venerdì 17 dicembre 2021

Alexis Carrel, Nobel Medicina, assisté a Miracolo.



Immagine apparsa sul TIME il 13 giugno del 1938, dipinta da Samuel Johnson Woolf, e raffigurante
 il Dr. Alexis Carrel (sulla destra) con Charles Lindbergh, co-inventori della pompa di perfusione
 per la quale il chirurgo meritò il Premio Nobel per la Medicina.

Sebirblu, 17 dicembre 2021

L'articolo che segue è l'ennesima testimonianza che il soprannaturale è fra noi, ci compenetra e ci avvolge, anche se ancora, purtroppo, l'Umanità è in gran parte sorda ai richiami dello Spirito e al giusto ruolo che dovrebbe avere nella vita di tutti.

Per tale motivo il dolore (QUI) continua a martellare le coscienze, non dando alcuna tregua all'uomo che stremato e deluso dalle sue stesse illusioni chimeriche, dalla sua corsa sfrenata alla ricerca di una felicità fittizia, molto presto si renderà conto, basito, di quanto invece è davvero essenziale per lui. (Cfr. QUI, QUI e QUI).

Quella di Alexis Carrel, che molti hanno conosciuto per il suo straordinario libro "L'Uomo, questo sconosciuto", diventato un best seller internazionale e che consiglio vivamente di leggere, è una storia eccezionale, che ha cambiato totalmente la sua esistenza di medico razionalista, rigorosamente nella norma.

Egli nacque a Lione, in Francia, nel 1873. La sua famiglia era di commercianti agiati. Rimasto orfano di padre, a cinque anni lasciò la città per andare a vivere in campagna con la mamma. Tornò poi a Lione per gli studi liceali e per frequentare la Facoltà di Medicina.

Furono proprio gli studi universitari a spingerlo ad abbandonare le convinzioni religiose ricevute dall'educazione familiare per abbracciare la filosofia positivista e materialista.

Conservò però sempre una forte nostalgia verso le certezze della sua fanciullezza, soprattutto avvertiva l'inquietudine che gli procuravano quelle nuove convinzioni positiviste, incapaci di dare una persuasiva risposta al senso della vita e della morte.




Lui stesso, dopo la conversione, scrisse di quel periodo parlando di sé in terza persona:

"Assorbito dagli studi scientifici, affascinato dallo spirito della critica tedesca, Alexis s'era convinto a poco a poco che al di fuori del metodo positivo, non esisteva certezza alcuna.

Le sue concezioni religiose, distrutte dall'analisi sistematica, l'avevano abbandonato, lasciandogli il ricordo dolcissimo di un sogno delicato e bello. S'era allora rifugiato in un indulgente scetticismo. 

La ricerca delle essenze e delle cause gli sembrava vana, solo lo studio dei fenomeni interessante.

Il razionalismo soddisfaceva interamente il suo Spirito; ma nel fondo del suo cuore si celava una segreta sofferenza, la sensazione di soffocare in un cerchio troppo ristretto, il bisogno insaziabile di una certezza."

In quegli anni, negli ambienti medici, si discuteva molto di Lourdes e dei suoi miracoli. C'era chi ci credeva e c'era chi era profondamente scettico.

Nel 1894, il famoso scrittore Emile Zola, dopo esser stato a Lourdes e pur essendo stato testimone di fatti inspiegabili, aveva scritto un libro in cui negava decisamente la veridicità delle apparizioni.

Anche Carrel, nel suo positivismo, era convinto che quelli di Lourdes fossero solo presunti "miracoli", in realtà guarigioni frutto di autosuggestione.

Volle però andare a sincerarsi di persona e nel 1902 partecipò come medico ad un pellegrinaggio, occasione che gli fu offerta da un collega che aveva dovuto rinunciare all'ultimo momento. Da questo viaggio emerse un libro dal titolo "Viaggio a Lourdes".




Alexis Carrel era in incognito. Solo pochi conoscevano la sua identità.

Voleva solo constatare ed aiutare qualche malato. Nel suo scompartimento giaceva una giovane donna, Marie Ferrand (chiamata così nel libro, ma in realtà si chiamava Marie Bailly).

Era gravissima: ventre gonfio, pelle lucida, costole sporgenti, addome teso da materia solida, sacca di liquido che occupava la regione ombelicale, febbre alta, gambe gonfie, cuore veloce.

Si trattava di peritonite tubercolare. Dolori tremendi! Il dottor Carrel le praticò un'iniezione di morfina.

"Avete ancora i genitori?" le domandò.

"No, sono morti di tubercolosi da alcuni anni", rispose la donna.

Dall'età di quindici anni, ella era tubercolotica. I medici che la tenevano in cura dicevano che ormai era all'ultimo stadio. Ella però, pur sentendosi alla fine, era convinta che la Vergine, a Lourdes, le avrebbe concesso qualcosa d'importante: se non la guarigione, almeno la forza per morire in pace.

Arrivato a Lourdes, Carrel incontrò un suo vecchio compagno di collegio, nel suo diario ne riporta solo le iniziali: A.B. Gli chiese:

"Sai se qualche malato è guarito, stamane, nelle piscine?"

"No, nessuno. Però vidi un miracolo davanti alla grotta. Una suora che camminava con le stampelle. Arrivò, si fece una gran segno di croce, bevve l'acqua della fonte miracolosa. 

Subito il suo volto si illuminò, gettò lontano le stampelle, corse agile alla Grotta, gettandosi in ginocchio davanti alla Vergine. Era guarita."




"La sua guarigione", commentò Carrel, "è un caso interessante di autosuggestione!"

L'amico ribatté:

"Quali sono le guarigioni che, se le constatassi, ti farebbero riconoscere l'esistenza del miracolo?"

"La guarigione improvvisa di una malattia organica. Una gamba tagliata che rinasce. Un cancro scomparso, una lussazione congenita che improvvisamente guarisce. Allora sì che crederei!..

Se mi fosse concesso di vedere un fenomeno tanto interessante, tanto nuovo, sacrificherei tutte le teorie e le ipotesi del mondo. Ma non ho il minimo timore di arrivare a questo.

C'è una ragazza, Marie Ferrand, presso la quale mi hanno chiamato dieci volte ed è in pericolo di vita. È tisica, ha una peritonite tubercolare all'ultimo stadio.

È in uno stato pietoso. Temo che mi muoia tra le mani. Se questa ammalata guarisce, sarebbe veramente un miracolo. Io crederei a tutto e mi farei frate."

Nella Sala dell'Immacolata (riservata ai malati più gravi) tutto era pronto per la funzione presso le piscine. Il dottor Carrel si avvicinò al lettino della "sua" ammalata, Marie Ferrand.

La visitò rapidamente: il cuore stava per cedere, era alla fine. Il medico le praticò un'iniezione di caffeina, poi disse ai presenti senza farsi sentire dall'ammalata:

"È una peritonite polmonare all'ultimo stadio. Figlia di genitori morti di tubercolosi in giovane età, è tisica dall'età di 15 anni. Può darsi che viva ancora per qualche giorno, ma è finita."

Anche un altro medico confermò la diagnosi nefasta di Carrel.

Alla  piscina  non  fu  possibile  immergere  Marie Ferrand.  Le  fecero  alcuni  lavaggi al ventre. La portarono davanti alla Grotta. Il suo aspetto era sempre cadaverico. Erano  circa  le  14.30.




Carrel osservava il volto dell'ammalata: gli parve più normale, meno livido. Gli sembrava di avere un'allucinazione, continuò ad osservarla. Le contò le pulsazioni. La respirazione sembrava rallentata. Il volto di Marie Ferrand continuava a cambiare.

I suoi occhi sembravano catalizzati verso la Grotta. C'era in lei un sensibile miglioramento, non lo si poteva negare. L'incredibile, però, avveniva adesso: Carrel vide a poco a poco la coperta abbassarsi al livello del ventre. Il gonfiore spariva. Si sentì impallidire.

Alle 15 la tumefazione era ormai scomparsa. Carrel credeva d'impazzire. Si avvicinò alla donna, ne osservò la respirazione, guardò il collo. Il cuore batteva regolarmente.

Le domandò: "Come vi sentite?"

Marie rispose sottovoce: "Benissimo. Non sono molto in forze, ma sento che sono guarita."

Carrel così ha scritto, sempre parlando di se stesso in terza persona:

"Il medico non parlava più; non pensava più. Il fatto inatteso era totalmente contrario a tutte le previsioni, ed egli credeva di sognare.

Si alzò, traversò le file serrate dei pellegrini, i quali gridavano invocazioni che egli a stento sentiva, e se ne andò. Erano circa le 16. Quel ch'era accaduto era la cosa impossibile, la cosa inattesa, il miracolo."

Marie Ferrand, guarita, fu portata all'ospedale diretto dal dottor Boissaire, lo scienziato che difendeva la veridicità di Lourdes. Carrel tornò a visitarla e dovette constatarne la inspiegabile guarigione. Lo stesso fecero altri medici.

Marie era felice e diceva:

"Andrò dalle suore di San Vincenzo, loro mi accoglieranno e io assisterò i malati."

Carrel era commosso. Uscì dall'ospedale. Era ormai notte. Si recò alla Basilica e vi entrò. Scorse il suo amico A.B. e cominciarono a parlare.




Mentre il medico fissava la statua dell'Immacolata, l'amico gli chiese:

"Sei convinto, ora, filosofo incredulo?"

Carrel si limitò a rispondere:

"Una giovane moribonda è stata guarita sotto i miei occhi in pochi istanti. È una cosa meravigliosa, è un miracolo."

A.B. concluse ironizzando:

"Ma non è meno vero che ora sei obbligato a vestire il saio! Addio."

Carrel rimase solo e fu allora che pronunziò queste toccanti parole:

"Vergine dolce che soccorri gli infelici, proteggimi. Io credo in Te... 
Il Tuo nome è più dolce del sole del mattino...
Prendi Tu il peccatore inquieto dal cuore in tempesta 
che si consuma nella ricerca delle chimere...
Sotto i consigli profondi e duri del mio orgoglio intellettuale
giace, ancora soffocato, il più affascinante di tutti i sogni, 
quello di credere in Te, di amarti come i frati dall'anima candida."

Il grande scienziato e medico positivista fu insignito del Nobel nel 1912, grazie alla scoperta di un particolare punto di sutura che poi ha permesso la pratica della trasfusione di sangue, pratica che ha salvato e che salva tante vite umane.

Diventato credente, dedicò poi l'intera sua vita alla scienza e a propagare la devozione alla Vergine di Lourdes.

In tarda età fu ingiustamente accusato di collaborazionismo con il governo filo-nazista di Vichy. Fu un'accusa che lo prostrò molto e lo condusse, il 5 novembre 1944, ad un infarto che gli fu fatale.

A Carrel si deve una famosa frase che esprime bene il realismo cristiano e l'umiltà che dovrebbe contrassegnare ogni ricerca scientifica:

"Poca osservazione e molto ragionamento conducono all'errore; molta osservazione e poco ragionamento conducono alla Verità."

Relazione adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: fmboschetto.it

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