di Francesco Colafemmina
Fritz Wagner (1896 - 1939) |
Sebirblu, 24 luglio 2017
L'articolo che segue è stato scritto
da Francesco Colafemmina, noto filologo saggista e scrittore
pugliese, autore di alcuni libri e di diversi articoli pubblicati sul
suo prestigioso blog «Fides et Forma», molto conosciuto ed
apprezzato nell'ambito ecclesiale.
Nel 2014 fu sottoposto, insieme alla sua
consorte, ad un'ingiusta quanto vergognosa convocazione dai carabinieri
a seguito di una denuncia penale per diffamazione (QUI) inoltratagli da padre Alfonso Bruno, il braccio destro del
Commissario dei Francescani dell'Immacolata – che sono tuttora
perseguitati in modo incomprensibile da Bergoglio (cfr. QUI) –
suscitando una vastissima indignazione in tutto il mondo
tradizionalista legato agli antichi valori cristiani.
Molti come lui: Sandro Magister, Marco
Tosatti, Roberto De Mattei e diversi altri hanno incontrato critiche
feroci e a volte persino l'allontanamento dai microfoni di Radio
Maria (Antonio Socci, Alessandro Gnocchi, Mario Palmaro) per le loro
dure prese di posizione contro questo papato, ma mai al punto da
esserne denunciati all'autorità giudiziaria.
Ho già scritto e documentato parecchio
su questo argomento e i post si possono trovare sotto le voci:
Bergoglio, Antonio Socci, Francesco Lamendola, Maurizio Blondet, Don
Elia e Profezie, e continuerò a farlo nella speranza che si riduca
la massa degli "estasiati", ma sarebbe meglio dire
"cloroformizzati", che insiste ciecamente a sostenere e a
difendere gli "assalti" sempre più sfacciati che il Falso
Profeta assesta alla Chiesa ma soprattutto alle anime che credono in lui.
"Mefisto" di Eduard von Grützner (1846 - 1925) |
Togliamogli il Giocattolo (... e il
Fiasco)
"Noi lanciamo la campagna «liberi
di partire – liberi di restare» con 30 milioni dall'otto per mille
di aiuti concreti!” così tuona Mons. Galantino, (ved. QUI; ndr) il principale
miracolato italiano dell'era Bergoglio.
Una affermazione che dovrebbe porre la
CEI su un livello morale superiore a quello di un'Europa che
"continua a restare inerte di fronte al dramma dell'immigrazione
nel Mediterraneo e alle difficoltà dell'Italia".
Ecco quindi l'idea geniale del
ciarliero segretario della CEI: i soldi li offriamo noi, Chiesa
povera per i poveri, Chiesa della misericordia, Chiesa di
Papafrancesco... Come? Coi soldi dell'otto per mille...
Ossia con i soldi degli Italiani che la
Chiesa ottiene attraverso un automatismo ingegnoso dallo Stato
italiano. Come direbbe Ricucci siamo tutti bravi ad aiutare i
migranti coi soldi degli altri... ok, forse non ricordo bene la
citazione, ma il senso era questo.
Alla fin fine non resta che togliergli
il giocattolino, ossia proprio l'otto per mille. La Chiesa italiana
merita la fame, la povertà tanto invocata, predicata, esibita con
una ipocrisia inarrivabile e spudorata.
Anche perché quei soldi (986 milioni
di euro nell'anno corrente) non sempre bastano alle allegre diocesi
italiche. Così i casi di deficit aumentano... dai 35 milioni della
diocesi di Rimini, ai 47 di Brescia, a quelli delle diocesi di Terni
(ved. QUI; ndr), Mazara del Vallo, Abano Terme, per non parlare di
Roma... I bilanci non sono pubblici, alla faccia della trasparenza,
ma i denari incassati e sprecati lo sono.
Viene da chiedersi cosa ci facciano con
tutti questi soldi, pur continuando a predicare la Chiesa povera per
i poveri... probabilmente li spendono tutti in vino. No, non in vino
da Messa, ma in vinelli allegri e rubicondi che sono all'origine
delle numerose esternazioni di vescovi e sacerdoti in preda ad un
febbrile delirio...
Eduard von Grützner (1846 - 1925) |
Fidatevi: passeranno. È una questione
generazionale, ma passeranno. Certo, dietro di loro lasceranno solo
macerie, ma non importa, il Medioevo ha riedificato il disordine e le
macerie delle invasioni barbariche e del tardo impero. Allo stesso
modo, questa epoca di vuoto finirà, ma per ora occorre continuare a
salvare il seme.
Il problema non è solo della Chiesa,
il problema è generalizzato. Il vuoto spirituale, il vuoto ideale,
viene periodicamente colmato con qualcosa. Sono i risultati dell'uomo
a due dimensioni, quello che vive "ignorando ciò che è sopra e
sotto di lui". E sono anche i risultati del senso di colpa della
società "borghese" nell'epoca del crollo di ogni ideologia
politica.
Così come gli ex combattenti a favore
della classe operaia sentono la necessità di colmare il proprio
senso di colpa per aver abbandonato le lotte sociali ed essersi
trasferiti nei loro comodi appartamenti borghesi, e lo fanno
inneggiando ai migranti e a tutti gli esattori di neo-diritti; allo
stesso modo quel clero che ha vissuto nella propria primavera le
ansie rivoluzionarie e liberatorie del '68 cerca oggi un campo in cui
poter esercitare il proprio riscatto.
E lo fa facilmente nella demolizione
dell'identità cattolica (impedimento troppo a lungo sopportato) e
nella ricerca non del prossimo (considerato non più bisognoso di
cure spirituali e materiali), ma del lontano, del migrante
idealizzato come novello buon selvaggio roussoviano (aggettivo che
deriva da Rousseau; ndr), uomo allo stato di natura, da colmare di
cure tutte materiali e non più spirituali.
Ed è questo l'aspetto curioso della
deriva immigratoria ecclesiastica: il migrante non è oggetto di
"evangelizzazione", bensì idolo di indigenza. Quasi che se
non vi fosse adeguata indigenza da esibire, non si potrebbe
esercitare adeguatamente il proprio programma politico.
Certo, perché le masse di nuovi
indigenti servono come base per rafforzare la immagine di una Chiesa
che intende rifarsi il belletto e rappresentare se stessa come
agenzia internazionale del disagio materiale.
Così più cresce l'immigrazione, più
aumenta la disoccupazione, più si allarga la contaminazione
dell'indigenza, più la Chiesa può rivendicare il ruolo di lenitrice
(rigorosamente a parole) delle ferite materiali della società.
Un ruolo che è ben facile recitare
incassando ogni anno, solo in Italia, un miliardo di euro delle
nostre tasse e predicando l'accoglienza da parte degli italiani sul
suolo italiano e non certo su quello Vaticano.
È evidente che proseguendo su questa
strada il cattolicesimo dell'apparato si estinguerà, andrà in
bancarotta prima o poi. Anzi è già entrato nella fase che precede
il collasso.
A seguire questa versione
rivoluzionaria e decadente del bergoglismo, ma anche della politica
di sinistra che è evidentemente al fondo del suo pensiero (ammesso
che gliene si possa riconoscere uno), restano tutti coloro che hanno
ridotto la spiritualità al livello dei pensierini...
Gente per la quale la giornata prende
una piega diversa se su facebook qualcuno condivide un pensierino
melenso di Bergoglio accompagnato magari dalla figura di un gattino,
o di un qualunque cucciolo preferibilmente non umano (la stessa gente
che si indigna per i cani maltrattati scovati da Edoardo Stoppa, ma
che nutre dubbi sulla "qualità della vita" di Charlie
Gard).
Il pensierino che cura, che rassicura,
slegato da qualunque dimensione teologica: la versione seria delle
"Più belle frasi di Osho". E tutto questo accade senza che
i gattari di facebook possano intravvedere anche un solo barlume di
perfidia nella presunta Chiesa della misericordia. (Cfr. QUI e QUI; ndr).
Perfidia che, d'altro canto, accomuna
gli ideologi rivoluzionari di tutti i tempi che al pari di Stalin
venivano raffigurati nell'atto di sollevare gli infanti gioiosi,
quando in realtà ne provocavano largamente la morte.
E tutto ciò è possibile perché il
"potere" è nelle loro mani e viene esercitato con
l'arbitrio dei potenti ad ogni livello. Ma questo potere discende dal
denaro. Non è auctoritas bensì potestas. Dunque la conclusione è
semplice: affamiamoli. (Anche Socci la pensa così, confrontare QUI; ndr).
Purtroppo però oltre a togliergli il cibo occorrerebbe togliergli il vino... ossia quell'obnubilamento della mente che i greci chiamavano «ate», accecamento e che conduce prima alla «hybris» (orgogliosa tracotanza; ndr) e poi alla «nemesis» (giustizia che ripara torti e colpe eccedenti la giusta misura; ndr).
Il cardinale Timothy Dolan nel novembre 2016 a New Jork |
Nel caso specifico l'accecamento
riguarda due aspetti convergenti. Come affermava infatti Berdjaev in
«Nuovo Medioevo»:
"Nel nostro secolo, che sta al
culmine dell'epoca umanista, l'uomo europeo si trova in uno stato di
terribile vacuità. Non sa più dove sia il centro della propria
vita. Sotto i piedi, non sente più alcuna profondità. Si dedica ad
una esistenza del tutto piatta: vive a due dimensioni, come se
appartenesse, letteralmente, alla superficie terrestre, ignorando ciò
che è sopra e ciò che è sotto di lui."
Ed è proprio questa condizione di
vuoto, riempito di volta in volta con contenuti terreni, a causare il
problema principale: la confusione fra bene e male, l'assenza di
discernimento.
Ma in questi tempi oscuri non conviene
gridare sui tetti allo scandalo o pretendere plateali atti di forza
contro il potere dominante. È già sintomo del nuovo fecondo
medioevo che si annuncia un certo qual silenzio contemplativo, forse
lo stesso ministero di Benedetto.
"Come può un uomo in tempi come
questi decidere quel che deve fare?" domanda il cavaliere di
Rohan ad Aragorn. La risposta è illuminante:
"Come ha sempre fatto. Il bene e
il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il
medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca a ognuno di
noi discernerli, tanto nel Bosco d'Oro quanto nella propria dimora."
Francesco Colafemmina
Relazione, adattamento e cura:
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: fidesetforma.com
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