martedì 13 maggio 2025

SVELATI IMPORTANTI INDIZI sul 3° SEGRETO di Fatima




Sebirblu, 13 maggio 2025

In occasione del drammatico momento in atto, ripropongo per la sua importanza questo ampio compendio tratto da due diversi brani, scritti in francese e in inglese, riportati in seguito ad un convegno tenutosi in Canada dall'8 al 13 sett. 2013 sullo spinoso tema del Terzo Segreto di Fatima (il cui riferimento è stato "misteriosamente bannato" dal web) e la RICHIESTA NON OTTEMPERATA della Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria che avrebbe dovuto avvenire nel 1960.

Uno dei relatori presenti al simposio, Suzanne Pearson, ha dato la sua testimonianza che qui riporto a grandi linee. 

GLI INDIZI SUL TERZO SEGRETO

Malachi Martin era un sacerdote gesuita, appartenente alla diplomazia vaticana, conoscitore di quattordici lingue, assiriologo e paleografo, le cui competenze furono ampiamente utilizzate durante i Conclavi.

In servizio per numerosi anni presso la Santa Sede, apprese molto da dietro le quinte... Ebbe diversi incarichi delicati da parte dei papi Giovanni XXIII e Paolo VI, del quale era intimo amico.

In quanto membro del Consiglio Consultivo Vaticano, il presule era a conoscenza di molte notizie privilegiate relative ai segreti della Chiesa (ved. anche QUI e QUI) e ai problemi mondiali, e tra questi c'era il 3° Segreto di Fatima.

Suzanne Pearson – che ebbe per direttore spirituale proprio Malachi Martin – nel N° 107 della rivista «Fatima Crusader» di padre Gruner, ha rivelato delle preziose informazioni sul Terzo Segreto e sulle punizioni che Dio sta per infliggere al mondo. (Su questo concetto ved. QUI; ndt).




«Il castigo che sta per sopraggiungere, di potenza "esponenziale", sarà il peggiore dei vostri incubi.»

Tali sono le parole pronunciate da padre Martin che visionò il 3° Segreto mostratogli dal Cardinal Bea, di cui era assistente personale quando Giovanni XXIII ne lesse il testo.

Ad una domanda di Suzanne Pearson, padre Martin rispose:

«L'Apostasia nella Chiesa costituisce il substrato su cui poggia il Terzo Segreto, (cfr. QUIQUI, QUI e QUI; ndt), ed è già cominciata! I castighi preannunciati in esso sono di natura fisica, perciò ben reali e terribili!»

Poi parlò dello scambio che aveva avuto con il cardinal Bea, dopo che quest'ultimo si era incontrato con papa Giovanni XXIII per discutere sui contenuti del Terzo Segreto.

Ecco quali furono le sue parole: «Il Cardinale Bea uscì da quell'incontro pallido in volto. "Che cosa c'è, Eminenza", gli chiesi. E lui mi rispose: "Abbiamo appena ucciso un miliardo di persone... Guarda qui."

Mi dette un foglio di carta contenente uno scritto su 26 righe, che lessi in pochi istanti. Sin da quel momento, ogni singola parola di quel testo rimase scolpita nella mia mente per sempre, e non potrò mai più dimenticarla.

Il Cardinale Bea aveva parlato della morte di un miliardo di persone, e questo perché papa Giovanni aveva appena deciso di non pubblicare il Terzo Segreto e di non consacrare la Russia.»


Augustin Bea (1881-1968)

Suzanne Pearson chiese a padre Martin se avesse potuto precisare ulteriormente qualcosa su quei terribili castighi che avrebbero condotto addirittura alla morte un miliardo di persone, ma lui rispose che prima di leggere il Segreto era stato costretto a giurare di non rivelarlo.

Egli, però, riteneva che lo stesso avrebbe dovuto essere esposto al pubblico, e che nostro Signore e la Madonna volevano che i fedeli lo conoscessero; per questo motivo parlò spesso del Terzo Segreto in tutti i modi possibili, senza però mai infrangere il voto.

Il presule, sebbene in obbligo di silenzio per il giuramento richiestogli, parlò di tutto quanto gravitava intorno ad esso astenendosi sempre dal rivelarne il testo.

Nel 1998, un anno prima della sua dipartita, disse ancora: 

«Se   il  Vaticano  rendesse  pubblico il Terzo Segreto,   sarebbe   un  tale  shock  per le genti che le chiese si riempirebbero immediatamente di fedeli in ginocchio e i confessionali di tutti i santuari, cattedrali e basiliche collasserebbero per l'eccessiva affluenza sino al sabato sera!»

È evidente che questo non è ciò che si è verificato dopo il 26 giugno 2000, quando il Vaticano "rivelò" lo pseudo 3° Segreto! È accaduto proprio il contrario. Le chiese sono sempre più desolatamente vuote, gli scandali si moltiplicano e i confessionali si sono trasformati in ripostigli per riporvi i materiali di pulizia!

Due  anni  prima,  nell'aprile 1996,  padre  Malachi  fu intervistato  da un  giornalista,  e malgrado la fatica e la salute declinante, fu molto chiaro rispetto alle "autorità romane" che hanno abbindolato tutto il mondo con il "parziale annuncio" concesso  diciassette  anni  fa.

Quanto segue è da togliere il fiato, perché non dobbiamo dimenticare che l'incontro avvenne nel '96 e non si poteva certo conoscere quello che poi sarebbe avvenuto in Ucraina e in Russia! Ma lui, Padre Martin ne sapeva ben più di noi, visto che conosceva la famosa "Rivelazione" non divulgata della Vergine.




Ecco la domanda postagli:

"Qual è il ruolo della Russia nel Segreto di Fatima?"

Risposta: «Importantissimo! Se si crede alle parole di Nostra Signora, la salvezza del mondo e il risanamento da TUTTI i suoi mali comincerà dall'Ucraina e dalla Russia.

Per questo la Vergine aveva tanto insistito sull'Unione Sovietica, la quale avrebbe dovuto essere guarita "per prima" dai suoi errori, perché poi avrebbe permesso al resto del mondo di migliorare e di emendarsi a sua volta.

Questo è un Messaggio molto misterioso perché noi occidentali non potremmo mai credere che la salvezza planetaria possa arrivare dall'Est. E invece NO! Secondo il Segreto di Fatima verrà proprio da lì, e in particolare dalla Russia e dall'Ucraina, e ciò è già straordinario in sé.»

Ogni parola di padre Malachi Martin è di una importanza capitale! Ci fornisce qui (nel '96 appunto) la chiave di comprensione di quanto sta accadendo oggi sotto i nostri occhi, riguardo al conflitto che contrappone l'Est (Russia e Ucraina) all'Ovest (USA e UE).

Ora capiamo perché gli americani (manovrati dal Potere Oscuro; ndt) seguiti dai loro lacché europei, sono così interessati all'Ucraina, facendo tutto ciò che possono affinché aumenti il suo scontro con la Russia; con lo scopo diabolico che il Piano di Dio per la salvezza del mondo non giunga in porto. (Cfr. QUIQUI; ndt). È evidente che, senza saperlo, gli USA aiutati dalla UE apostata lavorano per il NEMICO!

È dunque la Russia che inizialmente, secondo tale Piano divino, dovrà essere purificata dai suoi mali... e subito dopo sarà la volta dell'Ucraina che uscirà dal conflitto attuale con il Cremlino. Solo in seguito le altre nazioni della Terra potranno essere guarite!

Ma cosa differenzia l'Ucraina dalla Russia che possa permettere al mondo di ritrovare il giusto cammino? Nessuno aveva mai menzionato quel paese come avente una relazione con il Terzo Segreto di Fatima. Nessuno, eccetto padre Malachi!

Nel 1914 la Vergine Maria scelse un piccolo villaggio di Hrushiw in territorio ucraino, esattamente tre anni prima di manifestarsi a Fatima! Apparve ai compaesani sopra la cupola della piccola chiesa in legno della Santa Trinità. (La storia è QUI; ndr).




E ciò che Ella annunciò loro fa venire i brividi alla schiena: "Per 80 anni la vostra fede sarà perseguitata e voi dovrete patire per difenderla".

«Noi sappiamo bene ‒ disse padre Martin ‒ che milioni di ucraini hanno sofferto terribilmente per la persecuzione comunista instauratasi in Russia a partire dal 1917. Dall'arrivo dei bolscevichi al potere, milioni di individui sono stati sterminati e, tra questi, praticamente tutti i vescovi e i sacerdoti!»

La profezia della Madonna nel 1914 ha dunque avuto un riscontro; la storia lo ha confermato. Ma Nostra Signora non ha dimenticato quel piccolo borgo, perché vi è ritornata il 26 aprile 1987, esattamente un anno dopo la grande catastrofe nucleare di Chernobyl.

Ella si manifestò ancora al di sopra della stessa chiesa e affidò il suo messaggio ad una giovane ragazzina dodicenne, Marina Kizyn.

I cattolici, gli ortodossi, i protestanti, gli ebrei, i musulmani e persino gli atei, che ebbero il privilegio di vedere la Vergine Maria circonfusa da una misteriosa luce argentea, la descrissero abbigliata con un magnifico abito scuro, corrispondente all'icona della Théotokos di Vladimir.

[Icona che Vladimir Putin donò a Bergoglio in occasione della sua visita in Vaticano il 25 novembre 2013 e ricevette una risposta negativa alla domanda di consacrare la Russia, secondo la richiesta della Signora di Fatima, come ho esposto QUI; ndt].
  

Théotokos di Vladimir

Circa mezzo milione di persone assistettero alle spettacolari apparizioni fino al 15 agosto.  La Madonna disse queste parole a Marina Kizyn:

«I  tempi  sono  venuti... quelli  che  sono stati  annunciati  come "FINE DEI TEMPI".

Vedete la desolazione che ricopre il pianeta... Pregate per la Russia... se non avrà un ritorno alla cristianità ci sarà una Terza Guerra Mondiale e il mondo intero correrà verso la rovina...

Vengo a voi con le lacrime agli occhi e vi imploro: pregate ed operate per il Bene e la Gloria di Dio. L'Ucraina è stata la prima nazione a consacrarsi alla Regina dei Cieli (ciò è avvenuto ufficialmente nel 1058) ed è per questo che Io vi ho messi tutti sotto la mia protezione.

Lavorate per Dio, perché senza l'Opera non c'è gioia e nessuno guadagnerà il Regno Divino. Voi dovete congiungervi al mio Cuore e vivere in Unità... Gesù Cristo Re, ed Io stessa, proteggiamo l'Ucraina per la gloria e il futuro Regno di Dio sulla Terra.

I suoi abitanti devono diventare gli apostoli del Cristo dopo i russi, perché se il cristianesimo non vi ritorna, ci sarà una Terza Guerra Mondiale.

L'Ucraina è cruciale per la conversione della Russia... ed è questa che convertirà l'Occidente. La scintilla di tutto questo verrà proprio dall'Ucraina.»


Vasili Nesterenko

Tornando a padre Martin, nel 1997 rivelò al giornalista Bernard Janson che secondo lui  si  sarebbero  dovuti  tenere gli occhi  bene aperti  verso il cielo,  perché  il  Segno della Madonna sarebbe apparso proprio lì. Per qualche motivo, egli si aspettava di scorgerlo durante quella primavera.

Ma quando questo non avvenne, disse che allora si sarebbe visto soltanto parecchio tempo dopo. Che tipo di segno stava aspettando padre Martin? Forse la Donna vestita di Sole con la luna ai suoi piedi e sulla testa una corona di 12 stelle, come descritto nell'Apocalisse?

[Quesiti che Suzanne Pearson si pose nel 2013, ed è sconcertante, perché non poteva sapere che questa raffigurazione stellare si sarebbe presentata davvero nei cieli il 23 settembre 2017, ossia precisamente dopo 20 anni da quel 1997! Cfr. QUI e QUI; ndt].

Dopotutto, nella seconda rivelazione, la Beata Vergine aveva affermato che una notte illuminata da una luce sconosciuta sarebbe stata il "segno" indicante l'inizio della Seconda Guerra mondiale.

Paradossalmente, un anno dopo l'invito di padre Malachi Martin a tenere gli occhi bene aperti verso il cielo, proprio nell'atmosfera cominciò ad apparire un nuovo fenomeno. 

Forse non era ciò che lui stesso si aspettava, ma poteva riferirsi ad uno dei castighi del Terzo Segreto. Infatti, nell'estate del '98, Suzanne gli confidò che per la prima volta nella sua vita si sentiva priva di energie e completamente spossata per una gran parte del tempo.

Egli rispose: "Non si preoccupi, non è colpa sua. Stanno manipolando qualcosa nell'atmosfera. Dobbiamo solo tirare avanti."

Da quel giorno, ella cominciò ad osservare i cieli più attentamente, e in effetti vide delle strane scie chimiche fuoriuscire da diversi aerei.

Tali  scie  non evaporavano  come  la  normale  condensa  lasciata dagli  aerei  di linea, si allargavano e si combinavano l'un l'altra, fino a formare una larga rete di nuvole artificiali. Questo fatto iniziò a verificarsi con regolarità giorno dopo giorno, creando una vasta foschia biancastra che andava a coprire interamente il cielo.




Padre Martin aveva affermato che i castighi fisici sarebbero avvenuti sulla terraferma, sugli oceani ma anche nell'atmosfera del nostro pianeta, e durante gli ultimi anni della sua vita gli sembrò che l'aria cominciasse ad essere colpita da qualcosa.

In un'intervista radiofonica all'Art Bell Show (QUI tradotta in italiano; ndt), disse che le catastrofi, anche se apparentemente naturali, sarebbero state in realtà di origine umana perché, maneggiandoli ai propri scopi, l'uomo sarebbe arrivato ad usare gli elementi della natura come un'arma.

[Documentarsi per credere! Cliccare sul link per vedere il filmato estremamente interessante]: 

http://www.dailymotion.com/video/x68g6dw

Rivelò pure a Suzanne Pearson che una nuova forma di energia sarebbe stata usata per uccidere un miliardo di persone, e tutto, oggi, sembra corroborare questa tesi. Egli descrisse tale energia come assolutamente economica e "teoricamente" capace di migliorare le condizioni esistenziali di tutti gli esseri umani.

Purtroppo ora, viene usata per produrre armi dalla forza distruttiva, anzi apocalittica. Ed anche se padre Martin non entrò mai specificamente nei dettagli, l'energia scalare sembra essere la più probabile. Fu Nikola Tesla a scoprirla nel 1889. (Cfr. QUI; ndt).

Lo strumento più semplice per questa frequenza è l'interferometro longitudinale, chiamato anche "Tesla Howitzer", perché nel 1908 lo scienziato scoprì che con esso poteva unire due o più onde scalari, incrementandole in raggi più potenti che, fusi insieme, potevano "trasferire" un'enorme quantità di energia.

Questi raggi concentrati possono essere diretti ovunque, su qualsiasi bersaglio planetario, in acqua come in cielo e, una volta colpito, lo distruggono per mezzo di un violento impatto elettromagnetico.

Le stesse onde micidiali possono essere indirizzate anche via terra per scatenare terremoti e risvegliare vulcani, quindi "camuffate" da cataclismi comuni, inducendo le popolazioni "prese di mira" a ritenere che siano di origine naturale quando, come detto sopra, non è affatto così. (Documentarsi QUI e QUI; ndt).

Gli impulsi scalari sono in grado di produrre tempeste mai viste dalla forza inaudita, trasformandosi in uragani e tornado che possono essere diretti a devastare qualsiasi località della Terra. (C'è persino una piattaforma vagante per gli oceani; ved. QUI; ndt). Analogamente, possono impedire la pioggia e causare desertificazioni e carestie.




Nel tempo in cui l'Unione Sovietica c'era ancora, Malachi Martin aveva affermato in un'intervista resa a Bernard Jenson che secondo lui esisteva un "Potere Superiore" al quale entrambe le super-potenze rendevano omaggio.

Concerneva un gruppo di persone che si celava dietro la fittizia guerra fredda tra Stati Uniti e Russia, con l'obbiettivo di creare un Nuovo Ordine Mondiale, influenzando i due paesi per l'attuazione di un unico sistema empio ed ateo.

Mentre passeggiavano lungo la Lexington Avenue di New York, Padre Martin disse al giornalista: 

"Anche se abbiamo ancora le nostre strutture governative e la democrazia, e benché possiamo ancora votare, in realtà veniamo già controllati dall'alto. Negli anni a venire le decisioni più importanti non verranno più prese dagli americani.

In questo Nuovo Ordine Mondiale i singoli stati non conteranno più. Tutto sarà globalizzato, sebbene il governo unitario sarà più economico che politico. La situazione attuale terrestre è dominata solo da una cosa: il flusso di denaro per i beni materiali, e nessuna nazione può farne a meno.

Bisogna necessariamente aderire all'intero sistema economico e quindi si finisce per dipendere totalmente dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale. Tutta l'attività produttiva di un paese deve essere orientata ed incorporata in un'economia  di  tipo  unico."

Gli uomini che guidano questo Nuovo Ordine non sono legati ad alcuna nazione. Il mercato è dominato da una settantina di individui che decidono le sorti di interi stati. Sono persone ricchissime e diventano sempre più ricche ogni giorno di più.

Hanno capitali investiti in ogni parte del globo. Sono loro a decidere il valore dei nostri soldi. E sono sempre loro a dire al Presidente degli Stati Uniti cosa deve o non deve fare.

E fra le tante nazioni asservite a questi 60-80 uomini super facoltosi che decidono vita e morte di ogni singolo paese del mondo, c'è anche la Città del Vaticano.

Sì, anche lo Stato Vaticano è sotto il controllo di questi pochi "esseri" dalla potenza smisurata e deve fare ciò che ad esso viene "consigliato" per poter sussistere. 
(Cfr. QUIQUI , QUI e QUI; ndt).




In questo scenario, il fatto più triste per padre Martin era quanto la Chiesa si fosse resa connivente con tale mostruoso Moloch, ponendosi al servizio dell'Oligarchia finanziaria internazionale.

Le sue grandi ricchezze, ammassate nel corso degli anni, dipendono in gran parte dalla colpevole collaborazione economica con "mammona".

Padre Malachi riteneva che l'aver sottoposto la propria volontà a questi nemici pericolosissimi sia costato alla Chiesa Cattolica la propria autorevolezza e dirittura morale, tanto che adesso ha un disperato bisogno del sistema economico planetario per sovvenzionarsi, proprio come in epoche passate aveva ceduto al potere temporale piuttosto che rimanere su quello spirituale come le era stato affidato dal Cristo.

Egli era così angustiato da questo stato di cose da dedicare ben tre dei suoi ultimi libri a quest'argomento. Nel romanzo "Il Vaticano", questa perniciosa collaborazione tra la Santa Sede e le Élite finanziarie mondiali prende forma concreta in un documento definito "l'Accordo", che ogni Papa avrebbe dovuto firmare sin dalla caduta dello Stato Pontificio, avvenuta nel 1870.

Lo scopo di questo "Accordo" era  di far sì  che i due eterni nemici,  la Chiesa di Roma e l'Assemblea Universale, potessero unirsi in un rapporto d'affari reciprocamente vantaggioso, pur rimanendo avversari.

Al di là della finzione, il compromesso c'è stato davvero però, sin dal tempo del Concilio Vaticano II, e da allora, ogni nuovo Papa che viene a conoscenza del Segreto deve necessariamente confrontarsi con gli orrori degli imminenti castighi annunciati dal Cielo e non può esimersi dal sentire l'irresistibile forza della pressante e ripetuta richiesta mariana di Fatima che è rivolta unicamente a lui e a nessun altro.

[E infatti, il 25 marzo 2022, il Falso Profeta, che continua a far di tutto per zittire ed osteggiare la Vergine Maria – ved. QUI e QUI – la adempirà, con una sfrontatezza inaudita, attuando una ennesima e solenne "presa in giro" nei confronti della Signora di Fatima e di Suo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo... Ma è possibile che ancora la grande maggioranza dei "cattolici" abbia ancora le "fette di salame" sugli occhi? Ndt].

Nel suo libro "Keys of This Blood" (Le Chiavi di Questo Sangue) Malachi Martin afferma che il fattore primario atto a contrassegnare il Terzo Segreto è proprio la Russia. I suoi contenuti hanno motivo di esistere soltanto in rapporto a tale nazione.

I miracolosi cambiamenti di tipo geopolitico profetizzati nel Terzo Segreto ruotano tutti attorno all'ex Unione Sovietica, il mezzo scelto da Dio per castigare l'Umanità mediante l'errore, le guerre e le persecuzioni.

Nondimeno, una volta consacrata, essa diverrà prodigiosamente lo strumento di una nuova evangelizzazione.

Dobbiamo solo scegliere tra obbedire a Maria o ignorarla, ma la Chiesa purtroppo ha scelto questa seconda opzione da più di 93 anni ormai...  (la domanda specifica della Madonna a Suor Lucia, che in quell'occasione vide anche la Santissima Trinità, era stata fatta il 13 giugno 1929).


Intanto... noi preghiamo, perché...

Fortunatamente, la Beata Vergine ci ha detto che alla fine il Suo Cuore Immacolato trionferà e che un periodo di Pace verrà concesso al mondo...

Traduzione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

    

domenica 11 maggio 2025

Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo




Sebirblu, 10 maggio 2025

Ripropongo questo articolo di undici anni fa, poiché molto esplicativo sui tempi che stiamo vivendo oggi. Non vi sono dubbi, infatti, che l'elezione del "Nuovo Papa" è assolutamente NULLA, così come lo era quella di Bergoglio, insieme alla nomina di tutti i "suoi cardinali" e a tutti i "Decreti" dallo stesso stabiliti, e questo, secondo le norme del Diritto Canonico. (Cfr. QUI).

Eccone le motivazioni assolutamente adamantine.




Consiglio, perciò, di documentarsi anche QUI, QUI, QUIQUI e QUI per avere un quadro più preciso. 


Perché l'Élite Sionista vuole annientare il Cristo
di Henry Makow


Il Visconte Léon de Poncins (1897-1976), un intellettuale cattolico francese, fu l'autore di 30 opere che rivelarono la cospirazione Sionista-Massonica che tiene al presente l'Umanità sotto giogo, a sua insaputa.

Gli Ebrei stessi non sono coscienti che il Sionismo si riferisce al Talmud e alla Kabbala e non all'Antico Testamento.

In questo modo, il Giudaismo-Sionista si rivela essere un culto satanico che utilizza gli ebrei (e i massoni) come pedine per ridurre l'Umanità in schiavitù politicamente e spiritualmente.

Così la "laicità" e "l'umanesimo" non sono che paraventi del satanismo, perché i banchieri ebrei Kabbalisti hanno l'intenzione di soppiantare Dio.

Reso forte dal monopolio sul credito ai governi, questo potere occulto si trova dietro il femminismo e i "diritti dei Gay", al fine di demolire la naturalità del sesso, il matrimonio e la famiglia.

Si nasconde anche dietro l'11 settembre, i massacri di Newtown e di Boston; tutti pretesti per attuare uno stato di polizia. È il vero fornitore di "odio" che conduce una guerra segreta contro l'Umanità e Dio.




Karl Marx ha scritto: "L'Ebreo si è emancipato da solo... rendendosi maestro della creazione monetaria... attraverso di lui, il denaro è diventato l'ausiliario del potere mondiale, e lo spirito pragmatico ebreo è stato adottato dai popoli cristiani.

I giudei si sono evoluti in proporzione alla misura in cui i cristiani diventavano sempre più ebrei loro stessi. Così, questi ultimi hanno grandemente contribuito a fare del denaro il mezzo, il criterio di misura e il fine di ogni attività umana." (Cit. di L. de Poncins pag.76).

Aggiungete a questo il potere e il sesso (oro e carne; ndt) e Marx sarebbe stato d'accordo su tutto. L'Umanità è stata introdotta in un culto satanico.




Da Léon de Poncins

Il mattino del 9 febbraio 1923, i cittadini di Londra, abituati a leggere i giornali, non hanno certamente notato poche righe apparse sul periodico ebreo "Jewish World", linee spaventose e profetiche per coloro che sono stati in grado di coglierne il senso.

Il Jewish World dichiarava: "La diaspora degli ebrei non ha fatto di loro un popolo multietnico, perché si tratta davvero dell'unica vera gente cosmopolita e in quanto tale deve agire, e già lo fa, come dissolvente di ogni distinzione di razza e di nazionalità.

Il suo grande ideale non corrisponde ad un giorno in cui gli ebrei si possano radunare in un angolo della Terra con intento separatista, ma che il mondo intero sia pervaso di insegnamenti ebraici e quindi, in uno slancio di fraternità universale di ogni nazione, tutte le etnìe e le religioni distinte possano scomparire.

Essi vanno anche più lontano. Attraverso le loro attività letterarie e scientifiche e per mezzo della supremazia in tutti i settori pubblici, si impegnano gradualmente a dissipare i pensieri e i sistemi non ebraici o non conformi al loro modello."

Al British Museum, ho avuto personalmente l'occasione di verificare l'esattezza di tale citazione.

Questo sogno messianico può assumere diverse forme ma l'obbiettivo finale resta inalterato: il trionfo del Giudaismo-Sionista, della sua legge e del suo popolo.

Sotto alcune parvenze universali, è sostanzialmente un imperialismo ebraico che ha l'intenzione di governare il mondo e ridurlo in schiavitù.


Boris Dubrov

Élie Faure, un ebreo, scrive: "La gente giudea, dall'epoca di Gesù Cristo... si è considerata di continuo il popolo eletto, strumento di un potere superiore.

In rapporto alle altre nazioni, crede ancora e sempre a tutt'oggi, al suo privilegio d'elezione perché rappresenta una forza soprannaturale.

Per essa, la vita dopo la morte non esiste. Benché ne abbia sovente parlato, Israele non vi ha mai creduto. L'Alleanza con Dio non è che un contratto bilaterale specifico e costruttivo: se il giudeo vi obbedisce, lo fa in maniera atta a guadagnare il dominio sul mondo.

Israele è un terribile realista: vuole la ricompensa, quaggiù sulla Terra, per coloro che compiono il bene e la punizione per quelli che vivono nel male.

Anche nei più oscuri momenti della loro storia, e della storia universale, gli Ebrei, questi perdenti eterni, hanno custodito in seno al loro cuore fedele la promessa di una vittoria eterna."

Estratto dal testo di E. Faure «L'Anima Giudea», citato in «La questione ebraica vista da 26 eminenti personalità israelite» Parigi 1934.


Greg Olsen

La Divinità di Gesù Cristo è un ostacolo al messianismo ebraico.

Affinché si compia l'evento messianico israelita e quindi si possa raggiungere questo scopo, è necessario abolire il Cristianesimo che rappresenta un impedimento insormontabile sulla via dell'imperialismo giudaico.

Fino all'avvento di Gesù Cristo, la posizione di Israele era semplice e chiara: dopo i Profeti, per grazia di Yahvé, la tribù di Giuda sarebbe stata destinata a governare il mondo.

Se i popoli suoi servitori avessero ottemperato alle necessità divine, il tempo in cui essa avrebbe regnato su tutto il Pianeta sarebbe venuto.

Invece là, inaspettatamente, un "Profeta" nacque in Galilea: l'Uomo-Dio, Egli Stesso appartenente alla stirpe di David e così Figlio dell'Alleanza.

«Non crediate che Io sia venuto ad abrogare la Legge o i Profeti, non sono venuto ad abolire ma a perfezionare» (Mt. 5,17) E come prova della Sua Missione, Egli compì una serie di miracoli senza precedenti; le folle affascinate lo seguirono...

Ma, e in questo risiedeva l'enorme importanza del Suo Compito, Egli interpretava il Patto in una maniera completamente diversa e in un senso Nuovo, al punto di distruggere il fiero edificio ebreo spiritualizzandolo e universalizzandolo.

La realizzazione delle promesse fu trasferita dal piano materiale a quello spirituale; superando l'àmbito nazionale, esse non furono più indirizzate soltanto agli Ebrei, fino ad allora i soli beneficiari, ma estese al mondo intero.


Simon Dewey

Questa non era una questione di supremazia di razza o di nazione, o il trionfo di uno stato privilegiato: il popolo eletto fu ridotto al rango di gente comune, uno fra i tanti.

La fierezza religiosa e il nazionalismo giudaico non permisero un abbassamento così; era contrario alle promesse messianiche ed annullava la sottomissione di tutti i regni della Terra ad Israele.

I Grandi Sacerdoti e i Farisei non poterono tollerare una simile blasfemìa e un tale attacco ai loro privilegi, e dunque per sbarazzarsi di «quel pericoloso agitatore» Lo consegnarono ai Romani e Lo fecero condannare a morte.

Ma Gesù Cristo resuscitò e il Suo insegnamento si diffuse nell'intero mondo antico come un fuoco che incendiava tutto.

I Giudei denunciarono i Suoi discepoli alle autorità romane, presentandoli come ribelli all'Impero; Roma li perseguitò incessantemente, offrendoli come cibo alle bestie selvagge, bruciandoli, scorticandoli e crocifiggendoli. (Però i Martiri non sentirono dolore! Vedere QUI; ndt).

Ciò nonostante, l'onda cristiana progredì senza sosta, trionfando sul potere imperiale; poi improvvisamente il mondo vacillò inclinandosi in favore della Chiesa di Cristo...

Gli israeliti non hanno mai accettato né accetteranno mai questa disfatta. La rottura fu totale e definitiva; il conflitto è diventato al presente inevitabile dai due lati.




"Se gli Ebrei sono nel giusto, il Cristianesimo non è altro che un'illusione. Se invece i Cristiani hanno ragione, i Giudei si trovano ad essere, nella migliore delle ipotesi, soltanto un anacronismo o nulla più che un'immagine senza alcun motivo di esistere.

Per un Giudeo, il Cristianesimo rappresenta la rinuncia ad un monopolio e la bocciatura all'«interpretazione nazionalista» per non dire faziosa dell'«elezione»; la Cristianità è l'apertura alla fraternità umana e, nello stesso tempo, un grande «amen» a Dio e a tutto quello che Egli decide...

E qui veniamo alla vera ragione (o scusa), che giustifica il rifiuto ebraico al Cristo, perché non collima con l'idea che i Giudei si erano fatti del Messia e della Salvezza." (F. Fejto, Dieu et son Juif, pp. 34, 190, 192.)

"La maniera in cui la fede cristiana ha ottenuto la sua indipendenza, doveva rapidamente e inevitabilmente trascinarla in una guerra contro Israele «secondo il mondo», poiché la Chiesa si proclama essa stessa Israele secondo lo Spirito.

Ma viene compresa la profondità di questa affermazione? È più grave del disconoscimento giudaico e significa che essa gli sottrae ogni particella di vita (soltanto materiale però; ndt), ogni fuoco sacro (presunto; ndt), fino alla sua più intima natura.

Più ancora, questo vuol dire togliere ad Israele il suo posto al sole e lacerare il suo privilegio al centro dell'Impero, tanto sono stretti i legami che uniscono lo spirituale e il temporale." (J. Isaac, Genèse de l'Antisémitisme, p. 150.)

Ritorniamo allora al medesimo punto: abbattere la religione Cristiana, nata nel suo àlveo, diventa una necessità vitale per Israele che la considera come il suo più formidabile avversario...




Nella sua opera «La sventura di Israele» lo scrittore ebreo (pro-cristiano) A. Roudinesco, fornisce una meravigliosa risposta a tutte le maledizioni proferite con rabbia:

"La sopravvivenza di questa piccola comunità fino ai nostri giorni, malgrado la persecuzione e le sofferenze ineguagliabili, è stata chiamata il «miracolo giudeo».

Tale sopravvivenza non è un miracolo, ma piuttosto una sventura. Il vero prodigio ebraico è la conquista spirituale degli individui attraverso la Cristianità. La missione del popolo eletto è terminata già da lungo tempo.

Coloro che, tra gli Ebrei, sperano un giorno di porre fine alla Cristianità per mezzo di un messianismo replicato, ignorano le leggi essenziali dell'evoluzione umana." (A. Roudinesco, Le malheur d’Israël, Ed. de Cluny, Paris 1956).



Fonte: henrymakow.wordpress.com

mercoledì 7 maggio 2025

C. Sacchetti: Conclave, Chiesa e Sionismo-Massonico

 


Sebirblu, 6 maggio 2025

L'articolo di Sacchetti ‒ che subito riporto ‒ chiarifica molte cose sul dipanarsi degli eventi svoltisi intorno al Concilio Vaticano II, con i due centrali protagonisti, Roncalli e Montini.

Sono gli anni da me vissuti pienamente in seno alla Chiesa, con quell'ardore d'anima che inconsciamente m'hanno reso testimone del lento sgretolarsi di tutti i valori assimilati nell'infanzia, riguardo a quell'antica e maestosa Tradizione.

Pur restando fedele alle mie radici, e considerando validi i papi che si sono succeduti fino a Benedetto XVI, non posso esimermi dal constatare il disastro che da quel Concilio è derivato per la coscienza di milioni e milioni di persone.

Non c'è da stupirsi se Giovanni XIII, allora, decise di non leggere più il Terzo Segreto di Fatima (cfr. QUI, QUI e QUI) e di demandarlo ai Successori... Ma meglio di me, appunto, ne parla il dotto e bravo giornalista.

Le pressioni di Israele sul conclave e i rapporti 
tra ebraismo e cattolicesimo

«Se si dà uno sguardo agli organi di stampa, il conclave, uno degli eventi più antichi e dal più alto fascino spirituale della storia, è ridotto a poco più di un mercato delle vacche.

Ci sono  sulle pagine  dei  quotidiani  i volti dei cardinali  con le frecce  verdi  e  rosse ad indicare il loro presunto gradimento nel collegio cardinalizio, che in realtà non sembra corrispondere al vero, ma piuttosto ai desideri dei proprietari della carta stampata che vorrebbero un Francesco II.

Sono in molti, dalle parti della massoneria laica ed ecclesiastica, a manifestare nervosismo in questi giorni perché pare crescere la consapevolezza che il prossimo pontefice difficilmente sarà un altro come Jorge Mario Bergoglio.

Non c'è alcuna certezza infatti che il continuum bergogliano e modernista prosegua, quando invece si manifestano piuttosto sempre più segnali contrari.

Ad esempio, proprio ieri è giunta la notizia che il cardinal Parolin, il porporato appoggiato più di tutti gli altri dal mondo sionista ed ebraico, avrebbe sofferto uno scompenso pressorio che avrebbe richiesto un’ora di assistenza medica.



Card. Pietro Parolin  (classe 1955)

I principali organi di (dis) informazione si sono guardati bene dal riportare la notizia per proteggere il loro candidato, ma gli altri cardinali sono con ogni probabilità già informati di quanto accaduto, e quindi la candidatura dell’ex segretario di Stato di Francesco può considerarsi a tutti gli effetti bruciata.

È un bel grattacapo per Israele e la massoneria perché gli altri candidati modernisti,  Zuppi  su tutti,  non sembrano  in grado di raccogliere  almeno 40 o 45  voti subito come avrebbe potuto fare Parolin, e questo complica certamente i piani di chi vuole continuare con un altro pontefice prono ai voleri del sionismo e della massoneria ecclesiastica.

L’errore però che non si deve sicuramente commettere è quello di considerare Jorge Mario Bergoglio come una sorta di “incidente di percorso” su un “perfetto cammino” della Chiesa post-conciliare,

In tal caso chi ancora si rifugia dietro tale convinzione allora illude soltanto sé stesso o forse in cuor suo spera di ritornare alla situazione che c’era prima di Francesco, magari ai tempi di Wojtyla e Ratzinger, dove la massoneria faceva il bello (quasi mai) e il cattivo tempo, anche se ai seguaci della cosiddetta “ermeneutica della continuità” scoccia alquanto ammetterlo.

Se non si affronta la rivoluzione conciliare che ci fu dentro la Chiesa negli anni dei due infausti pontificati di Roncalli e Montini, entrambi adepti della massoneria, è impossibile comprendere le cause della crisi della Chiesa, e tantomeno provare a risolverle.

Similmente, se non si comprende quanto accaduto ai tempi del Vaticano II, non si può capire come i rapporti tra cattolicesimo ed ebraismo siano drammaticamente mutati, tanto da aver partorito una Chiesa, quella post-conciliare, che di fatto ha concesso benefici speciali agli ebrei, dispensandoli dalla salvezza attraverso Cristo come affermava lo stesso Joseph Ratzinger nel suo dialogo con il rabbino Folger e in altre occasioni, come QUI.

Affermare che la cosiddetta idea delle radici giudaico-cristiane è una espressione della modernità post-conciliare non è altro che una evidenza fattuale, e allora per vedere qual era il volto del cattolicesimo prima che qualcuno lo deformasse occorre fare un viaggio a ritroso nel passato.

Il sionismo e San Pio X

Occorre ripartire, dal principio, dall’incontro, ad esempio, tra il compianto papa San Pio X e l’emissario del sionismo internazionale, Theodor Herzl.

Questi viene considerato  a tutti gli effetti  il padre “spirituale” del sionismo, perché la sua opera ‒ lo Stato ebraico  è stata la prima in epoca moderna a sottolineare la “necessità” che il suo popolo avesse bisogno di una nazione propria per “vivere in sicurezza”, sebbene in quel tempo tanti ebrei già vivessero molto bene nell’Europa Occidentale, in quanto facenti parte della borghesia più prospera e ricca che si era così tanto espansa dopo la rivoluzione francese.

Herzl,  in realtà,  e i suoi benefattori  dell’alta finanza askenazita avevano,  ed hanno in mente, un’idea più spirituale che politica perché nella filosofia del sionismo messianico la rinascita di Israele serve in qualche modo a preparare la venuta del futuro moschiach, da loro tanto atteso, che un giorno dovrà entrare e governare l’umanità nel Terzo Tempio di Gerusalemme.



Theodor Herzl  (1860 - 1904)

Una delle sette sioniste più famigerate e potenti al mondo, Chabad Lubavitch (ved. QUI e QUI; ndr), spiega nel suo sito ufficiale come il Terzo Tempio sarà la futura casa del moschiach, il quale, un giorno, imporrà il suo dominio a “tutte le nazioni che lotteranno per il Nuovo Ordine Mondiale”.

Questa la pura essenza dello stato ebraico. Non un piano per mettere in sicurezza gli ebrei, che sono stati trasferiti come bestiame in Palestina spesso contro la loro volontà e non una necessità espressa da larga parte degli ebrei comuni che ormai erano integrati da tempo nei Paesi europei dove si erano trasferiti da secoli.

Herzl però ben sapeva che per consentire al sionismo di avere più successo sarebbe stato necessario non avere contro la Chiesa Cattolica, ed è per questo che chiede udienza al pontefice di quel tempo.

Il fondatore del sionismo giunge così a Roma il 26 gennaio del 1904 e racconta di questo incontro con San Pio X (cfr. QUI), nei suoi diari personali.

Non appena arriva al cospetto del Santo Padre, il giornalista austriaco si rifiuta subito di baciare la mano del pontefice malgrado così gli avesse consigliato il conte Berthold Dominik Lippay, il nobile austriaco che quell’udienza gli aveva procurato.

San Pio X (al secolo Giuseppe Sarto; ndr), nonostante la rudezza di Herzl, non si scompone più di tanto e, già a conoscenza dell’argomento di cui l’esponente sionista voleva parlargli, va subito al punto.

«Noi non possiamo sostenere questo movimento [sionista]. Non potremo impedire agli Ebrei di andare a Gerusalemme, ma in nessun caso possiamo sostenere la cosa. Anche se non è sempre stata santa, la terra di Gerusalemme è stata santificata dalla vita di Gesù Cristo. Come capo della Chiesa io non posso dirvi altro. Gli Ebrei non hanno riconosciuto Nostro Signore, e per questo noi non possiamo riconoscere il popolo ebraico». [...]

Ancora più netto è San Pio X quando Herzl nel corso del dialogo prova a giocarsi la carta del pietismo riguardo alle cosiddette persecuzioni contro gli ebrei, ma il Papa autore della Pascendi è altrettanto fermo quando gli risponde in tal modo.

«Sì» – mi disse – «ma noi, e in particolare io, come capo della Chiesa, non possiamo farlo. Due sono i casi che possono presentarsi: o gli Ebrei rimangono fedeli alla loro credenza e continuano ad attendere il Messia, che per noi è già venuto; e in questo caso essi negano la divinità di Gesù e noi non possiamo fare alcunché per loro; o essi vanno in quelle terre senza alcuna religione, e in questo caso noi possiamo sostenerli ancora meno. La religione ebraica è stata la base della nostra, ma essa è stata rimpiazzata dalla dottrina di Cristo e da allora noi non possiamo più riconoscere la sua esistenza. Gli Ebrei, che avrebbero dovuto essere i primi a riconoscere Gesù Cristo, fino ad oggi non l’hanno fatto.»

Non è difficile immaginare che secondo i canoni del “cattolicesimo” liberale uscito dal Concilio, uno dei maggiori pontefici verrebbe liquidato come un volgare “antisemita”.

Il papa, tuttavia, non fece altro che riaffermare il magistero di sempre della Chiesa. Difese e ribadì quelle verità sulle quali si fonda questa istituzione da 2000 anni a questa parte.

L’assalto in quell’occasione fu respinto, ma il mondo sionista non si diede per vinto perché la sua opera di infiltrazione della Chiesa non era terminata purtroppo quel giorno, ma era appena agli inizi.


San Pio X  (1835 - 1914)

Le origini delle radici giudaico-cristiane: gli  Amici Israel

Si arriva così  agli anni ’20 del secolo scorso,  quando i pontefici  erano ancora fermi  nel difendere i dogmi della Chiesa di sempre, ma intanto un nuovo nemico si era infiltrato nelle fila di questa Istituzione.

L’anno è il 1925, ed è qui che in seno al cattolicesimo nasce una associazione dal nome Opus sacerdotale Amici Israel. (Cfr. QUI; ndr)

A fondarla sono due preti olandesi assieme ad una loro connazionale convertita al cattolicesimo, Maria Francesca Van Leer, che avrà un ruolo molto importante negli anni a venire nell’ambito dei rapporti tra ebraismo e cattolicesimo, come si vedrà in seguito.

A fare parte di questa associazione sono diversi cattolici laici, ma soprattutto non pochi esponenti della Chiesa, se si pensa che tra le sue fila si trovavano almeno 3000 sacerdoti, 300 arcivescovi e ben 19 cardinali.

La Amici Israel” può essere considerata di fatto come la madrina delle cosiddette “radici giudaico-cristiane” perché i suoi associati si propongono di “normalizzare”, per così dire, i rapporti tra ebraismo e cattolicesimo.

I vari prelati iscritti pubblicano le loro idee in un pamphlet dal titolo Pax Super Israel che non sfugge agli occhi delle riviste cattoliche, allora realmente cattoliche, che in quel tempo ne diedero tale descrizione come racconta Maurice Pinay nella magistrale opera “Complotto contro la Chiesa” (ved. QUI).

«Essi affermano che non si deve parlare di conversione degli ebrei, ma soltanto del loro ingresso nella Chiesa, come se i giudei non debbano prima, per ottenerlo, ripudiare i loro errori. Rifiutano la qualificazione di popolo deicida data loro e di città deicida data a Gerusalemme, come se gli stessi non avessero contribuito alla morte di Gesù e come se la liturgia non li chiamasse perfidi.» 

«Incriminano i Santi Padri in quanto rei di non aver compreso il popolo giudaico; come se questo non fosse colpevole di persistere volontariamente nell’ebraismo.» 

«Infine ‒ continua la rivista suddetta ‒ sottolineano la nazionalità giudaica di Gesù Cristo e fanno osservare che i cristiani, per mezzo della Santa Comunione, si uniscono sempre con gli ebrei e contraggono con loro una parentela di sangue.»

In pratica, costoro sono stati a tutti gli effetti gli anticipatori del futuro Vaticano II, e Pio XI per risolvere la questione si rivolse dapprima alla Congregazione dei Riti, soppressa da Montini nel 1969, ma in questa c’era il cardinale Schuster, membro della “Amici Israel”, che ovviamente diede parere favorevole alle richieste del suo gruppo. Perciò a fermare lo sdoganamento dell’ebraismo ci pensò il Sant’Uffizio nel 1929, attraverso il decreto di scioglimento di tale associazione.



Pio XI (Achille Ratti, 1857 - 1939)

Gli esponenti del mondo ebraico però non si diedero per vinti.

Dopo la seconda guerra mondiale, Jules Marx Isaac, un ebreo francese iscritto alla massoneria,  chiese alla Chiesa di togliere ancora una volta la preghiera del Venerdì Santo che includeva l’espressione “Oremus et pro perfidis Judaeis”.

Pio XII, così detestato dal mondo ebraico, nonostante tutti i suoi sforzi per salvare gli ebrei durante la guerra, diede una risposta semplice come quella che Pio X diede a Herzl diversi anni prima.

Papa Pacelli rispose che perfidis non significa letteralmente “perfidi” ma “senza fede” e quindi non c’era alcuna ragione perché la Chiesa rimuovesse quella espressione, che anzi era una preghiera per il popolo ebraico di convertirsi e di accettare finalmente Cristo come Messia e vero Dio.

Roma cambia linea: l’era di Roncalli e del Concilio

Roma resta ferma e salda fino a quando sul soglio pontificio non sale Angelo Roncalli divenuto papa Giovanni XXIII nel 1958 dopo un conclave segnato da forti vizi di irregolarità per via delle minacce di morte giunte al cardinal Siri, eletto non una ma tre volte papa. (Cfr: QUI).

A indire il Concilio è proprio il “papa buono”, già patriarca di Venezia, massone del Grande Oriente di Francia (QUI), simpatizzante del mondo comunista e, secondo i recenti documenti declassificati dalla CIA (QUI), persino un informatore al servizio dell’agenzia di intelligence di Langley.

Egli sembra avere una chiara missione.  Deve portare la rivoluzione  dentro la Chiesa e si adopera fin dal primo momento per aprire le porte a delle riforme di stampo ecumenico che mettono ogni religione sullo stesso piano e sono, per loro stessa natura, apostatiche in quanto negano le fondamentali verità cattoliche.

Soprattutto, però, Angelo Roncalli vuole cambiare completamente l’asse dei rapporti tra cattolicesimo ed ebraismo.

Vuole fare, in altre parole, quello che non riuscirono a fare i membri di Amici Israel, ma stavolta la partita è molto diversa perché è il pontefice stesso che è dalla parte di chi vuole costruire una falsa chiesa.

Giovanni XXIII così, molto prima di Giovanni Paolo II, fa una passerella nel marzo del 1962 con la sua auto davanti alla sinagoga di Roma da lui benedetta a far capire chiaramente che i tempi erano cambiati.

Ancor prima di questo gesto altamente simbolico, tuttavia, Roncalli si stava già adoperando per costruire il tipo di Chiesa che piaceva agli ambienti ebraici, e aveva già dato mandato al suo fedele braccio destro, il card. Augustin Bea, di incontrarsi con un influente sionista come Nahum Goldmann, allora capo del Congresso Ebraico Mondiale.

A Roncalli  stava molto a cuore  la questione della revisione  dei rapporti  tra Chiesa ed ebraismo, e fa trasmettere a Goldmann il messaggio che se il Congresso Ebraico Mondiale gli avesse domandato di affrontare questo tema, lui certamente avrebbe inserito questa richiesta nelle discussioni del Concilio Vaticano II.

Goldmann accetta, e a scrivere la bozza del famigerato documento Nostra Aetate è proprio il Congresso da lui presieduto, e al quale apparteneva anche la citata Maria Francesca Van Leer, membro della sciolta associazione Amici Israel.



Nahum Goldmann  (1894-1982) - QUI.

In Nostra Aetate in pratica si dissolve tutta la precedente posizione della Chiesa sull’ebraismo perché in tale documento sparisce la secolare accusa di deicidio contro il popolo ebraico accompagnata da una condanna del cosiddetto “antisemitismo”, e il Sant’Uffizio presieduto dal buon cardinal Ottaviani non riuscì nemmeno a intervenire perché Roncalli si premurò di escluderlo da ogni decisione al riguardo.

Il Concilio dunque inizia così. Non sono i dottori della Chiesa Cattolica a scrivere i suoi documenti. Sono gli esponenti dei vari movimenti sionisti ed ebraici.

Il “papa buono” però non aveva ancora portato a termine la sua opera. Nei suoi ultimi anni del suo breve e devastante pontificato si adoperò per chiedere ancora una volta il parere della comunità ebraica su cosa andava fatto nel Concilio da lui inaugurato.

A rivelare questo retroscena molto poco noto è stato lo storico ebreo, Lazare Landau, sulle pagine della rivista francese Tribune Juive.

«In una gelida notte dell’inverno 62-63, fui invitato a una riunione straordinaria del “Centro Comunitario per la Pace”, tenutasi presso la Sinagoga di Strasburgo. Al termine dello Shabbat, i Direttori ricevettero in segreto, in una cantina dell’edificio, un inviato di Giovanni XXIII, Yves Congar [un frate domenicano che ebbe una influenza decisiva sulle misure “progressiste” adottate dal Concilio nel suo insieme]. 

Eravamo in dieci.  Congar, a nome di Giovanni XXIII,  ci chiese cosa ci aspettassimo dalla Chiesa cattolica, apostolica, romana riguardo alla millenaristica “questione ebraica”. Rispondemmo di volere la completa riabilitazione degli ebrei, riguardo alla morte di Cristo. “Nostra Aetate” fu una rivoluzione totale, come mi disse in seguito Congar, nella dottrina della Chiesa, riguardo agli ebrei.»

Roncalli, quindi, per decidere la linea dottrinale da seguire nella “sua” Chiesa non ascoltava i “suoi” cardinali come, ad esempio, Ottaviani. No. Mandava in segreto richieste ai vari esponenti del mondo sionista ed ebraico per stabilire come la Chiesa dovesse porsi rispetto alla religione ebraica.

Dire a tal punto che Giovanni XXIII prendeva ordini dai leader dei vari movimenti sionisti non è certamente una qualche provocazione, ma soltanto una costatazione di fatto.


Giovanni XIII  (Angelo Roncalli 1881-1963)

I semi della rivoluzione attuale sono stati pertanto tutti piantati in quel tempo.
Quanto accaduto dopo nella Chiesa è una conseguenza di quanto si è verificato allora.

Il successivo pontificato di Montini che ha ricevuto subito i massoni ebrei del B’nai B’rith, similmente a quelli di Giovanni Paolo II, entrato nella sinagoga nel 1986 per pronunciare la famosa frase dei “fratelli maggiori”, sono divenuti il diretto risultato del Vaticano II, poiché quel Concilio ha in effetti eretto una chiesa modernista ed ecumenica che ormai di cattolico ha purtroppo poco.

Bergoglio non arriva, come si constata, dal nulla. Arriva da un lungo processo di infiltrazione, e questo spiega perché la fine del suo pontificato viene così tanto temuta, nonostante alcune dichiarazioni critiche, dallo Stato di Israele che non vuole che la Chiesa torni sulla 'via smarrita' di un tempo, uno scenario, ad esempio, assai paventato dal rabbino-capo di Roma, Riccardo Di Segni.

Se è certamente vero che sono molteplici le potenze che cercano di influenzare il Conclave, e basterebbe appunto ricordare la storia di quelli del 1958, del 1963 e del 2013, nei quali i servizi americani e francesi si adoperarono per sbarrare la strada a Siri, è indubitabile che le medesime forti pressioni siano state esercitate da ambienti come il B’nai B’rith e il Congresso Ebraico Mondiale aventi la pretesa che sul soglio di Pietro ci fosse un pontefice che facesse le loro volontà.

La storia del Concilio Vaticano II è in fin dei conti questa. È la storia della conquista di una religione, quella ebraica, verso un’altra, quella cattolica.

Il Conclave del 2025 è particolarmente importante anche per questo e si spiega così l’agitazione dello Stato ebraico che sembra essersi messo già all’opera per sbarrare la via ad alcuni presuli da esso particolarmente temuti e che potrebbero forse riportare la Chiesa verso le verità abiurate di un tempo.

I giochi però sono completamente aperti come si diceva in un precedente contributo perché nella sua foga di influenzare il futuro Conclave, Bergoglio ha combinato diversi pasticci e creato porporati che non sono affatto progressisti.

Non c’è dunque nulla di scontato, ma i cardinali quando entreranno nella cappella Sistina sotto le magnifiche volte di Michelangelo dovrebbero ricordarsi che non sono lì per fare la volontà di Israele o delle varie massonerie.

Sono lì per fare la Volontà dello Spirito Santo. Si spera che questa volta Gli prestino finalmente ascolto.

C’è bisogno presto di un papa cattolico, di un papa che recuperi il Tesoro dimenticato per troppo tempo nell'ambito della Tradizione.»

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it