martedì 25 novembre 2014

Da Léon Denis - Ecco ciò che più conta nella Vita!



Rembrandt van Rijn - La Tempesta sedata (Mc. 4, 35-41)

Sebirblu, 24 novembre 2014

Impegnati come siamo, nella dura lotta per vivere, appare più che mai anacronistico ed incredibile il brano che ho scelto per voi, cari Lettori, affinché, sebbene immersi in questo grande mare esistenziale alquanto burrascoso (che d'altronde abbiamo scelto noi), possiamo riportare alla mente il vero senso della vita e tenerne saldamente il timone.

Vi suggerisco di leggere QUI anche il breve profilo di Léon Denis, autorevole pioniere dello spirito, e la maniera in cui si vive nelle dimensioni superiori. Invece QUI, troverete un suo interessantissimo studio sui bambini prodigio correlati da due video spettacolari.



John Michael Groves

La Conquista della Meta 

Esiste realmente una gerarchia di Spiriti, ma si basa soltanto sul valore morale e non esiste che in funzione di questo e per le qualità acquisite con il lavoro e con la sofferenza.

Noi sappiamo che nel loro principio tutti gli individui sono uguali, che tutti sono destinati ad un medesimo fine, e differiscono soltanto dal punto di vista del maggiore o minore sviluppo.

I gradi della gerarchia spirituale incominciano dalle profondità della vita inferiore e salgono ad altezze inaccessibili alla ragione umana: è un ascendere inenarrabile di Potenze, di Luci, di Virtù, che aumentano dalla base alla sommità; è la spirale del percorso evolutivo che si svolge all'infinito.

Essa si divide in tre grandi zone: vita materiale, vita animica, vita spirituale, (vedere anche QUI; ndr) che si riflettono, reagiscono l'una sull'altra, e formano un tutto che costituisce il campo di evoluzione degli Spiriti, la scala leggendaria di Giacobbe.

Su tutta l'immensa scala, un legame invisibile unisce Essere ad Essere, e ciascuno è sostenuto e attratto dai più elevati.



La Scala di Giacobbe di Mattew Scotland

Le Anime progredite che si manifestano a noi ci sembrano dotate di qualità sublimi, e nondimeno esse affermano l'esistenza di Esseri tanto al di sopra di loro, quanto esse lo sono in rapporto a noi; per cui i gradi si succedono e si perdono in una profondità colma di mistero.

L'involucro fluidico dello Spirito è una veste tessuta con i suoi stessi meriti nel corso delle esistenze. (Confrontare QUI, con il corpo causale; ndr).

Da esso quindi risulta la sua superiorità: tenebroso e denso nell'Anima inferiore, aumenta di bianchezza purificandosi sempre più in proporzione ai progressi realizzati e, già luminoso nell'Entità elevata, acquisisce nelle Essenze dei piani più alti uno splendore abbagliante.

Ogni Spirito è un focolare di Luce; Luce profondamente velata, compressa, invisibile, che si sviluppa con la forza morale, si accresce gradatamente, aumenta in estensione e in intensità.

Dapprima è un fuoco nascosto sotto la cenere che si rivela con deboli bagliori, poi diventa fiammella timida e vacillante, finché un giorno divampa in aureola, in incendio, si estende ed infiamma tutto lo Spirito che risplende come un Sole o come quegli astri erranti che percorrono gli abissi celesti, lasciandosi dietro una traccia luminosa.

Questo grado di splendore è il risultato di un insieme di lavoro fecondo, di un cumulo tale di vite che a noi uomini potrebbe sembrare l'eternità. Elevandosi sempre più verso le cime del pensiero, l'intuito giunge ad intravvedere che cos'è Dio - Anima dell'Universo e Centro prodigioso di Luce.




Ma la vista diretta del Principio Infinito non è possibile che ai più grandi Spiriti: la Luce divina compendia la Gloria, la Potenza, la Maestà dell'Eterno, è la visione della stessa Verità; poche Essenze possono contemplarla senza veli, e per sopportarne l'incommensurabile Splendore, bisogna essere di un'assoluta purezza.

La vita terrestre sospende le proprietà radianti animiche ma, durante il suo corso, la Luce della Particella divina, simile ad una fiaccola che brucia solitaria nel fondo di un sepolcro, rimane celata nell'involucro fisico.

Nondimeno, possiamo constatarne l'esistenza in noi; le nostre buone opere, i nostri generosi entusiasmi la alimentano, la ravvivano ed una intera moltitudine può riscaldarsi al contatto comunicativo di uno Spirito entusiasta.

Nei momenti di espansione, di carità, di amore, noi sentiamo in noi stessi una fiamma, un raggio che emana dal nostro Essere; è questa Luce interna che forma gli oratori, gli eroi, gli apostoli; che infervora l'uditorio e trascina i popoli sospingendoli a grandi cose.

Le Forze spirituali si rivelano allora allo sguardo di tutti, e mostrano ciò che è possibile ottenere dalle potenze dell'Anima, mosse dall'Amore del Bene e del giusto. Superiori a tutte le forze materiali, esse potrebbero sollevare un mondo: questa Possanza è la Luce.

"Piccolo focolare che alberghi nel nostro cuore, possa Tu essere alimentato dalle nostre azioni volonterose! Che esse, ravvivando la tua fiamma, facciano di te un braciere che illumina e riscalda tutto ciò che l'avvicina, un faro che diriga gli Spiriti scettici, brancolanti nelle tenebre!"

Noi abbiamo tentato di dare un'idea di ciò che è la vita celeste, definitiva: essa è la Meta a cui tende l'evoluzione di tutte le Anime, ove tutti i sogni di bene si realizzano, ove le nobili aspirazioni si compiono, ove le speranze deluse, le affezioni respinte, gli slanci repressi della vita materiale si espandono liberamente.

Lì, le simpatie, le tenerezze, i puri amori si ritrovano, si uniscono e si fondono in un'immensa fusione d'Amore che infiamma tutti gli Esseri, e li fa vivere in comunione perpetua nel seno della grande Armonia.




Tuttavia, per raggiungere queste altezze quasi divine, è necessario lasciare sulle pendici che vi conducono, gli appetiti, i desideri, le passioni, lacerandosi con le spine, purificandosi  alle  acque  dei  ghiacciai.

Bisogna conquistare la dolcezza, la rassegnazione, la fede; imparare a soffrire senza lamento, a piangere in silenzio e, sdegnando le ricchezze e le gioie effimere del mondo, consacrare tutto il proprio cuore a ciò che non tramonta mai.

Necessita deporre nei cimiteri della terra molte spoglie sformate dal dolore; soffrire senza ira l'indigenza, l'umiliazione, il disprezzo, sentire i morsi del male, il peso della solitudine e della tristezza, è necessario (checché se ne dica; ndr) inghiottire molte volte il calice profondo e amaro.

Soltanto la sofferenza sviluppa le forze virili dell'Anima, temprandola per la lotta e l'ascensione, purificandola e maturandola per le altezze che le aprono l'accesso alla vita felice.

"Spirito immortale, Spirito incarnato o libero, se Tu vuoi percorrere rapidamente il ciclo magnifico dei mondi e conquistare le regioni eteree, getta lontano da te tutto ciò che aggrava i tuoi passi e intralcia le tue facoltà latenti.

Rendi alla terra tutto ciò che viene dalla terra, e aspira ai tesori eterni; prega, lavora, consola, soccorri, ama fino all'immolazione, adempi il dovere a costo del sacrificio e della morte: sarà questo il germe della tua felicità futura!"

Tratto dal libro "Dopo la Morte" di Léon Denis, di cui è disponibile il download  QUI.

Relazione e adeguamento linguistico contemporaneo a cura di:

Sebirblu.blogspot.it

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