Sebirblu, 9 dicembre 2017
Che il presidente Trump sia una sorta
di "mina vagante", perché supportato sin dagli inizi della
sua campagna elettorale da potenti lobby
evangelico-cristiane-sioniste a cui ora ha dovuto pagare il conto, è
fuori discussione, tanto più che si trova un genero, Jared Kushner a
cui ha dato ampi poteri e che è il suo profeta (ved. QUI e QUI).
Quello che non si comprende però è
che mentre, almeno in apparenza, Kushner sta tentando di mettere pace
tra israeliani e palestinesi cercando di risolvere un annoso problema
di territorialità ‒ che nessuno finora è riuscito a dirimere ‒ ecco
che suo suocero promettendo di trasferire l'ambasciata statunitense a
Gerusalemme e dichiarandola per conto degli USA capitale d'Israele,
di fatto, ne annulla l'operato.
Tra l'altro, questo avviene a 70 anni
dalla spartizione dell'ONU del 29 novembre 1947 e al 7 dicembre del
2017, allorché si è diramata la notizia dell'Ansa; proprio come ho detto QUI,
sul valore del numero 7 che ruota intorno al presidente americano.
A mio avviso, sia gli evangelici
cristiani pro-Israele che i sionisti al Potere occulto, vogliono
accelerare i tempi della Fine, come ho ampiamente descritto QUI, QUI e QUI.
Ma ecco un compendio esauriente, seppur
breve, dell'intera parabola riguardante lo Stato ebraico dal momento
della sua Rinascita in terra di Palestina.
Trump rischia grosso su Gerusalemme
Il presidente Trump ha annunciato che
intende trasferire l'ambasciata degli Stati Uniti in Israele da Tel
Aviv a Gerusalemme, entro sei mesi, e ha dichiarato l'audace
riconoscimento dell'antica città ebraica come capitale di Israele.
Tale atto inaudito è stato ampiamente
denunciato dalla maggior parte dei capi di stato, ad eccezione
ovviamente del governo israeliano. Attualmente, quasi tutti i paesi
con relazioni diplomatiche con Israele hanno la missione a Tel Aviv.
Trump ha appena fatto una grande
scommessa per risolvere il lungo conflitto tra Israele e Palestina.
Ma già da come le cose si svolgono, le speranze di una soluzione
sono lontane.
Breve e conciso riassunto della disputa
arabo-israeliana
Questo è un conflitto molto lungo,
teso e complicato, quindi la sintesi non rende vera giustizia ai
fatti in modo adeguato perché, non potendo coprire tutto,
richiederebbe un libro intero.
In pratica, l'ultimo grande cambiamento
che emerge quale riferimento alla maggior parte dei tentativi sugli
accordi di pace, è la guerra dei 6 giorni del 1967, quando Israele
sconfisse gli arabi.
Lo Stato ebraico finì con l'annettersi il
Sinai dall'Egitto, Gerusalemme Est, la Cisgiordania dalla nazione omonima e
le alture del Golan dalla Siria. Da allora, il Sinai fu restituito
all'Egitto con l'accordo di pace del 1979, mentre il Golan
e la Cisgiordania (conosciuta anche come Giudea e Samaria in Israele), sono
rimaste sotto occupazione israeliana.
Da allora, la maggior parte dei
tentativi per la risoluzione del conflitto arabo-israeliano verteva
spesso sui confini precedenti il 1967, quando la composizione
politica di Israele e Palestina era molto più vicina al piano di
partizione dell'ONU del 1947: la Risoluzione 181.
Il motivo per cui ciò non è esatto è
che il piano di suddivisione iniziale cambiò dopo lo scontro del
1948, quando gli arabi dichiararono guerra ad Israele proprio il
giorno dopo il solenne annuncio della sua indipendenza. Israele
vinse, ed occupò più terra di quella in origine lasciatagli
dall'ONU.
Problemi chiave
Diritto al ritorno
I palestinesi espulsi e/o fuggiti da
Israele durante la guerra del '48, che all'epoca erano oltre 700.000,
si stabilirono in grandi campi profughi in Giordania, Libano, Siria,
Cisgiordania e Gaza. Oggi sono 4-5 milioni.
La richiesta di ritorno è un'esigenza
che sancisce il diritto ai rifugiati di tornare in patria. Israele si
oppone fermamente a questo, per ovvi motivi: ne cambierebbe i dati
demografici in favore degli arabi.
Status di Gerusalemme
Entrambi i contendenti rivendicano
Gerusalemme come capitale: la parte Ovest conosciuta come "la
metà israeliana", e la parte Est conosciuta come "la metà
araba". L'ONU dichiarò Gerusalemme città internazionale, a
motivo della sua importanza per israeliani ed arabi, come per
cristiani, ebrei e musulmani.
La Chiesa ortodossa russa orientale, il
Vaticano e la pia fondazione islamica Waqf sono i possessori di quasi tutte le proprietà storiche di Gerusalemme e sovrintendono vari monumenti
sacri, consolidando così il concetto di status internazionale.
Sicurezza
Con la scissione dell'Autorità
palestinese (AP) tra Hamas a Gaza e Fatah a Ramallah (Cisgiordania),
quest'ultimo partito ha riconosciuto il diritto di esistere ad Israele all'inizio
degli anni '90 e prima degli accordi di pace di Oslo del 1993, ma non
come Stato ebraico. Hamas, invece, non riconosce alcun diritto ad
Israele, in nessuna forma, ma Israele lo esige.
Perciò, Gaza subisce un intenso blocco
aereo, marittimo e terrestre dallo Stato ebraico, mentre la
Cisgiordania ha maggiore libertà di movimento, sebbene molto
ristretta, con limitate forze palestinesi autorizzate a controllare
una zona dentro l'area esterna dei checkpoint di sicurezza
israeliana.
Israele insiste su un'autorità
palestinese smilitarizzata in qualsiasi accordo. L'AP probabilmente
persisterà su una più ampia forza di polizia e di confine, ma
qualsiasi cosa al di là di ciò sarà considerata grave minaccia per
lo Stato ebraico.
Il governo israelita ha costruito il
famigerato muro di cemento, la "barriera di sicurezza"
attorno ai territori palestinesi per impedire gli attacchi suicidi
dell'Intifada, ma è diventato anche simbolo di oppressione.
La peggiore minaccia che ora affronta
sono gli attacchi coi razzi dall'estero e quelli dei lupi solitari
all'interno. I palestinesi non hanno praticamente forze di sicurezza
e sono vulnerabili alle IDF (Forze di Difesa Israeliane).
Confini e insediamenti
Questo è un importante punto critico
perché Israele persegue attivamente un cambio demografico a proprio
favore, costruendo insediamenti ebraici illegali in violazione della
Quarta Convenzione di Ginevra e sfrattando i palestinesi da
Gerusalemme e dalla Cisgiordania.
Molti lo vedono come un modo per
pregiudicare i territori arabi. Le IDF sono note per non fare nulla
contro i coloni illegali che molestano i palestinesi. L'espansione
degli insediamenti è soltanto l'opportunismo israeliano verso
un'Autorità palestinese disunita.
La costruzione della "barriera di
sicurezza" ha anche permesso ad Israele di assorbire pressoché il 10% delle terre arabe in Cisgiordania. Per tale motivo, l'Autorità
Palestinese richiede i confini com'erano prima del '67 e ciò rimane
un argomento molto controverso.
Abbiamo considerato i problemi più essenziali. Ora,
analizziamo le azioni di Trump in questo scenario.
Trump: "E' il momento di riconoscere Gerusalemme capitale di Israele. E' la cosa giusta da fare" |
Il ruolo da mediatore degli Stati Uniti
è definitivamente rovinato
Trump ha una posizione sin troppo
filo-israeliana che discredita gli USA come mediatori del conflitto.
Egli adombrerà ancor più il prestigio
degli Stati Uniti nel mondo arabo, in special modo nel contesto degli
ultimi due decenni d'imperialismo americano in Medio Oriente, avendo
provocato incessanti massacri attraverso diversi cambi di regime, con
l'ingerenza palese nello scontro tra sunniti e sciiti, così come con
il terrorismo sponsorizzato dalle nazioni.
Francamente, la mediazione degli Stati
Uniti non può più essere presa sul serio. Adottare un approccio non
sfumato, riconoscendo Gerusalemme come capitale d'Israele senza menzionarne l'importanza per palestinesi e musulmani, è sbagliato.
Tale posizione è grossolanamente
incompatibile con la soluzione dei due Stati. Ne beneficia soltanto un
Paese: quello ebraico. Trump ha compiuto una mossa estrema anche per
gli standard americani, dove nessuna precedente amministrazione ha
mai osato veramente mettere in pratica una simile dichiarazione.
I politici europei hanno condannato
tale mossa. Quindi lo status di Gerusalemme come perno-chiave del
conflitto arabo-israeliano è ormai danneggiato da tale posizione
nettamente filo-israeliana. Jared Kushner lavora chiaramente per
l'agenda sionista e Trump ne è il burattino.
L'escatologia di fondo
Credo che il lavoro preparatorio per
una simile dichiarazione sia stato pianificato da tempo dai neocon
filo-sionisti. Le loro guerre e gli sforzi di destabilizzazione del
mondo musulmano hanno contribuito ad indebolirlo con lotte intestine,
guerre e odio, permettendo ai sionisti di perseguire il proprio
piano in Israele, mentre il contesto islamico resta diviso.
La politica estera USA è condotta da
un'alleanza empia tra cristiani evangelici di destra e sionisti ebrei, rappresentati da cittadini statunitensi e
israeliani operanti all'interno dell'America per promuovere il
programma sionista.
Tale alleanza di comodo tende a
schiacciare l'opposizione musulmana in Israele, visto che gli
evangelici credono che Israele debba essere solo uno Stato ebraico,
pre-condizione per la seconda venuta di Cristo.
Gli ebrei, d'altronde, mirano a
ricostruire il loro Terzo Tempio, che necessariamente significa
distruggere la Moschea di Al-Aqsa e la Cupola della Roccia, entrambe
molto sacre all'Islam. Questo è un confronto fideistico di
proporzioni potenzialmente apocalittiche. Purtroppo,
auto-realizzantesi e delirante.
Il fattore religioso è il panorama ultimo di Gerusalemme. Escatologia significa ciò che riguarda la
fine dei tempi, segno distintivo di tutte le credenze abramitiche
convergenti su Israele.
Il fattore russo
La Russia potrebbe rispondere,
bilanciando la situazione, nell'aprire la sua ambasciata a Gerusalemme Est, dando così speranza alla causa palestinese. A ciò potrebbe seguire la corsa di varie nazioni ad insediare le missioni
diplomatiche a Gerusalemme Ovest o ad Est, legittimando la città
come importante a livello internazionale.
Sarebbe una mossa rischiosa per Putin,
ma comunque possibile. Aiuterebbe Trump a "salvare la faccia",
calmando una situazione potenzialmente esplosiva. La volontà del
contrappeso russo verrebbe seguita dal mondo arabo, specialmente dopo
la decisa dimostrazione di forza in Siria.
Potenziale scissione con gli alleati
arabi
Dopo la guerra del 1973, gli Stati
arabi (OPEC) si unirono per mettere in ginocchio l'Occidente con un
devastante embargo petrolifero. Fu la risposta al sostegno dato ad
Israele nella guerra e una dimostrazione così profonda di potere che
diede vita all'accordo sul petro-dollaro con cui gli USA
sterilizzarono l'arma petrolifera araba, fatturandone la vendita in
dollari USA, in cambio di garanzie per la sicurezza delle nazioni
produttrici.
Così, l'azione di Trump rischia di
alienare gli alleati arabi, in particolare i Paesi "fantoccio"
del Golfo, già visti come troppo vicini ad Israele e agli USA dai
loro popoli. Questo potrebbe imbarazzarli seriamente, venendo visti
come filo-sionisti e costringendoli a prendere le distanze
dall'America e dallo Stato ebraico.
Inoltre, con tale mossa, Trump potrebbe
benissimo finire per unire il mondo musulmano contro USA ed Israele,
perdendo altri alleati ed annullando decenni di complotti CIA‒Mossad
volti esattamente al contrario, seminare discordia tra gli islamici.
Non va dimenticato che potrebbe anche
spingere l'Arabia Saudita, se abbastanza irritata, a rinunciare al
petro-dollaro per il petro-yuan e a scartare qualsiasi possibilità di
quotare l'Aramco alla borsa di New York.
Qui appare un possibile sospetto: Jared
Kushner avrebbe convinto l'ingenuo Muhamad bin Salman ad impegnarsi
nella faida familiare per indebolire i sauditi poco prima
dell'annuncio di Gerusalemme?
Non si sa a questo punto, ma è
possibile che l'alleanza evangelico-sionista si sia posizionata per
distruggerli, per così dire, in Israele. Ma ciò potrebbe
tremendamente ritorcerglisi contro, essendoci già in programma
proteste di massa.
Vladimir Putin osserverà da vicino
come ciò influirà sulla posizione degli USA nel mondo musulmano, e
potrebbe cogliere l'opportunità di intervenire in soccorso là dove
gli USA hanno fallito, ancora una volta.
Il fatto che questo accada poco prima
di Natale dimostra che la mossa ha intenti evangelico-sionisti.
"Il Signore radunerà tutte le Nazioni contro Gerusalemme per la battaglia..." (Zc. 14,2) |
Relazione, adattamento e cura di
Sebirblu.blogspot.it
Traduzione di Alessandro Lattanzio
Fonte: aurorasito
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