Sebirblu, 28 giugno 2024
Ripropongo oggi, per i veri ricercatori,
un esempio di come si dovrebbe interpretare la Scrittura scorgendone
l'aspetto sostanziale. Normalmente, di questa si coglie solo il senso
letterale o allegorico e non ci si sofferma, se non di rado, sul
senso profondo ed esoterico che la caratterizza.
L'umanità ormai preda
dell'indifferenza più totale verso il "sacro", e
dell'apostasia che ha travolto in modo drammatico persino i maggiori
responsabili della Chiesa di Roma, si trova oggi in uno stato
talmente "soporifero" da non essere in grado nemmeno di
discernere che il "capo supremo" ‒ «venuto dalla fine
del mondo» ‒ è il Falso Profeta, la "bestia venuta dalla
terra" descritta nell'Apocalisse. (Cfr. QUI, QUI, QUI e QUI).
Per questo, è indispensabile più che
mai collegarsi direttamente al Cielo (cfr. QUI e QUI) e in particolar modo al
dolcissimo Gesù (checché ne dica Bergoglio*), cercando di
approfondire da soli (visto che siamo Scintilla divina; cfr. QUI e QUI) il senso e lo scopo dell'esistenza, chiedendo aiuto allo
Spirito Santo affinché ci illumini il cuore e la mente.
[* Il "papa" davanti a 33.000
persone, il 25 giugno 2017, ha sostenuto che è dannoso e pericoloso
il "fai da te", ossia il rapporto diretto con Gesù al di
fuori di "santa romana chiesa" (il minuscolo è dovuto, dal
momento che è FALSA), confrontare il video seguente e chi non dovesse visualizzarlo sullo smartphone clicchi QUI]:
Ecco dunque l'analisi di una parabola
evangelica, quella della "Tempesta sedata" (Mc. 4, 35-41),
che nell'attuale criticità del mondo induce a riflettere e a
sostenere la fede di quanti, investiti da momenti difficili pronti a
travolgerli, possono trovare la "VIA" sicura per non
soccombere e disperare.
"In quel giorno, venuta la sera,
Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva». E,
congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca.
C'erano anche altre barche con lui.
Ci fu una grande tempesta di vento e le
onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se
ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli
dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?».
Si destò, minacciò il vento e disse
al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia.
Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» E
furono presi da grande timore e si dicevano l'un l'altro: «Chi è
dunque costui, che anche il vento e il mare Gli obbediscono?»."
Mentre l'acqua nel suo ritmo normale rappresenta la purezza, la trasparenza e la calma, quando è alterata, torbida e tempestosa, come dice il Profeta nel Vecchio Testamento, raffigura le passioni e le insidie della vita. Isaia 57,20 («Gli empi sono come il mare agitato»).
Il Vangelo di Marco delinea con
precisione il quadro iniziale: «È sera!» Questo ci suggerisce
subito che la possibilità di vedere chiaro è molto limitata e che
le Forze Oscure hanno nelle tenebre il vantaggio maggiore.
Ciò rivela molto bene il contesto
animico in cui ogni individuo vive, cioè nella propria «barca» che
è costretto a condurre nel mare della vita.
Il Signore invita i discepoli «a
passare all'altra riva». Infatti, nel percorso evolutivo del ciclo
vitale noi possiamo distinguere due sponde: una umana-materia ed una
divina-spirito.
Gesù invita i «suoi» ossia «il
piccolo resto» a prendere il largo, a «passare» dall'altra parte,
quella spirituale. Si tratta di un invito alla Risurrezione della
Pasqua, che significa «passaggio», come quello del mar Rosso per il
popolo eletto liberato dalla schiavitù e condotto alla libertà.
Quando nella notte, simbolo di cecità
e ignoranza, le forze del male si scatenano per farci affondare, la
scelta più saggia è quella di rifugiarsi presso «l'altra riva»...
dove c'è la Luce perenne, la visione illuminata dallo Spirito e la
Conoscenza delle cose.
Ognuno, nella sua più intima essenza, è Particella che è stata emessa dal Creatore a Sua immagine e simiglianza (non somiglianza, perché essere simili è diverso dal somigliare), quindi il Divino è presente in noi.
Ma l'essere umano pensa di essere solo nella
sua «barchetta», non sapendo (Spirito addormentato) che Gesù abita
in lui. Importantissimo leggere QUI, come scoprirLo!
Proseguendo l'analisi del testo di
Marco, si può dire che, lasciata la confusione (la folla), i
discepoli fanno salire il Cristo «così com'era» nell'imbarcazione.
Non si sono cioè preoccupati per nulla
di approfondirne la Conoscenza sostanziale, accettandoLo così, come
superficialmente Lo avevano conosciuto. Mancava loro la
Consapevolezza profonda della Sua vera Identità.
Ecco «levarsi un gran turbine di
vento» (simbolo degli imprevisti e delle prove ardue che ogni persona deve affrontare), tanto che il rischio di un naufragio è reale.
Se l'individuo, quindi, non è cosciente della Presenza Divina in lui (cfr. QUI), rappresentato dal
Cristo addormentato, è «come nave senza nocchiero in gran tempesta» (Dante: Purgatorio, canto VI ‒ verso 77).
Notare che il Signore si trova a poppa,
nella parte posteriore, dove, come Ego Spirito dovrebbe essere
«ben sveglio» tenendo saldamente in mano il timone e quindi il
dominio. Ne consegue il fatto che l'uomo si terrorizza, si dispera e
teme per la sua incolumità non sapendo come salvarsi.
Alla richiesta sconfortata dei
discepoli «Maestro, non ti dai pensiero che stiamo per perire?», il
Cristo si desta, sgrida il vento dicendo al mare: «Silenzio! Taci!»
e la tempesta si placa.
Gesù dunque non interviene se non
viene chiamato, così come il «pulsate et aperietur vobis»
‒chiedete e vi sarà dato ‒ impone.
È rappresentata l'umanità che nel
momento del pericolo chiama in soccorso il Divino, ma la sua fede è
debole e opportunista, tanto che il Maestro replica: «Perché siete
paurosi? Non avete ancora fede?» Cioè, non avete ancora capito chi
Io sia?
Ecco la similitudine tragica nella
quale essa si trova, pellegrina come un marinaio senza meta che non
conosce da quale porto viene e verso quale lido va, in balìa del
mare in tempesta... e del "Falso Profeta" che sta al timone della "barca di Pietro", ved. QUI.
Sembra incredibile! Ma pochissimi
ancora si preoccupano di sapere dove stiano andando!
Allora non è forse arrivato il momento
di accorgerci che tutti noi abbiamo a bordo un «passeggero»
speciale e così importante che, con un cenno soltanto, potrebbe
neutralizzare qualsiasi evento contrario e minaccioso?
Nel passo di Gv. 14,12 c'è scritto:
«In Verità, in Verità vi dico: chi
crede in Me anch'egli compirà le opere che Io compio, anzi ne farà
di maggiori...»
Non è questa la conferma lampante e
definitiva della nostra splendida, anche se relativa, Divinità?
Non si scandalizzi il lettore di questa
asserzione perché è Verità indiscutibile che noi, Spiriti con un
corpo, un giorno ritorneremo al nostro regale Genitore, alla «Casa»
da cui siamo partiti tanto tempo fa, come figli ribelli, per
raggiungere l'apoteosi finale dopo tanta tribolazione.
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