venerdì 27 luglio 2018

SONO NULLI SACRAMENTI E MESSE di Bergoglio & C.!


"Il fumo di Satana" è entrato in Vaticano...

Sebirblu, 27 luglio 2018

Come descritto QUI, dopo il convegno di Verona del 9 giugno scorso, in cui 2200 persone si sono ritrovate per consacrarsi al Cuore Immacolato di Maria aderendo all'invito di don Minutella, tra i vari gruppi cattolici che erano presenti sono sorte pesanti ed accese diatribe spesso "condite" da improperi più o meno ipocriti e da accuse reciproche a favore o contro il coraggioso Sacerdote palermitano.

Questo putiferio, sicuramente istigato dal Maligno (il dià-volo è "separatore" per antonomasia) che si è frapposto "minando subito" un pericoloso fronte anti-Bergoglio, è stato causato da alcune asserzioni, trasmesse dall'ex parroco nei suoi video, in cui sosteneva e sostiene che le Messe celebrate con la formula di rito – in comunione con papa Francesco e relativo cardinale – ossia l'«una cum», NON SONO VALIDE, in quanto non vi può essere unione con un falso pontefice ed una falsa chiesa eretica ed apostata.




Si può ben comprendere il "polverone" che queste parole hanno sollevato visto che così sarebbe NULLA persino la Consacrazione del Pane e del Vino! Per i cattolici, seppur contrari all'«inquilino di Santa Marta», ciò diverrebbe un serio problema perché li indurrebbe a cercare quegli officianti che dichiarino essere in comunione «cum papa Benedicto XVI», tutt'ora Papa anche se Emerito, o a non onorare il 3° comandamento: "Ricordati di santificare le feste".

Un vero dilemma, a cui si potrebbe ovviare se si prendesse coscienza (e ciò è quasi impossibile ad un "osservante" scrupoloso) di quanto ho scritto QUI e QUI, ma questa è un'altra storia... che riguarderà il futuro quando le persone avranno acquisito una più profonda maturità interiore, diventando adulte nello Spirito e non più necessitanti degli aspetti esteriori. San Paolo insegna quando dice ai Corinti:

"Io, fratelli, sinora non ho potuto parlare a voi come ad esseri spirituali, ma carnali, come a neonati in Cristo. Vi ho dato da bere latte, non cibo solido, perché non ne eravate ancora capaci. E neanche ora lo siete, perché siete ancora carnali. Dal momento che vi sono tra voi invidia e discordia, non siete forse carnali e non vi comportate in maniera umana?" (1 Cor. 3,1-3).

Riprendendo dunque il discorso, ora abbiamo davanti un quadro abbastanza avvilente: le masse umane ignare e tiepide (o opportuniste come tanti vescovi e cardinali traditori) che inneggiano a Bergoglio, e quelle molto meno numerose (i conservatori tradizionalisti tra cui presuli e sacerdoti) che, pur accortesi dell'inganno apocalittico, si sono divise tra loro (come in questo caso) sostenendo le une, la validità dei Sacramenti amministrati dai "modernisti" (come l'Eucaristia nella Messa), e perciò prendendo le distanze da don Alessandro Minutella che ne dichiara l'invalidità, tacciandolo da eretico e da indemoniato, e le altre, che invece rimangono dalla sua parte (ossia il "piccolo resto").




Ma ecco il colpo di scena: il battagliero Sacerdote, non certo sprovveduto in tema di teologia, dal momento che ha conseguito ben due lauree a pieni voti in tale disciplina, ha dimostrato che le sue dichiarazioni sono supportate dal Codice di Diritto Canonico per quanto concerne l'abdicazione papale (nota 1) e dalla Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis" (nota 2) scritta da Giovanni Paolo II sul comportamento da tenere in occasione di un Conclave per eleggere un nuovo pontefice. (cfr. QUI e QUI).

1) Can. 188 ‒ La rinuncia fatta per timore grave, ingiustamente incusso, per dolo o per errore sostanziale oppure con simonìa, è nulla per il Diritto stesso.

2) Cap. VI:

par. 81 ‒ I Cardinali elettori si astengano, inoltre, da ogni forma di patteggiamenti, accordi, promesse od altri impegni di qualsiasi genere, che li possano costringere a dare o a negare il voto ad uno o ad alcuni. Se ciò in realtà fosse fatto, sia pure sotto giuramento, decreto che tale impegno sia nullo e invalido e che nessuno sia tenuto ad osservarlo; e fin d'ora commino la scomunica latae sententiae ai trasgressori di tale divieto. Non intendo, tuttavia, proibire che durante la Sede Vacante ci possano essere scambi di idee circa l'elezione.

par. 82 ‒ Parimenti, vieto ai Cardinali di fare, prima dell'elezione, capitolazioni, ossia di prendere impegni di comune accordo, obbligandosi ad attuarli nel caso che uno di loro sia elevato al Pontificato. Anche queste promesse, qualora in realtà fossero fatte, sia pure sotto giuramento, le dichiaro nulle e invalide.

par. 83 ‒ Con la stessa insistenza dei miei Predecessori, esorto vivamente i Cardinali elettori a non lasciarsi guidare, nell'eleggere il Pontefice, da simpatia o avversione, o influenzare dal favore o dai personali rapporti verso qualcuno, o spingere dall'intervento di persone autorevoli o di gruppi di pressione, o dalla suggestione dei mezzi di comunicazione sociale, da violenza, da timore o da ricerca di popolarità. Ma, avendo dinanzi agli occhi unicamente la gloria di Dio ed il bene della Chiesa, dopo aver implorato il divino aiuto, diano il loro voto a colui che anche fuori del Collegio Cardinalizio avranno giudicato idoneo più degli altri a reggere con frutto e utilità la Chiesa universale.

Ecco i due video relativi:




Sì, perché come ho già ripetutamente detto QUI, QUI e QUI, le "dimissioni" di Benedetto XVI sono state indotte da una cerchia di cardinali, conosciuta come "mafia di San Gallo" (dalla località svizzera nella quale si riunivano; cfr. QUIQUI, ma anche QUI e QUI), per insediare il "prescelto" ‒ ossia l'argentino Bergoglio ‒ che sin dal 2005 avrebbero voluto eleggere, ma invano, avendo prevalso il «contestato» Ratzinger, il severo Custode della Dottrina della Fede di cui era Prefetto.

Fu proprio il 24 aprile di quell'anno che Benedetto XVI, nell'omelia di inizio pontificato, pronunciò la fatidica frase: «Pregate per me, perché io non fugga, per paura, davanti ai lupi» e pare che con questa abbia fatto arrossire diversi cardinali! (Cfr. QUI e QUI).  




Concludo con una serie di immagini e video che evidenziano molto bene lo stato in cui versa oggi la Chiesa sotto il pontificato di Jorge Mario Bergoglio:


Performance nell'antica Chiesa della Misericordia nella Diocesi di Leiria-Fatima... (guarda caso!).


22 luglio 2018 - "Bacio omosessuale" in Versilia (QUI). Il parroco don Luppi:
"Per me quella scultura poteva rimanere dov'era. Non è venuto nessuno a protestare".

Barbecue in una Chiesa in Germania




E don Minutella per tutto questo, come un novello Davide, affronta a "mani nude" con una semplice "fionda", il Rosario, e con la potente protezione della Vergine Santa, il gigante Golia.





CAPITO CARI SACERDOTI? E allora... SEGUITE DON MINUTELLA! Il prossimo vostro incontro, come Lui vi ha detto, è per il 12 settembre a Verona. Coraggio! Prendete  posizione  e "Uscite da Babilonia!" (Ap. 18,4). C'è molto bisogno di Voi!... (Cfr. anche QUI).

E ancora, per tutti coloro che si ostinano a rimanere nell'ombra... dietro le quinte... ("Il silenzio dei giusti fortifica i nemici di Dio" – Madonna di Anguera, il 16-7-2018 QUI QUI il completamento di questo articolo con un'altra profezia, che mi è stato ingiunto di togliere.  

Conclusione

Chi ha intelletto e cuore aperti, ed è supportato da fede viva, dopo aver letto questo esauriente articolo, non può far altro che schierarsi dalla parte dei giusti e sostenere il valoroso e ardente "guerriero" di Maria – Don Minutella – con le preghiere e l'opera, affinché altri Sacerdoti, oltre ai due che lo hanno già fatto, si affianchino a lui per guidare e pascere il gregge del Signore che attualmente si trova nel serio pericolo di essere sbranato dai lupi.


giovedì 19 luglio 2018

L'Ungheria ieri... ed oggi "Mosca Bianca" d'Europa


Budapest (Ungheria) - Palazzo del Parlamento e ponte sul Danubio.

Sebirblu, 19 luglio 2018

È inusuale che io mi occupi di storia, ma quella dell'Ungheria, oggi sotto i riflettori di tutto il mondo per le sue scelte politiche "anti-immigrazione" e di estrema custodia della sovranità nazionale, merita di essere letta, tanto più che a parlarne è uno storico di cui si accenna all'inizio dell'articolo.

Per quanto mi riguarda, posso solo dire che Viktor Orban, al timone del paese sin dal 2010 e rieletto quest'anno per la terza volta a furor di popolo, ha ottenuto 133 seggi su 199, ossia una maggioranza superiore ai due terzi che gli ha consentito di cambiare la Costituzione del paese magiaro.

Nonostante il pesante ostracismo sul piano internazionale, il premier ha condotto l'Ungheria, in pochi anni, ad un tasso di disoccupazione attuale del 3,8% dall'11,3% del 2010, e ad una crescita economica straordinaria, annunciata dal Fondo Monetario Internazionale per questo 2018, con il PIL (prodotto interno lordo) al 4,3%  (v. QUI).

Tutto grazie ad una moneta sovrana (il Fiorino), le giuste politiche fiscali ed il coraggio necessario per cacciare gli "squali" dell'FMI (di proprietà dei Rothschild) che, con i suoi regimi di austerità, sta lentamente portando l'intera Europa sul fondo di un baratro senza via d'uscita.


Viktor Mihály Orbán - nato il 31 maggio 1963  (55 anni).

Ma ecco il brano pubblicato da "Le Figaro" in data 6 luglio 2018, firmato da:

Joseph Yacoub, nato in Siria a Hassaké, nel nord-est del paese, il 2 luglio 1944, è un esperto dei diritti dell'uomo, delle minoranze etniche, linguistiche, religiose e culturali nel mondo e dei cristiani d'Oriente.

È stato professore di Scienze Politiche all'Università Cattolica di Lione dal 1975 all'ottobre 2011, nonché titolare e fondatore della cattedra «Memoria, culture e interculturalità»  dell'Unesco,  sempre nello stesso ateneo.

I suoi lavori sono stati oggetto di numerose recensioni e analisi critiche.

In questo articolo egli traccia la singolare storia dell'Ungheria. Secondo lui, è solo concentrandosi sul patrimonio di questo paese atipico che è possibile cogliere la sua relazione contemporanea con la nazione.


Joseph Yacoub - nato il 2 luglio 1944  (74 anni).

L'Ungheria (o Magyarorszag) è uno stato europeo, tuttavia ha i suoi particolari tratti identitari, spiegati dalla storia e dalla geografia, che ne determinano in gran parte le scelte e ne modellano la condotta.

A ciò va aggiunto un linguaggio né germanico, né slavo, e ancor meno latino (eccetto l'alfabeto), che appartiene invece al ceppo ugro-finnico.

Questo,  aiuta a comprendere  il  perché  tale  paese  sia  così  legato al suo  passato  e alla  sua  cultura,  tanto da  non  gettarsi  a  mani vuote,  e  senza difesa,  nelle  braccia della compagine europea, specialmente nell'àmbito migratorio esploso nel 2015, e sull'esercizio  della  democrazia.

Nel mezzo della Mittel Europa (o Centroeuropa, termine evocante l'ambiente e la tradizione culturale dell'impero asburgico al suo tramonto; ndt), distinta dai tedeschi e dagli slavi, questo territorio ha avuto un destino singolare e una storia dolorosa, quanto terribile.

In più, i suoi limiti territoriali sono mutati fortemente nel corso dei secoli, in balìa dei conquistatori, in particolare dopo il trattato del Trianon (il 4 giugno 1920; ved. QUI), che li sezionò.

Il paese fu invaso dai Tartari nel 1241 e occupato per lo più dai Turchi, durante 150 anni dal 1526 al 1686.


"L'Entrata degli Ungheresi" (dettaglio) di Árpád Feszty  (1892-1894)

Successivamente, conobbe il lungo dominio degli Asburgo dal 1686, prima di pervenire nel 1867 al compromesso austro-ungarico.

Avendo il trattato del Trianon smembrata e suddivisa in tre parti la nazione perdente, ciò fu recepito come un grave shock dagli ungheresi e considerato umiliante, poiché la loro terra venne largamente amputata a beneficio dei paesi vicini (Romania, Serbia, Slovacchia, Ucraina) e ridusse significativamente la sua popolazione.

Nel periodo tra le due guerre, l'Ungheria fu segnata dal regime reazionario e ultraconservatore dell'ammiraglio Miklos Horthy, che si avvicinò all'Italia fascista e alla Germania hitleriana.

La nazione fu allora occupata dalle truppe tedesche, e gli ebrei, di conseguenza, furono vittime di numerose misure discriminatorie e subirono la deportazione.

Liberata dall'esercito russo nell'ottobre 1944, cominciò un po' più tardi la tirannia comunista. Così, all'indomani della seconda guerra mondiale, le cose erano ben lungi dall'essere risolte.


Smembramento e spartizione dell'Ungheria dopo il Trattato del Trianon.

Torniamo alla storia che ci permette di capire il presente.

Il decimo secolo fu un punto di svolta, perché il paese, che prende il nome di Magyar, fece una scelta per il cristianesimo sotto Re Stefano (997-1038) ‒ erede di Arpad, il quale unificò sette tribù giunte dagli Urali e dal Volga, nell'895.

Questo primo monarca, che fu consacrato re nel 1001 e canonizzato nel 1038, è considerato il fondatore dello Stato ungherese cristiano (la Corona di Santo Stefano; ved. QUI; ndt).

Da allora, si parla dei Magiari come detentori di un ricchissimo patrimonio cattolico; lo dimostrano Esztergom, a nord di Budapest, e Pécs. Inoltre, la Cattedrale di Pest porta il nome di Re Stefano.

Prima di questo periodo, ma successivo ai Romani, che la chiamarono Pannonia, il paese fu invaso nel V secolo da tribù di origine asiatica: gli Unni, tra i quali si distinse Attila ‒ il famigerato "flagello di Dio" ‒ e gli Àvari, che si stabilirono nel bacino del Danubio.

Anche re Mathias Corvin emerge come figura importante del XV secolo (1440-1490) agli albori del Rinascimento e dell'Umanesimo: promosse attività culturali e fondò l'Università di Buda.

Fu cruciale, invece, il XVI secolo, perché vide l'avanzata ottomana. La caduta di Belgrado, nel 1521, sotto la regìa di Solimano il Magnifico, preluse all'occupazione di gran parte dell'Ungheria.

Dopo la sconfitta dell'esercito magiaro a Mohacs nel 1526, la capitale Buda verrà occupata soltanto nel 1541, alla quale faranno seguito Esztergom (centro religioso nazionale) Szeged nel 1543, Eger nel 1552, così come Visegrad, Hatvan e Temesvar. (Timișoara, pronuncia italiana: Timiscioàra; ndt).


"Carica di Nikola Šubić Zrinski della fortezza di Szigetvár"  di Johann Peter Krafft  (1780-1856).

Dal punto di vista amministrativo, le regioni occupate furono organizzate secondo il modello turco a Vilayet e Sandjak. Durante quel periodo, le chiese furono trasformate in moschee, i luoghi sconvolti e i territori spopolati.

Ancor oggi, alcune vestigia architettoniche testimoniano quel dominio straniero, specialmente a Pécs con i suoi luoghi di culto musulmano e il minareto di Eger che è, tuttavia, sormontato in alto da una croce.

Fieri dei propri particolarismi, gli ungheresi furono in grado di resistere alle successive occupazioni. Diventando cristiani nel X secolo, fecero di questa scelta un loro vessillo, in simbiosi con il resto d'Europa (che ha tradito, però, miseramente le sue radici come descritto QUI e QUI; ndt).

Il capitano Istvan Dobo, combattente della prima ora, resistette eroicamente ai turchi nel 1552. Diventato leggendario, la sua effige troneggia ora al centro della bella piazza di Eger, che porta il suo nome.

E contro gli Asburgo, sotto la leadership di Ferenc Rakoczi, nativo della Transilvania, il paese intraprese una guerra d'indipendenza dal 1707 al 1711. 


"Ritratto del principe Ferenc Rákóczi II" di Mányoki Ádam  (1673-1757).

Per affermare la propria identità linguistica rispetto al tedesco e al latino, l'ungherese divenne l'idioma ufficiale del paese, nel 1844.

Durante la rivoluzione del marzo 1848 (un periodo assai turbolento), lo statista Jozsef Eötvös fu un valoroso difensore della libertà e della democrazia, secondo i suoi scritti.

Il 23 ottobre 1956, gli ungheresi scatenarono l'insurrezione contro il regime socialista filo-russo che segnò fortemente le loro coscienze.

In quel tempo, anche se il comunista Imre Nagy, capo del governo dal 1953 al 1955, concesse delle riforme e adottò delle misure di liberalizzazione, nondimeno, i carri armati sovietici invasero il paese il 4 novembre del '56 e Imre Nagy fu impiccato due anni dopo, nel 1958. (Cfr. QUI; ndt).

Ma poiché ogni cosa ha una fine, all'indomani del 1989-1990, i dati cambiarono sostanzialmente a favore della democrazia, tanto che Imre Nagy fu ampiamente riabilitato.

Sui biglietti della valuta (il Fiorino), figurano nomi illustri come quelli di Ferenc Rakoczi, Mathias Kiraly, Bethlen Gabor e del conte Istvan Széchenyi (1791-1860) ‒ fondatore dell'Accademia ungherese delle Scienze ‒ che fece costruire il primo ponte sul Danubio (il ponte delle Catene), collegando Buda a Pest.


Il  25  aprile  2011,  il  paese  ha  varato  la  sua  seconda  Costituzione,   molto  diversa  da  quella  del 1990 del post-comunismo. Fondamento del suo ordine giuridico, essa si distingue per la sua originalità su un certo numero di punti, non immuni da contestazioni.

Si riferisce a Dio, al cristianesimo e alla famiglia definendosi europea. Inizia così: «Che Dio benedica gli ungheresi!» Il suo preambolo si intitola: «La professione di fede nazionale (Nemzeti hitvallas) è una sintesi dei principi per guidare il paese».

Vi si ricorda con fierezza che re Stefano, mille anni fa, fondò lo stato ungherese su solide basi e fece della patria una componente dell'Europa cristiana.

Riporta pure come «i nostri antenati lottarono per la sopravvivenza, la libertà e la sovranità della nostra nazione» e che il popolo ungherese «combatté per secoli al fine di difendere l'Europa, contribuendo ai valori comuni attraverso il suo talento e la sua assiduità».

Viene riconosciuto il ruolo svolto dal cristianesimo nella custodia della nazione, precisando che nel paese si rispettano le differenti tradizioni religiose.

In quanto alle minoranze etniche che vi abitano, queste fanno parte della comunità politica ungherese essendo parti costitutive dello stato. Su dieci milioni di abitanti, infatti, il 10% della popolazione appartiene ad esse.

D'altronde, il paese è impegnato a preservare e a mantenere la cultura ungherese, «la nostra lingua unica» ma anche il linguaggio e la tradizione delle altre etnie che vivono in Ungheria.





Cosa importante è che vi si afferma quanto il patrimonio culturale sia «un ricco apporto alla diversità dell'unione europea» e insiste sui cardini essenziali della vita in comune basati sulla famiglia e sulla nazione.

Il preambolo dice che il paese rispetta «la Santa Corona, che incarna la continuità costituzionale dello Stato ungherese e l'unità nazionale».

Per quanto concerne gli ungheresi autoctoni che vivono nei paesi limitrofi in seguito al trattato del Trianon (ved. anche QUI; ndt), si vuole ascoltarli, sebbene ciò non sia senza problemi.

Verso di loro, il governo attua misure protettive, suscitando spesso timori agli stati vicini, che sospettano finalità irredentiste.

L'articolo D della suddetta Costituzione stabilisce: «Tenendo presente che esiste una sola nazione ungherese unita, l'Ungheria si assume la responsabilità della condizione dei compatrioti che vivono fuori dai confini del paese. Essa aiuta il mantenimento e lo sviluppo delle loro comunità.

Sostiene gli sforzi fatti per conservare la "magiarità" personale, per custodire i diritti individuali e collettivi, per creare organi comuni di autogestione e prosperare sulla propria terra d'origine. Promuove la cooperazione tra loro e l'Ungheria».

Vivendo una tale storia, spesso radicata nei ricordi e supportata da disposizioni costituzionali, quale conciliazione può sorgere all'orizzonte?

È una sfida per l'Europa.

Joseph Yacoub

Traduzione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte: lefigaro.fr

sabato 7 luglio 2018

Macron‒Bergoglio: feeling davvero molto pericoloso




Sebirblu, 7 luglio 2018

Il 26 giugno scorso, Emmanuel Macron e Jorge M. Bergoglio si sono incontrati per la prima volta a Roma, in Vaticano.

Il giovane presidente vi si è recato, non solo per far visita al "Vescovo di Roma" col quale sembra avere molte affinità specialmente sui migranti, ma soprattutto per ricevere l'onorificenza di "protodiacono onorario dell'ordine lateranense" che tutti i capi di stato francesi hanno ricevuto da Enrico IV in poi, salvo rifiutarlo, come hanno fatto i presidenti Mitterrand, Pompidou e François Hollande.

Del Falso Profeta (Francesco 1°) mi occupo ormai da diverso tempo, perché rappresenta la "bestia salente dalla terra", (cliccare "Bergoglio" sulle Etichette, leggendo nel frattempo anche QUI e QUI), ma di Macron ne parlo soltanto ora perché, a mio avviso, raffigura la "bestia che sale dal mare" (ved. Apoc. 13, 1-18; ricordando che il mare, in senso biblico, rappresenta il caos, il tumulto delle nazioni) essendo egli emerso da poco sulla scena del mondo.

Incarnazione dei poteri forti ed ex banchiere d'affari, egli ha iniziato la sua carriera nell'amministrazione pubblica come ispettore delle finanze.

Il suo percorso lampo ha preso il via nel 2008 quando è diventato relatore alla Commissione Jacques Attali (mentore di Macron ed eminenza grigia del globalismo più sfrenato – ved. QUI e QUI) il quale lo ha presentato ad Hollande al fine di rilanciare la crescita economica.




Nello stesso anno è entrato a far parte della banca Rothschild & Cie, diventandone socio-gerente nel 2010, che gli ha permesso di diventare milionario effettuando una transazione di 11,9 miliardi di euro.

Vicesegretario generale e ministro dell'economia sotto Hollande, ha fondato il movimento europeista "En Marche!" decidendo poi di candidarsi alle elezioni per la presidenza, supportato da 3,7 milioni di euro in donazioni private.

Da dove proveniva tale sostegno, se non dall'Élite al potere, visto che il suo partito non beneficiava ancora di finanziamenti pubblici?

Il 7 maggio 2017, ha vinto la corsa alla campagna presidenziale, battendo la Le Pen, con il 66,06% dei voti ("guarda caso"), che lo hanno proiettato all'Eliseo (o meglio nell'Olimpo... visto quello che ha dichiarato QUI: "Sarò un presidente «Jupiter», ossia come Zeus, primo fra tutti gli dei") per dirigere la Repubblica francese.

L'incontro con il "papa" ha un inquietante significato escatologico perché, come ampiamente risaputo, l'Oligarchia occulta dà molta importanza alle date e all'aspetto esoterico degli eventi, essendo costituita da sionisti-massoni che praticano la Cabala ebraica.

Perciò, ogni incontro tra le due "bestie" apocalittiche ha una valenza particolare nello scenario di questi tempi finali perché tutto è calcolato al millesimo; non c'è dubbio su questo.

Infatti, precisamente nel lontano 26 giugno 2000, la Santa Sede decise di rivelare, bleffando, perché non lo espose tutto e ne diede una spiegazione alquanto sbrigativa, il misterioso contenuto del Terzo Segreto di Fatima.




Accadde proprio 18 anni fa, eguali a 216 mesi, e il numero 216 è il risultato della moltiplicazione di 6x6x6 corrispondente alla famigerata cifra dell'Anticristo (666).

Questo è un indizio notevole perché certamente non è un "caso", ma una scelta volontaria.

D'altra parte, dobbiamo ricordare che Fatima viene considerata una delle apparizioni connesse alla "fine del mondo" in cui, nel Terzo Segreto, viene annunciata l'apostasia della Chiesa e l'infiltrazione di Satana sino al suo vertice (cfr. QUI, QUI e QUI).

Il risultato è evidente! Le due compagini: l'una politica, mondana, economica e materialista rappresentata dalla "bestia che sale dal mare" – Emmanuel Macron – e l'altra, religiosa, apostata e fuorviante, nel cercare di unificare le chiese con un falso ecumenismo a discapito della divinità del Cristo e della devozione a Sua Madre per compiacere i protestanti, ossia la "bestia della terra" – Jorge M. Bergoglio – si sono incontrate!

Ed è stato amore a prima vista! Sussurri, baci, abbracci e carezze... addirittura da parte di Macron verso il "papa" quando avrebbe dovuto, semmai, baciargli l'anello!

A cosa sono dovute tutte queste effusioni? Quando mai si è visto un pontefice "flirtare" così con i poteri forti del mondo, soprattutto massonici, quando la stessa Massoneria è stata condannata più di una volta dalla Chiesa stessa? (Ved. QUI i proclami di San Pio X).

Già c'era stato un preludio nello scambio simultaneo delle due parti tra Roma e Torino, equivalenti alle due bestie descritte da me QUI e alla partecipazione di Bergoglio al Convegno internazionale delle chiese a Ginevra QUI, il 21 del mese scorso.

Con  il recente evento  del  26  giugno in Vaticano  (sempre che si abbiano gli occhi per vedere),  si può constatare che i "lavori" per l'avvio di un Nuovo Ordine Mondiale e  della  distruzione  della  Chiesa Cattolica  (come  descritto  nel  Terzo Segreto  in  cui  muoiono  tutti) sono ormai a buon punto, onde favorire l'ingresso "trionfale" dell'Anticristo  sulla  scena  planetaria.

D'altronde, il nome del presidente francese "Emmanuel" (che significa "Dio con noi", attribuito nel Vecchio Testamento al Messia in Is. 7,14), non è forse già inquietante da sé, dal momento che di simile al Cristo non ha nulla, semmai il contrario?



Eliseo: il 21 giugno 2018, Macron e consorte onoravano il Festival della... "perversione nel mondo?"
Ginevra: il 21 giugno 2018, Bergoglio onorava l'Ecumenismo per "l'Unità religiosa del mondo"... QUI.
Importante documentarsi QUI e QUI

Macron  si  è  contraddistinto  anche  per  gli  improperi  e  gli  insulti  prodigati  senza riserve al suo stesso popolo e ultimamente anche a quello italiano per aver respinto le navi cariche di migranti. Confrontare QUI e, di seguito, la mappa apparsa sui social network che ha dell'incredibile!




Non solo, ma egli ha avuto l'iniziativa, per la difesa dell'Europa, di raggruppare una coalizione formata da 10 paesi, di cui 9 hanno già firmato e sono: Francia, Germania, Gran Bretagna, Estonia, Belgio, Olanda, Danimarca, Spagna, Portogallo, e l'Italia, che in un primo tempo aveva aderito, ma poi con il nuovo governo ha puntualizzato che avrebbe dovuto esaminare meglio tutte le opzioni. (Ved. QUI e QUI in francese).

Pertanto, il fatto sicuro è che l'attuazione della profezia apocalittica dell'apostolo Giovanni, scritta due millenni fa, si sta delineando sotto i nostri occhi:

«Le dieci corna che hai viste sono dieci re, i quali non hanno ancora ricevuto un regno, ma riceveranno potere regale, per un'ora soltanto insieme con la bestia. Questi hanno un unico intento: consegnare la loro forza e il loro potere alla bestia. Essi combatteranno contro l'Agnello, ma l'Agnello li vincerà, perché è il Signore dei signori e il Re dei re e quelli con lui sono i chiamati, gli eletti e i fedeli». (Ap. 17, 12-14).

Ecco  due  video  chiarificatori  sulla  personalità  contorta  dell'Uomo  che  si  è recato ad incontrare il "Vescovo di Roma", a lui tanto affine esotericamente: il primo riguarda il parere analitico di uno psichiatra italiano, il prof. Adriano Segatori, e il secondo presenta un Macron "educatore" mentre, in modo "disinvolto", blandisce satanicamente dei bambini in un'aula scolastica. Chi non dovesse visualizzarli sullo smartphone clicchi QUI e QUI.






"Con Macron le "Potenze" al dominio del mondo hanno gettato definitivamente la maschera. Ora agiscono con una spudoratezza mai vista prima. Il discorso di ringraziamento del neopresidente francese, l'anno scorso, è avvenuto nella piazza antistante il museo del Louvre.

Le telecamere immortalavano Macron che arringava la folla mentre la famosa piramide di vetro del Louvre risaltava spettralmente alle sue spalle (composta da 666 rombi, come riportava "la Repubblica", QUI, nel 2010; ndr).

Perché questa opzione singolare? Perché Macron ha scelto di far suonare l'«Inno alla gioia» di Beethoven, specifico per l'Unione Europea e non la Marsigliese, simbolo secolare del popolo francese che è stata eseguita dopo?" (Estratto da QUI).




Tutte domande inquietanti, ma giustificate dal succedersi degli eventi, e assimilate caparbiamente alla sfera "complottista" anche da coloro che si definiscono "buoni cristiani", ma che insistono a sonnecchiare o a voler ignorare la realtà di questi "Tempi ultimi"  anticipati  e  descritti  molto  bene  dalle  Sacre  Scritture.

Purtroppo, dobbiamo aspettarci l'inevitabile, sperando che la "tresca" fra le due bestie apocalittiche, presto coronata dalla comparsa dell'«Uomo della Perdizione» (cfr. QUI e QUI), possa far destare, nonostante gli osanna della folla immensa che lo acclamerà, almeno coloro che iniziano ad avere qualche dubbio sullo scenario sempre più fosco che abbiamo davanti.

... sed portae inferi non praevalebunt...