martedì 5 giugno 2018

NOI...Angeli in esilio...




Sebirblu, 5 giugno 2018

Il testo che segue, estratto da "Dio e Universo" di Pietro Ubaldi, non è per tutti, in quanto l'aria, sempre più rarefatta, è respirabile solo da coloro che hanno superato le nebbie della valle e che si sono allenati ormai alle grandi altezze dello Spirito, in maniera da poter agevolmente assimilare e condividere sempre più la potente Voce mentore che giunge dall'Alto.  Ai grandi Atleti delle cime dunque...




La Caduta degli Angeli

Come è avvenuta questa mostruosa rivolta (cfr. anche QUI e QUI) per cui alcune cellule del grande Organismo universo, invece di funzionare armonicamente in esso, si sono poste contro di esso ribellandosi? Dove fu la radice primaria di questa anarchia nell'ordine? Importante questione che si connette al problema della genesi del male, a quello della sua presenza nel mondo e della sua finale risoluzione. (Cfr. QUI, QUI e QUI; ndr).

Per comprendere osserviamo la struttura del Sistema. Questo si basa su alcuni principi fondamentali come l'egocentrismo e la libertà. Ne fu resa compartecipe anche la Creatura, dato che essa ne fa parte e fu costituita con uno schema minore di quello massimo il cui centro è Dio.

Però questo gran dono dell'Eterno, per il quale la Creatura era fatta a Sua immagine e simiglianza (non somiglianza perché un conto è essere simili e un altro è somigliare, ndr), costituiva una potenza molto pericolosa se non saputa bene adoperare, poiché essa conteneva in germe la possibilità di un traviamento, possibilità che l'Essere, appunto per quei principi del Sistema, dovette affrontare con le sue forze.

E le conseguenze, qualunque fossero, dovevano essere le sue, poiché l'effetto del principio di libertà, in un Sistema di Ordine e Giustizia, è la responsabilità.

A chi obietta che in un organismo perfetto non deve esservi posto per un eventuale errore, si può rispondere che tale possibilità per nulla necessaria è implicita nei principi suddetti, ne è la conseguenza naturale, e per sopprimere questa bisognerebbe sopprimere quelli, il cui valore non si discute.

È naturale che dove vi è un "io" libero, sia possibile anche il cattivo uso della libertà. Eppure tutti ne apprezzano il criterio. Altrimenti ci troveremmo non in un Sistema di libertà ma di determinismo, in cui le Creature non sarebbero che automi. Tuttavia, Dio non ha creato in questo senso, ma ha concepito Esseri dotati delle Sue stesse qualità.

Data, dunque, la struttura del Sistema, vi è una catena di ferrea logicità che porta dai principi a queste conseguenze. La Creatura doveva quindi necessariamente trovarsi di fronte al bivio della scelta e, quindi, dinanzi alla possibilità di sbagliare.

In altri termini l'Essere veniva sottoposto ad una prova, ad un un esame, dal cui esito sarebbe derivata la sua posizione futura da lui liberamente voluta.

Ora, che il Sistema contenesse la possibilità di un errore, non significava affatto che fosse stato costruito errato e difettoso. Tanto è vero che esso, come vedremo, per l'errore avvenuto non è affatto crollato, anzi è tanto perfetto da contenere insita in sé la capacità dell'auto-risanamento.

Il Sistema era al di sopra dell'errore in esso possibile, era costituito in modo da restare integro, incrollabile, qualunque cosa avvenisse.

Per questo poteva permettere nel suo seno la possibilità di violazione e disordine, tanto più che questa aveva una funzione, cioè quella di collaudare l'Essere dandogli, secondo il principio di giustizia, se questi avesse superata la prova, il pieno diritto di acquisizione del suo stato di figlio di Dio, solo dopo esserselo meritato.

Il Creatore esigeva una libera accettazione del Sistema da parte della Creatura, uno spontaneo riconoscimento delle reciproche posizioni in esso, per poter allora concedere all'Essere una libera compartecipazione nella Sua opera, come l'intero contesto implicava: cosa di impossibile attuazione con una Creatura schiava o automa.

La prova della libera scelta non fu dunque un capriccio, un caso, un errore del Costruttore, ma fu parte integrante della logica del Sistema, come necessaria conseguenza dei principi che lo costituivano.

La struttura dell'edificio di concetti e forze dell'intero Apparato ‒ la natura del Creatore come quella della Sua Creatura, gli scopi da raggiungere oltre la prova ‒ tutto portava alla necessità che quest'ultima dovesse trovarsi sola e libera dinanzi al bivio della scelta.

La possibilità dell'errore era dunque implicita nel Sistema, non come una sua imperfezione, preludio di fallimento, ma come fattore con-saputo e voluto per dati fini, come una sua forza e non come una sua debolezza.

Vedremo infatti che questi fini vengono ugualmente raggiunti, sia pure per altra via, e che l'Opera della Creazione resta ugualmente un trionfo del piano di Dio.



La Creazione di Adamo di Michelangelo Buonarroti (part. della Cappella Sistina)
 

I due sopraddetti principi, egocentrismo e libertà, comuni anche alle Creature, facevano di esse tanti minori "io sono" simili a Dio, come tanti dei minori in Sua funzione. Dio volle la Creatura fatta così, a Sua immagine e simiglianza. Né l'Essere da Lui uscito poteva essere di natura diversa dalla Sua.

In un Sistema a schemi a tipo unico la Creatura non poteva essere che un "io sono", centro autonomo e libero come lo è il Creatore. E allora, avendo l'Essere per base ‒ come il Tutto ‒ il cardine della libertà, tutto ciò che lo riguardava non poteva aver corso senza il suo consenso.
  
Vi è poi un terzo fondamento nell'universo spirituale, quello dell'Amore, per cui Dio non è egocentrico che per irradiare Amore. Dato ciò, l'Apparato di Dio non può reggersi sulla coazione, come il principio di libertà non può basarsi sul determinismo, ma può poggiare solo su un'adesione libera.

Dio, in quanto Amore, non può volere la Creatura forzosamente prigioniera di esso. Egli si limita ad attrarla. Ecco un nuova caratteristica del Sistema, che non può ammettere da parte della Creatura che una corresponsione di carattere spontaneo, senza la quale non vi è Amore. Non è possibile gravitare verso Dio, forzosamente.

Ecco come tutto il Sistema, anche per questo principio, imponeva la scelta, quale passaggio obbligato per la valorizzazione di tale Creatura che doveva, prima di venire accettata, conquistarne pieno diritto, liberamente dimostrando di avere compreso, di accettare e di voler corrispondere all'Amore di Dio.

Anche sotto questo aspetto, la prova risponde a perfetta logicità, poiché l'Amore non può che essere spontaneo e reciproco. Ed essendo il Sistema fondato sull'Amore, implica che esso sia anche basato sulla Libertà.

Amore e Libertà sono connessi: questa comprende quello. Un Sistema non basato sulla Libertà, non potrebbe essere incentrato sull'Amore. I presupposti che reggono l'Universo sono strettamente connessi. Essi possono ridursi ad uno solo da cui essi tutti derivano: l'Amore.

Fu per Amore che Dio volle la Creatura egocentrica, fatta a Sua immagine e simiglianza,  compartecipe  delle  Sue  stesse  qualità. 

Fu per Amore che Dio volle la Creatura libera, perché quell'Amore, essa in libertà, comprendesse  e  contraccambiasse.

Compresa la necessità, la logicità e l'utilità della prova, osserviamo come ella si comporta in questo momento supremo. Ecco la Creatura, sostanzialmente Spirito, Scintilla di Dio, appena staccatasi dal Padre che dal Suo seno l'ha generata.

Essa guarda al Centro da cui derivò per atto d'Amore, al quale deve la sua esistenza.

La struttura del Sistema impone una sua risposta a quell'atto, la corresponsione reciproca con cui la Creatura per sua libera accettazione confermi o rinneghi: si leghi al Sistema o si sciolga, si ponga in esso o fuori di esso e con ciò, liberamente, come desidera, definisca la sua posizione.

Il Creatore tanto rispetta la sua libertà, avendola fatta a propria immagine e simiglianza, che sottopone il Suo stesso operato alla libera accettazione che lo convalidi presso di Lei per ciò che la riguarda, a guisa di consenso necessario da ambo le parti, in un contratto bilaterale.

Solo quando la libera Creatura avrà voluto dire "sì", la Creazione sarà completa, perfezionata fino a quest'ultimo suo momento, in cui Ella è quasi chiamata, col proprio consenso, a collaborare.

Sembra enorme, assurda, tanta bontà. Ma tale è la struttura del Sistema, così vuole l'Amore di Dio. (Cfr. QUI; ndr).



Pietro Ubaldi accanto all'immagine del Cristo che gli è apparso mentre viaggiava in treno

Ecco, l'Essere gli è dinnanzi. Appena concepito... non ha ancora parlato. Egli deve esprimere la sua prima parola che Dio chiede in risposta al Suo atto creativo: la parola decisiva. Dio gli parla per primo:

"Guarda, o Creatura, dinnanzi a te. Io sono il Padre che ti ha creato. Ti ho voluto fare della Mia stessa sostanza, un "io sono" centro, libero come "Io Sono". Ti ho fatto grande della Mia grandezza, potente della Mia Potenza, sapiente della Mia Sapienza. Ho fatto ciò spontaneamente per un atto di Amore, verso di te, mia Creatura. A questo Mio atto manca solo un ultimo tocco per essere perfetto e questo tocco deve scaturire da te.

Lo attendo da te, che lo farai in piena libertà. Ti offro l’esistenza come un grande patto di amicizia. Esso è basato su quell'Amore per cui ti creai e a cui tu devi il tuo Essere. Tu puoi o no accettare questo mio Amore. Ogni patto è bilaterale, ogni accettazione d'amore deve essere spontanea. È assurda una tale corrispondenza coatta. Scegli. Tu vedi quello che Io ho già fatto per te.

Io ti ho preceduto con l'Esempio. Tu Mi vedi. Guarda e decidi. Qualunque Mia pressione farebbe di te una Creatura schiava e Io ti volli libera perché tu dovevi somigliare a Me. Perché Io ti potessi amare come voglio, tu dovevi essere simile a Me. Non si può chiedere Amore ad uno schiavo, ma solo forzosa ubbidienza. Ciò è fuori del Mio Sistema, sarebbe il suo rovesciamento.

Vieni dunque a Me, corrispondi al Mio Amore che ti chiama e ti attrae, con la tua accettazione conferma il Mio operato, per tua libera scelta acconsenti, ed entra e coordinati nel Mio Sistema di cui Io Sono centro, subordina il tuo 'io sono' minore a Me,  l'Io Sono - Dio Uno, supremo vertice che regge il Tutto, riconosci l'Ordine di cui Io sono il Capo, prometti ubbidienza alla Legge che esprime il Mio Pensiero e Volontà.

Per Amore ti chiedo, poiché tu sei Mia Emissione, che tu Mi renda l'Amore per cui ti ho generato."

Per un istante sarà rimasto sospeso il respiro dell'Universo a queste parole, mentre le falangi degli Spiriti creati avranno oscillato in cosmiche ondate. Ecco, l'Essere guarda e pensa.

Esso sente in sé la potenza che gli viene dal Padre, un'immensità che lo rende simile a Dio.

Esso è libero, quale "io sono" autonomo e padrone del suo sistema, delle sue forze ed equilibri interiori. Questa sua stessa struttura in cui è connaturata tale divina grandezza lo spinge a ripetere in senso autonomo, separatista, l'egocentrismo che egli aveva in sé, dello "Io Sono" massimo: Dio.

Ma dall'altro lato vi è una forza differente, opposta, anti-egocentrica, tendente a neutralizzare la prima, ed è l'Amore. Esso si manifesta come una silenziosa attrazione che si impone per bontà. Chi ha compreso questo appello ha veramente compreso Dio.

Le due forze così diverse muovono le falangi degli Spiriti. Ognuno le mette nella sua bilancia e dentro di sé le pesa.

Bello è l'Amore ma implica una rinuncia per quanto doverosa, una rinuncia alla pienezza totale dell'«io sono», implica ubbidienza, un riconoscimento in posizione subordinata.

Ecco il pericolo tentatore:

Esagerare nel proprio giudizio la propria simiglianza con Dio e sconfinare in una pretesa di identità.

Prendere così, invece che la via dell'Amore coordinandosi in ubbidienza all'Ordine, la via opposta.

Rafforzare ancora in forma autonoma, invece che coordinare, il proprio «io sono», farsi la Creatura, essa sola, contro il Sistema con una sua propria legge, imitare Dio solo per superarLo.

Rispondere al dolce appello di Amore con un grido di sfida: 

"No! Dio,  io Creatura sono più grande di Te. Io sono Dio, non Tu."

Allora molti "dei" minori, fatti di sostanza divina, liberamente decisero di diventare "dei" maggiori, uguali a Dio.

La scelta per tanti Esseri fu fatta, e l'Universo, scrollato fin nelle sue più profonde basi spirituali, tremò, si sconvolse e parte di esso crollò involvendo nella materia. Ma non fu così per tutte le individualità.

La bilancia su cui pesavano le due spinte, per un'altra schiera di Spiriti piegò invece dalla parte Amore, dal lato opposto a quello della ribellione per orgoglio. Questi riconobbero la superiorità di Dio e si fusero nel Suo Ordine diventando Suoi collaboratori per aver liberamente accettato e corrisposto.

Gli altri non accettarono la Sua supremazia, si staccarono dal Suo Ordine, diventando i distruttori. Essi non vollero accettare e corrispondere.

Il loro capo fu Lucifero. Ed essi precipitarono fuori dal Sistema in posizione capovolta e questa sarà la caratteristica di tutta la loro esistenza.



Giuseppe Cesari detto Cavalier d'Arpino

Certo che la Caduta avvenne per mancanza di conoscenza sugli effetti della Rivolta. Ma è anche certo che la Creatura non poteva essere onnisciente, fatta uguale a Dio. Ma allora si può obiettare, se ella non sapeva, come può esserle imputato a colpa se è caduta?

Dio avrebbe dovuto dotarla di tanta Conoscenza da comprendere in anticipo le conseguenze della sua disubbidienza e quindi non cadervi. Ma allora, si può rispondere, la Creatura avrebbe seguito Dio solo per proprio egoistico interesse, per risparmiarsi un danno e non per amore.

Perciò, un atto di accettazione, così fondamentale nel Sistema, non poteva basarsi sull'interesse egoista, cioè su un principio agli antipodi di quello che tutto quel Contesto regge, cioè l'Amore: doveva quindi risultare da una spontanea adesione che capisse la somma Bontà del Creatore.

Quanto fondamentale sia tale principio d'Amore, lo prova il fatto che Dio stesso, nel Suo aspetto immanente, segue il Sistema crollato per risanarlo e mai abbandona la Sua Creatura, per quanto ingrata e ribelle. 

E Dio non le chiedeva che una prova d'amore. E gli Spiriti non ribelli, ubbidienti, la dettero pur essendo come conoscenza uguali a quelli che caddero.

Gli Esseri intrapresero così due vie opposte, che li differenziano. Da un lato l'orgoglio, il male, il dolore, le tenebre, il caos e da esso la creazione e la vita nella materia; dall'altro, l'ubbidienza, il bene, la gioia, la luce, l'ordine e la vita perfetta come puri Spiriti.

La Caduta è involuzione, da cui si risale redenti dalla fatica dell'evoluzione, assorbendo il male in dolore, elaborandosi nel macerarsi con l'esperienza della vita, così  smaterializzandosi  e  ri-spiritualizzandosi  nell'ascesa  verso  Dio  per ritrovarlo.

Poiché Egli non abbandonò l'Essere decaduto, ma gli disse solo: "Hai distrutto lo splendido edificio. Tu resti sempre Mio figlio. Però ricostruisci tutto con la tua fatica".


Estratto dal libro di Pietro Ubaldi "Dio e Universo".

QUI per conoscere meglio questo vero gigante dello Spirito. Per altri scritti cliccare il suo nome alla voce "Etichette".

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