domenica 31 marzo 2019

LO STREPITOSO POEMA di DANTE dettato dall'ALDILÀ!


Tito Ridolfi:  Dante Alighieri (Firenze 1265 - Ravenna 1321)

Dalla Terra al Cielo

Il Centro Studi Metapsichici di Camerino pubblicò nel 1974 il poema "Dalla Terra al Cielo" offrendo così la stupefacente opportunità a tutti di leggere e conoscere un nuovo Dante, un Dante inedito.

Attraverso l'Ultrafanìa (cfr. QUI e QUI), l'Entità che nel tempo fu Dante Alighieri, dettò "post-mortem" centinaia e centinaia di versi che indubbiamente turbano i lettori, specialmente gli scettici che ad essi si accostano, ma che insigni dantisti hanno riconosciuto come autentici.

Questo prezioso volumetto costituisce con il suo contenuto il perfezionamento della Divina Commedia, perché l'eccelso Autore descrive, per testimonianza diretta, la realtà della reincarnazione (cfr. QUIQUIQUIQUI e QUI) negata invece dalla dottrina cristiana sin dall'epoca di Costantino con il Concilio di Nicea del 325 d.C.

L'opera, complessivamente, si presenta come riflessione drammatica e personale dello Spirito di Dante che medita, dopo il trapasso, sulle leggi universali che regolano la Vita e l'Oltre, dalla Terra al Cielo appunto, proponendosi l'obbiettivo di illuminare l'uomo sulla via del Risveglio attraverso il ricordo e la dettagliata descrizione della sua esperienza postuma. (Cfr. anche QUI).

Egli mette di nuovo in scena se stesso, e questa volta è protagonista vero della propria esperienza spirituale (e non soltanto veggente ispirato come lo era al tempo della sua immortale stesura letteraria).


Domenico Peterlin: "L'Esilio di Dante"

D'altra parte il poema è un accorato appello all'intera Umanità, un sacro tentativo di stabilire un ponte tra l'invisibile Regno dello Spirito e il nostro mondo, affinché le sue ardenti esortazioni siano uno sprone per tutti gli Esseri in cammino.

Ne è segno manifesto l'incipit stesso:

"O popol che t'appresti al grande passo
per superar la soglia della morte
non cadere nel tragico collasso

de li peccata e fa' che tu sia forte:
vicin ti guata il demone maligno
perché diventi tua la sua mal sorte,

fuggi quindi l'invito e quinci il ghigno
acciocché tu possa salir festoso
nel Regno di Colui giusto e benigno.

Risveglia il grande amor che tu hai nascoso
sopito ognor nell'anima e nel petto,
onde lungi gittar l'aere nebbioso;

Ché se il tuo cuor fuggesse dal mio detto,
che predica l'amor puro e perenne
luminando la vita e l'intelletto,

nell'ora ch'è fatale e ch'è solenne,
al sorpassar dell'immortale soglia,
comprenderai che allor non ti convenne."

In questa prima sezione emerge in tutta chiarezza che la qualità della vita dopo la "morte" ‒ il "tragico collasso" (espressione quanto mai potente ed incisiva) ‒ dipende dalla nostra adesione più o meno accentuata agli allettamenti materiali che oscurano l'intelletto e impediscono all'amore sopito in noi di emergere e dissolvere così l'offuscamento del cuore e della mente: l'aere nebbioso.

Raccomanda perciò all'Umanità di ascoltarlo e di mettere in espansione l'Amore puro e solenne se non ci si vuol pentire per non averlo fatto al passaggio dell'immortale soglia.


Marcel Rieder: "Dante e le amiche di Beatrice"

Poi, rivolgendosi alla Morte, che non può nulla contro l'immortalità dello Spirito...

"Non t'affannar, non darti pene e doglie
col tuo ideal di sterminar le genti...
Non t'affannar, perché come le foglie

che a la triste stagion dei freddi venti,
allor che la natura sta nel sonno,
morte giacciono e gialle, oppur cadenti,

ma che al tornar di primavera ponno
brulle rame vestir, così l'amata
falciata gente, per amor del Donno, (di Dio)

scossa dal suo torpor, risollevata
d'ogni bassa tristezza e sofferenza,
nel mondo tornerà rinnovellata.

Nuova per suo vigor, per sua esperienza,
l'antichi errori trova e li corregge
migliorando così la sua esistenza:

china quindi di fronte a l'Alta Legge,
tetra regina il volto tuo regale,
ch'è più regal di te Chi tutto regge!"

In quest'altra magnifica parte, l'Alighieri paragona l'avvicendarsi delle foglie, che rispuntano ad ogni primavera dopo essere cadute sbiadite e morte, alla rinascita dell'uomo che ritorna nel mondo per correggere i suoi errori e migliorare ancor più la propria evoluzione.

È veramente notevole questa ulteriore testimonianza sulla realtà reincarnativa, in special modo proveniente da chi, come Dante, fu cattolico fermamente convinto della sua inesistenza!


Giuseppe Bertini: "L'incontro di Dante con frate Ilario" 

E prosegue, instillando in noi tutti, con i suoi portentosi versi, la dolce sicurezza nella continuità della vita...

"Di fatto, prima ancor ch'io fui sepolto,
d'esser vivo, pur morto, ebbi certezza
e il problema del poi ebbi risolto."

Ma se i primi tre canti costituiscono di fatto un monito ed un ammaestramento alla sempre vacillante umanità, è il quarto a descrivere l'incontro ancora una volta con Virgilio, la sua guida illuminata, sempre pronta ad incoraggiarlo e a condurlo passo passo lungo l'erto cammino ascensionale:

"Chi sulla Terra ispirazion mi diede
e in mio pensier fu guida al grande viaggio,
fu da Colui che tutto presiede

a me assegnato qual lucente raggio,
qual guida che m'aiuti al gran capire
col suo spirituale alto linguaggio."

E Virgilio spiega, preparando Dante ad affrontare l'auto-giudizio con la visione del suo stesso "nastro di vita" (cfr. QUI), come l'ineguagliabile gioia per la Conoscenza superiore non possa essere appannaggio di tutti gli Spiriti se questi non hanno ottemperato al principio basilare della Legge di Dio: AMARE.

Continua dicendo che l'aver o no seguito i precetti divini formerà la materia della "grande valutazione" che condurrà o alla beatitudine o al dolore cocente per il rimorso. Il Poeta, già ansioso per la sua sorte futura, prende queste parole come preannuncio di una sentenza sfavorevole.


William Adolphe Bouguereau: "Il Rimorso di Oreste" (1862)

Tremando in sé stesso e incerto se il frutto della sua semina in vita avrebbe dato floride spighe o sterpi, così si esprime:

"Volgi – dissi – vêr me, che sì turbato
sono al tuo dir rimasto, il bel parlare
prima che mi tuffi ne lo mio passato:

In questo, dal terren greve spuntare
vedrò floride spighe per buon seme
o sterpi che il mio piè fan sanguinare.

Io tremo, o Guida, ché il pensier mio teme
sterpi su spighe e più di quei che queste,
e quindi offesa a le leggi supreme."

E la temuta disamina della parabola vitale arriva, infatti, nel settimo e nell'ottavo canto...

"Io bimbo, io giovinetto ed io attempato
nel compimento d'ogni umana azione
ora nel giusto ed ora nel peccato

e per ciascuna rapida visione
sentiva farsi in me gioia o dolore,
o speme, oppur terror di perdizione."

A seconda delle immagini, che per una Legge grandiosa, sublime e giusta vengono percepite da ogni Spirito, la panoramica delle passate vicende produce una diversità di sentimenti e il giudicare è facile perché nell'alternanza dei fatti vissuti è istantanea la percezione del bene e del male.

"Nel valutar non ero più un ignavo;

aveo certezza d'un giudizio digno
per ciascuna compiuta umana azione
per rio proponimento o fin benigno."

Così l'Essere, per l'acquisito senso di responsabilità, non avrà il coraggio, né l'ardire di chiedere clemenza se avrà scoperto di aver infranto la Legge di Dio, ma riterrà giusto auto-punirsi e purificarsi non sentendosi ancora digno per il Regno della Luce.


Domenico Morelli: Dante e Virgilio nel Purgatorio

Perciò, con un monito all'Umanità il Poeta aggiunge:

"Volgetevi al Signor, miseri voi
che per negghiezza sulla Terra siete ("negghiezza" sta per negligenza)
preda infernal di demoni avvoltoi!

Se al corpo sol la vita dedicaste,
che, di voi, nel veder quanto vid'io?
Che, di voi, nel capir quanto peccaste?"

Che ne sarà di voi, esorta ancora Dante, quando vedrete ciò che io ho veduto? Che ne sarà di voi quando capirete l'immensa vostra cecità spirituale? Quale tormento?

Io, sembra dire il Poeta riportandosi ai versi precedenti, non lo provai perché ebbi la volontà d'essere iniziato alle conquiste dello Spirito sulla Terra; ma voi, creature umane, che calpestate i valori sostanziali, che questi rinnegate, deturpate, infrangete, come vivrete il gran momento del giudizio? Volgetevi a Dio, o voi che chinate gli sguardi al fango della Terra, alzateli al Cielo!


Jean Léon Gérôme 

E al canto nono, si innalza la potente preghiera del Sommo Poeta per le umane genti:

"O Tu Immortale Padre dei mortali
cui offristi eterno premio, o Tu affettuoso
che per le colpe lor, pei loro mali

mezzo donasti giusto ed amoroso
perché nel tempo estinguansi per merto (si estinguesse per merito)
di penitenza e di soffrir pietoso,

o Tu, Padre, che hai l'eccelso serto (corona)
fatto di mondi eletti e rifulgenti
che in movimento sono e di concerto,

o Tu, Signor, che spargi tra le genti
le grazie Tue pel Tuo infinito Amore,
fa che i tuoi figli tristi e al male intenti

sian tolti, per il Ver, dal loro errore!
Né fa pagar paterna Tua clemenza
ciò che ha voluto tòrre il peccatore ("tòrre" sta per togliere)

di bene al bene insìto in sua coscienza;
Tu additi ognor salvezza nella fede
e men del novigildo è Tua sentenza."

Poderosa e sublime invocazione al Padre che aureolato da un eccelso serto fatto di mondi eletti e rifulgenti permette agli uomini, seppur attraverso la sofferenza, di estinguere i loro errori esercitando sempre la Sua infinità Bontà nel giudicarli, astenendosi dal novigildo (pena che condannava il colpevole a pagare nove volte ciò che aveva sottratto).




Ed è a motivo di questa Bontà divina che il geniale Autore, sebbene consapevole dei suoi errori durante l'esistenza fisica, si sente ormai svincolato (disviluppato) dalla Terra e stranamente inserito (perché non se lo aspettava) in un ambiente luminoso e terso.

"Per le colpe di cui mi sentìa erede
da quel che m'ero ormai disviluppato
più duol credeo per me, più opaca sede!

Ma il ben che per Iddio ciascuno ha oprato
rota più ampia forma in luce e in forza
sì d'annullare il mal ch'ombra ha gettato."

Quindi, egli spiega, sono proprio le opere compiute in vita, dopo essersi risvegliati ed aver preso coscienza dei propri sbagli verso l'Eterno, che compensano, attenuano o addirittura eliminano la condanna che si sarebbe meritata.


Cristobal Rojas: Dante e Beatrice sulle rive del Lete

Infine, il decimo e l'undicesimo canto del poema postumo si compendiano in una intensa ed accalorata esortazione del Poeta al genere umano affinché comprenda, finalmente, l'importanza fondamentale dell'Amore e del Perdono.

"Surga l'amor che voi sopito avete
per vostro agire e favella bugiarda
dell'alma, prima che vi bagni il Lete! (È il fiume dell'oblio nell'Oltre)

Surga l'amore in voi; dall'alto guarda
Dio ch'Amor vi donò perch'il donaste
e tal donar non sia vostr'opra tarda!

Surga l'amor che voi, nati, serraste
nella coscienza, allor fulgido scrigno,
e fatto immondo poi, perché peccaste!"

"Però l'Amor che invoco e a cui vi invito
tragge sua forza grande e duratura
dal precetto ch'Ei volle a voi impartito

per Suo motto, Suo esempio, Sua figura:
«Perdono», né da voi sia mai taciuto
ché dell'eterno albor chiave è sicura."


Gustave Doré: "Il Cristo è il Salvatore..."

E si intensificano i versi nell'undicesimo ed ultimo canto con un fervente invito iniziale a praticare il gran Comandamento rivolgendosi al Consiglier che giammai erra, al Cristo-Amore dal Quale scaturirono le immortali parole indicanti la Via per giungere alla Pace nel mondo.

"O voi che ancor potete della Terra
pace voler pel gran Comandamento,
correte al Consiglier che giammai erra!

Da Lui torrete il ver convincimento
e dal parlar del Figlio ogni cagione,
sì che Luce sarà vostro ornamento,

come trista m'apparve la visione
della città, quando la voller preda
di fuoco distruttor, non di ragione!"

Quella pace che il Poeta auspica per l'Umanità intera, prevedendo già, con la sua visione entelica, l'abisso verso cui è incamminata e che lui stesso visse con la guerra fratricida nel suo lontano passato.

"Che se nel tristo ier fu sì funesta
l'opera vil da cui n'ebbe gran pianto
la patria mia, nell'oggi, che più desta

appare l'ambizion che il bene ha infranto,
non già morrà una patria ed una sola;
ma il mondo inter potrà perir con schianto.

Lo ieri fu; l'oggi veloce vola
ed il doman nello sperduto abisso
verso un imo senz'imo, ecco s'invola." (Verso un infimo senza infimo... senza fondo...)


Rafael Flores: "Dante e Virgilio guardano verso l'abisso infernale"

E componendo i versi con l'usuale sua maestria e la lirica sublime, l'eccelso Spirito, evolutosi ormai divenendo Entele (significato QUI, al post scriptum), conclude con un appassionato richiamo ai fratelli della Terra:

"Volgiti, o gente insuperbita e sciocca,
al Padre Sommo e fuggi dal perverso
come balestro che da corda scocca! (Come freccia scoccata dall'arco)

Or sul trapasso il tuo pensiero è terso; (perché ha insegnato che la morte non esiste)
un più alto parlar, fratel, t'aspetta.
Dalla Terra, a quel Ciel che l'universo

ammanta tutto e d'ogni parte getta
luce spiritual su ogn'esser tetro,
io mi rivolgo. E a te, luce diletta

del sublime Maestro, a te, buon Pietro,
l'alta tua guida chiedo all'ire mio. (ire = andare)
Volgi il tuo passo ed io ti terrò dietro.

Ch'eternamente sia lodato Iddio!"

A chi Dante può domandare d'essere più in alto condotto, se non a colui che ricevette dal divino Maestro la potente investitura di aprire o chiudere l'aurea porta del Regno celeste? A Pietro, naturalmente... ed è all'Apostolo buono e semplice che il Poeta si affida: "Volgi il tuo passo ed io ti terrò dietro".

E questa espressione non poteva che congiungersi, ad anello, con l'altra della Divina Commedia (Inferno, 1, 136): "...allor si mosse ed io gli tenni dietro..." per proiettarsi ora, finalmente, verso l'eterna ed incommensurabile Luce degli Spazi infiniti.





Versi tratti dal poema "Dalla Terra al Cielo" di Dante Alighieri (post-mortem)

giovedì 21 marzo 2019

M. Valtorta: Profezie di Gesù sugli Ultimi Tempi




Estratti di Maria Valtorta dal "Poema dell'Uomo Dio"

Disse Gesù fanciullo durante la disputa con i Dottori del Tempio:

«Così parlo. E così parlerò sino alla morte. Poiché sopra il mio frutto sta l'interesse del Signore e l'Amore alla Verità di cui sono Figlio.

E ti aggiungo, o rabbi, che la schiavitù di cui parla il Profeta, e di cui Io parlo, non è quella che credi, come la regalità non sarà quella che pensi.

Ma per merito del Messia verrà reso libero l'uomo dalla schiavitù del Male che lo separa da Dio, e il segno del Cristo sarà sugli spiriti, liberati da ogni giogo e fatti sudditi dell'eterno Regno.

Tutte le nazioni curveranno il capo, o stirpe di Davide, davanti al Germoglio nato da te e divenuto albero che copre tutta la terra e si alza al Cielo.

E in Cielo e in Terra ogni bocca loderà il suo Nome e piegherà il ginocchio davanti all'Unto di Dio, al Principe della Pace, al Condottiero, a Colui che con Se stesso avrà inebriato ogni anima stanca e saziato ogni anima affamata, al Santo che stipulerà una alleanza fra Terra e Cielo.

Non come quella stipulata coi Padri d'Israele quando Dio li trasse d'Egitto trattandoli ancora da servi, ma imprimendo la paternità celeste nello spirito degli uomini con la Grazia nuovamente infusa per i meriti del Redentore, per il quale tutti i buoni conosceranno il Signore e il Santuario di Dio non sarà più abbattuto e distrutto».


Daniel F. Gerhartz

Dice Gesù, sugli ultimi Tempi:

«... Ero venuto Luce nel mondo... per l'intero mondo... Lo chiamavo alla Luce... E lo chiamo... Lo chiamo da venti secoli, senza soste. Sulle vostre tenebre non cesso di fare risplendere la mia Luce.

Se sapeste innalzarvi oltre la barriera di caligine che avete sparsa sulla Terra, vedreste il Sole divino sempre sfolgorante e benigno sugli uomini, su tutti gli uomini.

Né v'è da stupirsi se vi precedono ormai quelli che sono i più lontani da Roma cattolica...

Gaspare, Melchiorre, Baldassarre, da tre punti della Terra sul paziente dorso dei cammelli vennero alla Luce del mondo non vista dai compatrioti del Figlio di Maria. Africani, asiatici, australi, vengono alla Croce che voi avete respinta. E vi sorpasseranno.

Nell'ultimo giorno, quando il tempo e gli uomini saranno illuminati in ogni punto e lato, si vedrà l'ingrata lacuna lasciata da voi, cattolici da secoli, mentre gli altri: idolatri ed eretici, affascinati dal Cristo, Signore Santo, saranno affluiti con le loro anime fatte vergini dalla Grazia.

Quanti moti tenebrosi nel mondo civile! È la vostra vergogna e il vostro castigo. Mai avreste dovuto e mai dovreste permettere che la Luce data a voi per primi fosse da voi respinta e rinnegata.

Le tenebre vi uccidono e non le volete abbandonare. Da esse vengono tutti i mali che vi affliggono, come gli odiosi animali della notte, e si pascono del vostro sangue, del vostro tormento.

Non mi volete più. Non mi comprendete più. Non mi conoscete più... Neppure quelli della "Mia Casa" mi conoscono più. Ed Io stento a conoscere loro, tanto li hanno imbruttiti le molte malattie della carne e della mente».




Dice ancora Gesù:

«Per compiere questa opposizione (riferendosi alla Chiesa; ndr) viene lacerata la Legge, e sempre più lo sarà, fino ad essere abolita pur di commettere la suprema ingiustizia (l'eliminazione del sacrificio eucaristico già in via di attuazione; cfr. QUI e QUI; ndr), che però non durerà a lungo.

E beati quelli che nella breve e paurosa sosta, in cui sembrerà che il dissenso abbia trionfato su di Me, sapranno continuare a credere nel Gesù di Nazareth, nel Figlio di Dio, nel Figlio dell'uomo, predetto dai Profeti.

Io potrei attuare il giudizio di Dio fino in fondo, salvando tutti i figli d'Israele. (In senso lato, perché le dodici tribù di Israele rappresentano tutta l'Umanità; ndr).

Ma non lo potrò, perché l'empio trionferà contro se stesso, contro il lato migliore di se stesso, e come conculca i Miei diritti e quelli dei Miei credenti, così conculcherà i diritti del suo spirito, che ha bisogno di Me per essere salvato e che viene donato a Satana pur di negarlo a Me».




E aggiunge:

«Ma voi non temete. Alzatevi. Andiamo... Andiamo fra gli uomini perché sono venuto per stare con essi. Siate santi, forti e fedeli, in ricordo di quest'ora.

Lo dico anche a te e a tutti i Miei prediletti fra voi, a quelli che mi hanno in maniera speciale. Non temete di Me. Mi mostro per elevarvi, non per incenerirvi.

Alzatevi: la gioia del dono vi dia vigoria e non vi ottunda nel sopore del quietismo, credendovi già salvi perché vi ho mostrato il Cielo.

Andiamo insieme fra gli uomini. Vi ho invitati a sovrumane opere con visioni e insegnamenti perché possiate essermi di maggior aiuto.

Vi associo alla Mia Opera. Ma Io non ho conosciuto e non conosco riposo. Perché il Male non riposa mai e il Bene deve essere sempre attivo per annullare più che si può il lavoro del Nemico.

Riposeremo quando il Tempo sarà compiuto. Ora occorre andare instancabilmente, operare continuamente, consumarsi indefessamente per la messe di Dio.

Il Mio contatto continuo vi santifichi, la Mia lezione continua vi fortifichi, il Mio Amore di predilezione vi faccia fedeli contro ogni insidia.

Non siate come gli antichi rabbini che insegnavano la Rivelazione e poi non le credevano al punto di non riconoscere i Segni dei Tempi e i messi di Dio.

Riconoscete i precursori del Cristo nel suo secondo avvento, poiché le forze dell'Anticristo sono in marcia e, facendo eccezione alla misura che Mi sono imposto ‒ perché conosco che attingete a certe verità non per spirito soprannaturale ma per sete di curiosità umana ‒ vi dico in Verità che quello che molti crederanno vittoria sull'Anticristo, la pace ormai imminente, non sarà che sosta per dare tempo al Nemico del Cristo di ritemprarsi, medicarsi dalle ferite, riunire il suo esercito per una più crudele lotta.

Riconoscete, voi che siete le "voci" di questo vostro Gesù, del Re dei re, del Fedele e Verace che giudica e combatte con giustizia e sarà il Vincitore della Bestia e dei suoi servi e profeti, riconoscete, dico, il vostro Bene e seguitelo sempre. Nessun aspetto bugiardo vi seduca e nessuna persecuzione vi atterri.

La vostra "voce" riferisca le Mie parole. La vostra vita sia per questa Opera. E se avrete sorte sulla Terra, comune al Cristo, al Suo Precursore e ad Elia ‒ sorte cruenta o tormentata da sevizie morali ‒ sorridete al vostro avvenire sicuro che avrete in comune con Cristo, con il Suo Precursore, col Suo Profeta.

Pari nel lavoro, nel dolore, e nella gloria. Qui, Io Maestro ed Esempio. Là, Io Premio e Re. AverMi sarà la vostra beatitudine. Sarà dimenticare il dolore. Sarà quanto ogni rivelazione è ancora insufficiente a farvi capire, perché troppo superiore è la gioia della vita futura alla possibilità di immaginazione della creatura ancora unita alla carne».




E ancora dice Gesù:

«Oh! Simone! (Pietro; ndr) Vieni qui. Si parlava della futura Chiesa. Spiegavo che, contro le vostre frette, stanchezze, sconforti e così via, ella richiede calma, costanza, sforzo, fiducia.

Spiegavo che richiede il sacrificio di tutti i suoi membri. Da Me che ne sono Fondatore e che ne sono la mistica Testa, a voi, a tutti i discepoli, a tutti quelli che avranno nome di cristiani e appartenenti alla Chiesa universale.

E in Verità nella grande scala delle gerarchie saranno sovente i più umili, coloro che sembreranno semplicemente dei "numeri", quelli che renderanno veramente vitale la Chiesa.

In Verità dovrò sovente rifugiarmi in questi per continuare a mantenere viva la fede e la forza dei sempre rinnovati collegi apostolici, e di questi apostoli dovrò farne dei tormentati da Satana e dagli uomini invidiosi, superbi ed increduli.

Né il loro martirio morale sarà meno penoso di quello materiale, presi come saranno fra la volontà attiva di Dio e la volontà malvagia dell'uomo, strumento di Satana, che cercherà con ogni studio e violenza di farli apparire menzogneri, folli, ossessi (cfr. QUI, ndr), per paralizzare la Mia opera in loro e i frutti della stessa, che sono altrettanti colpi vittoriosi contro la Bestia».

«E resisteranno?» (Chiede Pietro; ndr).

«E resisteranno anche senza averMi materialmente con loro. Dovranno credere non solo a ciò che è doveroso credere, ma anche alla loro segreta missione, crederla santa, utile, venuta da Me, mentre intorno a loro fischierà Satana per terrorizzarli, e il mondo urlerà per deriderli e, i non sempre perfettamente luminosi ministri di Dio, per condannarli.

Questo è il destino delle Mie future voci. Eppure non avrò altro modo che questo per scuotere, per riportare gli uomini al Vangelo e al Cristo! Ma per tutto quello che avrò richiesto e imposto loro, e da loro ricevuto, oh! Avranno da Me eterna gioia, una gloria speciale!...»




Riprende Gesù:

«... Udite una mia profezia, o voi di Israele (i Sionisti, cfr. QUI e QUI). Quanto più perseguiterete il Rabbi di Galilea e i suoi seguaci, tentando di annullare con la tirannia la Sua dottrina, che è divina, e tanto più la farete prospera ed estesa nel mondo.

Ogni stilla del sangue dei martiri fatti da voi, sperando di trionfare e regnare con le vostre corrotte, ipocrite leggi e precetti non più rispondenti alla Legge di Dio, ogni lacrima dei santi oltraggiati, sarà seme di futuri credenti.

E voi sarete vinti, proprio quando crederete di essere i trionfatori...»

Relazione, adattamento e cura di Sebirblu.blogspot.it


venerdì 15 marzo 2019

Muore Danneels "cospiratore" dell'elezione papale




Sebirblu, 14 marzo 2019

Riporto una notizia di poche ore fa, pubblicata su "Il Messaggero" di Roma a firma di Anna Giansoldati, annunciante che il cardinale Godfried Danneels (dichiaratosi platealmente membro della cosiddetta "Mafia di San Gallo") ha reso l'anima a Dio, o almeno si spera... per lui.

Ecco il titolo:

"Muore il cardinale della Mafia di San Gallo, 
l'ultra progressista Danneels"

«Città del Vaticano – Si è spento il cardinale belga, Godfried Danneels, punto di riferimento della corrente più progressista della Chiesa in Europa e da anni indicato come uno dei maggiori supporter delle innovazioni del pontificato di Papa Francesco.

Secondo diversi osservatori l'elezione di "papa" Bergoglio, nel 2013, sarebbe stata favorita e preparata da una serie di riunioni segrete che cardinali e vescovi, capeggiati dal defunto Carlo Maria Martini, tennero negli anni precedenti a San Gallo, in Svizzera, dagli inizi degli anni Duemila, quando il pontificato di Giovanni Paolo II stava per finire.

È quanto hanno sostenuto anche Jürgen Mettepenningen et Karim Schelkens, autori di una biografia sul cardinale Danneels che a suo tempo aveva sollevato un vespaio di critiche perché aveva definito le riunioni a San Gallo dei raduni di un club di stampo mafioso.

Una lettura dei fatti probabilmente esagerata (secondo me non troppo; ndr) anche se Danneels effettivamente, non ha mai nascosto di avere fatto parte di questo cenacolo progressista.

Lui stesso, in un video registrato, durante la presentazione della sua biografia, a Bruxelles, ammise di avere preso parte a tante riunioni in Svizzera, all'interno delle quali si rifletteva sulla necessità di una drastica riforma ecclesiale, più sinodale e meno ingessata sui dogmi.

Clicchi QUI chi non riuscisse a vedere il filmato seguente sullo smartphone.



Oltre a Danneels e Martini, del gruppo secondo il libro facevano parte il vescovo olandese Adriaan Van Luyn, i cardinali tedeschi Walter Kasper e Karl Lehman, il cardinale italiano Achille Silvestrini.

La morte di Dannels è stata annunciata dalla sala stampa vaticana che ha diffuso una sua biografia. Laureato a Lovanio e alla Gregoriana, ha insegnato teologia, è stato ordinario militare e poi arcivescovo a Malines, in Belgio.

Ha partecipato al conclave dell'aprile 2005 che ha eletto Papa Benedetto XVI (contrariamente alle aspettative del "club" svizzero il quale aveva già designato Bergoglio; ndr) e al conclave del marzo 2013 che ha eletto Francesco 1°.

Danneels era stato invitato dal "Vescovo di Roma" al Sinodo sulla Famiglia (sic!) anche se la sua figura in Belgio era già sotto pressione per una brutta vicenda (di copertura; ndr) sulla pedofilia, visto che cercò di dissuadere una vittima di abusi sessuali dal denunciare l'autore, un vescovo di nome Roger Vangheluwe, nonché zio della vittima.» [...] Per il resto dell'articolo ved. QUI.

Ecco il vibrante richiamo di Don Minutella, su questo tema, rivolto ai "dormienti". 
Clicchi QUI, chi non riuscisse a vedere il video sullo smartphone.




Questo comunicato riporta ancora in primo piano il tema scottante del declino miserando della Chiesa di Roma, voluto da un pugno di traditori, servi del Maligno (ved. QUI e QUI), che sin dal Concilio Vaticano II hanno messo in atto il diabolico disegno che la Massoneria e il Sionismo ‒ da "sempre" ‒ hanno progettato. (Cfr. QUI, QUI e QUI).

«Dopo 6 anni esatti di reggenza bergogliana (cfr. QUI) si dice con più frequenza e sempre più apertamente, che la strana situazione d'oggi del Vaticano assomiglia nientemeno  che  ad  un romanzo  di  Dan Brown,  in  cui  si  intrecciano cospirazioni di eminenti prelati, scandali sessuali e finanziari, nonché loschi interessi bancari internazionali.

Mentre molti si augurano che il "papa" ammorbidisca gli insegnamenti e le pratiche tradizionali della Chiesa, è stata data poca voce alla dichiarazione fatta da uno dei prelati più importanti del mondo, ossia quella in cui Bergoglio è stato eletto dalla "mafia" liberale, un gruppo di vescovi e di cardinali progressisti che per anni ha agito per centrare proprio questo obbiettivo.

Lungi dall'essere un'accusa mossa dai conservatori della Chiesa, il termine è stato usato per la prima volta in un'intervista televisiva nel settembre 2015 dal Cardinal Godfried Danneels, arcivescovo emerito, ma ancora molto influente, di Bruxelles-Mechelen.

Il card. Danneels mentre rivela pubblicamente il suo ruolo nella "Mafia di San Gallo"

Danneels ha affermato di aver fatto per anni parte di questo "clan" che si era opposto a papa Benedetto XVI durante tutto il suo pontificato.

Il gruppo ha lavorato, egli ha detto, per favorire la formazione di una Chiesa Cattolica "molto più moderna" e per far eleggere papa l'arcivescovo di Buenos Aires, Jorge Mario Bergoglio.

Un esame degli antefatti di queste straordinarie esternazioni può dare un'idea della natura attuale della politica ecclesiastica, in particolare dei gruppi episcopali europei "novatori".

La Mafia di San Gallo: cos'è, quando si è formata,
per opera di chi e perché.

"Il gruppo di San Gallo è un modo di dire elegante", ha sottolineato Danneels, gradendo le risate del pubblico dal vivo. "Ma in realtà chiamavamo noi stessi e il gruppo: «la mafia». Il cardinale parlava in un programma televisivo belga.

Nel breve video caricato su Internet contenente le dichiarazioni dello stesso, una voce fuori-campo sintetizzava la natura della cerchia che "si incontrava ogni anno dal 1996" a San Gallo, in Svizzera, originariamente su invito del vescovo della città, Ivo Fürer, e del famoso gesuita arcivescovo di Milano, il cardinale Carlo Maria Martini.

‒ Insieme avevano organizzato la "resistenza" segreta contro il Cardinale Ratzinger, che in quel tempo era il braccio destro di Giovanni Paolo II, come capo della Congregazione per la Dottrina della Fede.

‒ Quando Karol Wojtyla morì nel 2005, il "clan" aveva già spinto alla ribalta l'attuale "papa" (il Falso Profeta; ved. QUI e QUI; ndr), anche se questo primo tentativo di mettere l'Argentino sul soglio fallì.

Allorché dovette fare i conti con l'elezione di Ratzinger, come Papa Benedetto XVI, "Danneels non era riuscito a nascondere la sua delusione", dice il narratore.


Godfried Danneels  (1933-2019)

Danneels aveva rilasciato l'intervista per promuovere la sua biografia autorizzata aggiungendo che il gruppo di San Gallo vantava vescovi e cardinali indicati come "troppi da elencare". Ma tutti avevano lo stesso obbiettivo comune: l'attuazione di un programma "liberal-progressista" in opposizione a Papa Benedetto e all'orientamento di un moderato conservatorismo dottrinale.

Sebbene più tardi si sia negato che il gruppo fosse segreto, il cardinale aveva detto: "Si discuteva molto liberamente; non si faceva mai nessuna relazione, in modo che tutti potessero sfogarsi".

La direzione del programma televisivo, ha intervistato uno dei biografi del cardinale belga, Jurgen Mettepenningen, il quale ha asserito che nel 2013, con l'abdicazione di Ratzinger (indotta, ved. QUI e QUI; ndr), "è possibile dire che Danneels, grazie alla sua presenza in quel gruppo, sia stato uno dei pionieri dell'elezione di Bergoglio".

Gli autori della biografia hanno catalogato le preoccupazioni dei "cospiratori" come "la situazione della Chiesa", "il primato del Papa", "la collegialità" e "la successione di Giovanni Paolo II".

Il vaticanista inglese Edward Pentin ha scritto [nostra traduzione qui] che essi "hanno anche dibattuto sul centralismo nella Chiesa, sulla funzione delle conferenze episcopali, sullo sviluppo del sacerdozio, la morale sessuale [e] la nomina dei vescovi".

Uno schema (guarda "caso"; ndr) più o meno identico a quello che doveva essere pubblicato per i due Sinodi sulla "Famiglia" convocati da Bergoglio nel 2014 e nel 2015.

La biografia di Danneels è stata scritta da Mettepenningen e Karim Schelkens. Siccome si tratta di uno dei più autorevoli prelati cattolici ed una delle voci più potenti del fronte liberale dell'episcopato europeo, tale lavoro rivestiva un grande interesse di pubblico.

Affinché non si pensasse che il cardinale stesse scherzando, l'esistenza e gli scopi generali della "mafia" di San Gallo sono stati confermati il giorno successivo da Schelkens in un'intervista ad una stazione radio locale di San Gallo.

Pentin ha sintetizzato sulle pagine del National Catholic Register: "Le personalità e le idee teologiche dei membri talvolta differivano, ma una sola cosa li univa: la loro opposizione all'allora prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Joseph Ratzinger" e "Il gruppo voleva una drastica riforma della Chiesa, molto più moderna e aggiornata, con Jorge Bergoglio, come capo. Ha ottenuto quello che voleva".


Benedetto XVI con Martini...  Ecco com'è il sorriso di un traditore!

Pentin, in un articolo successivo, ha pure aggiunto che sebbene il gruppo di San Gallo avesse ufficialmente terminato le sue riunioni nel 2006, non c'era dubbio che la sua influenza fosse proseguita fino al 2013:

"Si può asserire con sicurezza che esso ha contribuito a formare una rete che ha spianato la strada, quanto meno favorendolo, al cardinale Bergoglio nel conclave sette anni dopo".

Nel 2015, Paul Badde scrittore tedesco ed esperto delle questioni concernenti il Vaticano confermò tutto ciò, sostenendo di aver ricevuto "informazioni attendibili" che tre giorni dopo la sepoltura di Giovanni Paolo II, i cardinali Martini, Lehmann e Kasper dalla Germania, Bačkis dalla Lituania, van Luyn dai Paesi Bassi, Danneels da Bruxelles e Murphy O’Connor da Londra "si erano incontrati nella cosiddetta Villa Nazareth di Roma, a casa del cardinale Silvestrini ormai non più eleggibile, per pianificare in segreto una tattica finalizzata ad evitare l'elezione di Joseph Ratzinger".

In  seguito  alle  rivelazioni  di  Danneels,  dalla  diocesi  di  San  Gallo  è  poi "saltata fuori" all'improvviso una lettera piuttosto confusa e contraddittoria che ritrattava parzialmente l'affermazione secondo cui il "clan" avrebbe influenzato (sarebbe meglio dire indotto; ndr) l'abdicazione di Papa Benedetto.

La missiva però confermava che l'elezione di Bergoglio nel 2013 "corrispondeva all'obbiettivo perseguito a San Gallo", precisando che queste notizie provenivano dalla biografia del cardinale Danneels.

"Questo è dichiarato dal vescovo Ivo Fürer", continuava la lettera, il quale ha asserito che  "la sua gioia per la scelta dell'Argentino non è mai stata un segreto"...» 


Danneels (incorniciato) è soddisfatto della "vittoria" ottenuta...  

In conclusione si auspica, cristianamente parlando, che tutti costoro, abbandonando il corpo fisico, non abbiano a "dissolversi" nel nulla*, visto il loro discutibile operato nell'intento di distruggere la Chiesa di Cristo diffondendo l'eresia e unendosi ad altre fedi religiose, tutte in cammino verso il Nuovo Ordine Mondiale in un unico culto umanitario di stampo massonico.

*Da "Repubblica" del 15 marzo 2015 (proprio 4 anni fa; ved. QUI), Scalfari chiede a Bergoglio:

[...]"Che cosa accade a quell'anima spenta? Sarà punita? E come?"

E ne riporta con sue parole la replica:

"La riposta di Francesco è netta e chiara: non c'è punizione ma l'annullamento di quell'anima. Tutte le altre partecipano alla beatitudine di vivere in presenza del Padre. Le anime annullate non fanno parte di quel convito, con la morte del corpo il loro percorso è finito..." [...]

Post Scriptum

Consiglio di documentarsi QUI su quanto Don Minutella ha reso noto a tutti, dal momento che Giovanni Paolo II, probabilmente venuto a conoscenza degli incontri di San Gallo, ha emanato un decreto di scomunica latæ sententiæ per chiunque patteggi o vizi l'elezione del Sommo Pontefice.

L'articolo riporta i paragrafi inerenti a tale Costituzione, dalla quale risulta ovvio che la carica elevata a Jorge Mario Bergoglio, come "supremo pastore" della Chiesa Universale, sia INVALIDA e lo renda pertanto un USURPATORE e un ANTIPAPA, ossia il FALSO PROFETA profetizzato da Giovanni nell'Apocalisse.

Relazione e cura di: Sebirblu.blogspot.it