domenica 16 giugno 2019

Il Nesso tra Crop Circle, Notre-Dame e Apocalisse...




Sebirblu, 15 giugno 2019

Il 1° giugno di quest'anno a Baillet-en-France, in val d'Oise, presso la piccola "chiesa Notre-Dame" è apparso un crop circle molto interessante che sembra esser stato concepito proprio per ricordare il tragico incendio avvenuto il 15 aprile 2019 a Notre-Dame de Paris, da cui dista, in linea perfetta nord-sud, 20 chilometri.

Anche lì infatti, esiste un'antica e celebre scultura dedicata a "Notre-Dame" di cui più avanti racconterò la storia, a due passi dall'omonima chiesa che, "guarda caso", nella notte tra il 20 e il 21 agosto 2017 è stata invasa anch'essa dalle fiamme che ne hanno devastato gran parte del tetto (ved. QUI).

Che insolito e misterioso legame "di fuoco" ha unito, 20 mesi più tardi (si noti il numero), le due "Notre-Dame" ‒ de France e de Paris ‒ all'incendio della Moschea di Al Aqsa a Gerusalemme! (cfr. QUI e QUI).

Dai calcoli risulta inoltre che la differenza in gradi di latitudine nord tra questa raffigurazione a Baillet-en-France [49,053°] e la cattedrale di Notre-Dame de Paris [48,853°] è esattamente di 0,200°! (Ancora la stessa cifra, un 2, che spiritualmente si riferisce a Cristo ‒ la seconda Persona della Trinità ‒ delineante la "fatica nel tempo" attraverso la Croce!)

Ed è proprio nel campo attiguo all'agroglifo che si trova una grandissima croce formata da alberi, come evidenzia l'inquadratura. Entrambe le immagini puntano a nord da un lato, e dall'altro a sud, verso Parigi.




Prima  però  di  entrare  nei  dettagli del significato nascosto  della  nuova formazione è necessario che io parli degli aspetti inerenti alla grandiosa effigie di Nostra Signora che non passa certo inosservata a chi percorre l'autostrada e gli snodi attigui. (Ved. QUI).

La strana Storia di Notre-Dame-de-France a Baillet

Agli inizi del XX secolo viveva a La Courneve, in Senna-Saint-Denis (dipartimento francese comprendente 40 comuni) padre Lamy, un santo prete simile al Curato d'Ars per la sua umiltà.

A lui appariva la Madonna che un giorno gli domandò di creare la "Congregazione dei Servi di Gesù e Maria".

Il notaio Edmond Fricoteau, che era devotissimo a padre Lamy e che si era convertito improvvisamente a Roma nel 1984 in occasione dell'annuncio fatto da Giovanni Paolo II per le Giornate della Gioventù, pregando sulla sua tomba gli chiese di far nascere in lui un amore "smodato" per la SS. Madre e di ispirarlo in una o più azioni che lo avrebbero reso degno di essere un buon servitore laico di Gesù e Maria.

Desiderava tanto offrire un "regalo" alla Vergine Santa. Così nel 1985 ebbe l'idea di farLe erigere una statua altissima in prossimità di un grande crocevia.

Per questo, entrò in contatto telefonico con il sindaco del comune dove aveva pensato di posizionarla, poi incontrò anche il superiore generale dei Servi di Maria e René Laurentin, conosciuto per i suoi numerosi scritti e le apparizioni mariane nel mondo.


Padre René Laurentin - mariologo - (1917-2017)

Il primo si dichiarò estremamente favorevole al progetto; il secondo, padre Stoecklin, avrebbe sostenuto l'idea se ci fosse stato anche il consenso del vescovo; il terzo precisò che avrebbe visto meglio la raffigurazione della Madre con il piccolo Gesù tra le braccia.

Edmond  però,  non  era  molto d'accordo  con  quest'ultima proposta  perché  temeva che l'inserimento dell'Infante nella statua che aveva immaginato avrebbe potuto compromettere la collocazione sul capo di Nostra Signora della corona ornata con le dodici stelle. (Cfr. QUI).

Padre Laurentin suggerì allora di consultare un suo amico esperto di tali cose ‒ il signor Antoine Legrand ‒ che, incuriosito, chiese il perché di quella strana richiesta delle stelle.

Quando gli fu raccontata la storia fin qui descritta, tranquillamente dichiarò: "la statua esiste!".

All'istante il suo interlocutore non dette molta importanza alla sua asserzione precisando che l'avrebbe commissionata ad un artista italiano o francese.

Legrand replicò, con un tono di voce più autorevole, che non sarebbe stato necessario ordinarla, perché la figura da erigere "esisteva" già!

Si trattava di una statua chiamata «Notre-Dame-de-France» (opera dello scultore Roger de Villiers che l'aveva creata ispirandosi a quella veduta a Gerusalemme presso l'istituto degli Assunzionisti), che nell'esposizione universale del 1937 dominava il Padiglione pontificio e fu l'unica ad essere conservata.

L'Arcivescovo di Parigi, il cardinale Verdier aveva espresso il desiderio che fosse eretta su una collina nei pressi della capitale francese. Era stata indetta anche una sottoscrizione nazionale, ma la guerra mondiale del 1939 la bloccò e l'enorme statua scomparve.

Edmond Fricoteaux, però, nonostante la suggestiva storia raccontatagli, continuava ad insistere sul modello scultoreo da lui immaginato, sino a quando Antoine Legrand lo rassicurò che la figura di Maria era proprio come lui la desiderava: alta sette metri, con la corona di dodici stelle e col Bambino sollevato in alto per benedire il mondo.




Da quel momento iniziarono ampie ricerche, fintanto che la figliola dell'architetto responsabile dell'antico Padiglione pontificio non dichiarò di sapere dove poteva trovarsi, e infatti fu poi rinvenuta, sezionata in vari pezzi, nel seminterrato di una scuola pubblica nella città di Amiens in attesa dei fondi per il restauro, mai arrivati.

Finalmente nel 1988, dopo 50 anni da quel lontano 1938 (il tempo di un giubileo), la monumentale rappresentazione della Vergine Maria col Bimbo e le dodici stelle sul capo fu eretta in pompa magna a Baillet-en-France, piccolo comune ridente tra il verde delle colline nelle vicinanze di Moisselles, a 20 chilometri a nord di Parigi.

L'inaugurazione della "rediviva" Notre-Dame-de-France avvenne il 15 ottobre 1988 alla presenza del card. Lustiger, insieme a sette vescovi e al nunzio apostolico Mons. Antonetti, unitamente a Mons. Rousset, vescovo della diocesi di Pontoise, e alla partecipazione  di  52.000 fedeli.

In quell'anno si compì il desiderio del cardinale Verdier che, per lo scoppio della guerra e per il suo decesso nel 1940, non riuscì a veder realizzato il suo sogno di fare "pendant" con il Sacro Cuore di Montmartre presso Parigi.

Inoltre, il medesimo giorno fu anche quello della ricorrenza straordinaria dei 350 anni (dal 1638) in cui il re Luigi XIII consacrò la Francia alla Vergine Maria.

Solo il piedistallo di tale monumento è alto 25 metri, a cui vanno aggiunti i 7 della statua, ed è per questo che risulta ben visibile a chiunque percorra le grandi arterie stradali adiacenti.

Ora, vediamo l'attinenza della comparsa del crop circle con i tempi che stiamo vivendo, la tragedia di Notre-Dame de Paris e la Donna vestita di sole dell'Apocalisse.

Premetto che nel testo originale in inglese la località indicata non corrisponde in modo preciso al sito in questione, ma riporta il comune limitrofo, Moisselles, forse perché più grande e indicato subito dalle mappe.




Per prima cosa osserviamo che col 1° giugno, giorno della comparsa del "cerchio nel grano", inizia per tradizione il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù (questo ci riporta al desiderio del card. Verdier di appaiare la statua della Vergine al Sacro Cuore di Montmartre).

Secondariamente, dal giorno dell'inaugurazione della "ritrovata" statua di Notre-Dame-de-France (il 15 ottobre 1988) all'incendio di Notre-Dame de Paris (il 15 aprile 2019) sono passati 30 anni e 6 mesi (ossia 30,5 che riconducono ai 350 trascorsi dalla consacrazione della Francia a Nostra Signora), per mano di Luigi XIII.

L'agroglifo presenta molteplici piccoli cerchi seguiti da due grandi forme a mezzaluna rivolte con la parte esterna a nord, e due grosse sfere in basso; una di queste punta verso l'alto, mentre l'altra è rivolta a sud verso Parigi. In tale posizione il crop circle sembra evocare una famosa frase ermetica: "Così in alto, come in basso".

Riflettendo su questo concetto e sul legame esistente tra le due chiese dedicate a "Notre-Dame" ‒ l'una a Baillet-en-France e l'altra a Parigi ‒ dobbiamo ricordare che la Francia viene considerata in ambito cristiano ma soprattutto dalla Vergine Madre, la figlia maggiore della Chiesa.

Osservando la nuova recente formazione sul grano, non ci si può trattenere dal pensare che da sempre Maria SS. viene rappresentata con la mezzaluna ai suoi piedi, e il nome stesso è per antonomasia l'emblema della femminilità più elevata ed umile, collegata pertanto alla Luna che riflette la luce del Sole: quella del Cristo.

Ma nell'agroglifo ci sono ben 4 mezzelune, che raffigurano perciò 4 "Marie"; tutte legate all'arco vitale del Cristo-Sole, dalla nascita alla morte ed oltre... fino alla Risurrezione.

La prima mezzaluna in basso, a sud, contiene due sfere: la maggiore simboleggia la Vergine che dà alla luce il Figlio (la sfera piccola).




La seconda mezzaluna riporta a Maria Maddalena, l'unica rivolta con la parte esterna a sud, ossia al mondo, a Parigi, perché dal mondo è stata tratta e salvata dal Cristo, e la sua conversione è stata così profonda tanto da meritare, fra tutti i discepoli, di vederlo risuscitato per prima e portare loro il grande annuncio.

La terza mezzaluna si riferisce a Maria di Cleofa (o Alfeo, fratello di Giuseppe, padre putativo di Gesù) che è la madre di Giacomo il Minore; era presente al Calvario, alla sepoltura e alla Risurrezione del Cristo.

La quarta ed ultima mezzaluna rappresenta Maria Salomé, madre dei due fratelli Giovanni e Giacomo figli di Zebedeo, l'uno l'Apostolo e l'altro detto il Maggiore, chiamati in aramaico Boanerghes, ossia "Figli del tuono". Anch'ella era presente al Calvario, alla sepoltura e alla Risurrezione del Cristo.




Le tre Marie, che la tradizione associa alle tre stelle della cintura di Orione, sono le donne che si sono recate al sepolcro con gli aromi e gli oli profumati per ungere il corpo di Gesù ma hanno ricevuto da un "giovane vestito di bianco" la notizia della Sua Risurrezione. (Mc. 16, 1-8).

È una velata cosmologia spirituale quella che mostra la Luna nelle sue 4 fasi (le Marie) con il Sole (Cristo) al centro. Questo aspetto esoterico è necessario per una migliore comprensione della simbologia dei crop circles, visto che in Francia, negli ultimi anni, ne sono apparsi diversi simili a questo.

Non dimentichiamo che tale Paese ha avuto il privilegio di ripetute manifestazioni mariane, di cui le più importanti sono: Parigi (Rue du Bac), La Salette, Lourdes, Pontmain e molte altre.

Ma tornando alle 4 Marie che con la loro presenza hanno scandito la parabola del Cristo fino alla Morte e Risurrezione, è impossibile non notare la grande croce che affianca ad oriente l'agroglifo di Baillet-en-France, completandone mirabilmente il significato.

Contando gli alberi che la compongono guardando l'immagine, si nota che la somma finale è equivalente a 99, perché sul braccio destro della fila in basso ne manca uno, così come tra le mezzelune e le sfere allineate nel crop circle il conteggio è di 11 mentre dovrebbe essere di 12, come le stelle della corona e i fedeli devoti sotto il manto di Maria, quindi, anche lì manca un elemento.




Non dimentichiamo che, dopo il tradimento di Giuda, gli apostoli erano rimasti in 11, ma l'integrazione di Mattia li ha resi ancora 12. Allora perché le immagini allineate sui due campi vicini mostrano entrambe l'assenza di un componente?

Perché Giovanni, l'autore dell'Apocalisse, è colui del quale il Cristo, rispondendo alla domanda di Pietro, disse: "E se Io voglio che lui rimanga fino al Mio Ritorno, a te che importa? Tu seguimi!" (Gv. 21, 20-24).

Infatti Giovanni, così come Elia ed Enoch, non è mai morto! È solo uno "scomparso", ma è ben presente sul pianeta, rappresentando l'umanità secondo il mandato ricevuto dal Cristo sotto la croce come "Figlio" affidato a Maria, mentre Lei di rimando ne è diventata Madre. (Gv. 19, 26-27).

Ecco perché manca un elemento in ciascuna delle immagini rappresentate sul terreno! Ma questo non fa che convalidare il segnale apocalittico che l'agroglifo raffigura, ossia la Donna vestita di sole che partorisce il Bimbo maschio (ved. Ap. 12, 1-18), analogamente alla bella formazione apparsa il 25 maggio scorso, esposta nel riquadro, dove viene evidenziata la rottura di un "uovo", simbolo della nascita, indicata con il tratto rosso in direzione del crop circle di giugno.




Già nei post passati, QUI, QUI e QUI, ho parlato dei Segni grandiosi di questi tempi, soprattutto quello astronomico della Vergine incoronata apparso nei cieli il 23 settembre 2017 e quello eclatante dei delfini indicante l'imminente Ritorno del Cristo, e con l'ultimo crop circle che sto descrivendo ne viene mostrata la sorprendente continuità.

Esso, infatti, non solo ribadisce il nuovo parto (simbolo del "piccolo resto" che viene rapito in cielo), ma anche l'avvento della Chiesa Vera, quella Mistica (ved. QUIQUI, e QUI), risorta, come la Fenice, dalle ceneri causate dagli incendi che hanno segnato la fine di un'epoca durata quasi 2020 anni. (Ancora il numero 2! Indicante l'era del Cristo, del secondo Adamo... come il nome della foresta "Isle-Adam" (isola di Adamo) confinante con l'agroglifo. 

Questo profetico cerchio nel grano, con l'allineamento di sfere, lune e forse un gigantesco corpo celeste (ved. QUI), annuncia anche la sequenza in arrivo di forti onde cosmiche ed elettro-magnetiche, concausa di intensi e diffusi sconvolgimenti come terremoti, potenti eruzioni e dissesti idrogeologici.

Nondimeno, il linguaggio apocalittico, col quale ripetutamente il cielo ci allerta per mezzo dei suoi Messaggeri come ora, sembra condurci proprio verso la battaglia finale della Donna vestita di Sole e il Dragone infernale che sta già facendo guerra ai figli di Lei, cioè alla sua discendenza, per distruggerli (Ved. QUI, QUI e QUI).

Ma non vi riuscirà... perché, come riporta la bella immagine iniziale che ricalca a pennello il crop circle, il Suo manto proteggerà chi in Lei si rifugia e il suo Cuore Immacolato trionferà per sempre.

Traduzione libera con riflessioni personali di Sebirblu.blogspot.it

            famillechretienne.fr
            cropcircleconnector.com

martedì 11 giugno 2019

ANCORA e ANCOR s'abbatte la SCURE su ZELO e FERVOR


È proprio tutta una Babele!

Sebirblu, 9 giugno 2019

Presento questo articolo, perché sono ancora troppe le persone che presumono di veder chiaro nello scenario attuale della Chiesa, e reagiscono piccate, come dimostra una parte del commento velenoso (lasciato con i suoi errori) inviatomi da una certa Alessandra per la chiosa al post "Il Manto di MARIA su Lega,Europa e Data Elezioni":

«...penso che arrogarsi il diritto di chiamare e soprattutto "pensare" ignobile traditore e vedere il Papa che "cappeggia" come un brigante la chiesa sia pericoloso alla luce delle conclusioni che trarra Maria ....le vie segrete che intesse il Divino e lo spirito non sono fortunatamente nella sapienza di Sabirblu e di salvini.»

Frase che  si  commenta da sola,  e che  ho  riportato  perché  l'accecamento  è  ormai così generalizzato da richiamare l'Intervento divino, che sicuramente arriverà, per "risvegliare" tutte queste anime che, loro sì, procedono in un grande pericolo! (Cfr. QUIQUIQUI e QUI).




Ecco, innanzitutto, la lettera accorata di un giovane sacerdote che, pur riservandosi l'anonimato perché i «..."guardiani della rivoluzione" attivi nella sua diocesi gliela farebbero pagare...», ha scritto al vaticanista Aldo Maria Valli quanto segue.

Cari pastori, ritornate voi stessi!

«Gentile Valli, sono un giovane sacerdote di campagna e ho deciso di scriverle per condividere una forte preoccupazione circa il rapporto tra i nostri legittimi pastori e il popolo di Dio formato dai fedeli e dai noi semplici preti.

Mi sembra che in questa fase storica il Papa e i vescovi stiano raccogliendo ciò che da qualche anno stanno seminando con le loro azioni e le loro parole e cioè la separazione e la perdita di fiducia da parte della maggioranza dei fedeli, in particolare da parte di coloro che partecipano regolarmente alla liturgia domenicale.

Aver schiacciato l'azione della Chiesa sulla sola dimensione orizzontale sta generando una grave asfissia spirituale in un popolo che non si riconosce più in guide che, oltretutto, appoggiano in modo manifesto poteri e persone che da sempre minacciano la fede e le radici spirituali della nostra Europa nonché l'antropologia cristiana.

La cosa che più mi preoccupa è che la Chiesa nelle sue alte gerarchie sembra ignorare completamente questo distacco e questo dissenso sempre più ampio e profondo. Quelle guide che, ad intra, non fanno che osannare i laici quali salvatori della Chiesa del domani, sono le stesse che poi, ad extra, accusano i laici di irresponsabilità e razzismo se non seguono una certa linea che esse pretendono di imporre dall'alto.

Il problema di questo pontificato mi sembra stia qui: è amico dei nemici e nemico degli amici. Ma proprio per questo sta stufando. E la pazienza, anche dei più bendisposti, si sta esaurendo. L'esito è che ci si sente abbandonati da chi ci dovrebbe difendere, da chi sembra apprezzare molto i Soros, gli Scalfari e le Bonino ma non si ricorda dei semplici fedeli che chiedono di essere confermati nella fede.




Un vecchio proverbio popolare insegna: "Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei". Possibile che alle gerarchie, tranne poche eccezioni, non entri neppure nell'anticamera del cervello l'idea che c'è qualcosa che non torna nel godere di certi consensi e nel condividere le battaglie con chi da sempre si batte per la cancellazione di Dio dal nostro cuore?

Possibile che i nostri pastori stiano così bene in compagnia di chi professa, nel migliore dei casi, un umanesimo ateo che ha tra i suoi dogmi la promozione di presunti "diritti" incompatibili con la nostra fede? Possibile che i nostri pastori si sentano tanto a loro agio nell'avere come compagni di strada coloro che professano una "salvezza senza Vangelo"?

I risultati di queste ultime elezioni hanno sancito in modo evidente che la separazione tra i pastori e il popolo di Dio è ormai una tragica realtà, peggiorata dal fatto che le gerarchie a quanto pare non ne vogliono prendere atto (ved. QUI; ndr).

Nella testa dei pastori, e proprio da parte di coloro che a parole vogliono apparire tanto "popolari" e con l'odore delle pecore addosso, in realtà c'è sempre l'idea, tipica degli illuminati e dei clericali, che il popolo, quando decide in modo diverso dalla linea indicata dall'intellighenzia modernista e progressista, "non capisce".

Ma come fanno a non rendersi conto che le pecore, quelle vere, hanno già voltato loro le spalle e ormai dicono senza remore: cari pastori, per noi siete irrilevanti, non contate nulla; Dio è con noi, non con voi!

Non sono uno storico della Chiesa, ma credo che raramente la separazione tra il popolo e il basso clero da una parte e l'alto clero dall'altra sia stato così marcato come ai nostri giorni.

Noi, semplici preti e semplici fedeli, non chiediamo una "rivoluzione", un "cambio di paradigma", una "Chiesa di Francesco". Siamo stanchi di vuote parole e di slogan ideologici. Chiediamo solo la fedeltà al Vangelo e l'annuncio della salvezza donataci da Gesù Cristo.



Non vogliamo una Chiesa il cui obiettivo sembra essere quello di farci sentire in colpa se non ci schieriamo a favore dell'apertura dei porti e dell'accoglienza indiscriminata e dissennata a tutti i migranti.

Non vogliamo una Chiesa che ci mette ossessivamente sotto accusa se non ci diciamo a favore del dialogo ad ogni costo con i musulmani e se, seguendo l'invito di Gesù, facciamo proselitismo.

Non vogliamo una Chiesa che ci fa sentire come dei reietti se non votiamo per i partiti appiattiti sui diktat dell'Unione europea.

Non vogliamo una Chiesa che ci accusa di essere "senza cuore" quando restiamo quanto meno perplessi di fronte al gesto irresponsabile di un elemosiniere pontificio (ved. QUI; ndr); quando vediamo il nostro Papa sorridere soddisfatto ricevendo in dono un crocifisso blasfemo con la falce e il martello (ved. QUI; ndr), quando lo sentiamo dire che non si interessa della politica italiana e che quel poco che sa lo apprende leggendo l'Espresso (ved. QUI; ndr). Siamo stanchi.

Cari pastori, non vi dovete certamente meravigliare se, come esito finale del vostro essere sempre dalla parte sbagliata, vi ritrovate un popolo che non vi considera più come guide attendibili e va alla ricerca di altri punti di riferimento.

E non potete fare spallucce dicendo che tanto quello non è il "vostro" popolo. Non è vero! Questo popolo stanco e disorientato è il vostro popolo! È un popolo che si commuove quando pensa a san Giovanni Paolo II e a Benedetto XVI e non si capacita della situazione attuale.

Un popolo che ama e soffre per la Chiesa, perché la vede in balia di forze che nulla hanno a che fare con la tradizione cristiana. Un popolo che, nonostante tutto, osa guardare in alto sperando in un miracolo, perché ai miracoli questo popolo ancora crede. (Cfr. anche QUI, QUI e QUI; ndr).

                                                                                                                         Un giovane prete



Il secondo "caso" testimonia, purtroppo, il proseguimento inarrestabile dell'azione demolitrice perseguita con diabolica ostinazione da questo pontificato, rivolto agli ordini religiosi più fiorenti per vocazioni e fede. (Cfr. QUI, QUI e QUI).

Pregano troppo! Il Vaticano chiude un altro Ordine

L'opera di distruzione della vita religiosa da parte del Vaticano continua implacabile. Questa volta è il turno delle Piccole Suore di Maria Madre del Redentore, un ordine religioso nato in Francia, e che conta attualmente circa centoventi religiose, di cui cinque hanno deciso di obbedire al diktat di Roma, e le altre centoquindici, divise in tre comunità, verranno sollevate dai voti presi a suo tempo, e torneranno laiche.

Dovranno lasciare le loro case e le attività di cura e di assistenza agli anziani che erano la caratteristica di questa congregazione, accusata però, soprattutto, di una spiritualità considerata troppo "tradizionale".

Il Grande Inquisitore della Congregazione per i Religiosi, il francescano Josè Rodriguez Carballo, braccio destro e uomo di fiducia del Pontefice regnante per questo genere di "cucina" (e l'uomo del più clamoroso crack finanziario mai vissuto dai francescani; ved. QUI; ndr), ha colpito ancora.

Un copione che ricalca quelli già vissuti dai Francescani dell'Immacolata (ved. QUI; ndr) ‒ ancora commissariati dopo sei anni! Ma chi hanno ammazzato per essere trattati così? ‒ della Familia Christi (ved. QUI; ndr), della Fraternità dei Santi Apostoli e così via. Ormai un format abituale nel regime vigente. (Cfr. anche l'articolo di Aldo Maria Valli QUI; ndr).

Appare davvero strana e inspiegabile l'operazione a cui probabilmente non sono estranei appetiti vescovili per le proprietà della piccola congregazione.

Le Piccole Suore di Maria madre del Redentore curano anziani, collaborano nella pastorale delle parrocchie, aiutano i poveri e vivono una spiritualità considerata oggi in Vaticano troppo "rigida", cioè: amore di adorazione all'Eucarestia, preghiera fervente d'intercessione e filiale devozione a Maria.

Le suore sono state pre-visitate nel 2009 per decisione del vescovo di Laval, che i laici che sostengono le suore accusano di avere un certo interesse verso l'amministrazione dei loro beni. Ma l'iniziativa non ha avuto successo.

Nel 2016, con Braz de Avis e Carballo, una nuova visita. Non più – o non solo – per motivi amministrativi ma per il grave sospetto di tradizionalismo o di classicismo, come dicono i francesi.


Da sinistra José Rodriguez Carballo con João Braz de Aviz in udienza da Bergoglio

Le suore sono state incolpate di avere problemi gravi di governo (anche se risulta che la maggioranza delle suore abbia testimoniato le meraviglie della superiora), di immobilismo, di disconoscenza della "nuova teologia della vita consacrata..." e di altri gravi reati come quello di eccessiva preghiera...

Le superiore – esiliate in altri conventi – erano accusate di "autoritarismo deviante", e alle suore è stata chiesta l'obbedienza senza appello "senza – dicono – che la preoccupazione di una diritta coscienza abbia una parola da dire, e senza che mai ci sia stato spiegato il minimo fondamento oggettivo di tutte queste misure romane: così ci sarebbero due pesi e due misure".

Le suore hanno respinto le accuse come false e inventate dai visitatori. I commissari e la Congregazione hanno dato loro ragione, almeno in parte, ma hanno mantenuto i provvedimenti presi; cioè, confermano il commissariamento.

Le suore hanno fatto appello a quello che era il tribunale supremo di giustizia nella Chiesa, la Segnatura, ormai, con la gestione del diplomatico Mamberti evidentemente incapace di andare contro volontà superiori, che ha confermato la sentenza del Dicastero.

Ma le suore hanno deciso di non accettare quella che a loro – e non solo a loro – pare una ingiustizia evidente. Hanno reso pubblica la loro decisione:

"Il 17 settembre 2018, il cardinale Prefetto della Congregazione per i Religiosi, mons. Braz de Aviz, ci ha scritto un ultimatum: o accettiamo il Commissario "senza riserve" o non lo accettiamo; nel qual caso, la legge prevede che potremmo essere licenziate dall'Istituto".

Allora, hanno scritto le suore: "Dopo aver acquisito la certezza morale per l'anno in corso che l'accoglienza del commissario apostolico all'interno del nostro Istituto causerebbe un danno molto grave e certo nel breve o lungo termine riguardante la comprensione del carisma lasciato da Dio a Madre Maria della Croce, nostra Fondatrice, solo per il modo di viverla.

Dopo aver proposto molte volte soluzioni di riappacificazione senza che ci sia stata data alcuna risposta, previa consultazione con persone autorizzate e competenti; dopo aver pregato molto e sempre volendo rimanere fedeli e obbedienti alla verità, ci è sembrato che non avessimo altra scelta che rinunciare ai nostri voti".

Nel frattempo a Laval si è costituito un Comitato di sostegno alle religiose, che conta quasi tremila persone, e che ha la sua voce in un sito, https://www.soutienpsm.com/

Tutto questo avviene in un paese (la Francia; ndr) in cui la situazione vocazionale è – a dir poco – disastrosa; dove la questione degli abusi clericali sta pian piano emergendo in tutta la sua gravità, e dove la Santa Sede si permette di compiere operazioni inspiegabili condotte con una violenza e una determinazione che sarebbero state ben più adeguate in altri contesti, e per colpe reali.»

Marco Tosatti




E a proposito di Francia, ecco una notizia di tre giorni fa che conferma la solerzia vaticana "misericordiosa" nel commissariare uno dopo l'altro i siti maggiormente visitati dai fedeli di tutto il mondo; guarda "caso" proprio là dove si prega più intensamente e in modo tradizionale, come è accaduto a Medjugorje e a San Giovanni Rotondo.

Questa volta è toccato a Lourdes. Al vescovo Brouwet, infatti, pur rimanendo responsabile della diocesi, è stata sottratta la gestione del famosissimo luogo di culto a favore del vescovo ausiliare di Lille, Hérouard, nominato delegato pontificio a tempo determinato per la cura pastorale del Santuario stesso.

Ecco l'articolo apparso su "La Nuova Bussola Quotidiana" il 7 giugno scorso:

Lourdes, Santuario sottratto al vescovo "troppo" cattolico

Il vescovo ausiliare di Lille, Hérouard, nominato delegato pontificio a tempo determinato per la cura pastorale del santuario, è noto per le sue posizioni molto "liberal" in fatto di liturgia e dottrina, e recentemente è stato protagonista di interventi politici contro i populismi e contro Marine Le Pen.

La comunicazione della Santa Sede accusa il vescovo Brouwet, che resta titolare della diocesi, di aver dato troppo spazio «all'aspetto gestionale e finanziario», ma egli, nominato giovane da Benedetto XVI, è conosciuto piuttosto per la sua ortodossia in fatto di dottrina morale e per lo spazio concesso a chi arriva a Lourdes celebrando nella forma straordinaria del rito romano. In oltre 150 anni, è la prima volta che la Santa Sede interviene su Lourdes.

Lourdes come Medjugorje. Seguendo l'esempio della nomina di monsignor Hoser fatta un anno fa per la situazione della cittadina bosniaca, Bergoglio ha scelto di inviare un suo delegato per la cura pastorale dei pellegrini anche nel centro mariano francese.

In quest'ultimo caso, però, a differenza del noto precedente, l'incarico non sarà a tempo indeterminato. La decisione pontificia, in un articolo scritto su VaticanNews dal direttore editoriale del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Andrea Tornielli, viene attribuita alla sua intenzione di "accentuare il primato spirituale rispetto alla tentazione di sottolineare troppo l'aspetto gestionale e finanziario".

Come chiarito dal vaticanista veneto, l'incarico del commissario sarà limitato soltanto al Santuario, mentre la diocesi rimarrà sotto la guida di monsignor Nicolas Brouwet.

Una precisazione sottolineata dallo stesso vescovo che, in una nota ufficiale, ha ricordato come questa nomina non cambierà nulla nella vita diocesana ed andrà a toccare solamente la vita del sacro luogo specifico.

Per rafforzare ulteriormente questa distinzione, il presule ha anche fatto notare che "la cura pastorale dei santuari e la pastorale delle diocesi sono due cose diverse".

Non c'è dubbio, però, che il Santuario mariano rivesta un ruolo più che importante nella vita della diocesi di Tarbes, attirando nel centro dei Pirenei oltre un milione di pellegrini ogni anno.


Il Santuario di Lourdes

Fino ad oggi il vescovo ha ricoperto la funzione di responsabile spirituale, detenendo nelle sue mani il potere di nomina del rettore. Con la decisione presa da Bergoglio sarà invece il delegato "ad nutum Sanctae Sedis" (cioè a disposizione della Santa Sede; ndr) ad assumere la cura pastorale dei pellegrini.

Per l'incarico è stato designato monsignor Antoine Hérouard, attualmente vescovo ausiliare di Lille e presidente della Commissione affari sociali della Comece, la Commissione degli episcopati dell'Unione europea. La sua nomina appare indebolire non di poco, dunque, il peso del vescovo di Tarbes. Quello di Hérouard, inoltre, è un profilo non poco diverso da quello di Brouwet.

Il neo-delegato, ex rettore del Pontificio seminario francese a Roma, si è distinto anche nel passato molto recente per un orientamento piuttosto "liberal".

Lo ha dimostrato prima e dopo le elezioni europee, con il suo attivismo, partecipando ad incontri (in due occasioni con Enrico Letta e Francois Hollande) e rilasciando dichiarazioni in cui si metteva in primo piano il timore per la crescita dei populismi, si attribuiva la vittoria del partito di Marine Le Pen, in Francia, ad una visione distorta sull'immigrazione e si sottolineava il ruolo delle comunità religiose per sensibilizzare i cittadini sull'importanza dell'Unione Europea.

In una recente intervista a "La Croix", monsignor Hérouard ha anche sostenuto che il dibattito sulle radici cristiane d'Europa "non è più di attualità".

Un profilo piuttosto distante da quello di monsignor Nicolas Brouwet, formatosi all'«Istituto Giovanni Paolo II per il matrimonio e la famiglia» e più attento a riaffermare l'insegnamento della dottrina morale cattolica nell'esercizio del suo ministero episcopale.

Il vescovo di Tarbes e Lourdes, nominato giovanissimo nel 2012 da Benedetto XVI, ha dimostrato in questi anni una sensibilità liturgica conservatrice e si è fatto apprezzare anche dai gruppi che curano la celebrazione della Santa Messa nella forma straordinaria del rito romano, accogliendo con benevolenza i loro pellegrinaggi presso il Santuario di Lourdes.

Mons. Hérouard, al contrario, non ha problemi a mostrarsi in pubblico in giacca e cravatta e sembra prediligere la modernità nella scelta dei paramenti; caratteristiche notoriamente poco gradite ai raggruppamenti d'impostazione più tradizionale. Il tempo dirà se il cambio di guardia nella guida pastorale dei pellegrini comporterà delle modifiche rispetto a quanto si è visto fino ad oggi.


Il vescovo Antoine Hérouard... che sembra un po' imbarazzato... Ved. QUI

Intanto, dall'articolo di Tornielli a commento della nomina del nuovo commissario pontificio sembrerebbe emergere che all'origine della decisione ci sia l'eccessivo spazio attribuito all'«aspetto gestionale e finanziario» nella conduzione del Santuario.

Un rilievo che non trova riscontro nelle testimonianze di chi frequenta assiduamente Lourdes; c'è da ricordare invece che proprio la gestione di monsignor Brouwet è riuscita a raggiungere risultati importanti.

Infatti, dopo quasi un decennio di conti in rosso, il santuario ha chiuso il bilancio del 2018 addirittura con un surplus di 200 mila euro. Un risultato raggiunto grazie al piano di risanamento operato da Guillaume de Vulpian, l'ex dirigente della Renault chiamato a Lourdes dal Vescovo della diocesi quattro anni fa.

Un'operazione, peraltro, portata a compimento soprattutto grazie alla riduzione e alla razionalizzazione delle spese e nonostante il calo del turismo in Francia a seguito degli attentati degli ultimi anni.

La nomina del delegato da parte di Bergoglio rappresenta un precedente rilevante anche sul piano storico: di fatto per quanto concerne le apparizioni, la loro veridicità proviene dal riconoscimento del vescovo della diocesi competente.

È quanto avvenne anche nel caso di Lourdes con il decreto emanato il 18 gennaio 1862 dall'allora vescovo di Tarbes, monsignor Bertrand-Sévère Laurence.

E su Lourdes in oltre 150 anni non c'è mai stata alcuna intromissione vaticana. Questo spiega anche il carattere eccezionale dell'intervento pontificio che avoca a sé la gestione pastorale del luogo sacro, "sottraendolo" alla diocesi competente.

Nico Spuntoni

Bergoglio - il Falso Profeta - OSANNATO dalle masse...

Conclusione

Un bel quadro, non c'è che dire! Non comprendo come ci si possa ostinare, ad oltranza, a mantenere gli occhi chiusi! Che faranno coloro che ancora dormono... quando "ex abrupto" si troveranno di fronte alla tragica realtà?

Relazione e cura di Sebirblu.blogspot.it

            lanuovabq.it

mercoledì 5 giugno 2019

Realtà o Parvenza? Il Saper Vedere è una Conquista




Sebirblu, 5 giugno 2019

Non è facile individuare il RETTO SENTIERO in un groviglio di strade e viottoli che apparentemente sembrano percorribili alla Ragione ma che poi, ad un attento esame, cozzano con le aspirazioni superiori di chi si è messo in cammino per raggiungere la Meta finale dello Spirito.

Naturalmente questo discorso risulta incomprensibile a coloro che ancora "dormono" senza saperlo, o a quelle anime che essendosi svegliate da poco, faticano a liberarsi dagli intontimenti residuali del sonno e a focalizzare il "VERO" secondo la Luce proveniente dal SÉ DIVINO.

Il suo incomparabile splendore, simile ad una potente ed eterna "lampadina", è impossibilitato ad espandere la sua luminosità se incontra degli strati spessi di fanghiglia o pennellate di vernice che offuscano la limpidezza dei suoi raggi!

Come può Esso indicare la Via diritta alla "persona" (suo significato QUI) che ha deciso di vivere e sperimentare la propria vita per evolversi e purificarsi, se di continuo oscurato e tenuto in subordine rispetto alle esigenze dello Spirito?

Questi strati di fanghiglia e le pennellate di vernice, qualora non si tratti addirittura di consistenti palate di catrame, sono le nostre passioni, i vizi acquisiti e le abitudini inveterate che fanno parte della nostra personalità, del nostro sé inferiore, e in cui erroneamente ci identifichiamo. (Cfr. QUI e QUI).

Come ho già detto in questo post noi, in quanto uomini, siamo dotati di PENSIERO, RAGIONE e COSCIENZA, trinità umana che a sua volta è sorretta dalla triade divina FEDE SPERANZA e CARITÁ (AMORE) insita in ogni SCINTILLA ad immagine del Creatore.

Orbene, dobbiamo domandarci: "Quale è lo scopo dell'esistenza terrena? Perché viviamo? E se, come spero, alcuni di voi sono realmente interessati a questa lettura ed avvezzi al linguaggio sostanziale, perché non eliminare e spazzar via più celermente ciò che impedisce di veder chiaro?




L'ORGOGLIO in primis, figlio della SUPERBIA, è il più grande impedimento alla corretta visuale delle cose che porterebbe immediatamente, secondo l'INTUITO che è superiore alla Ragione, ad una maggiore chiarezza per intraprendere qualsiasi azione umana.

Il Raziocinio, quando pretende di avere la meglio, o essere illuminante per un retto cammino spirituale ne esce invece sconfitto e porta l'individuo verso l'errore con la convinzione di essere nel giusto!

Disse il Cristo: "La Verità vi farà liberi", e allora... dal momento che essa risiede nello Spirito perché non affidarsi alla sua Voce che per innata sua peculiarità non può sbagliare mai?

La PAURA è il secondo grande ostacolo, perché impedisce all'uomo di pensare bene congiungendosi alla FEDE CONSAPEVOLE (non cieca), roccaforte imbattibile che conduce  alla  SPERANZA  della  vittoria,  nonostante  qualsiasi  vento  contrario.

Tale impulso emotivo paralizza ogni iniziativa altruistica facendo ripiegare l'individuo in sé stesso, indurendogli il cuore, ed impedendogli perciò di aprirsi all'Universo intero emanando e ricevendo Amore in un fluire continuo e costante.

La CARENZA d'AMORE (ossia di CARITÁ) deriva dall'eccessiva "salvaguardia" di noi stessi che porta all'egoismo e alla chiusura i quali ottenebrano ogni moto dell'anima, privando gli altri di quell'apporto vitale di cui avrebbero bisogno per rimanere in equilibrio nella lotta esistenziale.

E siccome la CARITÁ fa parte della triade divina, e dunque dello Spirito, venendo a mancare o essendo insufficiente, sottrae all'Essere quella Luce necessaria atta a discernere le varie circostanze che si presentano nel corso della vita per affrontarle in base alla vera Essenza individuale e non alla spinta della materia.

Questo non vuol dire sottovalutare il lume dell'Intelletto pur sempre indispensabile all'umana natura, ma la necessità di assoggettarlo al giudizio della Coscienza che rappresenta ‒ secondo il proprio livello evolutivo ‒ la Voce divina che concede o no il suo placet.

Invece, troppo spesso la si ignora "scendendo a patti" con essa, auto-giustificandosi e facendo orecchie da mercante ai suoi ripetuti richiami!




Qui, non si tratta di "Inferno o Paradiso", né di dissertare o meno sulla "dannazione eterna" ma di acquisire finalmente una maturità nuova atta a comprendere che ciascuno di noi è responsabile di fronte alla Legge Infinita di ogni pensiero, parola e azione che sia in contrasto con la stessa e quindi arrecare danno e squilibrio all'Ordine cosmico esistente.

Dal modo di comportarsi e dai conseguenti effetti positivi o negativi, ne andrà della nostra felicità futura o della disperazione più cupa per non aver capito che solo dando AMORE avremmo potuto e dovuto edificare per raccoglierne i frutti saporosi.

Solo  entrando  nel  rimorso più bruciante  potremo  incenerire le "scorie" accumulate e tentare di riparare il danno di "sottrazione d'AMORE" perpetrato così superficialmente nell'arco della nostra vita, centuplicando da quel momento le energie di compensazione verso chi abbiamo defraudato.

In ogni caso, le facoltà ‒ Pensiero, Ragione, CoscienzaDEVONO essere perfettamente in linea tra loro prima di agire in qualsiasi senso, passando al vaglio uno dopo l'altro i moti dell'anima e valutando ipso facto se giungono dal SÉ Divino o dal piccolo sé, o Io umano.

È necessario distinguere, inoltre, tra i termini "Individualità" e "Personalità":

L'una si riferisce all'Essenza o Spirito, il Grande SÉ, "indivisibile" appunto. L'altra determina la "persona" (ossia la maschera teatrale nel suo significato etimologico) equivalente al piccolo Io, costituito da tutti i corpi sottili (la Psiche o Anima) e dal corpo fisico, che si arrogano il diritto ingannevole di dominare e zittire il "Vero Agente" che SOLO dovrebbe signoreggiare.

È come se, ipoteticamente, un pilota di rango fosse defenestrato e messo a tacere dalla sua stessa vettura che senza più controllo intelligente, ma automatico, pretendesse  di  condurlo  alla  vittoria  finale!  Tutto ciò è assurdo!

Ma è proprio quello che succede nella posizione dell'uomo decaduto (ved. QUI, QUI e QUI) che ha dimenticato la propria Origine divina e si lascia condurre dagli istinti (l'organismo), dagli impulsi ed emozioni (l'astrale), dalle ispirazioni indotte dalla razionalità (mentale inferiore) e quasi mai dalle intuizioni (mentale superiore) che fanno capo allo Spirito o supremo "Guidatore". (Cfr. QUI).

Come si può dunque pretendere di avere il discernimento e vederci chiaro quando non si è riusciti ancora ad affrancarsi, almeno a sufficienza, dalle strettoie della materialità come dai suoi allettamenti illusori o dalle deduzioni logiche, facendosi indirizzare dal "conducente" automatico, ossia dal piccolo Io?


"La parabola dei ciechi che guidano altri ciechi" di Pieter Brueghel, il Vecchio.

Ecco perché quasi tutto il mondo cattolico non si accorge del "Grande Inganno" in seno alla Chiesa di Roma! (Ved. QUI). E sono proprio coloro che sembrano più ardenti nella devozione a Dio a non vedere e a non distinguere ciò che sta accadendo, per la loro ingessatura interiore, avviluppata nelle abitudini di rito e negli stereotipi di pensiero che li rende ciechi e sordi.

Non hanno realizzato cioè la Conoscenza profonda del Grande Sé che si ottiene non con un monotono biascicar di preci ma col desiderio profondo di cercare il TESORO nascosto in noi, il "tesoro del campo" o la "perla preziosa" che il Cristo ha descritto così bene nel Vangelo. (Mt. 13, 44-46).

Già... "A chi ha sarà dato... ma a chi NON HA sarà tolto anche quello che crede di avere!" (Lc. 8-18). E perché costoro non hanno?

Perché ritengono, illudendosi, di essere a posto nel seguire con zelo la liturgia e frequentare i Sacramenti (QUI, l'insegnamento inequivocabile di Gesù), ma senza mettere mano in modo energico ad una profonda pulizia interiore per sradicare le fasce purulente che impediscono allo Spirito di risorgere: esattamente com'è avvenuto a Lazzaro che è stato richiamato in vita da Gesù, emblema meraviglioso di un'Umanità risvegliata al tocco di Dio.

Per distinguere, tuttavia, bisogna conoscere, documentarsi, ricercare, ma soprattutto mettere in pratica l'Esempio fulgido lasciatoci in eredità dal Cristo (anche se non c'erano registratori in quell'epoca... [sic!], come ha detto il nuovo Generale dei Gesuiti Sosa Abascal).

La cosa più importante, però, è di saper domandare con umiltà e fiducia ("Chiedete e vi sarà dato!" ‒ Lc. 11, 5-13) e non ritenere sempre di saperne a sufficienza! Dio non si lascia ingannare!

E  a  proposito  del  Superiore  dei  Gesuiti,  visto  che  ha  pure  detto  che  il  Maligno è una creazione simbolica  inventata dagli uomini (cfr. QUI),  voglio ribadire quanto tale forza malefica (cfr. QUI e QUI) sguazzi in tutto questo bailamme  approfittando sempre più dell'insipienza generale, del permissivismo più spinto, e sotto l'insegna della "misericordia"  ad oltranza  "concessa dal Cielo", secondo il "Vescovo di Roma, venuto dalla fine del mondo"...

[Per avere una panoramica maggiore e farsi una ragione di quello che sta accadendo realmente nell'ambito ecclesiale, confrontare QUI QUI, ed anche tutti i post che riguardano Bergoglio cliccando il suo nome sull'etichetta, nonché su "Profezie"].

Una moltitudine inarrestabile di entità diaboliche scorrazza ora per il pianeta Terra insidiando, uccidendo, perseguitando non solo i Cristiani, ma gli umani tutti che, succubi delle loro passioni, adesso giustificate anche dalla Falsa Chiesa che ne minimizza addirittura gli effetti, cadono come mosche nelle loro mani senza averne il minimo sentore. (Cfr. QUI, QUI e QUI).


Tomasz Alen Kopera

Per concludere, come si può pretendere di possedere il discernimento quando non si fa nulla per uscire dalle nebbie mondane che offuscano la mente, dalle passioni egoistiche che soffocano i moti del cuore, ma soprattutto dall'indifferenza più totale, se non l'odio, verso le cose di Dio?

In queste condizioni, è ineluttabile che il Pianeta sia un'immensa Babilonia... e pensare che sono ancora in molti a sostenere che tutto rientri nella norma... l'assuefazione al male è entrata talmente nelle coscienze da far rabbrividire...

La  nostra  SOLA SPERANZA  risiede  nel  risolutivo  quanto drastico  INTERVENTO che la Bontà Infinita ha promesso di inviarci a breve l'AVVERTIMENTO (Cfr. QUI)  unico in grado di scuotere le coscienze addormentate e far decidere da che parte stare all'Umanità confusa e derelitta in questa "Valle di Lacrime"... 

O con Dio... o contro di Lui!