Sebirblu 15 dicembre 2019
Questa mia riflessione è dedicata a
tutti coloro che hanno già intrapreso il cammino spirituale e che
intendono, in piena buona volontà, proseguire nel
miglioramento di sé stessi onde giungere a concretizzare il più
possibile il "Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro
che è nei Cieli" tramandatoci dal Cristo. (Mt. 5, 48).
L'argomento che voglio affrontare non
troverà forse d'accordo molte persone, ma è indispensabile precisare
alcuni aspetti che alla vista comune normalmente non si scorgono o si
sottovalutano.
Dal momento che siamo umani, è
necessario quotidianamente nutrire il nostro corpo affinché possa
espletare al meglio le sue funzioni e dunque diventa imperativa
l'alimentazione... ma...
Negli ultimi decenni, più che in
passato, nel mondo occidentale è andato sempre più crescendo
l'interesse e la cura verso determinati cibi, esigenza questa non
solo dettata dalle mode, a loro volta influenzate da motivi
esclusivamente commerciali, ma dalla scoperta che molti alimenti non
sono più genuini, essendo stati contaminati da molteplici fattori
ambientali o addirittura manipolati proditoriamente.
Abbiamo dunque a disposizione un ampio
ventaglio di scelte, dal biologico al vegetariano, dal vegano al
macrobiotico, per non parlare dei cibi senza glutine... di quelli
senza lattosio... e via dicendo.
Personalmente non ho nulla da
obbiettare a qualsiasi opzione, specialmente se dettata da necessità
inerenti alla salute o da allergie causate spesso, come poc'anzi
detto, da ragioni esterne arbitrarie e speculatrici.
Il punto non è quello di eliminare o
preferire questo o quel cibo, ma di non dare la massima importanza a
qualcosa che appartiene all'immanenza, ossia alla sfera fisica, al
nostro corpo... e non parliamo poi del fatto che tale cibo potrebbe esserci offerto, regalato dalla Provvidenza, e rifiutato da noi! (Cfr. QUI).
Sta infatti scritto: «Non adoperatevi per il cibo che perisce, ma per il cibo che dura per la vita eterna e che il Figlio dell'uomo vi darà; poiché su di lui il Padre, cioè Dio, ha apposto il proprio sigillo» (Giovanni 6, 27).
Se si osserva più da vicino la pletora
dei siti che si occupano di fornire ragguagli e consigli in
ambito alimentare, magari ventilando pure che ciò migliora lo
Spirito, confrontandola con l'assenza o la scarsità di quelli che
invece propongono un diverso alimento sostanziale, vien da pensare se
non sia un altro sottile, suadente inganno per distogliere
l'attenzione da ciò che conta veramente!
Emerge perciò un quadro quanto mai
nitido di come sia radicata la premura e la sollecitudine verso la
parte umana di noi stessi, offuscando e ponendo in secondo piano
l'urgenza assoluta di crescere spiritualmente.
Infatti, in Matteo 6, 25 troviamo:
"Perciò io vi dico: Non siate con ansietà solleciti per la
vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro
corpo, del come vestirete. La vita non vale più del cibo e il corpo
più del vestito?"
E a questo proposito, ecco le parole di Gesù, rivolte in modo particolare ai discepoli nel primo discorso della montagna, tramite Maria Valtorta:
Il Monte delle Beatitudini di Harry Anderson |
"Coloro che più hanno donato sono
coloro che più si sono dimenticati. Dimenticare sé stessi è ardua
cosa. L'uomo è fatto di ricordi, e tra questi, quelli che hanno
maggiore voce appartengono proprio all'«io». Ma bisogna distinguere
fra «io» ed «IO».
Vi è l'«IO» spirituale che si
ricorda dell'Altissimo e della sua Origine divina, e vi è l'«io»
inferiore della carne che reclama mille esigenze che tutto
abbracciano di sé stessa e delle passioni e che – siccome sono
tante da formare un coro – soverchiano, se lo Spirito non è ben
robusto, la Voce solitaria dell'Essenza che rammenta la Sua nobiltà
di essere figlia di Dio.
Perciò, escluso questo richiamo santo
che bisognerebbe sempre tener vivo e forte, per essere perfetti come
discepoli, è necessario saper dimenticare sé stessi con tutti i
ricordi, le esigenze e le pavide riflessioni del piccolo «io»
umano."
È impressionante l'attualità di questo insegnamento sul piccolo e grande "Io" di cui tutti
disponiamo e mi rammenta un profondo e brevissimo consiglio dato ai
più anziani del nostro gruppo parecchi anni fa dalla nostra Guida
entelica (QUI): "Purificatevi dall'Alto al Basso!"
Cosa vuol dire? Vuol dire che è
perfettamente inutile cominciare a purificare e a nutrire con
determinati cibi e bevande il nostro corpo fisico fors'anche per
raggiungere un equilibrio spirituale e persino il tanto sospirato
Risveglio, perché per questa strada non si approda a nulla!
È indispensabile perciò fare
esattamente il contrario, e cominciare la ricerca interiore ponendo
dapprima solide basi di comportamento morale rispettando innanzitutto
i Dieci Comandamenti sanciti dal Padre–Potenza e consegnati al
Legislatore Mosé.
"L'incombustibile roveto ardente del Sinai" di Arnold Friberg |
Essi sono davvero il "passepartout",
le pietre miliari che consentono di accedere, in un secondo tempo,
alla nuova Legge del Figlio–Amore insegnata ed esemplificata da
Gesù al fine di indicare il cammino di ritorno a Casa a tutti coloro
che la mettono in pratica.
La terza fase, la definitiva, ossia il
tanto desiderato Risveglio d'anima ad opera dello Spirito
Santo–Sapienza, avviene di conseguenza agli altri due punti e non
in assenza di quelli! D'altronde, è stato molto ben annunciato dal
Cristo stesso:
"Quando verrà il Consolatore (o
Paràclito) che Io vi manderò dal Padre, lo Spirito di Verità che
procede da Lui, mi renderà testimonianza; ed anche voi mi renderete
testimonianza, perché siete stati con me fin dal Principio."
(Gv. 15, 26-27)
"Ora, Io vi dico la verità: è
bene per voi che Io me ne vada, perché, se non me ne vado, non giungerà
a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò."
(Gv. 16, 7)
Come si vede, ci sono delle tappe ben
precise da percorrere per poter realizzare pienamente la
consapevolezza dell'IO superiore, del "Conosci Te Stesso"
il famoso motto inciso sul frontespizio del tempio d'Apollo a Delfi.
Daniel Holeman |
Ed è proprio tale Consapevolezza, autentica esperienza illuminante, che conduce l'individuo a cambiare totalmente. Egli da quel momento non è più il medesimo di prima e tutto il suo modo di pensare da quell'attimo in poi avrà l'ottica dello Spirito.
Ecco perché, ritornando al tema di questo mio scritto, una volta intrapreso il cammino spirituale non è più giustificabile dare eccessiva importanza alla sfera materiale e, nello specifico, al tipo di cibo che assumiamo, sebbene indubbiamente possa recare aiuto al corpo fisico, perché in un Essere preparato già si presume una certa sobrietà di scelta, non una ricerca ossessiva e abnorme nel campo alimentare.
D'altra parte, lo stesso Sant'Agostino
nelle sue "Confessioni" ha scritto:
Io non temo l'impurità delle vivande,
temo l'impurità del desiderio. So che a Noè fu permesso di mangiare
ogni genere di carne commestibile, che Elia si rimise in forza
mangiando carne, che Giovanni, pur dotato di un'austerità
meravigliosa, non fu contaminato dagli animali, ossia dalle locuste,
impiegate come alimento.
Ma so pure che Esaù fu vittima della
brama di lenticchie, che Davide si rimproverò di aver desiderato
dell'acqua, e il nostro Re (il Cristo) fu tentato non già con carne,
ma con pane. Perciò anche il popolo nel deserto meritò un
rimprovero non per aver desiderato della carne, ma perché nel suo
desiderio di cibo mormorò contro l'Eterno.
E in conclusione, ricordo a tutti,
quello che spiegò Gesù ai discepoli per l'aspra critica mossa loro
dagli Scribi e Farisei perché non si lavavano le mani prima di
accostarsi al desco:
James Tissot - Brooklyn Museum |
"Lasciateli; sono ciechi, guide di ciechi; or se un cieco guida un altro cieco, ambedue cadranno nella fossa. Pietro allora prese a dirgli: Spiegaci la parabola. E Gesù disse: Siete anche voi tuttora privi d'intendimento?
Non capite che tutto quello che
entra nella bocca va nel ventre ed è gettato fuori nella latrina? Ma
quel che esce dalla bocca viene dal cuore, ed è quello che contamina
l'uomo. Poiché dal cuore vengono pensieri malvagi, omicidi,
adultéri, fornicazioni, furti, false testimonianze, diffamazioni.
Queste son le cose che contaminano
l'uomo; ma il mangiare con le mani non lavate non contamina l'uomo."
(Mt. 15, 14-20)
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