Tomasz Alen Kopera |
Sebirblu, 23 novembre 2017
Ecco un articolo che mi ha colpito
molto e che sento di condividere esponendolo. Merita davvero la
nostra attenzione, perché in poche righe è stata fatta la sintesi
di ciò che potrebbe esprimere ogni individuo benpensante ed onesto,
sempre che abbia gli occhi spalancati su quello che sta accadendo
oggi nel mondo.
SIAMO IN GUERRA!
di Aldo Grandi
"Non è una esagerazione né, tantomeno,
una boutade. Siamo in guerra, una guerra non dichiarata, subdola,
strisciante, un conflitto dove, fortunatamente, non si sparano colpi
di cannone, di fucile o di pistola, ma qualcosa che, sia pure senza
ferire a morte, fa molto male, ma, soprattutto, distrugge forse anche
di più perché pur lasciando in vita, finisce per minare, smembrare,
devastare, demolire ogni capacità di resistenza dell'individuo.
Loro hanno deciso. I signori del Nuovo
Ordine Mondiale, i colletti bianchi inamidati giacca e cravatta, i
servi di quel sistema che un giorno volevano abbattere e nel quale,
adesso, sono immersi fino all'ultimo dei pochi capelli rimasti,
vogliono ridurre all'uniformità l'intero genere umano sotto la
bandiera di una eguaglianza fittizia prodotto dell'annientamento
sistematico e pianificato di ogni differenza.
Ci uccidono giorno dopo giorno, mese
dopo mese, anno dopo anno e per farci digerire meglio il nostro
funerale ci infliggono, complice una casta di giornalisti e
intellettuali prezzolati e pagati per la loro obbedienza assoluta, i
sensi di colpa più disparati al fine di farci sentire non solo
peggiori, ma anche peccatori senza speranza, esseri umani mortificati
nel loro desiderio di sentirsi sovrani laddove la stessa
Costituzione, ormai bollita, assegna loro questa prerogativa.
Nelle aule di (in)giustizia, in TV, sui
giornali, nell'Ideologia imperante madre del Pensiero Unico omologato, chi non si adegua, chi non si fa ombra di sé stesso, chi non si rende
conforme, chi, soprattutto, rivendica il proprio diritto a scegliere, è un alieno, un uomo senza qualità, uno zombie privo di ogni
capacità relazionale e per questo non in grado di essere accettato
dai dispensatori di carte e tarocchi che pretendono di governare
l'Umanità.
Siamo in guerra, una guerra dove la
faccia fasulla e ipocrita di chi pretende di insegnare e detenere la
verità assoluta affonda i suoi colpi a forza di mistificazioni,
bugie, tradimenti, truffe linguistiche, contaminazioni razziali e
antropologiche degne del miglior Victor Frankestein, mostruosa
creatura sorta dal genio malato di un umano e sulla falsariga, nel
secolo XIX, degli esperimenti sull'assiemamento di parti
di cadaveri portati avanti dal più vecchio dei Darwin, Erasmus,
nonno di Charles, il padre della teoria evoluzionista della specie.
Ci vogliono annichilire nelle poche
certezze che abbiamo, soffocando l'unica cosa senza la quale un
essere umano altro non è se non un ammasso di pelle e ossa:
l'Identità.
Cercano in tutti i modi di compiere
questo genocidio provando a farci comprendere che la trasgressione è
la normalità, che persino l'identità sessuale, la più antica, la
più evidente e la più, antropologicamente parlando, fondamentale,
altro non è se non una impressione che può essere cambiata a
proprio piacimento, esaltando una tendenza che annienta ogni
diversità in nome di una massificazione insensata e senza
riscontro con la natura.
Ma non basta. Sanno che un uomo senza
radici è come un fiore reciso o una pianta conficcata in un vaso, senza
alcun legame con chi o cosa l'ha generata.
E allora si sforzano in ogni modo di
sradicare l'essere umano dal proprio terreno, intensificano i
tentativi per fargli accettare che l'uomo non è cittadino della
propria terra e padrone della propria anima, bensì cittadino di un
mondo dove le anime vagano in cerca di un posto sicuro che non esiste
più e che non troveranno mai, se non nella soppressione di ogni
volontà e di ogni autonomia di pensiero, pronti soltanto a consumare
ciò che il sistema proporrà loro.
E allora questi bastardi senza gloria e
senza dignità importano a milioni esseri umani di altre galassie per
riempire i sacchi della loro assurda ignoranza e della loro smisurata
presunzione.
Vogliono creare, al pari di Hitler e
dei suoi seguaci, di Stalin, Lenin e di tutti coloro che non hanno
mai accettato l'uomo così com'è, ma come avrebbero voluto fosse,
l'Uomo Nuovo, fatto su misura, creato a tavolino, incapace di avere
bisogni se non quelli dettati da coloro che detengono il potere,
automi governabili a piacimento, una massa amorfa e modellabile
ancor più facilmente di sempre, proprio perché senza identità e
senza radici.
Ecco perché cancellano i confini,
odiano la geografia, deportano migranti, impongono religioni e
modelli di comportamento, stabiliscono nuove regole e si ritirano,
per studiarle e applicarle, nei loro Transatlantici e nelle loro
torri d'avorio protetti dai servi più o meno sciocchi che credono,
così, di poter sopravvivere all'estinzione senza rendersi conto che
ritardano soltanto la loro morte.
E per prima cosa uccidono il
linguaggio, lo massacrano, lo deformano mascherando questa impietosa
carneficina linguistica con lo sviluppo del progresso e la parità di
genere quando l'unico genere che creano è un indistinto replicante
senza passato e senza futuro.
Questo è il mondo dove stiamo andando
e le responsabilità sono tutte in chi crede di poter modellare
l'uomo come se fosse una pallina di pongo o di Das, in una classe
politica inquinata e recalcitrante ad ogni sentimento ed
emozione, tradizione e appartenenza, e in una Chiesa Cattolica che,
invece di occuparsi del sacro, è scesa sul terreno del profano
assumendo le sembianze di un ente benefico che piace tanto alla
Sinistra perché, sostanzialmente, fa quello che piace a lei.
Pranzo di beneficenza indetto da Bergoglio nell'ottobre 2017 presso la chiesa di San Petronio a Bologna. |
La stessa chiesa in attesa degli ospiti... (comunque, meglio che QUI, QUI, QUI e QUI) |
La Parola di Dio non è la parola di
Bergoglio alias papa Francesco. E la parola di chi vuole ucciderci
niente vale al cospetto della nostra capacità di non cedere, di non
mollare, di essere pronti a combattere ogni giorno, ogni mattina, dal
risveglio all'addormentarsi, una guerra senza confini, pronti a non
fare cedimenti, a non accettare compromessi, a cercare in tutti i
modi di trasmettere ai nostri e vostri figli ciò che i nostri avi,
pur con tutti i problemi e difetti, hanno trasmesso a noi.
Arriva, fatale, un momento, nella vita
di ognuno, in cui se non sarà lui ad occuparsi della politica,
fatalmente sarà la politica ad occuparsi di lui. E di noi.
Non possiamo, non dobbiamo, non
vogliamo permetterglielo.
Aldo Grandi
Relazione: Sebirblu.blogspot.it
Fonte: gerardoms.blogspot.it
Fonte originaria: lagazzettadilucca.it
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