Sebirblu, 4 novembre 2015
Gentili Lettori, il tema che sto per
affrontare è molto delicato, perché riguarda certe persone che
normalmente non si rendono conto della propria supponenza e
saccenteria.
Chissà quanti di voi, ahimè, debbono quotidianamente affrontare questo tipo di individui e non sanno come "uscirne vivi"...
Guardarsi dai Saccenti: Un vero Flagello!
«Li possiamo trovare ovunque: tra i
parenti, tra gli amici, sul lavoro, in spiaggia, ad un corso e in numerosi
altri contesti. Loro sono sempre lì, pedantemente pronti ad elargire
la propria sapienza, anche senza richiesta da parte nostra.
Sono i saccenti, ossia coloro che
pensano di sapere tutto meglio di chi hanno davanti e non si
trattengono dal manifestare questa presunta superiorità con consigli
non richiesti, sermoni compiaciuti, critiche salaci ed evidenziando
che soltanto loro sanno cosa è bene o male, utile o inutile, giusto
o sbagliato.
In tutti i campi, essi possiedono "la
verità", o comunque una conoscenza migliore della nostra e la
impongono nei discorsi (o nei commenti, come nel mio caso; ndr),
restando impermeabili alle argomentazioni pur valide di qualsiasi
interlocutore, anche quando questi è palesemente più esperto su
un determinato tema.
Ridicoli ma Pericolosi
Ad esempio a pranzo o a cena insieme,
se raccontiamo qualcosa di noi (una vacanza, una decisione, un
problema), ci sentiremo dire che loro lo saprebbero fare meglio, che
conoscono un posto migliore, che la scelta ottimale è un'altra,
trasmettendoci essenzialmente questi messaggi:
- tu sbagli, tu non capisci, non hai
fatto abbastanza, non hai scelto bene, non vai bene!
Il saccente gesticola in modo da
valorizzarsi (indica se stesso, assume posture da maestro, da capo o
da padrone della situazione) e ti guarda come per dirti:
- sei il
solito inetto...
Ciò accade soprattutto se ci
rivolgiamo a lui per un aiuto (che se viene dato, è accompagnato da
critiche e insegnamenti) o per uno sfogo personale (che non viene
accolto ma rispedito al mittente con tanto di predica sugli errori
compiuti).
Se riuscissimo a guardarlo con distacco
e ironia, ci accorgeremmo subito che i suoi attacchi sono risibili e
grotteschi.
Ma la sua spocchia, sommata al fatto
che non di rado ce lo troviamo tra parenti o tra i migliori amici o
nello stesso luogo di lavoro, ci irrita profondamente. Anche perché
con lui non si può fare un vero dialogo, non ci si può mai sentire
capiti.
E soprattutto, se siamo incerti o
disorientati, possiamo fare scelte sbagliate (e qui sta il pericolo
per molti! Ndr), influenzate dalla sua finta ma prorompente
sicurezza, che di solito non coglie per nulla le reali problematiche
di chi ha di fronte.
A dar credito ad un saccente: ci si
sente inadeguati, incapaci, inferiori; si viene influenzati nelle
decisioni che contano; si fanno errori clamorosi che mai si sarebbero
compiuti; si resta in un atteggiamento psicologico di dipendenza. E
allora?
NECESSITA
Individuarlo
Il saccente dà consigli senza
richiesta, non chiede mai, non ha dubbi, critica anche senza
conoscere bene la situazione, ostenta le sue opinioni e la sua
conoscenza, non ha l'umiltà di ascoltare, non cambia mai idea.
Il vero sapiente fa l'opposto: ascolta,
chiede, comprende. Solo su richiesta, e solo a volte, suggerisce
qualcosa.
Proteggersi
Se si è influenzabili dalla falsa
sicurezza dei saccenti, non bisogna raccontar loro troppe cose di
noi. Se si ha un progetto o un'idea, prima necessita agire e portare
a compimento, o si sarà disturbati da critiche e consigli.
È saggio, inoltre, ridurre anche le
confidenze o verranno usate dal saccente per crearsi una visione di
noi che diverrà un inossidabile pregiudizio.
Disattivarlo
Se si parla con un saccente evitare di:
a) fargli domande come se fosse un
oracolo;
b) combatterlo o competere con lui in
una gara di ostentazione.
È opportuno lasciarlo dire senza farsi
impressionare. Piuttosto è meglio selezionare: può darsi che tra
quello che sentenzia ci sia qualcosa che potrebbe risultare utile.»
Fonte: parliamone.eldy.org
Al riguardo, pubblico un paio di commenti significativi che fanno parte di una lunga serie inviatami da una persona di nome Eleonora, che da parecchio tempo continua ad "allietarmi" con le sue mordaci e a volte offensive esternazioni, totalmente prive del più elementare rispetto, se non altro per il servizio che compio per tutti, senza domandare nulla a nessuno.
Il primo dei due si riferisce a questo post:
e dice:
«Tutta questa storiella del Piano
Kalergi è disinformazione diffusa ad arte. Non è neanche difficile
verificare oltre tutto, ma a quanto pare per i controllori è molto
semplice diffondere innumerevoli montature sotto l'apparenza di
"denunciare il complotto mondiale".
Suppongo che se la ridano per quanto
facilmente si prendono gioco dei tanti che si illudono, prestando
credito alle fantasie del web, di aver capito come vanno veramente le
cose... fantasie e storielle confezionate nemmeno troppo
accuratamente, visto che far presa su pregiudizi di vario genere e
forme varie di condizionamento, culturale e psicologico, risulta
molto facile.
In questo caso può far presa solo su
chi ha un animo profondamente razzista, e nella mistificazione
presentata trascura le fondamentali leggi della genetica, secondo cui
la mescolanza dei geni rafforza gli individui; e di chi è
intollerante delle culture differenti.
Il discorso includerebbe molti aspetti
significativi ma mi limito ad una sola domanda: che cosa ci mostrano,
al livello interiore, questi fenomeni immigratori di noi stessi,
della nostra "civiltà"? Essi non sono altro che la
manifestazione del nostro "lato oscuro" a livello
collettivo.
Un lato oscuro che è arrivato
necessariamente il momento di affrontare, perché tutto dev'essere
"portato alla luce". E poi, non è proprio in uno degli
ultimi articoli pubblicati (De Rouvroy,) che c'è scritto che
bisogna "lasciar andare le vecchie strutture"?
Se si pensa all'essere umano in termini
planetari i discorsi di questo tipo sui movimenti di popolazione (che
ci sono sempre stati nella storia: chi di noi è in grado di
ricostruire la propria origine genetica? chi può andare indietro di
più di tre generazioni?) e le divisioni di confine perdono senso.»
A voi, cari Lettori, farvi un'idea e
soprattutto valutare quanto sia ormai drammatico il problema
dell'immigrazione selvaggia (perorata anche da Bergoglio, QUI) che
dobbiamo subire tutti, non solo nel nostro Paese, ma nell'intera
Europa.
Per un maggiore approfondimento, vi presento pure un breve video de La7 Attualità con un presentatore anonimo, mascherato, sul tema. QUI per gli smartphone.
La seconda critica pungente, giuntami sempre dalla stessa Eleonora, riguarda invece la
mia recentissima traduzione di un articolo su Halloween per mettere
in guardia molti inconsapevoli sulla gravità di questa festa del
satanismo anglo-americano, ora adottata anche da noi.
Ecco il link relativo, e a seguire le
"vivaci" osservazioni di questa assidua lettrice, che
inviterei a documentarsi altrove e a visitare altri blog, se le mie
pubblicazioni risultano a lei sempre così "indigeste"!
"Giulio Cesare ha parlato di questa
ricorrenza nel «De Bello Gallico». Ha descritto quella dei Drùidi
come una sorta di teocrazia che schiavizzava la popolazione contadina
attraverso il terrore."
«Ma come si fa a scrivere una cosa del
genere? Ma l'autore conosce il latino??? Come fa ad attribuire
all'autore classico una simile sciocchezza? Se si va a leggere ciò
che veramente c'è scritto nel "De bello Gallico" a
proposito dei Druidi non si troverà niente del genere! Per non
parlare dei sacrifici umani!
Ma è facilissimo verificare tutto
questo, ormai è sufficiente una rapida ricerca su Internet se
proprio non si è in grado di leggere il testo in originale! Vada a
cercarselo! Ma chi scrive queste cose lo fa per ignoranza o è in
malafede e conta sull'ignoranza di chi legge? Ma come si fa a
spacciarle come controinformazione, ma per favore!!!
E poi: come si vestirebbero "le
lesbiche"? non sapevo che le donne lesbiche si riconoscessero
dal modo di vestirsi... non ci ho mai fatto caso.... pensavo che una
persona si potesse vestire come le pare... per non parlare delle
tonnellate di altre vergognose imprecisioni e mistificazioni di
quest'articolo, su cui purtroppo non ho il tempo di soffermarmi...
articolo che nasce piuttosto da un rigido schema ideologico di
preconcetti che altro, non spacciatelo per altro.»
Il nobile Vercingetorige, Capo dei Galli, si arrende a Cesare gettando le armi - Lionel-Noël Royer - 1899 |
Ed ecco qui il testo latino tanto contestato e la relativa traduzione in italiano che attesta il vero su quanto scritto dall'autore sul sito di Henry Makow, il quale come giornalista e scrittore internazionale non è proprio l'ultimo arrivato!
Caio Giulio Cesare: ‒ De Bello
Gallico ‒ I sacrifici umani (Libro VI) XVI
«Natio est omnis Gallorum admodum
dedita religionibus, atque ob eam causam qui sunt adfecti gravioribus
morbis quique in proeliis periculisque versantur aut pro victimis
homines immolant aut se immolaturos vovent, administrisque ad ea
sacrificia druidibus utuntur, quod, pro vita hominis nisi hominis
vita reddatur, non posse deorum immortalium numen placari
arbitrantur, publiceque eiusdem generis habent instituta sacrificia.
Alii immani magnitudine simulacra
habent, quorum contexta viminibus membra vivis hominibus complent;
quibus succensis, circumventi flamma examinantur homines. Supplicia
eorum qui in furto aut in latrocinio aut aliqua noxia sint
comprehensi, gratiora dis immortalibus esse arbitrantur; sed cum eius
generis copia deficit, etiam ad innocentium supplicia descendunt.»
«Tutta quanta la popolazione dei Galli
è molto dedita alle pratiche religiose e per quel motivo coloro che
sono colpiti da serie malattie e coloro che sono presenti nei
pericoli delle battaglie, o sacrificano degli uomini invece delle
solite vittime o fanno voti di immolare se stessi e prendono i Druidi
come assistenti a quei sacrifici, perché se non si offre la vita
dell'uomo in cambio della vita dell'uomo, essi ritengono non si possa
placare la volontà degli dei immortali e sacrifici di questo genere
li fanno anche pubblicamente.
Altri hanno simulacri di straordinaria
grandezza, le cui membra intrecciate con vimini essi riempiono di
uomini vivi, accesi i quali gli uomini che vi sono dentro circondati
dalle fiamme sono arsi. Essi ritengono siano più graditi agli dei
immortali i supplizi di coloro che siano stati sorpresi nell'atto di
rubare o nel furto a mano armata o in qualche altra colpa; ma quando
sia venuta a mancare una disponibilità di vittime di questo genere,
ricorrono persino a sacrificare innocenti.»
Ed aggiungo anche quest'altro link, perché l'articolo pubblicato il 30 ottobre non fa che confermare alla grande come Caio Giulio Cesare avesse menzionato i Drùidi e i loro orribili sacrifici umani, proprio nel De Bello Gallico.
Come si vede, la caustica sicumera del commento in questione emerge in tutta la sua evidenza e non rende certo un bel servizio a colei che lo ha formulato privandola di ogni ulteriore credibilità.
Per concludere, posso solo dire con
profondo rammarico che non avrei mai voluto arrivare a questo, perché
il mio compito è di edificare le persone nella loro parte spirituale
e non demolirle... anche se... per costruire, ex-novo, è
indispensabile abbattere la vecchia struttura...
"Nessuno mette vino nuovo in otri
vecchi; altrimenti il vino nuovo rompe gli otri, ed esso si spande e
gli otri vanno perduti"... Lc. 5, 37
Fonte del testo latino:
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