domenica 26 maggio 2024

ATTENZIONE! L'Aldilà non è tutto rose e fiori!


"Dante e Virgilio tra gli invidiosi" di Hippolyte Flandrin

Sebirblu, 26 maggio 2024

Nell'analisi che gli "Uomini di Buona Volontà" possono fare nell'esaminare sé stessi, è necessario innanzitutto cercare di avere le idee chiare sul modo di procedere per ottenerne un buon risultato.

Innanzitutto chi è Iddio? È Potenza, Amore, Sapienza: Potenza come Padre, Amore come Figlio, Sapienza come Spirito Santo: È la Trinità Sacrosanta (di cui, oggi, si celebra la solenne ricorrenza).

Nella Sua Bontà infinita, nonostante il tradimento della massa ribelle capeggiata da Lucifero e precipitata dai Cieli (ved. QUI, QUI e QUI), il Padre ha mandato il Figlio sulla Terra per redimerla e liberarla dal baratro-prigione nel quale era precipitata, dotandola di una trinità umana atta a guidarla nell'aspro cammino del ritorno a Casa: il Pensiero, la Ragione e la Coscienza. (Cfr. QUI).

In questa trinità umana, la Coscienza rappresenta la Divinità, il Giudizio che non ammette titubanze né incertezze e che non vuole ipocrisie. È l'uomo spiritualmente inteso che si pone davanti alla sua "Voce interiore" e ad essa ripete, rivedendoli, tutti i Peccati, tutte le Colpe e gli Errori compiuti. 

Questi tre termini raffigurano una graduatoria per una più precisa valutazione delle singole responsabilità di fronte alla Legge.

‒ Si chiama "Colpa" il frutto di un pensiero elaborato e forse in taluni casi accolto dalla Ragione ma combattuto e colpito dalla Coscienza.

‒ Si chiama "Peccato" qualcosa di non elaborato dal Pensiero ma voluto, senza tentennamenti di sorta, dalla materia, dalla carne, dalla cupidigia.

‒ Si chiama "Errore" lo sbaglio commesso da un'anima che ignora quello che si deve sapere sull'Aldilà (ved. QUI, QUI e QUI); che non conosce affatto la Legge d'Amore e, in più, che si trova del tutto all'oscuro della Forza primaria del Pensiero, Forza costruttiva, trasmittente, risanante e vivificatrice (ved. QUI e QUI). In questo caso si tratta di Errore.


"La barca di Caronte" di Josè Benlliure y Gil (1919) 

Ecco un esempio. Se al mattino durante le abluzioni personali, guardandosi allo specchio ci si dovesse domandare: «Ieri che cosa NON ho fatto che avrei potuto o dovuto compiere?» ‒ questo, alla luce della Coscienza, concernerebbe l'ambito delle "Omissioni di soccorso", ma se non si conosce la Legge d'Amore per valutare la eventuale mancanza, ciò rientra nella categoria degli ERRORI.

Un mezzo sicuro per non sbagliare è quello di ascoltare la propria Voce intima che, se non dà il suo assenso, al contrario della Ragione che potrebbe invece concordare col Pensiero iniziale, va seguita, astenendosi dall'agire per non incorrere nel libero arbitrio che poi si dovrà scontare.

Per essere "a posto" con la Legge divina, tutti e tre i componenti della trinità umana ‒ il Pensiero, la Ragione e la Coscienza ‒ devono trovarsi allineati, altrimenti se ne dovranno subire le conseguenze più o meno gravi.

Cosa molto importante da comprendere è che la Voce analizzatrice dello Spirito non è uguale per tutti, perché "parla" secondo l'evoluzione singola, le esperienze fatte e la sensibilità raggiunta nei diversi cicli reincarnativi. (Cfr. QUI, QUI, QUI e QUI).

Per cui, ciò che è male per uno, per l'altro non lo è, o appare come un'esagerazione senza alcun costrutto, dal momento che il "sensore" interno è semi-addormentato o offuscato dalla materialità imperante.

In ogni caso, quando questo velo sulla Coscienza si solleverà per via del trapasso o per l'imminente Avvertimento, ormai vicino (ved. QUI, QUI e QUI), ognuno (come Spirito  Particella Divina) si troverà di fronte al suo operato di pensiero, parola e azione e non potrà sottrarsi al suo stesso giudizio che sarà imparziale, chiaro e più o meno severo in base alla consapevolezza spirituale acquisita.




Per rendere l'idea di come alcuni individui passati ad altra vita possano esprimere la condizione in cui versano affinché gli umani ne traggano esempio e riflessione profonda, pubblico alcune trasmissioni dall'Oltre, pervenute per Volontà di Legge e non per arbitrio personale, attraverso l'«Ultrafania».

[Per il significato sostanziale di questo termine leggere QUI e QUI, ma soprattutto QUI, nell'ormai introvabile libro "La Vita", che potrete agevolmente scaricare].

Prima però è necessaria una premessa basilare comunicata dall'Entele Maestro (il significato al post scriptum QUI) su "Scintille dall'Infinito", il cui sito di riferimento è QUI. Eccola:

«È un dato inequivocabile, da Flammarion al Crooks in giù, che le trasmissioni dall'Infinito avvengono, quando avvengono, attraverso tre canali.

‒ Il primo è quello negativo dei Baronti, cioè degli Spiriti ancora involuti con manifestazioni "afose" e assolutamente passive.

‒ Il secondo canale è quello degli Anonti, cioè degli Spiriti in evoluzione che già conoscono come solo il soccorso reciproco può portare al punto da cui tutti siete partiti.

Queste trasmissioni non sono negative ma, pur essendo positive, sono incomplete perché lo Spirito si trova a mezza via tra il fondo valle e la vetta; vede, ha un orizzonte abbastanza vasto, ma non sufficiente per poter dire ad un umano «la cosa è così», e potrà soltanto dire «la cosa mi si presenta così».

‒ Il terzo canale è quello degli Enteli, ed è il primo in ordine di potenza. Siamo Noi che, per ordine della Legge, trattiamo l'uno o l'altro argomento agli uomini di buona volontà affinché, il più brevemente possibile, abbia ad avverarsi quell'affratellamento universale che è necessario sia raggiunto prima della venuta del Cristo.»



Ecco perciò la prima comunicazione dalla Biotesi del Letargo:

"Chi viene a disturbarmi? Chi viene a riportarmi a contatto con questa gente con la quale non voglio più avere a che fare? Si sente la violenza che mi spinge. È inutile, sopporterò. È vano cercare di modificarmi, è vano cercare nell'ambiente delle manifestazioni di «violenza» superiori alle mie, è inutile. Sto espiando... vi odio, vi detesto, vi sputo addosso.

Il Creatore, Egli mi costringe qui, ma io Lo rinnego. So quello che mi aspetta, ogni tanto mi pescano fuori e mi riportano. Quando sarà il momento buono può darsi che mi modifichi... Intanto però vi odio, vi odio! Siete delle canaglie perché, come me, possedete e non date ed io vi ho portato via tutto quello che potevo...

Vi ho distrutti, ho ucciso, ho fatto scempio delle vostre carni, perché speravo di trovare dell'oro presso di voi, ma ho trovato invece il fetore del sangue che il mio acciaio ha provocato, non l'oro... Vi maledico e vi maledirò sempre! Sì, un'evoluzione culturale è valsa a perfezionare questo odio, questo rancore verso di voi, esseri abbietti! Io contro voi e voi contro Dio e contro me!"

Commento dell'Entele Maestro:

«Un criminale di alto grado evolutivo umano: ecco a che porta, a cosa può consentire la vostra cultura, la vostra evoluzione di tempo. Questa individualità è giacente nel "Letargo" da oltre tre secoli! Quanto tempo vi rimarrà? Lunga sarà ancora la sua permanenza e soltanto la Legge, unica arbitra, ne segnerà la fine. Il movimento può considerarsi triplicato.»




Manifestazione dalla Biotesi del Rimorso. (Si presenta un'entità in travaglio, il mezzo cade a terra e rotola vertiginosamente... ndr).

Commento Entelico:

«Questo moto rotatorio, che si è presentato a voi in forma lenta, ha la rapidità della luce. Il vociare ha la capacità del tuono, non è un vociare fisico ma energetico.

Tutto ciò avviene in un contesto che le energie surriscaldano talmente da far riportare l'impressione di un forno a riverbero umano. Questa permanenza in movimento è aggravata dall'incubo di quello che è stato commesso.

La scena è sempre spiritualmente impressa nelle pupille d'anima e perseguita quando il vortice rallenta. L'immagine si fa nitida e ingigantisce... e il mulinare riprende. Le fiere sembra si avvicinino all'anima in pena, per mordere, per azzannare, quasi a vendicare i colpiti.

Essa sente l'alito delle belve, sente il viscidume dei serpi; poi questo calore indicibile cessa e il moto prosegue ininterrotto in un ambiente di ghiaccio mentre la tempesta percuote di continuo l'essere.

I due movimenti si alternano per quanto tempo? Alle volte per millenni... (Ecco perché si parla di "eternità del castigo"... Cfr. QUI; ndr). Ecco perché Io che vi dono l'Amore vi esorto. Anime care, vivete in umiltà, in dolcezza, in rinuncia, siate degni della Luce di Lui, siate degni del nome di "figli". La Pace sia con voi.»



"L'Abisso dei Rimorsi", da «La Vita» di G. Trespioli al link posto sopra. 

Altro tipo di rimorso, meno intenso del primo:

"Che sonno... ho voglia di svegliarmi... non ci riesco, sono stanco... È da tanto tempo che dormo e sento la stanchezza e il desiderio di luce, ma gli occhi non si aprono... che fatica!... Non si sa come giacere... non si trova pace... Come fa caldo... e l'incubo mi perseguita.

Io cerco nel buio di nascondere tutti quei fantasmi... ma tornano ancora. Signore! Anch'io fui colpevole, andai contro la Legge, non concepii l'amore; egoista, desiderai per me unicamente il potere, gli agi, il benessere e, ignaro delle parole del Cristo, passavo tra i diseredati, passavo mentre gavazzavo, mentre la lussuria mi segnava con impronta indelebile.

Non ho distrutto, non ho nuociuto; ho male speso il denaro del Signore e il tempo che mi è stato dato per l'opera. Mi sono dimenticato, ecco tutto. È molto, è molto sapete, è molto, sì; poi c'è il rimorso. E l'uno soffriva e l'altro pativa: chi era privo di pane, chi di sostanza, chi aveva perduto il figlio e chi la pace per altra umana ragione.

Tutto ciò mi pesava, mi irritava; volevo la quiete, solo la quiete... e la cercavo a qualsiasi prezzo; volevo godere e il godimento me lo procuravo a qualunque costo. Poi, il trapasso, la tenebra, la nebbia, e tutte queste mani che ansiose si tesero un giorno verso di me per un soccorso d'anima, per un pane, per un bicchier d'acqua e che io respinsi... ora mi perseguitano, non mi lasciano stare.

(Come l'«Umbral» del film-capolavoro «Nosso Lar», ved. QUI. Da scaricarsi subito prima che lo bannino. Il mio post relativo è QUI; ndr). 

Non ho pace... Un po' di sereno, un po' di sole, Signore!... Il Tuo perdono, non perché le sofferenze cessino ‒ perché Ti chiedo che siano centuplicate ‒ il Tuo perdono per essere certo che un giorno, attraverso una maggior fatica, potrò espiare, potrò io pure esser luce e irradiare su chi è nella tenebra.

Ho bisogno di operare; adesso non lo posso fare di pensiero, mi è interdetto e la sofferenza sta in ciò. E voi che siete in grado di poter agire, FATELO: pensate all'Eterno, pensate a chi soffre. Quante mani sono tese verso di voi, non respingetele, ma a tutti date, date, date..."

Commento Entelico:

«Ecco la Carità! Vi ho detto altre volte, non all'angolo della via si fa l'elemosina, ma si cerca la sofferenza, la si cerca mediante il pensiero, si vive l'angoscia dell'umanità emanando amore, donando di sé, non solo la borsa, ma l'anima dovete dare!

Ognuno di voi è avaro: chi tiene l'energia, chi tiene la moneta. È solo dando più di quanto si è ricevuto che si raggiunge la Meta. Diversamente, è la sofferenza che porta, tramite l'espiazione al Traguardo finale. Siate saggi, non dimenticate ciò che il Cristo vi ha detto: "Se ti viene domandata la veste, tu dai pure il mantello!" (Mt. 5,40).» 


"San Martino di Tours" di Victor Schnetz (1824)

Manifestazione dalla Biotesi del Risveglio:

(Il mezzo con le mani cerca di togliersi di dosso il fango e ripete più volte il gesto come se qualcosa fosse così aderente al suo corpo da richiedere una gran fatica per liberarsene; ndr).

"Che luce... che refrigerio... Signore Misericordia! Che io possa mondarmi, che io possa giungere a Te e scacciare lontano tutto ciò che è negativo. Per quanto tempo ho sofferto? Per quanto tempo ho ignorato la Luce? Secoli... secoli... e il silenzio spaventoso che opprime e la colpa trasformata in fango che tutto l'essere rivestiva, chiuso l'orecchio al suono e al richiamo, chiuso l'occhio alla luce, chiusa la bocca al respiro.

Così, soffocato da questo peso gravante sull'essere, nell'assoluta immobilità del rimorso, solo la mente, nella sua potenza sostanziale, viveva, pulsava e la coscienza ininterrottamente giudicava la colpa e condannava. La colpa! Essa si presenta di continuo assumendo un aspetto spaventoso... Così passano i secoli che sono attimi interminabili...

Nulla l'anima vede, ma percepisce tutto: la vita che pulsa, la morte, l'angoscia, il dolore... Ogni moto tormentoso è percepito, ogni giubilo desiderato. Poi giunge un fremito d'ali, un suono dolce, ineffabile percuote l'udito... ecco tutto il fango, la creta che avvolgeva l'essere staccarsi poco a poco...

Ah!... (un urlo di gioia)... Ah!... la luce! Ecco l'essere riprende ancora contatto con la vita infinita. Ecco il palpito, Signore Iddio, Signore di Misericordia. Sì, ancora soffrire, ancora, per adorarTi sempre. Certo che soffrire è giusto, per i fratelli: è l'Opera! Ecco il pane, la vita, il lavacro... è l'Opera! E fra brevi attimi pure io scendo fra voi per l'Opera!... Sia gloria all'Eterno! Sia gloria alla Sua Creazione! Sia gloria al dolore!"

Commento Entelico:

«Un Risveglio. Il passaggio dallo stato di Rimorso al nuovo moto reincarnativo. L'essere, toccato dalla grazia dell'Eterno, riprende contatto con le energie superiori, tende a purificarsi dalle scorie residue e già ha formulato il nuovo desiderio di vita e di azione.

Si appresta a discendere nel tempo per riprendere la fatica che dovrà portarlo verso la Risurrezione. Ancor questo è un ammonimento. Rammentate: è colpa l'odio; è colpa la vendetta; è colpa la brama di potere.»




Concludo questa sequenza con una frase dell'Entele Maestro che dà veramente l'idea del dono grandissimo offerto dal Padre agli umani per aver ricevuto questo tipo d'insegnamento sostanziale esente da paragoni di sorta.

Un  giorno  non  lontano,  molti,  aprendo  gli  occhi  dell'anima,  si renderanno  conto della sublimità dello stesso, e potranno accedervi se sapranno liberarsi dalle pastoie messe loro dalla rigida e miope tradizione cattolica che ha "inscatolato" la VERITÀ, esattamente come ha fatto con la Porziuncola di San Francesco d'Assisi che è stata tristemente "incamerata" nella Basilica di Santa Maria degli Angeli.

Ecco il brano ultimo chiarificatore:

«La nostra conoscenza è infinita, senza limiti, ma la utilizziamo in una costrizione, limitatamente,  non  in  arbitrio;  se  si  presenta  una  necessità,  e  la Legge consente, Noi diamo, se non consente, vuol dire che sarebbe inopportuno aumentare in quel momento il sapere o il conoscere di quella determinata individualità umana.

Noi non esistiamo come coscienze individuali perché la Coscienza per Noi è una ed una sola, la Divinità; operiamo in quanto viviamo, ma viviamo in quanto Egli, il Padre, è e ci dà la vita. Non operiamo per il nostro nome di umani, qualora lo fossimo stati precedentemente, ma solo ed unicamente a glorificazione del Padre.

Diffidate di coloro che si rivestono di qualifiche altisonanti, perché sono in contrasto alla legge prima, alla legge dell'Umiltà. Raccogliete pure ciò che vi viene offerto, poiché anche una pagliuzza può salvare un essere e lo ha confermato Gesù che è sceso dalla cavalcatura per raccogliere tre bricioline di pane.

Il pane è il sapere e il Cristo-Dio scese per raccogliere quelle piccole briciole. Voi raccogliete le briciole di sapere e di conoscere, ma cercate in voi stessi ‒ "Nosce Te Ipsum" (Conosci Te Stesso; ved. QUI, QUI e QUI; ndr) ‒ se le medesime fanno già parte o no del vostro bagaglio e, se già le possedete, cercate immediatamente di offrirle a chi sente la necessità di quel cibo.»

Salve a voi.

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Brani estratti da "Scintille dall'Infinito" (QUI) ‒ ed. Il Cenacolo.


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