sabato 30 dicembre 2017

Magico! "AMI ‒ Un Amico dalle Stelle" 3° e 4° cap.


Ron Dicianni

Sebirblu, 30 dicembre 2017

L'articolo che segue è la continuazione di quanto pubblicato QUI (dunque da rivisitare, necessariamente), perché la sua lettura rapida e affascinante, rivolta soprattutto ai bambini di nome e di fatto ‒ anche se adulti ‒ nasconde verità sorprendenti  sebbene  camuffate da  fiaba.

Ritengo sia corroborante per una rinnovata speranza al futuro in questo tempo sempre  più  minaccioso  per  l'intera  umanità.



"Quando i popoli e i regni si riuniranno insieme
per servire l'Amore" (Salmo 102,22)

"...e trasformeranno le loro spade in vomeri d'aratro
e le loro lance in falci
e non alzeranno più le spade gli uni contro gli altri
e non impareranno più l'arte della guerra." (Isaia 2,4)

"...e i miei eletti avranno in eredità la terra
e i miei servi abiteranno lì." (Isaia 65,9)


3. Non pre-occuparti

"Sai? Qui 'vicino', in un pianeta di Sirio, ci sono delle spiagge color viola... sono splendide. Se tu vedessi com'è un tramonto, con quei due soli giganteschi..."

"Viaggi alla velocità della luce?" La mia domanda gli sembrò comica.
"Se viaggiassi 'così piano' mi sarei fatto vecchio, prima di poter arrivare fin qui."
"Allora, a che velocità vai?"
"Noi di solito non 'viaggiamo', piuttosto ci 'dislochiamo'."
"Che?"
"Ci 'dislochiamo' semplicemente, appariamo nel luogo in cui vogliamo arrivare."
"Istantaneamente?!.."

"Beh, c'è da aspettare un pochino, gli strumenti di bordo devono effettuare calcoli complessi, ma da un lato all'altro della galassia impiegherei..." ‒ prese il suo calcolatore dal cinturone e fece dei conti ‒ "secondo il tuo criterio di tempo... mmm... un'ora e mezza, e da una galassia all'altra ci vorrebbero parecchie ore."

"Che forte! Come ci riesci?"
"Puoi spiegare ad un neonato perché due più due fa quattro?"
"No" ‒ risposi ‒ "e nemmeno io lo so."

"Neanch'io posso spiegarti cose che hanno a che vedere con la contrazione e la curvatura dello spazio-tempo... e non ce n'è bisogno... Osserva come scivolano quegli uccellini sulla sabbia, sembrano pattinare... che meraviglia!"

Ami stava contemplando degli uccelli che correvano in gruppo sulla spiaggia, raccogliendo del cibo che le onde avevano depositato sulla sabbia. Ricordai che era tardi.

"Devo andarmene... La mia nonnina..."
"Dorme ancora."
"Sono preoccupato."
"Preoccupato? Che stupidaggine!"
"Perché?"
"«Pre» significa 'prima di'. Io non mi 'pre-occupo', io mi 'occupo'."
"Non ti capisco, Ami."

"Non vivere immaginando problemi che non ci sono, né ci saranno. Godi il presente: si deve approfittare completamente della vita, cercando sempre la felicità, invece dell'angoscia. Quando si presenta un problema reale, allora occupatene."

"Credo che tu abbia ragione, ma..."

"Ti sembrerebbe giusto se fossimo preoccupati pensando che potrebbe venire un'ondata gigantesca ad ingoiarci? Sarebbe stupido non approfittare di questo momento, di questa notte così bella... Osserva quegli uccelli che corrono senza preoccuparsi... Perché  perdere  questo  momento  per  qualcosa  che  non  esiste?"

"Ma la mia nonnina esiste, però..."
"Sì, e non c'è nessun problema per lei... E questo momento, non esiste per te?"
"Sono preoccupato"
"Ah, Terrestre, Terrestre... Va bene, vediamo la tua nonnina."

Prese il suo apparecchio televisivo e cominciò a manovrarlo: sullo schermo apparve il sentiero che portava a casa mia.


Jim Warren

L'immagine avanzava fra gli alberi e le rocce del sentiero; tutto si presentava a colori e illuminato come se fosse giorno. Penetrammo attraverso la parete di casa, apparve la mia nonnina che dormiva profondamente nel suo letto: riuscivo persino a sentire il suo respiro.

Quell'apparecchio era incredibile!

"Dorme come un angioletto" commentò Ami ridendo.
"Non è un film?"
"No, questo è 'dal vivo e in diretta'... Andiamo in sala da pranzo."

La proiezione attraversò la parete della camera da letto ed apparve la sala da pranzo. Lì, c'era il tavolo con la tovaglia a grandi quadri e sul posto che di solito occupo io c'era un piatto coperto da un altro rovesciato.

"Questo sembra il mio «UFO»!" Scherzò Ami. "Vediamo che cosa c'è per cena..." ‒ fece qualcosa al suo strumento e il piatto superiore divenne trasparente come il vetro: apparve un pezzo di carne arrosto, con patate fritte e insalata di pomodoro.

"Puah!" ‒ esclamò Ami disgustato ‒ "Come potete mangiare un cadavere!..."
"Cadavere?"
"Cadavere di mucca... mucca morta. Un pezzo di vacca morta..."

Così come la prospettava, fece ribrezzo anche a me.

"Come funziona il congegno, dov'è la telecamera?" Chiesi molto interessato.
"Non c'è bisogno di telecamera: questo dispositivo mette a fuoco, seleziona, filtra, amplifica e proietta... semplice, no?"

Sembrava si stesse burlando di me.

"Perché si vede come se fosse giorno, mentre è notte?"
"Ci sono altre 'luci' che il tuo occhio non può vedere, questo apparecchio le capta."
"Che complicato!"
"Per niente! Questo aggeggio me lo sono costruito da solo..."
"Da solo?!"

"È estremamente obsoleto, ma ci sono affezionato; è un ricordo, un lavoro della scuola elementare..."

"Ma voi siete dei geni!"
"Naturalmente no. Sai fare la moltiplicazione?"
"Certo" risposi.

"Allora, tu sei un genio... per uno che non sa fare la moltiplicazione. Tutto è una questione di gradualità: una radio a transistor è un miracolo per un aborigeno delle foreste."


Tribù sconosciuta della foresta amazzonica che per la prima volta vede un velivolo.

"Hai ragione. Credi che un giorno potremo avere anche qui sulla Terra invenzioni come la tua?"

Diventò serio per la prima volta. Mi diede un'occhiata che denotava una certa tristezza e disse:

"Non lo so."
"Come non lo sai... Tu sai tutto!"
"Non tutto. II futuro non lo conosce nessuno... per fortuna."
"Perché dici 'per fortuna'?"

"Immagina... la vita non avrebbe alcun senso se si conoscesse il futuro. Ti piacerebbe sapere in anticipo il risultato della partita che stai vedendo?"

"No, mi dà fastidio, si perde tutta l'emozione" risposi.
"Ti piace ascoltare una barzelletta che conosci già?"
"Nemmeno...  mi annoia."
"Ti piacerebbe sapere che regalo riceverai per il tuo compleanno?"
"Questo meno ancora, si perde la sorpresa."

Mi sembrava piacevole il suo modo di insegnare, con esempi chiari.

"La vita perderebbe ogni attrattiva se si conoscesse l'avvenire. Uno può solamente calcolare le probabilità."

"Com'è questa cosa?"
"Per esempio, calcolare le possibilità che ha la Terra di salvarsi..."
"Salvarsi... salvarsi da che cosa?"

"Come da che cosa!... Non hai sentito parlare dell'inquinamento, delle guerre, delle bombe?"

"Ah, sì! Vuoi dirmi che anche qui siamo in pericolo, come nei mondi dei malvagi?"

"Ci sono molte probabilità. II rapporto fra Scienza e Amore è terribilmente inclinato dalla parte della Scienza, nel tuo pianeta: milioni di civiltà come questa si sono autodistrutte. 

Voi vi trovate in un punto critico della vostra evoluzione; sono momenti delicati, pericolosi... e quelli che detengono il potere non sanno dove stanno portando migliaia di milioni di anime..."

Mi spaventai. Non avevo pensato seriamente alla possibilità di una Terza Guerra mondiale o ad una catastrofe simile. Rimasi per un lungo momento a meditare.




All'improvviso mi venne un'idea meravigliosa, capace di risolvere tutti i mali di questo mondo:

"Fate voi qualcosa!"
"Qualcosa come?"

"Non so... far atterrare mille navi e dire ai presidenti che non facciano la guerra... qualcosa del genere."

Ami sorrise.

"Se facessimo una cosa come questa, innanzitutto ci sarebbero mille infarti cardiaci, proprio per colpa di quei film sugli invasori, che ci dipingono come se fossimo demoni malvagi e noi non siamo disumani, non possiamo provocare una cosa simile.

In secondo luogo, se dicessimo loro per esempio: «Trasformate le vostre armi in strumenti di lavoro», penserebbero trattarsi di un piano extraterrestre per indebolirli e poi dominare il pianeta. Terzo, supponiamo che arrivino a comprendere che noi siamo inoffensivi, comunque non abbandonerebbero le armi."

"Perché?"
"Perché avrebbero paura degli altri paesi: chi si disarmerà per primo?..."
"Ma devono avere fiducia..."

"I 'bambini' possono avere fiducia, gli 'adulti' no... e meno ancora quelli che dirigono le nazioni, e a ragione, perché certuni hanno voglia di dominare tutto quello che possono..."

Io ero veramente agitato. Continuai a cercare una soluzione per evitare la guerra e salvare l'umanità.

Dopo molto pensare, l'unica cosa che mi venne in mente fu che gli extraterrestri potevano assumere con la forza il potere sulla Terra, distruggere le bombe e obbligarci a vivere in pace: in definitiva, pochi infarti di alcune 'vecchiette' paurose non sarebbe stato niente, in confronto a tutto quello che si sarebbe potuto salvare. Glielo dissi.

Quando smise di ridere, affermò che io non riuscivo a smettere di ragionare da terrestre.

"Perché?"

"Con la forza... distruggere, obbligare... tutto questo è terrestre, tutto ciò è preistoria per noi. La libertà umana è qualcosa di sacro, tanto la nostra che quella altrui: proprio per questo «obbligare» non esiste nei nostri mondi, ogni persona è preziosa e degna di rispetto.

Agire con la forza e distruggere è violenza, parola che viene da «violare» e questa è una cosa completamente opposta al nostro spirito. E per finire, non possiamo, né vogliamo causare la morte di nessuno, anche se tu pensi che 'pochi infarti' non siano importanti..."




"Allora, voi non fate la guerra?"

Non avevo ancora finito di porre questa domanda, che mi sentii stupido per averla fatta.  Mi guardò con affetto e posandomi una mano sulla spalla disse:

"Noi non facciamo la guerra perché amiamo Dio."

La sua risposta mi sorprese molto. Io credevo in Dio... un poco, ma avevo nei Suoi confronti più paura che affetto; inoltre, ultimamente avevo dei dubbi, stavo arrivando a pensare che solo i religiosi credevano in Lui, e anche la gente senza tanta cultura, perché mio zio, che è fisico nucleare all'università, asserisce che "Dio ha ucciso l'intelligenza".

"Tuo zio è uno stupido" ‒ affermò Ami, dopo aver percepito i miei pensieri.
"Non mi sembra: è considerato uno degli uomini più intelligenti del Paese."

"E uno stupido" ‒ insistette Ami ‒ può una mela uccidere il melo? Può un'onda ammazzare il mare?..."

"Io pensavo che..."
"Ti sei sbagliato. Dio esiste."

Mi misi a pensare a Dio, un po' pentito per aver messo in dubbio la sua esistenza.

"Ehi, levagli la barba e la tunica!" Ami rideva perché aveva visto la mia immagine mentale di Dio.

"Allora... non ha la barba: Dio si rade?"

Il mio amico spaziale era divertito dalla mia confusione.

"Quello è un Dio troppo terrestre" ‒ commentò.
"Perché?"
"Perché ha l'aspetto di un terrestre."

Che cosa voleva dirmi, che Dio non ha un aspetto umano, ma quello di qualche razza extraterrestre? E se era così, allora... significava che gli extraterrestri non sono fisicamente simili a noi?

"Ma come?... Avevi detto che gli esseri umani di altri mondi non hanno forme strane o mostruose, inoltre, tu stesso sembri un terrestre..."

Ami, sorridendo prese un ramoscello e disegnò una figura umana sulla sabbia.

"Il modello umano, nei mondi come il tuo o il mio, è universale: testa, tronco ed estremità, ma ci sono delle piccole varianti in ognuno: altezza, colore della pelle, forma delle orecchie... piccole differenze. Ci sono anche qui, fra le diverse razze umane di questo pianeta."

"E vero... ma tu sembri un normale bambino di questo mondo..."

"Io sembro terrestre perché la gente dei mio pianeta assomiglia molto ai bambini della Terra, proprio per questo sono qui in missione, ma Dio non ha la faccia, né la forma di un uomo."

"Cosa?! Vuoi dire che Dio ha la faccia di un mostro?..."

Rise un po' e poi disse:

"No, Pierre, non è cosi. Vieni, andiamo a camminare."


Foto di Maurizio Pignotti

Cominciammo a percorrere il sentiero verso il paese. Posò il braccio sulla mia spalla e in quel momento sentii in lui il fratello che non avevo mai avuto.

Degli uccelli notturni passarono gracchiando in lontananza. Ami sembrò rallegrarsi per quei suoni, inspirò l'aria marina e disse:

"Dio non ha aspetto umano" ‒ il suo volto brillava nella notte, mentre parlava del Creatore   "Non ha nessuna forma, non è una persona come te e me: è un Essere infinito, pura Intelligenza creatrice... puro Amore."

"Ah!" Lo disse in modo così bello, che riuscì a commuovermi.
"Per questo l'Universo è così stupendo e buono... è meraviglioso."

Io pensai agli abitanti dei mondi primitivi che lui aveva nominato ed anche alla gente malvagia di questo stesso pianeta.

"E i cattivi?"
"Arriveranno ad essere buoni, un giorno..."

"Sarebbe stato meglio se fossero nati buoni fin dal principio, cosi non ci sarebbe niente di male da nessuna parte."

"Se non si conoscesse il male, come si potrebbe apprezzare il bene, come si potrebbe dargli il giusto valore?" chiese Ami.

"Non capisco bene."
"Non ti sembra meraviglioso poter guardare, vedere?"
"Non so, non ci ho mai pensato... credo di sì."

"Se tu fossi cieco dalla nascita e improvvisamente acquistassi la vista, allora ti sembrerebbe meraviglioso poter vedere..."

"Ah, sì!"

"È lo stesso per quelli che hanno vissuto esistenze dure, violente: quando si superano e  riescono a raggiungere  una  vita più umana,  l'apprezzano  come  nessun altro...  È  un po' noioso essere eternamente un angelo... invece è bello progredire, superarsi, imparare. Se non fosse mai notte, non potremmo apprezzare l'alba..."

Stavamo camminando sul sentiero illuminato dalla luna e fiancheggiato dagli alberi. Passammo per casa mia ed entrai in silenzio a cercare un maglione.

Vidi il piatto coperto che mi aspettava sopra la tavola: mi sentii potente perché sapevo già che cosa conteneva, senza bisogno di togliere il piatto superiore, ma mi venne un piccolo dubbio e diedi un'occhiata per sincerarmi: sì, era lo stesso che avevo visto attraverso il piccolo televisore del mio amico, ma non avevo ancora fame.

Tornai da Ami. Continuammo a camminare e a conversare, lui osservava tutto, mentre parlava. Ancora non apparivano le prime vie del paese, né le luci della illuminazione pubblica.

"Ti accorgi di quello che stai facendo?" mi chiese all'improvviso.
"No... che cosa?"
"Stai camminando, puoi camminare..."
"Ah, sì, certo... e che cosa c'è di straordinario?"

"Ci sono persone che sono state invalide e dopo mesi o addirittura anni di esercizi di riabilitazione riescono a camminare di nuovo: per loro sì, è straordinario poterlo fare e sono grati, lo apprezzano. Invece tu cammini senza accorgertene, senza trovare niente di speciale nel farlo..."

"Hai ragione, Ami. Tu mi dici molte cose nuove..."




4. La polizia!

Arrivammo alla prima strada illuminata dalla luce dei fanali; saranno state le undici di sera. Mi sembrava un'avventura passeggiare per il paese così tardi, ma mi sentivo protetto accanto ad Ami.

Mentre camminavamo, lui si fermava a guardare la luna tra le foglie degli alberi; a volte mi diceva di ascoltare il gracidio delle rane, il canto dei grilli notturni, il rumore della marea in lontananza. Si fermava ad aspirare il profumo dei pini, della corteccia degli alberi, della terra; ad osservare una casa che gli sembrava bella, una via o un angolo di strada.

"Guarda che belli quei lampioni... sono da dipingere... Osserva come la luce cade su quella pianta rampicante... E quei tetti che si stagliano contro le stelle... La vita deve essere goduta in modo sano, Pierre, cerca di prestare attenzione a tutto ciò che essa ti offre...

La meraviglia si trova in ogni istante... Cerca di sentire, di percepire, invece di pensare. Il senso profondo dell'esistenza si trova al di là del pensiero... Sai, Pierre, la vita è un racconto di fate divenuto realtà... è un dono bellissimo che Dio ti offre... perché ti ama..."

Le sue parole mi facevano vedere le cose da un nuovo punto di vista: mi sembrava impossibile che questo fosse il solito mondo, quello di tutti i giorni, al quale non prestavo mai attenzione... Ora mi accorgevo di vivere in un luogo simile al paradiso, senza averlo notato prima...

Arrivammo alla piazza del paesino. Alcuni giovani stavano sulla porta di una discoteca, altri chiacchieravano al centro della piazza. La località era tranquilla, specialmente adesso che la stagione estiva era arrivata alla fine.

Nessuno si accorgeva di noi, malgrado il vestito di Ami: forse pensavano che si trattasse di un'innocente mascherata...

Pensai a che cosa sarebbe accaduto se avessero saputo che tipo di bambino stava passeggiando da quelle parti: ci avrebbero circondati, sarebbero arrivati i giornalisti e la televisione...

"No, grazie" ‒ disse Ami leggendo nella mia mente ‒ "non voglio trasformarmi in un martire..."

Non compresi quello che voleva dire.

"Innanzitutto, mi metterebbero in carcere per essere entrato 'illegalmente'. Poi penserebbero che sono una spia e mi torturerebbero per ottenere informazioni... Dopo avermi spremuto come un limone, con metodi non certo amorosi, i medici vorrebbero dare un'occhiata all'interno del mio corpicino... No, grazie."

Ami rideva, mentre elencava le tragiche eventualità.

Ci sedemmo su una panca, in un luogo appartato. Io pensai che gli extraterrestri avrebbero dovuto mostrarsi poco a poco, perché la gente si abituasse a loro e poi avrebbero potuto presentarsi apertamente.




"Stiamo facendo qualcosa del genere, ma mostrarci apertamente... Ti ho già dato tre motivi per i quali non ci conviene farlo. Ora te ne darò un altro, il principale: è proibito dalle leggi."

"Da quali leggi?"

"Le leggi universali. Nel tuo mondo ci sono delle leggi, vero? Anche nei mondi evoluti ci sono delle norme generali che tutti devono rispettare; una di queste è non interferire nello sviluppo evolutivo dei mondi non evoluti."

"Non evoluti?"

"Noi chiamiamo non evoluti quei mondi che non vivono secondo il Principio Fondamentale dell'Universo."

"E che cosa significa tutto questo?"

"Che  tutti  i  mondi viventi  secondo  tale  Principio,  hanno  smesso  di  essere  divisi  da  frontiere,  hanno  un  solo  governo  e  condividono  tutto  quello  che  possiedono in fraternità, pace ed armonia. Ciò vuol dire vivere adeguandosi al Principio Fondamentale  dell'Universo;  così  è  un  mondo  evoluto."

"Non  capisco  bene.  Qual  è  questo  principio  del  fondamento... di  che  cosa?"
"Vedi? Non lo conosci" ‒ mi prendeva in giro ‒ "non sei evoluto."
"Ma io sono un bambino... Credo che gli adulti lo conoscano, gli scienziati, i presidenti..."

Ami rise di gusto.

"Adulti... scienziati... presidenti! Loro meno degli altri."
"Dirigono i paesi e non conoscono questo principio cosi importante?!"
"Beh, così vanno le cose nel tuo mondo, per questo non c'è molta felicità, in esso."

"Qual è questo principio?"
"Te lo dirò più avanti."
"Davvero?"

Mi entusiasmai al pensiero che avrei conosciuto qualcosa che quasi tutti ignorano.
"Se ti comporti bene" scherzò.
Cominciai a meditare su questo divieto di intromettersi nei pianeti non evoluti.

"Allora tu stai violando questa legge!..." ‒ dissi sorpreso.
"Bravo! Non ti è sfuggito questo particolare."

"Certo che no. Prima dici che è proibito intervenire e nonostante ciò, tu stai parlando con me... È intervenire... o no?"

"Questo non vuol dire interferire nello sviluppo evolutivo della Terra. Mostrarsi apertamente, fare comunicazione di massa lo sarebbe. E sai perché è proibito intromettersi?"

"Mi hai dato tre o quattro motivi, Ami."

"Ma non ti ho ancora detto il più importante: se lo facessimo, a parte i disastri che ti ho già nominato, accadrebbero le catastrofi più spaventose nella storia della Terra..."

Mi spaventai. "Che catastrofi, Ami?"

"Rendendosi conto dei sistemi economici, scientifici, sociali e religiosi che noi utilizziamo, la gente vorrebbe imitarci, tutti ci vedrebbero come l'esempio da seguire e perderebbero il rispetto per coloro che li dirigono e per i metodi che usano per organizzarsi.




Allora sarebbero svalutati tutti i poteri del mondo e questo metterebbe in pericolo l'equilibrio della tua civiltà. I potenti diventerebbero aggressivi rendendosi conto di perdere i loro privilegi... sarebbe un caos. Alla fine, dovremmo prendere noi il comando per cercare di mettere tutto in ordine."

Mi entusiasmai nel sentire questo. "Sarebbe splendido! Voi mettereste in ordine il nostro mondo!"

"Sarebbe un imbroglio, come se un altro facesse l'esame al posto dello studente. Ti piacerebbe che un altro alunno si sottoponesse al tuo esame sostenendolo per te?"

"No, perderei la soddisfazione di averlo guadagnato da solo."

"E se noi sistemassimo tutto qui, sarebbe l'intera umanità che perderebbe la legittima soddisfazione di risollevarsi con i suoi mezzi, non ti pare?"

"Mmm... hai ragione, non ci avevo pensato."

"Per tale motivo non possiamo intervenire al di là del lecito. Questo mio contatto con te fa parte di un «piano d'aiuto»."

"Spiegati meglio, per favore."

"II «piano di aiuto» è una specie di «medicina», che dobbiamo somministrare a piccole dosi, dolcemente, sottilmente... molto sottilmente..."

"Qual è questa medicina?"
"Informazione."
"Informazione... che informazione?"

"Ecco, le nostre navi hanno sempre fatto la ronda qui, fin dai tempi più remoti, ma è stato solo dopo la prima bomba atomica che vi abbiamo permesso di vederle. Questo è stato fatto perché teniate presente che non siete gli unici Esseri intelligenti dell'Universo e sospettiate che teniamo d'occhio le vostre scoperte belliche." 

"E perché fate questo?"

"Perché vogliamo che comprendiate che l'energia atomica è una cosa molto delicata, che  potrebbe  contaminare  perfino  altri  mondi  vicini  al  vostro. (Cfr. QUI; ndr). Tutto questo è informazione, Pierre. In seguito, abbiamo aumentato la frequenza degli avvistamenti; è  informazione  maggiore.


Test francese di una bomba nucleare

Più tardi permetteremo che ci riprendano con dei filmati. Contemporaneamente, stabiliamo piccoli contatti con alcune persone, come io sto facendo con te, e inviamo anche 'messaggi' telepaticamente.

Tali 'messaggi' sono nell'aria, come le onde radio, arrivano a tutte le persone, ma alcuni hanno 'recettori' adatti a percepirli, altri no. Tutto questo è informazione, aiuto."

"E poi apparirete davanti a tutto il mondo?"
"Quando vivrete come Dio comanda, se sarete promossi 'all'esame'. Non può essere prima."

"Peccato che non possiate intervenire per evitare la distruzione" dissi un po' triste.

Ami sorrise e guardò verso le stelle.

"Il nostro rispetto per la libertà altrui si basa sull'Amore, per questo dobbiamo permettervi di raggiungere il destino che meritate. L'evoluzione è una cosa molto delicata, non si può in alcun caso intervenire, possiamo solo 'suggerire' delle cose, molto sottilmente e attraverso persone 'speciali' come te..."

"Come me! Che cosa ho io di speciale?"

"Forse più avanti te lo dirò, per il momento devi sapere soltanto che hai una certa 'condizione' e non necessariamente una 'qualità'... Io dovrò andarmene presto, Pierre. Ti piacerebbe rivedermi?"

"Certamente, sono arrivato a stimarti molto, in questo breve tempo."

"Anch'io, ma se vuoi che ritorni, devi scrivere un libro riferendo quello che hai vissuto insieme a me: per questo sono giunto, e ciò fa parte del «piano di aiuto»..."

"Io scrivere un libro! Ma se non so scrivere libri!"

"Fallo come se fosse un racconto, una fantasia... altrimenti ti crederanno bugiardo  o  pazzo.  Inoltre,  devi  indirizzarlo  ai  'bambini'."

Fu allora che mi spiegò quello che ho scritto all'inizio del libro, sui 'vecchi' di quindici anni e i 'bambini' di cento. Scrivere da solo un'opera letteraria mi sembrò un compito enorme, ma lui fu pronto:

"Chiedi aiuto a quel tuo cugino che ama scrivere, quello che lavora in banca: tu riferisci e lui prende nota."





Apparentemente, Ami sapeva di me più di quanto ne sapessi io...

"Anche questo libro sarà un'informazione. Non ci è concesso di agire oltre a quanto stiamo già facendo. E adesso ti darò un motivo in più. Sei contento che non ci sia la minima possibilità che una civiltà avanzata di malvagi venga ad invadere la Terra?" (Cfr. QUI; ndr).

"Sì, certo."

"Vedi? Questo è dovuto al fatto che non abbiamo mai soccorso nessun malvagio... E se sulla Terra non superate la violenza e il vostro egoismo e noi vi aiutassimo a sopravvivere, presto utilizzereste le vostre nuove conoscenze scientifiche per cercare di dominare, bombardare e conquistare altre civiltà dello spazio... e l'Universo evoluto è un luogo di Pace e di Amore, di fratellanza, di cooperazione.

Inoltre, esiste un altro tipo di energia molto potente: l'energia atomica al confronto è come un fiammifero vicino al sole... Non possiamo correre il rischio che un mondo aggressivo arrivi a possedere tale energia e a mettere in pericolo la pace dei mondi evoluti e tanto meno, che arrivi a provocare un disastro cosmico..."

"Sono tanto in ansia, Ami."
"Per il pericolo di un disastro cosmico, Pierre?"
"No, perché credo sia già troppo tardi..."

"Tardi per salvare l'umanità?"
"No, per andare a letto."

Ami si sbellicava dalle risa.

"Tranquillo, Pierre, andiamo a vedere la tua nonnina."

Prese il piccolo televisore dalla fibbia del suo cinturone ed apparve la mia nonnina che dormiva con la bocca socchiusa.

"Dorme proprio di gusto" scherzò.
"Sono stanco, vorrei dormire anch'io."
"Bene, andiamo."

Stavamo andando verso casa mia, quando incrociammo un'auto della polizia. Gli agenti videro due bambini soli a quell'ora di notte, fermarono l'auto, scesero e si diressero verso di noi. Mi spaventai molto.

"Che cosa fate da queste parti, a quest'ora?"

"Camminiamo... ci godiamo la vita" ‒ rispose molto tranquillo Ami ‒ "E voi? State lavorando? State dando la caccia ai manigoldi?" ‒ E rise come al solito.

Io mi spaventai ancora di più, vedendo la confidenza che Ami si prendeva con i poliziotti; tuttavia, l'atteggiamento del mio amico li fece ridere, risero con lui. Cercai di ridere anch'io, ma ero troppo nervoso per farlo.

"Dove hai preso questo vestito?"
"Nel mio pianeta" rispose con grande sfacciataggine.
"Ah, sei un marziano."
"Marziano proprio no, ma sono extraterrestre."

Ami rispondeva allegramente e senza preoccupazione, invece la mia inquietudine aumentava.

"E dov'è il tuo 'UFO'?" ‒ chiese uno di loro, guardando Ami con aria paterna. Pensava si trattasse di un gioco infantile, ma lui diceva la pura verità.

"L'ho parcheggiato alla spiaggia, sotto il mare, vero Pierre?"




Ora tirava in ballo anche me!... Non sapevo che cosa fare. Cercai di sorridere, ma mi uscì solo una smorfia piuttosto idiota; non mi azzardai a dire la verità.

"E non hai la pistola a raggi?"

I poliziotti si divertivano e anche Ami, ma io ero sempre più confuso e preoccupato.

"Non ne ho bisogno: noi non attacchiamo nessuno, siamo buoni."

"E se salta fuori un cattivo con una pistola come questa?" Gli mostrò l'arma fingendo un atteggiamento minaccioso.

"Se mi attacca, lo paralizzo con la mia forza mentale."
"Davvero? Paralizza noi!"
"Con piacere, lo avete chiesto voi... l'effetto durerà dieci minuti."

I tre ridevano molto divertiti. Improvvisamente, Ami si calmò, si fece serio e li guardò fissamente. Con voce molto strana, sonora e autoritaria, ordinò loro:

"Restate immobili per dieci minuti. Non potete, non potete muovervi... Ora!"
Rimasero paralizzati con un sorriso, nella posizione in cui si trovavano.

"Vedi, Pierre? Nei mondi poco evoluti si deve dire la verità così, come se fosse un gioco o una fantasia" ‒ mi spiegò mentre toccava il naso e tirava dolcemente i baffi ai poliziotti, pietrificati in un sorriso che cominciava a sembrarmi tragico.

Tutto quello che Ami faceva, aumentava la mia paura.

"Fuggiamo, allontaniamoci da qui, possono svegliarsi!" ‒ dissi, cercando di non parlare a voce alta.

"Non preoccuparti, manca ancora molto allo scadere dei dieci minuti" ‒ replicò, mentre scambiava i loro berretti per giocare un poco, mettendoglieli con la visiera all'indietro...

Io volevo soltanto essere molto lontano da lì.

"Andiamo, andiamo, Ami!"

"Sei di nuovo pre-occupato, invece di approfittare del momento... va bene, andiamo" ‒ disse rassegnato. Si avvicinò ai poliziotti sorridenti e con la stessa voce di prima ordinò loro:

"Quando vi sveglierete, avrete dimenticato per sempre questi due bambini."

Arrivati alla prima svolta, ci dirigemmo verso la spiaggia e ci allontanammo da quel luogo: mi sentii più tranquillo.




"Come hai fatto?"
"Ipnosi, chiunque può farlo."
"Ho sentito dire che non tutte le persone si possono ipnotizzare, poteva capitarti una di quelle."

"Tutte le persone sono ipnotizzabili" ‒ asserì Ami ‒ "E non solo: quasi tutte sono ipnotizzate..."

"Che cosa vuoi dire?... Io non sono ipnotizzato... sono sveglio."

Ami rise divertito della mia affermazione.

"Ricordi quando percorrevamo il sentiero?"
"Sì, lo ricordo."
"Lì, tutto ti è sembrato diverso, tutto ti è apparso bello, vero?"
"Ah, sì... lì sì che mi sembrava d'essere ipnotizzato... Forse mi hai ipnotizzato tu!"

"Eri sveglio! Adesso sei addormentato, credi che tutto sia pericoloso, brutto. Sei ipnotizzato, non senti il mare, non percepisci i profumi della notte, non prendi coscienza del tuo incedere e del tuo vedere, non godi della tua respirazione. Sei ipnotizzato, e quel che è peggio, negativamente."

"Negativamente?"

"Ci sono brutte idee che non hanno una base reale, sono sogni, fantasie, paure ingiustificate: sono deliri, pazzia e siccome per di più non sono belle idee, non sono nemmeno una piacevole pazzia, ma un incubo."

"Di quali idee stai parlando, Ami?"

"Delle tue pre-occupazioni" si mise a ridere e mi contagiò. Poi si fermò, guardo verso il mare aggiungendo: "Ed anche idee della gente, convinta che la guerra, come uccidere altri esseri umani,  abbia  un  senso  'glorioso':  questa  è  ipnosi,  e  del  tipo  incubo..."

"Ora che ci penso... credo che tu abbia ragione, Ami."

"Gli individui ritengono che quelli non partecipi alla loro 'ipnosi' siano avversari, altri sono convinti che tutto quanto rientri nell'esteriorità conferisca loro più valore ed alcuni sono terrorizzati di fronte alla vita: temono di perdere la salute, il lavoro; reputano che il mondo e lo spazio siano popolati di nemici e vivono armati, pieni di catene, catenacci, cani da guardia e polizze assicurative.

Questa è 'ipnosi da incubo'! Tutti costoro sono ipnotizzati, addormentati."

"E non possono mai svegliarsi?"

"Ogni volta che qualcuno esce dai suoi assilli mentali ed inizia a sentire che la vita è bella, o che un momento qualsiasi può essere meraviglioso, allora sì, sta cominciando a destarsi. Una persona sveglia sa che l'esistenza è un paradiso, un'opportunità straordinaria di cui approfittare, benché ci siano i momenti duri."

Ricordai una cosa molto triste: quando rimasi solo al mondo... Per fortuna la mia nonnina si prese cura di me e mi diede tutto il suo affetto, anche se avrei preferito essere un bambino con una famiglia normale.

Ami continuo la sua spiegazione:

"Una persona sveglia dà valore anche ai problemi e alle avversità della sua vita, perché sa che le difficoltà sono solo prove che fanno crescere interiormente e non dimentica che i momenti amari sono assai pochi, paragonati a quelli belli: per questo si gode la vita ad ogni istante."




"Io non ho visto molta gente così, Ami..."

"È che in un mondo poco evoluto non sono in tanti ad essere così svegli: la maggior parte della gente dorme, russa, sogna, ma sogni più vicini all'incubo che alla felicità... E pensare che alcuni si suicidano... ti rendi conto dell'atrocità? Si suicidano, Pierre!"

"Visto così, come lo dici tu, hai ragione..."

Ancora mi spaventava l'incontro che avevamo avuto poco prima.

"Com'è che quei poliziotti non si sono irritati per i tuoi scherzi?"
"Li ho presi per il lato buono, quello infantile."
"Ma quelli sono poliziotti!"

Mi guardò come se avessi appena finito di dire una stupidaggine.

"Tutta la gente ha un lato infantile, sotto i suoi incubi, Pierre: quasi nessuno è così sciocco da non poter uscire neanche un secondo da essi" ‒ disse ridendo ‒ "se vuoi, andiamo in una prigione e cerchiamo il peggior criminale..."

"No, tante grazie..."

"La maggior parte delle persone di questo pianeta è addormentata, è vero, tuttavia malgrado ciò, prevalgono più gli individui buoni che cattivi."

"Davvero?..."
"Sicuro, c'è più amore che odio nei loro cuori."
"Non si nota molto..."

"È che loro credono di essere nel giusto, quando pensano ciò che pensano, o fanno quel che fanno. Alcuni sbagliano, ma non è malvagità, è errore, sogno, ipnosi. È vero che quando sono addormentati diventano seri e a volte persino pericolosi, ma se li prendi dal lato buono, in genere ti offrono il bene che c'è in loro; se li prendi dal lato cattivo, ti offrono il male."

"Allora, se le persone non sono tanto cattive, perché in questo mondo c'è più infelicità che felicità?"

"Perché le strutture organizzative che voi utilizzate corrispondono a modi di vedere la vita molto antiquati, maturati quando c'erano divisione e sfiducia fra voi, che vivevate atterriti gli uni dagli altri.

Ma tutto è cambiato, la gente si è evoluta nel tempo, i popoli si conoscono meglio, gli Esseri hanno inquietudini più elevate. Tuttavia, i sistemi permangono uguali.

Per questo sono rimasti arretrati, non funzionano più bene, si sono trasformati in metodi cattivi e questi fanno soffrire le persone, le rendono infelici, le obbligano a vivere secondo quelle concezioni che non hanno più una base reale, e le portano a commettere errori.

Ciò nonostante, una buona compagine ben impostata, adatta ai nuovi tempi e alla ricerca del bene collettivo, è in grado di trasformare e risvegliare i popoli molto rapidamente."

Io non compresi bene le sue spiegazioni se non molto più tardi. 

Capitoli 3° e 4° estratti dal libro di Enrique Barrios, scaricabile QUI.

Relazione, adattamento e cura: Sebirblu.blogspot.it

martedì 26 dicembre 2017

Il leggendario Amm. Richard Byrd e la Terra Cava




Il leggendario Amm. Richard Byrd e la Terra Cava

Nato nel 1888 a Winchester (Virginia), Richard Evelyn Byrd entrò all'età di 20 anni presso l'Accademia Navale degli Stati Uniti d'America, in cui diventò istruttore di piloti ed esperto in cadute di aerei.

Iniziò la carriera di esploratore polare nel 1925 partecipando alla spedizione artica di Mac Millan che si oppose alla sua proposta di volare sopra il polo.

Non soddisfatto di tale esperienza, egli organizzò per conto proprio un'impresa analoga nell'Aprile del 1926. Raggiunse in aereo la destinazione prefissa il 9 Maggio, accompagnato dall'esperto pilota Floyd Bennet.

Fu un evento d'enorme importanza per il suo futuro, perché divenne il leader delle esplorazioni polari e dell'aviazione, oltre che eroe nazionale. (Fu anche pluri-decorato, cfr. QUI; ndr).

Tuttavia quel volo provocò una serie di controversie protrattesi per lungo tempo. Gli scettici sostennero immediatamente che Byrd non avesse mai raggiunto il Polo Nord, poiché erano certi che fosse ritornato alla base molto prima del previsto. [...]

La prova definitiva dell'azione avventurosa emerse soltanto un po' di anni fa, al ritrovamento del suo diario personale, datato 1925 e pubblicato nel 1998 dal quale mancavano le pagine più importanti.

Ma prima di esporre il contenuto del documento in questione, è utile riprendere il discorso sulla vita di questo importantissimo personaggio, considerato da tutti come punto di riferimento essenziale per la Terra cava (Cfr. anche QUI, QUI e QUI; ndr).

Nel 1928, Byrd organizzò la sua prima spedizione antartica; pose la sua base sulla Grande Barriera presso la Baia delle Balene, che chiamò Little America. Dopo aver aspettato circa un anno, si avventurò con il suo aereo alla ricerca del Polo Sud geometrico, cosa che avvenne il 28 Novembre 1929.

Dopo alcuni anni, esattamente il 24 Novembre 1933, partì per la seconda volta in direzione dell'Antartide, con una squadra attrezzatissima della quale facevano parte tecnici e scienziati, rimanendovi sino al 1935.

A parte i voli di ricognizione e tutti i rilievi scientifici di notevole entità, in tale occasione Byrd decise di isolarsi come un asceta per oltre 200 giorni in una capanna posta a 80° di latitudine sud dove, mentre ebbe modo di acquisire dati meteorologici, riuscì soprattutto ad affinare le proprie doti adattandosi al minimo indispensabile per trovarsi a tu per tu con sé stesso e capire meglio il concetto di vita e di morte.




Egli infatti dichiarò:

«Per 10 anni ho vissuto una vita movimentata in cui le spedizioni si succedevano l'una all'altra. Laggiù potrò finalmente ridurre la mia vita esterna alla più semplice espressione e seguire fino all'ultimo il mio pensiero.»

Il rifugio improvvisato di Byrd era del tutto sepolto sotto una massa compatta di neve da cui uscivano soltanto le parti esterne delle attrezzature. Non ebbe assolutamente vita facile, anzi rischiò di morire per intossicazione causata dai gas tossici fuoriusciti dall'unica stufa presente.

Fu un'impresa veramente eroica, oltre che feconda di vari risultati per la scienza. Scrisse l'intera avventura nel libro "Solo", descrivendo la vita quotidiana ma anche molti fenomeni della natura, in particolare le aurore australi così fragili e stupende, e le sue percezioni sublimi scaturite dalle scoperte del proprio Spirito. 

Profonde furono le sue riflessioni quando calò la lunga notte antartica:

«Il giorno moriva e nasceva la notte in un'immensa pace. Lì si svolgevano i processi e le forze imponderabili del Cosmo, in armonioso silenzio. Sì, armonioso! Pareva che dal silenzio venisse un dolcissimo ritmo, il suono di un accordo perfetto, forse la musica delle sfere.

Bastava cogliere quel ritmo, per diventarne parte, sia pure per un attimo. In quel momento non potevo aver dubbi sull'identità dell'uomo con l'Universo.

Sentivo con certezza che quel ritmo era troppo ordinato, troppo armonioso, troppo perfetto per essere un prodotto cieco del caso: doveva quindi esserci un disegno nel tutto... e l'uomo era parte di questo Tutto, e non soltanto un risultato accidentale.

Era un sentimento trascendente la ragione che, toccando il fondo del cuore umano, negava la possibilità di disperare. L'Universo era un "Cosmos" (dal greco kósmos = ordine; ndr), non certo un caos; e l'uomo era parte legittima di questo Cosmos, esattamente come il giorno e la notte.»

Come gli anacoreti, il grande esploratore aveva trovato nella solitudine i veri valori spirituali della vita e quest'avvenimento sarà il preludio di futuri ed importanti sviluppi nella sua indagine antartica.

Otterrà in sostanza ciò che pochissimi uomini al mondo hanno ottenuto, ossia accedere a quella regione che comunemente definiamo "interna al pianeta".




Dopo questa insolita avventura e dopo aver messo piede di nuovo nella sua patria, immediatamente Byrd si diede da fare per racimolare fondi e adesioni per una nuova impresa. Riuscirà ancora una volta nella sua aspirazione, tanto che lo stesso governo degli Stati Uniti gli fornirà il necessario per programmare le successive sue tre spedizioni nell'Antartico.

La prima riuscì a realizzarla a partire dal Novembre 1939 nella quale poté eseguire rilievi fotogrammetrici di ampie zone fino ad allora ignote. Ma parliamo della quarta, perché la più importante in assoluto, sia per i risultati che per l'organizzazione imponente.

Appena terminata la seconda guerra mondiale, Byrd ricominciò il proprio lavoro di persuasione per organizzare un altro viaggio. Questa volta il Governo americano fornì la bellezza di 4.700 uomini, 13 navi, la portaerei Philippine Sea e 23 aerei.

Nel Dicembre del 1946 si diedero avvio alle operazioni High Jump e Windmill che avevano scopi ben precisi, in particolare quello di trovare giacimenti di uranio.

In tutte queste ricerche, l'avvenimento più clamoroso dell'operazione High Jump fu sicuramente la scoperta dell'Oasi di Bunger.

Vista la sua importanza, riferiamo il rapporto del grande cronista americano Walter Sullivan che era al seguito della spedizione. Sempre nel suo libro «Alla ricerca di un continente» ha descritto così l'avvenimento:

"Era una bellissima giornata (11 Febbraio 1947) con solo alcune nuvole sparse. Un idrovolante PBM pilotato dal comandante David Eli Bunger ricevette l'istruzione di sorvolare il limite orientale del Tavolato di Shakleton e spingersi poi all'interno.

Mentre si avvicinava alla costa, a circa 110 miglia dal mare aperto, Bunger vide uno spettacolo stupefacente: una grande zona scura in mezzo al candido paesaggio che stava sorvolando. Quando fu più vicino, vide che si trattava di un'area di almeno 100 miglia quadrate di terreno nudo e ondulato, cosparso di laghi di ogni forma, dimensione e colore.




C'erano scure collinette coniche alte fino a 150 metri e ai compagni di Bunger parve di vedere qua e là dei piccoli crateri. I laghi erano verde pisello, azzurro scuro, bruno e verde scuro. Alcuni sembravano trovarsi a un'altezza di 60 metri sopra il livello del mare e diversi erano circondati da spiaggette.

Tre dei laghi, notò Bunger, si stendevano per tre miglia e avrebbero potuto servire agli idrovolanti per ammarare. Bond fece l'ipotesi che siccome non si vedeva traccia di fumo, l'assenza di neve o ghiaccio fosse certo da attribuirsi a sorgenti calde. In quel caso, la diversa colorazione dei laghi poteva essere data da vapori solfurei.

Nessuna scoperta della High Jump suscitò tanta emozione. Un notiziario della Marina parlò di una nuova Shangri-Là, in cui erano state osservate tracce evidenti di vegetazione. Dopo poche ore, in tutte le città del mondo si leggevano le notizie di quell'«oasi»...

Alcuni giorni più tardi, lo stesso Bunger si posò su uno di questi laghetti notando come l'acqua non fosse eccessivamente fredda che, analizzata, si rivelò acqua di mare.»

Byrd e il suo vice Siple erano piuttosto scettici sull'ipotesi che l'assenza di ghiaccio e di neve in quella regione dipendesse dal calore vulcanico. L'ammiraglio volle subito sincerarsi di questo fatto anomalo e quando le condizioni atmosferiche lo permisero, decise di partire per l'interno del continente Antartico.

Com'è già stato detto, descrisse tutto il suo itinerario nel famoso diario nel quale figura la data del 19 Febbraio 1947 e la descrizione del volo di oltre 1.700 miglia fino alla terra oltre il Polo Sud, ma a questo punto vorrei fare un'importante precisazione.

Attualmente questo documento viene esposto come diario dell'Ammiraglio Byrd in visita al Polo Nord con data 27 Febbraio 1947.




È una grave inesattezza, giacché in quella data egli si trovava al Polo Sud. Non è da escludere quindi che lo stesso, nell'effettuare il suo primo volo verso tale destinazione nel 1929, abbia avuto quell'esperienza che ripeterà per due volte in Antartico.

Da pochi anni però, è uscito il diario completo della spedizione al Polo Sud, del 19 Febbraio 1947 e,  all'istante,  si è sparsa la voce che fosse falso.  Ritengo,  invece,  che il  diario  abbia  un  ottimo  fondo  di  verità,  soprattutto perché  emergono argomenti di rilevanza storica e perché Byrd accusa senza mezzi termini il comportamento del Governo degli Stati Uniti.

Reputo inoltre che qualche organizzazione abbia approfittato dell'incredibile evento per portare acqua al proprio mulino.

Byrd ha divulgato la sua esperienza in una maniera diciamo, astuta, lasciando ai posteri l'onere di autenticare le sue affermazioni.

Nello studio di tale fascicolo è naturale che vengano alla mente molte domande. Perché è scomparso il diario dell'ammiraglio del 1925? Perché è stato "ritrovato" di recente? Forse la speciale legge nazionale americana sulla libertà d'informazione, meglio conosciuta come "Freedom of Information Act", ha permesso una cosa simile?

Che cosa conteneva realmente, da essere scomparso per così lungo tempo? Si è utilizzato forse la stesso sistema di divulgazione adottato sui dossier segreti per gli eventi riguardanti gli UFO?

Tale sistema, applicato soprattutto nell'ultimo decennio del secolo XX, consiste nel ripescare documenti classificati da oltre cinquant'anni, per poi creare una grande disinformazione, speculando sulla credibilità dei personaggi descritti o inserendo dati falsi e molte altre furberie.

È giusto, quindi, proporre il testo mancante dal diario ufficiale che circola per il mondo, soprattutto tramite Internet.




«Admiral R. E. Byrd, USN

Devo scrivere questo diario di nascosto e in assoluta segretezza. Riguarda il mio volo del 19 Febbraio dell'anno 1947. Verrà un tempo in cui la razionalità degli uomini dovrà dissolversi nel nulla, e si dovrà allora accettare l'ineluttabilità del Vero.

Io non ho la libertà di diffondere la documentazione che segue, forse non vedrà mai la luce, ma devo comunque fare il mio dovere e riportarla qui con la speranza che un giorno tutti possano leggerla, in un mondo in cui l'egoismo e l'avidità di certi uomini non potranno più sopprimere la Verità.

19 Febbraio 1947

Ore 6,00 ‒ Tutta la preparazione per il nostro viaggio è completata e siamo in volo con il pieno di carburante alle ore 6,10.

Ore 6,20 ‒ Aggiustato l'afflusso di carburante al motore destro e il Pratt Whitneys vola tranquillamente.

Ore 7,00 ‒ Controllo della posizione con il sestante, nuovo controllo della prua con la bussola, eseguito un lieve cambio di direzione ed eccoci sulla rotta stabilita.

Ore 7,30 ‒ Controllo radio con il campo base. È tutto a posto e la ricezione è normale.

Ore 7,40 ‒ Si nota una lieve perdita d'olio dal motore destro, tuttavia l'indicatore della pressione sembra in ordine.

Ore 8,00 ‒ Notata una leggera turbolenza da est ad un'altitudine di 2321 piedi (quasi 715 metri), correzione a 1700 piedi (518 metri circa), la turbolenza cessa ma aumenta il vento in coda, piccolo aggiustamento della manetta, l'aereo procede ora normalmente.

Ore 8,15 ‒ Controllo radio con il campo base, situazione normale.

Ore 8,30 ‒ Incontrata nuovamente una turbolenza, saliti a 2900 piedi di quota (pressoché 884 metri), di nuovo ottime condizioni di volo.

Ore 9,00 ‒ Ampie distese di ghiaccio e neve sotto di noi. Notate delle colorazioni giallognole con disegni lineari. Alterata la crociera per un migliore esame di queste configurazioni  cromatiche.  Notate  anche  colorazioni  violacee  e  rossastre.

Controllata quest'area con due giri completi, e ritornati sulla rotta stabilita. Effettuata una nuova verifica di posizione con il campo base e riportate le informazioni  concernenti  le  chiazze  colorate  nel ghiaccio e nella  neve sottostanti.




Ore 9,10 ‒ Sia la bussola magnetica che la girobussola cominciano a ruotare e ad oscillare. Non ci è possibile mantenere la nostra rotta con la strumentazione. Rileviamo la direzione con la bussola solare e tutto sembra ancora a posto. I controlli sembrano lenti nel rispondere e nel funzionare, ma non c'è indicazione di congelamento.

Ore 9,20 ‒ In lontananza sembrano esserci delle montagne.

Ore 9,49 ‒ 29 minuti di volo trascorsi dal primo avvistamento dei monti. Non si tratta di un'allucinazione. È una piccola catena di montagne che non avevo mai visto prima.

Ore 9,55 ‒ Cambio di altitudine a 2950 piedi (900 metri circa). Incontrata di nuovo una forte turbolenza.

Ore 10,00 ‒ Stiamo sorvolando la piccola catena di montagne e procediamo verso nord per quanto possiamo appurare. Oltre le montagne vi è ciò che sembra essere una vallata con un piccolo fiume o ruscello che scorre verso la parte centrale.

Non dovrebbe esserci nessuna valle verde qui sotto! C'è qualcosa di decisamente strano e anormale qui! Dovremmo sorvolare solo ghiaccio e neve! Sulla sinistra ci sono grandi foreste sui fianchi dei monti. I nostri strumenti di navigazione girano ancora come impazziti, il giroscopio oscilla avanti e indietro.

Ore 10,05 ‒ Altero l'altitudine a 1400 piedi (circa 427 metri) ed eseguo una stretta virata completa a sinistra per esaminare meglio la valle sottostante. È verde con muschio ed erba molto fitta. La luce qui sembra diversa. Non riesco più a vedere il sole.

Facciamo un altro giro a sinistra e avvistiamo ciò che sembra essere un qualche tipo di grosso animale. Assomiglia ad un elefante! No!!! Sembra essere un mammut! È incredibile! Eppure è così!

Scendiamo a quota 1000 piedi (305 metri) ed uso un binocolo per esaminare meglio l'animale. È confermato, si tratta assolutamente di un animale simile al mammut. Riporto questa notizia al campo base.




Ore 10,30 ‒ Incontriamo altre colline verdi. L'indicatore della temperatura esterna riporta 24° centigradi. Ora proseguiamo sulla nostra rotta. Gli strumenti di navigazione sembrano normali adesso. Sono perplesso circa le loro reazioni. Tento di mettere in contatto il campo base. La radio non funziona.

Ore 11,30 ‒ Il paesaggio sottostante è più livellato e regolare (se è il caso di usare questa parola). Avanti a noi avvistiamo ciò che sembra essere una città!!! È impossibile! L'aereo sembra leggero e stranamente galleggiante. I controlli si rifiutano di rispondere!  Mio Dio!

Alla nostra destra e alla nostra sinistra ci sono apparecchi di uno strano tipo. Si avvicinano rapidamente ai lati! Sono a forma di disco e qualcosa irradia da essi. Ora sono abbastanza vicini per vedere i loro stemmi.

È uno strano simbolo. Non lo rivelerò. È fantastico. Dove siamo! Cosa è successo. Ancora una volta tiro decisamente i comandi. Non rispondono! Siamo tenuti saldamente da una sorta di invisibile morsa d'acciaio.

Ore 11,35 ‒ La nostra radio gracchia e giunge una voce che parla in inglese. Il messaggio è: "Benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio. Vi faremo atterrare esattamente tra sette minuti. Rilassatevi, Ammiraglio, siete in buone mani".

Mi rendo conto che i motori del nostro aereo sono spenti. L'apparecchio è sotto uno strano controllo ed ora vira da sé. I comandi sono inutilizzabili.

Ore 11,40 ‒ Riceviamo un altro messaggio radio. Stiamo per cominciare la procedura d'atterraggio ed in breve l'aereo vibra leggermente cominciando a scendere come da un enorme, invisibile ascensore.

Ore 11,45 ‒ Sto facendo un'ultima velocissima annotazione sul diario di bordo. Alcuni uomini si stanno avvicinando a piedi all'aereo. Sono alti ed hanno capelli biondi.

In lontananza c'è una grande città scintillante che vibra di sfumature dai colori arcobaleno. Non so cosa succederà ora, ma non vedo traccia d'armi sugli Esseri che si avvicinano. Sento ora una voce che mi ordina, chiamandomi per nome, di aprire il portellone. Eseguo.

Fine del diario di bordo.




Da questo punto in poi scrivo gli eventi che seguono richiamandoli alla memoria. Ciò rasenta l'immaginazione e sembrerebbe una pazzia se non fosse accaduto davvero. Il tecnico ed io fummo prelevati dall'aereo ed accolti in modo cordiale.

Fummo poi imbarcati su un piccolo mezzo di trasporto simile ad una piattaforma ma senza ruote! Ci condusse verso la città scintillante con grande celerità che, mentre ci avvicinavamo, sembrava fatta di cristallo.

Giungemmo in poco tempo ad un grande edificio, di un genere che non avevo mai visto prima. Sembrava essere uscito dai disegni di Frank Lloyd Wright o forse più precisamente da una scena di Buck Rogers!

Ci fu offerta un tipo di bevanda calda che sapeva di qualcosa che non avevo mai assaporato prima. Era squisita. Dopo circa 10 minuti, due dei nostri mirabili ospitanti vennero nel nostro alloggio invitandomi a seguirli. Non avevo altra scelta che obbedire.

Lasciai il mio tecnico radio e camminammo per breve tempo fino ad entrare in quello che sembrava essere un ascensore. Scendemmo per alcuni istanti, poi esso si fermò e ne vidi scivolare il portello verso l'alto, silenziosamente!

Procedemmo per un lungo corridoio illuminato da una luce rosata che sembrava effondersi dalle pareti stesse! Uno degli Esseri fece segno di fermarci davanti ad una grande porta che aveva una scritta sopra, da me non leggibile.

L'accesso scorse senza rumore e fui invitato ad entrare. Uno degli ospiti disse: "Non abbiate paura, Ammiraglio, state per avere un colloquio con il Maestro...".

Entrai... e i miei occhi si adeguarono lentamente alla meravigliosa colorazione che sembrava riempire completamente la stanza. Allora cominciai a vedere quello che mi circondava. Ciò che mi si mostrò alla vista era lo scenario più stupendo di tutta la mia vita.

In effetti, era troppo magnifico per poter essere descritto. Era delizioso. Non credo che esistano termini umani in grado di raffigurarlo in ogni dettaglio con giustizia. I miei pensieri furono interrotti dolcemente da una voce calda e melodiosa. "Le do il benvenuto nel nostro territorio, Ammiraglio".


Andrey Shishkin 

Vidi un uomo dai lineamenti delicati e con i segni dell'età sul viso. Era seduto ad un grande tavolo. Mi invitò ad accomodarmi su una delle sedie. Dopo che lo ebbi fatto, unì le punte delle sue dita e sorrise.

Parlò  di  nuovo  dolcemente e mi disse quanto segue:  "L'abbiamo  lasciata  entrare qui perché lei è di nobile carattere e molto ben conosciuto nel mondo di superficie, Ammiraglio".  Mondo di Superficie... quasi rimasi senza fiato!

"Sì, ribatté il Maestro con un sorriso, lei si trova nel 'Mondo Sotterraneo' della Terra. È meglio viaggiare nello spazio stando sopra all'astronave o all'interno di essa? I corpi tra le stelle viaggiano a velocità impensabili per l'umanità.

La  vostra condizione è più difficile della nostra.  Quando ci rendemmo conto che non avremmo potuto più vivere alla superficie di un piano virtuale, creammo le condizioni per proteggerci all'interno, in pace, protetti da ogni cosa ed evento che non potevamo più controllare.

Non  ritarderemo  a lungo  la sua missione; sarete scortati indietro sulla superficie e un poco oltre senza pericolo. Ma ora, Ammiraglio, le dirò il motivo della sua convocazione qui.

Il  nostro  interessamento  cominciò  esattamente  subito  dopo  l'esplosione  delle prime bombe atomiche, da parte della vostra civiltà, su Hiroshima e Nagasaki, in Giappone.

Fu in quel momento inquietante che spedimmo sul vostro mondo di superficie i nostri mezzi volanti, per investigare ciò che la vostra civiltà aveva fatto. Questa è ovviamente storia passata, Ammiraglio, ma mi permetta di proseguire.

Vede, noi non abbiamo mai interferito prima d’ora nelle guerre e nella barbarie della vostra civiltà, ma ora dobbiamo farlo poiché voi avete imparato a manipolare un tipo di energia, quella atomica, che non è affatto per l'uomo.

I nostri emissari hanno già consegnato dei messaggi alle potenze del vostro mondo e tuttavia esse non se ne curano. Ora voi siete stato scelto per essere testimone qui che il nostro mondo esiste. Vede, la nostra cultura e la nostra scienza sono avanti di diverse migliaia di anni rispetto alle vostre, Ammiraglio".




Lo interruppi: "Ma tutto ciò che cosa ha a che fare con me, Signore". Gli occhi del Maestro sembrarono penetrare in modo profondo nella mia mente, e dopo avermi studiato per un po', rispose:

"La vostra civiltà ha raggiunto il punto del non-ritorno, perché ci sono tra voi alcuni che distruggerebbero il vostro intero mondo piuttosto che rinunciare al potere così come lo conoscono...".

Annuii e il Maestro continuò: "Dal 1945 in poi abbiamo tentato di entrare in contatto con la vostra civiltà, ma i nostri sforzi sono stati accolti con ostilità, fu fatto fuoco contro i nostri mezzi volanti. Sì, furono persino inseguiti con cattiveria ed animosità dai vostri aerei da combattimento.

Così ora, figlio mio, le dico che c'è una grande tempesta all'orizzonte per il vostro mondo, una furia nera che non si esaurirà per diversi anni. Non ci sarà difesa dalle vostre armi, non ci sarà sicurezza dalla vostra scienza.

Imperverserà fino a quando ogni fiore della vostra cultura sarà stato calpestato e tutte le cose umane saranno state disperse nel caos.

La recente guerra è stata soltanto un preludio a quanto deve avvenire alla vostra civiltà. Noi qui possiamo vederlo più chiaramente ad ogni ora... Crede che mi sbagli?" "No, risposi, è già successo una volta nel passato, giunsero gli anni oscuri e durarono per cinquecento anni".

"Sì, figlio mio, replicò il Maestro, gli anni oscuri che giungeranno ora per la vostra civiltà copriranno la Terra come una coltre, ma credo che qualcuno tra voi sopravviverà alla tempesta, oltre questo non so!

Noi  vediamo in  un  futuro lontano  riemergere,  dalle  rovine  della  vostra  civiltà, un mondo nuovo, in cerca dei suoi leggendari tesori perduti ed essi saranno qui, figlio mio, al sicuro in nostro possesso. Quando giungerà il momento ci faremo nuovamente avanti per aiutare la vostra cultura e la razza umana a rivivere.

Forse per allora avrete appreso la futilità della guerra e della sua lotta... e dopo quel momento, una parte delle vostre radici culturali e la scienza vi saranno restituite così che la vostra civiltà possa ricominciare. Lei, figlio mio, deve tornare nel 'Mondo di Superficie' con questo messaggio..."




Con queste parole conclusive il nostro incontro sembrava giunto alla fine. Per un attimo mi sembrò di vivere un sogno... eppure sapevo che quella era la realtà e per qualche strana ragione mi inchinai lievemente, non so se per rispetto o umiltà.

Improvvisamente mi resi conto che le due fantastiche guide che mi avevano scortato qui erano di nuovo al mio fianco. "Da questa parte, Ammiraglio", mi indicò uno di loro. Mi voltai ancora prima di uscire e guardai verso quella nobile figura.

Un dolce sorriso era impresso sul suo anziano viso delicato. "Addio, figlio mio", mi disse e fece un gesto soave con la sua esile mano, un gesto di pace e il nostro incontro ebbe definitivamente termine.

Uscimmo velocemente dalla dimora del Saggio attraverso il grande ingresso ed entrammo un'altra volta nell'ascensore. La porta si abbassò silenziosamente e ci muovemmo subito verso l'alto.

Uno dei miei conduttori parlò di nuovo: "Ora dobbiamo affrettarci, Ammiraglio, giacché il Maestro non desidera ritardare oltre il vostro programma stabilito e dovete ritornare dalla vostra gente con il suo messaggio".

Non dissi nulla, tutto ciò era quasi inconcepibile... ma i miei pensieri si interruppero non appena ci fermammo. Entrai nella stanza dove ritrovai il mio tecnico radio. Aveva un'espressione ansiosa sul suo volto. Avvicinandomi dissi: "È tutto a posto Howie, è tutto a posto".

I due accompagnatori ci fecero segno verso il mezzo parcheggiato in attesa,  salimmo e presto giungemmo al nostro aereo. I motori erano al minimo e ci imbarcammo immediatamente. L'atmosfera era ora carica di una certa aria di urgenza.

Dopo che il portellone fu chiuso, l'aereo fu immediatamente trasportato in alto da quella forza invisibile fino a quando raggiungemmo i 2700 piedi (823 metri). Due dei mezzi aerei erano ai nostri fianchi ad una certa distanza facendoci planare lungo la via del ritorno.




Devo sottolineare che l'indicatore di velocità non riportava nulla, nonostante ci stessimo muovendo molto rapidamente.

Ore 2,15 ‒ Riceviamo un messaggio radio. "Ora vi lasciamo, Ammiraglio, i vostri controlli sono liberi. Arrivederci!" Guardiamo per un istante i loro mezzi volanti fino a quando non scompaiono nel cielo blu pallido.

L'aereo sembra improvvisamente catturato da una corrente discensionale. Ne riprendiamo all'istante il controllo. Non parliamo per un po', ognuno di noi è immerso nei propri pensieri.

Ore 2,20 ‒ Sorvoliamo nuovamente distese di ghiaccio e neve, a circa 27 minuti dal campo base. Inviamo un messaggio radio, ci rispondono. Riportiamo condizioni normali... Dal campo base esprimono sollievo per aver nuovamente stabilito il contatto.

Ore 3,00 ‒ Atterriamo dolcemente al campo base. Ho una missione da compiere...

Fine delle Annotazioni




11 Marzo 1947

Ho appena avuto un incontro di Stato Maggiore al Pentagono. Ho riportato interamente la mia scoperta e il messaggio del Maestro. È stato tutto doverosamente registrato. Il Presidente ne è stato messo al corrente.

Vengo trattenuto per diverso tempo (6 ore e 39 minuti per l'esattezza). Sono accuratamente interrogato dal Top Security Forces e da una équipe medica. È stato un travaglio!!! Sono posto sotto stretto controllo attraverso i mezzi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d'America.

Mi viene ordinato di tacere su quanto appreso, per il bene dell'umanità!!! Incredibile! Mi viene rammentato che sono un militare e che quindi devo obbedire agli ordini.


L'ammiraglio Richard E. Byrd viene decorato dal presidente americano Delano Roosevelt.

30 Dicembre 1956

Questi ultimi anni trascorsi dal 1947 ad oggi non sono stati buoni... Ecco dunque la mia ultima annotazione in questo diario singolare.

In conclusione, devo affermare che ho doverosamente mantenuto celato questo argomento, come ordinatomi, per tutti questi anni. Ho fatto questo, contro ogni mio principio di integrità morale.

Ora sento avvicinarsi la grande notte e questo segreto non morirà con me perché, come ogni cosa vera, trionferà. Questa è la sola speranza per il genere umano. Ho visto la verità ed essa ha rinvigorito il mio spirito rendendomi libero!

Ho fatto il mio dovere nei confronti del mostruoso complesso militare-industriale. Ora, la suddetta lunga notte comincia ad approssimarsi, ma ci sarà un epilogo.

Come finisce la lunga notte dell'Antartico, così il sole brillante della Verità sorgerà di nuovo, e coloro che appartengono alle Tenebre periranno alla sua luce... Perché io ho visto "Quella Terra oltre il Polo, quel Centro del Grande Ignoto".»




Termina così il diario "segreto" dell'Ammiraglio Byrd e bisogna anche rimarcare che egli parlava, quando era possibile, di Terra dal perenne mistero o meglio del "Grande Ignoto". Non avrebbe avuto senso proporre una simile espressione se non fosse stato realmente in quel luogo.

Credo sia giusto continuare con i fatti riguardanti la vita dell'Ammiraglio, precisando per l'ennesima volta che egli compì un volo di sette ore per arrivare al di là del Polo e non nell'altra faccia della Terra come qualcuno ha provato ad obbiettare.

Byrd descrive una zona non ghiacciata, ricca di montagne, laghi, fiumi, vegetazioni ed animali, ma quello che più conta è l'incontro con una civiltà molto più evoluta della nostra sia tecnologicamente che spiritualmente.

Vorrei ricordare infine che l'operazione High Jump, operante in tre gruppi nella zona centrale, orientale ed occidentale dell'Antartide, esplorò una distesa immensa di superficie, scoprendo baie, tratti di costa, promontori, penisole, altipiani e così via. Non si poteva sbagliare in queste cose.

Byrd sarà anche l'artefice della quinta spedizione americana nel continente antartico, chiamata "Operazione Gelo Intenso". Non la portò a termine poiché finalizzata alle ricerche scientifiche dell'Anno Geofisico Internazionale del 1957-58.

Riuscì anche a compiere un altro raid aereo e a penetrare ancora una volta nel 'Mondo Sotterraneo' il 13 Gennaio 1956. La notizia venne fortunatamente confermata dalla stampa americana il 5 Febbraio.

Ecco il laconico messaggio radio:

«Il 13 Gennaio, alcuni membri della spedizione statunitense hanno effettuato un volo di 2700 miglia, a partire dalla base di McMurdo Sound, 400 miglia ad ovest del Polo Sud e sono penetrati per 2300 miglia in una terra che si estendeva al di là del Polo.»

L'Ammiraglio Byrd morirà pochissimo tempo dopo a Boston, all'età di 69 anni, riconfermando, nei suoi ultimi giorni di vita, che la spedizione americana aveva incontrato un vasto territorio nuovo, un continente incantevole "terra di perenne mistero".

Non ci sono parole per descrivere l'enorme opera di questo grande uomo che ha interessato lo scibile della conoscenza umana.

Aveva capito totalmente il senso della vita e le conseguenze dell'attività scientifica militare portata avanti in quel periodo dalle due superpotenze USA e URSS, impegnate alacremente ad ingigantire la cosiddetta "guerra fredda" che ha condotto moltissime volte l'umanità ad un passo dalla guerra "calda",  basata sull'utilizzo reale di armi nucleari.

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it