Sebirblu, 5 agosto 2024
Pur essendo il mese d'agosto dedicato prevalentemente alla Vergine Santa, come ho scritto diverse volte QUI, QUI, QUI e QUI, do la precedenza, adesso, ad un evento grandioso che la Tradizione celebra il giorno 6: la Trasfigurazione di Nostro Signore.
Di essa ho parlato in maniera assolutamente inedita QUI, analizzandola per mezzo di una intuizione da me ricevuta riguardo ai fatti di Medjugorje, che invito a leggere, e QUI in un messaggio di Gesù attraverso JNSR, che la assimila a quella umana, riferendosi al "rapimento" che in tanti sperimenteranno presto.
L'ammaestramento seguente giunge dai Cieli infiniti attraverso un Angelo dell'Eterno (l'Entele Maestro) che, descrivendo tre accadimenti fondamentali nella vita del Cristo ‒ e in particolare la Trasfigurazione – offre la possibilità a tutti di riflettere e di valutare seriamente, se non lo si avesse ancora fatto, ciò che concerne la Sua Divinità, in un tempo di estremo dileggio e vergognose negazioni in atto.
Poi, come chiosa finale, chiude il magnifico insegnamento entélico il giusto monito del Cristo che invita alla riflessione tutto il genere umano.
La Parabola Cristica
Dissertazione al Tempio – Trasfigurazione – Risurrezione
È generalmente in uso fra voi effettuare prima un'analisi, successivamente meditare sui suoi risultati e trarne in terzo luogo le conclusioni. Tutto ciò è valido, validissimo per quanto concerne un qualsiasi moto umano, ma non per il movimento cristico.
L'umanità, dall'attimo in cui l'Unigenito si palesò nel tempo ad oggi, continua a considerare il divino passaggio sotto i più vari aspetti, ma senza cercare in ognuno di essi l'impronta della Divinità. (Ved. QUI; ndr).
La mente umana è rimasta colpita ieri, così come oggi e nel futuro, dalle parabole e dai miracoli dell'Unigenito e su questi fattori erige il suo castello di fede, un castello relativamente fragile, in quanto, pur posando su basi granitiche, non è stato costruito su fondamenta di convinzione, di certezza, di assolutezza come si conviene, e manca della base reale rappresentata dalla conoscenza del Generatore Universale, del Padre.
La parabola del passaggio cristico ha tre tappe che stabiliscono inconfondibilmente la Divinità dell'Essere e, per questo, distruggono la teoria blasfema dell'uomo/Dio.
1) Il primo punto basilare è raffigurato dalle discussioni del Divino Fanciullo coi dottori del Tempio, i sacerdoti. Ecco l'evento iniziale su cui è necessario dapprima meditare e successivamente analizzare.
Questo Fanciullo, apparentemente di forma umana, privo di ogni sostegno, di ogni collaborazione, ma depositario di quella Verità che da Lui stesso si dipartiva, si allontana dalla famiglia e per tre dì resta al Tempio a discutere.
Egli, inerme, contro i giganti della Chiesa: il Fanciullo e loro pronti a schiacciarLo. Lui, però, ha la Forza e la capacità di ribadire e distruggere i concetti e i preconcetti dei sacerdoti, lasciando cadere indistruttibili le basi della verità del Padre.
Questa è manifestazione di Potenza e non la sfida all'umanità come fatto umano, ma alla tenebra, all'ignoranza, all'ingordigia, al sopruso. Egli osa ciò che nessuno avrebbe potuto osare. E allorché, affannosamente ricercato da Maria, viene ritrovato, Egli guarda Sua Madre e chiede: «Che vuoi Tu, Donna da Me?». Non «Madre»; e stabilisce inequivocabilmente la verità di origine tra la Madre e la Sua Personalità Divina.
Si dice: ispirazione, bambino prodigio (o indaco attualmente; ndr), No! L'espressione con cui Egli si rivolge a Maria sancisce, in modo irrefutabile, la differenza della Sua origine divina con quella umana della Madre, anche se fatturata espressamente (importante leggere QUI e QUI; ndr).
Egli parte alla conquista del mondo volendo prima attirare i nemici più agguerriti, i più forti, i più implacabili. I giganti non erano i sacerdoti, ma i pigmei. Il Gigante era Quello che sembrava il pigmeo. «Gli ultimi saranno i primi». Egli era venuto ultimo al Tempio, doveva essere il Primo.
2) Saliamo al Tabor, saliamo con Gesù e con Pietro: questi è colui che doveva vedere e sentire. Ecco la Trasfigurazione, ecco l'Uomo apparente nella Realtà divina, nello sfolgorante fiume di Luce, ed ecco Elia conferire con Lui e nel contempo la Voce dell'Eterno dire a Pietro:
«Questo è il Mio Figlio prediletto nel quale Io Mi compiaccio». Nel quale, non del quale.
Ci si compiace di un'opera compiuta; allora non era un'opera Gesù. Mi compiaccio, ossia mi compiaccio essere in Lui, di essere Lui. La distinzione non è sottile, è vivida, pronta, unica:
«Questo è il Mio Figliol diletto nel quale Io, Dio Increato, Mi compiaccio, Mi rivedo, Mi riconosco, sono».
Gesù, data la seconda prova della propria Divinità, dice a Pietro di non far parola con alcuno, e ciò è in armonia col Suo pensiero, cioè con l'umiltà. Nessuno doveva credere per aver veduto ciò che Pietro aveva visto, ma tutti avrebbero dovuto credere per le opere, per la vita vissuta dall'Unigenito.
3) Terzo punto, inconfondibile anch'esso, stabilisce la natura assolutamente divina del Nazareno. Egli dice: «E se Io volessi che questo Tempio fosse distrutto, Io lo ricostruirei in tre dì». Il Tempio, Egli, fu distrutto... ed Egli in tre giorni lo ricostruì: Risurrezione.
Perché una massa di individui arzigogola in mala fede sulla Divinità di Gesù, quando tale Divinità, aldilà di ogni miracolo e di ogni ammaestramento è stata dichiarata attraverso tre movimenti di valore assoluto?
Gli uomini che provengono da quelle stesse stirpi e si rinnovano nel tempo, non portano con sé alcuna traccia dell'evento e guardano ancor oggi a Gesù come ad un mito, pronunciando la parola «Salvatore» perché in ogni individuo vi è o timore o superstizione.
In pochi esseri umani, fratelli, la fede è entrata per mezzo della coscienza, derivante dalla meditazione, a riconoscere la Divinità del Figliolo Unigenito e l'identità tra Padre e Figlio.
Io ritengo che colui che vuol procedere debba sentire in sé il bisogno, la necessità, non il desiderio, di riflettere su questi tre elementi che ho nuovamente ricordato, al fine di creare in sé stesso la vera fede.
Tre punti precisi ha offerto il passaggio del divino Redentore per la meditazione ed altrettanti ne può offrire l'abbraccio costante con cui l'Eterno avvolge i Suoi popoli, i Suoi figli.
Questo Genitore che vi conosce individualmente, che conosce di ognuno di voi i meriti e i demeriti, le necessità e le eccedenze, questo Dio pronto a rincuorare, a risanare, a soccorrere, a sorreggere, a sfamare, non può essere che un Padre amoroso che guarda a voi con angoscia, che piange per voi, e che è pronto a perdonare, anche se il ravvedimento sia tardo a manifestarsi.
Perché Egli porta fra di voi la Luce della Verità? Voi uomini, siete colpevoli; perché non vi lascia nel precipizio? Perché vi ama.
Quello stesso Amore che spinse il Padre a trasformare un Proprio Raggio nella Quantità Figlio, sottoponendoLo ad ogni fatica, ad ogni umiliazione, ad ogni ingiuria e percossa, Lo spinge ancora a seminare tra i figli la parola di pace, carità e amore. Lo spinge ad ammaestrare.
Vi è altresì un altro punto di contatto precipuo da sottolineare. Io, e ciascun altro Angelo che parla nel tempo, insegno l'umiltà, la compassione, la semplicità; Egli, l'Unigenito ha predicato le stesse cose nel Discorso della Montagna.
Quando Io incito voi ad essere umili, semplici, non lo faccio soltanto per condurvi verso la Meta, ma per raggiungere la possibilità di far cessare il pianto che ogni giorno provocate nelle divine pupille del Salvatore.
Gesù figurava umano fra gli umani; Egli ricostruì il proprio tempio, oggi ricostruisce altri templi. Quando Egli come Divin Raggio si offre a voi compie la stessa azione compiuta sul Tabor.
Non vi porta la Sua Luce sfolgorante, che per voi sarebbe trapasso perché troppo colpevoli, ma tutto Se Stesso: vi si offre in dono, vi compenetra, vi libera da ogni fattore satanico.
È l'apoteosi del Tabor ripetuta fra voi per la vostra salvezza è perché in seguito, a vostra volta, possiate salvarne altri.
Si è parlato, si parla, si riparlerà di nuovo sull'argomento «uomo-Cristo Divinità»; le dissertazioni si susseguono di continuo. Lasciamo che gli assertori e i negatori preconcetti esprimano e ritengano valide le singole obiezioni e smentite; per voi sarà definitivamente accettata la compagine cristica allorché avrete raccolto la divina vibrazione che ora precedo.
Egli, l'Increato, si manifesta con una nitida sequenza come Dio, Unigenito e Fratello dell'uomo. La Divinità è comprovata da questo sublime asserto, la Trinità Una è riconfermata, ed è per Suo tramite che la Legge, rigida, ma nel contempo amorevole, invita gli umani a seguire le Sue orme.
Il Cristo è disceso nel tempo, si è manifestato per portare la buona novella: «Il Regno di Dio è prossimo». Se è prossimo vuol dire che una parte dell'evoluzione spirituale dei colpevoli (in seguito alla rivolta iniziale, ved, QUI, QUI e QUI; ndr) si è compiuta e che la Meta non è più tanto lontana.
Satana, oggi, mette in opera ogni sua risorsa al fine di distruggere il frutto acquisito attraverso miliardi di anni, di fatiche, di rinunce, di dolori. Tra le masse si scatena nuovamente quel complesso di energie negative che fanno apparire all'osservatore superficiale l'intera umanità ancora in preda ad esse, senza poter segnare, in attivo, nemmeno il più piccolo progresso.
Gli esseri umani stanno attraversando l'ora cruciale, quella dell'ultima battaglia, ma per combattere le forze sataniche hanno la necessità di dotarsi di "determinate armi" che altri uomini di buona volontà devono indicar loro, avendo percepito la vicinanza del Regno dei Cieli in quanto più legati allo Spirito che alla materia.
Ecco, dunque, come l'Unigenito con il Suo Raggio cristico constata, ammonisce ed incita acciocché si possa dare un taglio netto al passato negativo per entrare vittoriosi, oggi, nell'imminente futuro positivo che è proprio "dietro l'angolo".
Raggio Cristico
Chi osa bussare e chiedere per sé misericordia e soccorso?
‒ Donai agli umani la luminosità del Pensiero, la nobiltà del pensiero, e l'uomo trasformò il pensiero in un ribelle.
‒ Conferii all'uomo la potestà della Ragione e l'uomo trasformò la ragione in una vassalla dei propri arbitrii.
‒ Trasfusi nell'uomo la divinità della Coscienza e l'uomo soffocò la coscienza con la propria superbia.
Come posso Io sentirMi Fratel dell'uomo se l'uomo distrugge in se stesso ogni Mia impronta? Pace in Terra agli uomini di buona volontà. Dove sono essi, gli uomini di buona volontà? Chi ha raccolto la Buona Novella che Io ho portato sulla Terra? Chi ha saputo lievitare il proprio pane col dolore altrui? Chi ha risvegliato i dormienti?
Non siate sepolcri imbiancati, ridestatevi e dite alle genti, ai quattro angoli della Terra, che Io Sono la Risurrezione e la Vita.
Incitate le genti con l'Opera ardente a seguire la Mia Legge che è Legge del Padre; fate ciò prima che i potentati superbi abbiano a compiere l'opera alla quale si sono già accinti, quella di distruggere l'umanità e la sua casa.
Vi assolvo e vi benedico.
Ego Sum Qui Sum
Post scriptum
Per l'importanza basilare del Pensiero, della Ragione e della Coscienza, suggerisco di leggere QUI, ma anche QUI, QUI e QUI.
Vorrei infine ricordare a tutti che la giornata del 7 agosto dovrebbe essere consacrata
all'adorazione e glorificazione di Dio Padre, stante le rivelazioni
private ricevute da madre Eugenia Ravasio (ved. l'illuminante
articolo QUI) alla quale il Divino Genitore ha espressamente rivolto
la giusta richiesta di poter avere per Sé un giorno specifico
dedicato SOLO a Lui, come d'altronde già lo hanno il Figlio Suo e lo
Spirito Santo.
Chiediamo dunque al Nostro Padre Celeste, domani stesso, la preziosa grazia della PACE VERA per l'intero mondo e soprattutto l'avverarsi solerte de l'«Avvertimento» promessoci per il Risveglio interiore di tutti i Suoi figli «dormienti». (Ved. QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).
Ecco, al riguardo, la catechesi di don Alessandro M. Minutella di otto anni fa.
Relazione cura di Sebirblu.blogspot.it
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