"Io Sono"
"Il Cristo al pozzo di Sichem con la Samaritana" di Simon Dewey |
Sebirblu, 25 marzo 2024
La confusione che ormai regna sovrana nella Chiesa, richiede un preciso chiarimento, al fine di aiutare i disorientati, vittime di tale situazione, a fare emergere la Sostanza Vera, che non può e non deve essere imbrigliata da nulla e da nessuno, in quanto radicata soltanto nello Spirito.
Urge, perciò, fare un netto distinguo tra la Chiesa del Rito e LA CHIESA MISTICA VOLUTA DAL CRISTO.
Quando si parla di cose spirituali a chi non è ancora perfettamente risvegliato, viene facile confondere Spirito e Materia, come ha fatto d'altronde nei millenni la Chiesa temporale.
Non mi riferisco solo a quella Cattolica ma a qualsiasi altra, perché ognuna è come se fosse contraddistinta da un colore mentre la Vera Luce li contiene tutti nella loro interezza.
Non mi riferisco solo a quella Cattolica ma a qualsiasi altra, perché ognuna è come se fosse contraddistinta da un colore mentre la Vera Luce li contiene tutti nella loro interezza.
Dal momento che ritengo ormai molti di Voi "maturi" per poter assimilare con cuore aperto e senza pregiudizi la Voce dello Spirito che giunge a noi dall'Alto, vi propongo questo scritto che partendo da un fatto evangelico "Il Cristo e la Samaritana" ne approfondisce il significato sostanziale alla luce dell'insegnamento ultrafànico.
Come la Luce contiene tutti i colori! |
Differenza abissale tra Chiesa Mistica e Chiesa del Rito
Quando il Cristo partendo dalla Giudea
per andare al nord passò dalla Samaria e si fermò al pozzo di
Sichem, dove incontrò la donna che Gli diede l'acqua, ebbe con
lei un dolce colloquio che riguardava l'antico dissenso reciproco dei
due popoli, sul luogo da dove sarebbe dovuta pervenire la Salvezza messianica.
Gli uni, i Samaritani, erano convinti
della sacralità del Monte Garizim, mentre i Giudei lo erano del
Monte Sion.
Inutile dire che la profezia si è
avverata per questi ultimi ma, il punto centrale non è questo bensì,
la risposta folgorante del Cristo che, superando qualsiasi divisione
formale, andò alla Sostanza Vera:
“…ma l’ora viene ed è questa, in
cui i veri adoratori adoreranno il Padre in Ispirito e Verità,
poiché tali sono appunto quelli che il Padre richiede. Iddio è
Spirito e coloro che Lo adorano devono adorarLo in Ispirito e
Verità.” Gv. 4,23.
Cosa significa questo? Pochi l’hanno
colto, anzi pochissimi, perché l'essere umano è ancora infantile
nello Spirito e abbisogna continuamente di supporti simili a quelli
che si adottano per i bambini: girello, carrozzina, salvagente…
cioè il Rito!
Orbene, l'Eterno vuole essere amato sostanzialmente, perché lo Spirito non si può definire in alcun modo se non con lo Spirito stesso.
Ma questo modo di conferire con Lui,
non può essere adottato fintantochè non sia sopravvenuta una
speciale maturità dell'Anima che si caratterizza con una profonda
presa di Coscienza.
"… La Verità vi renderà liberi" ‒ Gv. 8,32 ed infatti Gesù asserisce che non lascerà soli i Suoi
discepoli ma che manderà loro il Paraclito, lo Spirito di Sapienza
che svelerà loro la Verità tutta intera.
Come già scritto (Origine, caduta e catarsi dell'Umanità), siamo entrati nella terza fase del Disegno
Divino e quindi la Fede non deve essere più cieca ma consapevole e
ardente, cioè illuminata.
Ma perché questo accada è necessario
eliminare con coraggio e radicalmente ciò che è "Vecchio" ‒ visto che
non si può servire due padroni: Dio e Mammona.
Ecco il motivo per cui l'Umanità
"credente" non progredisce in maniera sollecita perché è ancora
ed ancora "impregnata" di formalità, di liturgie e di dogmi che
costituiscono appunto il "Vecchio" ed impediscono la nascita del
"Nuovo".
Ecco come l'Ultrafanìa ci prospetta
l'Alto Insegnamento:
"Il concetto: Rito, errore iniziale
che poteva essere evitato se la superbia non avesse fatto
intravvedere i benefici che dall'errore stesso i rappresentanti
della Chiesa, non la Chiesa, potevano trarre.
Cefa: Pietra! Perché è stato preso
Pietro per inizio della Missione? Per il nome "Pietra" imposto a
Simone, fondamento, inizio, segno! Orbene, Pietro partì poveramente
e umilmente. Non donò a Cristo, egli ben lo conosceva, né marmi, né
ori, ma diede a Dio la semplicità, l’umiltà, l’amore.
I successori dissero: "Non si
conviene l’umiltà per le faccende dell'Eterno. Il Re
dell'Infinito deve essere adorato fra gli ori; adorate l’Eterno
portando generoso obolo".
L'errore iniziale cominciò da questo
concetto. […]
…quando la Legge divina dice:
"Successione di moti evolutivi" pone una Luce di letizia e di
speranza in ogni animo.
Quando il Rito afferma: "Se pecchi sei
dannato in eterno, se sei come noi ti vogliamo hai il Paradiso" costringe l'uomo o a mentire a se stesso o a terrorizzarsi.
A mentire a se stesso se si riterrà raggiunto dalla Grazia Celeste, se sarà cioè convinto di avere i requisiti per salire al Cielo, mentre tuttora nasconde nella coscienza residui di antiche colpe o germi malefici di errori in essere, oppure, la Coscienza nella Sua potenzialità dirà esplicitamente qual è lo stato evolutivo raggiunto e il singolo perderà ogni energia, ogni capacità a lottare e a voler completare l'impegno, il debito assunto verso l'Eterno.
A mentire a se stesso se si riterrà raggiunto dalla Grazia Celeste, se sarà cioè convinto di avere i requisiti per salire al Cielo, mentre tuttora nasconde nella coscienza residui di antiche colpe o germi malefici di errori in essere, oppure, la Coscienza nella Sua potenzialità dirà esplicitamente qual è lo stato evolutivo raggiunto e il singolo perderà ogni energia, ogni capacità a lottare e a voler completare l'impegno, il debito assunto verso l'Eterno.
La differenza fra Chiesa Mistica o Cristica e il Rito è quindi la stessa che esiste tra il
giorno e la notte. […]
"Io Sono l'Acqua Viva" Gv. 4, 1-26 |
Il Cristo era Umile e Semplice e non
voleva che le turbe si umiliassero di fronte a Lui. Voleva che lo
facessero di fronte al Padre, in quanto Egli stesso riconosceva
unicamente il Padre del quale Egli era parte integrante;
ciononostante Egli poneva il Padre al di sopra di Sé.
È vano procedere negli
ammaestramenti se prima non assimilate la differenza di concezione
esistente tra la vera Chiesa sostanziale e il Rito.
L'una non ha pareti, non ha tetto, è
sconfinata, l'altra è limitata; l'una ha necessità di addobbi,
di ori, di orpelli, di marmi, di artifici, l'altra ha l'imponenza,
la perfezione della natura che parla la Parola dell'Eterno, che
parla la Parola della Sua Misericordia, del Suo Amore!
Questo Padre, che ininterrottamente
partorisce dei figli (ripeto ciò che da sempre dico), sarebbe per il
Rito non un Padre misericordioso, ma un aguzzino che ha voluto,
partorendo delle quantità sensibili, porle nella tentazione ("…e
non ci indurre in tentazione" n.d.r.) e godere dei loro sforzi, dei
loro errori, dei loro dolori, delle loro espiazioni.
Tutto ciò è mostruoso, è
obbrobrioso!
Il padre saggio, anche umano, quando ha
un figlio che ha commesso errore e ha deviato, ama quel figlio, poiché egli
l'ha allevato, l’ha nutrito, ha faticato per esso e porrà tutto
se stesso incondizionatamente per riportarlo sulla retta via.
Il Padre Celeste ha dato tutto Se
stesso, ha portato nel tempo una parte della Trinità, il Figlio, a
rinchiudersi in forma terrestre non solo per ammaestrare, ma per
addossarsi una parte delle colpe umane. Solo così avete la visione
della grandezza del Divino Genitore.
L'immenso parto, il perenne, il
perpetuo parto ha avuto, per un determinato gruppo, l'errore. (La Caduta iniziale, come da link posto sopra; ndr). Si
poteva tenere il colpevole tra i perfetti se il colpevole, in piccola
massa, voleva portare lo sconvolgimento tra i perfetti? Evidentemente
no.
E precipitò la massa in errore!
Perché questo Signore, questo Padre
non ha distrutto quella massa? Se non l'ha distrutta, se l'ha
conservata in vita, evidentemente era per poterla redimere e, siccome
la vita umana è ciclica, è breve, e la colpa è spaventevole, ecco
la necessità della rotazione, del saliscendi, della duplice
espiazione, nel finito e nell'Infinito.
Qui, su questa Terra, per imparare a soffrire, per rendersi umili, servi fedeli e alacri; lassù per imparare nel Regno della Sapienza l'imponenza negativa della colpa commessa e per portare le anime al desiderio ardente di accelerare il movimento di rinascita attraverso un aumento della fatica che già la Legge assegna”.
Qui, su questa Terra, per imparare a soffrire, per rendersi umili, servi fedeli e alacri; lassù per imparare nel Regno della Sapienza l'imponenza negativa della colpa commessa e per portare le anime al desiderio ardente di accelerare il movimento di rinascita attraverso un aumento della fatica che già la Legge assegna”.
Brani tratti da "Scintille
dall'Infinito" Vol. I ‒ "Chiesa Mistica e Chiesa del Rito"
Come abbiamo letto, la Voce ultrafànica parla in maniera molto esplicita, come d'altra parte fece sin dall'inizio con i vari profeti (e che rappresenta la prima fase, di 4.000 anni, che precede quelle menzionate più avanti).
La conferma di quanto il Cristo intendesse per Vera Chiesa ci viene anche dalla esortazione trasmessa a Francesco d'Assisi tramite il famoso
Crocifisso bizantino che parlò al Santo dicendo:
"Francesco… ripara la Mia Chiesa!" e lui nella sua semplicità cominciò a raccogliere pietre per ricostruire il rudere di S. Damiano ma… il Crocifisso di nuovo parlò:
"Francesco… non è questa la Chiesa che Io desidero che tu ripari per Me!"
"Francesco… ripara la Mia Chiesa!" e lui nella sua semplicità cominciò a raccogliere pietre per ricostruire il rudere di S. Damiano ma… il Crocifisso di nuovo parlò:
"Francesco… non è questa la Chiesa che Io desidero che tu ripari per Me!"
Concludendo, la Chiesa Mistica, quella
di Giovanni (terza fase, terzo millennio; ved. QUI, QUI, QUI e QUI) succederà alla Chiesa del
Rito, quella di Pietro (seconda fase, duemila anni già trascorsi); solo
allora i tempi saranno compiuti e l'evoluzione degli Esseri ribellatisi completata. (Cfr. anche QUI, QUI e QUI).
Tutto questo avverrà con l'Ascensione finale e la Parusìa o Ritorno definitivo del CRISTO.
Tutto questo avverrà con l'Ascensione finale e la Parusìa o Ritorno definitivo del CRISTO.
"Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete,
anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui
sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna."Gv.4,14
anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui
sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna."Gv.4,14
Già scritto da Sebirblu.blogspot.com
per il nostro sito: www.ilsoffioultrafanico.net
nel Libro della Conoscenza: "Argomento del mese"
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