Sebirblu, 15 febbraio 2018
Quello che sta accadendo alla Chiesa di
Roma condotta dal Falso Profeta, Bergoglio, somiglia sempre più
all'agonia di un moribondo che vede approssimarsi la sua fine
impietosa, e tutto sotto gli occhi ostinatamente chiusi della
maggioranza dei fedeli addormentata ed incredula.
Già altre volte ho toccato questo
argomento e per averne un quadro più completo segnalo alcuni
post:
Mi auguro che tutti questi link insieme
ad altri articoli rintracciabili sotto le voci "Bergoglio"
e "Profezie" possano contribuire a risvegliare il più
possibile i dormienti, inconsapevoli del periodo finale che stiamo
vivendo.
Questa che sto per esporre è l'ultima gravissima decisione della Chiesa modernista che, in nome di
un'ingannevole unificazione ecumenica, accogliente e tollerante, ma
sempre meno spirituale (cfr. QUI e QUI), sta portando l'Istituzione voluta da Cristo alla completa
rovina...
Riguarda un accordo senza precedenti
tra Cina e Vaticano che lascia al grande paese comunista la piena
libertà d'azione su milioni di fedeli cristiani e sulla nomina dei
vescovi, senza più interferenze da parte della Santa Sede. (Eccone
gli effetti: QUI e QUI).
Persino Benjamin Fulford ne parla
ampiamente (QUI), avvertendo che il negoziato sarebbe l'inizio del
nuovo governo mondiale.
Ma nonostante questo, sappiamo che "le
Tenebre non prevarranno" e che la Chiesa, proprio come la
Fenice, risorgerà dalle sue ceneri e diverrà ancora ardente,
limpida e perenne, soprattutto nel cuore degli uomini. (Cfr. QUI e QUI).
Il Vaticano sta per abbandonare i
cattolici romani in Cina?
Dovrebbe essere motivo di
preoccupazione per tutti, e non soltanto per i fedeli della Chiesa
Romana, che Bergoglio stia considerando un accordo con Pechino,
concedente al Partito Comunista Cinese (PCC) un controllo effettivo
su tutti i cattolici della Cina e di Hong Kong.
Ogni organizzazione privata e
governativa che dia importanza alla libertà religiosa ‒ in particolare
vescovi e cardinali ‒ dovrebbe indurlo ad invertire la rotta,
unendosi, per difendere il diritto al libero culto.
Questo è solo l'ultimo fra i tentativi
del regime di rimuovere il cristianesimo come forza indipendente dal
governo cinese, ma il primo in cui il Vaticano ha cooperato, dopo
decenni di resistenza, alla religione controllata dallo Stato.
Attualmente esistono due comunità in
Cina con il termine "Catholic" nel loro nome. Una si riferisce alla
Catholic Patriotic Association (CPA), guidata da vescovi nominati dal
governo cinese senza alcuna approvazione dalla Santa Sede che, di
fatto, si sono tutti auto-consacrati e per questo scomunicati da
Roma.
La CPA segue la linea del governo che,
tra le altre cose, proibisce ogni tentativo di evangelizzazione, ossia quello di diffondere la parola di Dio, missione fondamentale
della Chiesa.
Al posto di ciò, l'Associazione
consente allo Stato di schedare i luoghi di culto e le liste degli
affiliati, nonché di gestirne il contenuto teologico dando alla
polizia segreta il mezzo per sorvegliare quelli che considerano Dio
un'autorità morale superiore al Partito.
La vera Chiesa cattolica in Cina (cioè
la seconda comunità; ndt), collegata con la Santa Sede e in linea
con la successione apostolica ‒ fattori cruciali per i credenti ‒
è sotterranea, e guidata da vescovi che sono stati consacrati e
inviati dallo stesso Vaticano. Ci si incontra in segreto, e sotto la
minaccia costante di repressione e carcere per i suoi sacerdoti.
La violenta persecuzione, perpetrata a
danno di tutti i cristiani dal regime comunista, ha indotto
quest'ultima alla clandestinità 70 anni or sono, e si stima che 10
milioni di membri abbiano preferito rimanere fedeli al pontefice
piuttosto che accettare la contraffazione statale.
All'epoca di Mao Zedong le chiese
venivano rase al suolo, e i preti insieme ai componenti degli ordini religiosi erano regolarmente torturati e giustiziati. Oggi, tali pratiche sono state largamente sostituite da discriminazioni
amministrative e sanzioni per coloro che praticano la propria fede al
di fuori delle strutture e delle modalità approvate dal governo.
Tuttavia, la persecuzione dei capi
religiosi che si rifiutano di riconoscere l'autorità dei vescovi irregolari continua...
Durante la sua ordinazione come vicario
ausiliare di Shanghai nel luglio 2012, ad esempio, monsignor Ma Daqin
ha permesso ai tre vescovi consacranti ‒ in comunione con la Santa
Sede ‒ di imporgli le mani, ma ha rifiutato di essere toccato da
uno illegittimo, sostenuto dallo Stato.
Ha poi annunciato le sue
dimissioni dalla CPA (ovvero l'Associazione Patriottica Cattolica), accompagnato dagli applausi calorosi della grande congregazione.
Poco tempo dopo, però, il neo-vescovo
veniva arrestato. Secondo quanto riferito, era stato rinchiuso in un
seminario cattolico ufficiale e "rieducato".
L'anno scorso, la CPA ha pubblicato le
foto-spettacolo di una Messa (QUI) che il prelato Ma Daqin è stato
costretto a concelebrare con un "vescovo" illecito.
Secondo l'agenzia Reuters (QUI), il Vaticano
sta accettando di nominare vicari scomunicati e scelti dal governo
cinese per sostituirli con due altri eletti e consacrati da Roma.
Andando oltre, la Santa Sede avrebbe perdonato e legittimato tutti i "vescovi" attuali nominati dal regime.
In cambio, il governo cinese avrebbe
dato ai presuli rimossi posizioni ufficiali di basso profilo nella
CPA controllata dallo Stato e in avvenire fornirà al Vaticano alcune
indicazioni, non precisate, nelle trattative sulle nomine dei nuovi
responsabili.
È difficile capire in cosa la Chiesa
di Roma possa trarre profitto da questo accordo. Concede
all'Associazione Patriottica sostenuta dal regime il riconoscimento
stesso che l'eroico vescovo Ma Daqin si è rifiutato di dare.
Ciò a cui essa rinuncia è immenso! I "frutti" maturati in Cina sono, dopo tutto, il suo vero patrimonio.
Il vescovo Ma Daquin che si è visto revocare la nomina dal Partito, tornando semplice prete, dopo 4 anni di reclusione. |
L'autorità spirituale di un legittimo vicario cattolico sul suo gregge è assoluta ed è soggetta ad un'eventuale rimozione solo dal Vaticano.
I vescovi scelti per la loro lealtà al
Partito comunista cinese, al di fuori del consenso di Roma,
potrebbero negare i Sacramenti a chiunque venga visto come dissidente
politico; un potere straordinario sui fedeli legati al pontefice.
Avrebbero la possibilità di creare un loro proprio
"catechismo" e stabilire un ordine per la Messa che
trasmetta i valori patriottici piuttosto che la fede tramandataci
dalla Chiesa stessa.
Avvenne suppergiù questo in Nicaragua,
dove i consacrati dissidenti tentarono di fondare una chiesa popolare
per sostenere i sandinisti supportati dalla Russia, fino a quando non
intervenne Giovanni Paolo II.
Ricordiamo anche San Tommaso Moro
(Saint Thomas More) per aver posto la sua fedeltà all'insegnamento
della Chiesa Cattolica e al papa prima della sua stessa vita e della
lealtà al Re.
Ma nonostante ciò, il Vaticano
accettò il compromesso secondo il quale Enrico VIII avrebbe potuto
nominare un suo proprio vicario per ottenere il sospirato divorzio, e questo divenne la base per una Chiesa separata, conosciuta come Anglicana.
Ma almeno Enrico VIII con i suoi
vescovi e arcivescovi credevano in Dio! I comunisti cinesi credono il
contrario, ed è un fatto che, come l'autorità pontificia svolse
allora un ruolo storico di accomodamento, così ora avviene con una
chiesa cinese fantoccio.
Il cardinale Joseph Zen, ex vescovo di
Hong Kong, ha bruscamente criticato il discutibile accordo: "Così,
debbo pensare che il Vaticano stia svendendo la Chiesa cattolica in
Cina? Sì, di sicuro, se va nella direzione che emerge da tutto ciò
che sta facendo negli ultimi anni e nei mesi recenti".
"Forse il pontefice è un po'
ingenuo, non ha il background (complesso di fatti e circostanze; ndt) per conoscere i comunisti cinesi"
‒ ha continuato Zen. "Il papa era abituato ai comunisti perseguitati in America del Sud, ma non ai persecutori di stato in
Cina che hanno ucciso centinaia di migliaia di persone". (Cfr. QUI e QUI; ma soprattutto QUI; ndt).
Il card. Joseph Zen |
Porre tutti i cattolici sotto il
controllo della CPA sembra un tradimento per quei martiri che hanno
subìto le atrocità di Mao, così come i sacerdoti e i vescovi che
sono stati incarcerati e torturati per aver voluto mantenere la
fedeltà al successore di Pietro piuttosto che al PCC.
(Confrontare QUI quello che viene detto sul tradimento di Bergoglio, azionando il traduttore automatico; ndt).
Il Vaticano ha bisogno d'essere
informato, da quanti apprezzano la libertà religiosa, che permettere
ai comunisti cinesi di scegliere coloro che dirigeranno la Chiesa
Cattolica Romana in Cina non è che una violazione dei più
basilari diritti umani e della storia spirituale della Chiesa stessa.
By W. David Montgomery
Traduzione, adattamento e cura di
Sebirblu.blogspot.it
Fonte: foxnews.com
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