Sebirblu, 27 maggio 2025
Desidero con questo articolo dare risposta a coloro che ritengono prematuro, dopo l'elezione di Leone XIV ‒ ossia l'agostiniano Prevost, alias Francis 2 – ved. QUI, esprimere un proprio parere sul nuovo "Vicario" della Chiesa di Roma, attendendo altri sviluppi rivelatori o dando retta, come un mio assiduo commentatore scrive, a qualche visione mistica fuorviante... che non è di Luz de Maria bensì di Valentina Papagna...
Al proposito vorrei precisare che qualsiasi tipo di messaggio, locuzione, profezia o quant'altro, prima di essere accolti dovrebbero passare al vaglio del discernimento singolo, sempre che questo sia illuminato dallo Spirito di Verità risvegliato nel proprio Sé divino. (Ved. QUI).
Può accadere infatti che durante i contatti e le ricezioni suddette, ad opera di mistici e veggenti pur credibili, possano scaturire concetti distorti rispetto al Vero, dovuti alle personali tradizioni religiose che limitano e offuscano la visione autentica, facendo da filtro o da barriera involontaria.
Ne sono un esempio clamoroso e assai significativo alcune asserzioni scritte da Maria Valtorta, e interpretate da lei come dette da Gesù stesso, concernenti l'inesistenza della reincarnazione e l'ostracismo dato al grande Pietro Ubaldi; ved. QUI (sulla scia del miope e vergognoso "indice" messo dalla Chiesa nel 1939 al suo capolavoro "La Grande Sintesi", poi revocato da Giovanni XXIII), tacciandolo da pericoloso spiritista.
Dopo questa doverosa e, si spera, utile digressione, per distinguere il nero dal bianco, continuo ad esporre quanto annunciato all'inizio per agevolare il più possibile chi non avesse ancora le idee chiare su Leone XIV, malgrado l'avversione e l'aspra critica dimostrata verso il falso papa precedente che, comunque, di quest'ultimo rimane il mentore.
Nell'arcipelago dei tradizionalisti, conservator-sedevacantisti (quelli che accolgono i papi fino a Pio XII e respingono tutti gli altri, dal Concilio Vaticano II in poi) e i cosiddetti "una cum" (aforisma ideato da don Minutella per indicare coloro che in questo dodicennio sono andati alle Messe in "unione" con Bergoglio) si valuta con apprensione mista a speranza l'ascesa di Leone XIV al Soglio petrino.
E mentre il coraggioso Padre Alessandro, esente da qualsivoglia dubbio sulla sua dirittura, fedele alla Chiesa vera, cattolica, apostolica e romana, prepara insieme al Sodalizio Sacerdotale Mariano e al suo staff l'imponente Raduno-Evento del "Piccolo Resto" (il 29 giugno prossimo all'Opiquad Arena di Monza, a nord-est di Milano)*, gli altri, appena menzionati sopra, cominciano ad accorgersi di alcune discrepanze sul comportamento di Prevost.
* (Il Palazzetto dello Sport, coperto, si trova in viale Gian Battista Stucchi e l'orario del ritrovo sarà dalle 14 alle 18. È importantissimo esserci, nel momento più decisivo della cattolicità vera).
Ecco, a tre settimane dalla nomina di Leone XIV, qual è stato il commento su X di mons. Carlo Maria Viganò, ex Nunzio della Santa Sede negli Stati Uniti e scomunicato dallo pseudo Papa Argentino:
«È normale e umanamente comprensibile che oltre un decennio di persecuzione aperta sui Cattolici da parte di colui che si presentava come loro Papa possa indurre molti di noi a desiderare una tregua, a sperare che Nostro Signore dia alla Sua Chiesa se non un novello Pio X almeno un altro Benedetto XVI.*
* (Naturalmente prendo subito le distanze da questa sua ultima affermazione perché dimostra come l'Arcivescovo sia diventato davvero sedevacantista; ndr).
Ma questo legittimo desiderio ‒ certamente animato da buoni sentimenti e dall'amore per la Chiesa ‒ non può trasformarsi in una realtà virtuale nella quale, anche contro ogni evidenza, tutto deve essere per forza letto come una conferma di quello che vorremmo, e non di ciò che realmente accade. Non possiamo costruirci una "chiesa virtuale" con un "papato virtuale" che amiamo e serviamo in una finzione consolante ma irreale.
La conferma di un eretico notorio alla Cattedra di San Gallo in Svizzera; la nomina di una suora come Segretario di Dicastero in linea con la nomina di una Prefetta da parte di Bergoglio; i ripetuti richiami ai documenti ereticali del predecessore e al Vaticano II; le dichiarazioni su ecumenismo e sinodalità e infine l'accettazione della frode climatica, pongono Robert Francis Prevost in evidente e inquietante continuità con il predecessore, e non saranno certo la stola e la mozzetta a cambiare la realtà.
Guardarla con occhi soprannaturali ci aiuti a riconoscere gli inganni del Maligno e ci spinga, oggi più che mai, a riporre ogni nostra speranza in Cristo Re e Pontefice, perché soccorra e protegga la Sua Chiesa. Colui che è la Via, la Verità e la Vita ci sia di guida in un mondo ribelle votato alla perdizione, alla menzogna e alla morte.»
Espongo ora un secondo scritto, proveniente dal sito "La Scure di Elia", un sacerdote anonimo, del quale nel 2016 avevo pubblicato QUI, una "locuzione" proveniente dalla Vergine Maria da lui ricevuta e definita dallo stesso "ispirativa", in risposta ai 13 commenti (ved. QUI). L'annuncio verteva sullo stato disastroso della Chiesa, dove Ella asseriva: "una suprema autorità morale – e lo sarebbe, se non occupasse quel posto in modo illegittimo e indegno"... (riferendosi a Bergoglio; ndr).
Questo che pubblico è il penultimo suo articolo, ma consiglio di leggere anche quelli precedenti. Don Elia sembra essere parroco non solo della sua "chiesa virtuale", come ama chiamare il suo blog, ma anche effettiva... non desidera però essere identificato, bensì rimanere nell'ombra, nel nascondimento più completo.
Quale enorme differenza fra chi combatte a viso scoperto, subendo di tutto, come l'impavido don Alessandro e i suoi cinque confratelli, pur di far rifulgere ed onorare il sublime Esempio lasciato dal Cristo alla Sua Chiesa, tramite gli Apostoli!
Come si fa a voler restare sempre nelle retrovie senza esporsi al "martirio" seppur morale, come quello del "tritacarne mediatico", delle calunnie, degli insulti di ogni tipo e quel ch'è peggio delle scomuniche e delle riduzioni allo stato laicale, quando l'abito talare di chi lo indossa rappresenta per lui un vessillo, un onore sacro che gli viene strappato via?
Quali sono i motivi di tutta questa pletora di "ministri" di Dio che si ostinano a permanere indisturbati nelle sagrestie non sentendo la necessità, l'obbligo, di avvertire le proprie "pecorelle" (salvo don Elia che almeno lo fa scrivendo) che i lupi al seguito del loro "capo-branco" hanno invaso i campi del Signore per la mattanza delle anime?
Non sarà che, ingannati e ottenebrati dal demonio, come padre Livio Fanzaga ad esempio, ritengono di restare al sicuro nel singolo "orticello" senza scoperchiare l'immondo vaso di Pandora che nel frattempo devasta, inquina e uccide i fedeli di tutto il mondo?
L'articolo di "don Elia" parla di "esagitati", alludendo a coloro che "sbraitano" sul web contro la deriva in corso dell'ormai falsa chiesa apostata ed eretica. Il rimando è forse per don Minutella? Spero di no, perché tutti costoro dovranno un giorno rendere conto a Dio di aver esitato troppo, di aver "calcolato" troppo, e di aver dato eccessiva importanza alla ragione piuttosto che al cuore, mentre i pascoli divini andavano ferocemente a fuoco...
Ecco il testo:
Nihil sub sole novum
Niente di nuovo sotto il sole (ma in latino fa più effetto): le speranze si sono presto spente. Nelle prime esternazioni del nuovo Papa, malgrado l'entusiasmo suscitato da alcune affermazioni, appare una perfetta continuità con il pontificato precedente e, in generale, con la linea postconciliare della teologia e del Magistero.
In realtà l'intuito – troppo spesso negletto a favore del ragionamento – si era già espresso, in chi scrive, subito dopo l'Habemus papam e, precisamente, con questi pensieri:
«Ti adoro nei Tuoi imperscrutabili disegni di sapienza infinita; forse è la volta buona che smetto di confidare negli uomini e comincio a confidare unicamente in Te».
Nondimeno, nel corso della Messa, rimandata a tarda sera per via dell'elezione, l'impressione che il cuore stesse per scoppiare lo ha costretto a fermarsi alcuni istanti per chiedere di esser preservato, non ritenendosi pronto.
Troppe concordanze
Nella prima omelia di Leone XIV, il giorno seguente, la citazione del paragrafo 22 della Gaudium et spes e quell'invece di troppo, come osservato negli ultimi articoli, hanno fatto suonare i campanelli d'allarme, cosa che potrebbe esser presa per un sintomo di paranoia se l'allarme non fosse stato – ahimè – pienamente confermato dal seguito.
Il famigerato testo conciliare afferma testualmente che «con l'Incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo ad ogni uomo».
Abbiamo già riflettuto, due anni fa, sugli effetti devastanti di quella affermazione ambigua e sulla sua possibile connessione con uno dei peccati più sordidi; adesso dobbiamo sottolinearne il nesso con l'idea, ormai divenuta di dominio pubblico, che siamo tutti figli di Dio, come ribadito nell'ultimo messaggio Urbi et orbi del defunto Papa Francesco, messaggio a cui il successore si è riferito ben due volte, nel saluto dalla loggia e nell'omelia della Messa di inaugurazione.
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Ben Goossens |
Tale insistenza in due occasioni così rilevanti (la primissima presentazione al mondo e il discorso programmatico del pontificato) non può essere casuale, tant'è vero che, parlando agli acattolici la mattina del 19 Maggio, Leone ha inequivocabilmente ribadito la continuità con l'ideologia della fraternità universale proposta dal «Papa della Fratelli tutti» (Discorso ai rappresentanti di altre chiese ecc.), enciclica cui allude anche nella chiusura dell'omelia di inizio-pontificato.
L'enfasi posta sui grandi passi e sugli sforzi compiuti da Bergoglio a favore del dialogo interreligioso culmina nella citazione esplicita dell'eretico documento di Abu Dhabi, citazione che allarga al rapporto con le false religioni quanto appena affermato riguardo all'ecumenismo e alla sinodalità, impegni che Prevost dichiara di voler proseguire. (Cfr. QUI; ndr).
Non poteva poi mancare, a coronamento del tutto, l'evocazione dell'intramontabile Nostra aetate in riferimento a giudei e maomettani.
Lo spirito di fraternità umana risulta essere inscindibile dalla libertà di coscienza, di pensiero e di parola. Il termine uguaglianza non compare, ma è implicito nella sostanza del discorso: l'unità e la pace si fondano sull'idea che siamo tutti sullo stesso piano in quanto, a prescindere dalla religione, siamo «figli suoi e fratelli e sorelle tra di noi» (Discorso ai rappresentanti, alla fine); di conseguenza, non dobbiamo fare altro che conoscerci, rispettarci e... dialogare!
Ma chi l'avrebbe detto? Dopo appena sessant'anni che ce incurcheno 'ste cose (per citare la buon'anima di un parroco romano), com'è possibile che ancora non l'abbiamo capito? Bisogna insistere con i princìpi della libera muratoria, piuttosto che con quella propaganda religiosa, congiunta alla sopraffazione e ai mezzi del potere, con cui si tenta di catturare gli altri (Omelia della Messa di inaugurazione).
In tale contesto, la missione di Pietro non è quella di «essere un condottiero solitario o un capo posto al di sopra degli altri», bensì quella di essere un «fratello che vuole farsi servo», la cui unica autorità è la carità.
Secondo un metodo consolidato, i dati della dottrina cattolica sono presentati in termini caricaturali a vantaggio di una visione egualitaristica che dissolve gli stessi fondamenti della Chiesa: il potere sacro (la suprema potestas) conferito da Cristo all'Apostolo scelto come roccia si riduce a un amare di più, privo di quei connotati giuridici e disciplinari che sono intrinsecamente connessi ad ogni autorità perché sia tale.
La carità non è l'autorità stessa, ma la condizione a cui essa deve essere rettamente esercitata nella Chiesa. È vero che la pietra d'angolo è Cristo e che tutti i battezzati sono pietre vive (cf. At 4, 11; 1Pt 2, 5), ma il nuovo nome ricevuto da Simone indica che proprio lui – e lui soltanto – rappresenta in pienezza Cristo Capo.
Qui, in definitiva, è in gioco il fine della Redenzione operata dal Figlio di Dio e la ragion d'essere della Chiesa quale Suo Corpo Mistico.
Se gli uomini non devono fare altro che «ascoltare la sua proposta di amore per diventare la sua unica famiglia» e se «questa è la strada da fare insieme, tra di noi ma anche con le Chiese cristiane sorelle, con coloro che percorrono altri cammini religiosi, con chi coltiva l'inquietudine della ricerca di Dio, con tutte le donne e gli uomini di buona volontà»... quale bisogno c'era della Croce?
E a che cosa servono i Sacramenti? perché stare nella Chiesa Cattolica? a quale scopo studiare il catechismo e osservare la legge morale, pregare e mortificarsi? Visto che, a quanto pare, tutte le dottrine e gli insegnamenti si equivalgono e che i cattolici non si distinguono sostanzialmente dagli altri, che cosa ci sta a fare il Papa?
Egli serve, evidentemente, a riaffermare e consolidare la rivoluzione iniziata nel 1962, come risulta in modo inequivocabile da questo passaggio del discorso rivolto da Leone XIV ai cardinali il 10 Maggio scorso:
«Vorrei che insieme, oggi, rinnovassimo la nostra piena adesione [...] al percorso che ormai da decenni la Chiesa universale sta percorrendo sulla scia del Concilio Vaticano II. Papa Francesco ne ha richiamato e attualizzato magistralmente i contenuti nella Esortazione Apostolica Evangelii gaudium».
Qui, in più, si dichiara solennemente che il pontificato bergogliano, ben lungi dal dover essere sconfessato, è la piena, anzi magistrale attuazione dell'ultimo concilio.
Un ritorno alla piena normalità può esser percepito – come scrive un confratello – unicamente da coloro che si sentono «normalmente cattolici in una Chiesa in cui la normalità cattolica è cosa sconosciuta alle nostre generazioni».
Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, ma perfetta continuità con l'apostasia silenziosa iniziata negli anni Sessanta; è la solita minestra riscaldata, ma rimessa in tavola in un piatto diverso.
Siamo stufi di queste chiacchiere melense, ma terribilmente corrosive di tutto ciò che ci identifica e costituisce come cattolici! Non parliamo nemmeno del tanto banale quanto logoro «no alla guerra e sì alla pace» (Discorso ai rappresentanti, link sopra), che ci fa ripiombare in pieni anni Settanta!
Ma dove siamo? ad un concerto dei figli dei fiori? E queste sarebbero novità? Per favore, c'è qualcuno che sappia rendere un po' di dignità al Papato e di serietà al Magistero? Si faccia avanti e spieghi all'interessato chi è il Sommo Pontefice e quali sono i suoi compiti!
Purtroppo aumentano gli indizi che l'elezione sia stata pianificata. Lo stile dell'ultimo messaggio Urbi et orbi di Francesco sembra proprio quello del successore, che vi ha fatto riferimento ben due volte;
‒ il richiamo alla famiglia fondata sull'unione stabile tra un uomo e una donna, nel discorso rivolto al corpo diplomatico, suona come un tributo al presidente Trump, che pare abbia giocato un ruolo nella scelta;
‒ le velate scuse riguardo a Gaza, porte col termine malintesi usato nel parlare agli ebrei, come pure il gradimento espresso dal rabbino di Roma, fan pensare che a comandare siano proprio loro... manco a farlo apposta, la decorazione floreale del sagrato di San Pietro, domenica scorsa, richiamava il candelabro della festa della dedicazione del tempio.
Evidentemente non abbiamo pregato abbastanza né raccolto la lezione che il Signore ha voluto darci col pontificato precedente: il primato della necessità di santificarci anziché perderci in discussioni sulle reti sociali, dando retta agli esagitati che vi sbraitavano per spingerci alla separazione e alla disobbedienza.
Non dimentichiamo però che Dio può tutto con chi è ben disposto e che la grazia di stato porta frutto col tempo. Il nostro amato Benedetto, malgrado il suo retroterra teologico tedesco, da papa si trasformò profondamente sul piano intellettuale e spirituale, soprattutto nei dieci anni di isolamento.
Chissà che anche Leone, col concorso delle nostre suppliche, non riesca a superare la visione finora espressa (che gli è valsa il consenso dei progressisti) e a maturare gli elementi positivi, come la sensibilità religiosa e la devozione mariana, che sembrano genuine.»
Chiosa di Sebirblu
«Viviamo
in un'epoca in cui la lucidità intellettuale, la capacità di
giudizio e la autonomia di valutazione sono fortemente compromesse.
Molte menti sono infatti offuscate da criteri estrinseci al reale, si
lasciano guidare da emozioni o desideri e si affidano alle prese di
posizione di altri... »
E qui, come si legge, vengono ribaditi gli stessi concetti da me espressi all'inizio di questo post, poiché ora è assolutamente necessario, visti i tempi apocalittici in corso e l'imminente comparsa dell'anti-Cristo, mettere in atto il discernimento personale, senza lasciarsi influenzare da nessuno, al fine di non essere "risucchiati" né dallo sconforto, né dall'eccessiva fiducia in fatti e comunicazioni che potrebbero risultare illusori o addirittura falsi.
Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it
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