam ed ecologismo
catastrofista. Ma aderisce pure all'Agenda tedesca che va verso una
protestantizzazione della Chiesa Cattolica.
In effetti due sono i "partiti"
che lo hanno eletto: quello progressista guidato dai cardinali
tedeschi (che si rifaceva al card. Martini e al gruppo di San Gallo)
e il "partito della Curia" che ha mal sopportato Benedetto
XVI e vuole riprendere il controllo della Chiesa. (Cfr. QUI; ndr)
È quest'ultimo, che ha sostenuto tutto
il pontificato di Bergoglio, quello che oggi punta a portare al
papato l'attuale Segretario di stato Pietro Parolin.
La motivazione addotta è "per
ricucire" la Chiesa e scongiurare una tragica spaccatura. C'è
sicuramente una seria preoccupazione per la confusione e lo
sbandamento di oggi. Ma molti ritengono che la bussola di questo
partito sia sempre il potere ecclesiastico, che oggi è limitato
dalla "curia parallela" creata a Santa Marta.
Confidano nel fatto che lo stesso
Bergoglio ha parlato in passato di sue possibili dimissioni e, nel
2015, disse: "Tutti i servizi nella Chiesa è conveniente che
abbiano una scadenza, non ci sono leader a vita nella Chiesa. Questo
avviene in alcuni Paesi dove esiste la dittatura”.
Dunque dimissioni? Probabilmente
s'illudono.
Antonio Socci
Relazione e cura: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: antoniosocci.com
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