"La Sepoltura di Atala" di Anne-Louis Girodet De Roussy-Trioson (1767-1824) - QUI |
Sebirblu, 2 novembre 2021
In occasione del 2 novembre, giorno
dedicato alla commemorazione dei defunti, è necessario fare
chiarezza sul lato nascosto delle cose che riguardano sia i luoghi
dove le salme vengono inumate, quanto sull'ignoranza che ancora
circonda il concetto di "morte fisica".
Sì, perché far visita ai nostri cari
trapassati nei cimiteri e magari andarvi con i nostri bambini, è
un'abitudine che denota la totale cecità spirituale della gran parte
della gente.
In realtà, si va a rendere omaggio, e
tra l'altro in prevalenza solo una volta l'anno, a tombe e loculi
dove giacciono cadaveri in putrefazione o poveri resti inceneriti,
spinti da un affetto più o meno sincero che però è ingannevole
essendo di natura egoistica.
Qualcuno sgranerà gli occhi o si
scandalizzerà per quanto sto dicendo, ma chi già si trova nel
cammino della Conoscenza Vera non potrà che concordare con me.
La vita è sicuramente soltanto
un'esperienza transitoria che ogni Anima richiede, prima di scendere
nella materia, per evolversi ed imparare alcune lezioni preziose o
riparare errori contratti in precedenza in altri cicli vitali.
(Vedere QUI ed altri link in fondo all'articolo QUI).
L'amore verso i nostri congiunti,
sebbene sia comprensibile l'acuta sofferenza dovuta alla loro
scomparsa, dovrebbe essere disciplinato da una maggiore maturità dello Spirito, prendendo coscienza che essi non ci appartengono, essendo
stati soltanto dei compagni di percorso.
Lucie Bilodeau |
Verrebbe dunque ad essere
ridimensionata la visita ai cimiteri, non perché questa sia da
biasimare, ma perché ci si renderebbe conto che i nostri cari, così
come noi li ricordiamo, non sono più là... a meno che vengano ancora
particolarmente attratti dalle rispettive spoglie mortali.
Bisogna inoltre sapere che i nostri
pianti, a volte disperati, così come i richiami struggenti, oltre a
farli soffrire, non fanno altro che ritardare la loro evoluzione e lo
slancio verso l'Alto.
La gente non comprende, perciò, che le
esternazioni di dolore e di depressione che così sovente permeano a livello energetico un
cimitero, ne fanno un luogo che converrebbe non visitare.
Spesso infatti, nei viali dei nostri
cimiteri si vedono passeggiare o sedersi sulle panchine anziani e
mamme con carrozzine o bimbi in tenera età.
Nessuna di queste persone ha
probabilmente la benché minima idea dell'effettiva situazione a cui
va incontro, sottoponendo sé e gli altri a certe influenze negative
che vengono attirate maggiormente da chi è più esposto e sensibile.
I cimiteri pullulano di entità
vibranti nei più bassi strati della vita fisica, richiamate e
connesse non solo con le malsane esalazioni degli organismi in
disfacimento (le cosiddette larve; cfr. QUI, QUI e QUI) ma soprattutto stimolate dalle
passioni e dai pensieri emanati dai defunti ancora preda degli
attaccamenti umani.
Concludo questa mia breve e doverosa prefazione pubblicando per voi, cari Lettori, un brano tratto dal libro di C.W. Leadbeater: "La Vita dopo la Morte".
Il Trapasso
Il tema della "vita dopo la morte"
è di grande interesse per tutti noi, per ovvie ragioni; quindi se ci
fossero delle informazioni disponibili riguardo a questo argomento,
noi tutti saremmo naturalmente molto ansiosi di averle. (Cfr. anche QUI e QUI; ndr).
Nel corso di secoli e millenni, ci sono
state proposte varie teorie al riguardo dalle diverse religioni.
Eppure l'intera questione rimane sempre circondata da un alone di
mistero e soprattutto di tristezza.
La morte appare sostanzialmente sempre
oscura e terribile. Siamo abituati a questo manto di tetraggine e non
ne vediamo l'assurdità e la mostruosità.
La prima cosa che dobbiamo invece
realizzare sulla morte, è che si tratta di un avvenimento
perfettamente "naturale" nel corso della vita umana.
E questo dovrebbe essere scontato,
perlomeno se crediamo all'esistenza di un Dio amorevole, poiché se
morire è un destino che tocca tutti ugualmente, non può essere in
sé negativo. La morte non è qualcosa da temere, ma semplicemente un
passaggio necessario alla nostra evoluzione.
Al di là di essa, non vi è alcun
terrificante ed impenetrabile abisso, ma invece un mondo di luce e vita,
che può addirittura essere indagato.
La morte non è l'oscuro re del
terrore, ma piuttosto un angelo che porta con sé una chiave dorata,
con la quale apre per noi l'ingresso ad una vita più piena ed
elevata di quella terrena. Ma come possiamo essere sicuri che sia
proprio così?
È possibile saperlo in molti modi,
esistono evidenze in grande quantità per chiunque si prenda
l'impegno di radunarle insieme. Ma soprattutto c'è l’investigazione
diretta.
Ogni uomo ha infatti in sé facoltà
latenti e sensi non sviluppati (di tipo sottile), per mezzo dei quali
è possibile avere cognizione diretta del mondo invisibile. Quindi
per chi si prenderà la briga di sviluppare queste facoltà, la vita
ultraterrena diverrà evidente come la luce del sole.
Ciò che qui verrà esposto, è quindi
il risultato di indagini avvenute grazie allo schiudersi di questi
sensi interiori. Ma quali sono i fatti che sono emersi,
attraverso queste ricerche?
Innanzitutto, bisogna dire che nessun cambiamento improvviso avviene nell'uomo al momento della
morte.
Al contrario, dopo essere trapassato
l'uomo rimane esattamente come prima, il medesimo, sia
nell'intelletto che nelle sue qualità; e le condizioni in cui viene
a trovarsi sono il risultato concreto di ciò che lui stesso ha
fatto, detto e pensato mentre era in vita.
Non ci sono ricompense o punizioni
esterne. (Per approfondire, QUI, QUI e QUI; ndr). Ciò che ne deriva è una prosecuzione della vita terrena.
Noi infatti non siamo separati dai "morti", perché questi
sono continuamente intorno a noi.
L'unica separazione è posta dal limite
della nostra consapevolezza; non abbiamo perduto i nostri cari, ma
solo la capacità di vederli. E a questo proposito, diciamo che è
decisamente possibile elevare l'intima coscienza, fino al punto di
percepirli di nuovo.
Un essere può infatti imparare a
focalizzare l'attenzione sul proprio corpo astrale, mentre quello
fisico è ancora sveglio, ma per questo è necessario un certo
livello evolutivo, e non rientrando questo nella media, ciò potrebbe
richiedere molto tempo.
Tuttavia, ogni uomo mentre dorme, usa il proprio veicolo astrale in maniera più o meno estesa, e in questo senso, ogni giorno (o meglio ogni notte) può incontrare, se lo desidera, i propri cari defunti.
A volte ne abbiamo un ricordo parziale, e diciamo che li abbiamo sognati; più spesso non rammentiamo nulla e ignoriamo del tutto che tali incontri siano avvenuti.
Ma il ricordare o meno questi
avvenimenti (una volta svegli), non inficia in alcun modo la
consapevolezza che abbiamo su quel piano, né la capacità di
muoverci in esso con totale libertà e agio.
Ciò che è assolutamente certo è che
i legami affettivi restano immutati. Quindi anche chi ha passato la
barriera terrena, cerca ancora la compagnia di coloro che ama, in
modo del tutto naturale.
Le passioni, gli affetti, le emozioni e
l'intelletto umano non sono assolutamente influenzati dal trapasso,
poiché nessuno di questi aspetti appartiene al corpo fisico.
So quanto sia difficile per la
mentalità comune afferrare la realtà di ciò che non possiamo
vedere con i nostri occhi.
Per noi è molto arduo comprendere
quanto sia limitata la nostra vista mentre viviamo in un
mondo assai più vasto di quello che crediamo e del quale possiamo
vedere solo una minima parte.
Eppure anche la scienza ci dice con
sicurezza che è così, perché ci descrive interi mondi (come ad
esempio quello dei microbi) della cui esistenza noi saremmo
completamente all'oscuro se ci basassimo solo sui nostri cinque sensi.
Essi in realtà sono solo "finestrelle"
aperte in alcune direzioni; per il resto è come se fossimo chiusi in
una torre, poiché verso altri orizzonti siamo completamente ciechi.
La chiaroveggenza (o vista astrale) ci
apre una o due finestre in più, allargando così parzialmente la
nostra visuale, mostrandoci un contesto più ampio. (Confrontare tale facoltà QUI e QUI, nella seconda parte dell'articolo; ndr).
Josephine Wall |
Esplorando quindi questa nuova parte di mondo, cosa vedremmo per prima cosa? Ad una prima occhiata, probabilmente penseremmo di guardare le stesse cose di prima.
Nel piano astrale,
così come nel piano fisico, esistono infatti diversi stati o gradi
di densità di energia-materia, e ad ogni stato corrisponde quello
che gli è simile nel piano fisico. (Si chiamano "Biotesi",
cfr. QUI, QUI e QUI; ndr).
Per questo motivo ad un'occhiata
superficiale, sfuggirebbero le differenze sostanziali: come ad
esempio le particelle che costituiscono gli oggetti in rapido
movimento, pur evidenti ad una più attenta osservazione.
Per questi motivi, un uomo che
trapassa, il più delle volte non comprende il suo "nuovo
stato", proprio perché inizialmente non capta questi
cambiamenti.
Si guarda intorno, e vede le stesse
stanze che gli sono familiari, popolate da coloro che ha conosciuto e
amato, e che hanno corpi astrali percepibili dalla sua nuova vista
astrale. Solo gradualmente egli realizza che ci sono delle diversità.
Per esempio, si avvede ben presto che
tutte le sue paure, la fatica, l'ansia e il dolore sono scomparsi. Si
rende conto inoltre di non riuscire più a comunicare e a toccare le
persone come faceva prima.
Per un po' pensa di sognare e di
potersi svegliare a breve, dato che in altri momenti, quando i suoi
cari si trovano in stato di sonno, riesce ancora ad interloquire con
loro normalmente.
Ma pian piano egli scopre che, alla fine, è deceduto ed incomincia allora a sentirsi a disagio. Ciò
succede a causa dello scarso insegnamento ricevuto e delle sbagliate
credenze impartitegli in vita. Non capisce dove si trova e che cosa
stia accadendo.
Questo temporaneo smarrimento si
dissolve tuttavia poco a poco, incontrando altre persone trapassate
prima di lui e quindi più consapevoli, dalle quali impara che non
v'è ragione di temere, e che lì c'è una vita da vivere, proprio
come esisteva prima nella materialità.
Scopre che vi sono pure molte
innovazioni, ma anche cose simili a ciò che già conosce, perché
nel mondo astrale i pensieri e i desideri vengono espressi in forma
visibile, sebbene composti di materia più fine.
Dobbiamo ricordare che l'individuo trapassato si ritrae sempre più in sé stesso; il centro dei suoi interessi lentamente cambia e la sua vita si proietterà maggiormente nel mondo del pensiero.
I desideri intimi permangono ancora, e le
forme-pensiero che circondano l'entità sono in gran parte l'espressione di
quelli, cosicché la felicità o meno della sua esistenza, dipenderà
principalmente dalla loro natura. (Cfr. QUI e QUI; ndr).
Un'occhiata a questo mondo dell'aldilà, ci mostra esattamente come certe passioni negative ‒
come l'egoismo, l'invidia, la gelosia, l'odio, l'ira, l'avidità, l'ambizione ecc. ‒ danneggino soprattutto
l'uomo che ne è succube, causandogli le più acute sofferenze dopo la
morte, e spiegano anche la ragione di molti precetti morali.
(Importanti approfondimenti QUI, QUI e QUI; ndr).
(Importanti approfondimenti QUI, QUI e QUI; ndr).
Prendiamo adesso in considerazione alcuni
esempi di vita astrale, illustrandone le principali caratteristiche.
Consideriamo per prima la circostanza dell'essere comune, che non è stato né buono, né
cattivo, e tanto meno particolarmente speciale.
Dopo il trapasso, la sua mancanza di
"colori" resterà la sua caratteristica primaria, ed egli
si rammaricherà per la sua "tiepidezza" e indifferenza, così da non avere alcuna gioia rilevante e trovando la vita su quel piano piuttosto noiosa.
Nel caso invece di un individuo che
abbia avuto forti brame di natura molto bassa, tali da potersi
soddisfare solo sul piano materiale, ci troviamo di fronte ad una
circostanza ben peggiore.
Consideriamo l'eventualità di un alcolista, o
di una persona schiava di vizi e sesso. Queste voglie restano
invariate dopo la morte, e quindi viene a mancare la possibilità di
soddisfarle perché il corpo fisico non esiste più. (Cfr. QUI; ndr).
Questi desideri tormentosi rimangono
dunque inappagati, creando grandi patimenti e dissolvendosi
solo per gradi. Sembrerebbe una crudeltà, ma tutto ciò
rappresenta il solo modo con cui un tale uomo possa liberarsi dalle
sue passioni. (Cfr. QUI; ndr).
"I Tormenti del Rimorso" di Piotr Ruszkowki |
Se egli passasse da una vita di sensualità e ubriacature direttamente all'incarnazione successiva, nascerebbe sempre schiavo dei propri vizi e non avrebbe mai la possibilità di correggersi.
Spogliandosi di quei bassi istinti,
egli può invece iniziare un nuovo cammino senza quel fardello, e
l'Anima, avendo avuto una lezione così severa, farà ogni possibile
sforzo per evitare il ripetersi di quegli errori.
Esaminiamo la circostanza di un uomo che
invece abbia dimostrato interessamento verso fattori di natura
raziocinativa e più spirituale. D'altronde, la maggioranza degli
uomini impiega gran parte della propria vita fisica a lavorare per
guadagnarsi da vivere.
Immaginate perciò la situazione
di un essere che non ha più queste necessità, dato che il corpo
astrale, ovviamente, non abbisogna più di cibo, di vestiti o di
case. Egli sarà libero di fare esattamente ciò che vuole. (Cfr. QUI; ndr).
Supponiamo che il suo più grande
diletto sia la musica; su quel piano avrà quindi l'opportunità di
ascoltare tutte le più grandi musiche che la Terra possa produrre.
Se il suo anelito invece è proiettato verso l'ambiente, avrà ineguagliabili possibilità di spostarsi alla
velocità del pensiero da un posto all'altro, ed apprezzare così in
rapida successione tutte le meraviglie del pianeta. E tutto questo
senza alcuna fatica.
Ci sono poi persone la cui gioia più
grande consiste nel porsi al servizio dei propri simili. Nel mondo
astrale, esse potranno realizzare le loro più elevate aspirazioni e
più efficacemente di prima. (Ved. QUI; ndr).
Alcune si dedicheranno al bene comune
mentre altre, in particolar modo, ad amici e parenti, sia vivi che
defunti.
L'uomo gentile, e ansioso di aiutare, impara moltissimo attraverso il lavoro che può svolgere a livello
spirituale; di conseguenza, egli ritornerà sulla Terra con molti più
poteri e qualità della vita precedente, grazie alla sua pratica
altruistica.
Tuttavia, anche un tale piano risulta
scialbo di fronte alla gloria della Vita superiore. Questa, rispetto
a quello è l'eterna
Benedizione: una Realtà viva e palpitante.
La vita astrale è felice per alcuni, infelice per altri, a seconda del tipo di preparazione con la quale vi sono arrivati, ma ciò che seguirà sarà la perfetta felicità per tutti.
Una domanda che spesso la gente si pone concerne la possibilità, dopo la morte, di riconoscere e ritrovare i
propri cari già trapassati. In quel contesto, la legge di attrazione agirà come un magnete per riunire coloro che si amano.
Di fatto però, se nel frattempo il nostro caro, dopo aver lasciato la vita terrena, si fosse evoluto,
potrebbe allora aver conquistato dei piani più elevati dove noi non
potremmo arrivare ma, in tale frangente, sarà lui a poterci
raggiungere rendendo più lente le proprie vibrazioni.
Comunque, alla fine, sopravverrà anche l'atteso
momento in cui saremo insieme a coloro che amiamo in un modo così
perfetto da non potersi nemmeno immaginare. Dove esiste l'affetto,
il ricongiungimento è certo, poiché l'Amore è una delle forze più
potenti dell'Universo, sia qui che nell'Oltre.
In sintesi, la conoscenza del Vero
allontana tutte le paure relative alla morte e rende la vita più
facile perché ne conosciamo lo scopo e il profondo significato. Il
decesso, per coloro che vivono un'esistenza giusta e altruistica, non
apporta alcuna sofferenza ma soltanto una profonda letizia e felicità.
Tratto da "La Vita dopo la Morte"
di C.W. Leadbeater
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