mercoledì 31 maggio 2023

I Segreti del N°6 nel nostro Tempo e in Apocalisse




Sebirblu, 31 maggio 2023

Il primo pensiero che la cifra "6" porta alla mente è quello menzionato in Ap. 13,18 indicante il 666 come numero della Bestia o numero d'uomo.

È stato il vescovo teologo e padre della Chiesa S. Ireneo da Lione, studioso di Gematria ebraica, a delineare il 666 come "numero della Bestia" riferentesi all'«anti-Cristo», simbolo del male e del disordine. (Per maggiori approfondimenti QUI).

Ma è stata la Vergine Maria ad averne rivelato il significato profondo a don Stefano Gobbi (fondatore del Movimento Sacerdotale Mariano) in una locuzione del 17 giugno 1989.

Ella spiegò che nell'anno 666 d.C. l'Islam ebbe la sua maggiore espansione; che intorno al 1332 (666 x 2) la corrente anticristica si manifestò con un radicale attacco alla fede nella parola di Dio provocando enormi divisioni (la questione del "filioque") ed infine, che nel 1998 (666 x 3) sarebbe stata consolidata la congiura per eleggere l'Anti-papa e la falsa Chiesa. (Cfr. QUI e QUI; ndr).

E, in effetti, fu dal 1996 che iniziò il complotto di alcuni cardinali (la cosiddetta "Mafia di San Gallo") per preparare l'ascesa di Bergoglio al soglio pontificio. (Cfr. anche QUI QUI).

Tra l'altro qualche giorno prima (il 13 giugno 1989), la Madonna aveva precisato:

«La  Bestia  nera  simile  ad  una  PANTERA  indica  la  Massoneria.  La  Bestia  con due corna, simile ad un AGNELLO (cfr. QUI e QUI; ndr), rappresenta la stessa penetrata all'interno della Chiesa, ossia la Massoneria ecclesiastica propagatasi soprattutto fra i membri della gerarchia.

Questa infiltrazione vi è già stata predetta a Fatima, quando ho annunciato che Satana si sarebbe introdotto fino al vertice della Chiesa.

Se il compito del Movimento massonico è di condurre le anime alla perdizione portandole al culto di divinità fittizie, lo scopo della Massoneria ecclesiastica è di distruggere il Cristo e la sua Chiesa, costruendo un nuovo idolo, un falso Cristo ed una falsa Chiesa» (Cfr. QUI e QUI; ndr).

Bisogna considerare inoltre, che l'aspetto più importante del numero "6" è la immagine di due triangoli rovesciati, emblema della Stella di David, discendenza regia in cui si manifestò il Cristo. (cfr. QUI).

Ogni uomo è costituito di una parte divina, lo Spirito, avente l'impronta trina dell'Eterno: Potenza ‒ Sapienza ‒ Amore; ed una trinità umana, l'Anima (o psiche) dotata di Pensiero, Ragione e Coscienza, mirabile corredo al suo percorso vitale. (Cfr. QUI).




Ma osserviamo tale cifra sotto due altre prospettive che meritano di essere prese in considerazione.

La prima è il frutto di un'analisi emersa già in tempi remoti e confermata ora da alcuni mistici moderni, come dimostrano i brani da me scelti scritti dal professore Johannes De Parvulis: ved. QUI e QUI.

La seconda, invece, è scaturita dalle riflessioni di Louis d'Alencourt, fervente studioso di escatologia, dal cui sito ho tratto un passo molto significativo ed illuminante.

L'importanza del nostro tempo – Il sesto periodo.

Al termine di ogni settimana c'è un settimo giorno che per natura è diverso dagli altri. Il tramando vuole che anziché servirsene per il lavoro, sia utile all'elevazione dell'anima e al riposo del corpo. Si tratta della Domenica.

Stando alla Bibbia, anche la Settimana della Creazione ha la sua "Domenica", il settimo giorno, ed è quello in cui Dio smise di creare per "riposarsi".

Questo ci permette di capire che la nostra settimana e quella biblica hanno un'identica struttura, riassunta nell'espressione 6 + 1 = 7, dove il numero "6" indica i giorni lavorativi, il numero "1" la domenica, e il numero "7" il totale dei due numeri addizionati. E fin qui nulla di nuovo.

Quello che invece si presenta come nuovo (anche se si tratta di una verità antica che le ere hanno fatto dimenticare) è l'esistenza della Settimana universale, concepita dall'Eterno per contenere il suo disegno, chiamato "Piano di Salvezza".

Il suo assetto si presenta come quello impiegato per la Creazione perché contiene sette periodi posizionati nello stesso ordine, corrispondenti a 7 millenni.

Alcuni  teologi  rifiutano  questa  verità.  Ma perché?  I primissimi Padri della Chiesa (Sant'Ireneo di Lione per esempio), hanno parlato apertamente della Settimana universale.

Anche se il tempo ha cancellato il ricordo di questo loro insegnamento, ciò non basta per dire che lo si debba rigettare. Nella Sua infinita Sapienza, l'Altissimo permette che in certi casi un velo nasconda una data verità finché non arrivi per essa il momento di riprendere vita.

Adesso il concetto di Settimana universale è di ritorno, e non per iniziativa umana ma per volontà divina. È Dio che parla tramite i profeti cristiani contemporanei.

Se ciò avviene in quest'arco cronologico, una ragione esiste di sicuro. E il motivo è che oggi, nel campo del Signore, il grano seminato dal Cristo duemila anni fa è ormai giunto a maturazione.

Essendo perciò arrivato il tempo della mietitura, Dio, prima di procedere, vuole aiutare coloro che per amore non hanno smesso di mantenersi in Suo ascolto. In che modo? Permettendo loro di riscoprire quello che il passar dei secoli ha distorto o fatto dimenticare.




Un altro esempio probante concerne l'età dell'essere umano. Alla domanda: «Da quanti eoni l'uomo vive sulla terra?», la scienza offre risposte che variano da uno scienziato all'altro, da un'epoca all'altra, mentre la verità, la sola ed unica Verità, è quella che Dio ci rivela.

Il messaggio che segue, ricevuto il 29 gennaio 1919 da Luisa Piccarreta, costituisce un riscontro, uno fra i tanti, di ciò che abbiamo appena detto. Gesù afferma che l'uomo (con la sua densità fisica; ndr) si trova sulla terra da 6.000 anni e si esprime così:

«Figlia mia diletta, voglio farti conoscere l'ordine della Mia Provvidenza: ad ogni corso di duemila anni Io rinnovo il mondo. (Il "2" corrisponde al Cristo – seconda Persona della Trinità – e caratterizza un movimento di fatica, di sacrificio terreno; ndr).

Passati i primi 2000 anni, ho rigenerato il pianeta col diluvio. Dopo i secondi 2000 (ossia al compiersi dei 4 millenni, durante i quali operarono 24 profeti; ndr), i buoni e gli eletti hanno vissuto assimilando i frutti della Mia Venuta e a sprazzi beneficiando della Mia Divinità. (Manifestazione di Betlemme; ndr).

Ora siamo alla fine dei terzi 2000 anni (cioè 6000; ndr), e ci sarà un terzo Rinnovo. Ecco perciò lo scompiglio generale, che è soltanto un preparativo all'imminente Trasformazione».

Luisa Piccarreta non è l'unica mistica che affronti questo tema. Ne parlano anche altri. Per esempio, il libretto "Cœurs Unis de Jésus et de Marie" contiene rivelazioni analoghe.

Una  di  queste  ci  permette  di  dedurre  che  la  "Settimana universale"  è  composta da sette millenni, e che adesso l'Umanità si trova alla fine del sesto e all'inizio del settimo.

La citazione seguente è la traduzione italiana del testo situato alle pagine 15 e 16.

"La Voce interiore dice: «Sì, voi vi alzate all'alba di una giornata tutta nuova. Presso Dio, mille anni sono come un giorno, e questo giorno sarà pari a una Domenica: l'Era dello Spirito Santo». 

Mi sembrava che 4000 anni fossero attribuiti al Padre, 2000 al Figlio, e 1000 allo Spirito Santo."

[Come intuì il famoso monaco cistercense Gioacchino da Fiore (1130‒1202) QUIche menzionò per primo le tre Epoche; ndr].

Questo annuncio, che per me possiede tutti i caratteri della veridicità, ci permette di capire che i primi 4000 anni si riferiscono alla durata dell'Antico Testamento, mentre i successivi 2000 ne raffigurano il Nuovo (ossia il Vangelo; ndr).

Per completare il ciclo totale di 7000 anni manca, dunque, solo 1 millennio. Quello che l'Umanità sta iniziando ora. È l'ultimo della storia, perché viene in settima posizione, e come tale assume il ruolo di una "Domenica".

(da Dominus = Signore, perciò tempo del Signore, proprio i 1000 anni di pace descritti in Apocalisse 20, 1-10; ndr).


"Nel Tempo e fuori dal Tempo" di Marcello Ciampolini

Ma è Louis d'Alencourt,  in un estratto prelevato dal suo ultimo articolo,  come suddetto, a ribadire esaurientemente – confermandoli – questi concetti ricchi di significato numerico relativi al nostro tempo.

Il sesto periodo dell'Apocalisse, ora in corso, corrisponde all'epoca dell'Anticristo e all'era dell'Acquario, poiché questo è il momento in cui Satana governa il mondo intero, anche dentro la Chiesa ufficiale.

È il racconto della Samaritana descritto nel Vangelo di Giovanni (4, 5-42) a svelarne il senso recondito e sconosciuto alla consueta immagine tradizionale.

Molti esegeti hanno ravvisato nella parabola una raffigurazione acquariana, perché è l'unico passaggio del Nuovo Testamento dove si parla di una portatrice d'acqua in una brocca: la donna di Samaria, appunto.

Vi si dice che Gesù arrivò al pozzo di Giacobbe alla sesta ora (a mezzogiorno; ndt). Tale asserto rivela un primo indizio importante: l'Era dell'Acquario è strettamente legata al sesto periodo.

In secondo luogo, bisogna tener presente che parecchi teologi, a cominciare da Sant'Agostino, hanno identificato la Samaritana con la Chiesa.

Non soltanto avevano ragione, ma si può dire che tale accostamento "collima" perfettamente con la sesta fase apocalittica, perché gli Ebrei consideravano gli abitanti della Samaria alla stregua di stranieri a cui non veniva rivolta nemmeno la parola.

Da qui lo stupore della donna quando il Cristo le si rivolge per attingergli dell'acqua: «Come mai tu, che sei Giudeo, chiedi da bere a me, che sono una samaritana?»

Ebbene, questa visione della Chiesa d'oggi apostata perché tradisce Dio è molto adeguata ad un personaggio "straniero" per Gesù, tanto che Lui le dice: «Ma quando tornerà il Figlio dell'Uomo, troverà la fede sulla Terra?» (Lc. 18,8).

La parte più saliente e significativa però riguarda la domanda che Egli pone alla donna di andare a cercare suo marito, e alla risposta di lei di non averne, Egli replica: «È giusto, tu non hai marito! Ma ne hai avuti cinque e quello che hai adesso non lo è veramente».


C. Michael Dudash 

Ribadendo il concetto paritetico della parabola con l'Era dell'Acquario e il sesto periodo apocalittico, ne emerge nitido il disegno satanico consolidatosi del tutto con l'apertura del Concilio Vaticano II, voluto da Giovanni XXIII.

Ne abbiamo la prova avendo considerato che si sono succeduti 6 papi da allora, 6 pontefici di cui 5 legittimi e il presente no, essendo il "Falso Profeta". (Cfr. QUI).

Per questo Gesù ha precisato alla Samaritana (la Chiesa, Sposa di Cristo; ndt) che non era "veramente" suo marito.

La profezia di Malachia lo conferma: l'ultimo papa della sequenza era il 111° – Benedetto XVI – seguito da quello fuori lista chiamato "Pietro il Romano", per far comprendere che sarebbe stato un impostore ad occupare il trono apostolico.

Anche Sant'Agostino nel suo commento al Vangelo spiega che i 5 primi mariti erano legittimi, mentre per l'ultimo, la donna si trovava probabilmente in una situazione di adulterio e noi ravvisiamo in questo la "Grande Prostituta" in compagnia del Falso Profeta.

Questa è la ragione per cui la Vergine a La Salette disse che "Roma perderà la fede e diverrà la sede dell'Anticristo". 

Conclusione

Sapendo perciò che il giorno domenicale ha come ragion d'essere il riposo fisico e l'elevazione dello Spirito, il risultato dell'intero ragionamento è che il presente millennio, terzo dell'era di Cristo ed ultimo della storia umana, sta per essere dedicato alla rigenerazione spirituale dell'Umanità, un ideale che porterà Pace, Gioia e Benessere.

Gli abitanti della Terra si accorgeranno che questo periodo è lo stesso descritto da Giovanni all'inizio del 20° capitolo dell'Apocalisse, quello del "Millennio felice".

Come si vede, solo con una ricerca approfondita, volta a conoscere meglio i segni dei tempi, è possibile scoprirne i risvolti meravigliosi e chiarificatori. Nulla è dovuto al caso in ciò che esiste!




Relazione, traduzione, adattamento e cura: Sebirblu.blogspot.it

Fonte: estratto da "Il Regno dei Giorni felici" di Johannes De Parvulis
     "    : legrandreveil.wordpress.com

domenica 28 maggio 2023

Pentecoste: Valtorta‒Emmerick. Visioni a confronto




Sebirblu, 28 maggio 2023

I due brani che ripubblico, nella solenne festa di Pentecoste, sono dedicati a tutti gli ardenti che ancora rimangono nel mondo, ossia al "Piccolo Resto" che, sfinito dalla lunga attesa, deriso e bistrattato da tutti, continua fiducioso a pregare e ad impetrare dal Cielo la Grazia dell'Avvertimento (cfr. QUI, QUIQUI, QUI e QUI), affinché l'Umanità prenda coscienza dell'esistenza di Dio e della propria Origine sostanziale.

Questo vuol essere solo un invito alla riflessione e alla ricerca, confrontando i testi con la Sacra Scrittura per una maggior Luce spirituale, in attesa di ciò che verrà su tutti noi molto presto, come ci è stato ripetutamente promesso mediante numerosi mistici e profeti.

L'evento della discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli, che rappresentano le 12 tribù di Israele e perciò tutta l'umanità moltiplicatasi e diffusasi su tutta la Terra, sta ad indicare l'Unica Parola di Dio ‒ Fuoco Sapienza-Amore ‒ intesa e compresa da qualsiasi essere umano, in contrapposizione alla diversità dei linguaggi causati dalla superbia e dall'odio all'epoca della mitica Torre di Babele.

Per il popolo ebraico, la Pentecoste è la ricorrenza del momento in cui, passati 50 giorni dalla propria liberazione dall'Egitto (da cui il nome specifico), ricevette le Tavole della Legge (la Torah) per mezzo di Mosè sul monte Sinai.

Per i cristiani invece, tale festività, trascorsi sempre 50 giorni dalla Pasqua di Resurrezione (cfr. QUI), ricorda la nascita della Nuova Chiesa Apostolica con l'inizio dell'evangelizzazione per tutte le contrade del mondo.




La Discesa dello Spirito Santo secondo la visione di 
Anna Katerina Emmerick

Le Lingue di Fuoco

"Alla vigilia della festa, la sala del Cenacolo era adorna di piante, ai rami delle quali erano appesi mazzi di fiori e verdi ghirlande.

Pietro indossava i suoi paramenti episcopali. Di fronte a lui, stava la Vergine. Gli Apostoli stavano ai lati con il viso rivolto verso il Capo della Chiesa.

Quando Pietro benedisse i pani, che poi distribuì prima alla Vergine, e poi agli Apostoli, erano presenti dentro la sala almeno centoventi persone, senza contare le pie Donne.

A mezzanotte si avvertì una straordinaria commozione sulla natura, mentre una soprannaturale tranquillità dominava il Cenacolo, dove regnava un religioso silenzio.

Verso il mattino, vidi sollevarsi dall'Orto degli Ulivi una nube bianca e splendente, che si spostò verso il luogo sacro. Osservata a distanza, essa appariva come un globo sospinto da una brezza soave e confortevole.

A grado a grado che si avvicinava a Gerusalemme, essa diveniva sempre più radiosa e diafana; poi si arrestò sul Cenacolo. Come sospinta quindi da un vento impetuoso, discese.

Nel provar commozione alla vista di quella nube, molti giudei corsero spaventati verso il Tempio, poiché temevano che fosse imminente una burrasca.

Ma la nube veniva dal Cielo e non dalla Terra; non era cupa ma luminosa; non era pervasa di fulmini, né sospinta dal vento. Man mano che essa scendeva verso il Cenacolo, diventava sempre più splendente.

Dalla nube irraggiarono fasci luminosi, i quali si dipartivano lungo sette linee che incrociavano e andavano verso il basso in delicate sfumature pari a lingue di fuoco.

Il punto, dove i sette fasci si intersecavano, era abbellito da un arcobaleno. Là apparve una mobile e luminosa figura che aveva ali a guisa di raggi abbaglianti.

All'interno del Cenacolo, la lampada a cinque bracci non dava ormai più luce. I presenti erano rapiti in estasi: alzavano il volto con le labbra dischiuse, come assetati.

Poi, nella bocca di ognuno penetrò una vampa di luce simile a lingua di fuoco. Tali fiamme si estesero anche ai discepoli e alle pie Donne che stavano all'interno del vestibolo.




In tal modo, la nube luminosa si dileguò, a misura che proiettava i suoi raggi sui congregati al Cenacolo. Notai che le fiamme discendevano sopra ognuno, ma in fogge diverse per forma, colore e qualità.

Dopo quella pioggia meravigliosa, tutti gli astanti si sentirono rianimati, ardenti di zelo, giulivi e vibranti di santo ardire. Tutti circondavano la Vergine che era serena e raccolta in preghiera.

Poi gli Apostoli si abbracciarono con fraterno entusiasmo. Si dicevano tra loro:

‒ Come eravamo noi prima? Come siamo adesso?

Tutti i presenti sentivano in sé stessi una nuova vita, una piena soddisfazione, una illimitata fiducia in Dio e una santa audacia di far del bene. La loro esultanza si manifestò in azioni di grazie, poiché tutti ringraziarono l'Altissimo di quanto avevano visto e di quanto provavano in cuore.

Molti forestieri di buona volontà, intervenuti alle feste di Pentecoste, sperimentarono pure i benèfici effetti per la venuta dello Spirito Santo, poiché ricevettero interne illustrazioni spirituali. Invece i cattivi si impressionarono e si indurirono nei loro riprovevoli propositi.

Intanto Pietro, al Cenacolo, imponeva le mani su cinque Apostoli, i quali dovevano istruire e battezzare alla piscina di Bethesda. Essi erano: Giacomo il minore, Bartolomeo, Mattia e Taddeo. Durante la consacrazione, quest'ultimo ebbe una visione: gli parve di attirare a sé il corpo di Cristo, con le braccia incrociate sul petto.

Prima di partire per battezzare, essi ricevettero, in ginocchio, la benedizione della Vergine. Vidi ripetere questo atto di ossequio alla grande Madre anche nei giorni seguenti.

In tali occasioni, la Vergine indossava un bianco manto, un velo corallino, e aveva due nastri cilestrini che, dalla testa ai due lati, scendevano fino al suolo. Sulla fronte portava inoltre una corona di seta, fermata da nastri. Così Ella appariva, davanti agli Apostoli, quale Madre della Chiesa.

Allorché essi cominciarono a predicare, gli ascoltatori rimasero sorpresi ed ammirati poiché ognuno di loro udiva, espresso nel proprio linguaggio, quanto dicevano gli oratori."


Duccio da Buoninsegna  (1255-1319)

L'Effusione dello Spirito Santo secondo la visione di
Maria Valtorta

"Non ci sono voci e rumori nella casa del Cenacolo. Non c’è presenza di discepoli, almeno io non sento nulla che mi autorizzi a dire che in altri ambienti della casa siano raccolte delle persone. Ci sono soltanto la presenza e le voci dei Dodici e di Maria Santissima, raccolti nella sala della Cena.

Sembra più ampia la stanza, perché le suppellettili, messe diversamente, lasciano libero tutto il centro della stanza e anche due delle pareti. Contro la terza è spinto il tavolone usato per la Cena, e fra esso e il muro, e anche ai due dei lati più stretti del tavolo, sono messi i sedili-lettucci usati per la Cena e lo sgabello usato da Gesù per la lavanda dei piedi.

Però non sono, questi lettucci, messi verticalmente alla tavola, come per la Cena, ma parallelamente, di modo che gli Apostoli possono stare seduti senza occuparli tutti, pur lasciando un sedile, l'unico messo verticale rispetto alla tavola, tutto per la Vergine benedetta, che è al centro della tavola, al posto che nella Cena occupava Gesù.

La tavola è nuda di tovaglie e stoviglie, nude le credenze, denudati i muri dei loro ornamenti. Solo il lampadario arde al centro, ma con la sola fiamma centrale accesa; l'altro giro di fiammelle che fanno da corolla al bizzarro lampadario sono spente.

Le finestre sono chiuse e sbarrate dalla pesante barra di ferro che le attraversa. Ma un raggio di sole si infiltra baldanzoso da un forellino e scende come un ago lungo e sottile sino al pavimento, dove proietta un occhiolino luminoso.

La Vergine, seduta da sola sul Suo sedile, ha ai lati, sui lettucci, Pietro e Giovanni: alla destra Pietro, alla sinistra Giovanni. Mattia, il novello apostolo, è tra Giacomo d'Alfeo e il Taddeo.

Davanti a Lei, ha un cofano chiuso, largo e basso, di legno scuro. Ella è vestita di azzurro cupo. Ha sui capelli il velo bianco e sopra questo il lembo del Suo manto. Gli altri sono tutti a capo scoperto.

Maria legge lentamente a voce alta. Ma, per la poca luce che giunge sin là, io credo che, più che leggere, la Madonna ripeta a memoria le parole scritte sul rotolo che Ella tiene spiegato. Gli altri la seguono in silenzio, meditando. Ogni tanto rispondono se ne è il caso.





Maria ha il viso trasfigurato da un sorriso estatico. Chissà cosa vede di così capace da accenderle gli occhi, come due stelle chiare, e da arrossarle le guance d'avorio, come se su di Lei si riflettesse una fiamma rosata. È veramente la mistica Rosa!

Gli Apostoli si sporgono in avanti, stando un poco per sbieco, per vederla in viso mentre  così  dolcemente  sorride  e  legge,  e pare  la Sua voce un canto d'angelo.  E Pietro se ne commuove tanto che due lucciconi gli cascano dagli occhi e per un sentiero di rughe, incise ai lati del suo naso, scendono a perdersi nel cespuglio della barba brizzolata.

Ma Giovanni riflette il sorriso verginale e si accende come Lei di amore, mentre segue col suo sguardo ciò che la Vergine legge sul rotolo e, quando le porge un nuovo rotolo, la guarda e sorride.

La lettura è finita. Si tace la voce di Maria. Cessa il fruscio delle pergamene svolte e riavvolte. La Vergine si raccoglie in orazione segreta, congiungendo le mani sul petto e appoggiando il capo contro il cofano. Gli Apostoli la imitano…

Un rombo fortissimo e armonico, che ha del vento e dell'arpa, che ha del canto umano e della voce di un organo perfetto, risuona improvviso nel silenzio del mattino. Si avvicina, sempre più melodioso e intenso, ed empie delle sue vibrazioni la Terra, le propaga e le imprime alla casa, alle pareti, alle suppellettili.

La fiamma del lampadario, sino ad allora immobile nella pace della stanza chiusa, palpita come se un vento la investisse, e le catenelle della lumiera tintinnano vibrando sotto l'onda del suono soprannaturale che le investe.

Gli Apostoli alzano il capo sbigottiti e, come quel fragore bellissimo, in cui sono tutte le note più belle che Dio abbia dato ai Cieli e alla Terra, si fa sempre più vicino, alcuni si alzano pronti a fuggire, altri si rannicchiano al suolo coprendosi il capo con le mani e il manto, o battendosi il petto domandando perdono al Signore, altri ancora si stringono a Maria, troppo spaventati per conservare quel ritegno verso la Purissima, che hanno sempre.

Solo Giovanni non si spaventa, perché vede la pace luminosa di gioia che si accentua sul volto di Maria, la Quale alza il capo sorridendo ad una cosa nota solo a Lei e che poi scivola in ginocchio aprendo le braccia, mentre le due ali azzurre del Suo manto, così aperto, si stendono su Pietro e Giovanni che l'hanno imitata inginocchiandosi.


Gustave Doré

Ma  tutto ciò,  che io ho impiegato tempo a descrivere,  si è fatto in men di un minuto.

E poi ecco la Luce, il Fuoco, lo Spirito Santo entrare, con un ultimo fragore melodico, in forma di globo lucentissimo, ardentissimo, nella stanza chiusa, senza che porta o finestra sia mossa, e rimanere librato per un attimo sulla testa della Vergine, a tre palmi dal Suo capo, che ora è scoperto, perché Ella, vedendo il Fuoco Paraclito, ha alzato le braccia per invocarlo e gettato indietro la testa con un grido di gioia, con un sorriso d'amore senza confini.

E dopo quell'attimo in cui tutto il Fuoco dello Spirito Santo, tutto l'Amore è raccolto sulla sua Sposa, il Globo SS. si scinde in tredici fiamme canore e lucentissime, di una luce che nessun paragone terreno può descrivere, e scende a baciare la fronte di ogni apostolo.

Ma la fiamma che scende su Maria non è una lingua di fuoco diretta alla fronte, ma una corona che abbraccia e cinge come un serto il Suo capo verginale, incoronando Regina la Figlia, la Madre, la Sposa di Dio, l'incorruttibile Vergine, la Tutta Bella, l'eterna Amata e l'eterna Fanciulla che nessuna cosa può avvilire e in nulla toccare.

Colei che il dolore aveva invecchiata ma che è risorta nella gioia della Risurrezione, avendo in comune col Figlio un accentuarsi di bellezza e di freschezza corporea, di sguardi, di vitalità... avendone già un anticipo nella bellezza del suo Corpo glorioso assunto al Cielo per essere il fiore del Paradiso.

Lo Spirito Santo rutila le sue fiamme intorno al capo dell'Amata. Quali parole le dirà? Mistero! Il  viso  benedetto è trasfigurato  di  gioia  soprannaturale  e  ride del sorriso dei Serafini, mentre delle lacrime beate sembrano diamanti giù per le gote della Benedetta, percosse come sono dalla Luce dello Spirito Santo.

Il Fuoco rimane così per qualche tempo... E poi si dilegua... Della sua discesa resta a ricordo una fragranza che nessun terrestre fiore può sprigionare... Il profumo del Paradiso...

Gli Apostoli tornano in loro stessi... Maria resta nella sua estasi. Soltanto si raccoglie le braccia sul petto, chiude gli occhi, abbassa il capo... Continua il suo colloquio con Dio... insensibile a tutto... Nessuno osa turbarla.

Giovanni, accennandola, dice: «È l'Altare. E sulla Sua gloria si è posata la Gloria del Signore…».

«Sì. Non turbiamo la Sua gioia. Ma andiamo a predicare il Signore e manifeste siano le Sue opere e le Sue parole fra i popoli», dice Pietro con soprannaturale impulsività.

«Andiamo! Andiamo! Lo Spirito di Dio arde in me», dice Giacomo d'Alfeo. «E ci sprona ad agire. Tutti. Andiamo ad evangelizzare le genti».

Escono, come fossero spinti o attratti da un vento o da una forza gagliarda..."




Relazione, adattamento e cura di: Sebirblu.blogspot.it

Brani tratti da: "Le Rivelazioni di Caterina Emmerick" di Eugenio Pilla e da "Il Poema dell'Uomo-Dio" di Maria Valtorta.

giovedì 25 maggio 2023

SCIENZA: Confermato il FUOCO dal CIELO su SODOMA!

 
Gustave Doré - "Lot fugge da Sodoma con le figlie" 

Sebirblu, 24 maggio 2023

Chiunque  abbia  gli  occhi per vedere,  non  può  non accorgersi  del  degrado abissale dei valori e dell'etica, specialmente nell'ambito delle grandi istituzioni planetarie (VATICANO in primis), l'OMS, l'ONU, l'UNESCO, la FAO e via dicendo, che dietro la facciata del perbenismo, intento a pianificare il meglio per l'umanità, di fatto ne decreta l'annientamento. (Cfr. QUI).

L'articolo che presento oggi è destinato a far riflettere ogni singola persona, perché la condotta individuale incide particolarmente sulla coscienza comune, peggiorando o migliorando la condizione animica dei popoli, a seconda dell'uso che se ne fa.

Come un  organismo  qualsiasi,  composto  da  molteplici  elementi  grandi  e  piccoli in stretta relazione fra loro al fine di assicurarne il buon funzionamento, il genere umano collegato con il Cosmo e il sistema terracqueo che lo circonda, ved. QUI, viene continuamente influenzato non solo sul piano fisico, ma soprattutto spirituale.

Ecco allora che le energie disgregative emesse, tramite pensieri, parole e azioni (ved. QUI, QUI, QUIQUI e QUI)  formano delle eggregore (QUI),  ossia delle vere e proprie "bombe" energetiche le quali, condensandosi sempre più, causano accumuli scoordinati nei quattro elementi basilariaria, acqua, terra, fuoco e in più nell'etere invisibile ‒ causando sconvolgimenti e catastrofi, tutto distruggendo e decimando.

La legge di Causa e di Effetto (ved. QUI, QUI e QUI), retta sapientemente da Dio, è in azione in tutto l'Universo e quando un "virus" o un "cancro" nocivi minacciano un'intera compagine vitale mettendone a rischio l'esistenza, come nel caso dei nuclei "infetti" di Sodoma e Gomorra, tale legge-boomerang si ritorce contro coloro che l'hanno pesantemente infranta (cfr. QUI). Ci si ricordi che "Chi di spada ferisce, di spada perisce" (Mt. 26,52). 

Pertanto,  in questa palude insidiosa che ha ammorbato il mondo,  cerchiamo di far del nostro meglio  per contrastare il Male  riconnettendoci col Principio divino,  da cui noi tutti siamo scaturiti, emettendo Amore "a fiumi" per preservare l'umanità incosciente dalla nuova imminente catastrofe che sta attirando su sé stessa per la dimenticanza del suo Dio. (Ved. QUI).




La catastrofica distruzione di Sodoma

«Se la maggioranza delle persone ha sentito parlare di Sodoma e Gomorra, una gran parte di essa ritiene che la storia della distruzione di tali città depravate sia solo leggendaria, una sorta di parabola di cui dovrebbe conservarsi soltanto il contenuto teologico.

Andiamo perciò ad esaminare se esistono prove archeologiche che potrebbero attestarne la veridicità, dando prima di tutto un'occhiata al tramando biblico. La narrazione si svolge al tempo di Abramo, antecedente a Mosè e pressoché mille anni prima che i re governassero Israele.

Il testo riporta che Lot, nipote di Abramo, era seduto una sera presso la porta fortificata di Sodoma quando due angeli gli vennero incontro. Lui li invitò al suo domicilio ma, nel frattempo, i cittadini incuriositi e "interessati" si ammassarono nello spazio antistante casa, pretendendo di "conoscerli" (nel senso biblico; ndt). In breve nacque un alterco violento, seguito da un pronto intervento soprannaturale*, i messaggeri celesti avvisarono Lot che stavano per distruggere non solo Sodoma, ma anche tutti i popolosi borghi limitrofi.

* [Gli inviati divini colpirono con la cecità gli astanti che avrebbero voluto usare violenza su di loro e su Lot, che si era rifiutato di consegnarglieli, per abusarne; ndt].

Ecco la clip tratta dal film "Abramo" di Joseph Sargent.


Il nipote di Abramo cercò allora di convincere i suoi (futuri) generi a lasciare la città, ma essi pensarono fosse solo uno scherzo. Il giorno dopo, all'alba, egli fuggì nella piccola cittadina di Zoar* e mentre il sole sorgeva ‒ riporta la Bibbia ‒ il Signore fece piovere su Sodoma e Gomorra zolfo e fuoco, specificando che tutta la piana, compresi gli abitanti dei paesi vicini e le piante del suolo subirono uno "sconvolgimento" immane.

* [Zoar fu l'unico luogo che, dietro preghiera di Lot, fu preservato dalla sciagura. Ndt].

Poi il testo prosegue precisando che Abramo, quella stessa mattina, vide elevarsi un fumo dalla terra simile a fornace, proveniente da Sodoma e Gomorra e dall'intera pianura. Mentre tutto questo accadeva (Gn. cap. 18), egli abitava presso le Querce di Mamre (30 km a sud-est di Gerusalemme. Ndt), ossia vicino all'attuale città di Hebron, nel Negev.

Lo storico Giuseppe Flavio rapportò che la Pentapoli (Sodoma, Gomorra, Zeboid, Adma e Zoar), si trovava in prossimità del Mar Morto, similmente ad altri autori cristiani dei primi secoli, come Tertulliano o san Giustino, che citarono le vestigia di tali centri abitati come prova della veridicità biblica, localizzandoli anch'essi a nord del Mar Morto. Quindi, in quell'epoca, essi erano ancora visibili e molto reali per essere menzionati:

Ecco cosa scrisse Tertulliano, il grande teologo della fine del 200 d.C.:

«Osserva la Palestina, dove il fiume Giordano gli fa da confine. Cosa vedi? Deserto immenso; regione desolata; pianure sterili. Tuttavia molti paesi, popoli numerosi la ricoprivano una volta; il suo territorio era di grande fama.

Poi, siccome Dio è un terribile vendicatore, la corruzione di queste città attirò su di esse una pioggia di fuoco. Da quel giorno non si parlò più di Sodoma, né di Gomorra. Al loro posto, la cenere; e il mare che è vicino vive della morte, così come questo suolo maledetto.» ("De Pallio": cap II ‒ par. II).

Da migliaia d'anni i dintorni del Mar Morto mostrano un paesaggio lunare, un'ampia area completamente desertica e ostile, con un terreno saturo di sale. È possibile che le persone come le città possano aver prosperato in un posto del genere?





Per quanto concerne Zoar, dove Lot fuggì, c'è davvero una località chiamata Zoora vicino al sud del Mar Morto, ma gli scavi non hanno trovato alcuna traccia abitativa dell'epoca di Abramo, epoca nota agli archeologi come media Età del Bronzo.

Un altro sito sempre a sud, Bab edh-Drah, ha mostrato i resti di un grande incendio, ma questo era avvenuto secoli addietro, nel periodo della prima Età del Bronzo. Poi il complesso abitato fu ricostruito e successivamente abbandonato, così come altri centri urbani nella zona, in tempi diversi.

Più di recente, invece, gli scavi a nord del Mar Morto hanno portato indizi inattesi, anzi, sorprendenti. Se leggiamo con precisione il testo biblico in Genesi al cap. 13, riguardante il tempo poco prima della catastrofe, abbiamo un'indicazione precisa che permette di localizzare Sodoma:

"Lot alzò gli occhi e vide l'intera pianura del Giordano irrigata in ogni sua parte. Prima che l'Eterno distruggesse Sodoma e Gomorra, era come un giardino, come il paese d'Egitto, fino ai pressi di Zoar. Egli, dunque, scelse per sé tutta la valle del Giordano e partì verso Oriente".

La storia arcaica mostra quindi una visione assai diversa da quella che vediamo oggi, poiché evoca una distesa estremamente produttiva, persino in relazione all'Egitto che veniva fertilizzato dal limo del Nilo, deposto tramite le alluvioni ad ogni sua piena.

L'interessante è che il Vecchio Testamento indica che Abramo si trovava tra Bethel e Aï mentre osservava la piana del Giordano, e il tramando aggiunge che Lot andò ad Oriente. Siamo quindi necessariamente a nord del Mar Morto, là dove inizia a scorrere il biblico fiume – e l'est sembra indicare l'allora fiorente area situata a lato dell'attuale Giordania.

Un testo del profeta Isaia (15, 5) relativo all'antica terra di Moab menziona proprio la città di Zoar, dove si rifugiò Lot:

"Il cuore di Moab geme; i suoi fuggiaschi giungono fino a Zoar. Ah, la salita di Luchìt... salgono piangendo. Sulla via di Coronàim mandano grida strazianti."




Inoltre, nell'opera ebraica originale, il termine reso in inglese "plain" corrisponde alla parola "Kikar". È un vocabolo trovato una cinquantina di volte nella Bibbia e richiama una forma rotonda od ovale, come un tortino di focaccia circolare o allungata. E c'è davvero, appena a nord del Mar Morto, un territorio pianeggiante pressapoco così, di circa trenta chilometri di diametro.

È in questa landa sterile, già esaminata più di un secolo fa, che l'archeologo Steven Collins, in associazione con il Dipartimento delle Antichità della Giordania, ha ripreso le campagne di scavo dal gennaio 2005. Si è concentrato su diversi reperti dell'area e ha portato alla luce residui impressionanti e spettacolari indizi scientifici.

Innanzitutto, l'esistenza stessa di tali indizi prova che c'erano davvero molto tempo fa in questa regione diversi mega-centri di una certa importanza. In quel periodo ‒ quasi due millenni prima di Cristo ‒ la popolazione era generalmente organizzata attorno a città-stato, sovente fortificate e dirette da un re, e circondate talvolta da altri borghi più piccoli.

Scavando a Tall el-Hammam (ampia zona dove si pensa fosse situata Sodoma, come da video; ndt) – presso la borgata giordana di Ar Rawda, Steven Collins ed altri archeologi, come David Graves, professore universitario ad Aberdeen e ad Oxford, trovarono le vestigia di un esteso abitato, con un palazzo, dei fortilizi e tutte le tracce di un'agricoltura copiosa con magazzini per le derrate alimentari.



Vediamo qui una parte del luogo di scavo, con le rovine di diverse epoche, che si dispiegano  dall'Età  del  Rame,  o Calcolitico,  passando  poi  per  l'Età  del  Bronzo  fino ad arrivare all'Età del Ferro, iniziata in Israele durante il periodo dei Giudici e protraendosi per tutto l'arco temporale dei re.

Gli studiosi si sono concentrati dapprima sull'epoca di Abramo, corrispondente alla media Età del Bronzo. I pezzi di muro che vediamo qui al centro sono quelli di un grande palazzo dell'epoca, e in più punti sono stati scoperti anche strati di cenere intrappolata all'interno.




Dai dati reperiti in loco, l'archeologa Leen Ritmeyer è riuscita a ricomporre la porta dell'antica urbe. Si può notare che è piuttosto impressionante e dà un rilievo molto particolare al testo che ci narra di Lot seduto una sera al varco d'ingresso di Sodoma.

Dà anche un'idea delle dimensioni dell'agglomerato cittadino e della popolazione che avrebbe potuto viverci quasi 4000 anni fa. Si stima che avrebbe potuto raggiungere i 40.000 abitanti, un numero enorme per quel periodo.

Ma c'è di più, il professor Yassine dell'Università di Amman in Giordania ha elencato – dai reperti rinvenuti – una lunga, incredibile lista di ciò che un tempo coltivavano gli abitanti di quella fertile pianura:

‒ due  tipi di grano,  viti, ulivi, fichi, datteri,  piselli, lenticchie,  fave  di  vario  genere ed ogni sorta di alberi, querce, salici, acacie, cipressi... ma anche tracce di animali domestici, come pecore, oche, cavalli, maiali, asini, cammelli... e persino cani e gatti! È difficile da credere, vero?!

La presenza di resti di uccelli conferma anche quanto un tempo fosse rigogliosa la zona. Allora il Giordano non era il piccolo fiume stretto di oggi, ma un corso d'acqua abbondante che straripando, come suddetto, fecondava l'intera piana, tanto che gli abitanti vi avevano costruito un ingegnoso sistema di irrigazione.

Alla luce di tutti questi elementi si comprende meglio l'espressione biblica usata per descrivere questa florida terra lussureggiante: "Era come un giardino dell'Eterno".

Noi ci troviamo perciò di fronte ad una regione che una volta era effettivamente molto prospera, esuberante di colture, il che spiega la presenza di città importanti cinte da mura a causa delle frequenti spedizioni guerriere condotte verso di loro!

Quelle edificazioni sono totalmente scomparse e l'antico habitat è irriconoscibile, ma l'archeologia ci apporta una conferma eclatante della situazione di allora come viene descritta nella Bibbia.

(Il video che segue, sottotitolato in italiano, mostra il ritrovamento di zolfo e pietre laviche su tutta l'area interessata; ndt).  




E non è tutto...

Si possiedono dei segni indiziari su ciò che ha potuto trasformare una pianura così popolosa in un territorio talmente desertico e inabitabile? S'è verificata forse qualche guerra terribile, che avrebbe annientato i residenti? O un altro evento di grande ampiezza può forse spiegare l'abbandono in cui è caduta una terra così fiorente e prosperosa?

Fra i detriti di una muraglia, gli scavi hanno messo a nudo una mescolanza di ceneri, sassi, mattoni e cocci di vasellame che sembrano essere stati frantumati sul posto, misti con legni carbonizzati e diversi resti umani: Tutto ciò prova che un certo tipo di cataclisma ha polverizzato ogni cosa.

Gli archeologi hanno anche trovato, in alcuni punti, fondamenta e pavimenti di pietre rosse, sepolti sotto uno strato di cenere di quasi un metro di spessore.

Non si tratta quindi di un segno d'avvenuta battaglia, ma di una sorta d'immane deflagrazione che ha distrutto la pianura completa.

L'ubicazione dei residui murari sembra indicare anche la direzione di un violento scoppio, una sorta d'esplosione, che avrebbe disintegrato tutto e disperso i pezzi verso il nord-est del paese.

Sono stati ritrovati più di 10.000 frammenti di stoviglie sbriciolate, come se tutto fosse detonato sotto l'impeto di un calore immenso.

Più precisamente, abbiamo trovato cocci di ceramica la cui superficie era vetrificata, e alcuni mostravano addirittura bolle simili a quelle che si formano nella lava fusa, ma in questo caso apparivano solo su un lato di essi.

Affinché questo frantume possa essere riscaldato per un tempo molto breve a 2.000 °C, gli studiosi stimano che debba essere sottoposto ad una fonte calorica molto intensa, stimata tra i 6.000 e gli 8.000 °C. Nessuna fonte umana, soprattutto a quel tempo, poteva creare una tale quantità di calore – e per di più su un'intera regione!

Un articolo del dottor Phillip Silvia mostra addirittura una pietra vetrificata trovata nel deserto ad una distanza di dieci chilometri. Alcuni scienziati hanno suggerito la possibilità che un corpo celeste possa essere esploso vicino al suolo, forse... o forse no.

Anche se non conosciamo affatto la natura del cataclisma scatenatosi, siamo obbligati a riconoscere la veridicità del racconto. Nemmeno un'eruzione vulcanica avrebbe potuto causare quel tipo d'irradiazione breve ed intensa... e, comunque, non v'è traccia di alcun vulcano nella zona.

(Riporto la prima parte di un video che racconta la storia di quanto accaduto in quel tempo remoto; ndt).




La Bibbia menziona soltanto la distruzione mediante il fuoco dal cielo, inviato da Dio. Un calore impensabile, forte e improvviso.

Le analisi sono state fatte sia al "US Geological Survey Laboratory" del New Mexico Tech, per quanto riguarda l'elevata temperatura in un arco temporale brevissimo, sia nel laboratorio "Activation Laboratories Limited" di Ancaster, in Ontario, per quanto concerne l'esame geochimico del suolo.

Quest'ultima ricerca ha mostrato che il terreno conteneva un'alta concentrazione di sale e di solfati: circa 300 parti per milione, vietando così qualsiasi forma di coltura. Nella cenere ne sono state trovate persino 600 parti per milione.

Ciò dimostra che il terrificante scoppio ha depositato sale su tutto il territorio, rendendone totalmente impossibile la coltivazione. L'analisi degli strati superiori evidenzia pure che l'intera zona è rimasta disabitata, successivamente, per un periodo che va dai 500 ai 700 anni, quindi, per più di mezzo millennio!

Pertanto, secondo un ricco rapporto pubblicato QUI ‒ a disposizione di chiunque voglia cimentarsi con una panoramica approfondita e dettagliata ‒ la distruzione di Sodoma e paesi circostanti potrebbe essere collegata alla caduta di un asteroide sopra la città di Tall el-Hammam (l'odierna Giordania).

Si presume che intorno al 1650 a.C. in quest'area si verificò un'esplosione atmosferica di un corpo celeste con una capacità di 12-23 megatoni e, di conseguenza, una vasta distesa di circa 50 chilometri di diametro fu ricoperta da uno strato di sale e circa 120 insediamenti furono abbandonati per 600 anni.

Dunque, è un dato di fatto che, dopo tutti gli studi e le ricerche intraprese da eminenti scienziati ‒ malgrado alcuni pareri contrastanti ‒ la Bibbia, descrivendo la vasta regione a nord-est del Mar Morto come un luogo lussureggiante e prospero per gli esseri che vi abitavano, certissimamente ha subito un improvviso potente trauma da "FUOCO", che ne ha spazzato via in un lampo qualsiasi soffio di vita.»

                                                                                                                Patrick Vauclair

(Ecco la seconda parte della storia su Sodoma, tramandataci dalla Sacra Scrittura). 




Chiosa di Sebirblu

La distruzione di Sodoma e Gomorra, quindi, non è un mito, ma un evento storico riportato fedelmente dal Vecchio Testamento, nonostante coloro che, per primi, come mons. Galantino QUI, investiti da una specifica missione, avrebbero l'OBBLIGO di diffondere la VERITÀ e NON di inventarsi la MENZOGNA dicendo che Sodoma sia stata preservata da Dio per le preghiere d'intercessione di Abramo!

Vale dunque la pena di leggersi l'articolo appena indicato, tenendo presente che i tempi d'oggi non sono da meno di quelli di Sodoma e Gomorra, anzi li superano, se pensiamo cosa l'OMS sta progettando per "educare" i bimbi di 4 anni (e dico quattro!) ai piaceri intimi! Ved. QUI, non ci sono parole, purtroppo...

Cosa dobbiamo aspettarci dall'Eterno Padre per il nostro mondo, viste le peggiori condizioni diaboliche in cui è precipitato dall'inizio della Sua Creazione?



Johan Swanepoel 

Riporto qualche piccolo brano di un messaggio che il Divino Genitore ha trasmesso alla mistica JNSR (= Io Non Sono Niente), quando ancora non eravamo arrivati al punto attuale di depravazione e di follia:

La vostra apatìa può ritorcersi contro di voi

«Ecco i tempi della Fine, quelli che inevitabilmente chiuderanno quest'epoca senza Dio e apriranno il tempo di una Nuova Era... La Mia Voce sarà quella di un tuono che andrà in crescendo... che andrà alla ricerca dei figli che in capo al mondo si sono perduti, Io sono il loro Padre [...]

Devo fermare questo disordine, creato da uomini Senza Nome, dallo spirito satanico, che si ritorcerà contro di essi. Ma prima devo strappare dalle loro grinfie i "Miei figli dissennati" [...]

Su ciò che accadrà sulla vostra Terra, ti chiedo di precisare che non sarà un segno, ma un MALE, una forza malvagia, incontrollata e incontrollabile che verrà da "oltre il vostro sistema solare", bruciando nella sua lunga e folle corsa.

Nessun uomo potrà fermare né deviare questa massa infuocata, incandescente, nella sua caduta vertiginosa centrata sul mondo. Pregate l'Eterno, che la farà deviare verso il nulla. Pregate! [...]

Niente è previsto: tutti pensano che sia follia. Nessun congegno potrà avvistare con anticipo questo fenomeno naturale, perché mai visto prima d'allora. In quel momento sarà riconosciuta l'ultima profezia di Gesù sulla Sua prossima Venuta. "E si farà il raffronto". [...]

Sodoma e Gomorra vivono nella memoria per gridarvi che voi state vivendo  gli ultimi istanti di una civiltà malvagia ed ipocrita che si auto-distrugge per la sua volontà nefasta, e non secondo il Volere dell'Altissimo. Io devo bloccare ciò che è malvagio.

Pertanto, tutti coloro che tacciono di fronte ai numerosi massacri di esseri umani, alla distruzione del vostro pianeta e tutti coloro che collaborano per questa devastazione mondiale, TUTTI devono passare per la grande sofferenza che voi infliggete al Mio Santo Cuore.

La vostra indifferenza, il vostro disprezzo vi conducono al Castigo che DIO, nella sua grande Misericordia, vi infliggerà per aver commesso questo crimine di Lesa-Maestà.

Allora Io permetto agli astri di destabilizzarsi, con questa massa infuocata che arriva da un mondo che non è il vostro! Non ingannatevi: niente vi è mandato da "esseri viventi altrove". È proprio una forza incontrollata e incontrollabile. Essa arriva per il vostro tempo. Entra nel vostro tempo.

Abbandonatevi alla Mia Infinita Misericordia. Vivete come se nulla dovesse accadere. Diventate più buoni, caritatevoli, devoti. Se Mi aveste amato veramente! Sarei venuto in vostro aiuto, molto prima di tutto questo. L'Amore non è mai stato amato! [...]

Pochi furono salvati in Sodoma e Gomorra! Ancora una volta Io vi chiedo di non guardare indietro. Avanzate verso di Me. Io sono l'Unico Rifugio.»


"L'Angelo dell'Apocalisse - seconda tromba" (dettaglio) di Howard David Johnson

Traduzione libera, relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

Fonte, con qualche notizia anche sull'autore, QUI.

Fonte dei brani di JNSR: 4° vol. di "Testimoni della Croce" Ed. Segno.