sabato 8 marzo 2014

Lobsang Rampa: Svelato il suo Mistero di Identità




Sebirblu, 7 marzo 2014

Gentili lettori,  suppongo  che  molti  di  voi abbiano  già  letto il famoso  best-seller "Il Terzo Occhio" dell'ancor  più  celebre  scrittore  Dr. T. Lobsang Rampa.

A suo tempo, questo personaggio fece molto parlare di sé, specialmente in Inghilterra, per il mistero della sua identità. Ecco dunque svelata la sua storia, risalente ad un periodo in cui il termine "Walk-in" non era per niente conosciuto.

Questa prassi, atta a compiere missioni importanti per l'Umanità, è stata adottata soprattutto in Tibet tra i lama più evoluti, ma anche all'occorrenza, in varie parti del mondo.

Non aggiungo altro, perché dalla lettura di questo articolo risulteranno chiare molte cose.




Introduzione

Premessa dell'editore, Ken Adachi

Sono venuto a conoscenza degli scritti di Lobsang Rampa come un pesce fuor d'acqua.

Egli ha sempre sostenuto, dal suo primo libro in poi, come ogni parola scritta fosse la verità e non ho trovato mai alcun motivo per dubitarne. La sua dichiarazione sembra autentica e corrisponde ad altre fonti di conoscenza esoterica.

L'irrisione, il sarcasmo e il disprezzo che aveva sopportato per anni da una stampa britannica disinformata e insensibile sarebbero stati ardui da sopportare per qualsiasi uomo, ma egli l'ha sempre ignorata ed ha continuato a scrivere.

I suoi lettori erano meno cinici, per fortuna, e la sua popolarità era ormai diffusa in molti paesi. Finalmente lasciò la Gran Bretagna e si stabilì prima in Irlanda e poi in Canada, per allontanarsi definitivamente dagli sproloqui costanti dei tabloid britannici. Morì in Canada nel 1981.

Non avevo le idee chiare su quanti libri avesse pubblicato Rampa, perché ne ho trovati solo 20 negli Stati Uniti, ma a quanto pare, il numero corretto è di 24, con 4 di questi disponibili solo in Europa. Un breve brano dal titolo "La mia visita a Venere" è stato probabilmente edito dopo il suo trapasso.

Sono debitore di un'enorme gratitudine verso il mio buon amico Tian Boon del Canada, per avere a mia disposizione l'80% di una raccolta di libri scritti da Rampa.

Nel corso di e-mail e scambi telefonici, Tian ha compreso che avevo la medesima sua ammirazione per le produzioni di questo Autore, ma ne ho potuti avere soltanto alcuni a livello locale. In maggior parte erano fuori stampa e non avevo alcuna idea di dove poterli trovare.

Senza rivelarmi nulla, Tian si è preso la briga di copiare a mano, faticosamente, ogni pagina degli undici libri di Rampa in suo possesso insieme con il piccolo brano "Visita a Venere", e di inviarmeli in un unico pesante e voluminoso scatolone.

Mi sentivo come un bambino a Natale, quando ho aperto quell'involucro misterioso proveniente dal Canada. Il dono dei libri copiati per me è stata solo una delle numerose gentilezze accordatemi da Tian, un vero amico.

Tutti i libri di Lobsang Rampa sono ora disponibili on-line gratuitamente. (Da noi, in Italia, è possibile farne il download QUI; ndt).




La storia di Cyril Hoskin e di T. Lobsang Rampa

Nel 1947, Cyril Hoskin, uno sconosciuto e disoccupato scrittore comunicò all'attonita moglie che stava andando a cambiare il suo nome in Carl Kuon Suo.

Sempre in lotta per affermarsi e trovare lavoro, anche con il suo nuovo nome, Carl sentiva tuttavia uno strano impulso ad adottare modi orientali.

Ruppe i legami con la famiglia e gli amici e si trasferì in una delle zone più remote d'Inghilterra con la consorte, dove il 13 giugno 1949, subì una lieve commozione cerebrale dopo una caduta da un albero che stava crollando nel suo giardino.

Perdette i sensi per un breve periodo, ma dopo essersi ripreso Carl Kuon Suo non c'era più; un altro essere, un tibetano, aveva preso il suo posto. Potete documentarvi sulla reazione di sua moglie a questa nuova personalità leggendo il brano qui di seguito riportato da Gray Barker.




Gray Barker, 7 ottobre 2005

Nel 1956, a Londra, gli editori Secker e Warburg pubblicarono quello che ritenevano fosse un ottimo libro occulto.

Mai avrebbero presagito, nemmeno i più grandi pubblicisti Doubleday and Company di New York, che l'opera avrebbe improvvisamente catturato l'interesse e la fantasia di due nazioni la cui maggioranza di persone lo avrebbe letto come il più affascinante testo sul Tibet mai edito prima.

Il libro era autobiografico e raccontava la strana ed entusiasmante storia di un monaco tibetano evolutosi da neofita a lamahood (studente per diventare lama; ndt), che aveva finalmente raggiunto una certa facoltà nascosta riguardante appunto il titolo del libro stesso.

«Il Terzo Occhio» del Dr. T. Lobsang Rampa, non era solo un racconto delle sue iniziazioni e delle vicende del monastero, ma aveva anche dimostrato di essere un resoconto assai vivace della vita giornaliera tibetana.

Lo si leggeva tutto d'un fiato in una notte, perché ogni brano era affascinante come tutti gli altri. Ma non si poteva fare a meno di domandarsi come un orientale potesse avere una padronanza simile della lingua inglese.

La risposta era ben presto arrivata dallo scalpore che il libro aveva fatto a Londra, quando alcuni «tibetani colti» avevano contestato l'autenticità di Rampa asserendo che non era un tibetano e che non si era mai recato in Tibet!

Poi venne rivelata una parte della storia di T. Lobsang Rampa. Cyril Hoskin, alias Carl Kuon Suo, non era infatti mai stato in Tibet di persona. Lo Spirito di un lama tibetano era però entrato nel suo corpo, in circostanze insolite.




Replicando ai suoi detrattori, il Dr. T. Lobsang Rampa ebbe a dichiarare:

"Il libro «Il Terzo Occhio» è assolutamente vero e tutto ciò che vi scrivo è reale. Io, lama tibetano, ora occupo quello che originariamente era il corpo di un uomo occidentale, e vi risiedo in esclusione totale e permanente del primo occupante.

Egli ha dato il suo consenso volontario, essendo felice di svincolarsi dalla vita su questa Terra e considerando la mia urgente necessità.

Il subentro effettivo ha avuto luogo il 13 giugno 1949, ma la modalità era stata preparata qualche tempo prima. Io so di avere un compito speciale da compiere, ed ero consapevole che sarebbe stato necessario venire in Inghilterra per varie ragioni collegate ad esso.

Nell'ultima parte del 1947, sono stato in grado, tramite telepatia, di inviare segnali a questa persona idonea. Nel febbraio del 1946 aveva cambiato legalmente il suo nome con un atto unilaterale.

Per compiere più agevolmente il passaggio, aveva modificato il suo indirizzo un certo numero di volte e perso il contatto con amici e parenti.

Il 13 giugno 1949 ha subito un lieve incidente che gli ha provocato una leggera commozione cerebrale facendogli perdere coscienza e proiettandolo fuori. Ciò mi ha permesso di prendere il suo posto.

Ho tentato, in maniera molto dura davvero, di ottenere un impiego in Inghilterra, ma per vari motivi non ho avuto alcuna assistenza dall'Ufficio di Collocamento.

Per anni ho visitato questo genere d'uffici compresa la relativa sede di presidenza a Tavistock Square di Londra.

Ho anche scritto ad un certo numero di agenzie private per il lavoro e versato anche cifre considerevoli in tasse, ma nessuna di loro ha fatto niente per me.

Per qualche tempo ho vissuto con il capitale che era stato risparmiato e con tutto ciò che ho potuto autonomamente guadagnare scrivendo o pubblicizzando.

Ho una missione speciale da compiere perché durante la mia vita in Tibet sono stato al Chang Tang Highlands dove esisteva un dispositivo che permetteva alle persone di scorgere l'aura umana. 

Io sono un chiaroveggente e posso vederla come ho dimostrato molte volte a numerose persone.

Sono consapevole che se i medici e i chirurghi avessero la possibilità di analizzarla, allora potrebbero diagnosticare le malattie che affliggono un corpo umano prima che si aggravino di più.

L'aura è semplicemente una corona emessa dal corpo (e da tutti i corpi sottili che troverete QUI e QUI; ndt), costituita di forza vitale.




È simile all'energia emanata da un cavo ad alta tensione che può essere vista da chiunque in una notte nebbiosa. (Questo esempio però, si adatta bene solo all'aura del corpo eterico; ndt). 

Se il denaro fosse stato speso per la ricerca, la scienza medica avrebbe uno degli strumenti più potenti per la cura delle patologie.

Ho dovuto avere i soldi per poter svolgere la mia ricerca, ma non ho mai preteso nulla per curare le malattie della gente o per risolverne i problemi come è stato travisato e distorto da certa stampa!

E in che modo «Il Terzo Occhio» ha visto la luce? Certamente non desideravo scriverlo, ma ero disperato per non riuscire a trovare un impiego che mi permettesse di espletare il compito assegnatomi.

Ho provato lavoro dopo lavoro, senza alcun risultato, finché un amico si è offerto di mettermi in contatto con un signore che avrebbe potuto essere idoneo per utilizzare il mio servizio.

Mr. Brooks disse che avrei dovuto scrivere un libro. Ho insistito che non ne avevo alcuna voglia e così ci separammo. Egli mi scrisse di nuovo e ancora una volta mi suggerì che avrei dovuto farlo.

Nell'intervallo tra l'incontro e la ricezione della sua lettera ero stato convocato per altri colloqui ed ero stato respinto.

Quindi, con molta riluttanza, ho accettato l'offerta del signor Brooks di scrivere un testo e qui, ancora una volta, ribadisco che tutto quanto vi è descritto corrisponde a verità, come è assolutamente vero il contenuto del mio secondo libro «Il Medico venuto da Lhasa».

Non bisogna dare troppo credito a taluni «esperti» o «tibetani dotti» quando si nota che uno contraddice l'altro, quando si constata che non riescono a mettersi d'accordo su ciò che è giusto o sbagliato.

E dopotutto, quanti di quegli «studiosi del Tibet» sono entrati in un lamaseria all'età di sette anni, ed hanno lavorato lungo tutto il tragitto della vita come tibetani per poi riprendere il corpo di un occidentale? Io l'ho fatto."




Che dire dell'uomo il cui corpo Rampa ha assunto? Come è stata la sua vita prima dello scambio decisivo? Di seguito sono riportate alcune rilevanti dichiarazioni di sua moglie:

"Molte persone si porranno domande in merito a colui che occupava quel corpo occidentale prima d'essere rilevato da un tibetano ed io, come moglie, vorrei dire qualcosa sui fatti che portarono al cambio di personalità.

Al primo indizio di qualcosa di diverso ero poco più che sgomenta. Stavamo conducendo una vita tranquilla nel Surrey, essendo mio marito nello staff di un istituto per corrispondenza, a titolo consultivo, mentre la guerra era finita da due anni.

Il suo annuncio arrivò di punto in bianco verso la fine del 1947; seduto in silenzio per un certo periodo, mi sorprese dicendomi improvvisamente: «Ho l'intenzione di cambiare il mio nome». 

Lo guardai sbigottita perché non riuscivo a trovare alcun motivo per fare una cosa del genere.

Non avevamo niente da nascondere, nulla da cui scappare. Mi ci volle un po' di tempo per riprendermi... dopo continuò, «Sì, cambieremo il nostro nome con un atto unilaterale».

Dal febbraio 1948, tutte le formalità di legge furono completate, e non avevamo più alcun diritto al nostro nome precedente.

Il datore di lavoro di mio marito non era contento, ma c'era ben poco che potesse fare al riguardo, soprattutto perché a quel tempo uno dei direttori della ditta aveva fatto una modifica al proprio nome.

Naturalmente, tutti alla fine pensarono che avessimo perso il lume della ragione, ma ciò non mi ha mai infastidito. 

Avevo vissuto con mio marito otto anni e sapevo che se avesse avuto l'intuizione di fare qualsiasi cosa, ci sarebbe stata sempre una buona ragione per attuarla.

Ben presto però notammo che le persone non pronunciavano il nostro nome rivolgendosi a noi, ed anche dopo averlo visto scritto, non sembravano in grado di sillabarlo; per questa ragione lo abbiamo poi accorciato.

Desidero chiarire questo punto per dimostrare che non abbiamo mai, in nessun momento, utilizzato uno pseudonimo com'è stato erroneamente suggerito.

Durante tale periodo, mio marito parlava parecchio dell'Oriente e infatti, in quelle occasioni, indossava abiti orientali. 

Spesso sembrava molto assorto in se stesso; lo vedevo cadere in trance ed esprimersi in una lingua sconosciuta che ora penso fosse una lingua orientale.




Nel luglio del 1949, prese di nuovo un'ulteriore improvvisa decisione, quella di rinunciare al suo impiego! Questo fatto procurò la costernazione del suo datore di lavoro che lo aveva sempre ritenuto un elemento assai utile e coscienzioso nel suo staff.

L'idea, dietro tutto questo, era che avremmo potuto abbandonare il quartiere e perdere ogni contatto con il passato, ed è ciò che è avvenuto. In un anno avevamo completamente perso di vista le conoscenze anteriori e il nostro precedente stile di vita.

Siamo riusciti a vivere basandoci su quello che avevamo risparmiato, insieme a quanto potevamo guadagnare da varie forme di scrittura.

Il giorno in cui mi capitò di guardare fuori dalla finestra e scorgere mio marito riverso ai piedi di un albero nel giardino è qualcosa che non dimenticherò mai.

Mi precipitai fuori per cercare di rianimarlo, ma per me, infermiera qualificata, egli pareva stordito o qualcosa del genere. Quando finalmente riprese conoscenza, agiva visibilmente in maniera diversa, e in modi che non capivo.

Dopo averlo fatto entrare all'interno e al piano superiore del nostro appartamento per riposare, il pensiero principale della mia mente fu quello di chiamare un medico il più rapidamente possibile.

Ma avevo fatto i conti senza di lui, perché sembrava che avesse percepito la mia intenzione e mi implorò di non farlo, assicurandomi che tutto era a posto.

È certo però, che nell'esprimersi risultava diverso, più esitante, come se non avesse familiarità con la lingua, e la sua voce risuonava più profonda di prima.

Per qualche tempo rimasi abbastanza preoccupata perché era evidente che fosse accaduto qualcosa alla sua memoria.

A quanto appariva, prima di parlare o muoversi faceva dei calcoli; solo molto più tardi avrei saputo che si sintonizzava con la mia mente per vedere che cosa mi sarei aspettata da lui.

Non ho difficoltà ad ammettere che nelle prime fasi ero molto turbata, ma ora egli pare del tutto normale.

Non ho mai smesso di domandarmi perché una comune persona come me avrebbe dovuto essere così strettamente connessa ad un evento così straordinario come la venuta di un lama tibetano nel mondo occidentale."




Benché i cosiddetti «tibetani dotti» abbiano acquisito la maggior parte delle copie stampate, ci sono stati quelli che non li hanno ritenuti poi così saggi, alla fine.

Si prenda in esame la lettera che segue, ricevuta da Gray Barker da un buddista, quando ha diffuso l'annuncio che avrebbe pubblicato il secondo libro di Rampa negli Stati Uniti e discusso della polemica sui giornali.

Caro Signor Barker,

dopo aver letto le sue osservazioni su "Il Terzo Occhio" di Lobsang Rampa, mi viene richiesto di aggiungere anche un mio parere.

Nel corso del 1957, ebbi l'occasione di pubblicare una recensione del libro, per il "North Indian Buddhist Quarterly", e specificamente di pronunciarmi sull'aspetto teologico e filosofico contenuto all'interno del testo.

Nel momento in cui scrissi tale analisi critica, ero, come tanti altri, impegnato a verificare l'esattezza delle informazioni pubblicate.

Avevo già sentito dire che certe descrizioni riguardanti i costumi e l'abito non corrispondevano ai rapporti di antropologia accademica.

Di conseguenza, nella mia ignoranza sulle divergenze tra religione tibetana e buddismo ortodosso, rimasi colpito nello scoprire che un individuo, auto-definitosi monaco, abbracciasse concetti che, dal punto di vista della dottrina ariana esistevano tutti, ma venivano considerati eretici.

Immaginate poi la mia sorpresa quando ricevetti delle lettere da un tibetano phoongi che si complimentava sulla breve esposizione della teologia "dbu-chan" contenuta nella mia critica.

Essa però, era composta soltanto da parafrasi inerenti al libro di Lobsang Rampa sotto esame. Il più grande punto di discussione era quello connesso con l'ordine o la disciplina all'interno delle comunità itineranti dei monaci tibetani.

Tutti i corrispondenti occidentali e gli osservatori indiani mi dissero che Rampa si sbagliava, ma i tibetani scrissero lamentandosi del fatto che avesse divulgato la Conoscenza segreta, di proprietà delle Scuole Arcane del loro Paese.

E aggiunsero pure che «Un fratello - chiuso - in una forma fisica o eterica, aveva fatto male a pubblicare i suoi scritti nelle terre lontane dell'Occidente, dove si era esposto allo sguardo dei non-iniziati».

Sinceramente vostro

Ganesha Mahaguru, 
Bodhi Sangha Sat America
New York, NY



Monte Makalu e Monte Chomolonzo - Tibet

Anche se "esposto" ai tibetani dotti, il pubblico ha continuato a credere in Rampa e a comprare i suoi libri.

I testi scritti successivamente forniscono ulteriori dettagli di esperienze passate dopo il periodo descritto con "Il Terzo Occhio".

Speriamo che sempre più persone possano leggere e documentarsi grazie alla sua straordinaria testimonianza spirituale.


Fonte: educate-yourself.org

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